BastaBugie n�140 del 14 maggio 2010

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EARTH DAY NEGLI USA
Proviamo a capire perché è sbagliata la Giornata della Terra e cosa si può salvare di questa celebrazione pagana (e tendenzialmente abortista)
Autore: Clarence Green

La Giornata della Terra è probabilmente quanto di più pagano ci si possa immaginare tra le celebrazioni moderne. Lo scorso 22 aprile si è tenuto il quarantennale dell'Earth Day, una festa all'insegna dei più melensi luoghi comuni ambientalisti: scolari che piantano alberelli, volontari che liberano le spiagge dai rifiuti, eccetera.
Cosa c'è di male in tutto ciò? Nulla se non fosse che l'Earth Day è stato ideato e sponsorizzato più di 40 anni fa dal miliardario Hugh Moore con la complicità del senatore democratico del Wisconsin, Gaylord Nelson. Moore e Nelson, alla fine degli anni '60 erano tra i più convinti sostenitori della population bomb, la teoria della bomba demografica, secondo la quale nel giro di pochi decenni, la vita sulla Terra sarebbe risultata impossibile per la sovrappopolazione e per la distruzione dell'ecosistema. È questo il motivo per il quale la stragrande maggioranza dei movimenti ecologisti sostengono le politiche malthusiane del controllo delle nascite, nell'ambito delle quali contraccezione ed aborto erano e rimangono gli strumenti privilegiati.
I tempi cambiano, tuttavia, e, soprattutto nel mondo cattolico, c'è chi comincia a pensare la Giornata della Terra in un'ottica completamente nuova e diametralmente opposta all'ecocatastrofismo. È il caso del portale Catholicvote.org che le scorse settimane ha lanciato la sua originalissima pubblicità-progresso: una donna in stato di gravidanza, il cui pancione richiama le fattezze del Pianeta Terra. Lo slogan recita così: Celebrate Nature's Greatest Gift (“Celebra il dono più grande della Natura”). Il messaggio è chiaro: il dono più grande della Natura è la vita umana, dal concepimento alla morte naturale. Il manifesto è stato affisso sui bus di Chicago, Seattle e San Francisco, con l'intento di ripensare la Giornata della Terra, nell'ottica del rispetto della vita.
“Il nostro obiettivo – ha spiegato Brian Burch, presidente del Catholicvote.org Education Fund – è usare la Giornata della Terra per far riflettere a fondo gli americani sul vero significato del rispetto della Terra e della creazione. Le attitudini ambientaliste prevalenti troppo spesso considerano l'uomo nemico della natura. Noi crediamo che la persona umana sia la più grandiosa creazione di Dio e la Terra la più grande risorsa. Costruire una cultura della vita è il modo più efficace per incoraggiare una cultura di rispetto dell'ambiente”.
La campagna di sensibilizzazione del gruppo Catholicvote.org è stata intrapresa coerentemente con l'insegnamento del Magistero in materia di ambiente, un tema sul quale nessun papa è stato più chiaro ed esplicito di Benedetto XVI, addirittura definito il “Papa verde” dal settimanale americano Newsweek. Lo scorso 11 gennaio, nel suo messaggio annuale al corpo diplomatico vaticano il Santo Padre aveva ricordato: “Se, infatti, si vuole edificare una vera pace, come sarebbe possibile separare, o addirittura contrapporre la salvaguardia dell’ambiente a quella della vita umana, compresa la vita prima della nascita? È nel rispetto che la persona umana nutre per se stessa che si manifesta il suo senso di responsabilità verso il creato”.
La natura e l'ambiente, secondo il papa, sono inclusi in un piano di amore e di verità che vengono da Dio. Il cuore di tale piano divino è proprio la persona umana. Sempre in tema di ambiente e di sacralità della vita, nell'ultima enciclica Caritas in Veritate, Benedetto XVI ha scritto: “Se non si rispetta il diritto alla vita e alla morte naturale, se si rende artificiale il concepimento, la gestazione e la nascita dell'uomo, se si sacrificano embrioni umani alla ricerca, la coscienza comune finisce per perdere il concetto di ecologia umana e, con esso, quello di ecologia ambientale. È una contraddizione chiedere alle nuove generazioni il rispetto dell'ambiente naturale, quando l'educazione e le leggi non le aiutano a rispettare se stesse”.

Fonte: L'Ottimista, 28 Aprile 2010

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