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Come avevamo già comunicato, l’Università cattolica di Notre Dame nello stato dell’Indiana (USA) ha deciso di invitare a tenere il discorso nella giornata delle lauree al Presidente Barak Obama. Date le posizioni abortiste del presidente, molti cattolici avevano criticato l’iniziativa e iniziato a raccogliere firme di protesta. Nella stessa giornata del prossimo 17 maggio, nella medesima occasione della festa per le lauree, sarebbe stata premiata con la prestigiosa Laetere Medal dell’Università di Notre Dame, l’insigne giurista Mary Ann Glendon, già capo delegazione della Santa Sede alla Conferenza Onu di Pechino sulla donna nel 1995, già Presidente della Pontificia Accademia per le Scienze Sociali, Membro di numerosi organismi della Santa Sede ed ambasciatrice degli Stati Uniti presso la Santa Sede nella precedente amministrazione americana. La dottoressa Glendon però ha deciso di rifiutare l’onorificienza e di non partecipare alla cerimonia. In questa lettera, da essa stessa consegnata alla stampa, emergono i motivi seri e profondi della decisione. Pur nella sua brevità, questa lettera tocca importanti temi della presenza pubblica dei cattolici.
LETTERA DI MARY ANN GLENDON DI RIFIUTO DELLA LAETERE MEDAL DELL’UNIVERSITÀ DI NOTRE DAME
Caro Fratel Jenkins,
Quando lei mi aveva informata, nel dicembre 2008, che ero stata scelta per ricevere la Notre Dame’s Laetare Medal, sono rimasta profondamente commossa. Conservo ancora la memoria di aver ricevuto una laurea onoraria da parte della Università di Notre Dame nel 1996, e mi sono sempre sentita onorata del fatto che il discorso da me tenuto in quella occasione sia stato inserito nella antologia dei più memorabili discorsi tenuti alla Notre Dame in simili occasioni. Così ho immediatamente cominciato a lavorare al mio discorso, che speravo potesse essere degno dell’occasione, dell’onore della medaglia, dei vostri studenti e della vostra facoltà.
Il mese scorso, quando lei mi ha chiamato per comunicarmi che il discorso alla cerimonia sarebbe stato tenuto dal Presidente Obama, io le ho accennato che avrei dovuto riscrivere il mio discorso. Durante le successive settimane, il compito che una volta sembrava così piacevole si è fatto complicato a causa di diversi fattori.
Primo, in quanto consultore da lungo tempo della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, non ho potuto non rimanere sorpresa dalla notizia che la Università di Notre Dame aveva deciso di premiare anche il presidente con una laurea ad honorem. Ciò, come lei sa, è in contrasto con l’espressa richiesta dei vescovi del 2004 che le istituzioni cattoliche “non onorino chi opera in modo difforme dai nostri principi morali fondamentali” e che a queste persone “non siano dati premi, onorificenze o tribune che possano significare sostegno alle loro azioni.” Questa richiesta, che in nessun modo vuole controllare o interferire con la libertà di una istituzione di invitare chiunque per un serio dibattito, mi sembra così ragionevole che non riesco a capire perché una Università cattolica non dovrebbe rispettarla.
Poi ho imparato che alcune precisazioni della Notre Dame in risposta alle diffuse critiche sulla sua decisione comprendevano due dichiarazioni che parlavano del mio discorso come elemento che in qualche modo avrebbe bilanciato l’evento: “Il Presidente Obama terrà il discorso. Mary Ann Glendon, ex ambasciatrice degli Stati Uniti presso la Santa Sede, parlerà in quanto premiata con la Laetare Medal.”; “Riteniamo che avere il Presidente a Notre Dame per conoscere i nostri laureati, incontrare I nostri leaders e ascoltare un discorso di Mary Ann Glendon sia una cosa buona per il presidente e per le ragioni che ci stanno a cuore.”
Una cerimonia di questo tipo, comunque, si suppone sia un giorno di gioia per i laureati e le loro famiglie. Non è quindi l’occasione adatta, né un breve discorso di accettazione lo strumento più consono, per affrontare problemi veramente gravi derivanti dalla decisione di Notre Dame – in dispregio della posizione stabilita dai vescovi – di onorare un importante e intransigente oppositore alle posizioni della Chiesa su questioni riguardanti principi fondamentali di giustizia.
Infine, date le recenti notizie che anche altre scuole cattoliche stanno decidendo di non rispettare le linee guida dei vescovi, sono preoccupata che l’esempio di Notre Dame possa avere un infelice effetto a catena.
Per tutto questo è con grande dispiacere che ho deciso di non accettare la Laetare Medal e di non partecipare alla cerimonia di laurea del 17 maggio.
Per evitare possibili speculazioni circa le ragioni della mia decisione, trasmetterò questa lettera alla stampa, ma non ho intenzione di fare altri commenti su questo argomento.
Yours Very Truly,
Mary Ann Glendon
(traduzione dall’inglese di Benedetta Cortese)
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