LA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI UMANI DA' RAGIONE ALLA GERMANIA CHE VIETA L'HOMESCHOOLING
Nella casa di una famiglia 33 poliziotti e 7 assistenti sociali fanno irruzione per impedire che i genitori educhino i loro figli e così lo Stato li possa indottrinare
Autore: Stefano Magni
Germania, la mattina del 29 agosto 2013, una squadra di 33 poliziotti e 7 assistenti sociali fece irruzione nella casa della famiglia Wunderlich, presso Darmstadt, non lontano da Francoforte. Gli agenti minacciarono di sfondare la porta. Poi ammanettarono a una sedia il padre di famiglia, Dirk, mentre gli portavano via i suoi quattro figli, tutti minorenni, fra i 7 e i 14 anni di età. La colpa dei Wunderlich era quella di voler educare i figli in casa. Per la legge tedesca, invece, dovevano mandarli a scuola. Per la famiglia Wunderlich, è tuttora "il giorno più brutto della nostra vita". Ora forse se ne è aggiunto un altro. Venerdì, infatti, la Corte Europea dei Diritti Umani (Cedu) ha spiccato la sua sentenza favorevole all'azione del governo tedesco. Prendere in custodia i figli dei Wunderlich, per l'alta corte internazionale era "giustificato" e non rappresenta una violazione dei diritti umani. Perché? Perché i Wunderlich chiedevano di educare i loro figli a casa, da cristiani osservanti, e secondo la Cedu, questa scelta "mette a rischio i figli, non mandandoli a scuola". "Basandosi sulle informazioni disponibili a quel tempo, le autorità tedesche hanno ragionevolmente assunto che i bambini fossero isolati, non avessero contatti con alcuno al di fuori della famiglia, e che esistesse un rischio per la loro integrità fisica".
IN GERMANIA LA LIBERTÀ DI EDUCAZIONE DEI GENITORI È VIETATA PER LEGGE Lo homeschooling è vietato dalla legge tedesca da un secolo. Ci sono rare eccezioni in cui può essere esercitato in via straordinaria, come nel caso di malattia grave del minore, oppure se questi è figlio di diplomatici. La famiglia Wunderlich non aveva figli malati e non era costituita da diplomatici. E' una famiglia cristiana protestante, secondo quanto dichiarano il padre, la madre e chi ha testimoniato in loro difesa, non ha mai isolato i figli, che venivano educati in casa, in base a un programma cristiano, ma partecipavano alla vita associativa in club e organizzazioni giovanili. Dirk e Petra Wunderlich, per non aver iscritto i figli a una scuola, sono stati più volte denunciati dalle autorità e multati nel 2006, ma hanno preferito pagare le multe e proseguire con lo homeschooling. Nel 2009 la famiglia si era trasferita in Francia, dove lo homeschooling è legale. Ma i servizi sociali tedeschi hanno allertato la controparte francese e la famiglia tedesca è stata oggetto di indagini anche nel paese di adozione. I servizi sociali francesi, comunque, non hanno trovato nulla da eccepire sull'educazione dei figli di questa famiglia tedesca. I Wunderlich hanno dovuto far ritorno in patria nel 2012, perché Dirk non ha trovato un lavoro stabile, col quale poter chiedere la residenza. I due coniugi tedeschi hanno continuato a educare i figli in casa, finché la polizia non ha fatto irruzione, portando via i figli, iscrivendoli a una scuola per l'anno scolastico appena iniziato. Dopo l'anno 2013-2014, comunque, i Wunderlich si sono ripresi i figli a casa e hanno denunciato l'azione di polizia come violazione dell'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, cioè il diritto al rispetto della vita privata e familiare. La magistratura tedesca ha però dato ragione alle autorità, che hanno applicato la legge nazionale. Allora il caso è stato portato al cospetto della Cedu, che l'ha accolto nell'agosto del 2016. Dopo più di due anni è arrivata la sentenza di venerdì.
LA GRAVITÀ DELLA SENTENZA DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI UMANI L'associazione Alliance Defending Freedom (Adf) International, che ha seguito il caso della famiglia Wunderlich, sottolinea la gravità della sentenza Cedu. "Ignora il fatto che la politica della Germania sullo homeschooling viola il diritto dei genitori di educare i loro figli. È allarmante che questo diritto non venga riconosciuto dal più influente tribunale dei diritti umani in Europa. Questa sentenza è un passo nella direzione sbagliata e dovrebbe preoccupare chiunque abbia a cuore la libertà", ha dichiarato venerdì Paul Coleman, direttore esecutivo di Adf International. Nel sito dell'associazione si legge che "Il divieto per lo homeschooling tedesco risale al 1918. Ma da allora, il Paese ha firmato una serie di accordi internazionali sui diritti umani che proteggono esplicitamente il diritto dei genitori di scegliere il modo di educare i loro figli. La Germania non sta rispettando questi accordi". Il caso Wunderlich non è isolato. Un precedente importante è quello della famiglia Romeike, del Baden Wuerttemberg: nel 2008 ha lasciato la Germania per timore che la polizia e i servizi sociali prendessero in custodia i sette figli e si è trasferita nel Tennessee, Usa, dove lo homeschooling è libero. Il padre di famiglia, Uwe, aveva chiesto l'asilo politico, asserendo che in patria avrebbe potuto subire conseguenze penali. In primo grado, un giudice del Tennessee aveva accolto la richiesta di asilo, ma la Corte d'appello aveva ribaltato la sentenza. La Germania è infatti riconosciuta come un paese libero e democratico, il divieto di educare in casa i propri figli non è inteso come una violazione dei diritti umani. Temendo di essere estradati, i Romeike avevano fatto appello anche alla Corte Suprema, che tuttavia non ha accolto la richiesta. Ma la famiglia ha potuto comunque rimanere negli Stati Uniti, perché l'espulsione è rimasta "sospesa a tempo indefinito", più per motivi burocratici che legali. Va detto che, pur con tutti i limiti di libertà di scelta nel sistema educativo italiano, nel nostro Paese, contrariamente alla Germania, il diritto allo homeschooling è garantito dall'articolo 118 della Costituzione, in cui si sancisce il principio della "sussidiarietà orizzontale". Il decreto legislativo n. 76, approvato il 15 aprile 2005 dal secondo Governo Berlusconi (ministro dell'Istruzione era Letizia Moratti), ha sancito definitivamente l'ingresso dell'homeschooling nel sistema scolastico italiano, a condizione che: "I genitori, o chi ne fa le veci, che intendano provvedere privatamente o direttamente all'istruzione dei propri figli, ai fini dell'esercizio del diritto-dovere, devono dimostrare di averne la capacità tecnica o economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità, che provvede agli opportuni controlli".
Nota di BastaBugie: ecco quattro articoli da noi rilanciati negli anni 2011, 2014, 2018 e 2019 sul tema dell'homeschooling e le prevaricazioni dello Stato.
UNA MAMMA DICE NO ALL'EDUCAZIONE SESSUALE PER I FIGLI E PER QUESTO VIENE MESSA IN PRIGIONE Accade in Germania a chi rifiuta di sottoporre i figli alla materia che dal 1992 è divenuta insegnamento obbligatorio perfino nelle scuole private di Marco Respinti https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1626
LO SCANDALO DEI GENITORI INCARCERATI PERCHE' I FIGLI NON PARTECIPANO A SCUOLA AI CORSI OMOSESSUALISTI In Germania uno stupratore viene rilasciato se non era pregiudicato, mentre si rinchiudono in prigione i genitori onesti che non vogliono cedere all'ideologia gay imposta dalla scuola di Leone Grotti https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3511
CI VOGLIONO PIU' ASILI NIDO: TUTTI I PARTITI ITALIANI SI ADEGUANO AL DOGMA DEI REGIMI COMUNISTI Furono i regimi comunisti (ad es. la DDR, la Germania dell'est) a sottrarre l'educazione dei bambini ai genitori per affidarla a strutture pubbliche (80% agli asili nido, 95% alla materna); oggi in Italia ci hanno convinti che è per il ''bene del bambino'' di Samuele Cecotti https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5194
LA CEDU CONDANNA CHI CRITICA MAOMETTO E ASSOLVE CHI INSULTA IL CRISTIANESIMO La Corte europea dei diritti umani condanna un professore per aver criticato Maometto, mentre assolve i pubblicitari che hanno insultato il cristianesimo di Leone Grotti https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5474
Titolo originale: Non educare i figli in casa: la Cedu legittima il divieto Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13-01-2019
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