BastaBugie n�245 del 18 maggio 2012

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1 MARCIA PER LA VITA: 15.000 PERSONE A ROMA PER DIFENDERE IL DIRITTO ALLA VITA
Il popolo della vita si sta svegliando dal torpore in cui ha vissuto in questi decenni e vuol far sentire la propria voce
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
2 MARCIA PER LA VITA: LE RAGIONI DI UNO STRAORDINARIO SUCCESSO
Hanno aderito 150 associazioni: da oggi la cultura pro-life in Italia volta pagina
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana
3 MARCIA PER LA VITA: IL POPOLO DELLA VITA E' TORNATO
La Repubblica, il Corriere della sera, i radicali e abortisti vari sono sotto choc
Fonte: Verità e Vita
4 MARCIA PER LA VITA: UNA FESTA GIOIOSA PER RIBADIRE L'IMPORTANZA DEI PRINCIPI NON NEGOZIABILI
L'aborto è stato introdotto da una classe politica degenere, la stessa che oggi, con Monti, pensa di risolvere la nostra crisi demografica spalancando le nostre frontiere agli immigrati musulmani turchi!
Autore: Magdi Cristiano Allam - Fonte: Il Giornale
5 COME LA MASSONERIA HA CONDIZIONATO LE ELEZIONI IN FRANCIA
Gli oltre 150.000 massoni francesi sono decisi a mantenere la loro influenza come caratteristica specifica del loro Paese
Autore: Massimo Introvigne - Fonte: La Bussola Quotidiana
6 GRAN BRETAGNA SOTTO SHOCK: ISLAMICI ''NATURALIZZATI'' INGLESI STUPRANO E FANNO PROSTITUIRE 600 BAMBINE BIANCHE (CONSIDERATE INFERIORI ALLE MUSULMANE)
Nel 2008 polizia e magistrati inglesi preferirono archiviare il caso per non essere tacciati di razzismo
Autore: Caelsius Mars - Fonte: Qelsi
7 CESARE PRANDELLI, L'ALLENATORE DELLA NAZIONALE, INVITA I CALCIATORI A DICHIARARE DI ESSERE GAY
Esulta il mondo omosessuale che invoca un ulteriore passo in avanti: non si comprende bene quale potrebbe essere... forse quello di abbandonare la natura che ci ha creati maschi e femmine e divenire tutti gay
Autore: Francesca Ruggero - Fonte: Corrispondenza Romana
8 LA BIBBIA: IL LIBRETTO DI ISTRUZIONI DELL'ESSERE UMANO
Chi prova a seguirle non è più bravo o più buono... semplicemente funziona meglio
Autore: Costanza Miriano - Fonte: www.costanzamiriano.wordpress.com
9 EMMA BONINO E' STATA SCELTA (UNICA ITALIANA) TRA LE ''150 DONNE CHE MUOVONO IL MONDO'' RIUNITE NEL 2012 A NEW YORK
In passato anche il direttore di Avvenire si accodò al coro di lodi per la radicale che propaganda aborto, eutanasia, droga libera, sesso scelto in base al desiderio, legalizzazione della pedofilia...
Autore: Danilo Quinto - Fonte: La Bussola Quotidiana
10 OMELIA DOMENICA DELL'ASCENSIONE - ANNO B - (Mc 16,15-20)
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - MARCIA PER LA VITA: 15.000 PERSONE A ROMA PER DIFENDERE IL DIRITTO ALLA VITA
Il popolo della vita si sta svegliando dal torpore in cui ha vissuto in questi decenni e vuol far sentire la propria voce
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 14 maggio 2012

Con grande gioia e commozione sono stato una delle 15.000 persone che, sotto il sole cocente a Roma, hanno sfilato il 13 maggio 2012 alla Marcia per la Vita. Nel pullman degli amici di BastaBugie c'erano molti giovani, anche un farmacista che ha sfilato in testa al corteo con indosso il proprio camice, insieme a nostri cari amici come Renzo Puccetti e  Giuseppe Noia. E poi famiglie con i loro bambini piccoli e due coppie un po' più collaudate con 5 e 6 figli ciascuna. Neppure la partenza alle 4.00 ci ha fermati dall'intento di essere con gli altri a poter testimoniare il nostro convinto sì alla vita e no all'aborto. Siamo partiti ben muniti di bandiere, cartelloni e lo striscione del nostro sito di BastaBugie per testimoniare la nostra convinta adesione alla manifestazione. Così abbiamo colorato insieme agli altri le strade della Capitale, rendendoci ben visibili e speriamo anche udibili da un'opinione pubblica ormai assuefatta alla cultura della morte. Erano presenti diverse delegazioni dei movimenti per la vita stranieri giunti a Roma per l'occasione. Ha colpito, per numero e per organizzazione quella polacca. Erano proprio loro, nel nostro settore, i più rumorosi: con i loro canti animavano quella che sotto certi aspetti è stata davvero una festa in onore della vita in tutte le sue fasi.
La Marcia per la Vita ha unito tutti coloro che ritengono la vita il bene più prezioso per la società. In un paese, l'Italia, in cui la crescita demografica è tra le più basse del mondo, mentre sale vertiginosamente il numero degli anziani, non c'è futuro, né a livello economico, né a livello morale. Un numero così alto di partecipanti, provenienti dalle più variegate realtà, ma uniti da uno scopo comune, dimostra che il popolo della vita si sta svegliando dal torpore in cui ha vissuto in questi decenni e vuole far sentire la propria voce a tutti coloro che, accecati dall'ideologia, ci bollano come integralisti e oscurantisti. La ragione è dalla parte di coloro che sostengono l'inizio della vita fin dal concepimento e che chiamano barbarie lo sterminio legalizzato di cinque milioni di embrioni umani: cioè di bambini che già possedevano il loro specifico patrimonio genetico, quindi individui unici ed irripetibili che oggi sarebbero giovani dai venti ai trentacinque anni.
Vedere sfilare insieme così tante persone gioiose, così belle famiglie con tanti bambini e anche malati in carrozzina, ha risvegliato in tutti noi la speranza nel futuro e la consapevolezza che ancora non tutto è perduto. Ovviamente c'è molto da fare per riparare i danni di trentaquattro anni di aborto legalizzato che ha lasciato alle sue spalle, oltre alle vittime innocenti, schiere di mamme distrutte dal dolore e dal rimpianto, anch'esse vittime di un sistema, che le incoraggia a compiere un atto contrario alla loro stessa natura, imbottendole di menzogne e giocando sulle loro ansie e difficoltà. C'è da fare una valanga di contro-informazione per smontare le istanze della cultura dominante che ci vuole far credere che i figli siano una disgrazia!
Il successo della marcia è testimoniato dal fatto che anche i telegiornali nazionali si sono "dovuti" accorgere della marcia mostrando le immagini. Certo rimane la disparità di trattamento. Ad esempio molti più servizi hanno seguito la marcia organizzata dai radicali il 25 aprile a Roma per porre il problema del sovrappopolamento delle carceri. Erano meno di duecento persone eppure i servizi televisivi e sui giornali sono stati tanti.
E' anche da rilevare che nei giorni precedenti la Marcia per la Vita c'è stato anche chi ha dato ad intendere che i cattolici l'avrebbero organizzata con Forza Nuova e altri gruppuscoli fascisti. Come al solito la menzogna tentava di spostare l'attenzione da ciò che stava in realtà accadendo: la spontanea organizzazione di semplici cattolici attorno a una battaglia giusta e doverosa. Sempre per confondere le acque alcuni anonimi disturbatori, muniti di telecamera, si sono infiltrati facendo interviste "sul campo" che iniziavano con domande generiche ai partecipanti alla marcia e poi portavano il discorso sulla contraccezione per far passare da fesse le persone intervistate in modo che chi guardasse i filmati (messi prontamente su YouTube nella giornata stessa di domenica) avesse l'impressione che le persone partecipanti alla marcia fossero sprovvedute e poco intelligenti (quando invece la realtà è che per rispondere a domande a bruciapelo poste con studiata malizia bisogna comprendere al volo chi si ha davanti e non sempre risulta facile per chi non è abituato a sostenere dibattiti pubblici...).
Purtroppo occorre anche notare, con rammarico, che i media cattolici hanno snobbato la grande marcia del 13 maggio. Chissà cosa sarebbe avvenuto se questa manifestazione fosse stata posta all'attenzione generale, almeno al pari di battaglie fatte da una parte del mondo cattolico che si è impegnata perché fosse abbattuto il precedente governo o perché il referendum sull'acqua pubblica trionfasse... Vabbè, vedremo se per il prossimo anno ci saranno miglioramenti.
Mi piace infine ricordare che durante la marcia ho avuto occasione di parlare con tanti lettori che seguono fedelmente BastaBugie e sono stato piacevolmente sorpreso di vedere come il nostro servizio sia così apprezzato e diffuso. E' per noi motivo di incoraggiamento a continuare su questa strada senza esitazioni. Ho poi anche incontrato e parlato, durante la marcia o subito dopo, con molti degli autori di cui pubblichiamo gli articoli: Roberto De Mattei, Massimo Viglione, Costanza Miriano, Danilo Quinto, Renzo Puccetti, Francesco Agnoli, Mario Palmaro, Virginia Lalli, Gianfranco Amato, Magdi Allam, Andreas Hofer, Giulia Tanel e tanti altri. Mi ha fatto piacere vederli tutti in piazza mescolati tra la gente comune e tutti mi hanno confermato che anche loro, come me, erano molto felici del risultato raggiunto con questa bella iniziativa nata dal basso e che nessuno mai potrà strumentalizzare per fini propri.
Concludendo va ricordato che l'allegria è regnata sovrana in questa giornata, nella misura in cui si vedevano scorrazzare i più piccoli con i loro palloncini colorati o quando li vedevamo portare fieramente il loro cartellone. Chi chiama irresponsabili coloro che accettano il dono della vita sempre e comunque non ha mai visto la serietà con cui i fratelli più grandi accudiscono quelli più piccoli e come l'essere in tanti formi in famiglia persone generose, dedite alla condivisione e pronte anche al sacrificio per il bene di tutti. Con famiglie di questo tipo si forma una società che progredisce, ricca di uomini e donne che possano mettere le loro capacità a disposizione del bene comune, ciascuno nella propria misura.
Non rimane che darci appuntamento alla prossima Marcia per la Vita per una nuova pagina da scrivere insieme... L'appuntamento è già fissato per il 12 maggio 2013, sempre a Roma.

Nota di BastaBugie: consigliamo qui sotto la visione del nostro video e della galleria fotografica sulla Marcia per la Vita.

http://www.youtube.com/watch?v=Iq14qMf1oPA


Per vedere la galleria fotografica con un centinaio di nostre foto clicca sul link qui sotto
https://www.bastabugie.it/marciaperlavita2012roma/index.html

Fonte: Redazione di BastaBugie, 14 maggio 2012

2 - MARCIA PER LA VITA: LE RAGIONI DI UNO STRAORDINARIO SUCCESSO
Hanno aderito 150 associazioni: da oggi la cultura pro-life in Italia volta pagina
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana, 14/05/2012

Sono passati quasi trentacinque anni da quando l'aborto fu legalizzato in Italia, con la legge 194 del 22 maggio 1978. Quella legge ha un peccato d'origine: essa fu firmata dal presidente del Consiglio Giulio Andreotti e dal presidente della Repubblica Giovanni Leone, entrambi democristiani, che per salvare il governo si arresero ad una esigua ed improvvisata maggioranza parlamentare di orientamento laicista.
Il peccato di origine della "ragion politica" ha pesato sul trentennio successivo, in cui la classe politica cattolica, ma anche alcuni ambienti della Conferenza Episcopale Italiana, hanno considerato la 194 come una legge da "migliorare", piuttosto che da abrogare, senza comprendere che sarebbe stato impossibile raggiungere il risultato minimale di una restrizione della legge, senza proporsi l'obiettivo massimale della sua cancellazione. Mentre in tutto il mondo, e soprattutto negli Stati Uniti, nascevano movimenti pro-life all'insegna di una lotta all'aborto senza compromessi, in Italia il Movimento per la Vita di Carlo Casini ha condotto, per oltre un trentennio, una strategia di negoziazione sui princìpi che non ha ottenuto, fino ad oggi, nessun risultato.
Giovanni Paolo II fu eletto pochi mesi dopo l'approvazione della 194 e si stupì della mancanza di combattività del movimento pro-life italiano. La promulgazione della Evangelium Vitae il 25 marzo 1995 fu una frustata, diretta in primis ai cattolici minimalisti. In quel documento, il Papa ammoniva a non usare mai termini equivoci come "interruzione della gravidanza": "l'aborto procurato – ribadiva – è l'uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita" (n. 58); la sua approvazione legislativa costituisce un "crimine" commesso in nome del "relativismo etico" (n. 70).
Quando, per un "tragico oscuramento della coscienza collettiva", il relativismo giunge a porre in dubbio i principi fondamentali della legge morale, lo stesso ordinamento democratico è "scosso nelle sue fondamenta, riducendosi a un puro meccanismo di regolazione empirica dei diversi e contrastanti interessi". Ripetendo le parole di Giovanni Paolo II, i cattolici vedono la 194 come una legge "iniqua" priva "di validità giuridica" perché "quando una legge civile legittima l'aborto o l'eutanasia, cessa per ciò stesso, di essere una vera legge civile, moralmente obbligante" (n. 72).
Sono questi princìpi, ribaditi da Benedetto XVI, ad aver guidato la Marcia per la Vita che si è svolta con straordinario successo il 13 maggio a Roma. L'iniziativa è nata spontaneamente, dalla base cattolica, stanca della politica di tergiversazione del Movimento per la Vita e desiderosa di condurre una battaglia contro l'aborto a viso aperto, come accade in tutti i Paesi di Occidente. Un cardinale statunitense il Prefetto della Segnatura Apostolica Raymond Leo Burke ha testimoniato con la sua presenza la vicinanza della Chiesa ai pro-life italiani.
Molti vescovi italiani, anche tra i più autorevoli, hanno inviato messaggi di adesione e di incoraggiamento, altri hanno assunto un atteggiamento di prudente attesa, per verificare l'esito della iniziativa. Il successo, per molti inaspettato, è particolarmente significativo per il fatto che la Marcia per la Vita, a cui hanno aderito centocinquanta associazioni di diversa importanza, è completamente libera, anche sul piano economico, da condizionamenti politici o ecclesiali.
Non sono stati ammessi simboli e slogan di partito, proprio al fine di evitare le facili strumentalizzazioni degli avversari ideologici privi di argomenti per affrontare la discussione. In fondo si tratta proprio di questo: di mostrare che il dibattito sull'aborto è ancora aperto e che in Italia esiste un popolo della vita pronto a scendere in piazza per proclamare le proprie convinzioni, Il 13 maggio ha segnato una svolta nella storia del movimento pro-life italiano. Ora l'appuntamento è a maggio dell'anno prossimo. Ci attende un anno di mobilitazione in difesa della vita.

Nota di BastaBugie: il professor De Mattei dirige la trasmissione "Radici Cristiane" su Radio Maria ogni terzo mercoledì del mese alle 21.00. Nella puntata del 16 maggio parlerà della Marcia per la Vita 2012.
Inoltre consigliamo la visione del filmato della Marcia per la Vita pubblicato dal sito ufficiale della manifestazione. Per vederlo clicca qui sotto

http://www.youtube.com/watch?v=a-pxRd7tM0M


Per vedere la galleria fotografica con un centinaio di nostre foto clicca sul link qui sotto
https://www.bastabugie.it/marciaperlavita2012roma/index.html

Fonte: Corrispondenza Romana, 14/05/2012

3 - MARCIA PER LA VITA: IL POPOLO DELLA VITA E' TORNATO
La Repubblica, il Corriere della sera, i radicali e abortisti vari sono sotto choc
Fonte Verità e Vita, 14/05/2012

Nessuno, nemmeno gli organizzatori, si aspettava una cosa del genere: 15.000 persone che marciano sotto il cielo perfettamente azzurro di Roma, per contestare senza compromessi e sfumature la legge 194. Il colpo d'occhio che ne è venuto fuori è stato impressionante: un corteo interminabile, dominato dalle bandiere di decine, forse centinaia di associazioni, e pullulante di cartelli espliciti.
Un evento che in Italia mancava da decenni, in una sorta di lungo letargo durante il quale il mondo pro-life è rimasto nelle catacombe. Lavorava, ma quasi di nascosto. E, soprattutto, taceva, o preferiva parlare solo "in positivo", evitando toni decisi e fermi contro l'aborto, contro la legge 194, contro la fecondazione artificiale.
La Marcia per la Vita ha rotto questo incantesimo! Sì! E' stata una lieta, magnifica manifestazione dello spirito del popolo, mosso dall'appello delle coscienze prima ancora delle convocazioni. E questo è il vero significato politico del successo della Marcia: ritornare a un sano principio di sovranità, secondo il quale la mobilitazione di un popolo diventa necessaria quando le leggi calpestano i diritti fondamentali della persona.
E' scesa in piazza una pluralità di sigle e di tradizioni anche molto diverse fra loro. Una vera e propria "marcia ecumenica" che ha portato tante associazioni a unirsi intorno a un obiettivo comune: denunciare l'iniquità della legge 194 e riportare al centro del dibattito pubblico  l'essere umano  concepito.
 Il Comitato Verità e Vita ha aderito con convinzione alla Marcia anche per questo aspetto fondamentale: lavorare per unire sigle e organizzazioni molto diverse fra loro, per farle diventare una forza compatta e nello stesso tempo libera di conservare al proprio interno l'identità di ciascuno.
Normale che i centri di potere che hanno portato in Italia l'aborto legale siano stati colti di sorpresa. Normale che siano sotto choc: pensavano che ormai non esistessero più italiani convinti che l'aborto uccide un essere umano innocente, e che di conseguenza le leggi che lo permettono sono solo "leggi in apparenza", non più vincolanti in coscienza. Pensavano, in questi ambienti, che ormai il fronte pro-life fosse identificabile con chi vuole "l'applicazione delle parti buone della 194". Domenica mattina si sono risvegliati e hanno trovato Roma pavesata di cartelli e manifesti apertamente contro la 194. Hanno visto una piazza dove i giovani erano tantissimi, dove i sacerdoti e le suore erano un numero mai visto in una manifestazione contro l'aborto in Italia. Preti e suore vestiti da preti e da suore. Normale, dunque, che Repubblica e Corriere della sera cerchino di gettare fango sulla Marcia parlando di nazisti e razzisti.
Vuol dire che il popolo della vita che ha marciato compatto domenica a Roma fa paura: non è violento, è pacifico, è variegato, è trasversale, non risponde al comando di un unico leader o di un capo carismatico, ma appare coeso intorno al nocciolo duro della difesa di ogni vita innocente dal concepimento alla morte naturale. E' un popolo disarmato ma irremovibile, cordiale ma refrattario a o ogni compromesso. Da oggi inizia una nuova stagione per i pro-life italiani.

Nota di BastaBugie: vi presentiamo un filmato che mostra alcune immagini significative della marcia. Per vederlo si può cliccare qui sotto

http://www.youtube.com/watch?v=W3SfQB9ks0k


Per vedere la galleria fotografica con un centinaio di nostre foto clicca sul link qui sotto
https://www.bastabugie.it/marciaperlavita2012roma/index.html

Fonte: Verità e Vita, 14/05/2012

4 - MARCIA PER LA VITA: UNA FESTA GIOIOSA PER RIBADIRE L'IMPORTANZA DEI PRINCIPI NON NEGOZIABILI
L'aborto è stato introdotto da una classe politica degenere, la stessa che oggi, con Monti, pensa di risolvere la nostra crisi demografica spalancando le nostre frontiere agli immigrati musulmani turchi!
Autore: Magdi Cristiano Allam - Fonte: Il Giornale, 14/05/2012

Quanta gioia ho provato condividendo con migliaia di giovani la fede e la cultura dell'amore per se stessi, per i nostri figli, per il prossimo chiunque esso sia e qualunque sia la condizione in cui viene al mondo, partecipando alla Marcia per la Vita svoltasi ieri a Roma! Sono venuti da tutt'Italia per testimoniare che non si rassegnano ad una tragica realtà che fa venir meno persino la speranza di un giorno in cui potranno essere autenticamente e totalmente ciò che si sentono dentro, protagonisti del loro presente come persone, famiglia e comunità, costruttori di un futuro dove i valori non negoziabili alla vita, alla dignità e alla libertà saranno un patrimonio di certezza da trasmettere ai loro figli.
Ammettiamolo: siamo un Paese da aspiranti suicidi! Siamo destinati a declinare sempre di più come società e a scomparire come civiltà, avendo tra i più bassi tassi di natalità al mondo ed essendo più che mai ammalati di relativismo e succubi del buonismo. Ebbene, se ci volessimo del bene, se amassimo veramente i nostri figli, dovremmo promuovere la cultura della vita, difendere la famiglia naturale che è l'unica in grado di procreare, sostenere la maternità assicurando alle madri che scelgono di dedicarsi a tempo pieno alla famiglia, ai figli e alla casa un sussidio senza cui non lo potrebbero fare, aiutando concretamente i giovani affinché tramite la stabilità lavorativa siano messi nella condizione di rigenerare nuova vita.
Invece, coloro che sostengono queste posizioni che sono pienamente fondate laicamente sul piano della ragione, al di là della fede del credente cristiano nella sacralità della vita, che s'ispirano al buon senso e al sano amor proprio, viene tremendamente bollato alla stregua di "integralisti, negazionisti, razzisti" (dichiarazione di Dario Nanni, consigliere del Pd al Comune di Roma).
Così come il semplice fatto di affermare la verità sull'aborto, limitandosi a registrare che da quando è stata legittimata la pratica dell'interruzione volontaria della gravidanza negli ospedali pubblici, ci sono stati solo in Italia circa 5 milioni di feti uccisi nel grembo materno, rifacendosi ai dati ufficiali del Ministero della Sanità, fa scattare la condanna di essere "un concentrato di neonazisti, antisemiti, omofobi che negano il diritto delle donne, sancito da una una legge dello Stato (la 194 del 1978) a una maternità condivisa e responsabile".
Noi italiani rassomigliamo a chi di fronte alla casa che brucia, anziché chiamare i pompieri si rivolge all'incendiario che ha attizzato il fuoco sperando che sia lui a spegnerlo! L'Istat ci dice che nel 2050 la popolazione autoctona calerà di 5 milioni e che al tempo stesso ci saranno 6 milioni in più di ultrasessantenni, il che si tradurrà nell'inevitabile collasso del nostro sistema previdenziale e di assistenza sociale dal momento che la percentuale dei contribuenti sarà inferiore a quella dei beneficiari, eppure i nostri governanti sono del tutto sordi a questa catastrofe annunciata! La crisi demografica continua ad essere trattata come un qualsiasi servizio di cronaca ogni qual volta viene diffuso l'aggiornamento delle statistiche, anziché prendere atto che si tratta della più sera emergenza nazionale in parallelo a quella del dissesto finanziario ed economico.
Nel nostro caso l'incendiario di turno a cui ci stiamo rivolgendo con l'illusione che sarà lui a spegnere l'incendio è l'attuale capo del governo. Monti ci fa toccare con mano come la dittatura finanziaria, che lui incarna, e la dittatura del relativismo che favorisce l'invasione islamica, sono due facce della stessa medaglia.
Incontrando l'8 maggio a Roma il primo ministro turco Erdogan, Monti ha sostanzialmente prospettato che la nostra crisi demografica verrà risolta spalancando le nostre frontiere agli immigrati musulmani turchi! Dopo aver rassicurato Erdogan che l'Italia apporterà "un sostegno forte e convinto" all'adesione della Turchia nell'Unione Europea, Monti ha precisato che la Turchia potrà "portare un valore aggiunto, economico, geopolitico, strategico, culturale ad un'Europa anziana demograficamente, stanca e non piena di impulso economicamente".
No grazie! No alla dittatura finanziaria e no alla dittatura del relativismo! Non vogliamo prostrarci né al dio euro né ad Allah! Non abdicheremo alla dignità, non svenderemo la libertà, non rinunceremo al sogno di avere figli italiani che perpetuino la nostra civiltà!

Nota di BastaBugie: vi invitiamo a guardare l'intervista di Magdi Cristiano Allam registrata durante la Marcia per la Vita. Clicca qui sotto

http://www.youtube.com/watch?v=hfOSvfr0Oi8


Per vedere la galleria fotografica con un centinaio di nostre foto clicca sul link qui sotto
https://www.bastabugie.it/marciaperlavita2012roma/index.html

Fonte: Il Giornale, 14/05/2012

5 - COME LA MASSONERIA HA CONDIZIONATO LE ELEZIONI IN FRANCIA
Gli oltre 150.000 massoni francesi sono decisi a mantenere la loro influenza come caratteristica specifica del loro Paese
Autore: Massimo Introvigne - Fonte: La Bussola Quotidiana, 01/02/2012

Le iniziali sembrano innocue: CIU, Circoli Inter-Universitari. Ma questa tranquilla associazione di accademici francesi nasconderebbe in realtà una super-loggia massonica, con le stesse iniziali ma un nome meno rassicurante: Confraternita Iniziatica Universale. Se alcuni dei membri sono professori universitari interessati alla storia della massoneria e a questioni filosofiche, altri si muovono molto vicino alla politica francese. Lo rivela un'inchiesta di copertina del settimanale Le Point, non nuovo a curiose indagini nel mondo delle logge transalpine, che nel numero del 26 gennaio 2012 studia l'entourage dei principali candidati alla presidenza.
Due candidati minori alle presidenziali francesi sono dichiaratamente massoni: Jean-Luc Mélenchon, candidato dell'estrema sinistra, fa parte del Grande Oriente, mentre Corinne Lepage, dei Verdi – e moglie dell'ex ministro dell'Ambiente, massone e vicino alla CIU, Christian Huglo –, è stata iniziata nella Gran Loggia Femminile, un'obbedienza di sole donne, anche se dal 2010 lo stesso Grande Oriente ammette le donne. Se queste sono curiosità, è più interessante notare che Le Point, mettendo in conto querele e smentite che afferma di non temere, contra tredici massoni nell'entourage immediato di Nicolas Sarkozy, compresi i ministri dell'Economia, François Baroin, del Lavoro, Xavier Bertrand, della Difesa, Gérard Longuet, dell'Interno, Claude Guéant, della Giustizia, Michel Mercier, dello Sport, David Douillet, delle Relazioni con il Parlamento, Patrick Ollier, della Cooperazione Internazionale, Henri de Raincourt e dell'Educazione, Luc Chatel.
Gli ultimi due ministeri nella storia francese sono stati quasi sempre affidati a massoni: ma, come si vede, con Sarkozy è tutto il governo che sembra piuttosto una grande loggia. E molti di questi ministri sono vicini alla misteriosa CIU, che non va necessariamente d'accordo con l'obbedienza massonica più numerosa e potente in Francia, il Grande Oriente. Quanto a Sarkozy, bisognerebbe ancora ricordare il rapporto specialissimo del presidente con l'ex Gran Maestro del Grande Oriente Alain Bauer, e la sua vecchia abitudine – curiosa per chi dichiara di non essere massone – di firmare facendo seguire al suo nome tre puntini, come fanno i «fratelli», le lettere che da Ministro dell'Interno inviava ai sindacati di polizia, dove praticamente da sempre tutti i dirigenti sono massoni.
Se dovesse vincere François Hollande, il candidato socialista cui sembrano andare le simpatie del Grande Oriente, le cose dal punto di vista massonico non cambierebbero. Nella squadra che gestisce la campagna elettorale di Hollande, Le Point conta dieci massoni, fra cui il presidente del Senato Jean-Pierre Bel, gli ex ministri Michel Sapin e Jean-Yves Le Drian, il sindaco di Lione Gérard Collomb e il responsabile della comunicazione del candidato socialista, Manuel Valls.
Di fronte a questa proliferazione di «fratelli» chi diffidasse della massoneria in Francia potrebbe essere tentato di votare per il candidato centrista François Bayrou o per quella di destra Marine Le Pen. Ma anche qui, assicura Le Point, le logge hanno preso le loro precauzioni. Accanto a Bayrou, ascoltato consigliere, c'è l'ex senatore e membro della Corte dei Conti Alain Lambert, che viene dalle stesse logge dove è nata la misteriosa CIU. Dai medesimi ambienti proviene pure Dominique Paillé, già portavoce dell'UMP, il partito di Sarkozy, che non fa parte della squadra di Bayrou ma ne ha fatto il vincitore delle elezioni presidenziali nel suo romanzo Panico all'Eliseo ed è piuttosto influente negli ambienti che sostengono il candidato centrista.
Quanto a Marine Le Pen, fa parte della sua squadra l'avvocato – che compare spesso nei grandi media francesi – Gilbert Collard, iniziato nella Gran Loggia di Francia e passato poi alla Gran Loggia Nazionale Francese, l'obbedienza più «tradizionalista – dal punto di vista massonico, s'intende – che è stata il terreno di coltura della misteriosa CIU. Molta acqua è passata sotto i ponti da quando negli anni 1980 il Grande Oriente minacciava di espulsione non solo gli iscritti al Fronte Nazionale, allora guidato dal padre di Marine Le Pen, ma anche chi accettava il sostegno del partito di estrema destra, come l'ex-ministro Jean-Pierre Soisson che aveva cercato i voti del Front National per conservare la carica di presidente del Consiglio Nazionale della Borgogna. Forse non se ne farà nulla, ma il Grande Oriente ha dibattuto seriamente l'idea d'invitare Marine Le Pen a una riunione di «loggia bianca» a porte chiuse per esporre il suo programma ai «fratelli», come faranno gli altri candidati: un'idea che sarebbe stata impensabile fino a pochi anni fa.
Certamente non tutte le obbedienze francesi la pensano allo stesso modo, su molti temi. Ma ci sono dei fili che le uniscono e alla fine, nella politica francese, la massoneria riesce sempre a contare più che in altri Paesi. Se l'influenza massonica sulle cose politiche è forse in crisi altrove, i centocinquantamila massoni francesi sono decisi a mantenerla come caratteristica specifica del loro Paese.

Fonte: La Bussola Quotidiana, 01/02/2012

6 - GRAN BRETAGNA SOTTO SHOCK: ISLAMICI ''NATURALIZZATI'' INGLESI STUPRANO E FANNO PROSTITUIRE 600 BAMBINE BIANCHE (CONSIDERATE INFERIORI ALLE MUSULMANE)
Nel 2008 polizia e magistrati inglesi preferirono archiviare il caso per non essere tacciati di razzismo
Autore: Caelsius Mars - Fonte: Qelsi, 11/05/2012

Sono seicentorentuno, di cui 187 negli ultimi dieci mesi, le ragazzine tra i 12 ed i 16 anni violentate negli ultimi cinque anni da una banda di pedofili musulmani che le adescava nelle case di accoglienza per minori in cui erano ospitate per garantire loro "protezione sociale". Questa tragica vicenda si è verificata in Gran Bretagna, ed è venuta fuori a Liverpool in seguito alla condanna di nove uomini di origine pakistana ed afghana. Purtroppo due delle bambine, che si trovavano a Manchester e Rochdale, sarebbero morte in seguito agli stupri.
Le adolescenti prescelte erano tutte rigorosamente di razza bianca, perchè considerate nella cultura degli islamici "naturalizzati" inglesi degli esseri inferiori, ancor più delle derelitte donne musulmane, vera e propria carne da macello di cui disporre a piacimento per soddisfare luridi e morbosi appetiti sessuali.
Si cominciava con l'adescamento con cioccolatini, fumo e carte telefoniche, poi si passava a droga ed alcol per affievolire od annullare ogni capacità di restistenza delle vittime, che alla fine venivano stuprate da singoli od in gruppo, poi vendute o fatte prostituire al domicilio di clienti che  ne disponevano per ogni gioco orgiastico e di sesso estremo. Molte, addirittura, venivano obbligate ad avere rapporti con più uomini nello stesso giorno. La notizia che ha scioccato ancor di più il popolo britannico è che nel 2008 un responsabile dei servizi di assistenza sociale aveva segnalato il fatto, affermando che vi fossero delle prove evidenti di sfruttamento sessuale delle adolescenti.
Secondo il Times, questa "tratta delle schiave" avrebbe raggiunto dimensioni più vaste di quelle emerse sinora. Vergognosa la posizione assunta da molta parte della sinistra laburista che ha tacciato di razzismo la English Defense League che ha inscenato numerose manifestazioni di protesta fuori dalle aule del tribunale di Liverpool durante il processo, sostenendo che "sono numerosi anche i reati sessuali commessi da bianchi". Ma è proprio questo atteggiamento di comprensione e lassismo verso gli immigrati per un preteso egualitarismo che è alla base di questa orrenda vicenda. In effetti, quando venne alla luce nel 2008, polizia e magistrati inglesi preferirono archiviare il caso per non essere tacciati di razzismo. Così hanno distrutto la vita di oltre 600 bambine lasciando che una miriade di balordi le seviziasse per anni in ogni modo. Questo non è razzismo islamico nei confronti dei cristiani?
Ci sono dettagli emersi dal processo e riportati dai tabloid inglesi raccapriccianti, situazioni e comportamenti disumani che fanno riflettere, perchè derivano solo dalla crudeltà, dal disprezzo della vita e della dignità umana propria dei musulmani nei confronti degli "infedeli", ma non solo. Come accennato, due bambine sono morte in seguito agli stupri, molte sono rimaste incinte ed hanno dovuto abortire in tenerissima età. I dettagli emersi al processo sono degradanti: una ragazzina della casa di accoglienza di Rochdale sarebbe stata violentata da 25 uomini in una singola notte. "Erano terreno di caccia perché non appartenevano alla vostra comunità, alla vostra religione", ha detto il giudice leggendo il verdetto. "Sono l'incarnazione del male", ha detto una fonte della polizia. E il peggio, si è scoperto adesso, che tanto male poteva essere evitato. Errori delle forze dell'ordine, degli assistenti sociali e della Procura della Corona hanno fatto sì che nel 2008 la denuncia di una 15enne che era stata venduta per sesso da una gang di tassisti di Manchester non era stata creduta. Oggi dopo la condanna della gang, la Indipendent Police Complaints Commission ha deciso di vederci chiaro: come è possibile che per tanto tempo le forze dell'ordine siano state cieche davanti all'evidenza? Solo nel 2010 un procuratore ha deciso di riaprire l'inchiesta puntando i riflettori su un "bagaglio culturale importato" di uomini che considerano le donne "una specie inferiore": la disponibilità di ragazzine bianche vulnerabili "era quel che attirava questi uomini malvagi.
Questo non diminuisce di un grammo la loro colpevolezza". Ecco, tornando in Italia, queste bestie sono i "fratelli musulmani" di Vendola, che Napolitano vorrebbe trasformare in "italiani" qua da noi. L'unica consolazione è che in Inghilterra, almeno, saranno chiamati a scontare l'intera pena in carcere, e non li rimetteranno presto in circolazione come succederebbe qua da noi sotto la spinta del pensiero "democratico" di politici, intellettuali ed arraffatori della sinistra vigliacca e permissiva che dobbiamo sopportare.

Fonte: Qelsi, 11/05/2012

7 - CESARE PRANDELLI, L'ALLENATORE DELLA NAZIONALE, INVITA I CALCIATORI A DICHIARARE DI ESSERE GAY
Esulta il mondo omosessuale che invoca un ulteriore passo in avanti: non si comprende bene quale potrebbe essere... forse quello di abbandonare la natura che ci ha creati maschi e femmine e divenire tutti gay
Autore: Francesca Ruggero - Fonte: Corrispondenza Romana, 09/05/2012

Il commissario tecnico della nazionale di calcio italiana, Cesare Prandelli, invita i calciatori a dichiarare la loro omosessualità. Lo fa nella prefazione al libro Il campione innamorato. Giochi proibiti dello sport, scritto da Alessandro Cecchi Paone e Flavio Pagano, che intendono spiegare «il mondo privato e segreto dei grandi campioni del presente e del passato, chiarendo lo stretto legame che esiste fra felicità (o infelicità) sentimentale e sessuale e successo (o insuccesso) sportivo».
«L'omofobia è razzismo ‒ afferma Prandelli ‒ è indispensabile fare un passo ulteriore per tutelare tutti gli aspetti dell'autodeterminazione degli individui, sportivi compresi. Nel mondo del calcio e dello sport, resiste ancora il tabù dell'omosessualità, mentre ognuno deve vivere liberamente se stesso, i propri desideri e i propri sentimenti. Dobbiamo tutti impegnarci per una cultura dello sport che rispetti l'individuo in ogni manifestazione della sua verità e della sua libertà».
Le dichiarazioni del CT della nazionale hanno trovato vasto consenso ed entusiasmo nelle comunità e associazioni di transgender e omosessuali, ma anche in quei politici che non perdono occasione di accattivarsi le simpatie delle lobby dei gay. «L'intervento di Prandelli ‒ ha dichiarato ad esempio la deputata di Futuro e Libertà, Flavia Perina ‒ fa onore alla Nazionale e al mondo dello sport nel suo complesso. Nel 2009 la Federcalcio tedesca ha promosso una grande campagna nazionale contro l'omofobia. In questi giorni la Football Association britannica sta facendo lo stesso, con la campagna "So What?" (Embé?). È incoraggiante che anche in Italia qualcosa si muova: in una grande questione culturale come questa le parole dello sport, con la sua immensa carica di popolarità e attenzione, sono più importanti di quelle della politica e forse possono indurla a fare quel "passo ulteriore" di cui parla Prandelli».
Perina coglie uno dei punti di questa questione: la grande carica di popolarità dello sport aiuta certamente ad amplificare ancora di più quella cultura sempre più diffusa che eleva l'anomalia omosessuale rispetto ai principi dell'ordine naturale a paradigma della nostra modernità. C'è un dilagare di propaganda dell'omosessualità, nella pubblicità, nei film, nei libri, nell'informazione. Dovunque.
Prende il sopravvento il concetto che se non si è omosessuali, non si è alla moda. Scienziati come Veronesi prefigurano un futuro bisessuale per la nostra umanità. Perfino uomini di Chiesa, si sbilanciano. Scrive il Cardinal Martini nel suo ultimo libro, Credere e conoscere: «Io ritengo che la famiglia vada difesa perchè è veramente quella che sostiene la società in maniera stabile e permanente e per il ruolo fondamentale che esercita nell'educazione dei figli. Però non è male che, in luogo di rapporti omosessuali occasionali, che due persone abbiano una certa stabilità e quindi in questo senso lo Stato potrebbe anche favorirli».
L'altro giorno, abbiamo letto di un Parroco di una Cattedrale del Sud che in un'intervista diceva che la Chiesa deve trattare gli omosessuali con più «tenerezza». Come se qualcuno gli avesse permesso di saltare a piè pari il contenuto della dottrina cattolica. Il numero 2357 del Catechismo della Chiesa Cattolica, dice: «Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che "gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati"».
Si educa, quindi alla perversione e alla depravazione e nonostante questo viene anche richiesto un passo ulteriore, che non si comprende bene quale debba essere. Forse quello di abbandonare definitivamente la volontà di Dio che ci ha creati maschi e femmine e divenire tutti omosessuali. Così, finalmente, sarebbe garantito il futuro. Forse nell'inferno...

Fonte: Corrispondenza Romana, 09/05/2012

8 - LA BIBBIA: IL LIBRETTO DI ISTRUZIONI DELL'ESSERE UMANO
Chi prova a seguirle non è più bravo o più buono... semplicemente funziona meglio
Autore: Costanza Miriano - Fonte: www.costanzamiriano.wordpress.com, 21/04/2012

Io le letture della Messa le capisco a rate, come le battute del mio amico Paolo, che ci rido più tardi. E per fortuna che ho il messale, perché la mattina o arrivo in ritardo o dormo; poi ripasso.
Il Vangelo di ieri all'inizio non mi era sembrato così pericoloso. Ci sono dei brani che ti scomodano – Lazzaro che sta all'inferno, le beatitudini, andate via da me o maledetti e molti altri – ma questo sembrava tutto sommato inoffensivo. Per quanto mi riguarda io ho una mia playlist di pagine evangeliche, ascolto con gioia quelle che mi danno meno fastidio. Le altre le ignoro con elegante noncuranza. Faccio la gnorri.
Comunque ieri il Vangelo diceva "finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno della legge senza che tutto sia compiuto".
Sospiro di sollievo, posso andare tranquillamente al lavoro, anzi tornare a vagare con la mente (non c'è niente di meglio per farti venire in mente tutte le cose arretrate da fare che sederti su una scomoda panca di legno la mattina: la mente parte come un razzo verso liste della spesa, amichetti ospiti, telefonate, bonifici e arretrati di ogni sorta).
Poi però mi viene in mente che se neanche uno iota verrà cambiato, non è che si possono tanto ignorare le pagine antipatiche. Uno iota è un segnetto minuscolo, che fra l'altro ai tempi di Gesù neanche si scriveva, perché il testo in ebraico era senza vocali. E se neanche una cosa che non è scritta si potrà cambiare, stiamo freschi.
Se uno sta nella logica della legge, stiamo freschi davvero. Ma una chiave ce la dà la prima lettura, il Deuteronomio, che dice "questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente".
Insomma, la Bibbia non è una lista di prescrizioni, ma saggezza e intelligenza. Il libretto di istruzioni dell'essere umano. Chi prova a seguirle non è più bravo o più santo, semplicemente funziona meglio.
Romano Amerio, un grande studioso cattolico del '900, autore appunto di Iota unum, che è una critica "tradizionalista" di alcuni aspetti della Chiesa contemporanea, dice che la Chiesa non deve tradire il suo mandato di annunciare la Verità tutta intera, appunto senza cambiare una virgola, e (sempre se ho capito bene, tra una lista della spesa e una corsetta) che questo dovere viene prima ancora dell'amore. In Dio viene prima l'intelligenza, poi l'amore: non lo dico io e neanche Romano Amerio, ma il Vangelo, e san Paolo e sant'Agostino.
Adesso appellarsi a un amore universale e generale e indistinto va di moda, ma la Verità viene prima.
Viene prima perché dalla Verità discende tutto, anche l'amore, la fratellanza e le opere. A volte le parrocchie sono agenzie di animazione sociale, e si dimenticano l'annuncio.
La Verità ci dice chi siamo davvero – figli amatissimi del Todo Poderoso (mi piace più in spagnolo) – e quale è la nostra vera felicità.
Noi contemporanei siamo ormai insofferenti a ogni forma di gabbia, di costrizione, di limite alla nostra determinazione totalmente arbitraria.
Se abbiamo una speranza di conquistare a Dio qualcuno è parlandogli non di legge ma di felicità, di gioia, di cose che cominciano a girare per il verso giusto. Di come siamo fatti, tutti noi, di Quello per il quale il nostro cuore inquieto è fatto.

Fonte: www.costanzamiriano.wordpress.com, 21/04/2012

9 - EMMA BONINO E' STATA SCELTA (UNICA ITALIANA) TRA LE ''150 DONNE CHE MUOVONO IL MONDO'' RIUNITE NEL 2012 A NEW YORK
In passato anche il direttore di Avvenire si accodò al coro di lodi per la radicale che propaganda aborto, eutanasia, droga libera, sesso scelto in base al desiderio, legalizzazione della pedofilia...
Autore: Danilo Quinto - Fonte: La Bussola Quotidiana, 15/03/2012

Finalmente, l'uomo giusto. E' il 1999 e i radicali confezionano - con straordinaria abilità, come solo loro sanno fare - uno degli slogan più azzeccati delle loro campagne. Si trattava di promuovere la candidatura di Emma Bonino. A tutto. Prima a Presidente della Repubblica e, sulla scia del consenso popolare ricevuto, a leader di una formazione politica che per la prima volta portava il suo nome e che riuscì a raggiungere l'8.5 per cento dei consensi alle elezioni europee contro l'1.6 delle elezioni precedenti. Un successo travolgente. Ottenuto sulla scia del mandato di commissario europeo che la Bonino aveva svolto nei cinque anni precedenti.
Quell'anno, il 1999, segna per Emma Bonino lo spartiacque tra una carriera parlamentare longeva e brillante - iniziata nel 1976 e svolta senza soluzione di continuità tra Parlamento italiano ed europeo, tranne una breve parentesi nel '90 - e il suo divenire icona europea e mondiale dei "doveri della libertà", come li chiama nel suo libro uscito di recente per le edizioni Laterza.
Di fronte alle capacità, alle opere, alla maestria della Bonino, da allora, si sono inchinati tutti. Anche i cattolici. Come non dimenticare, quel che rispose l'allora direttore di Avvenire, Dino Boffo, l'11 marzo 2005, a sei lettori che protestavano per l'editoriale apparso sul giornale della CEI la domenica precedente: "Piace la fatica di considerare con libertà le persone; di denunciarne le azioni deprecabili e le convinzioni non condivisibili, senza impedirci di scorgere attitudini e qualità quando queste si esplicano sui terreni in cui non riscontriamo conflitti". Si parlava, in quei giorni, della candidatura di Emma Bonino a Commissaria ONU per i rifugiati e Boffo concludeva: "Se Emma Bonino ha in questo ambito dei numeri da spendere, perché dovremmo negarle l'ingaggio?". Peccato che il sostegno dell'Alto Commissariato alla diffusione di aborto e contraccezione tra i rifugiati sia dagli anni '90 uno dei temi più controversi di questa agenzia ONU.
Qualche giorno prima - mancavano poche settimane al referendum sulla legge 40 - sempre su Avvenire era intervenuto Giorgio Ferrari, sostenendo che le ostentate "posizioni libertarie, abortiste, deregulatorie in tema di droghe leggere di Emma Bonino non cancellano il retaggio umanista che l'accompagna da sempre e che forgia il carattere di questa signora passionale e insieme ispida come filo spinato, capace di adoperare le leve del potere e insieme di commuoversi di fronte a certi sciupii della dignità umana (non tutti, peccato)". L'affondo di Ferrari era questo: "Chi non la ricorda nei falansteri del Rwanda, nelle bidonville di Manila e della Malaysia, a Cuba, nel Kosovo, una specie di scricciolo rabbioso che levava il dito contro l'indifferenza del mondo ricco, rampognando la Banca Mondiale e il Fondo monetario internazionale per quel loro notarile conteggio degli interessi sul debito del terzo mondo? Ci siamo già dimenticati di quel 27 settembre del 1997, quando venne sequestrata dai talebani in un ospedale di Kabul dove era andata a verificare il funzionamento degli aiuti umanitari europei e ne uscì denunciando in tutto il mondo le terribili condizioni di vita delle donne afghane? Quanti come lei passano con disinvoltura da una tavola rotonda di denuncia contro l'infibulazione nel mondo islamico a un sit in contro la pena di morte come se ciò fosse nient'altro che il suo agire quotidiano?".
E' vero: chi definisce l'embrione umano un grumo di cellule o un'escrescenza della carne o chi intende diffondere a piene mani la cultura del desiderio perché solo in base a questo si decida se vale la pena tenere in vita una persona o decretarne la morte o chi asseconda quella cultura del genere, che sostiene la libertà di considerare mutevole l'identità sessuale conferita all'uomo dalla natura, può anche fare e proporre cose positive. Ma non tutto si può mettere sullo stesso piano, e nella responsabilità politica e istituzionale è ben difficile tenere separate le cose, tanto più che certe persone si identificano totalmente con certe battaglie.
Il rischio - quello che non si riesce a vedere o, se si vede, si fa finta che non ci sia - è proprio questo: che quelle idee vincano. Ed è grande, da questo punto di vista, la responsabilità di coloro che alimentano e sostengono il potere enorme che Emma Bonino ha acquisito in questi anni. Eppure, c'è chi ci insegna - come il Cardinale Biffi ne "La donna ideale" - che ci sono due esempi di donne: Eva, che crede assurdamente al demonio, che le promette una impossibile uguaglianza con Dio come frutto della trasgressione  e così si avvilisce e si rovina; Maria, che crede, sulla parola dell'angelo, che nulla è impossibile a Dio (Lc 1,37) e così pone le premesse non solo alla sua divina maternità, ma anche al nostro riscatto e alla nostra divinizzazione.
Proprio in base a questa verità, non c'è che da augurare a Emma Bonino di convertirsi.
A livello internazionale, l'italiano che insieme a lei ha più prestigio, credibilità e autorevolezza, è certamente l'attuale Presidente del Consiglio, Mario Monti. Ambedue, si racconta, frequentano elitarie ed esclusive riunioni di impenetrabili consessi internazionali. Una bella coppia, che si ri-conobbe con un abbraccio affettuoso e fraterno nell'aula del Senato, quando Monti fu nominato senatore a vita e l'attuale vice-presidente del Senato si sbracciò in un sorriso smagliante e generoso. Ripagato. Sta di fatto, che Radio Radicale, dopo qualche settimana - nonostante i tagli ai giornali e nelle buste paga - ricevette dal Governo prima tre, poi sette milioni di euro per il suo "servizio pubblico". Ne "avanza" ancora venti, per il 2013 e il 2014, per completare i tre anni della convenzione. Siamo certi che si troverà il modo.
Una bella storia, insomma, quella della leader radicale. Inserita, qualche giorno fa, dal più popolare tra i portali d'informazione ed opinione americani, The Daily Beast, nell'elenco delle "150 donne che muovono il mondo". Una sola nota stonata: il puritanesimo americano impedisce che nella motivazione si parli di aborto, di eutanasia, di procreazione assistita, di droga libera e di tutte quelle battaglie che sono state cavalcate dalla Bonino. L'immagine che se ne trae è quella di una donna fin troppo impegnata sui temi della political correctness: "Sin dalla sua elezione alla Camera dei Deputati nel 1976" - si legge nel profilo che Newsweek ha dedicato alla vice presidente del Senato - "Emma Bonino ha lavorato a lungo e in modo produttivo al tema della tutela dei diritti umani. Tra il 2001 e il 2004 ha insegnato all'Università del Cairo, lavorando a sostegno delle cause umanitarie nel Medio Oriente e in Nord Africa. Si è impegnata con grande tenacia a favore della ratifica del protocollo 'Africa's Maputo', che garantisce alle donne pari diritti sul piano sociale e politico e combatte contro le mutilazioni ai genitali".
Una selezione delle 150 donne che "muovono il mondo" con il loro impegno in politica, nell'economia, nel cinema, nel giornalismo e in altri ambiti, si riunirà a New York in una tre giorni di conferenze, a partire da questa sera, 15 marzo. A fare gli onori di casa nella serata inaugurale ci sarà Tina Brown, caporedattore di Newsweek e Daily Beast, Sheryl Sandberg, direttore operativo di Facebook, Judith Rodin, presidente della Fondazione Rockefeller, la stilista Diane von Fustenberg, Ngozi Okonjo-Iweala, direttore manageriale della Banca Mondiale, e il sindaco di New York Michael Bloomberg. Il focus della serata è sulle donne che hanno avuto un ruolo centrale nelle proteste per la svolta democratica in Medio Oriente e a sostegno dei diritti delle donne. Alla cena di gala è previsto anche un intervento di Bill Clinton a proposito della situazione in Medio Oriente.  
Venerdì è la volta del segretario di stato Hillary Clinton che parlerà dei progressi nel diritti delle donne. A rappresentare la diplomazia americana ci saranno anche Condoleeza Rice e Nancy Pelosi. Sabato il dibattito prenderà avvio con l'intervento del presidente cileno Michelle Bachelet che parlerà dei suoi primi 100 giorni come direttore dell'agenzia delle Nazioni Unite "U.N. Women".  
Tra le 150 donne invitate alla conferenza ci sono anche le stelle del cinema del cinema Salma Hayek, Angelina Jolie, Maryl Streep e Mia Farrow, l'architetto Zaha Hadid, il premio Nobel Shirin Ebadi e la First Lady Michelle Obama.
L'unica italiana presente sarà Emma Bonino. E' quello che ci meritiamo.

Fonte: La Bussola Quotidiana, 15/03/2012

10 - OMELIA DOMENICA DELL'ASCENSIONE - ANNO B - (Mc 16,15-20)
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 20 maggio 2012)

Quaranta giorni dopo la Risurrezione, Gesù ascende al Cielo davanti agli sguardi stupiti degli Apostoli. Prima di lasciare la terra, Gesù parla per l’ultima volta, affidando ai suoi Discepoli l’incarico di evangelizzare tutte le genti, dicendo: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16,15-16). È questo il mandato missionario che Gesù ha lasciato alla sua Chiesa e che fedelmente dobbiamo eseguire, affinché tutti conoscano il Vangelo e abbiano la Vita eterna.
Da una parte l’Ascensione del Signore ci invita a innalzare il nostro pensiero alle realtà celesti, distaccandolo dalla terra; dall’altra parte siamo invece chiamati a non rimanere inerti, in una passiva attesa del ritorno del Signore, ma a edificare il Regno di Dio nel mondo. A ciascuno di noi è stato dato un dono particolare da mettere a servizio di questa opera. Così, nella seconda lettura di oggi, san Paolo scrive che Dio «ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri» (Ef 4,11). Non è certamente un elenco completo: i compiti sono diversi come diverse tra loro sono le anime.
Dunque, se in poche parole vogliamo sintetizzare il messaggio di questa solennità, possiamo dire che, alla luce dell’Ascensione del Signore, siamo esortati a innalzare i nostri cuori al Cielo e a poggiare bene i nostri piedi a terra, adoperandoci per la diffusione del Vangelo nel mondo intero. Ci vuole la contemplazione e ci vuole l’azione. Questi due elementi vanno sempre insieme. Le sorti di questo mondo non si migliorano nelle discussioni, nelle riunioni, nelle pianificazioni, ma innalzando il cuore al Signore e attingendo da lui la luce e la forza per operare e per diffondere il bene nel mondo.
L’Ascensione non ha separato Gesù dalla sua Chiesa. Anche se è salito al Cielo, Egli continua ad essere sempre con noi. «Egli non si è separato da noi, ma ci ha preceduti nella dimora eterna, per darci la serena fiducia che dove è lui saremo anche noi, uniti nella stessa gloria» (dal Prefazio). Fin da adesso pensiamo spesso a questa gloria che ci attende nei Cieli. In Gesù risorto e asceso al Cielo, noi contempliamo quella che sarà anche la nostra meta finale. La festa di oggi ci insegna che non siamo stati creati per questa terra, ma per il Paradiso. Solo lì i nostri cuori troveranno la vera pace. Qui giù ci sarà sempre qualcosa per cui penare, e questo Dio lo permette per farci desiderare ancor più ardentemente il Cielo.
Tante volte viviamo come se dovessimo rimanere qui tutta l’eternità. Non pensiamo a sufficienza alla vita eterna e rischiamo di farci trovare impreparati all’incontro eterno con Gesù. Il nostro pellegrinaggio terreno si potrebbe paragonare a una lunga ascensione: dobbiamo raggiungere la vetta, e ciò richiede tutto il nostro impegno. Più facile sarà scendere, ma noi siamo chiamati a raggiungere le vette dell’amore di Dio. Più il nostro bagaglio sarà leggero, tanto più agevolmente riusciremo a salire e a raggiungere la cima. Per questo motivo, san Francesco d’Assisi volle vivere nella povertà, per non essere ostacolato da nulla nel suo slancio verso l’alto.
In questa ascensione non dobbiamo perdere di vista la vetta da raggiungere. All’inizio il cammino è agevole, ma, quanto più ci si avvicina alla vetta, tanto più l’ascesa si fa ripida e il respiro affannoso. Se prima si ammirava la bellezza del panorama, quando si è ormai vicini alla meta non si guarda che la cima, ogni altra cosa sembra scomparire. La fatica aumenta sempre di più, ma il desiderio di giungere in vetta si fa sempre più grande e, quando finalmente vi si giunge, si è al colmo della gioia. Sembra quasi che quanto più abbiamo faticato, tanto più siamo felici. Ai nostri occhi estasiati si aprono orizzonti meravigliosi e il mondo sotto di noi sembra ormai tanto piccolo. Si vorrebbe rimanere lì a lungo e si intuisce che il mondo non potrà mai appagare pienamente il nostro cuore.
Chiamati a guardare in alto, tante volte noi non riusciamo a staccare lo sguardo da terra. Impariamo dai santi, i quali, passando per molte prove e tentazioni, sono saliti molto in alto e hanno raggiunto la cima immacolata dell’amore di Dio. Si racconta che, quando era ancora bambino, san Francesco di Sales spesso era assorto, tutto preso dai suoi pensieri, e, quando il padre gli domandava a cosa stesse pensando, egli rispondeva: «Penso a Dio e a farmi santo».
Pensiamo anche noi a Dio. La preghiera è stata giustamente definita come l’«elevazione della mente a Dio». Ogni volta che pregheremo in modo autentico, eleveremo la nostra mente e il nostro cuore, staccandoli dai lacci di questa terra.
Pensiamo a Dio e fissiamo il nostro sguardo alla vetta!

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 20 maggio 2012)

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