LA RADICE DEL MALE E' INSITA IN UN ISLAM CHE E' FISIOLOGICAMENTE VIOLENTO E STORICAMENTE CONFLITTUALE
Lo sostiene Magdi Allam, nato al Cairo (Egitto) da genitori musulmani, poi convertito al cristianesimo
Fonte: Amici del Timone di Staggia Senese, 14 giugno 2010
Un lunghissimo applauso ha concluso la 40° conferenza organizzata il 13 maggio dal Centro Culturale "Amici del Timone" di Staggia Senese che ha visto la partecipazione di Magdi Cristiano Allam. Nato al Cairo, in Egitto, da genitori musulmani, Magdi Cristiano Allam studia in un collegio di suore comboniane prima e in un collegio salesiano poi. A 20 anni arriva in Italia per proseguire gli studi e diventa vice direttore ad personam del Corriere della Sera nel quale lavorerà fino a novembre del 2008. Il 22 marzo del 2008, durante la Veglia Pasquale in San Pietro, riceve il battesimo direttamente dal Santo Padre Benedetto XVI, abbandonando così l'islam per diventare cattolico. Attualmente è deputato al parlamento europeo. La sua conversione è avvenuta in seguito a un percorso spirituale durato molti anni e poi ad una scelta di vita ben precisa. Egli ritiene molti degli avvenimenti della sua vita legati a quello che la maggior parte delle persone chiama caso ma che egli ritiene essere la mano della Divina Provvidenza. Durante la conferenza ha infatti spiegato come la frequentazione di scuole cattoliche, durata ben 14 anni, abbia inciso profondamente nella sua vita. Ciò che maggiormente lo aveva colpito era la dedizione con cui i religiosi e le religiose trasmettevano un'educazione che non era solo una trasmissione di conoscenze ma soprattutto una trasmissione di valori; e il dono totale che essi facevano di se stessi indipendentemente dalle persone che si trovavano di fronte, che erano di varie religioni e culture. La loro testimonianza lo aveva portato da subito a coltivare una concezione etica della vita. Cioè a mettere al centro della propria morale il concetto di persona in modo da considerare ogni uomo, chiunque esso sia, non il mezzo, ma la ragione per cui la vita stessa vale la pena di essere vissuta. Ogni uomo infatti ha diritto alla sua dignità, avvalorata dalla libertà. Una prima fase del percorso spirituale di Magdi Allam è stata caratterizzata dalla ricerca della verità. Il fatto di avere, da una parte, l'esempio di una madre fervente musulmana che donava tutta la sua vita per il figlio (era infatti molto povera e si era sacrificata per farlo studiare e fargli condurre una vita dignitosa) e, dall'altra, quello dei religiosi cattolici che donavano la loro vita per ragazzi di diverse nazionalità, lo avevano portato a domandarsi quale fosse, fra quella cattolica e quella islamica, la vera religione. Nel domandarsi quale religione fosse quella vera ha compreso che la risposta non può prescindere dalla domanda sulla libertà. Essere liberi significa non essere sottomessi ad un'ideologia o schiavi di mistificazioni. Al giorno d'oggi la nozione di libertà è appiattita su piani materialistici e consumistici, quindi si è più liberi quanti più beni si posseggono, e l'apparire conta più dell'essere. Mentre per Magdi Allam la libertà è una condizione interiore e la si ha quanto più si riesce ad essere se stessi. Egli è sempre stato un appassionato ricercatore della verità salvaguardando la sua libertà. Solo essendo liberi si può giungere alla scoperta della verità; così come per essere liberi occorre conoscere la verità. Questo binomio indissolubile, che ha caratterizzato anche il suo percorso giornalistico, l'ha individuato e riscoperto in modo chiaro nel passo del Vangelo di San Giovanni: "Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". Allam ha inoltre criticato fortemente il relativismo, che ha definito un male ideologico che mette in dubbio il concetto di verità e nega l'uso della ragione. Il relativismo impedisce di adoperare parametri valutativi e critici per mettere aprioristicamente sullo stesso piano tutte le religioni, le culture, i valori, le conoscenze. Parificando tutte le verità, di fatto il concetto stesso di verità viene negato. La contraddizione nel relativismo è evidente: nell'affermare che non esiste nessuna verità, in realtà sta affermando una verità. Ecco quindi che il relativismo va contro la retta ragione che pure dice di voler esaltare... Ma l'incontro fondamentale che ha radicalmente cambiato la sua vita è stato quello con il pensiero e poi con la persona di Benedetto XVI, che lo ha fatto imbattere nel secondo binomio indissolubile: quello tra fede e ragione. Il Papa lo ha affascinato fin da quando era musulmano perché ha la capacità di interpellarci come persone attraverso la riflessione e la chiamata in causa della nostra ragione. L'evento che maggiormente l'ha interrogato è stato il discorso pronunciato dal Papa il 12 settembre del 2006 a Ratisbona in cui il Santo Padre rievocò le parole dell'imperatore bizantino Emanuele II paleologo, il quale aveva detto che l'islam si è diffuso con la spada, lasciando dietro di sé molti morti, sofferenze e ingiustizie. Si trattava della rievocazione di un fatto storico incontrovertibile e pertinente, dato che il Santo Padre si trovava in un contesto accademico, dove per di più in passato ha insegnato. Basta leggere testi storici anche in lingua araba per verificare date, guerre, morti, conquiste di popoli cristiani sottomessi e costretti con la forza ad essere musulmani. Prima delle conquiste musulmane, fino al VII secolo d.C. tutto il Mediterraneo era cristiano. Così il Papa voleva metterci in guardia dal pericolo di finire esattamente come quei popoli e anche Magdi Cristiano Allam ritiene che l'Europa rischia di fare la stessa fine se non si renderà conto delle cause per cui i cristiani dell'epoca furono facilmente sottomessi. Le critiche che ricevette il Santo Padre, ad esempio quella di essere stato inopportuno, sono ingiuste secondo Allam, perché, quando la posta in gioco è la verità, questa va affermata anche se inopportuna. Se in una terra di democrazia e libertà come l'Europa, la verità va detta solo se non suscita reazioni e non urta la sensibilità altrui, noi non possiamo più essere noi stessi a casa nostra. Allam chiama questa forma di terrorismo islamico quello dei taglia-lingua, coloro cioè che ci fanno sopravvivere fisicamente, se diciamo ciò che ci consentono di dire e viviamo con la modalità da loro consentita. E' una forma di terrorismo più grave di quella dei taglia-gola che uccidono, perché, afferma Allam "in questo caso si muore una volta sola, mentre nel caso dei taglia-lingua si muore tutti i giorni". Magdi Allam ha poi spiegato che nel Corano ci sono innumerevoli versetti che legittimano l'odio e la violenza verso i non musulmani e gli ebrei. E anche nella vita di Maometto, che era un guerriero, si trovano molti episodi di violenza. E' indicativo l'episodio del 628 d.C. in cui Maometto partecipò allo sgozzamento e alla decapitazione di 800 ebrei alle porte di Medina. Nel 2003 Abu Musab Al Zarqawi catturò un ebreo americano e nel filmato della sua decapitazione da lui registrato egli pronunciò queste parole: "Faccio a te ciò che Maometto fece agli ebrei". Questo fa capire quanto la storia di Maometto e il Corano legittimino le azioni degli estremisti islamici, dato che i musulmani stessi e la biografia ufficiale di Maometto riconoscono questi fatti storici come autentici. Ecco perché Magdi Allam si è posto a un certo punto della sua vita la domanda sulle ragioni profonde dell'islam del quale ora dice: "La radice del male è insita in un islam che è fisiologicamente violento e storicamente conflittuale". L'estremismo islamico che da sette anni lo minaccia di morte, dice di farlo nel nome del Corano. Ciononostante Allam ritiene di dover tenere distinte la religione islamica dalle persone islamiche. Egli che è stato musulmano moderato per 50 anni ha spiegato che la moderazione si misura sulla base del rispetto per la persona, il riconoscimento dei diritti fondamentali, la condivisione dei valori non negoziabili come la fede nella sacralità della vita, nella dignità della persona come fulcro della società e nel riconoscimento della libertà personale di scelta. Non si possono, secondo Allam, trasferire automaticamente e in modo acritico i dogmi della religione alle persone che la professano, in quanto ogni persona ha una propria specificità che è sintesi di un percorso personale familiare, educativo, comunitario, economico oltre che religioso. Ma sarebbe un grave errore, di segno opposto, partire dall'amore verso i musulmani come persone, per poi arrivare alla legittimazione dell'islam come religione. Magdi Allam, nei suoi innumerevoli interventi in convegni e conferenze che compie in tutta Italia, invita sempre e comunque alla prudenza nell'autorizzare la costruzione di nuove moschee in Italia, dato che anche nei paesi musulmani si nutrono preoccupazioni verso di esse. Le moschee, infatti, non sono solo un luogo di preghiera, come verrebbe di pensare comparandole con le nostre chiese, ma un luogo di aggregazione anche politico, dove si predica l'odio verso Israele e tutti i non musulmani. In un mondo globalizzato per tutto ciò che riguarda i valori materiali, non c'è globalizzazione per quanto concerne i diritti fondamentali dell'uomo e i valori non negoziabili. Allam giudica l'Europa come un colosso di materialità che si vergogna delle proprie radici giudaiche-cristiane e che è incapace di dare soluzioni perché del tutto privo di spiritualità. Ecco perché il parlamento Europeo, dopo la sentenza della Corte Europea, è stato restio a intervenire nella questione dei crocifissi nelle scuole, ma ha ritenuto di dover intervenire a riguardo del referendum che in Svizzera ha bocciato la costruzione dei minareti. Nel 2008 si è svolto a Bruxelles un convegno sul dialogo interreligioso organizzato dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso dove si trovava anche una delegazione di comunità islamiche di diversi paesi europei, compreso l'Italia. Nel documento conclusivo si afferma che i cristiani riconoscono a tutti (compresi i musulmani) il diritto alla libertà religiosa in Europa, mentre i musulmani si sono impegnati a rispettare la libertà religiosa in Europa. La reciprocità, che fino ad allora si intendeva come la libertà per i cristiani di professare la propria fede religiosa nei paesi musulmani e viceversa per i musulmani di professare la loro nei paesi cristiani, ora si è ridotta a chiedere il permesso ai musulmani di poter essere cristiani in terre cristiane. Ecco i paradossi a cui si arriva quando un popolo come quello europeo perde di vista quello che diceva anche Robert Schuman, uno dei padri fondatori della Comunità Europea: "O l'Europa sarà cristiana o non ci sarà l'Europa". L'unica cosa che da sempre ha accomunato tutti i paesi europei è la cultura cristiana e se questo mezzo di unità verrà a mancare, qualunque altra cultura riuscirà a riempire il vuoto culturale lasciato. Magdi Cristiano Allam ha concluso il suo intervento dicendo che c'è bisogno di testimoni capaci di essere pienamente se stessi, per affermare la verità che si trova solo in Gesù Cristo, la libertà, l'importanza della fede mai in contrasto con la ragione, i valori e le regole. Ha quindi ringraziato il Timone, rivista mensile di Apologetica, per l'opera che svolge come preziosa testimonianza a difesa delle radici cristiane e della fede cattolica. Il prossimo appuntamento organizzato dal Centro Culturale "Amici del Timone" a Staggia Senese sarà il 2° Giorno del Timone della Toscana previsto per sabato 18 settembre con la partecipazione straordinaria di Massimo Introvigne e Antonino Zichichi.
Fonte: Amici del Timone di Staggia Senese, 14 giugno 2010
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