BastaBugie n�628 del 04 settembre 2019

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DI MAMMA CE N'E' UNA SOLA... ECCETTO IN FRANCIA
Macron promette la fecondazione artificiale alle lesbiche (sull'atto di nascita ci sarà scritto: madre e madre) nonostante l'82 per cento dei francesi sia contrario
Autore: Leone Grotti

Bei tempi quando per non discriminare le coppie omosessuali i governi occidentali si inventarono quel capolavoro di tecnicismo burocratico che prevedeva la dicitura "genitore 1" e "genitore 2" su tutti i documenti ufficiali riguardanti i bambini. In vista dell'estensione in Francia della fecondazione assistita alle donne single e alle coppie composte da due donne, il governo di Emmanuel Macron ha deciso di andare oltre, prevedendo lo stravolgimento nero su bianco di ogni più elementare verità sulla filiazione umana.
Stamattina, parlando a Bfmtv, il ministro della Giustizia Nicole Belloubet ha dichiarato infatti che sull'atto ufficiale di nascita dei bambini nati da fecondazione in una coppia omosessuale di donne ci sarà scritto "madre" e "madre". «La prima "madre" sarà la donna che ha dato alla luce il bambino», ha spiegato, «seguita dall'altra "madre"», cioè la partner che ha condiviso con lei il "progetto genitoriale".

L'OPPOSIZIONE DEI FRANCESI
La famigerata legge di bioetica francese approderà all'Assemblea nazionale il 24 settembre e il testo potrebbe arrivare in Senato a gennaio, per poi essere approvato in via definitiva il primo trimestre del 2020. La parte più controversa della legge è proprio quella che riguarda l'estensione della fecondazione assistita alle coppie lesbiche, denominata «Pma sans père», procreazione medicalmente assistita «senza padre».
Così, con un colpo di spugna legislativa, la Francia dei diritti capitanata da Macron cancella millenni di evidenze sulla realtà del concepimento degli esseri umani, ben riassunto dall'adagio «di mamma ce n'è una sola». Chi l'avrebbe detto che una simile banalità sarebbe diventata, nella Francia del Duemila, un'espressione rivoluzionaria (e magari sanzionabile dalle leggi anti-discriminazione)?
Secondo un sondaggio condotto a febbraio da Ifop, l'82 per cento dei francesi è contrario alla nuova legge, che era già stata largamente bocciata dal 90,61 per cento dei partecipanti agli Stati generali della bioetica lanciati dall'Eliseo nel 2018. Ma Macron, sempre più in rotta con l'opinione pubblica francese, non ha nessuna intenzione di ascoltare quelle persone che lui stesso ha deciso di interpellare a proposito.

L'ELIMINAZIONE DEI PADRI
Come dichiarato dal ministro dell'Uguaglianza tra donne e uomini, Marlene Schiappa, la fecondazione va estesa alle coppie di donne per «giustizia sociale: attualmente ci sono donne in Francia che non hanno i mezzi finanziari per andare all'estero a fare la Pma, e quindi che non possono avere bambini, o che lo fanno con metodi artigianali che mettono in pericolo la loro sicurezza, la loro salute e che non sono auspicabili per il tipo di società che noi desideriamo».
Peccato che le coppie di donne non siano infertili per motivi «patologici», la condizione chiave in Francia fino a oggi per accedere alla fecondazione, ma per motivi biologici. Questo semplice dato non sembra interessare il governo francese, che non è inquietato neanche dall'autorizzare, per la prima volta nella storia, la generazione per legge di bambini senza padre.
Ma anche la figura del padre ridotta a donatore e materiale genetico continua a dare fastidio ai piccoli alchimisti francesi, che hanno deciso di escluderlo formalmente perfino dall'atto di nascita. La Francia istituzionalizzerà la finzione di bambini nati da due madri e la filiazione non sarà più la stessa.
La Manif pour tous, insieme a una ventina di associazioni, ha per questo già annunciato una grande manifestazione per il 6 ottobre a Parigi. Il collettivo, ribattezzato «Marchons enfants», sfilerà con lo slogan «Libertà, uguaglianza, paternità» per protestare contro una legge che «programma l'eliminazione dei padri».

DOSSIER "LA FRANCIA DI MACRON"
Eletto presidente con il 15% dei voti

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Titolo originale: Di mamma ce n'è una sola? In Francia non più
Fonte: Tempi, 26 agosto 2019

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