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IL VICE SCELTO DA TRUMP E' CATTOLICO E CONTRO L'ABORTO, MA...
Famoso per il libro autobiografico Elegia Americana, da cui Netflix ha tratto un film nel 2020, il senatore dell'Ohio ha solo 40 anni e incarna al meglio il principio dell'America First (VIDEO: Discorso di JD Vance di accettazione dell'incarico)
di Paola Belletti
 

Scampato fortuitamente all'attentato del 13 luglio in Pennsylvania, costato però la vita ad un padre di famiglia, Donald Trump ha annunciato ieri il nome del candidato vicepresidente che sarà in corsa con lui per le presidenziali del 2024: «Dopo lunghe riflessioni e riflessioni, e considerando gli straordinari talenti di molti altri, ho deciso che la persona più appropriata per assumere la carica di vicepresidente degli Stati Uniti è il senatore JD Vance del grande stato dell'Ohio", ha detto Trump in una conferenza stampa», leggiamo dalle pagine di Aciprensa.
Ha 39 anni ed è al suo primo mandato al Congresso. Divenuto noto all'opinione pubblica del bestseller Hillbilly Elegy, uscito nel 2016 e diventato in seguito un film per la regia di Ron Howard - che però sembra avere sacrificato il grande affresco sociale sulla condizione degli americani bianchi poveri, a favore del più hollywoodiano dramma familiare che si staglia su quello sfondo così impietosamente e accuratamente tratteggiato. È "pericoloso" e "inadatto" alla carica, aveva dichiarato all'epoca Vance riferendosi a Donald Trump alla vigilia del primo incarico da presidente Usa; ma in seguito ad un incontro personale con lui nel 2021 aveva cambiato radicalmente il suo giudicio, arrivando ad ottenere l'anno dopo l'endorsement dell'ex Potus per la sua candidatura al senato.
Secondo uno dei tanti ritratti che i media stanno rilanciando su questa nuova figura chiave della campagna per le presidenziali Usa, leggiamo TGcom24 i passaggi principali della sua biografia: «Nato e cresciuto a Middletown, Ohio. Con i marines prestò servizio in Iraq, e in seguito conseguì la laurea presso la Ohio State University e la Yale Law School. Ha anche lavorato come venture capitalist nella Silicon Valley. Dopo la vittoria di Trump nelle elezioni del 2016, Vance fondò un ente di beneficenza anti-oppioidi. Prese parte al circuito delle conferenze e fu anche un ospite privilegiato alle cene repubblicane del Lincoln Day, dove fecero breccia la sua storia personale, comprese le difficoltà sopportate da Vance a causa della dipendenza dalla droga della madre».

LA CONVERSIONE AL CATTOLICESIMO
C' è un tratto decisamente degno di nota, per noi, che riguarda la sua vita di credente: JD Vance ha infatti ricevuto il battesimo entrando a far parte della Chiesa cattolica nel 2019, dopo un percorso di conversione nel quale ha avuto una parte decisiva il Santo di Ippona. Deve a sant'Agostino la consolidata certezza che la fede cattolica sia vera, durevole e certa nei suoi esiti e che questi non sono tanto misurabili nel breve termine e nei riscontri materiali più grossolani, ma sono sicuri e in mano a Dio; da questa convinzione ricava anche un sano distacco rispetto alle crisi, alle debolezze e agli scandali che anche oggi feriscono la chiesa, segno drammatico della sua natura divina e umana insieme. Dal santo vescovo dei primi secoli ha attinto anche la convinzione che la fede cattolica sia intellettualmente di valore, l'opposto di come spesso viene vista dal pensiero main stream:
«Agostino mi ha dato un modo per comprendere la fede cristiana in un modo fortemente intellettuale. Ho anche attraversato una fase di ateo arrabbiato. Come uno che ha trascorso gran parte della sua vita a credere alla bugia che dovevi essere stupido per essere un cristiano, Agostino ha davvero dimostrato in modo commovente che non è vero.» Nella stessa intervista in cui racconta della sua conversione, afferma che la lettura delle sue due opere più famose (stampate, diffuse e tradotte da secoli) ha illuminato e dato consistenza all'orizzonte del suo impegno politico: «Hai scelto Sant'Agostino come tuo santo patrono. Perché? Un paio di motivi. Uno, sono rimasto piuttosto colpito dalle Confessioni. Probabilmente l'ho letto a pezzetti due volte negli ultimi 15 anni circa. C'è un capitolo della Città di Dio che è incredibilmente rilevante ora che sto pensando alla politica. C'è semplicemente un modo in cui Agostino è un difensore incredibilmente potente delle cose in cui crede la Chiesa».

ABORTO? CONTRARIO, MA SULLE PILLOLE...
La scelta di Vance, da un lato, è bene augurante per la sua dichiarata fede cattolica e la serietà con la quale si mostra impegnato con essa e i suoi principi; dall'altro, però, preoccupano le sua posizioni morbide e possibiliste in tema di aborto. Infatti, se da un lato si era detto contrario all'aborto anche in caso di stupro e incesto – «Non credo che due torti facciano un diritto», ha dichiarato -, dall'altro è protagonista di un ammorbidimento che riguarda le stesse posizioni di Trump in corsa per il secondo mandato. Lila Rose, presidente di Live Action, ha espresso chiaramente i motivi di preoccupazione sul tema: «Sia JD Vance che il presidente Trump sostengono la legalizzazione delle pillole abortive», ha scritto su X, «questo è straziante e sbagliato. Vance un tempo era fortemente contrario all'omicidio di tutti i bambini non ancora nati. Entrambi gli uomini possono ancora cambiare posizione e noi pregheremo e lavoreremo affinché lo facciano».
Come primo presidente americano a partecipare alla Marcia per la vita aveva speso termini appassionati e inequivocabili a difesa del valore di ogni vita fin dal concepimento, fondandone la sacralità e indisponibilità proprio nella creazione di Dio. Difficile conciliare quelle parole con l'ammissibilità dell'uso della pillola abortiva. Difficile anche non notare che le stesse posizioni del candidato vicepresidente Vance, l'uomo che dovrà conquistare voti nei grandi stati del Midwest, stridano in modo drammatico con quanto la fede cattolica da lui professato lo impegni a testimoniare e tutelare, la dignità di ogni vita umana, dall'inizio alla fine.
Che si tratti solo di pragmatismo politico e di posizioni che, una volta in carica, potrebbero essere riviste, restano un male, per quanto ci auguriamo provvisorio. Se, alle elezioni del novembre prossimo, Trump dovesse vincere e insediarsi per la seconda volta alla Casa Bianca, LD Vance sarebbe il secondo vicepresidente cattolico in carica della storia degli Stati Uniti. Confidiamo nell'azione della Provvidenza e nell'intercessione del patrono che lo stesso Vance ha scelto per la sua nuova vita da battezzato: ci auguriamo che la difesa del bene della vita, sia nelle scelte di politica estera per disinnescare la polveriera internazionale, sia nelle decisioni di politica interna a tutela dei più fragili dagli indifesi, torni al centro della politica americana.

Nota di BastaBugie: Stefano Magni nell'articolo seguente dal titolo "Trump sceglie il suo vice (e successore): JD Vance, l'uomo dell'Elegia Americana" spiega chi è il giovane senatore dell'Ohio emerso dall'inferno della società post-industriale, che incarna al meglio il principio America First.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 16 luglio 2024:

In tre giorni, la campagna elettorale americana è cambiata completamente. Il 13 luglio, Donald Trump scampa a un attentato, per un puro miracolo. Il 15 luglio viene archiviato il caso che lo riguarda in Florida, dove era accusato di aver portato con sé documenti segreti nella propria tenuta di Mar a Lago, invece che depositarli nell'Archivio nazionale. Infine, la sera stessa del 15 luglio (ieri, per chi legge), Trump ha finalmente annunciato il candidato vicepresidente: James David Vance, giovane senatore dell'Ohio. Trump è proiettato, come mai prima d'ora, verso la riconquista della Casa Bianca. E si sa anche che piega prenderà la sua nuova amministrazione, se la scelta del vice è significativa, come è sempre stata.
L'archiviazione del caso in Florida è un doppio duro colpo per i Democratici. Prima di tutto perché Trump non verrà processato, almeno durante la fase finale della campagna elettorale. Secondo, perché viene messa in discussione la base stessa dell'accusa: la nomina del procuratore speciale, Jack Smith, che ha indagato il caso, è stata considerata incostituzionale dal giudice Aileen Cannon. Una decisione che è stata considerata "clamorosa" dalla stampa, ma non del tutto imprevedibile, considerando che la giudice Cannon è una conservatrice nominata dall'amministrazione Trump. La sentenza ha pochi precedenti, ma si fonda sul principio che il procuratore speciale debba essere di nomina presidenziale, o quantomeno del Senato. Cosa che Smith non era. Ora il procuratore annuncia ricorso e il caso potrebbe finire in Corte Suprema, ma ormai non c'è più tempo per dirottare la campagna elettorale: si va a dopo novembre.
Considerando l'immunità riconosciuta dalla Corte Suprema per i suoi atti presidenziali (che praticamente azzoppa due cause: quella di Washington sui fatti del 6 gennaio e quella di Atlanta sul riconteggio dei voti) e l'archiviazione del caso Mar a Lago, a Trump resta una condanna di primo grado del tribunale di New York per aver pagato una pornostar in cambio del suo silenzio. Un po' poco, per chi vuole impostare la campagna democratica sullo slogan "Trump is a convicted felon" (Trump è un criminale condannato).
La corsa verso la Casa Bianca dell'ex presidente sta dunque procedendo a gonfie vele. Specialmente dopo che è sopravvissuto per miracolo a un attentato, cosa che ha unificato gli elettori repubblicani dietro di lui. Ed è in questo contesto che va letta anche la nomina di James David (JD) Vance, un candidato alla vicepresidenza che in un qualsiasi altro periodo storico sarebbe stato considerato quantomeno "divisivo", anche degli stessi elettori repubblicani.
Non è come l'ex vicepresidente Mike Pence, una scelta di compromesso che aveva riallacciato Trump alla base conservatrice religiosa. Vance è un uomo che è venuto dal nulla. Nato nella classe operaia, ha un passato terribile, con una madre tossicodipendente, protetto ed educato da una nonna fortissima. Si è emancipato grazie al duro lavoro, ha combattuto in Iraq, ha studiato a Yale (con borse di studio e lavorando giorno e notte) e si è fatto strada nel mondo della finanza, nel fondo del miliardario libertario Peter Thiel. Proprio Thiel lo ha introdotto nella politica e ne ha finanziato la prima campagna elettorale, nel 2022.
Nel 2016, Vance divenne celebre per il suo libro autobiografico Elegia Americana, romanzo di formazione, ma anche un ritratto dell'America della "rust belt", un mondo derelitto che vive sulle ceneri di quella che un tempo era la grande industria del Mid West. Con Elegia Americana, Vance divenne un ospite fisso dei grandi media americani, incuriositi da questo "bifolco" bianco, che guarda caso sapeva anche scrivere ed esprimersi bene. Venne visto come tramite per poter accedere ai misteri dell'America che aveva votato a destra, nel 2016, contro tutte le previsioni. Ma aveva accesso ai media, allora, anche perché diceva di detestare Trump. Pur essendo un conservatore, la sua indole era quella del "never Trump", cioè tutti meno che Trump. All'apice della notorietà, nel 2020 dal suo libro venne tratto il film omonimo diretto da Ron Howard, con una strepitosa Amy Adams nella parte della madre e Glenn Close in quella della nonna. Una pellicola prodotta e distribuita nientemeno che da Netflix, il tempio del cinema progressista. Non sarebbe successo niente di tutto questo, probabilmente, se avessero saputo che sarebbe diventato il vicepresidente di Trump. Per quanto tempo ancora Elegia Americana rimarrà in catalogo su Netflix?
Il riavvicinamento politico fra Vance e Trump è avvenuto, paradossalmente, dopo la fine dell'amministrazione repubblicana. Non solo lo scrittore e finanziere venne convinto dalle politiche di Trump nei quattro anni alla Casa Bianca, ma lo difese da tutte le accuse del suo crollo: quella di golpe, prima di tutto. Nelle elezioni di metà mandato del 2022, candidato al Senato, venne notato soprattutto dal figlio dell'ex presidente, Donald Trump jr, per la sua posizione rigorosamente isolazionista sul conflitto in Ucraina. Fu allora che il figlio lo presentò al padre e Donald sr. diede il suo endorsement alla sua campagna elettorale per il Senato, facendogliela vincere.
Ora Trump lo sceglie come vicepresidente perché incarna al meglio i suoi ideali di America First e perché è una figura rappresentativa di una certa America che finora non ha avuto voce. Vance ha solo 39 anni, ne compirà 40 il mese prossimo: sarebbe il più giovane dei vicepresidenti, se eletto. Potenzialmente è lui il successore di Trump.

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IL DISCORSO DEL VICE DI TRUMP AL CONGRESSO REPUBBLICANO
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https://www.youtube.com/watch?v=nZiCTw6EBag

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Titolo originale: Cattolico ammiratore di sant'Agostino: chi è J.D. Vance, il vice scelto da Trump
Fonte: Sito del Timone, 16 luglio 2024