BastaBugie n�615 del 05 giugno 2019

Stampa ArticoloStampa


SACCHI DI JUTA A MILANO PER SOSTENERE UN MONDO SENZA FRONTIERE E... SENZA SALVINI
Messaggio banale e politicamente corretto dell'ideologia immigrazionista (per essere più comprensibile sarebbe bastato piazzare un bersaglio con la faccia di Salvini)
Autore: Rino Cammilleri

Quando li ho visti la prima volta, una settimana fa, mi hanno fatto venire in mente, d'acchito, i celebri versi di Lucio Dalla: «...e c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra...». La canzone L'anno che verrà che li contiene non è una ballata allegra, anzi, evoca paura e disperato sarcasmo per un radioso futuro che non venne mai ma si è convertito in ansia e apprensione. Parlo dei sacchi di juta con cui tal Ibrahim Mahama, presentato come artista ghanese, ha «incartato» i Caselli di Porta Venezia a Milano.
Opere d'arte del genere si chiamano «installazioni» e il più famoso incartatore di monumenti è Christo (da non confondersi con Gesù, perché di cognome fa Yavachev), celebrato «fra i maggiori rappresentanti della Land Art» (Wikipedia). Evidentemente ha fatto scuola. Ora, Christo incartava i monumenti con stoffe o carta vera e propria. Mahama usa sacchi di juta, e non a caso. Secondo lui, la vista di quei sacchi dovrebbe far riflettere su «temi come la migrazione, la globalizzazione e la circolazione delle merci e delle persone». Infatti, «i sacchi sono elementi fondamentali della sua ricerca: simbolo dei mercati del Ghana, sono fabbricati in Asia e importati in Africa per il trasporto su scala internazionale di merci» (Rainews).
Credo che il tema «migrazione» sarebbe stato sufficiente, da solo, per convincere le autorità competenti a concedere con entusiasmo i Caselli di Porta Venezia all'artista extracomunitario. Ma c'è di più. Tale Porta era proprio una porta delle antiche mura milanesi, e l'artista «vuole innescare una riflessione sul concetto stesso di soglia». E, per chi non avesse ancora capito, il capolavoro si intitola «A Friend», «un amico». Insomma, abbiamo capito: siamo tutti amici, basta con le frontiere e via libera all'immigrazione. Certo, ci vorrebbe un gran cartello di spiegazioni accanto, perché da un monumento foderato di sacchi di juta a questo po' po' di significato non è che il collegamento concettuale sia facile, tutt'altro. Sì, la location è ben scelta, quelli erano caselli del dazio, e noi tutti dobbiamo sognare - dobbiamo, sennò son legnate - un mondo sans frontières; quei sacchi, infatti, sono «garze che tamponano le ferite della storia», Imagine all the people eccetera. Ma non è finita. Infatti, c'è un'ulteriore chiave di lettura:
«I sacchi di Mahama racchiudono allo stesso tempo un significato più nascosto che riguarda la forza lavoro che si cela dietro la circolazione internazionale delle merci». Eggià, Porgy and Bess e Banana Boat, il lungo cammino dell'emancipazione delle periferie del mondo. Il proletariato non finisce mai. «Per assemblare i sacchi, spesso Mahama collabora con migranti provenienti da zone urbane e rurali in cerca di lavoro, senza documenti né diritti, vittime di un'esistenza nomade e incerta che ricorda le condizioni subite dagli oggetti utilizzati nelle proprie opere». Insomma, un vero e proprio manifesto pro-migranti che però, ahimè, il passante incolto farà fatica a decifrare. Più comprensibile, magari, sarebbe stato un bersaglio con la faccia di Salvini sopra... Una domanda, così, per curiosità: dove li metteranno quei sacchi di juta quando l'esposizione sarà finita? Saranno almeno una tonnellata. O verranno usati per un'installazione sul tema ecologico? Anche questo, infatti, fa parte della panoplia politicamente corretta.

Nota di BastaBugie: qui sotto puoi vedere il video (durata: 4 minuti) del brano "Immigrazia" di Povia contenuto nel bellissimo cd "NuovoContrordineMondiale". Puoi richiederlo a giuseppepovia@vodafone.it 1 CD15 € - 2 CD 20€


https://www.youtube.com/watch?v=QabmEnuiVgo

Titolo originale: Immigrazionismo, arte per il politically correct
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 05/04/2019

Stampa ArticoloStampa


BastaBugie è una selezione di articoli per difendersi dalle bugie della cultura dominante: televisioni, giornali, internet, scuola, ecc. Non dipendiamo da partiti politici, né da lobby di potere. Soltanto vogliamo pensare con la nostra testa, senza paraocchi e senza pregiudizi! I titoli di tutti gli articoli sono redazionali, cioè ideati dalla redazione di BastaBugie per rendere più semplice e immediata la comprensione dell'argomento trattato. Possono essere copiati, ma è necessario citare BastaBugie come fonte. Il materiale che si trova in questo sito è pubblicato senza fini di lucro e a solo scopo di studio, commento didattico e ricerca. Eventuali violazioni di copyright segnalate dagli aventi diritto saranno celermente rimosse.