BastaBugie n�762 del 30 marzo 2022

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GLI SPORT FEMMINILI DIVENTANO UN ''PIANO B'' PER ATLETI MASCHI INCAPACI
Negli USA un nuotatore che si sente donna vince facilmente con le donne vere (e intanto a Malta un sacerdote è sotto processo per aver detto che la pratica omosessuale è peggiore della possessione diabolica)
Autore: Manuela Antonacci

La sua storia sta facendo il giro del mondo, forse perché è diventata un po' l'emblema di ciò che sta accadendo nella realtà dello sport femminile da un po' di tempo a questa parte, in cui sempre più spesso gareggiano atleti maschi transgender nelle categorie riservate al gentil sesso, battendo, con una certa frequenza e facilità le loro compagne.
Stiamo parlando, nello specifico, della nuotatrice della Transgender University of Pennsylvania, Lia Thomas che ha trascorso 21 anni della sua vita, da uomo e atleta maschio non troppo capace e che, improvvisamente, dopo aver intrapreso un percorso di transizione, si sarebbe trasformato in un portento del nuoto femminile, arrivando a diventare campione nazionale. Ma l'ultima vittoria non sarebbe passata liscia come le altre. Infatti, il governatore della Florida Ron De Santis, dopo l'ultimo successo di Thomas stavolta alle 500 yard stile libero, nella competizione NCAA Division, ha volutamente ignorato questo risultato riconoscendo, invece, Emma Weyant, la nuotatrice arrivata seconda, come legittima vincitrice della gara. La sua decisione è stata motivata in modo chiaro e inequivocabile, prima con un tweet del 22 marzo scorso "Consentendo agli uomini di competere negli sport femminili, la NCAA sta distruggendo le opportunità per le donne, prendendo in giro i loro campionati e perpetuando una frode" e poi dichiarando apertamente "In Florida rifiutiamo queste bugie".
Quella di Thomas, infatti, sarebbe stata una carriera fulminea ma non proprio trasparente, che non sarebbe piaciuta nemmeno alle sue compagne di squadra che in una recente lettera aperta su Washington Post, avrebbero ribadito che il suo sesso biologico gli avrebbe dato un vantaggio sproporzionato nelle competizioni femminili di nuoto. Peraltro, molti avrebbero protestato anche durante la competizione NCAA e, in un'immagine che ha fatto il giro del mondo, Weyant e le nuotatrici del terzo e quarto posto si sarebbero fatte volutamente fotografare, sul podio delle premiazioni, lontano da Thomas, allo scopo di trasmettere anche visivamente che la vera squadra femminile sarebbe, in realtà, la loro.
Inoltre Thomas avrebbe reagito, alle polemiche rispondendo candidamente "È semplice: non sono un uomo. Sono una donna, quindi appartengo alla squadra femminile. Le persone trans meritano lo stesso rispetto che riceve qualsiasi altro atleta".
Ma alla biologia ciò che uno si sente poco importa, se pensiamo che da uno studio pubblicato in Sports Medicine, è emerso che i bloccanti di testosterone assunti dai transgender, in particolare da uomini che si percepiscono donne, non diminuiscono in modo significativo la loro forza muscolare e questo darebbe loro un vantaggio notevole nelle competizioni atletiche contro le avversarie femminili. Infatti gli atleti maschi sarebbero il 10-13% più veloci rispetto alle atlete di sesso femminile e la differenza in sport [...] in cui è richiesta anche una notevole forza muscolare è ancora più grande (tra il 29 e il 52%).
La questione degli atleti transgender inseriti in squadre femminile, porrebbe, peraltro e anche seriamente, proprio la questione della "parità di genere" tanto sbandierata proprio negli ambienti LGBT che, evidentemente vale solo per alcuni e non per le donne. Come ha sottolineato sempre De Santis, a proposito della vicenda "le donne hanno combattuto per decenni per avere pari opportunità nello sport ed è sbagliato consentire all'ideologia di erodere queste opportunità come sta accadendo in altri stati", aggiungendo che "la Florida rifiuta gli sforzi della NCAA per distruggere gli sport femminili, disapprova il fatto che la NCAA metta l'ideologia al di sopra della biologia e cerca di rendere gli altri complici della sua menzogna".
Gli sport femminili, insomma, non sono un piano b per atleti maschi incapaci.

Nota di BastaBugie:
Gianfranco Amato nell'articolo seguente dal titolo "Malta, prete omofobo sotto accusa da Stato e Chiesa" parla di padre Davide Muscat che è sotto processo per aver detto che la pratica omosessuale è peggio della possessione diabolica.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 24 gennaio 2022:

Per comprendere cosa potrebbe capitare ad alcuni preti nell'ipotesi in cui si introducesse anche in Italia una legge contro la cosiddetta "omofobia" - tipo DDL Zan - basta dare un'occhiata a quello che capita nei dintorni della penisola. Non occorre andare molto lontano. È sufficiente attraversare il mare e arrivare fino all'isola di Malta, dove l'anno scorso è stata approvata la modifica del codice penale secondo lo spirito voluto dal nostro onorevole Zan e i suoi seguaci. Proprio a Malta, in questi giorni, contro il sacerdote cattolico Padre Davide Muscat si è scatenato un triplice attacco da parte di ministri ed eurodeputati del governo socialista di Robert Abela, dell'associazione LGBT "Malta Gay Rights Movement", e dell'Arcivescovo liberal-progressista maltese monsignor Charles Scicluna.
La vicenda nasce da un fatto di cronaca nera. Lo scorso 1 gennaio una giovane polacca di 29 anni, identificata con il nome di Paulina Dembska, è stata stuprata ed uccisa in un giardino pubblico nella città di Sliema. Le indagini degli inquirenti hanno portato all'arresto del presunto assassino, un uomo maltese di 20 anni, tale Abner George Aquilina, catturato subito dopo una sua intrusione in una chiesa durante una messa. Infatti, pochi istanti dopo il ritrovamento del corpo senza vita della Dembska, nelle prime ore del mattino, Aquilina ha assalito la chiesa parrocchiale di Balluta, rovesciando banchi ed il leggio, prima di essere cacciato dai fedeli presenti ed arrestato dalla polizia. Dai primi accertamenti, sembra che il presunto assassino avesse avuto una lunga storia di tossicodipendenza, di prostituzione con uomini, e di molestie sessuali su giovani donne. Sull'uomo giravano persino voci e fondati sospetti circa una sua possessione diabolica, avvalorati dal fatto che si fosse fatto tatuare l'immagine del demonio sul petto e il numero 666 sulla gamba, e da alcune sue dichiarazioni rilasciate alla polizia, come quella di essere al servizio e agli ordini delle «frequenze del demonio». Aquilina è stato comunque sottoposto ad una perizia psichiatrica per accertare il suo stato mentale.
Lo sdegno per questo assassinio a Malta ha subito suscitato scalpore sui social locali, tanto che anche Padre Davide Muscat, conosciuto per le sue posizioni fedeli al Magistero della Chiesa, è intervenuto sul caso, rispondendo ad un attivista LGBT. In un commento su Facebook, padre Muscat ha parlato della possibilità che il sospetto di omicidio Abner Aquilina fosse gay, bisessuale o posseduto dal diavolo e, dopo aver ribadito la necessità comunque di aiutarlo in modo serio e professionale, lo stesso sacerdote ha affermato che praticare l'omosessualità era peggio che essere posseduti. Un'osservazione, peraltro, teologicamente corretta, in quanto la pratica di atti omosessuali nasce da una decisione frutto del libero arbitrio, mentre la possessione diabolica è una condizione oggettiva del tutto involontaria.
Le dichiarazioni di Padre Muscat hanno scatenato la reazione furiosa del governo socialista, del movimento gay e perfino dell' arcivescovo dell'isola mons. Charles Scicluna. Due ministri hanno denunciato il sacerdote per aver diffuso discorsi di odio "omofobico", chiedendone l'arresto. Lo stesso hanno fatto esponenti del movimento LGBT maltese, mentre l'arcivescovo Scicluna ha pubblicamente condannato il prete dicendo che discorsi simili sono del tutto inaccettabili, e ordinandogli di cancellare i commenti dalla propria pagina Facebook. Mons. Scicluna ha perfino minacciato di sospendere Padre Muscat dall'esercizio del suo ministero pubblico. È ben noto, del resto, l'orientamento liberal-progressista dell'arcivescovo maltese, come è altrettanto nota la sua vicinanza ai dirigenti delle organizzazioni omosessuali dell'isola, i quali lo considerano un grande amico.
Padre Davide Muscat è stato convocato al commissariato di polizia, dove ha appreso di essere stato formalmente denunciato. Il prossimo 28 gennaio verrà processato. Evidentemente per questi reati la giustizia maltese è celerrima. L'accusa è quella di aver violato l'art. 82A del codice penale, modificato proprio lo scorso anno, il quale sancisce che «chiunque utilizzi parole o assuma comportamenti minacciosi, offensivi o ingiuriosi, o diffonda materiale scritto o stampato dal contenuto minaccioso, offensivo o ingiurioso, o comunque fomenti violenza o odio razziale o religioso contro un'altra persona o gruppo per motivi di genere, identità di genere, orientamento sessuale, razza, colore, lingua, origine etnica, religione o convinzioni personali o opinioni politiche o di altro tipo, o per cui tale violenza o odio razziale o religioso è probabile venga fomentato, tenendo conto di tutte le circostanze, è punito con la reclusione da sei a diciotto mesi». Inoltre, l'accusa di uso improprio di apparecchiature di comunicazione elettronica e potrebbe costargli anche una multa fino a 23mila euro.
Nel mondo cattolico qualche voce si è levata in difesa del sacerdote finito nei guai per l'accusa di omofobia, ma l'arcivescovo Scicluna resta inflessibile. O Padre Muscat chiede scusa e cancella i commenti, o sarà sospeso. La diocesi di Malta non può permettersi di avere un prete "omofobo" tra le sue fila. Noi, invece, sosteniamo pubblicamente con convinzione Padre David Muscat contro il vergognoso attacco di cui è rimasto vittima. E, da credenti, continuiamo a pregare per lui.

Titolo originale: Caso Lia Thomas: il governatore della Florida non riconosce la vittoria dell'atleta transgender
Fonte: Sito del Timone, 25 marzo 2022

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