NON SI PUO' FARE A MENO DEL PADRE SPIRITUALE (AD ESEMPIO: PER SALVARE IL PROPRIO MATRIMONIO QUANDO I VIOLINI SMETTONO DI SUONARE)
Le mogli hanno una laurea in lamentologia applicata con specializzazione in brontolio sommesso e quando vanno a confessarsi invece che dire i loro peccati dicono quelli del marito, ma possono guarire: ecco come...
Autore: Costanza Miriano
Va bene. Ve lo devo. E' giunto il momento. Ve lo devo per la fedeltà al blog, per la stima e l'affetto che molti di voi mi hanno dimostrato. E' una cosa un po' difficile da dire, ma quando l'avrò fatto mi sarò liberata. Ho un amante. Ce l'ho da parecchio tempo, ma ultimamente la cosa si è aggravata, si è intensificata. Molti di voi lo conoscono bene, anche perché è un gran seduttore. E' molto, molto affascinante. E' l'uomo più affascinante che si sia mai visto. Anzi è l'uomo per eccellenza. Si chiama Gesù Cristo. A dire la verità sono così leggerina di sentimenti che a volte tradisco persino lui. A volte me ne dimentico, non lo chiamo, non ci parlo, ma lui sta sempre lì, mi accoglie ogni volta che torno da lui. E non è geloso di mio marito, anzi, è lui che ci ha presentati. Mi parla sempre bene di lui, adesso che ci penso. E' stato il mio padre spirituale ad autorizzarmi a farmi un amante. La cosa è cominciata così: i primi anni di matrimonio ho affrontato come tutti il passaggio dalle farfalle nello stomaco alla quotidianità. Ero felice, convinta della mia scelta, ma facevo anche fatica. E siccome vanto una laurea in lamentologia applicata, con una specializzazione in brontolio sommesso, quando andavo a confessarmi invece che dire i miei, di peccati, dicevo quelli di mio marito. E' una gran comodità rovesciare sugli altri la responsabilità della fatica, di quello che ci manca. E così, quando mi lamentavo, padre Emidio – così si chiama il povero martire che ha immolato le sue orecchie – mi invitava a indirizzare altrove le mie lamentele. A parlarne col Signore. Tu sei sposata prima di tutto con lui, mi diceva. Con lui devi parlare se le cose non vanno come vuoi, per lui devi accettare, al suo amore immenso e smisurato devi rispondere con i tuoi (miseri, n.d.r.) atti di amore in casa. Ovviamente lui, Emidio, sapeva che la colpa della mia non piena soddisfazione era della mia immaturità e del mio egoismo, ma siccome è un fine conoscitore dell'animo umano (purtroppo è impossibile dirgli bugie, quindi nel caso di qualcosa di losco, tenetevi alla larga), invece che rilevare la mia schiappitudine mi mandava da quello che può guarirla. Le prime volte la cosa non mi filava molto, non mi quadrava, e mi dispiaceva anche un po'. Ma come, l'amore perfetto? Il sogno? I violini? Poi però ho cominciato a capire. Solo il Signore colma tutte le nostre attese, tutti i nostri desideri, guarisce le paure e le infermità, delle quali non sempre possiamo costringere l'altro a farsi carico. Il Signore si prende il nostro passato ferito, o sporco, o sbagliato. Lo trasforma. Lui sì che è un maestro nell'arte del riciclo: prende i rifiuti e ne fa opere d'arte, se noi glieli consegniamo davvero. Come l'amore divino e quello umano si intreccino e si potenzino l'uno con l'altro è davvero uno dei più grandi prodigi del creato, ai miei occhi. Come l'uomo e la donna, tuffandosi nel piacere più sublime, si uniscono e generano il miracolo incommensurabile di una nuova persona, così unendosi nella quotidianità generano una nuova vita. La vita a due, la vita della coppia, la vita della famiglia, dove il femminile e il maschile si mescolano, si intrecciano, si avviluppano e creano qualcosa di nuovo, che prima non c'era. A immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò. Nell'essere maschio e femmina, nel mettere i diversissimi talenti a servizio di un disegno comune abbiamo una potenza gigantesca. Poco meno degli angeli lo ha fatto. Maschio e femmina.
Fonte: www.costanzamiriano.wordpress.com, 08/07/2011
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