BastaBugie n�907 del 08 gennaio 2025

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LA VERA STORIA DI POCAHONTAS
Era figlia di un capo dei powhatan e nella sua vicenda si rispecchia tutta la differenza tra i coloni inglesi (protestanti) e i conquistadores spagnoli (cattolici)
Autore: Rino Cammilleri

Celebrata in un cartoon della Disney nel 1995 e da un film di Terence Malick del 2006 (con cast stellare: Colin Ferrel e Christian Bale), la leggenda dice che l'indiana Pocahontas si innamorò dell'inglese John Smith e lo salvò dal palo della tortura. Il colono la sposò e la portò in Inghilterra. Gli americani le hanno dedicato anche un francobollo. Ma il sito housecultures.com la racconta diversa. Era figlia di un capo powhatan, Wahunsenaca, nacque verso il 1596 e cambiò nome tre volte.si chiamava Amonute. Nella cerimonia di passaggio ala maturità assunse il nome di Matoka. Ma tutti la chiamavano Pocahontas, che significa "la gioiosa" o la "giocosa", così che anche lei finì con il presentarsi con tal nome. Suo padre aveva più mogli, ma tra i powhatan della Virginia si usava che ogni moglie del capo, se incinta, lasciasse il figlio al padre e fosse libera, se lo voleva, di risposarsi. Così fu per Pocahontas, che si ritrovò con una sorella d'altra mamma. Smith, nei suoi libri di memorie, raccontò in seguito di essere stato preso dagli indiani, e che il suo catturatore, tale Opechancanough, lo aveva mostrato come preda nei vari villaggi dei powhatan: in quello di Pocahontas sarebbe stato da lei salvato dl sacrificio stabilito da suo padre.

LA VERA STORIA
Ormai gli storici sono pressoché concordi nell'affermare che Smith raccontava frottole. Nella sua autobiografia, infatti, diceva di aver visto in mare anche le sirene. È più probabile che Smith abbia preso spunto dalla storia di un conquistador spagnolo, Juan Ortiz, che nel 1528 era stato catturato dagli indiani della Florida nel corso della spedizione di Hernàn De Soto e liberato undici anni dopo grazie all'intercessione della figlia del capo Uzita. Infatti, la traduzione inglese del resoconto di De Soto comparve a Londra nel 1609, diversi anni prima dei racconti di John Smith. Un altro particolare contribuisce a rendere meno verosimile la storia la storia di Smith: costui all'epoca aveva sui 27 anni, mentre Pocahontas tra i nove e gli undici. Non solo. Pare che Smith rubasse agli indiani, e solamente perché questi erano alleati degli inglesi della colonia di Jamestown non gli andò peggio. Niente di strano che sia stato proprio lui a suggerire, come vedremo, il rapimento di Pocahontas. Questa, intanto, a 14 anni si era sposata col fratello del capo degli Japasaw, Kocom. I due ebbero una bambina. Ma le indiane, specialmente d'estate, usavano andare a giro nude, cosa che creava attriti con gli inglesi, che a ogni occasione allungavano le mani.
Gli indiani erano decisi a vendicare le loro donne, ma gli inglesi li prevennero rapendo Pocahontas, fresca di parto. La portarono su una delle loro navi e la rinchiusero nella stiva. Un tentativo di Kocom di liberarla finì tragicamente con la morte di quest'ultimo, ucciso sotto gli occhi della moglie. Lei, per il dolore, cominciò uno sciopero della fame. Preoccupati di perdere il prezioso ostaggio, gli inglesi permisero alla di lei sorella di venire ad assisterla. Pocahontas, rincuorata dalla presenza della congiunta, si riprese, accettò il
battesimo anglicano e il nome di Rebecca, e imparò velocemente la lingua. Forse fu la "sindrome di Stoccolma", chissà: a bordo rimase incinta. Di chi? Non si è mai saputo. Nel 1614 suo padre attaccò gli inglesi per liberarla, ma non ci riuscì. Sul terreno rimasero tanti morti da ambo le parti e Pocahontas-Rebecca, per tenere gli inglesi lontani dai suoi, decise di sottoporsi al trasferimento in Inghilterra, che i suoi sequestratori le chiedevano con insistenza. Infatti, erano ansiosi di mostrare a corte e al Paese la "principessa" indiana e acquisirne lustro.
Cosi, lei, la sorella e il bambino anglo-indiano Thomas salparono dopo cinque anni di prigionia. In Inghilterra ci fu il successo d'immagine che da lei ci si aspettava. Anzi, la sposarono con un certo John Rolfe, il quale dichiarò che il figlioletto di Pocahontas era suo. Non era vero, naturalmente, ma il Rolfe non vedeva l'ora di esibire in società la "principessa" indiana.

LA MORTE E IL DESTINO DEI FIGLI
Ormai ventunenne, ben vestita e acconciata all'inglese, padrona della lingua tanto da non sfigurare nei salotti, finalmente ottenne di poter tornare in Patria per riabbracciare i suoi cari. La corte era d'accordo e non si poteva mostrarsi senza cuore col pubblico. Cosi venne organizzata la pantomima del ritorno a casa. Innanzitutto, la nave scelta per il viaggio era, guarda un po', quella del capitano Samuel Argall, lo stesso che l'aveva tenuta prigioniera sulla medesima nave.
S'imbarcò, giustamente, anche il nuovo marito. Solo che una sera, mentre i tre erano a cena a bordo (non si sa se già salpati o in procinto di farlo) Pocahontas si sentì male. E in poche ore era morta. La versione fornita dai due uomini fu: tisi. Chi sa, invece, che la tisi è un male che dura molto a lungo, sospetta che la poveretta sia stata avvelenata da quei due, forse spaventati all'idea dell'accoglienza che avrebbero trovato presso i powhatan. Il corpo di Pocahontas e sepolto a Gravesend, nel Kent, e i film che abbiamo menzionato all'inizio hanno fatto alla tomba un'attrazione turistica. Il capo Wahunsenaca, saputo della fine della fine della sua "gioiosa" ne morì di crepacuore.
La tribù chiese più volte il corpo di quella sua sfortunata figlia, ma invano. Eh, i coloni inglesi non erano mica come i conquistadores spagnoli: questi non si muovevano senza cappellani francescani, mercedari, domenicani al seguito, e il loro re aveva preso precisi impegni evangelizzatori con il Papa. Tampinati dai missionari, i conquistadores dovettero sposare, regolarmente e con rito cattolico, le incas e le azteche. Da qui il meticciato sudamericano, a differenza del Nord, dove l'etnia indiana è quasi scomparsa.
Insomma, nelle zone spagnole una vicenda come quella di Pocahontas non sarebbe stata permessa. Andò leggermente meglio al piccolo Thomas, del quale il presunto padre John Rolfe fece presto a sbarazzarsi, affibbiandolo al fratello Henry. Thomas aveva solo cinque anni e Henry fu costretto a trascinare John in tribunale perché quello si rifiutava perfino di contribuire agli alimenti. Alla morte di John e poi di Henry, Thomas si ritrovò erede di certe terre in Virginia. Ci andò, ma non incontrò mai l'altro figlio di sua madre, rimasto con gli indiani. Quando mori anche lui, sulla tomba scrissero solo, oltre al nome, «figlio di Pocahontas». E fu tutto.

Titolo originale: La vera storia di Pocahontas
Fonte: Il Timone, novembre 2024

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