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Mi occupo di scuola parentale dal 2009 e dal 2014 ho dato vita ad una scuola parentale che si chiama "Gesù Maestro". Dopo dieci anni di esperienza diretta ho scritto un libro dal titolo "Gesù Maestro. La scuola parentale cattolica" che ha venduto oltre mille copie. Faccio incontri in tutta Italia dal Piemonte alla Sicilia ed ho incontrato centinaia di famiglie interessate all'argomento. Ecco le domande che mi vengono fatte più spesso, con relative risposte.
1) In Italia è legale non mandare i figli alla "scuola dell'obbligo"?
Non solo è legale, ma è un diritto sancito dalla Costituzione italiana. L'articolo 34 infatti recita: "L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita". Quindi è l'istruzione ad essere obbligatoria, non la scuola. La "scuola dell'obbligo" non esiste. Inoltre l'articolo 30 dice che "è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli". Ciò significa che l'istruzione dei figli è in primis una responsabilità dei genitori, non dello Stato. Lo Stato italiano semplicemente riconosce il diritto dei genitori di scegliere i metodi didattici che ritengano più opportuni e di organizzare come credono meglio l'apprendimento per i figli.
2) Per tenere i figli a casa cosa occorre fare da un punto di vista burocratico?
In concreto, è sufficiente inoltrare ogni anno una comunicazione scritta "al dirigente scolastico del territorio di residenza" (art. 23 D. Lgs. n. 62/2017) in cui i genitori dichiarano di prendersi carico in prima persona dell'istruzione del figlio. Va sottolineato che non è una richiesta e non c'è bisogno di nessuna autorizzazione. Semplicemente si comunica di volersi avvalere del diritto di educare i propri figli.
3) Dove va sostenuto l'esame annuale richiesto dalle leggi italiane?
L'esame a fine anno può essere sostenuto in una qualunque scuola statale o parificata. Il Ministero dell'Istruzione ha chiarito definitivamente con decreto dell'8 febbraio 2021 che obbligare a dare l'esame nella "scuola di residenza" farebbe venir meno la "libertà di scelta della famiglia" garantito per legge.
4) Cos'è l'homeschooling?
L'homeschooling è un metodo di istruzione in cui i figli ricevono la loro formazione a casa. I genitori assumono direttamente la fatica, ma anche la soddisfazione dell'istruzione dei propri figli. La mamma casalinga è molto avvantaggiata nella disponibilità di tempo appropriata da dedicare all'educazione dei figli con l'homeschooling.
5) Che differenza c'è tra l'homeschooling e la scuola parentale?
Nell'homeschooling i genitori insegnano in modo completamente autonomo, anche se spesso si formano reti di homeschooler che organizzano attività in comune come lezioni di lingua, gite ed escursioni, recite o altre attività. L'homeschooling offre la massima flessibilità in termini di orari, ritmo di apprendimento e contenuti. Invece una scuola parentale è organizzata a tutti gli effetti come una scuola con insegnanti, classi, alunni di più famiglie e orari determinati. Per mantenere il carattere parentale i genitori devono impegnarsi nell'insegnare alcune materie o in alcune classi, scegliere gli insegnanti per le materie o le classi che altrimenti non riuscirebbero a "coprire", gestire la maggior parte dei problemi pratici. Senza questo coinvolgimento diretto dei genitori, non è una scuola parentale, ma privata, sebbene non riconosciuta dallo Stato. La scuola parentale rispetto all'homeschooling rende più semplice un programma di studi più strutturato e fornisce un ambiente di maggiore socializzazione con altri bambini.
6) Quali sono le differenze tra una scuola paritaria e una scuola parentale?
Purtroppo oggi una scuola paritaria cattolica non può insegnare secondo i principi della dottrina sociale della Chiesa. Il motivo non risiede nella cattiva volontà degli insegnanti, che sono spesso animati da buona volontà. Una scuola paritaria deve avere gli standard imposti dallo Stato. E il motivo è semplice: lo Stato concede l'autorizzazione e quindi, per concederla, pretende che venga imitata la sua impostazione. Inoltre lo Stato finanzia le scuole paritarie e, nonostante dia le briciole rispetto alle scuole statali, quelle briciole sono essenziali alle scuole paritarie per andare avanti. Al contrario le scuole parentali, e a maggior ragione i genitori che fanno homeschooling, non ricevono finanziamenti, né hanno bisogno di alcuna autorizzazione statale. Questo permette la più completa libertà nella scelta su cosa insegnare, quali libri adottare, gli orari delle lezioni, ecc. E non bisogna dimenticare che questa libertà permette una personalizzazione del percorso educativo impossibile nelle scuole statali e paritarie.
7) Perché è importante la personalizzazione del percorso educativo? Non si rischia di imparare di meno?
I bambini non sono tutti uguali e perciò non apprendono tutti in modo uguale. Inoltre ognuno ha le sue inclinazioni e interessi per cui è giusto dare di più a chi ne ha la possibilità. La diversità di ciascun bambino è una ricchezza e va valorizzata invece che livellarla, come succede nella scuola quando ci si trova a insegnare in classi di 20/25 alunni.
8) In un ambiente così confidenziale, familiare e ristretto, non c'è il rischio che i bambini siano tenuti sotto una campana di vetro?
Questo è il punto più difficile da fare comprendere alle persone che non conoscono la realtà dell'insegnamento parentale. C'è la convinzione che si crei un ghetto, un ambiente ovattato e autoreferenziale e che, di conseguenza, i bambini facciano più fatica a socializzare, trovandosi poi disorientati nell'impatto con la realtà. Ecco tutto questo è assolutamente un falso mito, una leggenda. Anzi, l'esperienza che raccontano i genitori è l'esatto opposto. Tutti testimoniano una maggiore capacità di socializzazione dei propri bambini rispetto ai loro coetanei.
9) Com'è possibile che l'insegnamento parentale stimoli anziché affossi la socializzazione?
Il fatto che la famiglia o la scuola parentale rappresenti un contesto protetto e sicuro fa crescere l'autostima nel bambino. Questo lo rende più sicuro di sé. Per esempio, è quasi impossibile che nella scuola parentale si verifichino episodi di bullismo, perché i ragazzi sono seguiti personalmente anche nelle loro difficoltà e nei loro disagi. Sicché, un bambino che si sente sicuro e fa un'esperienza di relazione positiva nel piccolo, è poi portato ad aprirsi con fiducia anche in situazioni più articolate. Viceversa, il bambino che - pur in mezzo a 20 o 30 bambini - è però lasciato a se stesso ha più paura di socializzare.
10) Come è nata la scuola di Stato?
La scuola di Stato servì all'Italia post risorgimentale, una volta fatta l'Italia, a fare gli italiani. In altre parole occorreva riconvertire le masse dal cattolicesimo diffuso e radicato al nuovo impianto anticristiano di cui era intriso il risorgimento. Ovviamente ciò è stato fatto per gradi, infatti all'inizio si fece leva proprio su quello che gli italiani (ben prima del risorgimento) avevano in comune di più profondo: la fede cattolica e i principi ad essa ispirati. Ora è onesto prendere coscienza che la scuola di oggi è ormai un guscio vuoto, senza identità, esposta ai venti ideologici e politici che soffiano nello Stato.
11) Cosa ha determinato la deriva laicista dell'insegnamento cosiddetto "pubblico"?
Chiunque comprende l'importanza della scuola per trasmettere principi, i valori e le idee alle nuove generazioni: chi ha a che fare con i giovani ha in mano la società del futuro. Quello che vediamo adesso è il risultato dello stratificarsi delle scelte che certi settori della cultura hanno fatto negli ultimi 50 anni, l'illusione di poter liberare l'uomo da Dio e di affermare la relatività di ogni valore è stata una spinta così forte che non poteva non volersi propagare anche attraverso la scuola.
12) Perché i genitori si sentono più tranquilli con l'istruzione parentale?
Perché con l'istruzione parentale si supera il divario tra scuola e famiglia e si assicura un tipo di educazione corrispondente alle aspettative dei genitori. L'istruzione parentale non ha bisogno di consigli di classe o di giornate di "scuola aperta" perché è gestita da genitori che non vogliono delegare la grande responsabilità dell'educazione dei propri figli. E si impegnano in prima persona perché da genitori si capisce che non si può scendere a compromessi quando si tratta dei propri figli.
13) I genitori sono in grado di insegnare?
I genitori sono i migliori insegnanti dei loro figli. La natura li ha dotati delle qualità essenziali per riconoscere nei figli bisogni e potenzialità che altri, i cosiddetti esperti, potrebbero non cogliere. Del resto per insegnare al livello delle elementari è davvero elementare! Basta seguire dei libri di testo e con i figli ripassare, o apprendere proprio, quelle nozioni che appunto si definiscono "elementari". Alle medie si può lo stesso fare homeschooling, anche se un minimo di competenza è richiesto, e poi, per le materie in cui i genitori fossero più in difficoltà, a ripetizioni private. Con due o tre ore al mese si può recuperare il programma che non si riuscirebbe a fare a scuola nemmeno in quattro settimane.
14) Si può fare insegnamento parentale anche alle superiori?
Chi è riuscito ad insegnare ai propri figli alle medie può anche continuare alle superiori. Ovviamente bisognerà adeguarsi all'aumentare della richiesta dei figli di maggiore profondità e competenza. Per non avere problemi con l'esame di Stato che si tiene in quinta superiore si potrebbe prendere in considerazione di rientrare nel sistema scolastico solo l'ultimo anno, quando ormai la formazione è già stata completata con l'istruzione parentale. Ovviamente ci si riferisce a coloro i quali volessero continuare a studiare all'università. Chi invece preferisce fermarsi ai sedici anni, essendo obbligatorio per lo Stato il percorso scolastico solo fino a quell'età, non avrebbe nessun problema a fare istruzione parentale alle superiori solo per due anni.
15) Su cosa si deve basare l'istruzione parentale? Di cosa hanno bisogno i giovani d'oggi?
I giovani d'oggi, come i giovani di ogni epoca, hanno bisogno di certezze a cui appoggiarsi mentre crescono. Questo mondo che pare il trionfo della libertà si basa invece sul relativismo e comunica soltanto incertezze... fa sentire soli, spersi, deboli. Per questo bisogna che qualcuno dica loro che Dio li ama attraverso il suo Figlio Gesù e che la verità tutta intera è insegnata dalla Chiesa Cattolica.
16) In Italia quanti scelgono l'istruzione parentale?
Secondo i dati ufficiali del Ministero dell'Istruzione e del merito dell'anno 2021/2022 le famiglie che in Italia hanno scelto l'homeschooling o la scuola parentale alle elementari sono 11.000 (con un incremento del 600% rispetto a prima dei lockdown del 2020 quando le famiglie erano soltanto 1.800). Gli studenti delle medie che hanno scelto l'istruzione parentale sono 6.122 (con un incremento del 370% rispetto a prima del 2020 quando gli studenti erano soltanto 1.651).
Nota di BastaBugie: chi lo desidera può organizzare un incontro di presentazione del libro "Gesù Maestro. La scuola parentale cattolica" con Don Stefano Bimbi per genitori interessati all'homeschooling o alle scuole parentali (con possibilità di fare domande a Don Stefano).
Negli ultimi anni Don Stefano ha visitato molte scuole parentali in diverse regioni italiane dal Piemonte alla Sicilia, spesso in collaborazione con il Coordinamento nazionale per la Vera scuola cattolica e l'Osservatorio internazionale di Dottrina Sociale della Chiesa card. Van Thuan. Per conoscere i luoghi degli incontri, clicca qui!
VIDEO: CI VORREBBE UNA SCUOLA PARENTALE (intervista a Don Stefano Bimbi)
https://www.youtube.com/watch?v=-gxima3zymo
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