BastaBugie n�172 del 24 dicembre 2010 | |
LA STORIA D'AMORE (?) DI MINA E PIERO WELBY E IL FUNERALE DI MONICELLI: COME LA TV STRAVOLGE LA REALTA' Ad uso e consumo di quelli che si pavoneggiano con il suicidio (altrui): Roberto Saviano, Paolo Villaggio, Stefania Sandrelli, Carlo Vanzina, Walter Veltroni, Umberto Veronesi, Adriano Sofri, ecc. Autore: Emanuele Boffi Tutto fu fortuito, ma non casuale. Un incontro sotto la statua di Giordano Bruno a Campo dei Fiori; lei, una ragazza minuta e «cattolicissima», che chiede a lui, un uomo alto, imponente, robusto che aveva conosciuto i porti di mezzo mondo, un’indicazione. Lui che la rassicura: «Ti accompagno io». Come ha detto Roberto Saviano durante la trasmissione Vieni via con me raccontando la vicenda di Mina e Piero Welby, la loro è «una storia d’amore che ti entra dentro». Amore. è la parola che con maggior frequenza è ritornata all’interno di un monologo teatrale di una trentina di minuti. A occhio e croce, il giornalista l’ha ripetuta almeno una decina di volte. Ha parlato molto anche di «accanimento terapeutico», anche se quello di Piero Welby non è mai stato un caso di questo tipo. Ha citato il cardinale di Milano Carlo Maria Martini per dire che l’accanimento terapeutico è sbagliato. è vero, lo sostiene anche il Papa. Solo che quello di Welby non era accanimento terapeutico. L’unica parola che Saviano doveva pronunciare per onorare realmente il senso della battaglia di Welby non l’ha mai proferita: «eutanasia». Però Saviano ha raccontato delle confidenze tra i due amanti, di un amore sofferto e vero che aveva nelle sue fibre il terrore di un demone – la distrofia muscolare – che portò lui alla paralisi. E poi lo portò a usare il sintetizzatore vocale per scrivere un appello al presidente Giorgio Napolitano perché ascoltasse la sua voce, quella di un radicale che voleva fare della sua morte una bandiera. Una bandiera che sventolasse quale vessillo? Quello dell’eutanasia. L’unica parola che Saviano non ha pronunciato. Ha dovuta dirla Mina, la «cattolicissima Mina», in un altro degli spazi che Vieni via con me ha concesso alla narrazione di questo «amore che ti entra dentro». Leggendo l’ultimo e intimo dialogo avuto col marito, era stato proprio Piero a ribadire alla moglie il senso del suo gesto autodistruttivo: «La lotta per l’eutanasia con i radicali. E a Marco Pannella, vecchio bestione, ti voglio bene». Non che fosse un mistero. Welby ha sempre parlato coscientemente di eutanasia. Di questo, però, Saviano non ha parlato. Eppure in mezz’ora di trasmissione non gli sarebbe mancato il tempo. Ma il problema era che lui voleva parlare di «amore», «di un sogno in dimensione casalinga», «di un tronco umano che sapeva esprimersi poeticamente», di un uomo che «non voleva andare incontro al suicidio, ma porre fine a quella che non è più una vita». |
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