BastaBugie n�268 del 26 ottobre 2012

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1 QUANDO MI HANNO INSEGNATO CHE I GIORNALISTI RACCONTANO LA REALTA', ME LA SONO BEVUTA...
Se va bene raccontano le notizie fuori dalla norma (il famoso uomo che morde il cane), ma il più delle volte plasmano la realtà: ad esempio con l'ideologia dell'identità di genere
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
2 NEL CAMMINO VERSO DIO E' IMPOSSIBILE FAR DA SOLI
Come scegliere il padre spirituale e quali condizioni sono necessarie per una corretta direzione spirituale (anche i santi hanno avuto bisogno del padre spirituale)
Fonte: Gesù e Maria
3 IL FISICO MARIANO ARTIGAS CONFUTA LE TESI PSEUDO-SCIENTIFICHE DI STEVEN HAWKING E DI RICHARD DAWKINS
Nel bel libro divulgativo ''Le frontiere dell'evoluzionismo'' dimostra che molti discorsi degli evoluzionisti sono infarciti di ipotesi indimostrate presentate come dogmi
Autore: Salvatore Canto - Fonte: Unione Cristiani Cattolici Razionali
4 LE INAFFIDABILI INDICAZIONI DELLA COMMISSIONE NAZIONALE VALUTAZIONE FILM DELLA CEI
Il sito dell'ACEC (Associazione Cattolica Esercenti Cinema) propone la visione del film pro-eutanasia ''La bella addormentata'' di Marco Bellocchio
Autore: Danilo Quinto - Fonte: Corrispondenza Romana
5 TUTTE LE FREGATURE NASCOSTE NEL ''GRATTA E VINCI''
Fino al 58% dei biglietti vincenti è in realtà un finto premio
Autore: Viviana Daloiso - Fonte: Avvenire
6 FATIMA E LA PASSIONE DELLA CHIESA
Quando, per salvare la Chiesa e il mondo, la Madonna sarà presa in parola, il suo Cuore Immacolato trionferà: ma quale prezzo dovremo pagare per l'inerzia di questi decenni?
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana
7 VITALITA' DEL CATTOLICESIMO FIORENTINO
La rivista ''Fides Catholica'' dei Francescani dell'Immacolata: una novità nel panorama cattolico, nel rispetto della Tradizione
Autore: Piero Vassallo - Fonte: Corrispondenza Romana
8 LETTERE ALLA REDAZIONE: I SIGNIFICATI DEI SIMBOLI DI BASTABUGIE
Sapresti indovinare chi è il personaggio per l'icona della ''storia''? Oppure chi è quello per l'icona ''omosessualità''?
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
9 OMELIA XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B - (Mc 10,46-52)
Va', la tua fede ti ha salvato
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
10 OMELIA SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI - ANNO B - (Mt 5,1-12)
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra
Autore: Giuseppe Siri - Fonte: Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - QUANDO MI HANNO INSEGNATO CHE I GIORNALISTI RACCONTANO LA REALTA', ME LA SONO BEVUTA...
Se va bene raccontano le notizie fuori dalla norma (il famoso uomo che morde il cane), ma il più delle volte plasmano la realtà: ad esempio con l'ideologia dell'identità di genere
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 25/09/2012

Quando sono arrivata a scuola di giornalismo il mio ideale di cronista era Erodoto, mentre l'ultimo evento politico di cui avevo avuto notizia era il crollo dell'impero romano. Il mondo dei giornali era per me del tutto nuovo, per cui quando mi hanno insegnato che i giornalisti raccontano la realtà me la sono bevuta.
Adesso, a diciotto anni dal passaggio da Tacito a Montanelli, le idee mi si sono un po' chiarite: i giornali non raffigurano affatto la realtà. Se va bene raccontano le notizie, cioè quello che si discosta dalla norma (il famoso uomo che morde il cane, o nel mio caso, che so, una mattina che mi sveglio e trovo subito gli occhiali), ma il più delle volte cercano di plasmarla, la realtà.
Sui temi che mi stanno più a cuore – la vita, il suo fine e il suo inizio, la famiglia, l'identità maschile e femminile – circolano vagonate di bugie, e sono diffuse da talmente tante fonti, e con effetto più che stereo, dolby surround direi, che è quasi impossibile non venirne contaminati. E, per la famosa regola, una bugia a forza di ripeterla diventa vera.
Uno dei temi sui quali sembra si siano coalizzati quasi tutti i mezzi di comunicazione è quello dell'ideologia dell'identità di genere, che possiamo riassumere grosso modo così: maschio e femmina non sono identità naturali e donate dal Creatore, ma orientamenti fluidi che possono essere influenzati dalle nostre scelte, dalla cultura, dalle esperienze. Mi sfugge quale sia il disegno che rende così fissati i miei colleghi su questo tema, ma non c'è giorno in cui i giornali mainstreaming non buttino giù un pezzettino di muro, nel tentativo di distruggere qualche metro delle fondamenta naturali su cui si fonda la nostra civiltà. Non c'è giorno che non esca articolo per dire quanto siano dolci gli uomini che fanno cose da donne, allegre le famiglie allargate, magari con due sedicenti genitori dello stesso sesso, meritevoli le neomamme cinquantacinquenni, responsabili quelle che abortiscono se non è il momento, realizzate quelle che fanno carriera, simpatici gli omosessuali che fingono di andare contro i tabu (mentre l'ultimo tabu rimasto è al contrario dire che potrebbero essere persone che non hanno avuto uno sviluppo completamente armonioso della personalità – teoria ampiamente diffusa tra gli psichiatri – tanto che si voleva rendere addirittura un reato l'esprimere questa posizione).
Alla fine, insisti insisti, succede che ti trovi l'Internazionale con in copertina il titolo "Che male c'è se un bambino si veste da femmina", e all'interno un articolo a mio avviso delirante tradotto dal New York Times, giornale non solo diffusissimo ma anche influente, letto dalla gente che conta e fa opinione. L'articolo racconta di genitori alle prese con bambini dall'identità sessuale incerta (come se non fosse normale che i bambini questa identità la vadano strutturando crescendo, e possano formarla solo rapportandosi a due genitori, maschio e femmina, che offrano modelli positivi dei due sessi), ed è talmente tendenzioso da rendere incredibile il fatto che la sua autrice insegni giornalismo alla Columbia University. Descrive i genitori che mandano i "figli rosa" (che nome orribile) in vacanza in campi per bambini di genere variante (che nome ridicolo), e li descrive come spaventati, assediati, criticati da noi orribili benpensanti che ancora pensiamo che un maschio sia un maschio e una femmina una femmina. Come se si trattasse degli unici illuminati in una società cattiva che, pensa, pretende addirittura di sostenere che ci sia una realtà, un bene oggettivo e assoluto, che ci sia qualcosa che non dipenda dalla nostra opinione. Solo a un certo punto, per sbaglio, sfugge all'autrice, Ruth Padawer, un barlume di verità: "quasi tutti i genitori che consentono ai figli di vivere nello "spazio intermedio" erano persone aperte (notare la tendenziosità) anche prima di avere un bambino rosa, pronti a difendere i diritti dei gay (parola che vuol dire contento, e dunque di nuovo tendenziosa) e l'uguaglianza (uguaglianza a che?) delle donne e a mettere in discussione il confine tradizionale (sei tu quella vecchia, cara Ruth) tra virilità e femminilità". Questa per me è la chiave: sono i genitori a trasmettere l'identità sessuale, e se in loro questa non è armoniosa può succedere che anche il figlio non l'abbia chiara.
Il messaggio dell'articolo invece è "non li turbate, non li aiutate, lasciateli stare se sono incerti in un momento del loro sviluppo". Io non so quanto funzionerà questo martellamento culturale, continuo, ossessivo. L'unica consolazione è che al momento, se guardo i miei figli e i loro amichetti, mi sembra che certi miei colleghi il mondo reale non lo vedano manco col cannocchiale.
A casa mia per esempio se una cosa è veramente brutta le bambine dicono: "ma che schifo, è da maschio!", e i loro fratelli: "ma che schifo è da femmina!", con espressione parimenti schifata. Anche noi in casa siamo per la parità.

Nota di BastaBugie: vi invitiamo a guardare questo semplice filmato in difesa del matrimonio naturale (tra un uomo e una donna) che mette in luce le assurde conseguenze di un riconoscimento civile del matrimonio omosessuale (same sex marriage). Vengono utilizzate esclusivamente motivazioni di ragione e non di fede.
PURTROPPO IL FILMATO E' IN INGLESE, ma è facilmente comprensibile grazie alla grafica semplice e chiara.

http://www.youtube.com/watch?v=8cQCi4ehXkg

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 25/09/2012

2 - NEL CAMMINO VERSO DIO E' IMPOSSIBILE FAR DA SOLI
Come scegliere il padre spirituale e quali condizioni sono necessarie per una corretta direzione spirituale (anche i santi hanno avuto bisogno del padre spirituale)
Fonte Gesù e Maria

"Grazia a voi e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo", scrive San Paolo ai cristiani di Tessalonica. "Dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli, ed è ben giusto. La vostra fede infatti cresce rigogliosamente e abbonda la vostra carità vicendevole". Con l'assistenza dello Spirito Santo alla sua Chiesa i primi fedeli godettero della dedizione sacrificata dei loro pastori. I farisei non seppero invece guidare il popolo eletto perché, per loro colpa, rimasero senza luce, e caricarono i figli di Israele di un peso aspro e duro, che non li avvicinava a Dio. Il Signore nel Vangelo della Messa li chiama "guide cieche", incapaci di indicare ad altri la retta via.
Una delle maggiori Grazie che potevamo ricevere è di avere chi ci orienta nel cammino della vita interiore; e se ancora non abbiamo trovato chi ci dia dottrina e ci consigli, in nome di Dio, nella costruzione del nostro edificio spirituale, chiediamolo al Signore: "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto". Egli non rimarrà sordo alla nostra richiesta.
Nella direzione spirituale troviamo la persona, voluta dal Signore, che conosce bene la strada; le apriremo l'anima e sarà per noi maestro, medico, amico, il buon pastore per tutto ciò che fa riferimento a Dio. Ci mostra i possibili ostacoli, ci suggerisce mete più alte di vita interiore e punti concreti di lotta; ci incoraggia sempre, ci aiuta a scoprire nuovi orizzonti e risveglia nell'anima fame e sete di Dio, che la tiepidezza, sempre in agguato, vorrebbe soffocare. La Chiesa fin dai primi secoli ha raccomandato la pratica della direzione spirituale personale come mezzo efficacissimo per progredire nella vita cristiana. E' assai  difficile che qualcuno possa essere guida di se stesso nella vita interiore. Spesso il coinvolgimento emotivo, la mancanza di obiettività con cui guardiamo a noi stessi, l'amore proprio, l'inclinazione ad abbandonarci a quel che più ci aggrada, che ci risulta più facile, tendono ad annebbiare la via che conduce a Dio (forse all'inizio cosi chiara!); e quando non c'è chiarezza sopravvengono la fiacchezza, lo scoraggiamento e la tiepidezza. "Colui che vuole restare solo senza il sostegno di un maestro e di una guida, è come un albero solo e senza padrone in un campo, i cui frutti, per quanto abbondanti verranno colti dai passanti e non giungeranno quindi alla maturità […]. L'anima virtuosa, ma sola e senza maestro è come il carbone acceso ma isolato, il quale invece di accendersi si raffredderà". E' una Grazia del Signore davvero speciale poter contare su di una persona che ci aiuti efficacemente nella nostra santificazione, alla quale poter dischiudere il nostro cuore con una confidenza piena di senso umano e soprannaturale. Sarà una grande gioia poter comunicare i nostri sentimenti più intimi, per orientarli al Signore, a chi ci comprende, ci incoraggia, ci apre orizzonti nuovi, prega per noi e ha una Grazia speciale per aiutarci. Nella direzione spirituale troviamo Cristo stesso che ci ascolta con attenzione, ci comprende e ci dà forza e luci nuove per procedere sicuri.

VISIONE SOPRANNATURALE NELLA DIREZIONE SPIRITUALE
Nella direzione spirituale dev'essere presente un profondo senso umano e un grande spirito soprannaturale; per questo, la confidenza "non si fa a una persona qualunque, ma a chi merita la nostra fiducia per quello che è o per ciò che Dio lo fa essere per noi". Per San Paolo Dio aveva scelto Ananìa, che lo fortificasse nel cammino della conversione;  per Tobia fu l'arcangelo San Raffaele, nella figura di un uomo incaricato da Dio di orientarlo e di consigliarlo nel suo lungo viaggio.
E' imprescindibile per la direzione spirituale un clima soprannaturale: cerchiamo la voce di Dio. Per chiedere consiglio o per confidare una preoccupazione esclusivamente umana, tralasciando il piano soprannaturale, forse basterebbe rivolgersi a una persona capace di comprendere, discreta e prudente; ma per tutto quanto si riferisce all'anima, dobbiamo discernere nell'orazione chi sia il "buon pastore" per noi, "poiché si corre il pericolo, se ci si basa soltanto su motivi umani, di non essere ascoltati né capiti; e allora l'allegria si trasforma in amarezza, e l'amarezza sfocia nell'incomprensione che non dà sollievo; in ogni caso si prova disagio, l'intimo malessere di chi ha parlato troppo, con chi non doveva, di ciò che non doveva". Non dobbiamo scegliere "guide cieche" che più che aiutarci ci porterebbero ad inciampare e cadere.
Se andiamo alla direzione spirituale con senso soprannaturale eviteremo anche di cercare un consiglio che favorisca il nostro egoismo, che tranquillizzi con una sua presunta autorità la voce della nostra anima; e addirittura che si continui a cambiare consigliere fino a trovare il più benevolo. Questa tentazione può manifestarsi specialmente in ambiti e casi particolarmente delicati, nei quali forse non si è disposti a cambiare, nell'intento di piegare la volontà di Dio alla propria: per esempio, la scoperta della propria vocazione, che comporta un impegno maggiore; il dover rompere con un'amicizia pericolosa; la generosità nel numero dei figli, per gli sposi, eccetera.
Chiediamo al Signore che ci renda persone di coscienza retta, che cercano la sua volontà e che non si lasciano condurre da motivi umani: che cercano veramente di piacere a Lui, e non una falsa tranquillità o di far bella figura. Allo stesso modo, sarebbe una mancanza di visione soprannaturale essere eccessivamente preoccupati del "che cosa avranno pensato", di "che cosa penseranno", dell'opinione che si son fatti di noi. La visione soprannaturale conduce alla sincerità e alla semplicità.
La vita interiore matura nel tempo e non si improvvisa dalla sera alla mattina. Andremo incontro a sconfitte, che ci aiuteranno a essere più umili e a vittorie, che mostrano quanto la Grazia agisce efficacemente  dentro di noi; avremo bisogno di cominciare e ricominciare molte volte, senza scoraggiarci e senza aspettare - anche se a volte vengono - risultati immediati, che talora il Signore vuole che non vi siano in vista di un bene maggiore.

COSTANZA, SINCERITÀ E DOCILITÀ
Dietro questa lotta ascetica allegra dev'esserci la direzione spirituale, che non può essere sporadica o discontinua, ma seguire passo dopo passo gli alti e bassi del nostro sforzo.

1) COSTANZA
Costanza anche nelle difficoltà: quando, per esempio, il tempo scarseggi a causa di un lavoro particolarmente assorbente, per chi è studente, per l'approssimarsi degli esami… Dio premia questo sforzo con nuove luci e Grazie. Altre volte le difficoltà sono interiori: pigrizia, superbia, scoraggiamento perché le cose vanno male, perché non si è riusciti a compiere quanto ci si era proposto.
E' il momento in cui abbiamo maggior bisogno di una chiacchierata fraterna, o di una Confessione, dalla quale usciremo con più speranza e allegria, con una spinta nuova ad andare avanti nella lotta. Un quadro è fatto di pennellate e pennellate, e una corda robusta è un intreccio di molti fili: è nella continuità della direzione spirituale, settimana dopo settimana, che l'anima si va forgiando; a poco a poco, attraverso sconfitte e vittorie, lo Spirito Santo costruisce l'edificio della santità.

2) SINCERITA'
Accanto alla costanza, è imprescindibile la sincerità; cominciamo sempre col dire la cosa più importante, che forse è proprio quella che ci costa di più manifestare; questo è essenziale sia agli inizi sia per perseverare. I frutti possono farsi attendere proprio per non aver dato fin da subito una chiara immagine di quel che ci succede, di come siamo realmente; oppure per esserci soffermati su cose e fatti meramente accidentali, di contorno, non giungendo alla sostanza. Sincerità senza finzioni, esagerazioni o mezze verità: nel concreto, nel particolare, con delicatezza, quando sia necessario, chiamando i nostri errori, i difetti del carattere, col loro nome, senza volerli mascherare con eufemismi o palliativi: perché? Come? Quando?... circostanze che caratterizzano con più efficacia lo stato dell'anima

3) DOCILITA'
Un'altra condizione perché la direzione spirituale dia frutto è la docilità. Furono docili quei lebbrosi che, come se fossero già stati mondati, andarono a presentarsi ai sacerdoti come Gesù aveva loro ordinato; furono docili gli apostoli quando il Signore disse loro da far sedere la folla che lo seguiva e dar loro da mangiare, nonostante che essi, avendo già fatto i calcoli, sapessero bene che le provviste raccolte erano del tutto insufficienti.
Pietro è docile quando getta le reti pur avendo più volte sperimentato che in quel luogo non c'erano pesci, e l'ora non era opportuna. San Paolo si lascerà guidare; la sua personalità forte, emersa in vari modi e in tante occasioni, gli serve ora per essere docile. Prima i suoi compagni di viaggio lo portarono a Damasco, poi Ananìa gli renderà la vista, ed eccolo divenuto un uomo capace di sostenere le battaglie del Signore.
Non potrà essere docile chi insiste a essere cocciuto, ostinato, incapace di accogliere un'idea diversa da quella che ha già o che gli detta l'esperienza.
Il superbo è incapace di essere docile perché, per imparare e consentire che ci aiutino, è necessario che siamo convinti della nostra pochezza e indigenza in tanti aspetti della nostra vita spirituale.

Rivolgiamoci alla Santissima Maria per essere costanti nel farci dirigere, sinceri, aprendo il cuore veramente, e docili, come "la creta in mano al vasaio".

Nota di BastaBugie: per ulteriori approfondimenti sulla figura del padre spirituale e sulla sua importanza nel cammino di fede si consiglia di cliccare sul seguente link

IL PADRE SPIRITUALE E' NECESSARIO (E VA SCELTO BENE)
E' necessario affidare la nostra anima a un sacerdote in tutte e tre le tappe della nostra vita spirituale (il Signore si serve di lui per correggerci e incoraggiarci)
da Radio Roma Libera
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6054

Fonte: Gesù e Maria

3 - IL FISICO MARIANO ARTIGAS CONFUTA LE TESI PSEUDO-SCIENTIFICHE DI STEVEN HAWKING E DI RICHARD DAWKINS
Nel bel libro divulgativo ''Le frontiere dell'evoluzionismo'' dimostra che molti discorsi degli evoluzionisti sono infarciti di ipotesi indimostrate presentate come dogmi
Autore: Salvatore Canto - Fonte: Unione Cristiani Cattolici Razionali, 28/07/2012

In questo articolo parlerò del pensiero di Mariano Artigas (1938-2006), sacerdote, fisico e filosofo, membro dell'"Académie Internationale de Philosophie des Sciences" ed autore di alcuni libri sulle teorie 'evoluzioniste' e sulla loro divulgazione da parte di alcuni scienziati. Nel discorso che svilupperò non mi riferirò solamente alla teoria contemporanea dell'evoluzione, derivata da quella di Darwin e chiamata anche 'teoria sintetica' o 'neodarwinismo', ma in generale a tutte quelle teorie che  in qualche modo affermano che ciò che esiste, quindi l'universo e la vita, sia nato, sviluppato ed evoluto per merito del 'caso'. Questa impostazione 'casualista', data a diverse teorie biologiche ma anche cosmologiche, è dovuta a diversi scienziati, i cui più noti  sostenitori e diffusori -almeno a livello di mass media-  sono attualmente Steven Hawking per la cosmologia e Richard Dawkins per la biologia.
Artigas  mostra di non accettare acriticamente la teoria di Darwin, almeno così come viene enunciata dai suoi sostenitori nella forma attuale detta 'neodarwinismo'. Nei suoi interventi infatti evidenzia le contraddizioni e i punti poco chiari che tale teoria ha al suo interno,  facendo notare come molte affermazioni siano in realtà soltanto ipotesi non provate e mettendo in guardia dall'indebito sconfinamento verso la filosofia e la teologia realizzato da alcuni studiosi. Non solo, perciò, evidenzia le difficoltà che la teoria attuale ha nello spiegare le origini, ma consiglia ai divulgatori di non contaminare con la loro ideologia i risultati scientifici veramente certi, stiracchiando a loro favore un appoggio che la scienza non dà.
Per fare un esempio, nel suo libro "Le frontiere dell'evoluzionismo" (Edizioni Ares 1993), Arigas esplicita tre false 'deduzioni' che studiosi quali quelli sopra menzionati,  'fanno derivare' illecitamente dalla scienza: 1) la non necessità della creazione divina dell'universo,  2) l'inesistenza dell'anima, 3) la negazione dell'azione di Dio nel mondo. Rispetto alla creazione dell'Universo, cioè sul fatto che dopo il 'nulla' vi sia stato 'qualcosa', niente di sicuro può dire la scienza in quanto essa dovrebbe osservare il 'nulla' antecedente e metterlo in relazione con ciò che invece esiste, ma ciò è ovviamente impossibile. Il problema della nascita dell'universo è più metafisico che fisico, esce dalle possibilità di osservazione scientifica e inutili sono le teorie evoluzionistiche. La scienza neppure può esprimersi sull'esistenza o meno dell'anima, la cui esperienza può essere fatta solo in ambito personale e appartiene ad un campo che è al di là della fisica, essendo appunto 'non materiale' per definizione. Neanche ci si può servire della scienza per negare l'azione di Dio nel mondo: l'universo si comporta ed evolve seguendo le leggi naturali, ma lo scienziato nulla può dire sul perché valgono queste leggi e perché esiste la natura invece del 'nulla'. Tutto l'esistente, fra l'altro, suggerisce una finalità, ma per la maggior parte degli scienziati moderni è una parola tabù. Per lo scientismo contemporaneo, è il 'caso' l'autore di tutto ciò che esiste, un 'caso' senza finalità ma creatore dell'ordine e della complessità e creatore di un più che probabile fine verso cui tendono tutti gli esseri viventi. Eppure da esso, anziché generare -come sarebbe stato infinitamente più probabile-, ci saremmo aspettati il caos e nulla più.
La verifica sperimentale della teoria evoluzionista rimane incerta e alle volte impossibile, molti discorsi sono spesso infarciti di ipotesi indimostrate e deduzioni piuttosto ardite. Per esempio, la veridicità della interpretazione dei fossili è tutt'ora discussa e lo stesso problema dell'origine della vita è tutt'altro che risolto; anche il più semplice organismo vivente è infatti troppo complesso, e troppo poco tempo c'è stato perché si possa identificare il 'caso' come l'autore. Per lo scientismo attuale, l'affermazione "il caso è autore del tutto" assomiglia  sempre più ad un dogma a partire dal quale vengono valutati tutti i discorsi sull'esistente:  se rispettano questo assioma allora vengono considerati già credibili e possibilmente veri, mentre tutti gli altri, quelli che negano o almeno mettono in dubbio questo presupposto, vengono respinti e derisi in partenza. C'è qualcosa di non chiaro e sospetto nella difesa che gli 'specialisti' del modello neodarwinista manifestano in maniera alle volte eclatante e talvolta anche verbalmente irruenta. Oltre ad una certa dose di autoreferenzialità che lascia sorpresi. Artigas manifesta i dubbi di diversi studiosi, anche evoluzionisti, sullo schema "mutazioni casuali – selezione naturale": ogni passaggio è troppo complesso, coordinato e specifico, per escludere delle leggi generali che regolano questi processi, e che magari ancora debbono essere scoperte. Fra l'altro, a mio avviso, gli scienziati che aderiscono in maniera tenace al neodarwinismo appaiono anche un po' sorpassati dalle tendenze moderne: troppo legati al riduzionismo, che ormai da tempo ha mostrato la sua insufficienza. Le scoperte sulla notevole complessità degli organismi viventi fanno sempre più pensare all'esistenza di leggi che sono a livelli superiori rispetto alle leggi fisiche, da cui invece i riduzionisti vorrebbero far derivare tutti i processi esistenti. Bisognerebbe quindi quanto meno assumere un atteggiamento prudente, anche perché se venissero infatti scoperte delle regole operanti su piani superiori rispetto a quello strettamente fisico, allora si potrebbe cominciare a considerare l'evoluzione come un processo fondamentalmente deterministico e voluto.
Soprattutto il salto dall'animale all'uomo non può essere spiegato in maniera semplicistica, in quanto l'uomo possiede alcune caratteristiche che si trovano al di sopra del livello fisico, chimico o biologico. «Quando si pretende di ridurre l'uomo a un animale più evoluto degli altri, bisogna negare le esperienze più ovvie, profonde e importanti», è il commento di Artigas. Resta anche aperto il problema dell'inizio della vita, del salto dal non vivente al vivente,  rimane irrisolto il problema della nascita dell'universo, del passaggio dal 'nulla' all'esistente. Anche in questo campo non mancano ipotesi estreme, sempre di stampo materialista, ma che sempre ipotesi rimangono, in quanto la loro verifica è impossibile o improbabile, anche in linea di principio. Quando l'ipotesi del Big Bang venne confermata dalla scoperta della radiazione di fondo, sembrò quasi che potesse coincidere con l'atto creativo, ma ulteriori speculazioni teoriche hanno cercato di dare credibilità alla tesi di un universo nato 'spontaneamente' dal nulla, secondo il principio quantistico di indeterminazione. Hawking si è spinto più in là, asserendo che non ci sarebbero condizioni al contorno iniziali e quindi non ci sarebbe stata una vera nascita del tempo e veri confini: l'universo sarebbe contenuto in se stesso. Da ciò ne ha dedotto che l'universo potrebbe non aver avuto bisogno di un Creatore, ma con questo ragionamento ipotetico ha mostrato «di confondere la creazione, cioè dipendenza da Dio nell'essere, con l'inizio del tempo». Artigas fa anche notare che, anche ammettendo un universo eterno privo di inizio, ciò non escluderebbe la creazione. Già San Tommaso d'Aquino asseriva che «dire che qualcosa è stato fatto da Dio e che è sempre esistito non è una contraddizione». I ragionamenti di alcuni cosmologici, come Hawking, si basano su ipotesi della struttura dell'universo che appaiono non del tutto sicure, e soprattutto ricavano da queste ipotesi delle conclusioni non lecite, in quanto filosofiche e non scientifiche. [...]
Per concludere, è utile riportare una frase di Artigas che credo possa riassumere il suo pensiero su coloro che volendo fare divulgazione scientifica, parlano, spesso incautamente, di Dio e della creazione [...]: «Se un banchiere utilizza male il denaro dei suoi clienti manca di dignità. Se uno scienziato utilizza la sua scienza arbitrariamente in funzione delle sue preferenze ideologiche, oltre a mancare di dignità è responsabile di ingannare il suo pubblico su argomenti che hanno una notevole importanza vitale» (pag. 200).

Fonte: Unione Cristiani Cattolici Razionali, 28/07/2012

4 - LE INAFFIDABILI INDICAZIONI DELLA COMMISSIONE NAZIONALE VALUTAZIONE FILM DELLA CEI
Il sito dell'ACEC (Associazione Cattolica Esercenti Cinema) propone la visione del film pro-eutanasia ''La bella addormentata'' di Marco Bellocchio
Autore: Danilo Quinto - Fonte: Corrispondenza Romana, 19/09/2012

Il film è da valutare come complesso, problematico e opportuno per dibattiti. Può essere utilizzato in programmazione ordinaria, ben tenendo presenti le ampie sfaccettature dei temi trattati, che chiamano in causa sensibilità civili e spirituali, sfere pubbliche e private, istanze politiche difficili e dolorose. L'autore mette il proprio, lungo mestiere al servizio di un testo quasi semplice e discorsivo e tuttavia punteggiato da notazioni, passaggi, soluzioni narrative coerenti con il bagaglio culturale e etico del cineasta di Piacenza. Giusto corredare la visione con supporti critici e, in successive occasioni, approfondire gli argomenti con contributi e supporti di riflessione.
Intorno agli ultimi giorni di vita di Eluana Englaro (siamo nel febbraio 2009), Bellocchio costruisce quattro vicende che vorrebbero essere esemplari della complessità di un dibattito, che chiede certamente a tutti uno sforzo in termini di dialogo e di reciproco rispetto per superare contrasti ruvidi, aspri, scostanti che spesso non portano a niente.
Quella che abbiamo esposto in sintesi è la "valutazione pastorale" della Commissione nazionale valutazione film della Conferenza Episcopale Italiana sul film di Marco Bellocchio, La bella addormentata, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Lucia Bellaspiga, giornalista di "Avvenire" e autrice del libro Eluana. I fatti, intervistata da "Tempi.it", rispondendo alla domanda «Il film è una caricatura del mondo cattolico?», ha detto: «Esatto. Nel film, una ragazza della comunità di Don Benzi vede un bellissimo ragazzo, laicista, se ne innamora, molla Eluana, preghiera e compagnia e corre con lui in un hotel a far l'amore». Insomma, una barzelletta. Anche i medici dovrebbero offendersi: nel film, uno è un biscazziere che scommette sulla morte di Eluana, un altro è insofferente nei confronti di una drogata che, cito, «continuerà a rompere… se curata».
Questo è il film di cui l'organo ufficiale della CEI dice le cose che avete letto, che rendono  legittime le osservazioni di coloro che, a partire da questa valutazione, si chiedono se qualcosa non stia cambiando all'interno del mondo cattolico. Angiolo Bandinelli, storico esponente radicale, scrive sul "Il Foglio" del 13 settembre: «la moderazione della Commissione non può non dare la sensazione che il mondo cattolico sta complessivamente assumendo un atteggiamento "prudente" ‒ appunto ‒ rispetto alla gestione dei temi "etici"».
La stessa Commissione nulla ha detto (a meno che non mi sia sfuggito) a proposito di un altro film veneziano sicuramente più scandaloso, se non addirittura blasfemo, di quello di Bellocchio, Paradise faith, dell'austriaco Ulrich Seidl (nel film, presentato anch'esso a Venezia, una donna cattolica pratica sesso con il crocifisso collocato sopra il suo letto). «Che i tempi stiano cambiando?».
Sì, i tempi stanno cambiando. Ha ragione il radicale, per il quale «se la società è sempre più alla ricerca di riformulazioni del concetto di individuo, di persona, questo non è effetto di una degenerazione o decadenza etica, ma di una sorta di ineluttabile modificazione antropologica (…). Bisogna che tutti ci rendiamo conto che probabilmente occorre riformulare in primo luogo il concetto di "natura", perno su cui si fonda l'irremovibilità dei concetti sull'antropologia difesi dalla Chiesa». Questo "sforzo" viene oggi assecondato anche all'interno della Chiesa, dove uomini prudenti e cauti, dialoganti e conciliari, fanno di tutto - ma proprio di tutto - con la loro moderazione, per essere accolti piacevolmente da quel mondo che combatte i principi naturali, la Chiesa e Dio.

Nota di BastaBugie: per una corretta valutazione dei film consigliamo il sito Film Garantiti. Per ogni film viene presentato una scheda critica, il trailer e molto altro. Inoltre c'è la sezione dedicata ai "film sconsigliati" tra cui figura giustamente "La bella addormentata" di Marco Bellocchio.
Film Garantiti è un sito di divulgazione cinematografica che seleziona le migliori pellicole in circolazione. Il criterio di valutazione è la verità, da chiunque sia detta. Quando il grande schermo produce capolavori è importante che sia ricordato perché la cultura dominante tende a premiare autentiche spazzature e a dimenticare pellicole di sicuro valore.
Per visitare il sito Film Garantiti, clicca qui >>> www.filmgarantiti.it

Fonte: Corrispondenza Romana, 19/09/2012

5 - TUTTE LE FREGATURE NASCOSTE NEL ''GRATTA E VINCI''
Fino al 58% dei biglietti vincenti è in realtà un finto premio
Autore: Viviana Daloiso - Fonte: Avvenire, 30/06/2012

Immaginate di recarvi al supermercato e di trovare sugli scaffali e nei frigoriferi soltanto scatole bianche. Su queste ultime è riportato il nome del prodotto che (presumibilmente) contengono e qualche scritta generica del tipo 'possiede moltissime sostanze nutritive', oppure 'che aspetti a mangiarlo? È buonissimo'. La domanda è quasi paradossale: comprereste le scatole?
Per fortuna, supermercati del genere in Italia non ne esistono: la legge è molto chiara (e anche molto severa) sui diritti dei consumatori, a partire da quello d'essere correttamente ed esaustivamente informati su ciò che acquistano, oltre che a dover essere tutelati nella salute. E questo non solo in campo alimentare. Peccato che la stessa legge non abbia valore nel nostro Paese quando si gioca e si scommette, a partire dai popolari Gratta & vinci, che negli ultimi anni sono diventati la "porta" della ludopatia. Si comincia da lì, e spesso non si finisce.

IL SOGNO DEL 'MEGATURISTA PER SEMPRE'
All'apparenza sono i più innocui, tra i giochi d'azzardo proposti agli italiani: colorati, facili da utilizzare e nella maggior parte dei casi poco costosi, i Gratta & vinci – in gergo tecnico le "lotterie a estrazione istantanea" – spopolano nel nostro Paese, tanto da aver messo in soffitta persino le care, vecchie lotterie nazionali. I numeri, d'altronde, parlano chiaro: nel 2011 i biglietti "usa e getta" della fortuna hanno fruttato 10,2 miliardi di euro lordi (stiamo parlando di circa 28 milioni di euro al giorno) lasciando la povera Lotteria Italia – una sola estrazione, dopo mesi di "attesa" – ferma ai 48 milioni di euro totali. Non è un caso se negli ultimi anni le lotterie istantanee sono proliferate come funghi. A oggi sono 40, divise addirittura in sottogruppi, ciascuna col suo nome accattivante e la sua promessa milionaria. Tutte con la stessa regola: illudere chi vi partecipa. Che, per chi di gioco è malato, significa infierire.

MARKETING E DISINFORMAZIONE
Basterebbe farsi un giro sul sito di Lottomatica Italia per scoprire i trucchi ben celati del sistema. Alla sezione Gratta & vinci è possibile scorrere i facsimile di tutti i biglietti. Prendiamone uno a caso, dal sapore "vacanziero": 'Un mare d'oro'. Girandolo, si può scoprire che si sono 'tanti premi da vincere': il più alto è da 500mila euro, poi 100mila, 10mila, e via fino ai 5 euro (che poi è il prezzo del biglietto). Ecco tutto: promesse roboanti, certo, ma anche del tutto generiche. Niente, insomma, che informi il giocatore su quanti premi siano in palio e – più importante forse – quanti ne siano stati già vinti. «Il che – spiega l'avvocato Osvaldo Asteriti, esperto in gioco d'azzardo e da anni impegnato in una battaglia contro la ludopatia con l'Asdi (Associazione sviluppo dell'individuo) – evita di rispondere ai quesiti basilari di ogni persona di buon senso, vale a dire: sto scommettendo su qualcosa di reale? E che possibilità ho di vincere davvero?».
Domande da mettere in tasca e dimenticare. A meno che non si voglia essere pignoli (la caratteristica esclude i ludopatici), e prima di comprare i biglietti si vada alla ricerca dei decreti di indizione delle singole lotterie, in cui figurano sia il numero di premi a disposizione sia le somme ad essi associate. Dove trovarli?
Certo non in apposite bacheche all'interno di bar e autogrill: i decreti, per chi non lo sapesse, vengono infatti pubblicati in Gazzetta ufficiale e sono consultabili solo dopo apposite (e complicate, provare per credere) ricerche online. Quanto al montepremi ancora disponibile, non c'è alcuna possibilità di avere informazioni: «A differenza di altri Paesi, come per esempio gli Stati Uniti – continua Asteriti – in Italia non è dato sapere se i premi da un milione di euro, per esempio, sono già stati vinti. E c'è una bella differenza tra giocare pensando di potersi aggiudicare un milione di euro o soltanto pochi spiccioli».

IL MECCANISMO DEI "FINTI" PREMI
C'è poi la questione più spinosa: quella della spartizione del montepremi. «Nel caso de 'Il tesoro del faraone', per esempio, su 84 milioni di biglietti da 10 euro – spiega Asteriti – i Monopoli mettono in palio circa 655 milioni di euro, divisi tra quasi 36 milioni di biglietti vincenti: 14 biglietti da 2 milioni, 70 da centomila euro, 112 da cinquantamila e così via a scendere fino alla sorpresa finale, ben 20.746.250 biglietti (il 58% di quelli vincenti) valgono 10 euro, cioè la cifra che si è giocata». Finti premi, insomma, visto che ripagano semplicemente dei soldi spesi, tanto che proprio l'avvocato Asteriti nel 2009 ha vinto una causa contro l'Aams perché nella lotteria 'il Megamiliardario' oltre il 40% dei premi aveva un importo di 10 euro, cioè non corrispondeva a premi effettivi.
Ma il "nodo" del meccanismo è un altro ed è quello che inizia a preoccupare le strutture e gli sportelli di aiuto di mezza Italia: nell'80% e più dei casi i finti premi vengono rigiocati comprando un altro biglietto e innescando così il pericoloso meccanismo della ripetizione della giocata, strada sicura verso la patologia. Che anche nel caso degli "innocui" Gratta & vinci è più che mai in agguato, con la possibilità di perdite altissime, visto che per le lotterie più accattivanti (le "miliardarie") una grattata costa 20 euro. E in una semplice tappa al bar, per un caffè, si arrivano a comprare anche 10 biglietti.

Fonte: Avvenire, 30/06/2012

6 - FATIMA E LA PASSIONE DELLA CHIESA
Quando, per salvare la Chiesa e il mondo, la Madonna sarà presa in parola, il suo Cuore Immacolato trionferà: ma quale prezzo dovremo pagare per l'inerzia di questi decenni?
Autore: Roberto de Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana, 25/07/2012

Su Fatima si è scritto molto ed è giusto che ancora molto si scriva. Si illuderebbe infatti ‒come ha detto Benedetto XVI il 10 maggio 2007, in visita presso il santuario portoghese ‒ che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Non c'è dubbio che un alone di mistero avvolga questa missione, ma l'interesse per il "non detto" di Fatima non deve farci dimenticare l'enorme importanza del "già detto".
Il primo merito del bel libro appena uscito di Cristina Siccardi (Fatima e la Passione della Chiesa, Sugarco, Milano 2012, pp. 256, € 18.80) è proprio quello di aver resistito alla tentazione del sensazionalismo per affrontare il cuore della questione: la Passione della Chiesa. Fatima non è un "thriller", ma una rivelazione privata e bene fa l'autrice a sospendere il giudizio su alcuni inquietanti interrogativi che riguardano il Terzo Segreto. Di certo ‒ come ella scrive ‒ le apparizioni di Fatima, a differenza di molte altre, sono state ufficialmente riconosciute dalla Chiesa.
Altrettanto vero è che la Passione di cui oggi soffre la Chiesa è ad esse correlata. In questa prospettiva la storica piemontese collega Fatima ad altre profezie, meno note ma tutte impressionanti: l'apparizione della Madonna a La Salette e le visioni e locuzioni di Elisabetta Canori Mora (1774-1825) e Caterina Emmerick (1774-1825), due mistiche beatificate dalla Chiesa, che previdero la crisi della fede, già latente, ma esplosa dopo il Concilio Vaticano II. Il contributo più originale di questo libro è però la scoperta della stupefacente profezia custodita nell'archivio di un monastero domenicano di Alba (Cuneo), fondato dalla beata Margherita di Savoia (1390- 1464).
In quel luogo, il 16 ottobre 1454, una monaca in punto di morte, preannunziò alle consorelle che la Madonna sarebbe apparsa a Fatima in Portogallo. La suora, Filippina de' Storgi, era la figlia di Filippo II di Savoia-Acaia e ignorava che il padre, fatto annegare nel lago di Avigliana, era invece miracolosamente scampato alla morte e si era recato pellegrino proprio a Fatima, un luogo che prendeva nome da una chiesa fatta costruire da Mafalda di Savoia (1125-1157), sposa del primo re lusitano dom Alfonso Henriques (1128-1185). A questa regina si doveva la conversione di una giovane musulmana, Fatima, fatta prigioniera dai cavalieri cristiani che combattevano l'islam in Portogallo.
Mafalda la istruì nella vera religione e volle essere sepolta accanto a lei. Da qui il villaggio portoghese prese il nome di Fatima, che dal XIII secolo si intreccia con quello di Casa Savoia, una dinastia che, nello spazio di mille anni, ha dato cinque beati e cinque venerabili alla Chiesa e ha custodito la Sindone, la reliquia più preziosa della cristianità. Proprio in Portogallo ha concluso la sua vita l'ultimo re d'Italia, Umberto II di Savoia, espiando in esilio le colpe di cui la sua casata si era macchiata nel Risorgimento.
Cristina Siccardi, biografa di tante belle figure di Casa Savoia, ha approfondito l'argomento, risalendo alle fonti e ci fa sapere, dalle voci dei testimoni, che suor Filippina, morendo, «parlava de' futuri eventi, prosperi e funesti della Casata Sabauda, fino a un tempo non preciso di terribili guerre, dell'hesilio di Umberto di Savoia in Lusitania, di un certo mostro d'Horiente, tribulatione dell'Humanità, ma che sarebbe ucciso dalla Madonna del S. Rosario de Phatima, se tutti li huomini l'havessero invocata con penitentia grande» (pag. 53).
Mancano solo 5 anni al primo centenario delle apparizioni, avvenute tra i mesi di maggio e di ottobre del 1917 e Fatima è una profezia ancora incompiuta, ma straordinariamente attuale. Facciamo nostre le parole di Cristina Siccardi: «Quando, finalmente e con umiltà, si sarà compreso che per salvare la Chiesa e il mondo la Madonna deve essere presa in parola, il suo Cuore Immacolato trionferà. Ma quale prezzo dovremo pagare per l'inerzia di questi decenni?» (p. 22).

Fonte: Corrispondenza Romana, 25/07/2012

7 - VITALITA' DEL CATTOLICESIMO FIORENTINO
La rivista ''Fides Catholica'' dei Francescani dell'Immacolata: una novità nel panorama cattolico, nel rispetto della Tradizione
Autore: Piero Vassallo - Fonte: Corrispondenza Romana, 20/08/2012

Nel solco del Frontespizio, L'Ultima e Controrivoluzione, le riviste che hanno impresso un segno indelebile nella storia del Novecento tradizionalista, si pubblica in Firenze, a cura dell'Istituto Teologico Immacolata Mediatrice dei Francescani dell'Immacolata, il semestrale Fides Catholica.
Il più recente fascicolo della bella rivista fiorentina propone interessanti testi dei padri Serafino M. Lanzetta (Editoriale e La valutazione del Concilio Vaticano II in Joseph Ratzinger poi Benedetto XVI), Serafino Tognetti (Don Divo Barsotti e il Concilio Vaticano II) e Luca Genovese (La dottrina luterana vista da San Lorenzo da Brindisi), scritti che offrono al lettore indicazioni utili a una fedele e rigorosa lettura dell'ermeneutica della continuità.
Nell'Editoriale, dopo aver citato le tesi di un seguace di Teilhard De Chardin secondo il quale la formazione religiosa non dovrebbe concentrarsi sui concetti ma orientarsi dinamicamente verso il progresso, padre Lanzetta dimostra che la teologia cattolica è insidiata da un'ondivaga passione per l'agire, attitudine che tradisce la dipendenza della nuova teologia dal moderno soggettivismo.
Poiché nella teologia postconciliare "la prassi ha prevalso sulla Fede", ai cattolici contemporanei incombe l'obbligo di "coniugare Fede e ragione, Fede e dogma, dunque fede e annuncio. Una catechesi su Cristo e sulla Fede non può semplicemente abbandonare le formule della Fede, il Catechismo come unità dogmatica, morale e spirituale, per fare spazio all'approccio più discorsivo della Fede solo esperenziale di Cristo. Si finisce purtroppo per credere in un altro Gesù, quello dei nostri desideri, quello che ci insegnerà una verità più consona all'oggi e alle mode del tempo".
Nel convincente saggio sul Vaticano II padre Lanzetta rammenta l'amara riflessione di Joseph Ratzinger sull'infelice esperienza di Teresa d'Avila in un convento d'avanguardia, "dove venivano interpretate con uno spirito largo le regole della clausura" e il coerente giudizio secondo cui la conversione della carmelitana venne quando lasciò da parte l'aggiornamento.
L'allontanamento della Santa d'Avila dalla disciplina mondanizzata introduce la corretta lettura del Vaticano II. Secondo Ratzinger: "I fedeli ai quali parliamo si domandano: il Concilio non ha preso la via inversa? Non vuole avere a che fare con la conversione per andare verso la perversione della Chiesa? Né l'una né l'altra di queste domande possono essere puramente e semplicemente scartate".
Padre Lanzetta sostiene risolutamente che nel Vaticano II la Chiesa visse un momento di grande timidezza davanti al mondo: "C'era uno spirito del Concilio con una tendenza masochista".
Eletto pontefice, Ratzinger ha peraltro affermato la perniciosità di un'ermeneutica che pone la Chiesa in conflitto con se stessa, "contro la sua storia e trasforma il Concilio in una Costituente (questa era un'idea molto cara a Giuseppe Dossetti, iniziatore della Scuola di Bologna)". Scuola che ha coltivato l'abbagliante illusione che nel Vaticano II contempla il nuovo inizio e .a nuova pentecoste del cattolicesimo.
In conclusione "non vi è opera di difesa [del Vaticano II] più benemerita che mostrarne la sua corretta interpretazione alla luce di tutta la Dottrina cattolica, ovvero la millenaria tradizione della Chiesa".
Padre Tognetti propone la rilettura dei duri commenti al Vaticano II scritti da don Divo Barsotti nel tormentato biennio 1967-1968. Un giudizio del mistico fiorentino riassume le cause dell'angoscia che opprimeva gli spettatori delle acrobazie verbali messe in scena dai teologi ubriacati dalle novità striscianti fra le righe del concilio: "Certi adattamenti non li capisco, certi rinnovamenti mi sembra siano solo tradimenti. Non riesco a capire chi sia Dio per tanti teologi, per tanti scrittori, per tanti preti e religiosi. Non riesco a credere che quello che fanno, che quello che dicono, che quello che scrivono derivi davvero da una fede vissuta, da una vita religiosa profonda, dalla preghiera".
Opportuna è infine la rivisitazione, proposta da padre Luca Genovese, degli scritti di uno strenuo contestatore della teologia, il cappuccino San Lorenzo da Brindisi (+1619), elevato al rango di Dottore della Chiesa da Giovanni XXIII nel 1959. La rievocazione di padre Genovese mostra la simultaneità del progetto di convocare un Concilio con l'alto riconoscimento della dottrina di un religioso illuminato e intransigente che ha segnato i limiti dell'ecumenismo.
Le incerte espressioni che baluginano nei documenti del Vaticano II, ad esempio il giudizio sulla sussistenza della vera fede nelle sette ereticali, si devono leggere pertanto nella luce della rigorosa ortodossia: "Poiché la setta dei Luterani non è stata fondata sopra questa pietra non può appartenere alla Chiesa di Cristo e neppure a Cristo ma è rivolta solo all'anticristo". Condiviso e apprezzato dal papa che ha convocato il Vaticano II, il giudizio di San Lorenzo indica il coerente orientamento dell'ermeneutica della continuità nella delicata e controversa questione dell'ecumenismo.
Merita una speciale citazione il saggio che lo storico Giuseppe Brienza ha dedicato a Fausto Belfiori, un fra i più coraggiosi testimoni della resistenza cattolica all'eversione teologica e politica nel XX secolo.

Fonte: Corrispondenza Romana, 20/08/2012

8 - LETTERE ALLA REDAZIONE: I SIGNIFICATI DEI SIMBOLI DI BASTABUGIE
Sapresti indovinare chi è il personaggio per l'icona della ''storia''? Oppure chi è quello per l'icona ''omosessualità''?
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 01/10/2012

Cara redazione,
vi seguo ormai da tanto tempo ed apprezzo il vostro servizio alla Verità.
Adesso avrei una domanda da farvi. Mi rendo conto che è un dettaglio, una curiosità.
Ovviamente potete anche non rispondere, capirei i motivi... visti i tanti argomenti che affrontate ben più importanti della curiosità che sto per chiedervi.
Mi sapreste dire il significato preciso di ogni iconcina che compare nei vostri articoli?
Qualcuna è di chiara comprensione, come quella del bambino in pancia della mamma con un cartello stile "manifestazione" con su scritto: No aborto.
Però di altre icone non comprendo davvero il significato o cosa rappresentano. Ad esempio: chi è il personaggio della categoria "storia"? Cosa vuol dire la famiglia che c'è come icona dell'ambientalismo?
Ripeto che non pretendo una risposta. In ogni caso grazie per il servizio che fate. Siete veramente preziosi!
Teresa

Cara Teresa,
la tua domanda è una curiosità lecita e ti rispondo volentieri.
Le icone per le categorie servono per identificare subito di che argomento sta trattando l'articolo. Inoltre in alto a destra del nostro sito è possibile cliccare sull'argomento che più interessa e così avere tutti gli articoli pubblicati fino ad oggi di quell'argomento.
Ecco dunque l'elenco delle categorie di articoli con la relativa spiegazione.
ABORTO
Bambino prima della nascita con cartello "No aborto". Trae spunto dalla famosa frase di Ronald Reagan, ex presidente degli Stati Uniti: "Ho notato che tutti quelli che sono favorevoli all'aborto sono già nati".
ANIMALISMO
Pluto, il cane di Topolino.
ATTUALITÀ
Ragazzo anni '30 che vende i giornali per strada.
CINEMA E TELEVISIONE
Schermo televisivo che "calamita" le attenzioni di tutti i presenti.
COMUNISMO
Falce e martello, simbolo comunista, a cui è attaccato con filo spinato una vittima di tale sanguinosa ideologia che ha causato milioni di morti in tutto il mondo. Da sempre ha combattuto i cristiani. Pio IX mise in guardia da tale mortifera ideologia a pochi anni dalla pubblicazione del Manifesto di Carl Marx.
CRISTIANESIMO
La cupola della basilica di San Pietro, centro del cattolicesimo. E' chiamata con affetto dai romani "il cupolone" e si vede da ogni angolo di Roma.
ECOLOGIA
Una allegra famiglia che cammina nella natura. Vuol significare che l'uomo non è il "cancro del pianeta", ma il custode responsabile di questo immenso giardino. Lo sviluppo dell'uomo migliora l'ambiente, mentre il sottosviluppo deturpa pericolosamente l'ambiente in cui l'uomo è chiamato a vivere. L'ambientalismo sta all'ambiente come la polmonite sta ai polmoni: con il terrore che tale ideologia semina, si blocca lo sviluppo umano causando un danno anche all'ambiente.
ECONOMIA
Monete da un euro. La moneta unica europea che ha causato un impoverimento generalizzato.
EUTANASIA
Una pistola che uccide chi preme il grilletto. Si vuole così sottolineare che l'eutanasia è un suicidio, ma con l'aggravante che qualcuno ti "aiuta" a premere il grilletto che ti ucciderà.
EVOLUZIONISMO
La famosa figurina con la scimmia che diventa piano piano un uomo che si trova in tutti i libri scolastici e le trasmissioni pseudoscientifiche televisive. E' in realtà frutto della fantasia degli evoluzionisti e non è mai stata provata scientificamente. Ecco perché vi abbiamo aggiunto una X e la scritta "NO!"
FAMIGLIA E MATRIMONIO
Sono i coniugi Fred e Wilma del famoso cartone animato "Gli antenati". Non solo sono dei personaggi simpatici, ma nonostante i loro litigi non mettono mai in dubbio l'importanza del matrimonio e della fedeltà coniugale.
FECONDAZIONE ARTIF.
Un bambino dentro una provetta tenuta dalla inquietante mano di uno scienziato. Ovviamente è solo una foto simbolica in quanto la provetta utilizzata per la fecondazione artificiale è piatta e non può contenere un bambino già formato, ma solo embrioni.
ISLAM
Una sonora pedata nel sedere a un islamico dotato di scimitarra. Vuol ricordarci che è l'unica alternativa alla conquista islamica dell'Europa. Anzi il concetto stesso di Europa è nato solo quando gli europei si sono sentiti minacciati dall'invasore islamico. Oggi, come allora, c'è bisogno di qualcuno come il frate Beato Marco d'Aviano che faccia capire la gravità della situazione e la necessità di porvi rimedio, pena la conquista islamica. Rinnegare le radici cristiane e incoraggiare l'accoglienza senza condizioni accelera la conquista islamica.
LIBRI
Una ragazza legge su un prato un libro. Simboleggia la tranquillità necessaria alla lettura.
LITURGIA
La consacrazione durante una Messa celebrata con altare orientato. Il cardinale Ratzinger nel suo libro "Introduzione alla liturgia" spiega bene i motivi per cui l'orientamento dell'altare è così vitale per la liturgia. Noi con una battuta potremmo dire: quando sali sull'autobus preferisci che l'autista guardi avanti come tutti i passeggeri, oppure che si giri verso "il popolo"? Così, preferiamo che il celebrante, insieme all'assemblea, guardi verso il crocifisso, "guidando" così il popolo all'adorazione di Cristo.
MORALE
Il grillo parlante introduce nella storia di Pinocchio i giudizi morali della coscienza. La coscienza è debole e forte allo stesso tempo. Così debole che la possiamo mettere a tacere quando vogliamo (come fa Pinocchio spiaccicando il grillo con una martellata), ma così forte che riemerge sempre (come infatti il grillo parlante che appare di nuovo nel racconto, anche dopo la sua morte).
OMELIE
Don Camillo è stato eletto da un sondaggio il miglior parroco che ciascuno vorrebbe.
OMOSESSUALITÀ
Vladimiro Guadagno, meglio conosciuto come Vladimir Luxuria, ex parlamentare ed esponente di spicco della lobby gay (da cui la maggior parte degli omosessuali non si sente rappresentata).
PEDOFILIA
Un bambino cerca di impedire che accada il peggio. La pedofilia è condannata da coloro che risentono, anche remotamente, della cultura cristiana. Fu Cristo a dichiarare per primo la dignità dei bambini. Infatti uscendo dalla "mentalità" cristiana si torna alla legalizzazione la pedofilia, come ad esempio nei paesi musulmani dove il matrimonio con le bambine è considerato cosa normale. O come nei paesi scristianizzati, come l'Olanda, dove è stato costituito il partito dei pedofili senza che nessuno abbia avuto da eccepire.
PILLOLE
Una donna si dispera. Presentate come "soluzione del problema", in realtà le varie pillole anticoncezionali e abortive (oltre ad impedire il concepimento o uccidendo il bambino già concepito) distruggono le donne psicologicamente, moralmente e, a volte, anche fisicamente. Oltre ai bambini, anche le donne sono parte lesa della società della "pillola facile".
POLITICA
Una seduta parlamentare. La politica dovrebbe avere a cuore il bene comune, ma quanti politici lo sanno? La Chiesa invita a rispettare la legge naturale, ma quanti politici cristiani difendono almeno i principi non negoziabili: vita, famiglia, libertà di educazione?
SCIENZA
Una galassia.
STORIA
Carlo Magno fu incoronato imperatore del Sacro Romano Impero da Leone III in San Pietro a Roma nel natale dell'800. Poco prima di entrare nella basilica di San Pietro si possono vedere uno a destra, l'alto a sinistra, le statue equestri di Carlo Magno e Costantino il Grande. Due imperatori cristiani che hanno avuto chiara l'idea del bene comune e quale sia la vera religione.

DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE"
Le risposte del direttore ai lettori

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 01/10/2012

9 - OMELIA XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B - (Mc 10,46-52)
Va', la tua fede ti ha salvato
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 28/10/2012)

Il protagonista del Vangelo di oggi è un cieco, Bartimeo. Questo cieco è talmente preso dalla speranza di ottenere una grazia da Gesù che non si ferma nemmeno davanti ai rimproveri della gente. Egli continua a gridare: «Gesù abbi pietà di me!» (Mc 10,47). È una domanda angosciosa di chi sa di aver bisogno di compassione. Ma quella invocazione: «Figlio di Davide», è anche una vera e propria professione di fede. Il Figlio di Davide, ovvero colui che doveva nascere dalla stirpe di Davide, era il Messia promesso, atteso e sperato. Il senso di questa frase era ben chiaro per ogni ebreo. Dalla ripetizione di questa invocazione vediamo la convinzione di Bartimeo di trovarsi davanti al Messia. Questa fede è messa alla prova dai rimproveri della folla, ma il cieco non si ferma e ripete la stessa supplica.
Gesù, allora, si ferma e lo fa chiamare. Bartimeo balza in piedi e, pieno di speranza, va incontro a Lui. Il Signore non aveva certamente bisogno di sapere di cosa avesse bisogno quel povero cieco, ma ugualmente gli domanda: «Che cosa vuoi che io faccia per te?» (Mc 10,51). Gesù gli rivolge quella domanda per dargli l'occasione di sentirsi compreso e per rafforzare la sua fede. Così Gesù fa anche con noi: Egli sa di cosa abbiamo bisogno, prima ancora che glielo manifestiamo nella preghiera; ciononostante Egli vuole che noi formuliamo la nostra richiesta per dilatare in noi il desiderio della grazia e per esercitare la nostra fede. Egli vuole questa richiesta al punto che, se manca, tante volte non riceviamo l'aiuto di cui abbiamo bisogno. Da tutta l'eternità, Dio sa quelle che sono le grazie a noi necessarie, Egli vuole donarcele, ma, tante volte le condiziona alla nostra preghiera, di modo che, se pregheremo le riceveremo; se, al contrario, non le domandiamo con umiltà e perseveranza, rimarremo nella nostra indigenza.
Bartimeo persevera nella sua preghiera, e Gesù l'esaudisce. Compiuto il miracolo, il Salvatore dice all'uomo beneficato: «Va', la tua fede ti ha salvato» (Mc 10,52). Gesù domanda la fede anche da parte nostra. La mancanza di fede, in un certo senso, paralizza l'Onnipotenza di Dio. Quante grazie Egli non può donarci perché non preghiamo e perché la nostra preghiera è fatta senza fede viva! Quando la Madonna apparve a Parigi nel 1830 si mostrò a santa Caterina Labuoré nell'atteggiamento che possiamo osservare nella celebre "Medaglia Miracolosa": dei raggi luminosi partivano dalle sue mani e si indirizzavano verso terra. Quei raggi simboleggiavano le grazie che Ella donava all'umanità, ma alcuni raggi erano opachi e non risplendevano come gli altri. I raggi opachi simboleggiavano tutte le grazie che Ella avrebbe voluto donare da parte di Dio all'umanità, ma non poteva farlo proprio perché non si pregava con fede.
Facciamo nostro il grido di Bartimeo, e innalziamo sempre fiduciosi la nostra preghiera a Dio per la mediazione materna della Vergine Santa. Alla nostra preghiera fiduciosa seguirà poi la pioggia benefica della grazia di cui abbiamo tanto bisogno. San Claudio de la Colombiere affermava che la preghiera, e si intende la preghiera fiduciosa, è l'onnipotenza di Dio nelle nostre mani. Per mezzo di essa si può ottenere tutto da Dio, di modo che non ci saranno più raggi opachi. Una cosa dispiace in modo particolare al Signore: la nostra diffidenza. Non diamogli più questo dispiacere e gridiamo sempre con fede incrollabile la nostra invocazione: «Gesù, abbi pietà di noi!». Affidiamoci all'intercessione della Madonna e dei Santi nostri protettori. Allora la nostra preghiera sarà sostenuta dalla loro preghiera e giungerà certamente al Cuore di Gesù. Il Signore domanderà anche a noi: «Che cosa vuoi che io faccia per te?», e noi gli manifesteremo con grande semplicità e confidenza ciò che ci sta particolarmente a cuore.
Il momento della Comunione, quando Gesù è dentro il nostro cuore, è il momento più bello per manifestare a Lui i nostri desideri. E, se nella preghiera questi desideri aumentano sempre di più, è segno che il Signore vuole esaudirli. È stato Lui ad ispirarceli, aspetta solo la nostra preghiera umile, fiduciosa e perseverante.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 28/10/2012)

10 - OMELIA SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI - ANNO B - (Mt 5,1-12)
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra
Autore: Giuseppe Siri - Fonte: Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 1° novembre 2012)

Le letture di questo giorno, solennità di tutti i Santi, sono entusiasmanti. La prima lettura (Ap 7,2-4.9-14) ci ha mostrato, naturalmente in traduzione simbolica, dietro alla quale sta la realtà che va all'infinito, l'assemblea dei Santi, alla quale, se siamo in Grazia di Dio, partecipiamo anche noi. La seconda, estratta dalla prima lettera di san Giovanni (3,1-3), ci ha detto l'essenza della felicità di quest'assemblea: la visione di Dio faccia a faccia. La terza lettura ci ha riportato, secondo il dettato di Matteo (5,1-12), il Discorso della Montagna, le otto Beatitudini, che sono il codice della santità e racchiudono la più alta sapienza. Ma voglio attirare la vostra attenzione su una riflessione di carattere generale. Oggi, che è in realtà per il cristiano un giorno entusiasmante, si direbbe che la divina liturgia si ferma per raccogliere tutto quello che ha ricordato nei vari giorni dell'anno, raccogliere coloro la cui memoria ha presentato al popolo cristiano per vederli tutti insieme. È come se questo lungo nastro sul quale sono incisi i capolavori di Dio si raccolga in un unico affresco. Ma l'anno trascorre, ed è su questo trascorrere che io attiro la vostra attenzione.
Quando gli Ebrei uscirono dall'Egitto miracolosamente, attraversando il Mar Rosso – lo dice il Sacro Testo –, passarono «avendo il mare come un muro a destra e a sinistra» (cf Es 14,29). Per chi sente e vive secondo Cristo accade qualche cosa di analogo, ma di più grande, sì, più grande che la traversata del Mare Rosso. Da una parte c'è questa parete che ci accompagna lungo tutti i giorni dell'anno e che ogni giorno ci presenta da ascoltare, meditare, assimilare, tradurre negli atti della vita la Parola di Dio. Ma dall'altra parte c'è l'altra parete, in cui appaiono i Santi, e sono la parete relativa all'altra, in cui non si sente più la Parola di Dio direttamente, ma se ne sente l'applicazione pratica in tutte le multiformi circostanze e difficoltà della vita, come la presentano questi uomini santi, che hanno risolto i problemi posti dalla grande prova (la prova: l'unica ragione per cui siamo nel mondo!). E così si svolge l'anno. I Santi sono la corrispondenza pratica, la documentazione diretta della Parola di Dio. Guai a vederli come se fossero un velo che copre Iddio, che detrae qualche cosa alla gloria di Dio, che deprime il suono della Sacra Parola! No! Sono la Parola ricevuta e rifratta agli occhi nostri, in quella luce che viene dall'alto e che si chiama la Grazia: i Santi sono questo. L'anno, visto a questo modo, da questo giorno di tutti i Santi, in cui in un certo senso ha la sua significazione più alta, è diverso. I Santi sono il riflesso più autentico di Colui che ci ha creato, dopo Cristo, Dio e uomo, e dopo la Vergine sua Madre, che è la capofila di tutti i Santi.
Ma dietro i Santi, e alla pari loro in un certo senso, almeno per molti, stanno coloro che, essendo mancata una designazione da parte di Dio coi miracoli operati dopo la morte, una designazione ad una missione postuma, sono passati nel silenzio, ma nella santità. E sono innumerevoli, perché è in questo giorno di tutti i Santi che si può e si deve affermare che l'Incarnazione del Verbo non è stata un fallimento, e sarebbe fallimento se una minoranza esigua del genere umano soltanto si fosse salvato; gli uomini faranno fallimento, Dio no. E pertanto i più si vedono da questa parte e accompagnano l'anno. Perché non li accettiamo compagni della nostra vita?

Fonte: Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 1° novembre 2012)

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