LA RAGAZZA CRISTIANA DI 28 ANNI RAPITA E VIOLENTATA DA BOKO HARAM
Le è stato ucciso il figlio perché non ha rinunciato alla fede cristiana (VIDEO: la testimonianza di Rebecca)
Fonte: Tempi, 7 marzo 2018
Lei è Rebecca Bitrus, una ragazza nigeriana di 28 anni rapita per due anni e violentata dai terroristi di Boko Haram. In Italia in occasione dell'iniziativa promossa da Acs (Aiuto alla Chiesa che soffre) a Roma con il Colosseo colorato di rosso, ha incontrato sabato 24 febbraio papa Francesco. In prigionia è stata violentata, ha perso un figlio per aver rifiutato di rinunciare alla sua fede cristiana ed è riuscita a liberarsi quasi miracolosamente. Alla Stampa ha raccontato la sua storia: «"Sono stata sequestrata da Boko Haram, sono arrivati il 28 agosto del 2014″. Dogon Ghukwu Kangarwan Bagi è il nome della sua comunità, situata al nord dello Stato nigeriano del Borno, al confine tra Ciad e Niger. Al momento dell'attacco la ragazza aveva provato a fuggire con suo marito e i suoi figli, Zacarías e Jonatan. "Lascia il bambino e scappa, posso prendermi io cura di lui, sono una donna", ha detto al marito quando ha visto che il piccolo ne ritardava la fuga. La paura era che il suo sposo fosse catturato e reclutato come soldato.
TRASFORMATA IN SCHIAVA L'uomo è riuscito a fuggire, lei invece è stata rapita e portata in un campo. "Mi hanno trasformato in una schiava. Ho lavorato per loro, ho cucinato, ho pulito e lavato i vestiti. Dopo un anno mi hanno chiesto di diventare musulmana, ma non volevo rinunciare alla mia fede. Credo in Gesù e qualunque cosa mi facciano non cambierò la mia opinione", ha detto. Nel campo, situato in un'area strategica vicino ad un enorme fiume, Rebecca ha conosciuto altre schiave che venivano portate da tutta la regione. Quando venivano attaccati dai soldati nigeriani, i terroristi usavano le donne come scudi umani. Durante la prigionia i miliziani hanno cercato di convertire la ragazza all'Islam in ogni modo; dopo circa un anno hanno perso la pazienza e l'hanno rinchiusa in una gabbia sottoterra per tre giorni, senza cibo né acqua. Ma non hanno ottenuto il loro obiettivo. Quindi hanno preso Jonatan, il figlio di poco più di un anno, e lo hanno gettato nel fiume dove è annegato quasi immediatamente. La scena ha lacerato il cuore della donna, ma non le ha impedito di andare avanti. Quella stessa notte alla donna è stato assegnato un nuovo marito; le hanno dovuto legare mani e piedi perché lui potesse abusare di lei. È rimasta incinta e ha partorito il bambino nella foresta, da sola. Lo hanno chiamato Abramo, ma la madre ha subito cambiato il suo nome in Cristoph.
LA FUGA E L'AMORE DEL MARITO CRISTIANO Nel 2016 Rebecca Bitrus ha ottenuto la libertà, fuggendo durante un attacco delle forze nigeriane sul campo. Ha preso i suoi due figli ed è scappata nella direzione opposta dei terroristi. Ha camminato per 28 giorni, pensando che la strada la portasse nel centro della Nigeria, invece ha finito per attraversare il confine ed entrare nel Niger. È sopravvissuta mangiando erba. Sulle sue gambe conserva ancora i segni indelebili di quella marcia, decine di piccole ferite trasformatesi in calli. Giunta vicino ad un lago, la giovane voleva abbandonare il figlio di Boko Haram. Non lo sentiva suo. Era il ricordo della violenza subita, ma non ha avuto il coraggio di farlo. Alla fine è riuscita ad intercettare l'esercito nigeriano che l'ha riportata nel suo paese, a Maiduguri, capitale del Borno. Lì è stata consegnata alla Chiesa cattolica e ha ottenuto un posto dove dormire, cibo e vestiti. Tra emozione e dolore ha ritrovato il marito. Con difficoltà, è riuscita a malapena a spiegare che aveva perso Jonatan e che Cristoph era il frutto dello stupro di un terrorista. "Pensavo che fossi morta. Mi basta vederti tornare viva, ti amo così come sei», le ha risposto l'uomo tra le lacrime". (...) "Durante la mia sofferenza - ha confessato Rebecca - ho ricordato la passione di Gesù, che è stato crocifisso ma ha perdonato che gli faceva del male. Quando pensavo a questo, mi dicevo: io voglio imitare Gesù, voglio perdonare queste persone. Questo mi ha dato la forza interna per vivere quei momenti terribili"».
Nota di BastaBugie: ecco il video dove Rebecca Bitrus racconta in breve la sua drammatica esperienza dell'incontro con l'islam, religione di pace (?!)
https://www.youtube.com/watch?v=3VMfqwhw7Jw
Titolo originale: Io cristiana, rapita e violentata da Boko Haram, non ho abiurato Fonte: Tempi, 7 marzo 2018
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