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Lo scorso venerdì 17 maggio il mondo LGBT ha celebrato la consueta Giornata internazionale contro la omo-trans-bifobia. La diffusione del credo arcobaleno in quasi tutto il mondo è frutto di un'articolata strategia. Vediamo in sintesi quali strumenti sono stati utilizzati dalle lobby LGBT a partire dai primi anni Settanta.
1) GRIDARE ALLA DISCRIMINAZIONE
Forse è il cardine di tutta la strategia: far passare la persona omosessuale transessuale come vittima. Questo particolare status sociale permette una costante immunità dalle critiche e speciali tutele giuridiche (v. leggi sulla cd omofobia). Dal punto di vista sociale far parte di una minoranza protetta fa saltare la condizione del gay o del trans da persona "normale" a persona "speciale". Nel 2000 l'attivista Paul Varnell scriveva: «La questione fondamentale controversa sull'omosessualità non è la discriminazione, i crimini d'odio o le unioni domestiche, ma la moralità dell'omosessualità. [...] Se convincessimo le persone che l'omosessualità è pienamente morale, allora tutta la loro inclinazione a discriminare, a denigrare i gay o a opporsi al matrimonio gay scomparirebbe» (Defending Our Morality, Chicago Free Press, 16 Agosto, 2000). Dopo più di vent'anni oggi siamo ad uno step successivo: l'omosessualità come la transessualità si è ormai normalizzata dal punto di vista sociale, si è moralizzata e il gay e il trans hanno compiuto un salto evolutivo, acquisendo una condizione di privilegiati perché rifugiati sociali.
2) LA LENTE DI INGRANDIMENTO
La percezione collettiva deve essere ingannata in merito ai casi di discriminazione. I singoli casi devono apparire un fenomeno. Ecco allora che i media e i social devono scovare casi veri o presunti di discriminazione ed ingigantirne la portata almeno usando due modalità: la ripetizione ossessiva nel tempo del medesimo caso, facendo quindi così apparire l'eccezionalità come la norma, e la deformazione in senso peggiorativo della sua descrizione e del giudizio che ne deriva. In tal modo apparirà a tutti evidente che la cosiddetta omofobia è un'emergenza nazionale per numero di casi e per gravità (che poi i dati OSCAD dicano altro, poco importa). Pratica necessariamente connessa all'uso della lente di ingrandimento è l'esclusione di qualsiasi altro racconto di senso opposto: alle voci dissenzienti non deve essere mai dato un microfono. Non esiste il gay che ha picchiato un altro gay e non esistono gay e trans pentiti delle loro scelte.
3) LA NARRAZIONE EPICA
È fondamentale che il cammino per l'acquisizione delle rivendicazioni LGBT venga inserito in una narrazione coerente e dai toni epici. Ecco l'analogia assai frequente con il razzismo e la misoginia e dunque con il processo di liberazione dalla schiavitù dai parte dei neri e con quello di emancipazione delle donne. Il nemico dei primi è l'uomo bianco, il nemico delle seconde è il maschio. Invece il nemico dei gay è l'eterosessuale e quello dei trans è la coppia uomo-donna, ossia il cosiddetto binarismo. Ogni processo rivoluzionario deve partire da un certo ordine costituito che deve sovvertire e in questo caso è l'eterosessualità e il sesso biologico.
4) LA LINGUA
Per costruire un mondo nuovo occorrono parole nuove. Il mondo nuovo LGBT è un forziere immenso di neologismi: omofobia, omogenitorialità, binarismo, cisgender, transgender e moltissimi altri. A volte il neologismo deve sostituire una parola nemica che rimanda alla realtà, vero avversario di ogni ideologia, compresa quella arcobaleno. Paradigmatico è il caso del termine "genere" che ha ormai sostituito "sesso". Il primo è un costrutto della mente dissociato dalla realtà - ad esempio un maschio può definirsi come appartenente al genere femminile - il secondo un dato fattuale - sesso maschile e sesso femminile.
5) CAPTATIO BENEVOLENTIAE
Meglio conquistare alla propria causa il nemico più che ucciderlo. Ecco allora squadernare una serie di tattiche per persuaderlo a lasciare a terra le armi del combattimento. Ad esempio far leva sulle sue emozioni e quindi muoverlo alla compassione per i casi veri o presunti di discriminazione; acquisire il suo favore quando viene narrato il menage domestico di una coppia gay con tanto di bambino al seguito; muoverlo all'indignazione per le leggi di alcuni stati che sanzionano le condotte omosessuali. In ambito ecclesiale la leve maggiori sono state almeno due. Il concetto di accoglienza che dalla persona si è trasferita in mondo indebito alla condizione e alla condotta. E la valorizzazione di apparenti elementi positivi nelle relazioni omosessuali e nelle scelte di "cambiare" sesso.
6) ELIMINAZIONE DEL NEMICO
Se non le hai capite con le buone, le capirai con le cattive. Anche in questo caso sono almeno due le tattiche usate: la violenza fisica perpetrata a danno di manifestanti a difesa della famiglia o di centri pro-family; la persecuzione giudiziaria tramite il reato di omofobia o, laddove non esistesse questo reato, tramite i reati di diffamazione, violenza privata, calunnia, etc. Naturalmente uno dei primi effetti sperati di questa strategia intimidatoria e poi punitiva è il noto "colpirne uno per educarne cento".
7) LA LEADERSHIP
Per conquistare la base devi conquistare il vertice. Ecco allora il tentativo, assai riuscito, di infiltrarsi nelle cabine di regia dove si amministra il potere, declinato nei suoi vari aspetti. La politica, le università, il cinema, la musica, l'intrattenimento, la finanzia, i media, i social, lo sport sono tutti compatti nel sostenere le rivendicazioni dell'agenda arcobaleno. Sottoinsieme di questa strategia è l'uso del volto noto e del brand noto: conquistare alla causa un Mattarella - leggasi il suo discorso del 17 maggio scorso - una Ferragni, Google o la Juventus fa accelerare il processo di omosessualizzazione della società in modo impressionante.
8) LEZIONI AI BAMBINI
È più facile indottrinare un bambino che un adulto. Il primo è un foglio bianco su cui scrivere ciò che si vuole, il secondo ha giù una sua forma mentis più difficile da deformare. Ecco allora la campagna massiccia di infiltrazione di associazioni LGBT nelle scuole del mondo occidentale. Con la scusa dell'educazione sessuale ed affettiva si insegna che l'omosessualità è un orientamento naturale, che le identità sessuali sono tante quante le stelle nel cielo e che si può nascere in un corpo sbagliato.
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