I FIGLI NON APPARTENGONO AI GENITORI, MA A DIO
Inoltre i genitori non devono mai dimenticare il loro dovere di educare cristianamente i figli
Autore: Fratel Candido
È grave dovere di ogni educatore aprire la mente e il cuore dei bambini a Dio e formarli alla preghiera. insegniamo loro ad ammirarlo anche nella natura. Mostriamo come si parla con Dio nelle gioie e nei dolori, nella riconoscenza e nella richiesta di aiuto. Ci sentano manifestare al Signore il nostro nulla, la nostra debolezza, ma anche la nostra lode alla sua grandezza e la nostra fiducia in Lui. Quando portiamo il bambino in Chiesa, indichiamogli il Tabernacolo dove si trova Gesù. Sentendo come noi parliamo ai Signore, imparerà anche lui il linguaggio della fede e dell'amore.
CONDURRE A GESÙ Genitori ed educatori, il Signore vi ha consegnato i bambini perché glieli teniate un momento, li conserviate per Lui, e glieli rendiate a suo tempo... proprio come fareste voi genitori se affidaste a una baby-sitter i vostri figli. Se vi accorgeste che questa distoglie i bambini dall'amore verso di voi non glieli affidereste più. Mamme, papà, educatori, cercate che Dio trovi in voi quella corrispondenza che vuole da voi come custodi dei suoi figli prediletti! Nell'Antico Testamento i genitori offrivano a Dio nel tempio i loro primogeniti e, per riaverli, li riscattavano con un'offerta. Ogni bambino è prima di tutto di Dio, e il Signore vuole che il papà e la mamma glielo offrano. Ricordatevi che è da Dio che avete ricevuto i vostri figli: ve li ha affidati perché, con un'opera intelligente, attenta e generosa di educazione alla fede e all'amore, li prepariate come fiori destinati ad abbellire il suo giardino eterno: il paradiso. Pregate per i vostri bambini prima ancora che sboccino alla vita e poi accompagnateli sempre con la vostra preghiera. Le grazie che potete attirare su di loro con le vostre preghiere sono il più bel patrimonio che potete lasciare ad essi in eredità, per la vita terrena e per la vita eterna.
LA DIMENSIONE SOPRANNATURALE DELLA VITA Tra le prime parole da far pronunciare al bambino ci siano i santi nomi di Gesù e di Maria. Nel Battesimo Dio ha dato al bambino la sua stessa vita e la tendenza al soprannaturale. Da quel giorno Dio lo attira a sé, vuole per sé quel piccolo cuore; ma è necessario che noi aiutiamo e guidiamo il bambino ad andare al Signore. Come il bambino non può imparare le normali cose della vita se non c'è chi lo aiuti, così nella vita dell'anima non saprà mai come fare a mettersi in contatto col Signore se i suoi educatori (soprattutto voi genitori) non formano quella "istintiva" capacità che ha, grazie al Battesimo, di tendere a Dio e di comunicare con Lui. Dio vuole che facciamo tutto il possibile per portare a Lui queste sue creature predilette. Non deludiamo il Signore e non danneggiamo il bambino con la nostra indifferenza o superficialità. Fioriranno allora attorno a noi dei bambini che ci stupiranno per la precocità in ogni virtù e ci sarà facile, e bello, e utile guardare a loro come ai nostri migliori maestri di sensibilità e di innocenza. Questi bambini, aiutati a prendere coscienza della dimensione soprannaturale della vita, crescendo in età, non saranno solo degli esperti operatori nelle cose terrene, ma in ogni situazione faranno risaltare la loro profonda identità di figli di Dio nella generosa offerta di se stessi.
Nota di BastaBugie: consigliamo la lettura dei seguenti articoli riguardanti i bambini e la loro educazione. Cliccare sul link che interessa.
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Titolo originale: I figli non sono dei genitori, ma di Dio! Fonte: I Tre Sentieri, 10 novembre 2019
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