LA SIGNORA IN BLU CHE GRAZIE ALLA BILOCAZIONE PORTO' GESU' AI PELLEROSSA
Suor Maria di Gesù era in grado di trovarsi allo stesso tempo in due posti differenti: il monastero in Spagna e la missione dei francescani in Texas
Autore: Rino Zabiaffi
Originaria di Ágreda, in Spagna, viene ricordata come la "signora in blu": questo era infatti il colore dell'abito che portava, quello delle Concezioniste Francescane. In tenera età ebbe una visione. Vide un'anima in stato di grazia ed un'altra in condizione di peccato mortale: un'immagine che non avrebbe dimenticato e che l'avrebbe segnata profondamente. All'età di soli 10 anni, desiderava ardentemente abbracciare la vita religiosa: un paio di anni dopo, i suoi genitori la autorizzarono a rendere questo suo progetto realtà. A sua madre apparve, poi, il Signore, dal quale ricevette l'ordine di vestire l'abito religioso insieme alla giovane e di fare della propria casa un convento. Così fu. Insieme a loro, divenne suora anche la sorella di Maria, di nome Jeronima. Il padre, a propria volta, indossò il saio francescano e raggiunse Francesco e Giuseppe, i figli maschi, al tempo già frati. Maria prese i voti all'età di 18 anni e brillò sempre per la forza della propria fede e per l'intensità della propria preghiera. Si disponeva a severi digiuni e a ore e ore di orazione, in solitudine. I suoi cari si mostravano preoccupati per lei, dato che già soffriva di una salute fragile: tale stile di vita, particolarmente rigido, la debilitava ulteriormente. La tenacia di Maria non venne meno e, presto, ricevette un prezioso dono divino, quello della bilocazione: era in grado di trovarsi contemporaneamente in due posti differenti. Impiegò tale nuova capacità per avviare un'importante opera di evangelizzazione fra gli indiani Jumano. Costoro abitavano un territorio che comprendeva, fra l'altro, l'attuale Texas. Di fatto, li iniziò alla fede cattolica e alla conoscenza del Vangelo, senza mai avere messo piede in territorio americano, per un periodo di circa dieci anni. A rendere questa vicenda ulteriormente straordinaria v'è il fatto che Maria e i pellerossa fossero in grado di comprendersi senza alcuna difficoltà, nonostante parlassero lingue diverse. Non sempre la suora fu ricevuta con favore: su istigazione degli sciamani, anzi, fu anche torturata a morte. Poco dopo, tuttavia, fece ritorno fra i pellerossa, come se nulla fosse accaduto. A quel punto, la comunità Jumano prestò attenzione a ciò che Maria andava predicando. Al di là dei nativi, primi testimoni di tale prodigio fu un gruppo di francescani, presso la missione di Sant'Antonio de la Isleta: costoro, un giorno, si videro venire incontro una cinquantina di indiani Jumano, in cerca di qualcuno che parlasse loro di Cristo. I frati erano stupiti che i pellerossa avessero già sentito nominare Gesù: non vi erano, dalle loro parti, missioni o attività promosse da Ordini religiosi, delle quali i francescani fossero a conoscenza. I pellerossa raccontarono loro di una sconosciuta "signora in blu", che li istruì per molti anni. Due frati accompagnarono a casa il gruppo di Jumano, nella speranza di capirne qualcosa di più: chiunque facesse parte di questa tribù indiana affermò di aver effettivamente avuto in visita, per molte volte nel corso degli anni, la suora di cui parlavano. I pellerossa, quando si videro venire incontro i frati, baciarono con sommo rispetto i crocifissi che questi portavano al collo. Per merito di Maria di Gesù, i francescani amministrarono, quel giorno, duemila battesimi. Furono invitati, inoltre, dal capo-villaggio a guarire circa 200 malati, «perché - disse - voi siete sacerdoti del Signore e potete fare molto con la Santa Croce». Effettivamente, dopo aver benedetto i degenti, dopo aver letto il Vangelo secondo san Luca e invocato la Madonna e san Francesco, ogni malanno, sofferto da queste persone, si estinse. Chiesero, poi, di essere battezzati anche altri nativi, appartenenti a comunità vicine, i quali raggiunsero i religiosi durante la loro permanenza presso la comunità Jumano e durante il viaggio di ritorno. Da menzionare, inoltre, il ricco epistolario della Suora. Fra i suoi contatti, si contano persone appartenenti a ogni classe sociale e rango ecclesiastico: padri generali di Ordini religiosi, vescovi e persino pontefici e capi di governo. Si considerino, ad esempio, le lettere che si sono scambiati madre Maria e il re di Spagna Filippo IV, che già ebbe modo di leggere i memoriali di padre Alonso. I due mantennero la corrispondenza per oltre vent'anni ed oggi si conservano più di 600 lettere, inerenti a questioni sia temporali, sia spirituali.
Titolo originale: Suor Maria di Gesù Fonte: Radio Roma Libera, 9 Ottobre 2020
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