BastaBugie n�253 del 13 luglio 2012
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VASCO ROSSI SI SPOSA E CERCA DI SCARICARE SULLA CHIESA IL SUO FALLIMENTO COME PADRE
Secondo lui è colpa della Chiesa se in Italia non sono riconosciute le coppie di fatto... ma se davvero la Chiesa avesse il potere di veto sulle leggi non ci sarebbero divorzio e aborto
Autore: Caelsius Mars - Fonte: Qelsi
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PARTICELLA DI DIO: MARGHERITA HACK NON PERDE L'OCCASIONE PER FARE UNA BRUTTA FIGURA
Il bosone di Higgs sarebbe Dio secondo l'ignorante presidente onoraria dell'UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti)
Autore: Enzo Pennetta - Fonte: Libertà e Persona
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ALTRO CHE PARTICELLA DI DIO... TUTTO L'UNIVERSO E' DI DIO
Come Albert Einstein, anche Richard Dawkins, il capostipite dei divulgatori dell'ateismo, annunciò di essere giunto alla certezza razionale dell'esistenza di Dio
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
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SANDRO BONDI CHIEDE CHE LA CHIESA STIA ZITTA DI FRONTE AI CRIMINI DEL MONDO
Su aborto, testamento biologico, matrimonio gay, ecc. il parlamentare toscano sogna una Chiesa che ascolti, comprenda e ami, senza condannare, né proibire (cioè in pratica che non testimoni la verità...)
Autore: Pucci Cipriani - Fonte: Riscossa Cristiana
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TUTTO QUELLO CHE NON VI HANNO DETTO SUL VESCOVO ARGENTINO BARGALLO' FOTOGRAFATO AL MARE CON LA ''SUA'' DONNA E CHE POI HA DATO LE DIMISSIONI
Come celebrava la Messa? Maglietta e pantaloncini, cesti del pane e di frutta, palloncini, orchestrina con le chitarre... E' proprio il caso di dire: dimmi come celebri e ti dirò chi sei
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana
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ECCO COME LA CORTE SUPREMA HA DATO L'OK ALLA PESSIMA RIFORMA SANITARIA DI OBAMA
L'Obamacare si abbatte sui cittadini a causa del potere di ipertassare che è l'arma preferita del totalitarismo democratico
Autore: Marco Respinti - Fonte: L'Occidentale
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ANNI DI OMELIE INSIGNIFICANTI NON HANNO LO STESSO EFFETTO DELLA POTENTE CATECHESI PER IMMAGINI DEL DUOMO DI ORVIETO
Ecco perché il mio primogenito mi ha chiesto di accompagnarlo a confessarsi, ed è la prima volta che è lui a proporlo (di solito sono io che gli rompo le scatole)
Autore: Costanza Miriano - Fonte: www.costanzamiriano.wordpress.com
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LA DIPLOMAZIA CINESE IRRIDE IL SINDACO PISAPIA E IL CONSIGLIO COMUNALE DI MILANO
Nessuna gratitudine, ma solo disprezzo per la sua debolezza
Autore: Rodolfo Casadei - Fonte: Tempi
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OMELIA XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B - (Mc 6, 7-13)
Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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VASCO ROSSI SI SPOSA E CERCA DI SCARICARE SULLA CHIESA IL SUO FALLIMENTO COME PADRE
Secondo lui è colpa della Chiesa se in Italia non sono riconosciute le coppie di fatto... ma se davvero la Chiesa avesse il potere di veto sulle leggi non ci sarebbero divorzio e aborto
Autore: Caelsius Mars - Fonte: Qelsi, 9 luglio 2012
L'altro giorno Vasco Rossi ha sposato nel Comune di Zonca (Modena) con rito civile quella che per 25 anni è stata la sua fedele compagna, la signora milanese di origini tedesche Laura Schmidt. Dopo una cerimonia scarna ed informale, assediato dai fotoreporter, la pop-star modenese ha dichiarato che non ci sarebbero stati festeggiamenti particolari, perché anzi l'avvenimento per lui rappresenta una sconfitta. E se l'è presa con la Chiesa cattolica che secondo lui ha condizionato in Italia l'approvazione di una legge che regoli le "coppie di fatto", in mancanza della quale lui si è visto "costretto" a sposare Laura "solo" al fine di garantirle i diritti di coniuge, in particolare per quanto riguarda la possibilità che lei continui a percepire la propria parte dei diritti d'autore anche quando Vasco non ci sarà più. Una baggianata cosmica quella detta dal cantante, apparso teso e molto suscettibile dopo la cerimonia coniugale. Intanto bisogna ammettere che se veramente la Chiesa avesse il potere di veto sulla legislazione italiana, sicuramente non sarebbe mai passata l'omologazione di quegli omicidi che a seconda delle circostanze prendono il nome di aborto od eutanasia, né quella regola distruttiva che mina dalle fondamenta la società civile nel suo valore fondante della famiglia che prende il nome di "divorzio facile". Se le coppie di fatto non vengono ancora riconosciute, la colpa è della complessità della legislazione per regolare la materia. Se infatti l'unione di fatto fosse resa possibile solo a partner non coniugati con terze persone, essa diverrebbe una esatta replica del matrimonio civile, per cui la sua introduzione risulterebbe del tutto inutile. Andare dall'ufficiale di stato civile a dichiarare un matrimonio od una unione di fatto nulla cambierebbe in pratica, perché una dichiarazione va comunque ufficialmente sottoscritta, se non altro per far saper all'anagrafe chi sta con chi. Perché abbia un senso, l'accoppiamento di fatto dovrebbe funzionare come tra gli animali, quando due individui decidono di stare insieme a prescindere dalla storia dei loro rispettivi stati civili. In questo caso, il legislatore dovrebbe trovare un modo sensato per tutelare e proteggere i diritti anche dei partner precedenti, nonché della prole generata nell'ambito di altri legami di fatto o coniugali, per cui ne esce fuori un guazzabuglio difficilmente definibile in concreto. E' questo che rallenta il processo di introduzione di questa legge della Jungla, non altro, visto che in questo Paese coscienza e decenza sono morte da un pezzo, per cui nulla osterebbe alle coppie di fatto, omo od etero che siano, con tanto di diritto d'adozione. Tornando a Vasco, per tutelare i diritti della sua compagna gli sarebbe bastato un testamento olografo depositato presso un notaio in cui avrebbe potuto esporre le sue volontà in merito alla ripartizione delle sue sostanze e dei diritti d'autore futuri. Non lo ha fatto perché temeva semplicemente che i suoi tre figli, avuti con tre compagne diverse, l'ultimo con quella che ora è sua moglie, avrebbero potuto impugnare le sue volontà, rivendicando per se stessi l'intera eredità ed i diritti a futura memoria. Ma un padre che ha il serio e fondato dubbio che i propri figli possano disattenderne la volontà e le disposizioni testamentarie, un padre il cui unico argomento di discussione con i figli sono le questioni ereditarie, è un uomo che ha completamente fallito nel suo ruolo di genitore. Per questo "deve" proteggere "legalmente" la moglie, perché i suoi rapporti con i figli appaiono completamente superficiali e gli unici argomenti di conversazione in comune con loro si limita alle questioni ereditarie ed al vile denaro. E' molto triste, ma è così dato che lo stesso Vasco ha dovuto prendere atto di questa sua squallida situazione. Ma in tutto questo la Chiesa cattolica, apostolica, una e romana cosa c'entra?
Fonte: Qelsi, 9 luglio 2012
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PARTICELLA DI DIO: MARGHERITA HACK NON PERDE L'OCCASIONE PER FARE UNA BRUTTA FIGURA
Il bosone di Higgs sarebbe Dio secondo l'ignorante presidente onoraria dell'UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti)
Autore: Enzo Pennetta - Fonte: Libertà e Persona, 05/07/2012
Mentre tutti i media danno giustamente ampio risalto alla scoperta del bosone di Higgs, quello che stona è proprio il nome inadatto con il quale esso viene indicato "Particella di Dio". Un nome che non piaceva allo stesso Higgs, ma che si piegava alle esigenze di marketing creando però un'inaccettabile confusione nell'opinione pubblica. Nonostante il gran parlare che se ne sta facendo in questi giorni, probabilmente se domandassimo al primo che passa per strada cosa è il bosone di Higgs difficilmente potremmo ricevere una risposta minimamente soddisfacente. Quello che però tutti sanno è che è stata trovata la "particella di Dio", fatto che non può che essere clamoroso. Sarebbe interessante che qualche agenzia di sondaggi verificasse cosa sta giungendo nel pensiero comune da tutta questa vicenda. Proviamo a fare delle ipotesi: 1- Si potrebbe credere che tale particella possa risolvere tutti gli interrogativi sui come e perché dell'universo e che essa possa quindi sostituirsi alla divinità dimostrando che Dio non esiste, vedi UAAR [...] e la sua degna esponente Margherita Hack che su La Repubblica dichiara: "Il bosone è Dio" 2- Si potrebbe pensare che finalmente abbiamo catturato veramente una parte di Dio. 3- In alternativa si potrebbe pensare che comunque sia dimostrata scientificamente l'esistenza di Dio. Il ragionamento (razionalista per definizione) dell'UAAR e quello della HACK sono talmente puerili da destare imbarazzo, quest'ultima ha infatti affermato: "Io lo chiamo addirittura dio, [...] Poiché e' la particella che spiega come si forma la materia delle altre particelle e siccome queste sono quelle da cui poi deriva tutto – le stelle, gli elementi che abbiamo sulla terra, compresi quelli che compongono gli esseri umani – questa particella e' veramente dio". [...] Margherita Hack evidentemente non ha ben chiari i concetti che sono alla base del "come" e del "perché" che fanno la differenza tra scienza sperimentale e religione, del resto non potremmo spettarci molto da una persona che ha proposto la "cosmopetologia" paragonando il Big Bang ad una "Grande Scorreggia". Tutte le persone con un minimo di buon senso, pur senza una preparazione scientifica, hanno certamente subito compreso che con il concetto di Dio il bosone non ha a che vedere niente di più e niente di meno di qualsiasi altro oggetto del mondo fisico, nessuno ha mai pensato di chiamare l'elettrone o il protone o i quark "particelle di Dio". Ma come nasce allora questo nome così inadatto? Le versioni sono due: secondo una il nome originario era The Goddamn Particle (la dannata particella), un nome che pare sia stato dato per via della difficoltà di verificare l'esistenza della particella, e che fu cambiato da un editore che riteneva di migliore e maggiore effetto togliere "damn" e cambiarlo in The God Particle. Un dubbio... e se fosse rimasto il nome originale adesso di cosa staremmo parlando? Qualcuno dell'UAAR o la Hack avrebbero forse ritenuto di scrivere che sarebbe stata dimostrata l'esistenza dell'Inferno? Per coerenza avrebbero dovuto farlo. La seconda versione sull'origine del nome, non molto diversa dalla precedente, solleva ulteriori riflessioni, tale versione viene riferita da Wired in Perché è importante il bosone di Higgs: "Perché la chiamano " Particella di Dio"? È per un'astuta mossa del Nobel Leon Lederman che il bosone di Higgs è soprannominato in questo modo dalla fine degli anni Ottanta. A quel tempo, Lederman era direttore del Fermilab di Chicago e sperava di ottenere i finanziamenti per costruire in Texas l'enorme acceleratore Superconducting Super Collider(mai costruito). Un nome come particella di Dio, infatti, poteva ammorbidire i deputati del Congresso. Leggenda vuole, poi, che il suo libro, pubblicato nel 1994, si dovesse intitolare, in realtà,The Goddamn Particle (la particella maledetta), e che l'editore decise di togliere damn. Secondo questa ricostruzione il nome venne invece cambiato sempre per motivi di marketing, ma stavolta al fine di ottenere dei finanziamenti per la ricerca. Questo rimanda al problema dei modi utilizzati per ottenere dei finanziamenti, qualcosa del genere accade nel caso degli studi che inseriscono anche forzatamente il "Global warming" nelle loro finalità solo perché questo consente di attingere con più facilità ai finanziamenti. Insomma non sarà una bella cosa ma in fondo non c'è da scandalizzarsi più di tanto che anche la fisica a volte si pieghi alle necessità di questo mondo, l'importante che quando qualcuno volesse utilizzare il termine "Particella di Dio" per strumentalizzarlo come hanno fatto la Hack e l'UAAR si risponda come il grande Totò: ...ma mi faccia il piacere!
Fonte: Libertà e Persona, 05/07/2012
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ALTRO CHE PARTICELLA DI DIO... TUTTO L'UNIVERSO E' DI DIO
Come Albert Einstein, anche Richard Dawkins, il capostipite dei divulgatori dell'ateismo, annunciò di essere giunto alla certezza razionale dell'esistenza di Dio
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 06/07/2012
In questi giorni è stata strombazzata in tutto il mondo la scoperta del famoso "bosone di Higgs", la cosiddetta "particella di Dio". Ma c'è anche un'altra "scoperta" – rimasta pressoché sconosciuta – a cui voglio accostarla: più che la "particella di Dio" essa mostra Dio stesso. Si tratta di uno studio sulla Sindone di Giuseppe Baldacchini, uno scienziato italiano già dirigente al laboratorio dell'Enea di Frascati. [...] La prima scoperta – quella del bosone – ci dice che in effetti esiste una particella che alcuni fisici teorici avevano ipotizzato come necessaria per il funzionamento del mondo subatomico. Già Albert Einstein si stupiva constatando che il mondo dell'infinitamente piccolo e quello dell'infinitamente grande sono stati fatti non dal caso, né dal caos senza leggi, ma secondo una grandiosa e perfetta Razionalità, tanto che la razionalità umana può intuire l'esistenza di queste realtà subatomiche prima ancora che vengano scoperte sperimentalmente. Ciò significa che la stessa Razionalità che ha fatto l'universo, ha fatto anche la ragione umana. Einstein diceva: "Chiunque sia seriamente impegnato nel lavoro scientifico si convince che le leggi della natura manifestano l'esistenza di uno spirito immensamente superiore a quello dell'uomo, e uno di fronte al quale noi, con le nostre modeste facoltà, dobbiamo essere umili". Einstein – contestando sia il positivismo che il panteismo – spiegava così il suo razionale riconoscimento di Dio: "La mia religiosità consiste nell'umile ammirazione dello spirito infinitamente superiore che rivela se stesso nei minimi dettagli che noi siamo in grado di comprendere con la nostra fragile e debole intelligenza. La convinzione profondamente appassionante della presenza di un superiore potere razionale, che si rivela nell'incomprensibile universo, fonda la mia idea di Dio". E' proprio grazie alle riflessioni di Einstein e alle ultime scoperte della scienza che Antony Flew, il padre dell'ateismo filosofico, il capostipite degli attuali divulgatori dell'ateismo come Richard Dawkins, annunciò, nel 2004 a New York, di essere giunto alla certezza razionale dell'esistenza di Dio: "I now believe there is a God!", affermò dopo una gloriosa carriera da ateo. Nel clamoroso libro in cui spiega questa sua svolta filosofico-razionale, "There is a God" (Harper One 2007), si interroga anche sulla possibilità che questa Intelligenza onnipotente si sia messa in contatto con gli uomini o addirittura che sia venuta sulla terra facendosi uomo. I greci antichi chiamavano "Logos" l'evidente razionalità dell'universo. E il cristianesimo è entrato nel mondo proprio con questa notizia: il Logos, la Ragione-Parola con cui Dio ha creato il mondo e le leggi razionali che governano il cosmo, è un uomo fra noi. Il Vangelo di san Giovanni inizia così: "Il Logos si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi". Flew sostiene che certamente "la figura carismatica di Gesù" è così umanamente straordinaria che si deve prendere in seria considerazione l'annuncio che lo riguarda. In effetti con quale altro volto Dio avrebbe mai potuto rivelarsi? Perfino l'ateo Bertrand Russel definì il Nazareno "un uomo eccezionale". Gesù è una figura così sublime, immensa e insuperabile che – come scrisse J. Malegue – dopo di lui "il difficile non è l'accettare che Cristo sia Dio; il difficile sarebbe accettare Dio se non fosse Cristo". E' possibile incontrarlo oggi e seguirlo solo perché egli – essendo il Logos di Dio – è risorto dai morti ed è vivo. Come si fa a sapere che è veramente risorto? Anzitutto per le testimonianze storiche di chi lo ha visto e toccato vivo, dopo la crocifissione: testimonianze che tutti gli apostoli hanno sempre dato affrontando le persecuzioni, le torture e il martirio. Non esistono testimoni più attendibili di coloro che confermano a costo della vita ciò che hanno visto e toccato con mano. In secondo luogo l'altra "prova" è data dal fatto che Gesù si dimostra veramente vivo oggi. Lo si può sperimentare: "vieni e vedi...". La vita cristiana fa toccare con mano la sua presenza e quello che lui fa accadere (compresi i miracoli, che compie oggi come duemila anni fa). E – come dice la scienza per le particelle subatomiche o per altre realtà fisiche – è razionale riconoscere una causa dagli effetti che produce e che si possono constatare sperimentalmente (anche alcuni corpi celesti sono stati scoperti così: per le perturbazioni che creavano). Ma siccome a Dio piace riempire di meraviglia e di ragioni il cuore e la mente degli uomini – come mostra la magnificenza del mondo – ha voluto abbondare anche con altri segni che parlano all'intelligenza umana. E qui veniamo alla seconda scoperta, quella, a cui accennavo all'inizio, del fisico Baldacchini. Il quale si è cimentato con un reperto unico, la Sindone, che porta le tracce scientificamente studiabili di ciò che accadde nel sepolcro di Gesù nella notte fra l'8 e il 9 aprile dell'anno 30. Sappiamo che quel lenzuolo ha certamente avvolto il corpo di un uomo morto (con tutti i supplizi narrati dai vangeli), sappiamo che quel corpo morto non è stato nel lenzuolo per più di 40 ore perché non contiene traccia alcuna di decomposizione e infine sappiamo – grazie allo studio delle macchie di sangue – che quel corpo non è stato tolto dalla fasciatura del lenzuolo con un movimento fisico, ma si è come smaterializzato. Infine sappiamo che un'esplosione di energia sconosciuta ha lasciato sul lenzuolo un'immagine delle due parti del corpo tuttora inspiegabile, un'immagine non dipinta, ma ottenuta come per bruciatura superficiale e che contiene informazioni tridimensionali. Tutto questo è spiegabile solo con un evento eccezionale come la resurrezione e una resurrezione dove il corpo non torna semplicemente in vita, ma acquista proprietà uniche, diventando capace – per esempio – di attraversare altri corpi, come il lenzuolo. Questo in effetti narrano i vangeli del corpo risorto di Gesù che entrò nella stanza del cenacolo sebbene le porte fossero sbarrate. Alcuni fisici hanno ipotizzato il formarsi del "corpo meccanicamente trasparente" ("mechanically transparent body", Mtb), ma la reazione nucleare che presuppone avrebbe investito tutta Gerusalemme. Allora si è affinata l'ipotesi con la teoria del "metodo storico consistente" (Historically consistent method, Hcm). Ma nel suo studio Baldacchini osserva: "l'unico fenomeno conosciuto in Fisica che conduca alla sparizione completa della massa con produzione di energia equivalente è il 'processo di annichilazione materia-antimateria' (AMA) che oggi può essere riprodotto solo a livello subatomico nei laboratori di particelle elementari, ma che è stato dominante invece subito dopo il Big Bang, cioè negli istanti iniziali di esistenza del nostro universo". Le difficoltà che insorgono in questa ipotesi (come il reperimento dell'antimateria) possono trovare possibili soluzioni nei cosiddetti "stati virtuali" che però "non esistono in natura". Baldacchini a questo punto formula delle equazioni che potrebbero descrivere le conseguenze fisiche dell'eccezionale fenomeno e spiegare sia il formarsi dell'immagine, sia la smaterializzazione del corpo, sia il fatto che non vi sia stata un'esplosione nucleare che avrebbe devastato l'area, sia l'istantanea possibile rimaterializzazione dello stesso corpo in un altro luogo. Naturalmente con ciò non intende spiegare né la causa, né la vita successiva di quello stesso corpo e le sue caratteristiche. Qui si entra infatti in un ordine superiore alla fisica, l'ordine spirituale, che ruota attorno al mistero di Dio il quale delle leggi cosmiche e della materia è il Creatore, l'Autore e l'assoluto sovrano. Altro che la "particella di Dio", tutto l'universo è di Dio. Come i cieli e terra nuova dell'eternità. Iniziati in quel sepolcro di Gerusalemme l'8 aprile dell'anno 30.
Fonte: Libero, 06/07/2012
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SANDRO BONDI CHIEDE CHE LA CHIESA STIA ZITTA DI FRONTE AI CRIMINI DEL MONDO
Su aborto, testamento biologico, matrimonio gay, ecc. il parlamentare toscano sogna una Chiesa che ascolti, comprenda e ami, senza condannare, né proibire (cioè in pratica che non testimoni la verità...)
Autore: Pucci Cipriani - Fonte: Riscossa Cristiana, 04/07/2012
"Vivere nella verità è essere in sintonia con la propria coscienza. La verità unisce sempre gli uomini. La grandezza della verità sconvolge e smaschera la menzogna dei piccoli uomini, pieni di paure. Da secoli si conduce la lotta contro la verità. Ma la verità è immortale mentre la menzogna scompare di morte rapida... (testimoniare sempre la verità) non è facile oggi... sul terreno della patria si semina la zizzania della menzogna e dell'ateismo, si semina la zizzania della visione laicista, una visione che è il prodotto filisteo del capitalismo e della massoneria del XIX secolo". Padre Jerzy Popieluszko (1947-1984) (Assassinato dalla polizia segreta comunista in Polonia la sera del 19 ottobre 1984. Il suo corpo martoriato e "incaprettato" fu ritrovato la sera del 30 ottobre nel lago artificiale di Wloclawek) Oggi ciascuno, a secondo della situazione familiare in cui si trova, a secondo dei propri convincimenti personali, a secondo dei propri interessi o dei propri capricci, tende non solo a ritagliarsi un cattolicesimo "su misura", di comodo, ma non di rado tende anche a insegnare alla Chiesa in che modo debba (anzi non debba) testimoniare la Verità. Leggo con amarezza su "Il Giornale", quotidiano peraltro apprezzatissimo, un "intervento" dell'Onorevole Sandro Bondi del PdL in cui il parlamentare toscano redige "le otto ricette per rimettere in moto il nuovo centrodestra". E tra queste "ricette" ce n'è una che riesce a sbalordire: "Sulle questioni della bioetica (dal testamento biologico alle unioni civili) come cristiano confido nella ricerca di soluzioni condivise frutto del dialogo tra laici e credenti, e in una Chiesa che non condanna, non proibisce, non ammonisce, non testimonia solo la verità, ma insieme ascolta, comprende, accende e accompagna la riflessione e, soprattutto, ama" (cfr. "Il Giornale" 22 giugno 2012). "Quid est veritas", che cos'è la verità, domandò Ponzio Pilato nell'interrogatorio, a Gesù. E Gesù tacque ma nelle parole della domanda c'era già la Sua risposta. Provate ad anagrammare: "Es vir qui adest": è l'uomo che sta di fronte a te. Ecco, la funzione della Chiesa è proprio quella di parlare, di rendere testimonianza a Cristo: "Dico autem vobis: omnis, quicumque confessus fuerit in me coram omnibus, et Filius hominis confitebitur in illo coram angelis Dei; qui autem negaverit me coram ho minibus, denegabitur coram angelis Dei" (Luca, I2, 8). Sì, chi testimonierà davanti agli uomini il Cristo verrà da Lui riconosciuto davanti agli angeli di Dio, chi l'avrà rinnegato davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Insomma la Chiesa che vorrebbe l'Onorevole Sandro Bondi sarebbe quella del "volemose bene" e dello "scordammoce o' passato, simme Napule Paisà!". Il gesuita tedesco Walter Mariaux (1894 – 1963), dopo aver animato in Germania l'organizzazione antinazista "Pauluskreis", pubblicò, in inglese, nel 1940, a Londra e nel 1941 a Buenos Aires ("El Cristianesimo en le Tercer Reich", 2 voll., Buenos Aires – Editorial la "Verdad") due volumi sulla persecuzione dei cristiani durante il Terzo Reich, in cui documenta che tra i "delitti" di cui veniva accusata la Chiesa dal dottor Joseph Goebbels (1897-1945) vi era quello – specie dopo la pubblicazione dell'enciclica "Mit Brenneder Sorge" del 1937 – di ostinarsi a "condannare", ad "ammonire", a "proibire" il razzismo e l'eugenetica quando, nottetempo, venivano prelevati i degenti dagli ospedali psichiatrici per essere soppressi in nome della "purezza della razza" (sic!). Al dottor Goebbels sarebbe bastato la "ricerca di soluzioni condivisibili", un minimo di "dialogo", di "non ostinarsi a voler testimoniare sempre la verità". La Gestapo cercava solo comprensione e dialogo e invece "il leone di Munster", il Beato Clemens August von Galen (1878-1946) non si piegò al compromesso e fece leggere nelle Messe domenicali la condanna, senza appelli, al Nazismo e ai suoi tirapiedi. L'arcivescovo di Munster fu condannato a morte. Mariaux pubblicò le istruzioni dettagliatissime, inviate da Goebbels alla polizia del Reich: arrestare chiunque parlasse in pubblico contro il Nazismo. Furono 325 i sacerdoti arrestati, ma siamo solo all'inizio... Il rifiuto del "dialogo tra laici e credenti"... questa mania della Chiesa di "testimoniare solo la Verità"... la mania di condannare, di ammonire, di proibire ... di non ricercare "soluzioni condivisibili"... Ed eccoci a un'altra enciclica: "Non abbiamo bisogno" con la quale Pio XI condanna lo squadrismo e le violenze fasciste e, poi, quell'altra, la "Divini Redemptoris" (19 marzo 1937) nella quale si definisce il Comunismo "intrinsecamente perverso" per cui – come diceva il compianto Cardinale Elia Dalla Costa – "non vi sarà mai tregua tra la Croce di Cristo e la stella dei sovietici". E vi furono anche dei "pazzi" che presero alla lettera la "testimonianza della verità" anche di fronte alle torture, alla prigionia, alla deportazione, ai gulag... La Chiesa anche allora parlò a voce alta, mentre i carri armati sovietici schiacciavano il sogno di libertà del popolo magiaro e mentre chi, oggi, tiene sermoni sulla democrazia, brindava all'ingresso dei carri armati a Budapest... Parlò davvero, a voce alta, il più grande testimone del XX secolo, quel Cardinal Mindzenty che non volle mai venire a patti con il comunismo... parlò e parlano tuttavia le sue opere di quel Solgenitzin che mentre testimoniava nei Gulag veniva oltraggiato e insultato dallo stesso personaggio che brindava all'ingresso dei carri armati sovietici in Ungheria. E non ha taciuto o cercato "soluzioni condivise" la Chiesa di fronte alla così detta "teologia della liberazione" e al terrore criminale degli "squadroni della morte" in Argentina. Il Beato Giovanni Paolo II di cara memoria prima e, ora, il regnante pontefice Benedetto XVI hanno ribadito che vi sono "principi non negoziabili", come quello del matrimonio indissolubile tra un uomo e una donna, il diritto alla vita di ogni individuo, dalla nascita alla morte naturale. La Chiesa no, non potrà mai tacere sull'aborto, sull'eutanasia, sull'eugenetica, sulla clonazione. Una Chiesa silente non amerebbe ma odierebbe l'uomo. "Noli timere, pusillus grex, quia complacuit Patri nostro dare vobis regnum" (Luca I2, 32). Nessuna paura per il pur "piccolo gregge" che aspira non al potere del mondo, ma al regno di Dio.
Fonte: Riscossa Cristiana, 04/07/2012
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TUTTO QUELLO CHE NON VI HANNO DETTO SUL VESCOVO ARGENTINO BARGALLO' FOTOGRAFATO AL MARE CON LA ''SUA'' DONNA E CHE POI HA DATO LE DIMISSIONI
Come celebrava la Messa? Maglietta e pantaloncini, cesti del pane e di frutta, palloncini, orchestrina con le chitarre... E' proprio il caso di dire: dimmi come celebri e ti dirò chi sei
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana, 27/06/2012
È proprio vero, una volta di più si ha conferma di come "lex orandi lex credendi": i modi e le forme del pregare determinano cioè i contenuti del credere. La riprova la si è avuta col "caso" di mons. Fernando Maria Bargalló, il Vescovo della Diocesi di Merlo-Moreno e Presidente della Caritas per l'America Latina, di cui ha parlato la stampa internazionale, perché sorpreso da una televisione argentina assieme ad una donna su di una spiaggia caraibica in atteggiamenti decisamente imbarazzanti ed inopportuni. Prima un improbabile e goffo tentativo di autodifesa, poi le scuse, quindi la "confessione" davanti ai sacerdoti della sua Diocesi, infine la notizia delle sue dimissioni nelle mani del Nunzio Apostolico, mons. Emil Paul Tscherring. Si credeva, così, di sapere tutto della vicenda. Invece non è così. Ciò che giornali, radio, tv, blog, siti Internet, agenzie non hanno valutato sono altre foto, dal contenuto per certi versi ancora più scandaloso di quelle che han fatto il giro del mondo. Ovvero quelle che ritraggono mons. Bargalló, mentre celebra la S. Messa. Immagini, che purtroppo ben poco mantengono dei concetti di Sacro e di Mistero intrinseci al Sacrificio eucaristico, lasciando immaginare più una tavola imbandita che altro, con tanto di sgargiante tovaglietta da picnic, cesti del pane e di frutta ‒ probabilmente tracce di un estemporaneo offertorio ‒, palloncini ed, alle spalle, l'orchestrina da balera con le immancabili chitarre. Sciatti, anzi praticamente inesistenti gli stessi abiti liturgici, la stola è l'unico segno che lascia intuire chi sia il sacerdote concelebrante, per il resto trasandato con indosso una polo grigia e pantaloni beige. Ora, alla luce di questa foto, risulta più semplice comprendere la deriva spirituale ed etica di certo clero, deriva che conduce anche ad "inciampi", come quello di cui tutti han parlato. Se non si ha rispetto nemmeno della Liturgia, che rappresenta il culmine della sacralità, figuriamoci di tutto il resto! Non a caso già l'allora Card. Ratzinger, nel libro-intervista Rapporto sulla fede, affermò: «Dietro ai modi diversi di concepire la liturgia ci sono modi diversi di concepire la Chiesa, dunque Dio e i rapporti dell'uomo con Lui». E in La mia vita si disse «convinto che la crisi ecclesiale, in cui oggi ci troviamo», dipenda «in gran parte dal crollo della liturgia». Qual è il problema? E' molto chiaro: sta nel ritenere la liturgia frutto «della nostra fantasia, della nostra creatività» ‒ come scrisse ancora l'allora Card. Ratzinger in Introduzione allo spirito della liturgia ‒, qualcosa di umano insomma, una sorta di «grido nel buio o una semplice autoconferma» comunitaria, che vorrebbe abbassare Dio al nostro livello, anziché far salire noi verso di Lui. Celebrazioni, quali quelle presiedute da mons. Bargalló, rendono evidente – purtroppo ‒ tutto questo. E danno ragione a Benedetto XVI, quando nella lettera di accompagnamento al Motu Proprio Summorum Pontificum, ha denunciato chiaramente «deformazioni arbitrarie della Liturgia al limite del sopportabile». Poi, però, tutti i nodi vengono al pettine. Fatti come quello di mons. Bargalló mostrano quali ricadute concrete abbia la sciatteria liturgica in termini di costumi morali e di pratiche pastorali. Il giornale argentino "Clarin" più volte aveva dato spazio alle posizioni del prelato, impegnato ‒ come Presidente della Caritas per l'America Latina ‒ a discettare di disuguaglianze sociali e di giustizia di classe. È lo stesso giornale che pochi giorni fa ha diffuso invece il nome della donna sorpresa con lui. Forse il Vescovo non avrebbe fatto male a dedicare più tempo alla preghiera e ad una celebrazione dignitosa della S. Messa che ad assumere estemporanei ruoli da "sindacalista". Per non parlare d'altro. Insomma, davvero: dimmi come celebri e ti dirò chi sei.
Fonte: Corrispondenza Romana, 27/06/2012
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ECCO COME LA CORTE SUPREMA HA DATO L'OK ALLA PESSIMA RIFORMA SANITARIA DI OBAMA
L'Obamacare si abbatte sui cittadini a causa del potere di ipertassare che è l'arma preferita del totalitarismo democratico
Autore: Marco Respinti - Fonte: L'Occidentale, 28/06/2012
Mons. William E. Lori, arcivescovo di Baltimora, lo ha detto questa mattina a Roma, presentando all'Associazione della Stampa Estera l'Osservatorio della Libertà Religiosa, promosso dal Ministero degli Esteri e finalmente istituito anche in Italia. Nell'era di Barack Obama, gli Stati Uniti stanno perdendo quella passione tutta americana per la libertà religiosa. Ieri, infatti, 28 giugno, la Corte Suprema federale di Washington che statutariamente ha solo il sacrosanto, ma limitatissimo potere di vegliare sulla costituzionalità delle leggi, e che invece da decenni ne ha accumulate tante e troppo da farsi perdonare, ha sentenziato che la riforma sanitaria voluta dalla Casa Bianca, il cosiddetto "Obamacare", va bene e dunque può continuare indisturbato il proprio tempestoso cammino. Fa niente se viola la clausola costituzionale sul commercio, pazienza se lede il fondamento primo su cui si regge tutto l'impianto civile statunitense (l'intangibile diritto alla libertà religiosa dei cittadini), vabbè se viola la coscienza della stragrande maggioranza degli americani imponendo per legge l'accesso, gratuito per i fruitori, ma pagato dai loro datori di lavoro, a pratiche avvilenti per il controllo delle nascite spacciate, con pusillanimità esagerata, per "cure mediche". Oggi la Corte Suprema ha detto sì, con un verdetto di 5 contro 4. Cinque a quattro è dunque la fotografia di com'è spaccata oggi la Corte Suprema, vale a dire il risultato classico, prevedibile e scontato prodotto dalla composizione interna di quel supremo organo giuridico? I giudici della Corte Suprema federale del Paese sono infatti, presidente della Corte compreso, 9. Cinque sono da tempo di orientamento liberal, mentre quattro, presidente compreso, sono di orientamento conservatore, cosa che in quell'ambito significa anzitutto che i primi vogliono una Corte Suprema attivista e legiferatrice, mentre che i secondi mirano a mantenerla entro i ranghi per essa pensati ab origine dalla Costituzione federale (e così è, lo si ricordi, giacché il presidente George W. Bush ci mise bene del proprio, nominando, quando ne ebbe la possibilità, giudici, presidente compreso, di destra, e per di più cattolici). No, invece; purtroppo non è così. Non è andata affatto che i 5 liberal hanno sconfitto i 4 conservatori. È andata che 3 conservatori sono stati affiancati da un liberal come il giudice Anthony Kennedy (nessuna parentela con il famigerato clan del Massachusetts), il quale, progressista sì ma cattolico pure, ha subito tutto il sublime e incontenibile fascino del "richiamo della foresta" (al momento opportuno ne farà i conti con il suo Jack London...), e così si è schierato per la bocciatura dell'"Obamacare". E poi che, al contrario, sull'altro versante, i 4 liberal rimasti si sono visti regalare la vittoria ai punti e di stretta misura nientemeno che dal presidente della Corte Suprema, il giudice John G. Roberts, uno dei due granitici conservatori cattolici nominati da Bush jr. Colpo improvviso di canicola estiva? No, solo colpa della tecnica, colpa della maledetta tecnica, la quale da ancella serve ottimamente, ma da padrona è una vera sciagura. Roberts ha pesato e soppesato la questione. L'ha girata e rigirata. E alla fine ha stabilito che sì, l'"Obamacare" infrange la clausola sul commercio della Costituzione federale, quella che impedisce al Congresso ‒ l'organo legislativo ‒ d'imporre ai cittadini i prodotti da comperare obbligatoriamente, ma che comunque "[...] è ragionevole interpretare quanto fatto dal Congresso come un aumento delle tasse imposto a chi gode di un certo reddito ma pure sceglie di non dotarsi di un'assicurazione sanitaria. E una provvisione così rientra nel potere d'imposta del Congresso". Il danno, insomma, e la beffa. Parlando squisitamente sul piano tecnico, Roberts ha ragione da vendere. Ma alla fine della fiera succede che una legge oggettivamente immorale e vessatoria, dannosa e costosa, inefficace e svilente, voluta sola per becero populismo e per motivi di bassa propaganda politica dalle Sinistre americane, passa per volontà di un conservatore che si limita a osservare scrupolosamente la legge senza pensare di alzare un attimo lo sguardo e fissare in faccia la realtà. Non conoscessimo Roberts, lo accuseremmo di positivismo giuridico. E pure d'illuminismo. E come non notare, poi, che, ancora una volta, una grande calamità si abbatte sui cittadini in mera virtù di quel potere di tassare, ipertassare e tartassare che sta diventando l'arma preferita del totalitarismo per avanzare sornione ma inesorabile nelle società democratiche? La decisione del giudice Roberts è sul serio una doccia fredda che davvero nessuno si attendeva. Lo stesso Obama, da tempo, manteneva un profilo bassissimo sulla riforma sanitaria, cioè su quel suo cavallo di battaglia che però aveva finito per disarcionarlo. Oramai Obama la citava poco, non ne parlava, nel discorso sullo Stato dell'Unione la toccò solo di striscio. Perché Obama, che tutto è tranne uno sciocco, sa bene che la sua riforma sanitaria e una misura impopolare, antiamericana e anticostituzionale. Lo stesso Roberts, arrampicandosi sui vetri, l'ha del resto definita "costituzionale solamente un po'"... Ora però, grazie a questo aiuto inaspettato, Obama diventerà il miles gloriosus di Plauto, menando fendenti a manca e soprattutto, ovvio, a destra. Adesso l'"Obamacare" redivivo tornerà il tema dominante della campagna elettorale, e sarà difficilissimo sconfiggere la Casa Bianca in cerca di rielezione su questo piano. Anzitutto perché, a torto o a ragione, lo sfidante Mitt Romney è accusato da una buona parte dei conservatori di avere a suo tempo varato nel Massachusetts una fotocopia solo un po' sbiadita proprio dell'"Obamacare"; in secondo luogo perché l'endorsement del conservatore e cattolico Roberts è un asso nella manica pressoché imbattibile. L'unica chance di uscirne è che ora Romney si strappi camicia bianca e cravatta scura mostrando al mondo la t-shirt da Superman che vi si cela sotto e inventandosi campione irriducibile dei conservatori detti "sociali", delle Chiese" e dei "liberisti" sfrenati, onde trasformare la vittoria che oggi ottiene il suo rivale in una sconfitta cocente domani. Per certo, l'unica cosa che non deve fare è la vittima. Sì, oggi i "four more years" di Obama sono più vicine di ieri, ma da domani sarà importante vedere come gli risponderanno le Chiese e i gruppi religiosi, quella cattolica in testa. Ma che, per semplice colpa di un orpello tecnico-tecnocratico in materia di esagerazione fiscale, il più acerrimo nemico dei conservatori (e dei cattolici) venga rieletto da un gran pezzo di conservatore (e di cattolico) qual è il giudice Roberts è un film che non avremmo mai voluto vedere (e, Signor Giudice, non le vogliamo un mucchio di bene sempre e comunque, ma sappia il Jack London di cui sopra sta aggrottando le ciglia...).
Fonte: L'Occidentale, 28/06/2012
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ANNI DI OMELIE INSIGNIFICANTI NON HANNO LO STESSO EFFETTO DELLA POTENTE CATECHESI PER IMMAGINI DEL DUOMO DI ORVIETO
Ecco perché il mio primogenito mi ha chiesto di accompagnarlo a confessarsi, ed è la prima volta che è lui a proporlo (di solito sono io che gli rompo le scatole)
Autore: Costanza Miriano - Fonte: www.costanzamiriano.wordpress.com, 06/07/2012
Mesi fa, andando a Firenze, ci siamo fermati al Duomo di Orvieto, che, confesso, non vedevo da quando ero piccola. Una bellezza mozzafiato. Sarò un po' di parte (in quanto umbra) ma sinceramente a parte la basilica di san Francesco ad Assisi non mi viene in mente un altro luogo sacro che abbia in sé tanta bellezza e tanta potenza teologica insieme (san Pietro è fuori gara). E vedere l'effetto che ha avuto su mio figlio, il grande, mi ha ricordato quello che provavo io quando il parroco a catechismo ci parlava di inferno e paradiso con toni tanto vividi e accesi da farmeli vedere con gli occhi, spalancati davanti ai miei piedi. Come sappiamo, adesso non vanno più di moda: non se ne parla ai bambini per non impressionarli, ma, purtroppo per la nostra delicata sensibilità moderna, esistono, né è in nostro potere cancellarli anche se turbano il simpatico quadretto irenista più di moda. Il timor di Dio è l'inizio della sapienza, come dice sant'Agostino nell'omelia sul discorso della montagna. Dal primo dei sette doni dello Spirito si passa all'amore, ma se non lo si teme, Dio, non c'è verso di arrivare a conoscerlo. Nella cappella Nova o di san Brizio il Cristo giudice del Beato Angelico sembra avere pochissima voglia di scherzare, mentre la visione del resto delle volte, completate da Luca Signorelli, andrebbe consigliata – direbbe l'annunciatrice – a un pubblico di soli adulti. Cattolici adulti, dico. La divisione tra eletti e reprobi mi ha lasciato poco tranquilla, ed ha avuto su mio figlio un meraviglioso effetto: mi ha chiesto di accompagnarlo a confessarsi, ed è la prima volta che è lui a proporlo (di solito sono io che gli rompo le scatole). Anni di omelie insignificanti non hanno avuto mai lo stesso effetto della potente catechesi per immagini del Duomo di Orvieto, un luogo nel quale entri e non puoi proprio in nessun modo sentirti la misura di qualcosa, il giudice o l'arbitro di niente, ma neanche solo al mondo. Luoghi come quelli sono fatti per farti sentire creatura piccola, ma amata e protetta, come ricorda la pala della Madonna dei raccomandati, che tiene sotto il suo mantello una manica di disgraziati. Sul muro di fronte a inferno e paradiso c'è l'Anticristo, al quale il diavolo da dietro suggerisce le parole. Sullo sfondo uomini neri e immagini di morte. Sembra il Cristo, ma ha uno sguardo duro e un cuore piccolo piccolo. Però dirà parole melliflue, che sembrano di bene, di progresso. Secondo me adesso parlerebbe – parla? – di ecologia, farebbe generici e inutili inviti alla fratellanza, all'uguaglianza, sempre mischiando il bene e il male per rendersi attraente e confondere, perché così fa l'ingannatore per perdere anche quelli che cercano Dio. Purtroppo il numero di impellenze fisiologiche che la visione di opere d'arte scatena nelle cinquenni mi ha impedito di soffermarmi quanto avrei voluto, ma fosse stato per me sarei rimasta tutto il giorno nella Cappella del corporale, che conserva la reliquia del miracolo eucaristico di Bolsena, e che è decorata con una serie di miracoli analoghi della tradizione medievale. Sarei rimasta lì per cercare di farmi entrare in questa zucca vuota che ogni volta che vado alla messa, cioè tutti i giorni, assisto in diretta al più grande miracolo di tutta la storia, il miracolo potente al quale dobbiamo la nostra stessa vita: Dio incarnato che si fa pane e ci nutre. Ma è una cosa che non riesco neanche lontanamente a immaginare. E' per questo che ci torno così spesso. Dio non è venuto a darci il buon esempio, a dirci belle parole o a scrivere libri (vero, Costanza?), ma a donarci se stesso. Questo è stato l'evento che ha cambiato il mondo, e che lo cambia e lo salva di nuovo ogni volta, in tutte le chiese che sono per la terra. Altro che miracoli, altro che apparizioni e segni. Se davvero ci credessimo staremmo sempre inginocchiati e prendere messe, come diceva Padre Pio, non ci sarebbe il Santissimo esposto per l'adorazione e lasciato solo. Non ci sarebbe chi va alla messa e si addormenta di schianto come tocca la panca. Anzi, se mi incontrate laggiù in fondo a qualche chiesa, per favore, datemi una lieve, poco appariscente, elegante gomitata.
Fonte: www.costanzamiriano.wordpress.com, 06/07/2012
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LA DIPLOMAZIA CINESE IRRIDE IL SINDACO PISAPIA E IL CONSIGLIO COMUNALE DI MILANO
Nessuna gratitudine, ma solo disprezzo per la sua debolezza
Autore: Rodolfo Casadei - Fonte: Tempi, 22/06/2012
Immaginate se il Consiglio comunale di Milano decidesse ci conferire la cittadinanza onoraria a uno di quei condannati a morte che aspettano per anni l'esecuzione capitale nelle carceri americane. Uno di quei condannati ai quali non sono stati garantiti tutti i diritti di difesa, uno la cui colpevolezza non è certa ma nemmeno l'innocenza lo è, uno che magari qualche reato l'ha compiuto, ma giura di non aver ammazzato nessuno, e comunque noi milanesi siamo contro la pena di morte per un fatto di civiltà. E adesso immaginate che il console degli Stati Uniti a Milano minacci di boicottare l'Expo 2015 per rappresaglia, che eserciti pressioni sul Consiglio comunale, eccetera. Cosa succederebbe? Beh, intanto sindaco, assessori e consiglio comunale non farebbero un passo indietro, anzi rilascerebbero qualche dichiarazione grondante fermezza e coraggio civile. Poi i Centri sociali, le organizzazioni giovanili dei partiti di sinistra, il movimento per la pace, ecc. organizzerebbero sit-in davanti al consolato con bandiere arcobaleno e canzoni di protesta. Fiaccolate perfuse di note struggenti attraverserebbero la città. Comuni e province della Lombardia e probabilmente di tutta Italia farebbero a gara a riconoscere anche loro la cittadinanza onoraria al condannato. Si parlerebbe di "odioso ricatto" e di "barbarie politica". Ma una cosa del genere non è, per ora, successa. È successo invece che il Consiglio comunale di Milano con un documento firmato dai capigruppo di tutti i partiti abbia gettato le basi per la cittadinanza onoraria al Dalai Lama, autorità politico-religiosa rigorosamente non violenta di un paese, il Tibet, spazzato via dalla carta geografica 61 anni fa dalla Cina con la forza. È successo che il console cinese abbia fatto pressione su sindaco e Consiglio comunale contro il riconoscimento (e pare che pure il ministero degli Esteri si sia espresso contro, ma attendiamo notizie precise). È successo che il sindaco e quasi tutta la maggioranza consiliare che lo sostiene abbiano deciso di rinunciare all'atto. Per non «creare inimicizia». Altro che sussulto di dignità democratica, altro che proteste per strada, altro che reazione all'odioso ricatto: Pisapia si è sottomesso al dragone cinese, e con lui la maggior parte dei suoi consiglieri. Il motivo asserito di tanta cedevolezza è che Milano e l'Italia non possono in questo momento creare una crisi con un grande partner economico come la Cina, da trattare con riguardo anche se gli difettano la tolleranza e lo spirito liberale e democratico. Una motivazione del genere non verrebbe mai addotta per una questione riguardante gli Stati Uniti, paese col quale abbiamo un attivo di bilancia commerciale (quello che esportiamo è più di quello che importiamo). Invece la si tira fuori con la Cina, paese col quale la nostra bilancia commerciale è in passivo: importiamo prodotti e servizi per 29 miliardi di euro, ne esportiamo per 10. In caso di sanzioni commerciali, a perderci sarebbe la Cina, non l'Italia. L'idea poi che la Cina sia una grande potenza permalosa disposta a mandare a monte gli affari per questioni di principio è, almeno dopo la fine del maoismo, del tutto campata per aria: i cinesi inseguono sempre e comunque il profitto, se l'Italia fosse un mercato attraente Pechino investirebbe di più, senza badare al trattamento riservato dai Consigli comunali italiani al Dalai Lama. Città come Roma, Torino, Bologna, Venezia, Palermo e persino la piccola Assago (che confina col comune di Milano) hanno concesso la cittadinanza onoraria al Dalai Lama senza che i loro imprenditori venissero espulsi dal suolo cinese o contratti italo-cinesi disdetti. Ma allora, mi chiederete, perché i cinesi fanno queste sceneggiate? E che diamine, ma per mettere alla prova i loro interlocutori! Per vedere chi ha i coglioni e chi no. Per capire fin dove possono spingersi nelle trattative. E anche per cercare di fare carriera: certamente la console cinese che ha fatto cambiare idea a Pisapia farà più carriera nei ranghi della diplomazia dei consoli che nelle altre grandi città italiane non sono riusciti ad averla vinta. Ma state certi che nei confronti del sindaco milanese il suo sentimento principale – che manterrà rigorosamente riservato dietro un imperturbabile sorriso orientale – non sarà la gratitudine. Sarà il disprezzo per la debolezza mostrata.
Fonte: Tempi, 22/06/2012
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OMELIA XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B - (Mc 6, 7-13)
Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 15 luglio 2012)
Lo stupendo brano della seconda lettura ci indica quella che è la nostra vocazione. San Paolo dice chiaramente che noi siamo chiamati ad essere «santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (Ef 1,4). La santità è per tutti, non solo per pochi privilegiati. Per la maggior parte dei cristiani, la santità non consisterà nel fare i miracoli, nel realizzare cose straordinarie, nel convertire il mondo con la nostra predicazione, ma nel compiere la volontà di Dio con amore e con gioia, nelle cose ordinarie di ogni giorno, con un intenso atto d'amore. Dunque, vi può essere autentica santità anche dentro le mura domestiche, non soltanto nei monasteri. Solamente in Paradiso scopriremo quanti nostri fratelli e sorelle hanno raggiunto questo ideale in modo silenzioso e nascosto, senza che nessuno se ne accorgesse. Nella vita di suor Consolata Betrone si legge un particolare molto bello e consolante. Ella era una suora di santa vita, di grande preghiera, che ripeteva incessantemente l'atto d'amore «Gesù Maria vi amo, salvate anime». Gesù le aveva chiesto questa preghiera incessante per la sua santificazione e per la salvezza di tante anime. Tra i suoi parenti vi era un cognato che, apparentemente, non dava segni particolari di vita santa. Era un buon cristiano che andava a Messa, che pregava, e che faceva bene il suo dovere. Suor Consolata lo stimava, ma non sospettava che quel suo cognato nascondesse una autentica santità dietro quelle umili apparenze. Certamente, nemmeno lui se ne rendeva conto. Quale fu la meraviglia e la gioia di suor Consolata nel vedere, per una grazia particolare, che, dopo morte, quel suo parente se ne volò ben presto in Paradiso. Dietro umili apparenze, all'insaputa di tutti, Dio compie meraviglie di grazia nella vita delle persone semplici che compiono la sua volontà. Dunque, volendo riassumere il messaggio, la santità consiste nel compiere la volontà di Dio, che per i più sarà il semplice e forse monotono dovere quotidiano, nel modo migliore possibile, per amore di Dio. Un giorno san Francesco di Sales domandò quando è che noi riceviamo lo Spirito Santo. Alcuni risposero che questo dono supremo lo riceviamo quando preghiamo, quando stiamo lunghe ore in chiesa, quando ci ritiriamo nella più profonda solitudine. San Francesco di Sales diede lui stesso la giusta risposta: noi riceviamo lo Spirito Santo quando compiamo la volontà di Dio, qualunque essa sia. Dio certamente vuole che noi preghiamo durante la giornata e che la nostra preghiera si allarghi come a macchia d'olio, ma Egli vuole anche che compiamo i nostri doveri quotidiani, familiari e lavorativi. Non possiamo trascurare questi doveri con il pretesto che si vogliono trascorrere lunghe ore in chiesa. E questo vale, soprattutto, per chi ha una famiglia. Compiendo volta per volta la volontà di Dio riceverò la grazia dello Spirito Santo. Quando dovrò lavorare, sarà il lavoro che mi avvicinerà a Dio; quando dovrò pregare, sarà la preghiera che mi innalzerà al Creatore. Se, contro la volontà di Dio, trascorro lunghe ore in chiesa, mentre il mio dovere è altrove, quelle preghiere mi daranno ben poco. Per questo motivo, santa Coleta diceva che vale più una preghiera di un obbediente, che compie la volontà di Dio, che mille preghiere di chi agisce di testa propria, trascurando ciò che Dio veramente vuole da lui. Con questo non si vuole dire che la preghiera serva a poco. La preghiera è indispensabile, non se ne può fare a meno, bisogna pregare tanto, ma la preghiera mi deve portare a compiere ancor meglio i miei doveri quotidiani. Solo così potrò raggiungere la santità, che Dio vuole da tutti, come leggiamo nella seconda lettura di oggi. Per la maggior parte dei cristiani, come abbiamo meditato, la volontà di Dio consisterà nel semplice dovere quotidiano; alcuni, invece, hanno una chiamata particolare, come leggiamo nella prima lettura e nel Vangelo. Nella prima lettura, il Signore chiama il profeta Amos; nel Vangelo, Gesù chiama i dodici Apostoli e li manda a due a due a predicare. Una cosa risulta subito evidente: Dio, nel compiere i suoi prodigi, si serve di strumenti umili. Così, nella prima lettura, il Signore si serve del profeta Amos che era un semplice coltivatore di sicomori; mentre nel Vangelo si serve degli apostoli, anch'essi semplici e poco istruiti. Dio si serve di strumenti umanamente inadatti per far risaltare ancora di più la sua potenza divina. Infine, nel Vangelo vediamo come Gesù manda gli Apostoli senza appoggi umani, abbandonati completamente alla Provvidenza del Padre. Impariamo da questo a non riporre la nostra fiducia nelle nostre capacità o nell'aiuto del prossimo, ma unicamente nella bontà divina che si può servire di tutto e di tutti.
Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 15 luglio 2012)
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