I cinghiali rappresentano uno dei principali problemi per il mondo agricolo, è piuttosto noto. I proclami non mancano, ma la situazione non sembra destinata a migliorare. Anzi, secondo Andrea Busetto al peggio non c'è mai fine. Marchigiano, di Pesaro, il 64enne è in prima linea contro gli animali selvatici da diversi decenni, denunciando sottovalutazione, sciatteria e collusioni varie. "Non potete neanche immaginare le condizioni degli agricoltori. La mia era l'aziendina più bella delle Marche", ci racconta in una giornata particolarmente delicata. Oggi, infatti, è stato sottoposto all'interrogatorio di garanzia dai carabinieri forestali che lo hanno denunciato per bracconaggio. Ma andiamo per gradi.
Allevatore di vacche dal 1985 al 2010, Andrea Busetto, che recentemente si è dimesso recentemente da presidente provinciale e vice presidente regionale della Confederazione Italiana Liberi Agricoltori, è da sempre in prima fila per l'allarme cinghiali. "Si è arrivati a questo punto per sottovalutazione, sciatteria e collusione", il suo j'accuse, con tanto di disinteresse per i rischi per l'impatto ambientale e la sanità, considerando le potenzialità esiziali della peste suina africana. "Io ho le spalle molto larghe, la battaglia la faccio per chi è meno fortunato e strutturato di me: ci sono molto agricoltori in difficoltà, distrutti da lupi e da cinghiali", la sua visione, la visione di un uomo con tanti nemici ma che non ha voltato le spalle davanti alle ingiustizie.
MIA MOGLIE AGGREDITA DA UN CINGHIALE
Nitido il ricordo di quanto accaduto nel 1997, quando trovò un gruppo di cinghiali nella sua abitazione: "Mia moglie, incinta di 8 mesi, venne quasi aggredita da un cinghiale. All'epoca non si parlava di cinghiali, eravamo in pochi a farlo. E la politica ci disse di aggiustarci. Mia moglie decise di denunciare il presidente della Provincia, perché la fauna selvatica è di proprietà dello Stato, ma tutto venne archiviato. Se mi fosse scappata una vacca per strada e avesse ammazzato un cristiano, io sarei andato in galera, ma in Italia per i cinghiali non paga nessuno". Una tragedia sfiorata, alla quale rispose con una provocazione.
Nel 1997 andò a comprare un cinghialetto d'allevamento - non selvatico - lo portò negli uffici della Provincia, facendo finta di averlo trovato nella sua stalla: "Da quel giorno iniziò l'inferno: non ero mai stato denunciato, da quel momento in poi fu una valanga contro di me". Le autorità sequestrarono l'animale e l'uccisero. La denuncia nei suoi confronti fu per "aver indotto l'animale a comportamenti contrari alla sua natura di selvatico". Il processo fu un caso mediatico: "Mi hanno processato e denunciato per qualunque cosa. Io ho tenuto duro e ho mantenuto la mia famiglia". "Ci sono stati molti morti, molti incidenti, milioni di danni all'agricoltura", racconta Busetto, che due anni fa ha rischiato la pelle proprio per colpa dei cinghiali. Alcuni animali scavarono uno dei suoi campi: "Tornando a casa dopo aver riseminato un campo distrutto, il trattore entrò in una buca causata dai cinghiali e sono finito in un burrone: sono vivo per miracolo". Quattro mesi e mezzo a letto, ma con la pelle in salvo.
NUOVA DENUNCIA PER UNA GABBIA
Ma al peggio non c'è mai fine. A 27 anni da quell'incredibile denuncia per bracconaggio, ecco la nuova denuncia per una gabbia di cattura di cinghiali. "La gabbia è di proprietà della Provincia di Pesaro, che le aveva comprate ma non le usava. Io chiesi di darle a noi agricoltori, così da sfruttarle. La ricevo anche io con il decreto del dirigente che me la consegnava in comodato d'uso gratuito. Io feci il corso obbligatorio di tre ore e ottenni l'abilitazione. Ogni volta che ho preso i cinghiali, ho comunicato alla polizia provinciale, come previsto dalla legge", la ricostruzione di Busetto: "Un mese fa sono venuti degli ignoti dentro la mia proprietà e hanno danneggiato la gabbia. Ho fatto la denuncia ai carabinieri forestali. Dopo aver parlato con il loro comandante provinciale, sono venuti e mi hanno anche ringraziato. Ma dopo una settimana sono tornati per una denuncia contro di me. Il motivo? Io, avendo in comodato d'uso la gabbia, avrei dovuto comunicare ogni anni il possesso della gabbia secondo quanto previsto dal regolamento regionale. Io non lo sapevo ovviamente".
Seguiremo gli sviluppi della vicenda, ma Busetto è pronto a dare battaglia: "Spero che questo processo venga celebrato, perché finalmente verrebbe tutto a galla. Ci sarebbe da scrivere un libro. Muore la gente per strada, c'è la peste suina africana fuori controllo, la Coldiretti dice quello che dicevo io dieci anni fa, ma denunciano me come bracconiere con la gabbia della Provincia. Robe da pazzi. Non ci sono le parole. Ma io sono sereno, gli farò vedere i sorci verdi".