BastaBugie n�62 del 26 dicembre 2008 | |
ECCO PERCHE' LA SANTA SEDE (GIUSTAMENTE) NON HA FIRMATO LA DICHIARAZIONE SUGLI OMOSESSUALI La mozione all’Onu sui gay legittima l’identità di genere Autore: Elena Molinari La dichiarazione sui «diritti umani, l’orientamento sessuale e l’identità di genere» presentata al Palazzo di Vetro dalla Francia a nome dell’Unione europea non ha raccolto l’appoggio della maggioranza dei 192 Paesi dell’Onu e non verrà ufficialmente votata. Ma, dopo la sua lettura in Assemblea generale, gli Stati membri sono liberi di sottoscriverla in ogni momento e 66 lo hanno già fatto. Il documento, che non ha alcun valore vincolante ma aspira a rappresentare la posizione delle Nazioni Unite in materia di omosessualità, è dunque tutt’altro che archiviato e continua a suscitare discussioni. Gli Stati Uniti, la Russia e la Cina si sono, fra gli altri, rifiutati di appoggiarlo. E l’Organizzazione della conferenza islamica ha presentato un documento alternativo che è stato approvato da 60 Stati. Da parte sua la Santa Sede, per bocca dell’Osservatore permanente all’Onu, monsignor Celestino Migliore, ha apprezzato gli sforzi fatti dalla dichiarazione francese per «condannare ogni forma di violenza nei confronti di persone omosessuali, come pure per spingere gli Stati a prendere tutte le misure necessarie per metter fine a tutte le pene criminali contro di esse». Al contempo ha espresso preoccupazione che il testo europeo vada «ben aldilà dell’intento sopra indicato e da essa condiviso». Migliore ha sottolineato in particolare come le categorie «orientamento sessuale» e «identità di genere », usate nel testo, non trovino riconoscimento o chiara e condivisa definizione nella legislazione internazionale. E come la loro adozione sarebbe «causa di una seria incertezza giuridica», e finirebbe col «mettere in questione le norme esistenti sui diritti umani». Fra i diritti che la Santa Sede vede messi a rischio dalla dichiarazione presentata alle Nazioni Unite vi è la stessa libertà di espressione, oppure quella di pensiero, di coscienza e persino di religione, perché alle fedi potrebbe venir impedito di trasmettere il proprio insegnamento, quando ritengono che il libero comportamento omosessuale dei fedeli, pur non penalizzabile, non sia moralmente accettabile. |
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