«Siamo già nella fase finale della demolizione della cultura e dei valori, in corso da molti anni»: a dirlo a chiare lettere, nel corso di un'intervista rilasciata lo scorso primo marzo all'agenzia InfoCatólica, è Alicia V. Rubio, filologa presso l'Università di Salamanca e docente in una scuola superiore di Madrid.
Sposata e madre di tre figli, Rubio è ricercatrice e scrittrice: è divenuta bersaglio delle lobby Lgbt e dei partiti dell'ultrasinistra, accanitisi contro di lei dopo l'uscita di alcuni suoi libri sull'ideologia gender, mostrandone contraddizioni e conseguenze, tanto personali quanto sociali. È conduttrice di talk show, collabora con diversi programmi radiofonici e televisivi ed è membro dell'Assemblea di Madrid.
Secondo la professoressa Rubio, il motivo per cui si incoraggiano relazioni o pratiche infeconde, è molto chiaro: «L'obiettivo finale è quello di ottenere una drastica riduzione della popolazione, continuando a generare ricchezza per i grandi gruppi di potere, che impongono queste politiche di sterilizzazione». Da qui l'accanirsi contro i più piccoli, con l'aborto e non solo: «I bambini sono il loro grande problema, perché un giorno potranno riprodursi e generare nuovi esseri umani. Il modo per sterilizzarli è separare la sessualità dall'amore e dalla procreazione, renderli incapaci di paternità e maternità, fisicamente e psicologicamente. Dall'aborto alle droghe, dal transessualismo alla pornografia, dalle sessualità alternative alla maternità surrogata, tutto è un enorme business, che trae profitto a scapito dell'innocenza dei nostri figli». Un piano disumano, questo, che mira ad ottenere «individui senza radici, senza principi, perfettamente manipolabili». Per impossessarsi dei minori - delle loro anime, prima ancora che dei loro corpi -, è sufficiente «ingannarli, indottrinarli a nuovi "valori". Vengono educati ad una libertà piena di censure e di violazioni dei diritti di espressione, di pensiero e di culto, la "verità" viene imposta e si impedisce loro di cercarla, la "tolleranza" è, in realtà, un'intransigenza verso chi non si pieghi all'ideologia dominante, la diversità impone l'uniformità in tutto tranne che nella sessualità, l'"uguaglianza" è una struttura piena di disuguaglianze "legali", la giustizia è un compendio di leggi, che parificano crimini e misfatti, che creano reati di opinione e di pensiero». Già piccoli, vengono istituzionalmente sottratti alla protezione dei genitori, contrapponendoli ad essi (si pensi, ad esempio, alla facoltà offerta alle ragazzine di scegliere l'aborto, senza neppure informarne mamma e papà!).
LA PEDOFILIA LEGALIZZATA
Tutto questo genera mostri. Come la pedofilia, verso cui si registra purtroppo una crescente condiscendenza: «Credo che vi siano molti gruppi pedofili potenti - afferma Rubio - che hanno interesse, per ovvie ragioni, alla sua legalizzazione ed al rovesciamento dei valori di questa civiltà. Allo stesso tempo è un modo per distruggere i bambini, per lasciarli traumatizzati senza che possano nemmeno riconoscerlo. È tutto così sinistro e assurdo che, se come società non ci svegliamo in tempo, presto sarà troppo tardi. Se non facciamo nulla per proteggere i nostri figli da tutto questo, meritiamo di scomparire e meritiamo un castigo eterno».
In un contesto come questo, allora, non stupisce che addirittura un ministro spagnolo, quello per l'Uguaglianza, Irene Montero, esponente di Sinistra Unita prima e di Podemos poi, abbia pubblicamente definito, nel settembre scorso, un "diritto" dei bambini «amare e fare sesso con chi vogliano», purché «sulla base del consenso», affermazione peraltro contraria a quanto previsto dal Codice penale e fatta a fronte delle critiche giunte dall'opposizione, che a questo punto ne ha chiesto le dimissioni.
Né stupisce che una collega della Montero, Ione Belarra, ministro per i Diritti Sociali e l'Agenda 2030, sempre di Sinistra, di Podemos nello specifico, abbia promosso una nuova legge sul benessere degli animali - peraltro approvata lo scorso 9 febbraio -, che depenalizza la zoofilia, quando la bestia non resti ferita e non necessiti di cure veterinarie, a seguito dell'atto sessuale compiuto. Da notarsi come tale normativa punisca, invece, col carcere chiunque uccida un topo, entrato nella propria abitazione. Assurdo! E si noti come tanto Montero quanto Belarra, di professione, siano psicologhe!
Non aiutano certo, in tutto questo, le interferenze mediatiche come la serie televisiva Escándalo, prodotta da Telecinco (gruppo Mediaset, per intenderci), che, di fatto, "sdogana" la pederastia, raccontando - anche con l'ausilio di molte scene dai contenuti sessuali espliciti - la relazione tra una donna di 42 anni ed un ragazzo di 15. La protagonista, l'attrice Alexandra Jiménez, ha spiegato in un'intervista al quotidiano Abc la trama della fiction: «Inés è una donna completamente distrutta, che decide di togliersi di mezzo - racconta - Viene salvata da un ragazzo ed il suo ritorno alla vita diventa una storia d'amore, che si distorce in un'altra storia malata».
IL RAPPORTO UNICEF
Non stupisce neppure, poiché parte di un unico piano mefistofelico, che il rapporto Unicef 2021 abbia negato risolutamente che la pornografia possa danneggiare i bambini ed anzi abbia affermato che qualsiasi tentativo di bloccare loro l'accesso a contenuti pornografici online violi i loro diritti. Un giudizio espresso, ignorando l'immensa mole di ricerche, che dicono esattamente il contrario. Il rapporto, si badi, è stato ritirato dal sito web dell'Unicef pochi giorni dopo, a fronte delle critiche sollevate, poi modificato e ripubblicato. Nell'ultima versione si sostiene - il che resta comunque grave - che i bambini non vengano influenzati dalla visione di materiale sessualmente esplicito.
Da notarsi come, solo un mese prima l'Assemblea Mondiale della Sanità avesse respinto l'«educazione sessuale completa» (che promuove per i bambini masturbazione, accesso alla contraccezione ed all'aborto, nonché «famiglie non tradizionali», compresi i "diritti" Lgbt), sostenuta dall'amministrazione Biden e dai governi occidentali, nell'ambito di una risoluzione sulla violenza contro i bambini.
A fronte di tutto questo, mette conto ricordare come, nel Catechismo della Chiesa Cattolica, la pornografia venga definita una «colpa grave», tale da offendere «la castità», snaturare «l'atto coniugale» e ledere «gravemente la dignità di coloro che vi si prestino» (n. 2354); la masturbazione venga descritta come «un atto intrinsecamente e gravemente disordinato» (n. 2352);... l'elenco potrebbe continuare. Ma, su tutto questo, son le parole di Gesù a rappresentare un monito perenne: «Chi scandalizza uno di questi pargoli, che credono in me, meglio sarebbe per lui che, legatagli al collo una macina da mulino, fosse gettato in mare» (Mc 9, 42). Dovrebbero tenerlo presente tutti: anche ministri, produttori televisivi ed organismi internazionali.