BastaBugie n�252 del 06 luglio 2012

Stampa ArticoloStampa


1 IL NUOVO PRESIDENTE D'EGITTO MOHAMMED MORSI: DEMOCRATICO PER FINTA, MUSULMANO PER DAVVERO!
Del resto in campagna elettorale aveva dichiarato: ''Il Corano è la nostra costituzione, il Profeta è la nostra guida, il jihad è la nostra via e la morte in nome di Dio è il nostro obiettivo''
Autore: Valentina Colombo - Fonte: Corrispondenza Romana
2 IL SENATO VUOL RICONOSCERE L'INCESTO NEL CODICE CIVILE: CIOE' I FIGLI GENERATI DA PADRE CON FIGLIA, NONNA CON NIPOTE, FRATELLO CON SORELLA, ECC.
Grave vulnus alla concezione della famiglia come convivenza ordinata e strutturata; per tutte le culture evolute l’incesto è un disordine inaccettabile ed è frutto di violenza, fisica o psicologica
Fonte: Forum delle Associazioni Familiari
3 BOLZANO: FA PIU' NOTIZIA UN CAGNOLINO CADUTO IN UN FIUME CHE 600 BAMBINI UCCISI CON L'ABORTO...
Il direttore del quotidiano Alto Adige si difende: ''Sono cattolico, ma definire l'aborto come una 'soppressione di bambini' mi sembra un linguaggio davvero eccessivo...''
Autore: Giacomo Rocchi - Fonte: Comitato Verità e Vita
4 IL POTERE DELLA PUBBLICITA' E L'ISTIGAZIONE AL VIZIO
Non c'è soltanto qualcuno che vuole imporre il suo prodotto, ma chi segue pervicacemente l'ideologia totalizzante dello schiavismo del peccato
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana
5 PARITA' UOMO-DONNA? STESSA DIGNITA', MA RUOLI DIVERSI
L'uomo è fatto per la lotta e la conquista, per fecondare il mondo fuori della casa, mentre la donna cura, protegge, custodisce e quindi il suo ambito specifico è all'interno della casa
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Il Timone
6 APPARIZIONI, VISIONI, RIVELAZIONI: LA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE FA CHIAREZZA
Le rivelazioni private non possono né migliorare, né completare la Rivelazione definitiva di Cristo, ma aiutano a viverla più pienamente in una determinata epoca storica
Autore: Andrea Menegotto - Fonte: Il Quintuplo
7 IL REDDITOMETRO CONSIDERA POTENZIALI EVASORI COLORO CHE SCELGONO LA SCUOLA NON STATALE
Questa ingiustizia si aggiunge alla pesantemente penalizzazione che subisce chi non si piega alla scuola statale e così è costretto a pagare due volte: le tasse che mantengono la scuola statale e le rette dell'istituto non statale scelto
Fonte: Avvenire
8 LETTERE ALLA REDAZIONE: I GIOVANI NON SI ATTIRANO IN CHIESA CON LE MESSE ROCK
Ecco uno straordinario video che ben riassume i motivi decisivi perché i giovani (e non solo loro) scelgono la Chiesa Cattolica
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
9 OMELIA XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B - (Mc 6,1-6)
Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - IL NUOVO PRESIDENTE D'EGITTO MOHAMMED MORSI: DEMOCRATICO PER FINTA, MUSULMANO PER DAVVERO!
Del resto in campagna elettorale aveva dichiarato: ''Il Corano è la nostra costituzione, il Profeta è la nostra guida, il jihad è la nostra via e la morte in nome di Dio è il nostro obiettivo''
Autore: Valentina Colombo - Fonte: Corrispondenza Romana, 26/06/2012

Il 24 giugno 2012 sarà senza dubbio una data da ricordare non solo per l'Egitto, ma anche per l'Occidente. La proclamazione del primo presidente dell'epoca post-Mubarak nella persona del candidato dei Fratelli musulmani, Mohammed Morsi conferma la «primavera islamista». Ma soprattutto conferma la connivenza dei governi occidentali con il movimento dei Fratelli musulmani.
«Manterremo tutti gli accordi e i trattati internazionali che abbiamo siglato con il mondo intero», ha detto Morsi nel suo messaggio alla nazione. Quindi, si dovrebbe arguire, anche gli accordi di Camp David.
Successivamente ha comunque dichiarato che «è necessario tornare alla normalizzazione dei rapporti con Teheran per rafforzarli in modo da creare un equilibrio a livello regionale» perché «una normalizzazione dei rapporti tra Iran ed Egitto è nell'interesse dei suoi popoli sono certo che rafforzando i rapporti politici ed economici tra i due paesi si verrebbe a creare un maggior equilibrio strategico nella regione». Un equilibrio che mira a limitare e a contrapporsi a Israele.
Nel suo rassicurante messaggio alla nazione Morsi ribadisce la sua intenzione a costruire «una nazione costituzionale, democratica e moderna». Purtroppo tutto ciò contraddice quanto predicato in campagna elettorale. Davanti agli studenti dell'Università del Cairo aveva ripetuto il motto dei Fratelli musulmani: «il Corano è la nostra costituzione, il Profeta è la nostra guida, il jihad è la nostra via e la morte in nome di Dio è il nostro obiettivo». Ma non solo aveva anche dichiarato: «Oggi possiamo introdurre la sharia perché la nostra nazione potrà acquisire il benessere solo grazie all'islam e alla sharia. I Fratelli musulmani e il partito della Libertà e della Giustizia otterranno questi risultati».
Non resta che domandarsi qual è il vero Morsi: il candidato oppure il presidente? E' sufficiente uno sguardo al programma elettorale intitolato "Il progetto della Rinascita". A pagina 3 si parla di livello valoriale e di linee di pensiero e si afferma: «Questo livello deriva dai fondamenti e dai principi dell'islam applicati in modo veritiero». Ogni punto del programma è introdotto da un versetto coranico che ne suggella e giustifica i contenuti.
Nel frattempo Morsi si è dimesso dal movimento dei Fratelli musulmani e dal partito della Libertà e della Giustizia, ma nulla cambierà nella sua visione del mondo e dell'Egitto. D'altronde nella parte conclusiva del discorso alla nazione ha ribadito: «Non tradirò Dio in voi e non Gli disobbedirò nella mia nazione». Quindi nulla potrà contravvenire i dettami divini. Di conseguenza la sua promessa di salvaguardia dei diritti umani, delle donne, delle minoranza sarà mantenuta solo in conformità alla Legge divina.
Stupiscono quindi le congratulazioni che sono piovute a livello internazionale dal presidente Usa Barack Obama che ha telefonato al neo-presidente "per congratularsi con lui per la sua vittoria alle elezioni presidenziali egiziane" e per ribadire che «gli Stati Uniti continueranno a sostenere la transizione dell'Egitto verso la democrazia». Anche il Ministro degli Esteri italiano Terzi ha affermato che si tratta di «un passo avanti per consolidare le istituzioni e rafforzare l'amicizia con Roma». Anche gli esponenti della comunità copta egiziana non hanno fatto mancare le loro felicitazioni nella convinzione che Morsi sarà il presidente di tutti gli egiziani. Purtroppo credo che si tratti solo di wishful thinkings. L'idea di democrazia dei Fratelli musulmani è ben distante da quella di democrazia vera, la democrazia islamica non è la democrazia cristiana.
Non dimentichiamo che di recente in Tunisia, dove i Fratelli musulmani sono al potere, Bechir ben Hassen, un predicatore filo-governativo ha sentenziato: «il progetto dell'islam è incompatibile con la loro (degli oppositori al governo) ideologia, con la loro cultura. Mi dite che affermano di essere musulmani perché hanno pronunciato la professione di fede: vi rispondo: a che serve quando in pratica non compiono che delle azioni contrarie alla volontà di Dio. Sono quindi nemici di Dio, nemici dell'islam». In poche parole chi si oppone al governo è un apostata quindi è condannato a morte.
È questa la democrazia che vogliamo per tunisini ed egiziani?  E' questo il rispetto dei diritti umani e delle libertà senza se e senza ma? Ha ragione l'editorialista Tarek al-Hamid quando, commentando l'elezione di Morsi, ha esclamato: «Allacciate le cinture di sicurezza!» Purtroppo non si tratterà di una turbolenza passeggera perché i Fratelli musulmani, come hanno più volte ribadito, una volta raggiunto il potere non lo lasceranno facilmente. E anche questa volta l'Occidente se ne accorgerà troppo tardi.

Fonte: Corrispondenza Romana, 26/06/2012

2 - IL SENATO VUOL RICONOSCERE L'INCESTO NEL CODICE CIVILE: CIOE' I FIGLI GENERATI DA PADRE CON FIGLIA, NONNA CON NIPOTE, FRATELLO CON SORELLA, ECC.
Grave vulnus alla concezione della famiglia come convivenza ordinata e strutturata; per tutte le culture evolute l’incesto è un disordine inaccettabile ed è frutto di violenza, fisica o psicologica
Fonte Forum delle Associazioni Familiari, 16/06/2012

Il Forum delle associazioni familiari esprime grande preoccupazione per il disegno di legge contenente “Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali”, che, nell’affermare identico trattamento giuridico ai figli legittimi e ai figli naturali, rende possibile il riconoscimento anche dei figli nati da rapporti incestuosi.
Al testo già approvato dalla Camera il 30 giugno 2011, il 16 maggio 2012 il Senato ha aggiunto, tra altre modifiche, un nuovo testo dell’art. 251 C.C. che autorizza, seppur con il filtro valutativo del giudice, il riconoscimento del “figlio nato da persone tra le quali esiste un vincolo di parentela in linea retta all’infinito o in linea collaterale nel secondo grado” (cioè generati da padre con figlia, da madre con figlio, nonno con nipote, da fratello con sorella, tanto per intendersi), “ovvero un vincolo di affinità in linea retta”(suocero con nuora, suocera con genero).
Nessuno ha rilevato la gravità di questo disegno di legge che torna ora alla Camera per l'approvazione definitiva.
Ammettere il riconoscimento dei figli incestuosi è un grave vulnus alla concezione della famiglia come convivenza ordinata e strutturata, in cui l’istinto sessuale trova espressione all’interno della coppia e il rapporto tra generazioni ne è esente; per tutte le culture evolute l’incesto è un disordine inaccettabile ed è, nella stragrande maggioranza dei casi, frutto di violenza, fisica o psicologica.
Né può ritenersi che sia nell'interesse dei figli sapere, vedere certificata e pubblicamente conclamata la propria origine incestuosa: che percezione della famiglia, che educazione al rispetto di sé e dell'altro ne può derivare?
Il Forum auspica che i deputati sappiano evitare questo passo indietro nella convivenza civile.

Fonte: Forum delle Associazioni Familiari, 16/06/2012

3 - BOLZANO: FA PIU' NOTIZIA UN CAGNOLINO CADUTO IN UN FIUME CHE 600 BAMBINI UCCISI CON L'ABORTO...
Il direttore del quotidiano Alto Adige si difende: ''Sono cattolico, ma definire l'aborto come una 'soppressione di bambini' mi sembra un linguaggio davvero eccessivo...''
Autore: Giacomo Rocchi - Fonte: Comitato Verità e Vita, 29/05/2012

Sul quotidiano Alto Adige, nei numeri del 27 e del 29 maggio, sono state pubblicate due lettere alle quali il Direttore ha ritenuto di rispondere. Antonietta Morandi, del Movimento per la Vita di Bolzano, criticava come il quotidiano aveva presentato una manifestazione nel corso della quale erano state lasciate penzolare sul ponte Talvera 600 scarpine come "denuncia e informazione per portare a conoscenza di tutti come nella nostra bella e ricca provincia i bambini soppressi ogni anno sono quasi 600". La lettera, segnalando il maggior rilievo dato alla notizia del salvataggio di un cagnolino caduto in un fiume, concludeva: "Qui sta proprio la schizofrenia del nostro tempo e della nostra cultura: creare anche artificialmente esseri umani e uccidere e buttare quelli che ci sono già, che sono ancora lì, nascosti nel grembo materno. Chi si muove per salvare questi bambini?"
La risposta del Direttore Alberto Faustini è fulminante: "Non condivido in nessun modo - e glielo dico da cattolico - l'uso che fate della parola soppressi". Un riflesso condizionato? Si parla di aborto e il Direttore "incasella" l'argomento: roba da cattolici; poi ci si veste da cattolici ("adulti"?) e si inizia a tirare il freno: sulle parole ("soppressi"? Andiamoci piano...), ma soprattutto sui fatti: la parola "bambino" ovviamente non c'è (il Direttore ritorna però, sulla "deliziosa storia del cagnolino salvato") e si evocano "ben altri tipi di soppressione" (due giorni dopo il Direttore spiega che si trattava delle persone uccise nei campi di sterminio). Ma "soppressioni" di chi? Guai a dirlo, ma il Direttore ribadisce che "io una differenza - enorme - continuo a vederla": la vede, ma non la spiega.
Insomma: difensori della vita inevitabilmente cattolici, bambini uccisi rigorosamente cancellati dalla scena, saggi rimproveri sull'uso delle parole. Basta così? Ovviamente no: il Direttore deve fare la predica finale: "Ho un profondo rispetto per la vita, ma ho un altrettanto profondo rispetto delle regole dello Stato - conquistate a fatica - e di una laicità che ad esempio un cattolico come Degasperi ha difeso con forza in anni non facili". Imparate, voi cattolici che vi travestite da difensori della vita: dovete essere "laici" e rispettare le leggi dello Stato; quindi non occupatevi dei bambini (parola omessa) soppressi (parola vietata), piuttosto "spero che possiate fare avere quelle scarpe a chi ne ha bisogno". Capito? Siete per forza cattolici, parlate piano, moderate le parole, rispettate le leggi ingiuste e fate beneficienza!
E così, quando Lina Testa, due giorni dopo, in una bellissima lettera gli ribatte "che i bambini abortiti (sia a norma di legge che non) vengano soppressi è un fatto. Non vedo dove è lo scandalo per l'uso di questo linguaggio" e (pensate un po') insiste: "abortire, poi, un bambino significa impedirgli di vivere, farlo fuori, eliminarlo, insomma, il concetto è sempre quello. Che c'è da scandalizzarsi? E' la semplice realtà, di questo si parla quando si parla di aborto, non di altro"; e quando osserva: "o si sostiene il diritto alla vita o si sostiene l'aborto, tertium non datur insegnavano i latini, che non erano cattolici e forse laici molto più di lei. La laicità non c'entra un fico secco" e quando infine lo insegue: "lei, e non io, e non si capisce poi perché, visto che nessuno glielo ha chiesto, sostiene di essere cattolico, ma il cattolico è tenuto ad accettare il Magistero e il Magistero (oltre alla logica e alla legge naturale) è chiarissimo sul punto. Le leggi dello Stato che autorizzano l'omicidio (va bene così, invece di soppressione?) dell'innocente sono leggi ingiuste e ad esse non va data alcuna obbedienza", il Direttore si offende e si ritrae: "Eviterei di scendere al suo livello, anche perché non amo cattedre (...) dogmi e reazioni analoghe". Il livello cui vuole evitare di scendere è quello dei 600 bambini uccisi in provincia di Bolzano? Chissà, intanto il Direttore non ne parla ... Benché sostenga di non amare cattedre e dogmi, non rinuncia, però al richiamo finale a quello che, evidentemente, è il suo santo laico: "Ho citato De Gasperi perché sapeva essere cattolico con il senso, profondamente laico, dello Stato. E qui mi fermo ...".
Pensavo che la laicità fosse, innanzitutto, fare i conti con la realtà, con i fatti così come sono ... mi sono sbagliato?

Fonte: Comitato Verità e Vita, 29/05/2012

4 - IL POTERE DELLA PUBBLICITA' E L'ISTIGAZIONE AL VIZIO
Non c'è soltanto qualcuno che vuole imporre il suo prodotto, ma chi segue pervicacemente l'ideologia totalizzante dello schiavismo del peccato
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana, 12/06/2012

La pubblicità è una delle forme più persuasive per indirizzare i gusti e le scelte delle persone. Il primo annuncio pubblicitario risale al 1630 e apparve su un giornale di quel tempo: era una semplice inserzione che richiamava il nome del prodotto. Con la rivoluzione industriale e con l'incremento della produzione delle merci è aumentato l'uso di fare pubblicità, fino a diventare la cosiddetta "anima del commercio". Essa è il motore trainante degli indirizzi degli usi e dei costumi delle diverse generazioni e la sua importanza ha dato vita ad una vera e propria scienza, che utilizza le tecniche e tecnologie più avanzate, avvalendosi del lavoro di psicologi, sondaggisti, sociologi, disegnatori, fotografi, grafici, registi, attori, musicisti, cantanti... e le cifre impiegate sono da capogiro.
Nel 1928 il pubblicitario statunitense Edward Bernays, scrisse nel suo libro intitolato Propaganda: «coloro che hanno in mano questo meccanismo (...) costituiscono (...) il vero potere esecutivo del paese. Noi siamo dominati, la nostra mente plasmata, i nostri gusti formati, le nostre idee suggerite, da gente di cui non abbiamo mai sentito parlare. (...) Sono loro che manovrano i fili...». Bernays si riferiva sia alla propaganda politica, che a quella commerciale, i cui strumenti sono gli stessi: la sua campagna per la American Tobacco Company negli anni Venti, per incitare le donne a fumare, consistette, per esempio, nell'associare visivamente in maniera costante la sigaretta e l'emancipazione della donna.
Se i media sono il quarto potere, la pubblicità è il quinto. Attraverso la pubblicità noi possiamo osservare storicamente e filosoficamente i cambiamenti della civiltà postmoderna. Rimanendo nel contesto italiano, si riscontra quanto siano mutati, da quando esiste la Tv, non soltanto i gusti della popolazione, ma come siano cambiati i parametri della realizzazione delle stesse pubblicità. La televisione italiana iniziò a mandare in onda le pubblicità con un programma che ebbe un successo strepitoso, il celebre Carosello, che la RAI mandò in onda dal 3 febbraio 1957 al 1º gennaio 1977.
Sebbene esso abbia attraversato la rivoluzione sessantottina, mantenne, fino alla fine, un decoro ed un rispetto dei canoni basilari del buon gusto e della decenza. Dagli anni Ottanta in poi le cose sono precipitate, sia in Tv che sui rotocalchi... Oggi la situazione è grave, considerando anche il fatto che si è aggiunto un nuovo ed invasivo canale di trasmissione: Internet. I cartelloni pubblicitari che si trovano per le strade delle nostre città e a volte le réclame che fasciano i mezzi pubblici sono un altro campo di semina nefasto e devastante per diffondere non soltanto mode cattive e perverse, ma anche esercitare pressioni ideologiche lontane dai valori e dai principi cristiani o addirittura semplicemente naturali.
Poste a veri e propri lavaggi del cervello, a volte, soltanto visivi, ma che si imprimono indelebilmente nella mente, senza difese, senza barriere, senza... pietà. Numerose sono le réclame dove i protagonisti sono volgarità, aggressività, prepotenza. E le principali vittime sono i bambini, spesso e volentieri non protetti dagli stessi genitori, ormai assuefatti alla droga pubblicitaria, che avanza come un orco famelico. Non resta che l'autodifesa: non guardare, non ascoltare, nonostante l'imposizione di un mondo senza verità e scatenato nella manipolazione innaturale delle menti.
Imperano nella pubblicità: il relativismo, l'egoismo, l'edonismo, l'idolatria del corpo, il piacere dei cinque sensi. Spesso lo stile di vita proposto non è quello tradizionale della famiglia, ma del single e tutto ruota intorno a questo unico individuo, che non si sacrifica per nessuno e vive soltanto per se stesso, per piacersi e per piacere. Il ritmo della musica è spesso serrato, il linguaggio e il tono delle voci sono veloci, penetranti, conturbanti. La figura femminile, sia essa un'adolescente o una madre di famiglia, è sovente spregiudicata e arrogante; la figura maschile occupa ruoli a volte non consoni al proprio stato. E, ormai, si è giunti alla pubblicità che inneggia, subliminalmente oppure sfacciatamente, all'omosessualità.
Oggi, la maggior parte dei locali pubblici ha il suo megaschermo televisivo, persino alcuni studi medici e dentistici possiedono l'apparecchio che trasmette, ad libitum, pubblicità su pubblicità, senza considerare chi sta di fronte: dal neonato all'ultracentenario. Non abbiamo soltanto più a che fare con qualcuno che vuole imporre il suo prodotto, ma con chi segue pervicacemente l'ideologia totalizzante dello schiavismo del peccato. Enumerare i peccati che la pubblicità continuamente propone è impressionante: le figure retoriche con le loro iperboli, antonomasie, metonimie o metafore sono concepite in modo tale da condurre la persona sulla via della menzogna e dell'illusione.
La pubblicità cerca di sedurre attraverso un'immagine del "politicamente corretto": tutti devono essere appagati ed è indubbio che siano presi in considerazione i vizi capitali. Nel 1947 Georges Bernanos affermò che i motori di scelta della pubblicità sono proprio i sette peccati capitali, per la ragione che è molto più facile puntare ai vizi dell'uomo, piuttosto che alle sue virtù.

Fonte: Corrispondenza Romana, 12/06/2012

5 - PARITA' UOMO-DONNA? STESSA DIGNITA', MA RUOLI DIVERSI
L'uomo è fatto per la lotta e la conquista, per fecondare il mondo fuori della casa, mentre la donna cura, protegge, custodisce e quindi il suo ambito specifico è all'interno della casa
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Il Timone, maggio 2012

Una volta, quando avevo due gemelle di pochi mesi e altri due bambini piccoli, ho commesso un gesto di grande crudeltà. Lo ammetto. In un momento di difficoltà – forse un ginocchio sbucciato da medicare, forse una sorellina da allattare – ho appioppato in braccio a mio padre, di cui ero ospite, un fagottino di nipotina minuscola. Non sapendo come interagire con quella specie di essere di pochi chili, con il fermo obiettivo di non farle del male, mio padre è rimasto immobile, rigidissimo, le braccia pietrificate nella posizione in cui avevano accolto Lavinia. Non ricordo di averlo mai visto tanto affaticato fisicamente, sudato (era pieno agosto) e ansimante, pur immobile.
Eppure da magistrato ha affrontato emergenze ben peggiori, ha diretto una procura, condotto indagini molto importanti, coordinato colleghi e forze dell'ordine. E' tuttora un infaticabile cacciatore capace di percorrere chilometri di bosco, sgominare beccacce e cinghiali e procacciare legna, funghi, asparagi. Ma tenere una bambina di tre chili e due è un'impresa decisamente superiore alle sue forze.
Gli uomini di quella generazione, e credo di molte, forse tutte le altre precedenti, erano completamente esentati dalla cura dei bambini: noi eravamo tre fratelli, ma mio padre non solo di certo non ha mai cambiato, ma forse non ha mai neanche visto come era fatto un pannolino.
Non voglio difendere acriticamente un'epoca in cui forse i padri potevano avere una distanza eccessiva, a vantaggio di una molto maggiore autorevolezza, ma non posso fare a meno di notare con preoccupazione che adesso invece alle riunioni dell'asilo le maestre sgridano i padri che non si occupano con sufficiente frequenza della zona fasciatoio. Lo stesso dogma che oggi impone ai padri compiti di accudimento, li induce poi ad accollarsi anche mansioni casalinghe: pulire, stirare, cucinare, gestire la casa in ogni necessità. E tutto questo ha un prezzo.
Non posso sapere come vadano le cose in ogni casa, e credo che ogni famiglia trovi un suo equilibrio originale, che sappia tenere conto delle attitudini e delle inclinazioni di tutti. Quello però che non mi convince è che la condivisione assolutamente, millimetricamente paritaria di tutti i compiti venga non scelta in base alla vera gioia di fare ognuno la propria parte, con amore e nella libertà, ma imposta dal nuovo dogma della parità assoluta, e questo finisce per fornire infinite occasioni di scontro, in casa. Insomma, avete mai visto un uomo e una donna essere d'accordo sulla disposizione di una padella nel cestello della lavastoviglie? Si può concordare su tutto, essendo creature sideralmente diverse? Avete mai conosciuto un uomo che sappia localizzare un vaso per i fiori in casa senza l'aiuto di un navigatore, e, sinceramente, lo avete mai osservato disporvi dentro peonie e ranuncoli con pochi, sapienti gesti? Avete mai incontrato un uomo in carne ed ossa che ammiri con piacere una tenda ben stirata, immacolata e ben distesa? (Mio marito interrogato a sorpresa sull'argomento non saprebbe neanche dire quali finestre della casa siano dotate di tenda).
Uno dei corollari dell'assunto del gender, la teoria che vuole che uomo e donna siano categorie principalmente culturali e non naturali, è che uomini e donne, siccome sarebbero fondamentalmente uguali, dovrebbero fare le stesse cose. Per tentare di dimostrarlo sono stati scritti negli ultimi anni fior di libri (io mi sono molto divertita leggendo Maschi uguale femmine, di una tal Cordelia Fine, per dirne uno fra tanti). C'è bisogno di darsi parecchio da fare per far sembrare vera e normale la follia.  La verità risplende nella sua semplicità, la verità è semplice come l'elica del dna, che compone la natura in tutte le sue molteplici forme. Invece per dimostrare che i sessi possibili sono cinque (sic) c'è parecchio da argomentare, e parecchio da chiudere gli occhi sulla realtà. A mio parere su questo terreno si combatte una delle battaglie principali di questi e dei prossimi anni, e la Chiesa è rimasta l'unica voce pubblica a difendere l'evidenza dell'uomo, maschio o femmina (lucidissima la lettera ai vescovi scritta sul tema dall'allora cardinale Ratzinger nel 2004).
Ma mentre noi combattiamo sul piano teorico, intanto la teoria del gender ha ricadute pratiche e immediate sulla vita quotidiana delle persone: gli uomini sono stati costretti a imparare il servizio in casa, pena terribili accuse di egoismo, e questo è successo a scapito della loro autorevolezza, perché come insegna la fisica a ogni azione corrisponde una reazione. Non si può acquistare su un piano senza perdere su un altro.
Dal canto loro le donne hanno conquistato quello che chiamano il diritto di lavorare; lo chiamano diritto ma in molti casi, accecate dall'ideologia, non vedono più, e non hanno il coraggio di ammettere che preferirebbero avere più tempo da dedicare a ciò che hanno di più caro, la famiglia.
Mi sembra chiaro che in questo modo uomini e donne interpretino la parità in modo banale: quando le donne hanno rivendicato maggiori diritti, attenzioni, possibilità hanno sicuramente intrapreso una battaglia sacrosanta. Ma se la parità viene così banalizzata – maschi e femmine devono fare le stesse cose – è peggio per tutti, tutti si vive peggio. L'umanità dopo la caduta continua a dimenticare la sua chiamata alla comunità di amore più perfetta, la famiglia, come dice Edith Stein. Inquinati dalla sete del dominio reciproco, uomini e donne dimenticano che la famiglia è figura del grande corpo mistico che è la Chiesa. Nella famiglia, come nella Chiesa, ogni membro svolge la sua funzione peculiare e insostituibile: un piede non è la testa, un braccio non è un occhio. L'uomo è fatto per la lotta e la conquista, per fecondare il mondo fuori della casa, mentre la donna è fatta per curare, proteggere, custodire e la sua azione quindi ha il suo ambito specifico all'interno della casa. Questi due stili diversi nell'amare vanno continuamente messi a servizio l'uno dell'altro, bene attenti che l'attitudine dell'uomo non diventi dominio violento ed egoista, e quello della donna desiderio di controllare e soffocare. Se invece si cerca di armonizzare talenti e capacità, verrà naturale mettere insieme ciascuno le proprie capacità.
Non sarà più scandaloso, dunque, ammettere l'evidenza: che, sebbene gli uomini oggi abbiano giustamente imparato a ninnare i bambini all'occorrenza, questo alle donne continua a venire più naturale; che le donne sanno tenere in ordine la casa, e possono anche trovarlo piacevole, rimirare con soddisfazione un lavoro ben fatto, mentre un uomo tenderebbe per sua natura a risparmiare le energie mantenendo l'abitazione a un livello di minima decenza; che un uomo può cucinare, certo, e può farlo anche molto bene, ma troverà matematicamente impossibile farlo mentre corregge compiti, ascolta capricci e telefona all'amica in crisi, perché un uomo farà sempre solo una cosa per volta.
Un lato positivo questa massiccia campagna a favore della parità, però, ce l'ha: oggi al servizio in casa noi donne non siamo più costrette per insindacabile convenzione sociale, ma possiamo abbracciarlo con gioia e con inedita libertà. Non perché costrette, ma per amore, perché lo sappiamo fare, e, anche se questa cosa non si può dire ad alta voce, perché forse ci piace anche un po'.

Fonte: Il Timone, maggio 2012

6 - APPARIZIONI, VISIONI, RIVELAZIONI: LA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE FA CHIAREZZA
Le rivelazioni private non possono né migliorare, né completare la Rivelazione definitiva di Cristo, ma aiutano a viverla più pienamente in una determinata epoca storica
Autore: Andrea Menegotto - Fonte: Il Quintuplo, 05/06/2012

Eventi mistici quali visioni, rivelazioni, apparizioni, locuzioni interiori costellano la vita della Chiesa e quella di molti santi. Tuttavia, soprattutto in epoca contemporanea, è innegabile un certo proliferare di misticismo, favorito nella sua diffusione e conoscenza – rispetto a qualche decennio fa – dalla globalizzazione e dall'ampia possibilità di viaggiare. Cosicché spesso sorgono in maniera spontanea, sulla scia di presunte apparizioni o rivelazioni divine, della Madonna, di angeli o santi, veri e propri fenomeni di culto e pellegrinaggi spontanei, che vanno al di là dei luoghi ufficiali riconosciuti dalla Chiesa (Lourdes, Fatima, altri santuari mariani...), nati questi ultimi a seguito di un'apparizione o rivelazione soprannaturale, che sono stati e ancora sono teatro di eventi straordinari quali guarigioni miracolose - ritenute inspiegabili dalla scienza - e conversioni.
Con frequenza, le Diocesi e la Curia Romana ricevono documentazione circa presunte rivelazioni e fatti soprannaturali di varia natura. In fondo, la domanda costante che interroga pastori, teologi, studiosi in genere e fedeli riguarda l'autenticità o meno dei vari fenomeni mistici. Oltretutto, entro la fine del corrente anno, la Commissione internazionale d'inchiesta sulle apparizioni mariane di Medjugorje - fenomeno notissimo e di fama mondiale, che annovera milioni di fedeli e pellegrini, ma anche alcuni accaniti detrattori - porterà a termine il proprio lavoro, che si concluderà con un pronunciamento che sarà sottoposto alla Congregazione per la Dottrina della Fede e poi direttamente a Papa Benedetto XVI.
Inoltre, la questione delle - vere o presunte - rivelazioni soprannaturali è stata anche fatta oggetto dell'attenzione dei Vescovi radunati nella XII Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio nell'ottobre 2008 e raccolta da Benedetto XVI, inserendola nell'orizzonte globale dell'economia della salvezza, in un importante passaggio dell'Esortazione Apostolica Post-sinodale Verbum Domini del 30 settembre 2010 (cfr. n. 14).
In questo quadro, risulta di particolare rilievo e importanza la decisione da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede di rendere pubblico il documento dal titolo "Normae de modo procedendi in diudicandis praesumptis apparitionibus ac revelationibus". Il testo, per quanto risulti nei suoi contenuti di estrema attualità, ha ormai più di trent'anni: fu infatti approvato dal servo di Dio Papa Paolo VI [...] il 24 febbraio 1978 e conseguentemente emanato dal Dicastero vaticano il giorno seguente.
A quei tempi fu inviato alla sola conoscenza dei Vescovi, senza darne una pubblicazione diffusa, anche in considerazione del fatto che esso riguarda in primis i Pastori della Chiesa, chiamati in prima persona e direttamente – come vedremo – a discernere sui fenomeni mistici o pseudo-mistici. Tuttavia, in seguito, il documento è stato pubblicato in alcune opere specialistiche, tradotto in più lingue, ma non in traduzione ufficiale e autorizzata.
Essendo ormai i contenuti di pubblico dominio e certamente ritenendone utile la diffusione al vasto pubblico, lo scorso 29 aprile, la Sala Stampa della Santa Sede ha dato annuncio della pubblicazione ufficiale – a stampa e sul Web – e in più lingue (oltre all'originale latino: francese, inglese, italiano, portoghese, spagnolo, tedesco e ungherese) del testo che in italiano porta il titolo di Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni e per l'occasione reca una Prefazione dell'attuale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, cardinale William Levada, datata 14 dicembre 2011.
Il Prefetto nella sua prefazione spiega: «È viva speranza di questa Congregazione che la pubblicazione ufficiale delle Norme per procedere nel discernimento di presunte apparizioni e rivelazioni potrà aiutare l'impegno dei Pastori della Chiesa cattolica nell'esigente compito di discernimento delle presunte apparizioni e rivelazioni, messaggi e locuzioni o, più in generale, fenomeni straordinari o di presunta origine soprannaturale. Nel contempo si auspica che il testo possa essere utile anche ai teologi ed agli esperti in questo ambito dell'esperienza viva della Chiesa, che oggi ha una certa importanza e necessita di una riflessione sempre più approfondita» (Prefazione, n. 4).
Le Norme sono un testo sintetico e schematico, ma contengono i criteri chiave ed essenziali per l'analisi di fenomeni mistici in questione. Si tratta di un vademecum o «procedura» da mettere in atto per «discernere la vera natura dei fatti», «... affinché la devozione suscitata tra i fedeli da fatti di questo genere possa manifestarsi nel rispetto della piena comunione con la Chiesa e portare frutti» (Nota preliminare, 2), sui quali appunto si attua il discernimento.
Diversamente da come spesso emerge dai mass-media, non è in prima battuta la Santa Sede, ma è sempre l'Ordinario, cioè il Vescovo competente per luogo che deve studiare il presunto fenomeno soprannaturale. In seguito, potrà intervenire la Conferenza episcopale regionale o nazionale «se l'Ordinario del luogo, fatta la propria parte, ricorre ad essa per discernere con più sicurezza sul fatto», oppure «se il fatto attiene già all'ambito nazionale o regionale, sempre comunque con il consenso previo dell'Ordinario del luogo» (III.2). L'intervento della Congregazione per la Dottrina della Fede avviene quasi in seconda battuta, ovvero «può essere richiesto sia dall'Ordinario, fatta la propria parte, sia da un gruppo qualificato di fedeli. In questo secondo caso, si presterà attenzione a che il ricorso alla Sacra Congregazione non sia motivato da ragioni sospette (come, per esempio, la volontà di costringere l'Ordinario a modificare le proprie legittime decisioni, a ratificare qualche gruppo settario, ecc.)» (IV.1).
Per discernere circa l'autenticità di un fenomeno soprannaturale, le Norme offrono quindi «criteri positivi» e «criteri negativi» di carattere indicativo (cfr. I), volti a tutelare la fede del popolo da tendenze che, spesso passando mediante presunti messaggi divini o soprannaturali, di fatto contraddicono o si oppongono all'insegnamento ecclesiale. Dunque, una rigorosissima indagine sul fatto è indispensabile e fondamentale per garantirne la «certezza morale». Fattori fondamentali sono anche l'«equilibrio psichico» e le «qualità personali del soggetto o dei soggetti» coinvolti, una dottrina teologica emergente dalla presunta rivelazione esente da errori e «sana devozione e frutti spirituali abbondanti e costanti» (I.A.b)
Gli elementi negativi sono invece considerati, oltre a errori manifesti, una evidente ricerca di lucro, atti immorali commessi dal soggetto o i suoi seguaci durante o in occasione dello stesso, malattie psichiche che possano avere esercitato un'influenza sul presunto fatto soprannaturale ed errori dottrinali (che spesso nelle presunte rivelazioni sono addirittura attribuiti a Dio o alla Madonna da parte dei "veggenti"), pur tenendo conto «della possibilità che il soggetto abbia aggiunto – anche inconsciamente –, ad un'autentica rivelazione soprannaturale, elementi puramente umani oppure qualche errore d'ordine naturale» (I.B.b).
Qualora, mediante l'applicazione dei criteri precisati, risulti che nulla si oppone ad un giudizio positivo («pro nunc nihil obstare»), l'autorità ecclesiastica competente – e quindi, in genere, il Vescovo locale –, pur continuando a vigilare sul fatto, potrà permettere manifestazioni pubbliche di devozione e culto, anche se tale permissione non rappresenta di per sé un'approvazione definitiva del carattere soprannaturale dell'evento da parte della Chiesa. Infatti, il giudizio riguardante la verità e l'effettiva soprannaturalità («de veritate et supernaturalitate») del fatto rappresenta solo la terza e finale tappa – che segue, appunto, l'indagine mediante l'applicazione dei criteri suesposti e l'autorizzazione di forme pubbliche di culto – «alla luce del tempo trascorso e dell'esperienza, con speciale riguardo alla fecondità dei frutti spirituali generati dalla nuova devozione» (Nota preliminare, 2.c).
Il tutto, naturalmente nella logica globale, già ben espressa dal Catechismo della Chiesa Cattolica, per cui il ruolo delle rivelazioni private non è quello di «migliorare» o «completare» la Rivelazione «definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica». Infatti, «La fede cristiana non può accettare "rivelazioni" che pretendono di superare o correggere la Rivelazione di cui Cristo è il compimento. È il caso di alcune religioni non cristiane ed anche di alcune recenti sette che si fondano su tali "rivelazioni" (n. 67).
Caso mai, «La rivelazione privata – scrive Benedetto XVI al n. 14 della Verbum Domini – è un aiuto per questa fede, e si manifesta come credibile proprio perché rimanda all'unica rivelazione pubblica. Per questo l'approvazione ecclesiastica di una rivelazione privata indica essenzialmente che il relativo messaggio non contiene nulla che contrasti la fede ed i buoni costumi; è lecito renderlo pubblico, ed i fedeli sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione. Una rivelazione privata può introdurre nuovi accenti, fare emergere nuove forme di pietà o approfondirne di antiche. Essa può avere un certo carattere profetico (cfr 1 Tess 5,19-21) e può essere un valido aiuto per comprendere e vivere meglio il Vangelo nell'ora attuale; perciò non lo si deve trascurare. È un aiuto, che è offerto, ma del quale non è obbligatorio fare uso. In ogni caso, deve trattarsi di un nutrimento della fede, della speranza e della carità, che sono per tutti la via permanente della salvezza».
D'altra parte, come scriveva san Giovanni della Croce (1540 o 1542-1591), che pure fu un grande mistico e maestro di mistica, tutt'altro che disprezzando le rivelazioni soprannaturali, ma cogliendone un senso solo nella Rivelazione per eccellenza, «Dal momento in cui ci ha donato il Figlio suo, che è la sua unica e definitiva Parola, ci ha detto tutto in una sola volta in questa sola Parola e non ha più nulla da dire» (Salita al Monte Carmelo, II, 22).

Nota di BastaBugie: per leggere il testo integrale del documento della Congragazione della Dottrina della Fede, clicca qui sotto
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19780225_norme-apparizioni_it.html

Fonte: Il Quintuplo, 05/06/2012

7 - IL REDDITOMETRO CONSIDERA POTENZIALI EVASORI COLORO CHE SCELGONO LA SCUOLA NON STATALE
Questa ingiustizia si aggiunge alla pesantemente penalizzazione che subisce chi non si piega alla scuola statale e così è costretto a pagare due volte: le tasse che mantengono la scuola statale e le rette dell'istituto non statale scelto
Fonte Avvenire, 25/05/2012

Due genitori che hanno deciso di fare a meno di tanto superfluo e di investire nell'educazione dei figli, sono per lo Stato italiano dei potenziali evasori. Chiunque si rende conto dell'assurdità e dell'ingiustizia di questa affermazione, ma purtroppo è la verità.
Nonostante le inadempienze costituzionali nei confronti della famiglia, della parità scolastica e della cultura, la nostra burocrazia miope – nella scelta dei 100 'indicatori' per costruire il redditometro con cui individuare i possibili evasori fiscali – ha posto sullo stesso piano chi investe per il benessere e il futuro del Paese mettendo al mondo figli, educandoli nella libertà e realizzando attività culturali, con chi mantiene animali, frequenta centri massaggi, gioca online o compra gioielli. Siamo all'antico pregiudizio: chi manda i propri figli in una scuola privata, certamente è un benestante e come tale anche un sospetto evasore.
I burocrati che hanno scelto gli indicatori per lo spesometro non hanno pensato – nemmeno per un secondo – agli enormi sacrifici che molti genitori fanno per poter esercitare il loro diritto alla libertà di educazione. Altro che gioielli, massaggi o gioco online!
Nel nostro sistema dove la parità è rimasta solo a livello giuridico, chi sceglie una scuola paritaria viene pesantemente penalizzato dovendo pagare due volte: le tasse che mantengono la scuola statale e le rette dell'istituto non statale scelto. Ed ora si aggiunge il terzo onere: viene inserito d'ufficio fra i sospettati di evasione fiscale. Secondo la Costituzione tutti devono giustamente pagare le tasse. Troppi cittadini le evadono e perciò è necessario mettere in atto i necessari provvedimenti per combattere un'evasione che penalizza pesantemente il nostro Paese.
Quindi lunga vita alla lotta all'evasione fiscale. Ritenere però che le spese in questi campi siano sospette è un invito a non fare figli in un Paese che ne ha estremamente bisogno, è un attacco ai compiti educativi dei genitori ed è un sostegno al diffondersi dell'ignoranza e dell'indifferenza al bene comune.
L'Agesc chiede pertanto con forza la cancellazione nel 'redditometro' di alcuni indicatori che riguardano non spese di lusso, ma investimenti essenziali per il bene comune della comunità nazionale: gli asili nido; la scuola dell'infanzia, primaria e secondaria e i circoli culturali.

Fonte: Avvenire, 25/05/2012

8 - LETTERE ALLA REDAZIONE: I GIOVANI NON SI ATTIRANO IN CHIESA CON LE MESSE ROCK
Ecco uno straordinario video che ben riassume i motivi decisivi perché i giovani (e non solo loro) scelgono la Chiesa Cattolica
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 01/07/2012

Gentile redazione di BastaBugie,
vorrei condividere con voi una riflessione in seguito ad scambio di opinioni avuto oggi con altri ragazzi provenienti da realtà ed esperienze e spiritualità diverse dalla mia.
La discussione riguardava la liturgia e i canti della Messa: c'era chi sosteneva che una liturgia e canti più tradizionali intimoriscano i giovani, che invece sarebbero sicuramente più attratti da modi più innovativi e più vicini al mondo giovanile.
Non nego che qualcuno abbia avuto un primo approccio e si sia avvicinato alla Chiesa per queste vie, ma, mi domandavo - se davvero il problema è questo, e cioè che la Chiesa è troppo "antica" - perché mai le chiese non sono così piene di giovani (e meno giovani)  nonostante le varie  "innovazioni" liturgiche, di canti ecc...?
Non volevo e non voglio imporre la mia opinione a riguardo, perché le esperienze personali di ognuno sono diverse, però mi si permetta di dire che non si può generalizzare in questo modo a proposito di noi giovani e pensare di averci capiti tutti, ritenendoci troppo superficiali e a volte forse un po' "stupidi" da cascare nella "trappola" di chi vorrebbe farci avvicinare in chiesa con metodi alle volte infantili, come canti e balletti che parlano di Gesù in stile dance, pop ecc... Il problema non è il genere musicale dei canti, gli strumenti musicali più o meno alternativi. Di musica pop, spagnoleggiante, rock e di tutti i tipi, ne troviamo quanta ne vogliamo in giro, e di migliore, che ci piace ascoltare. Ammiro la buona volontà di chi in buona fede cerca di evangelizzare e far avvicinare i giovani con questi metodi, e so che a volte ci riesce anche, però non si può generalizzare, non tutti i giovani ne sono attratti; anzi c'è chi approcciandosi a questo genere di spiritualità ne rimane  spaesato, non trova le risposte a quello che in fondo cercava e anziché sentirsi accolto, "a casa", non si trova a proprio agio, si sente un estraneo rispetto a quel mondo "strano".
Potrebbe trattarsi solo di una mia impressione, di una mia esperienza personale e probabilmente dipende dalla spiritualità diversa di ognuno, o semplicemente dal proprio carattere più o meno espansivo, più o meno emotivo, ma è così che mi sentivo io quando son capitata - portata da qualche amico, due o tre volte - in ambienti più "innovativi", quando ancora mi domandavo perché essere cattolici e non protestanti, ad esempio, oppure cristiani "indipendenti", "senza appartenere" a confessione alcuna. Non è mia intenzione accusare nessuno di "protestantesimo", attenzione, ovvio che la differenza c'è ed è sostanziale; però chiedo a chi ha una spiritualità più "estroversa" (non so quale altro termine usare) di mettersi nei panni di chi invece magari è  più "timido" e comprenderà che un occhio "inesperto", di un giovane (ma anche meno giovane) che non ha ben chiaro come stanno le cose, che si domanda perché mai un cristiano, una persona che crede in Dio, in Gesù Cristo, debba essere cattolico e non per esempio evangelico, e si ritrova ad assistere a celebrazioni dai modi di fare simili a quelli visti in film americani in chiese pentecostali...rimane un po' perplesso, non avendo ancora capito in cosa consiste la differenza vera e propria tra cattolicesimo e protestantesimo: se è solo una differenza formale, di gerarchia, Papa non Papa, preti non preti, una differenza solo di punti di vista, un certo numero di sacramenti o un altro ecc... Come dire, la "forma" a volte rischia di non corrispondere perfettamente con la "sostanza": un'osservatrice spaesata, per così dire "incompetente", che guarda alla forma esteriore, non sempre riesce a cogliere la differenza se non c'è qualcuno che gli fa notare l' "essenziale" . Al contrario - ma ripeto, sarà forse una mia personale esperienza o una coincidenza, trovandomi già in un periodo di maggiore "apertura"  - uno dei primi "aiuti" l'ho avuto dalla "forma" più tradizionale, per non dire "tradizionalissima",  perché ho "respirato" il sacro vero e proprio, l'ho colto subito con l'aiuto della "forma", chiara manifestazione della "sostanza", senza necessità di ulteriori spiegazioni. Certo, è stato solo un aiuto tra le altre cose,  non la causa principale, è stata per tutta una serie di cose che man mano mi sono "scoperta" cattolica, però così è.
Non penso c'entri tanto il "metodo" più o meno alternativo, il problema è meno "superficiale": noi giovani, per quanto superficiali possiamo sembrare, le domande di senso ce le poniamo, più o meno consapevolmente, e, se ci avviciniamo a Cristo, alla Chiesa, è perché in fondo lo vogliamo, cerchiamo  la "sostanza" chiara e semplice, vera, non "abbellita" (se di abbellimento si tratta) per renderla più attraente, col rischio di non essere riconosciuta per quello che è.
 Abbiamo sete di Verità, quella vera, e, se è vero che "Io sono la Via, Verità e Vita"... va da sé che, anche senza volerlo, alla fine si arriva a conoscere Lui. Purtroppo però il mondo ci racconta un sacco di bugie  e riesce a dimostrare pure che il sole è viola anche quando è sotto gli occhi di tutti che è giallo. A prima vista si potrebbe pensare che queste questioni non strettamente legate alla religione – dalla storia, alla scienza - c'entrino poco con la Fede, l'avvicinarsi alla Chiesa ecc... però, come dicevo prima, la Verità c'entra eccome! E poi non si può negare che tanta diffidenza verso la Chiesa è dovuta in parte alla confusione e le bugie sul suo conto.
È vero che la Fede è un dono e che ci sono cose che superano la Ragione, però è anche vero che l'uomo, essere razionale e libero, in un certo senso sceglie "razionalmente" se vuole credere oppure no, e spesso usa svariati "pretesti" per non credere, come possono essere gli scandali, i difetti della Chiesa, dei suoi ministri e dei laici, purtroppo veri e non necessariamente "gravi". Anche un semplice laico osservante e "pio" la domenica a Messa, ma poi sgarbato, invidioso, pettegolo, maldicente durante il resto della settimana, può essere motivo di scandalo e di allontanamento per chi è più lontano che, giustamente, rimprovera l'ipocrisia dei cattolici. Ero tra questi. Poi ho capito che "coloro che sfuggono la Chiesa per l'ipocrisia, l'imperfezione delle persone religiose, si scordano che, se la Chiesa fosse perfetta nel senso da loro reclamato, non ci sarebbe in essa posto per loro." (Fulton J. Sheen). Come scriveva Tolkien (ha avuto anche lui una parte nella mia esperienza) "la fede è un atto di volontà, ispirato dall'amore. (...) Lo scandalo al massimo è occasione di tentazione (...) La tentazione di "non credere" è sempre dentro di noi. (...) ora mi conosco abbastanza bene da sapere che non lascerò la Chiesa (che per me significherebbe abbandonare l'alleanza con Nostro Signore) per una qualsiasi di queste ragioni: la lascerei se non credessi, e non crederei nemmeno se incontrassi qualche sacerdote saggio e santo. Negherei i Santi Sacramenti, cioè definirei il Nostro Signore un imbroglio." (lettera 250 a Michael Tolkien)
I Santi Sacramenti e soprattutto il Santissimo Sacramento, ecco ciò che "fa la differenza"; qual è la vera Chiesa mi chiedevo?
Cito ancora Tolkien: "Ma per me quella Chiesa di cui il Papa è capo riconosciuto ha un merito maggiore, e cioè quello di aver sempre difeso il Santo Sacramento e di avergli reso sempre onore e di averlo messo (come Cristo voleva) al primo posto. «Nutrite le mie pecorelle» fu il suo ultimo incarico a San Pietro" (lettera 250 a Michael Tolkien)
Le chiese cattoliche non sono vuote, lì nel tabernacolo c'è davvero Lui, scusate se è poco. "C'è Gesù che ti aspetta", reale, presente, "ti vuole incontrare", questo vuole sentirsi dire un giovane che in fondo Lo vuole conoscere. Un incontro a tu per Tu davanti al Santissimo non può lasciare indifferenti, che si creda o meno alla reale presenza di Nostro Signore qualcosa cambia, almeno qualche piccolo dubbio si accende, si avverte la presenza del Sacro... È sicuramente più efficace, è un "metodo" diretto, vero, senza troppi fronzoli a volte un po' stravaganti, per lo meno per i gusti di alcuni.
Questo nuovo metodo di Nuova Evangelizzazione, ormai diffusa in varie diocesi, mi sembra sicuramente più concreto ed efficace delle messe più "allegre" per attirare i giovani, o altre cose del genere, che comunque tra l'altro a volte rischiano di esagerare con le "innovazioni".
Non era mia intenzione offendere nessuno né tanto meno dare una visione assoluta del problema. Questa lettera è solo una mia opinione sulla base della mia esperienza.
Con affetto in Cristo
Sabrina

Cara Sabrina,
sono d'accordo con te. I giovani non si attirano con i concerti rock durante la Messa o con cartelloni accattivanti. I giovani si attirano in chiesa e nella Chiesa solo grazie alla Verità che essa sola può offrire nella sua interezza.
Inoltre la liturgia che conservi il senso del sacro attira i giovani certo più degli spettacolini inventati dal celebrante creativo. Magari in un primo tempo suscitano interesse, ma poi, subissati da ben più accattivanti proposte del mondo, finiscono per lasciare comunque la pratica religiosa così superficialmente accolta in un primo momento di euforia.
Benedetto XVI è maestro anche sotto questo aspetto: il suo riportare il senso del sacro al centro di ogni celebrazione dovrebbe far riflettere quanti pensano di attirare i giovani a suon di innovazioni liturgiche.
Ecco un video che completa bene quanto stiamo dicendo. Merita davvero che sia diffuso in internet, su facebook e dovunque sia possibile:

http://www.youtube.com/watch?v=Fe9jkSuMWDg


DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE"
Le risposte del direttore ai lettori

Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!

Fonte: Redazione di BastaBugie, 01/07/2012

9 - OMELIA XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B - (Mc 6,1-6)
Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per l'8 luglio 2012)

Le letture di questa domenica ci fanno riflettere sul dovere che abbiamo di ascoltare la Parola di Dio e di metterla in pratica, e sulle tristi conseguenze che derivano dalla nostra chiusura di cuore. Di questa chiusura parla sia la prima lettura che il Vangelo. Innanzitutto la prima lettura: Dio invia il profeta Ezechiele con queste parole: «Io ti mando ai figli d'Israele, a una razza di ribelli, che si sono rivoltati contro di me […] Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito» (Ez 2,3-4).
Questa durezza di cuore la ritroviamo nel brano del Vangelo che narra della predicazione che Gesù fece alla sinagoga di Nazareth, la sua patria. I nazaretani non ascoltarono la parola del Signore e si meravigliarono di come poteva essere che Gesù avesse una tale sapienza. Rimasero stupiti, ma non si convertirono: l'avevano visto crescere e vivere umilmente, l'avevano visto lavorare come falegname senza alcun segno di grandezza, e non vollero accogliere la sua parola.
Senza volerlo, gli abitanti di Nazareth ci offrono la più preziosa testimonianza della vita nascosta di Gesù. Furono trent'anni di vita normalissima, fatta di tante azioni ordinarie e ripetitive. Durante quei trent'anni, Gesù santificò il lavoro e si guadagnò il pane con il sudore della sua fronte. Durante quei trent'anni, il nostro Maestro divino visse sottomesso a Maria sua Madre, servendola e proteggendola, soprattutto dopo la morte di san Giuseppe.
Alla luce di questo esempio così luminoso, cerchiamo di apprezzare anche noi la vita di ogni giorno, il lavoro assiduo, il dovere quotidiano, le mille azioni forse monotone che si ripetono sempre uguali. Sarà proprio conducendo questa "vita nascosta" che anche noi ci santificheremo, come hanno fatto tanti nostri fratelli e sorelle, sconosciuti ai più, ma che un giorno conosceremo.
Comprendiamo anche noi che la santità non consiste nel fare cose straordinarie, ma nel compiere le azioni ordinarie straordinariamente bene, proprio come ha fatto Gesù in quei lunghi anni di vita nascosta. Questa fu la vita di Maria Santissima, una vita che non si distinse per miracoli e predicazioni, ma unicamente per il suo ardente amore a Dio e al prossimo.
Per Gesù venne poi il tempo della predicazione e dei miracoli, ma a Nazareth non lo vollero accogliere, tanto che il Signore proruppe in questa amara constatazione: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua» (Mc 6, 4). Il testo del Vangelo dice addirittura che gli abitanti di Nazareth si scandalizzarono a motivo di quella predicazione inaspettata.
La cosa più brutta fu che il Signore non poté compiere nessun prodigio, se non qualche guarigione, evidentemente concessa a qualche anima umile che aprì il suo cuore alla grazia di Dio (cf Mc 6,5). Gesù si meravigliò della incredulità dei più, e andò a predicare in altri villaggi.
Da questo episodio impariamo una triste realtà: la nostra mancanza di fede paralizza in un certo senso l'Onnipotenza di Dio. Spesso anche per noi Gesù non può compiere grandi cose, proprio a motivo della nostra incredulità. Vogliamo dunque rinnovare la nostra fede e chiedere al Signore che la dilati sempre di più.
Un giorno Gesù disse a santa Faustina che pregare è un po' come attingere acqua da un pozzo. Quanto più il secchio è grande, tanto più abbondante sarà l'acqua che si riuscirà ad attingere. Ebbene, il pozzo simboleggia il Cuore di Gesù, la fune raffigura la nostra preghiera, e il secchio rappresenta la nostra fiducia: quanto più la fiducia è grande, tanto più numerose saranno le grazie che riceveremo dal Cuore sacratissimo del nostro Redentore.
Quando la nostra preghiera è fiduciosa diventa molto potente e può ottenere tutto ciò che è veramente utile. Per questo motivo, san Claudio de La Colombiere affermava che la preghiera è l'Onnipotenza di Dio nelle nostre mani. Per questo motivo, san Massimiliano Maria Kolbe scriveva: «Sii un'anima di preghiera e di umiltà, e vedrai anche i miracoli, se sarà necessario». La nostra preghiera sarà sempre ascoltata nella misura della nostra umiltà, fiducia e perseveranza.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per l'8 luglio 2012)

Stampa ArticoloStampa


BastaBugie è una selezione di articoli per difendersi dalle bugie della cultura dominante: televisioni, giornali, internet, scuola, ecc. Non dipendiamo da partiti politici, né da lobby di potere. Soltanto vogliamo pensare con la nostra testa, senza paraocchi e senza pregiudizi! I titoli di tutti gli articoli sono redazionali, cioè ideati dalla redazione di BastaBugie per rendere più semplice e immediata la comprensione dell'argomento trattato. Possono essere copiati, ma è necessario citare BastaBugie come fonte. Il materiale che si trova in questo sito è pubblicato senza fini di lucro e a solo scopo di studio, commento didattico e ricerca. Eventuali violazioni di copyright segnalate dagli aventi diritto saranno celermente rimosse.