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Per progredire nella vita cristiana è necessario un padre spirituale che possa guidarci nel cammino. Se dobbiamo andare per i sentieri di una montagna a noi ignota, sarà buona norma avere una guida esperta in modo da non perderci. Analogamente nella vita spirituale abbiamo bisogno di chi abbia percorso prima di noi i sentieri dello spirito. Non possiamo fare da soli perché siamo coinvolti emotivamente nelle nostre vicende. Non siamo obiettivi quando giudichiamo noi stessi poiché l'amor proprio ci annebbia la vista e siamo propensi a scegliere ciò che è più comodo o che ci piace di più. Insomma abbiamo bisogno di un punto di vista oggettivo al di fuori di noi.
Chi è dunque il padre spirituale? È un sacerdote a cui apriamo il nostro cuore affinché diventi il nostro maestro, il medico che ci cura, il riferimento per tutto ciò che riguarda Dio nella nostra vita. Egli ci mostrerà i vizi che ci impediscono di progredire, le mete che sono alla nostra portata e i mezzi per raggiungere tali traguardi. Potrà incoraggiarci quando siamo sfiduciati, sgridarci quando siamo tiepidi, consolarci quando siamo afflitti. È davvero una grazia speciale poter contare su di lui, ma non soltanto come uomo, bensì come strumento che ci porta a Cristo.
Nel Signore degli Anelli, quando si riuniscono i principali rappresentanti dei popoli per prendere l'importante decisione su cosa fare dell'anello del potere, Frodo afferma con coraggio che sarà lui a prenderlo, per compiere l'impresa di distruggerlo, però aggiunge umilmente: «ma non conosco la strada». Anche noi dobbiamo sinceramente riconoscere che non conosciamo la strada per progredire nella vita spirituale. Questo è confermato dal fatto che tutti i santi hanno avuto bisogno del padre spirituale. San Paolo ha avuto Anania a guidarlo nei primi passi della fede. Avrebbe potuto dire: «Non ho bisogno di una guida spirituale dal momento che Gesù Cristo in persona mi ha parlato sulla via di Damasco», eppure non l'ha detto. Santa Caterina da Siena ha avuto come padre spirituale il beato Raimondo da Capua. Avrebbe potuto dire: «Gesù mi parla direttamente, sono la sua sposa e non ho bisogno di intermediari», eppure non l'ha detto.
CHI SCEGLIERE COME PADRE SPIRITUALE
Chiarito quindi che abbiamo bisogno di un padre spirituale si pone adesso la domanda su chi scegliere. Innanzitutto è preferibile che sia un sacerdote. Nella storia ci sono state delle eccezioni come, ad esempio, San Francesco d'Assisi. In rari casi sono state perfino delle donne come Santa Caterina da Siena e Santa Teresa d'Avila. Si tratta comunque di rarissime eccezioni. La regola è un sacerdote perché, in quanto tale, ha la grazia di stato, in virtù della sua ordinazione. Purtroppo oggi con il femminismo imperante e la parità di genere esaltata come un bene, capita di sentir dire: «Ho una madre spirituale». Ma visto che poiché scarseggiano le sante come Caterina e Teresa, bisogna ricordare che Santa Faustina Kowalska ha scritto che non trovava l'aiuto che poi avrebbe ricevuto dal suo padre spirituale, finché lo cercava nella superiora del convento. Costanza Miriano, autrice del libro Sposati e sii sottomessa, ha scritto: «mi conosco abbastanza da sapere che non mi devo sempre totalmente fidare di me stessa, delle mie emozioni, delle mie intuizioni, ed è per questo che ho una guida spirituale. Che non è solo una persona intelligente, è anche un sacerdote».
Occorre dunque chiedere nella preghiera il dono di un buon padre spirituale e bisogna aver chiaro che nella vita spirituale è il contrario di quello che succede quando si nasce. Infatti siccome la madre è sempre certa, o almeno lo era prima della fecondazione artificiale e dell'utero in affitto, il padre deve riconoscere il figlio registrandolo all'anagrafe e confermando la sua paternità il giorno del battesimo. Invece nella vita spirituale non è il padre che riconosce il figlio, ma il contrario. È il figlio che riconosce il padre. Lo stima, si sente capito, lo vede come un esempio di fede. Bisogna quindi diffidare di un sacerdote che dicesse che ci vuole guidare spiritualmente. È il fedele che deve chiedere al sacerdote di fargli da padre spirituale. E nessuno può essere costretto ad avere un padre spirituale che non ha scelto. Nemmeno un seminarista può essere costretto a prendere come padre spirituale il sacerdote che confessa i seminaristi, ma può mantenere quello che aveva prima di entrare in seminario. Un consiglio pratico per trovare il padre spirituale: dopo averlo chiesto nella preghiera, ci si confessa da più sacerdoti per poi scegliere quello che ci ispira più fiducia, che deve essere un uomo di preghiera e senza ombra di dubbio fedele alla Chiesa. Se invece ha opinioni contrarie all'insegnamento di sempre della Chiesa, se parla male della Chiesa come istituzione, se non riconosce il Papa come Papa o infine se nega l'importanza dei sacramenti o della preghiera, allora è certo che non può essere un buon padre spirituale, e nemmeno un buon sacerdote. Pertanto non si deve pensare che tutti i sacerdoti possano fare da padre spirituale e che è solo questione di trovare quello adatto alle proprie inclinazioni. Gesù avvertiva del rischio di avere delle guide cieche. «E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!» (Mt 15,14). San Francesco di Sales scriveva che Santa Teresa d'Avila diceva di scegliere il padre spirituale tra mille sacerdoti, ma «io ti dico, uno tra diecimila, perché se ne trovano meno di quanto si dica capaci di tale compito» (Filotea, parte prima, cap. IV). Con questo faceva capire quanto è difficile trovare un sacerdote adatto al compito di padre spirituale. E noi che pensiamo di vivere solo oggi tempi difficili!
UN RISCHIO GRAVE
Sbagliando la scelta del padre spirituale si rischia molto. Santa Faustina Kowalska notava infatti nel suo Diario che «un confessore può essere di grande aiuto per un'anima, ma può anche procurarle molto danno». Ed è proprio così. Può capitare ad esempio che un sacerdote incoraggi alla vita religiosa ragazzi e ragazze, ma solo spinto dal desiderio di avere una vocazione tra le proprie pecorelle. Così è facile rovinare la loro vita. Oppure a una persona sposata che sia convinta di aver fatto ampiamente il suo dovere di genitore mettendo al mondo tre figli, il padre spirituale che rafforzasse tale convinzione farebbe un grave danno. Infatti il giorno del matrimonio gli sposi si impegnano solennemente con un sì alla domanda "Siete disposti ad accettare i figli che Dio vorrà donarvi?". Confermando l'erronea convinzione che siano gli sposi a decidere il numero dei figli e non piuttosto Dio, la direzione spirituale si trasformerebbe in una negazione dei doveri di stato dei coniugi e il dovere di stato del sacerdote di condurre le anime alla maggior perfezione spirituale possibile.
Ci si potrebbe chiedere se sia possibile avere più di un padre spirituale, ma bisogna rispondere negativamente. In tal caso si potrebbero avere più pareri discordanti ed allora anziché rasserenare e dare sicurezza, la direzione spirituale si rivelerebbe fonte di ansie e dubbi. Ovviamente può darsi che per questioni specifiche particolarmente difficili si possa ricorrere a pareri di altri sacerdoti competenti per quella materia e lo stesso padre spirituale potrebbe suggerire in tali casi eccezionali di sentire un altro consiglio. Ma a parte queste eccezioni la regola è che il padre spirituale sia uno e uno solo.
Non bisogna mai dimenticare che il padre spirituale aiuta il fedele a prendere le decisioni con consigli ed esortazioni, ma non si sostituisce a lui. Le decisioni le prende il fedele, non il padre spirituale, che non è un guru. Sebbene sia sostenuto dalla preghiera del padre spirituale, la fatica del cammino spirituale rimane a carico del diretto. È come nello sport, quando la fatica delle esercitazioni rimane a carico dello sportivo e non dell'allenatore. Se non ci sono progressi, prima di pensare di cambiare padre spirituale, ci si deve domandare se davvero ci stiamo impegnando al massimo. Inoltre cambiare padre spirituale quando dice cose diverse da quelle che ci si aspetta è segno che non si sta facendo direzione spirituale, ma che si cerca un sacerdote che dica quello che vogliamo noi al pari della strega di Biancaneve che, dallo specchio, voleva solo sentirsi dire che era la più bella del reame.
INCONTRO IN PRESENZA E REGOLARITÀ NEGLI INCONTRI
Sebbene esistano delle eccezioni, è chiaro che la direzione spirituale necessita di un incontro in presenza in quanto né i messaggi via mail o whatsapp, né i collegamenti via streaming, possono mai sostituire l'incontro di persona che permette di capire le sfumature che, a volte, sono determinanti.
Perché la direzione spirituale sia efficace occorre una certa regolarità negli incontri. Infatti la costanza viene sempre premiata. Lo studente e lo sportivo sanno che è la regolarità la ricetta per il successo, scolastico o sportivo che sia. Anche nelle difficoltà - per esempio: poco tempo libero per i tanti impegni, un esame scolastico vicino, un eccesso di carico lavorativo, un periodo di stanchezza fisica o mentale - è importante mantenere il ritmo dell'incontro con il padre spirituale. All'inizio del cammino sarà necessario una volta al mese, mentre in seguito sarà possibile diradare gli incontri.
Il padre spirituale non è un "prete per chiacchierar..." come cantava Celentano nella canzone Azzurro. Se si chiede un consiglio al padre spirituale su una determinata questione, poi si è obbligati in coscienza a tenere conto del consiglio ricevuto. Non si possono avere segreti con il padre spirituale o evitare sistematicamente di affrontare determinate questioni durante il colloquio. Infatti le decisioni più importanti della vita vanno prese solo dopo aver consultato il padre spirituale, per esempio: andare a vivere da soli, denunciare o fare causa a un familiare, abbandonare gli studi o cambiare lavoro, andare dallo psicologo. Fare da sé in questioni importanti è molto pericoloso.
È chiaro a tutti il padre spirituale ha l'obbligo del segreto per tutto ciò di cui viene a conoscenza nella direzione spirituale, non solo nella confessione. È un obbligo particolarmente grave. Ma esiste parimenti l'obbligo al segreto anche da parte del diretto. Non è quindi lecito rivelare ad altri i consigli ricevuti e ciò per due motivi. Primo: non c'è nessun motivo valido per farlo. Secondo: i consigli dati a una persona possono essere diversi da quelli che necessita un'altra. A volte addirittura possono essere il contrario. Per essere più precisi, non è lecito citare il padre spirituale come ispiratore delle nostre decisioni. In altre parole non bisogna dire "Il mio padre spirituale ha detto che...". Infatti l'autorità del padre spirituale vale per la persona diretta, ma per gli altri la sua autorità è nulla. Occorre quindi dire "Ho deciso che..." anziché "Il mio padre spirituale mi ha consigliato di...".
CONSIGLI PRATICI
È buona norma confessarsi ordinariamente dal padre spirituale. Questo gli permette di conoscerci meglio ed essere aggiornato sulla condizione della nostra anima. Ed è buono per noi per evitare la tentazione di nascondere qualcosa. Ovviamente in caso di necessità ci si può confessare anche da un qualsiasi altro sacerdote, ma purché ciò resti un'eccezione e non diventi la regola. Anche la frequenza della confessione (ogni 15 giorni? ogni mese?) è bene che sia concordata con il padre spirituale. Non bisogna dimenticare inoltre che la direzione spirituale ha tra gli scopi principali quello di verificare la vita di preghiera. Con ciò non si intende esclusivamente la verifica se sono state dette o no le preghiere, bensì se il rapporto con il Signore sta progredendo o, al contrario, sta regredendo. Il tipo e la quantità di preghiere non si deve decidere, oppure aumentare o togliere, senza l'autorizzazione del padre spirituale. E come per la vita di preghiera, anche riguardo al tipo e alla quantità di penitenze - per esempio: le rinunce quaresimali - non si deve decidere da sé, né aumentare né togliere nulla senza l'autorizzazione del padre spirituale. Egli va consultato anche per la scelta della lettura spirituale. Curare questo aspetto migliora notevolmente il cammino spirituale. Per lettura spirituale si intende la lettura regolare, possibilmente quotidiana, della Bibbia, degli scritti dei santi o delle vite dei santi.
Va infine precisato che non è possibile una direzione spirituale di coppia per sposi o fidanzati. Ogni anima ha un cammino e un livello diverso. È invece consigliabile, ma non obbligatorio, che entrambi gli sposi o i fidanzati abbiano lo stesso padre spirituale. Ovviamente per un consiglio pratico la coppia può fare insieme una domanda al sacerdote, ma questo non può sostituire la direzione spirituale individuale.
Concludendo ci chiediamo quando sia il momento per iniziare ad avere un padre spirituale. La risposta è che non è mai troppo presto, né troppo tardi. Adesso e non domani, è il momento di iniziare la direzione spirituale. Inoltre non verrà mai il momento in cui uno possa dire: "Ormai sono grande, non ho più bisogno del padre spirituale". Rinunciare ad avere il padre spirituale vuol dire declassare Gesù Cristo da attore protagonista principale, quale deve essere, ad attore non protagonista se non addirittura semplice comparsa nel film della propria vita.
Santa Faustina Kowalska nel Diario annota: «Non avevo un confessore fisso e per di più facevo una fatica incredibile ad esporre cose di quel genere. Perciò pregavo ardentemente perché il Signore mi concedesse una grande grazia, quella di avere un direttore spirituale. Ma questa grazia l'ottenni soltanto dopo i voti perpetui. [...] Se avessi avuto fin dall'inizio un direttore spirituale, non avrei sprecato tante grazie del Signore. [...] Adesso tremo quando sento dire talvolta da qualche anima che non ha il confessore, cioè il direttore spirituale. So bene infatti quali gravi danni ho avuto io stessa quando non avevo questo aiuto. Senza un direttore spirituale si può andare facilmente fuori strada».
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