BastaBugie n�11 del 11 gennaio 2008 | |
MITI E LEGGENDE SULLA LEGGE 194 Autore: Mario Palmaro Si diffondono in questi giorni sui mass media italiani alcune leggende sulla legge 194 del 1978. Una mitologia che descrive la legge sull’aborto come una “buona legge”, una legge che deve essere ancora applicata integralmente per poterne apprezzare i notevoli aspetti positivi. Valga su tutti l’intervista apparsa sul quotidiano Libero di venerdì 4 gennaio 2008, nella quale Eugenia Roccella dice fra l’altro: “Rispetto ad altre leggi internazionali, la 194 è una buona legge, che parte, non a caso, proprio dalla tutela della maternità. È una legge che non afferma mai l`aborto come un diritto (…) Non è eugenetica.” “Secondo me – prosegue sempre la Roccella - la questione non è abolire o rifare la legge, ma non tradirla, non trasformarla in un feticcio vuoto, una legge intoccabile a parole e invece violata, disapplicata e stravolta nella prassi quotidiana». Altri ancora dichiarano che “la 194, nei suoi principi ispiratori, ha una rilevante rispondenza con le richieste del movimento delle donne e si pone come uno strumento per combattere e sconfiggere la triste piaga degli aborti clandestini. In questo senso la legge non è una legge “abortista”: non crea, né impone l’aborto, anzi si fonda sulla sua prevenzione, valorizzando il ruolo delle strutture sanitarie pubbliche per fare della procreazione un evento cosciente e responsabile, cioè non casuale”. 2. Una legge abortista. Il giudizio morale negativo sulla legge abortista italiana risulta anche dai seguenti elementi: a) l’aberrante facoltà attribuita alla libertà della donna di decidere in termini unicamente individualistici, al di fuori e contro ogni responsabilità verso il “diritto “ del nascituro; b) l’individualismo esasperato che ispira la legge abortista risulta ancor più grave dal fatto di essere riconosciuto dallo Stato, il quale a sua volta costringe tutti i cittadini, anche quelli dichiaratamente contrari all’aborto, a dare un qualche contributo. 3. Non possiamo rassegnarci. Perciò ogni convinto difensore dell’uomo, ogni comunità di accoglienza, non può rassegnarsi di fronte ad una legge che tradisce così profondamente i valori su cui tutto l’ordinamento giuridico poggia. Di conseguenza l’obiettivo di eliminare la legge abortista o di trasformarla mutandone radicalmente la intrinseca struttura, deve proporsi come espressione di amore per l’uomo e non come sterile e puramente teorica contrapposizione ideologica. 4. L’aborto legale è intollerabile. L’applicazione del principio della tolleranza civile all’aborto legalizzato è illegittima e inaccettabile perché lo Stato non è la fonte originaria dei diritti nativi ed inalienabili della persona, né il creatore e l’arbitro assoluto di questi stessi diritti. 5. L’aborto legale minaccia l’intero sistema giuridico. Quando autorizza l’aborto, lo Stato contraddice radicalmente il senso stesso della sua presenza e compromette in modo gravissimo l’intero ordinamento giuridico, perché introduce in esso il principio che legittima la violenza contro l’innocente indifeso. Da: “La comunità cristiana e l’accoglienza della vita umana nascente”. 6. Il compito di ogni politico di buona volontà. Il compito di ogni politico di buona volontà non è quello di “far applicare una legge ingiusta”, ma di richiamare, con coraggio e con metodi democratici, il dovere di rispettare la vita umana sin dal suo inizio, denunciando di conseguenza l'iniquità della legge abortista. Il buon politico ha il dovere di operare una lettura critica dell’attuale normativa sull’aborto: senza trascurare i limitatissimi elementi positivi, si dovranno rilevare le profonde contraddizioni che essa presenta con la Costituzione e all’interno dei suoi stessi articoli. Il senso di realtà ci dice che anche una sola vita innocente salvata ha un valore incommensurabile. Per questo motivo, Verità e Vita approva ogni azione che aiuti concretamente la vita a nascere, pur in vigenza di una legge omicida. Ma il prezzo per questa attività di “salvataggio” non può consistere nel colpevole e complice silenzio sulla legge abortista, o addirittura nella trasformazione della condanna sulla legge 194 in un giudizio benevolo. Se durante la follia nazista ci avessero dato la possibilità di metterci fuori dai cancelli di Auschwitz per salvare qualche vita umana, sarebbe stato nostro dovere farlo. Ma non avremmo mai potuto trasformare il nostro giudizio su quel luogo di orrore, magari affermando che – tutto sommato – “nel loro genere quei lager erano i migliori al mondo” |
|
BastaBugie è una selezione di articoli per difendersi dalle bugie della cultura dominante: televisioni, giornali, internet, scuola, ecc. Non dipendiamo da partiti politici, né da lobby di potere. Soltanto vogliamo pensare con la nostra testa, senza paraocchi e senza pregiudizi! I titoli di tutti gli articoli sono redazionali, cioè ideati dalla redazione di BastaBugie per rendere più semplice e immediata la comprensione dell'argomento trattato. Possono essere copiati, ma è necessario citare BastaBugie come fonte. Il materiale che si trova in questo sito è pubblicato senza fini di lucro e a solo scopo di studio, commento didattico e ricerca. Eventuali violazioni di copyright segnalate dagli aventi diritto saranno celermente rimosse.
|