BastaBugie n�269 del 02 novembre 2012

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1 LA DECADENZA DELLA SCUOLA
Ma che razza di educazione può essere quella che mira solo ad accumulare esperienze senza un disegno alto, una meta?
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Il Timone
2 DANIMARCA: 19ENNE IN COMA, I MEDICI STAVANO PER ESPIANTARLE GLI ORGANI, MA LEI SI E' RISVEGLIATA
Ecco il video con l'intervento del prof. Roberto de Mattei al convegno ''La morte cerebrale è ancora vita?''
Autore: Giorgio Gibertini Jolly - Fonte: Il Quintuplo
3 CARDINAL PIACENZA: IL VATICANO II E' AUTENTICAMENTE INTERPRETATO DAL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA
Lettera del Prefetto della Congregazione per il Clero: il miglior modo per attuare gli insegnamenti conciliari è far conoscere il Catechismo della Chiesa Cattolica
Autore: Gianni Cardinale - Fonte: Avvenire
4 LA PAROLA DI DIO CONDANNA L'OMOSESSUALITA'
L'ideologia dell'omosessualità minaccia la libertà di pensiero: chi non la condivide rischia l'emarginazione culturale e sociale
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Memorie e digressioni di un italiano cardinale
5 LA LEGGE SULL'ABORTO E' EUGENETICA
Ecco la prova: la Corte di Cassazione riconosce il diritto al risarcimento per la nascita di una bambina down (guarda il video ''La bellezza della vita'')
Fonte: Comitato Verità e Vita
6 NELLE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILI OBAMA HA FALLITO: ECCO PERCHE' NON NE PARLA PIU'...
Ormai insopportabile per i cittadini l'aumento del costo dell'energia elettrica a causa degli incentivi per le rinnovabili
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: Il Giornale
7 NEL SUO NUOVO LIBRO MESSORI SVELA LA VERITA' E L'INSPIEGABILE SU LOURDES
Pur sofferente e perseguitata, Bernadette non cedette mai alle obiezioni perché sapeva che non stava ingannando nessuno (ecco inoltre il link al film su Lourdes a cui collaborò Messori)
Autore: Mario Iannaccone - Fonte: Avvenire
8 LETTERE ALLA REDAZIONE: SONO UN INSEGNANTE DI RELIGIONE, MA MI VIENE IMPEDITO DI INSEGNARE LA RELIGIONE CATTOLICA
Riguardo ai disordini dei musulmani ricordo che un islamico sparò a Giovanni Paolo II, ma nessuna ambasciata fu attaccata da folle di cristiani inferociti, nè ci fu nessuna caccia al musulmano
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
9 OMELIA XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B - (Mc 12, 28-34)
Non sei lontano dal regno di Dio
Autore: Padre Settimio M. Manelli - Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - LA DECADENZA DELLA SCUOLA
Ma che razza di educazione può essere quella che mira solo ad accumulare esperienze senza un disegno alto, una meta?
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Il Timone, settembre 2012

Quando ho preso in mano i libri della prima elementare del primo figlio erano passati ventotto anni dalla mia, di prima elementare, ma il mio sussidiario me lo ricordavo ancora un po'. Cominciando a sfogliare i testi del futuro scolaro, ricordo che ho pensato: "bene, questi sono i libretti per giocare. Poi ci diranno dove prendere i libri veri". Ci ho messo un po' a realizzare che erano quelli, i libri veri.
La scuola è cambiata incredibilmente in questi anni, e forse, a meno che non si insegni, non si realizza quanto fino a che non ci si trovi ad avere dei figli che la frequentano. D'altra parte anche la scuola che ho fatto io, negli anni '80, era a sua volta completamente diversa da quella – severa, accurata, basata su un largo uso della memoria – frequentata dai miei genitori. A questo punto, nella speranza che i miei professori di latino e greco non stiano leggendo, devo confessare che spesso qualche scolaro di qualche decennio più vecchio mi sorprende con citazioni dalle lingue classiche, brani che io ho dimenticato, e che invece lui ha scolpiti nella mente, immagino, a suon di pomeriggi incollati alla sedia.
Un po' di tempo fa, volendo a mia volta fare alla prole uno dei consueti predicozzi (quella volta l'argomento era "come si scrive"), ho preso un mio vecchio quaderno delle elementari per leggere qualcuno dei preistorici temini ai figli, i quali peraltro sostengono che la mia principale qualità materna sia quella di trovare sempre nuove e fantasiose vie per tormentarli, soprattutto nell'istante in cui l'avventura con gli omini Lego o la partita di calcio-corridoio sta diventando davvero entusiasmante. Comunque, costretti ad ascoltare, i ragazzi – che ovviamente non hanno peli sulla lingua se si tratta di criticarmi – hanno ammesso che sì, sicuramente alle elementari scrivevo in modo ordinato e senza errori di grammatica né di ortografia, ma certo producendo una prosa "altamente soporifera".
I loro temi, invece, sono scritti in modo per me inaccettabilmente disordinato, e grammaticalmente un po', diciamo, creativo, ma sono un fuoco di fila di trovate, spesso pieni di fantasia e personalità. Ogni tanto, se c'è una storia da inventare, fanno capolino come niente il generale Eisenhower, i servizi inglesi dell'MI5, i Beatles, Stalin, Dante Alighieri, e citazioni cinematografiche: riferimenti a mondi di cui io alla loro età probabilmente neanche sospettavo l'esistenza.
Credo che questo fotografi abbastanza fedelmente il cambiamento della scuola e del sistema educativo in generale: i ragazzi di oggi, se seguiti a dovere, sono piuttosto svegli, bombardati come sono di stimoli, informazioni, esperienze, possibilità. Ma anche quando sono seguiti bene, da genitori attenti e presenti, da buoni insegnanti, faticano a gestire tutto. Faticano a essere ordinati, sia con le cose materiali che con le idee, faticano a rispettare semplici consegne per le quali sia necessaria concentrazione, spesso faticano a fare cose con le mani, perché tra scuola, attività pomeridiane, tempo destinato alla tecnologia in senso lato – computer, tablet, cellulari, consolle per i giochi, e anche tv, ormai meno amata dai bambini – le occasioni di esercitare la manualità, magari di fare lavoretti, piccole commissioni in casa, sono sempre di meno.
A me sembra che si sia persa cura, profondità, metodo, capacità di ricordare e di tenere punti fermi, pazienza nel cercare le soluzioni, a favore dell'ampiezza delle conoscenze e della rapidità. Personalmente non credo che sia un bene. Intanto, comunque, è un dato di fatto, un dato di fatto con cui senz'altro bisogna fare i conti: non demonizzando né sottovalutando né esaltando "le magnifiche sorti e progressive", ma prendendo le misure.
Noi in famiglia per esempio abbiamo stabilito due giorni alla settimana in cui i figli possono giocare con i videogiochi, dopo i compiti, in modo che negli altri giorni la discussione sul tema tecnologia non si apra nemmeno. Io e mio marito avevamo infatti notato, prima di questa delibera della suprema autorità famigliare (il padre), che l'estenuante quotidiana contrattazione ("Posso giocare? Quando? Quanto?") era causa di nervosismo pressoché perenne. Ovviamente secondo la nostra prole siamo i genitori più orribili che il pianeta abbia mai visto. Sostengono che nessuno dei loro amici sia sottoposto a simili vessazioni, e a dire il vero non stento a crederlo.
A parte alcune lodevoli eccezioni, infatti, mi sembra che lo stile educativo dei genitori contemporanei sia in linea con quello della scuola: accumulare esperienze, una dietro l'altra, senza un disegno alto, senza un progetto, in una sorta di horror vacui che costringe a riempire tutti gli spazi disponibili. Non sono rari i bambini che – magari dopo il tempo pieno a scuola (quest'anno la prima elementare, nell'unica sezione a tempo ridotto dell'intero quartiere, ha avuto solo diciotto iscritti, mentre oltre cento bambini cominceranno la loro carriera scolastica stando otto ore al giorno sui banchi) – hanno tutti i pomeriggi impegnati tra inglese, tennis, pallavolo, danza, nuoto, chitarra e via dicendo; per invitarne uno a giocare bisogna aspettare che trovi spazio in agenda.
Il discorso qui si fa ampio, e ci sarebbe da tirare in ballo il fatto che tante mamme lavorano e preferiscono (o sono costrette a farlo) subappaltare una buona parte del loro compito educativo; c'è poi la questione della scomparsa del gioco libero per strada, in piazza, al parco, che rende necessario riempire il tempo, inventando magari modi artificiosi per far muovere un po' i muscoli dei bambini; c'è soprattutto il problema che l'educazione sembra decisamente avere perso la bussola che indichi una direzione – tolto Dio dall'orizzonte sono tolti tutti i punti cardinali – e allora si procede sommando esperienze, sperando che la quantità supplisca alla scarsa qualità.
Quando si hanno troppe cose da fare come i bambini di oggi, però, le conoscenze e le esperienze non si fissano bene: non si ha tempo di lasciarle depositare, diventare parte di noi. Se invece che insegnare a scrivere, a leggere e a far di conto la scuola sostituisce le ore di italiano e matematica per proporre corsi di danze popolari e cucina regionale (sic), se al posto della matematica c'è l'ora di tecnologia (a che serve, che già a tre anni sono più veloci di noi, questi bambini digitali?), se poi si corre tutto il pomeriggio tra sport e impegni vari, è dura imparare un metodo, impadronirsi del sapere, organizzarlo in modo personale, lasciarlo sedimentare come solo avviene nei fecondi momenti di noia.
Questo modello didattico si basa sull'idea di fondo che i bambini vadano lasciati esprimere, e non costretti, soffocati da compiti troppo noiosi, mnemonici (benedetta memoria!), vessatori. Un'idea che, oltre impregnare di sé il modo di insegnare, produce una tolleranza molto alta nei confronti dei comportamenti indisciplinati dei bambini e dei ragazzi, ma questo tema, seppur profondamente intrecciato, richiederebbe un capitolo a parte.

Fonte: Il Timone, settembre 2012

2 - DANIMARCA: 19ENNE IN COMA, I MEDICI STAVANO PER ESPIANTARLE GLI ORGANI, MA LEI SI E' RISVEGLIATA
Ecco il video con l'intervento del prof. Roberto de Mattei al convegno ''La morte cerebrale è ancora vita?''
Autore: Giorgio Gibertini Jolly - Fonte: Il Quintuplo, 22/10/2012

"Carina non ne voleva proprio sapere di morire. La 19enne era in coma, ma quando i medici stavano per dichiarare la sua morte cerebrale, decidendo di "staccare la spina" per espiantarle gli organi, lei si è risvegliata. E pensare che l'ospedale danese aveva già cominciato a prepararla per portarla in sala operatoria, con il consenso dei suoi familiari che avevano concordato con i medici di far cessare il supporto vitale e di spegnere quel respiratore che la teneva in vita. Carina Melchior alla vita è rimasta aggrappata con le unghie e con i denti dopo un gravissimo incidente stradale. Oggi è in fase di recupero, cammina, parla e per il futuro ha le idee chiarissime: «Voglio fare la graphic designer e tornare a montare il mio cavallo, Mathilda, come si deve». Ma la sua storia colpisce al cuore l'intera Danimarca che s'interroga sulle responsabilità dei medici e della struttura ospedaliera di Aarhus (seconda città del Paese) che stavano per dichiarare la morte cerebrale un attimo prima che la ragazza si svegliasse. E i quesiti, i timori, l'impatto sull'opinione pubblica è stato tale da indurre il governo danese a rivedere le linee guida che regolano i trattamenti di fine-vita. «La ragazza che non voleva morire» è il titolo di un documentario che racconta la storia di Carina: nell'ottobre dell'anno scorso – riferisce il Daily Mail – il devastante scontro con la sua auto. Dalle lamiere era stato estratto un corpo dilaniato con pochissime speranze di sopravvivenza. Per tre giorni i genitori avevano sperato, poi la sua attività cerebrale aveva cominciato a rallentare facendo prevedere il peggio. È a quel punto che i medici hanno contattato la famiglia, hanno illustrato loro la situazione paventando la morte cerebrale di Carina (ma senza dichiararla in quel momento). A quel punto la famiglia acconsentì alla donazione degli organi. «Quei banditi in camice bianco avevano rinunciato troppo in fretta perché volevano un donatore», ha detto, pieno di rabbia, il padre di Carina, Kim, al giornale danese Ekstra Bladet".
Carina oggi vive. Che cosa sarebbe successo se i medici avessero affrettato i tempi, o se il padre di Carina si fosse chiamato Peppino Englaro? Che cosa sarebbe successo se Carina avesse firmato le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento sentenziando, di propria mano, la sua morte?
Che cosa sarebbe successo se ...??? Non è sciacallaggio, è realtà. Ora Carina è qui, con la sua vita, coi suoi desideri, col suo buongiorno ed il nostro buongiorno.

Nota di BastaBugie: sulle inquietanti problematiche connesse con il tema della morte cerebrale consigliamo di vedere il video con l'intervento del prof. Roberto de Mattei al congresso internazionale: "I segni della vita. La morte cerebrale è ancora vita?" organizzato a Roma il 19 febbraio 2009 dall'Associazione Famiglia Domani.
Dopo i video ci sono tre interessanti articoli di cui uno tratto dall'Osservatore Romano.

1° parte dell'intervento del prof. Roberto De Mattei

http://www.youtube.com/watch?v=TAIoI5cen-A


2° parte dell'intervento del prof. Roberto De Mattei

http://www.youtube.com/watch?v=2_ZbVnflADE


Per approfondire l'argomento ecco tre articoli pubblicati da BastaBugie (clicca su quello che interessa):

1) DONARE GLI ORGANI? CI VUOLE PRUDENZA (CHE FA RIMA CON SCIENZA)

Considerazioni sulla morte cerebrale dopo l'articolo dell'Osservatore Romano
di Roberto De Mattei
Clicca qui >>> https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=872

2) L'OSSERVATORE ROMANO ROMPE IL TABÙ SULLA MORTE CEREBRALE
I segni della morte. A quarant'anni dal rapporto di Harvard
di Lucetta Scaraffia
Clicca qui >>> https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=871

3) GLI INTERESSI CHE SONO DIETRO LA DEFINIZIONE DI MORTE CEREBRALE
Intervista al professor Paul Byrne: morte cerebrale... o eutanasia?
di Veronica Rasponi
Clicca qui >>> https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1473

Fonte: Il Quintuplo, 22/10/2012

3 - CARDINAL PIACENZA: IL VATICANO II E' AUTENTICAMENTE INTERPRETATO DAL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA
Lettera del Prefetto della Congregazione per il Clero: il miglior modo per attuare gli insegnamenti conciliari è far conoscere il Catechismo della Chiesa Cattolica
Autore: Gianni Cardinale - Fonte: Avvenire, 15/10/2012

Nell'Anno della fede è affidata ai sacerdoti la «corretta ermeneutica» del Vaticano II e la diffusione della conoscenza del Catechismo della Chiesa cattolica del 1992 come «miglior modo per attuare gli insegnamenti conciliari». Lo scrive in una lettera il cardinale Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il clero, annunciando che il dicastero da lui presieduto offrirà mensilmente «alcuni spunti di riflessione» che potranno essere letti nel proprio fornitissimo sito (www.clerus.org) durante tutto l'Anno della fede che Benedetto XVI ha solennemente aperto giovedì scorso.
Nella sua missiva il porporato ricorda come l'Anno della fede sia stato indetto dal Papa in occasione del cinquantesimo Anniversario dell'apertura dei lavori del Concilio Vaticano II e del ventesimo della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. «Due eventi – spiega – di straordinaria importanza ed intimamente legati: il Concilio, infatti, è autenticamente interpretato dal Catechismo e quest'ultimo è, in realtà, il "Catechismo del Concilio", in ascolto del quale è sempre necessario porsi per attuare le autentiche riforme che lo Spirito Santo ha suggerito alla Chiesa ed i Padri conciliari hanno autorevolmente indicato nei testi di quella nobile Assise».
Per il prefetto della Congregazione per il clero «i sacerdoti, in ogni circostanza, e qualunque sia il ministero loro affidato dai rispettivi ordinari, devono sempre considerarsi "in cura d'anime", ed è parte integrante di tale cura animarum, l'esercizio testimoniale e dottrinale del munus docendi». Non solo, ma è «affidata» anche a ciascun sacerdote «la corretta ermeneutica dei testi del Concilio Vaticano II, i quali, a distanza di cinquant'anni, mantengono tutta la loro profezia pneumatica e domandano di essere conosciuti, nella continuità della Tradizione ecclesiale e nell'anelito di Riforma di cui sono eco ed orizzonte». Mentre «il miglior modo» per «attuare gli insegnamenti conciliari è far conoscere il Catechismo della Chiesa Cattolica, strumento sicuro di riferimento dottrinale e morale».
Ed è in questa chiave che la Congregazione per il clero – spiega il cardinal Piacenza – «intende offrire mensilmente, per l'Anno della Fede, alcuni spunti di riflessione per la formazione permanente, con l'auspicio che, dando priorità alla fede ed alle conseguenze esistenziali dell'incontro intimo, personale e comunitario con il Risorto, possa essere sostenuta la perenne riscoperta di ciò che siamo come sacerdoti ed il conseguente valore degli atti che compiamo».
Infatti, sottolinea il porporato è proprio «nell'orizzonte della fede» che si collocano «tutte le azioni sacramentali del sacerdote, il quale, nella Chiesa e a nome di Cristo Signore, attua la salvezza offerta a tutti gli uomini». Altrimenti, spiega sempre il cardinale, «senza questo orizzonte dilatato "fino al Cielo", è sempre in agguato il pericolo di un funzionalismo mondanizzante, che rischia di risolversi nella pretesa di affrontare con mezzi e criteri meramente umani, quelle che appaiono come le sfide emergenti della nostra epoca». [...]

Nota di BastaBugie: il documento della Congregazione per il clero puoi trovarlo al seguente link
http://www.clerus.org/clerus/dati/2012-10/11-13/L_Anno_Fede.html

Fonte: Avvenire, 15/10/2012

4 - LA PAROLA DI DIO CONDANNA L'OMOSESSUALITA'
L'ideologia dell'omosessualità minaccia la libertà di pensiero: chi non la condivide rischia l'emarginazione culturale e sociale
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Memorie e digressioni di un italiano cardinale, Cantagalli (Siena) 2010

Riguardo al problema oggi emergente dell'omosessualità, la concezione cristiana ci dice che bisogna sempre distinguere il rispetto dovuto alle persone, che comporta il rifiuto di ogni loro emarginazione sociale e politica (salva la natura inderogabile della realtà matrimoniale e familiare), dal rifiuto di ogni esaltata "ideologia dell'omosessualità", che è doveroso.
La parola di Dio, come la conosciamo in una pagina della lettera ai Romani dell'apostolo Paolo, ci offre anzi un'interpretazione teologica del fenomeno della dilagante aberrazione culturale in questa materia: tale aberrazione – afferma il testo sacro – è al tempo stesso la prova e il risultato dell'esclusione di Dio dall'attenzione collettiva e dalla vita sociale, e della renitenza a dargli la gloria che gli spetta (cfr. Romani 1, 21).
L'estromissione del Creatore determina un deragliamento universale della ragione: "Si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti" (Romani 1, 21-22). In conseguenza di questo accecamento intellettuale, si è verificata la caduta comportamentale e teorica nella più completa dissolutezza: "Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi" (Romani 1, 24).
E a prevenire ogni equivoco e ogni lettura accomodante, l'apostolo prosegue in un'analisi impressionante, formulata con termini del tutto espliciti:
"Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Egualmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne" (Romani 1, 26-28).
Infine san Paolo si premura di osservare che l'abiezione estrema si ha quando "gli autori di tali cose... non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa" (cfr. Romani 1, 32).
È una pagina del libro ispirato, che nessuna autorità terrena può costringerci a censurare. E neppure ci è consentita, se vogliamo essere fedeli alla parola di Dio, la pusillanimità di passarla sotto silenzio per la preoccupazione di apparire non "politicamente corretti".
Dobbiamo anzi far notare il singolare interesse per i nostri giorni di questo insegnamento della rivelazione: ciò che san Paolo rilevava come avvenuto nel mondo greco-romano, si dimostra profeticamente corrispondente a ciò che si è verificato nella cultura occidentale in questi ultimi secoli. L'estromissione del Creatore – fino a proclamare grottescamente, qualche decennio fa, la "morte di Dio" – ha avuto come conseguenza (e quasi come intrinseca punizione) un dilagare di una visione sessuale aberrante, ignota (nella sua arroganza) alle epoche precedenti.
L'ideologia dell'omosessualità – come spesso capita alle ideologie quando si fanno aggressive e arrivano a essere politicamente vincenti – diventa un'insidia alla nostra legittima autonomia di pensiero: chi non la condivide rischia la condanna a una specie di emarginazione culturale e sociale.
Gli attentati alla libertà di giudizio cominciano dal linguaggio. Chi non si rassegna ad accogliere la "omofilia" (cioè l'apprezzamento teorico dei rapporti omosessuali), viene imputato di "omofobia" (etimologicamente la "paura dell'omosessualità). Deve essere ben chiaro: chi è reso forte dalla luce della parola ispirata e vive nel "timore di Dio", non ha paura di niente, se non della stupidità nei confronti della quale, diceva Bonhoeffer, siamo senza difesa. Adesso si leva talvolta contro di noi addirittura l'accusa incredibilmente arbitraria di "razzismo": un vocabolo che, tra l'altro, non ha niente a che vedere con questa problematica; e in ogni caso è del tutto estraneo alla nostra dottrina e alla nostra storia.
Il problema sostanziale che si profila è questo: è ancora consentito ai nostri giorni essere discepoli fedeli e coerenti dell'insegnamento di Cristo (che da millenni ha ispirato e arricchito l'intera civiltà occidentale), o dobbiamo prepararci a una nuova forma di persecuzione, promossa dagli omosessuali faziosi, dai loro complici ideologici e anche da coloro che avrebbero il compito di difendere la libertà intellettuale di tutti, perfino dei cristiani?
Una domanda rivolgiamo in particolare ai teologi, ai biblisti e ai pastoralisti. Perché mai in questo clima di esaltazione quasi ossessiva della Sacra Scrittura il passo paolino di Romani 1, 21-32 non è mai citato da nessuno? Come mai non ci si preoccupa un po' di più di farlo conoscere ai credenti e ai non credenti, nonostante la sua evidente attualità?

CARD. GIACOMO BIFFI
La fede che diventa cultura

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Fonte: Memorie e digressioni di un italiano cardinale, Cantagalli (Siena) 2010

5 - LA LEGGE SULL'ABORTO E' EUGENETICA
Ecco la prova: la Corte di Cassazione riconosce il diritto al risarcimento per la nascita di una bambina down (guarda il video ''La bellezza della vita'')
Fonte Comitato Verità e Vita, 07/10/2012

La sentenza della Corte di Cassazione, che ha riconosciuto il diritto al risarcimento del danno per la nascita indesiderata di una bambina down ai genitori, ai fratelli e alla stessa interessata, fa cadere molti paraventi e permette di comprendere la vera natura della legge 194 sull'aborto.
Davvero è la tutela della salute della donna incinta l'unico motivo che permette l'aborto, cioè l'uccisione del bambino (in questo caso: della bambina) che porta in grembo? Sì, perché la legge richiede che la donna che intende abortire, nei primi novanta giorni di gravidanza, "accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza comporterebbe un serio pericolo per la sua salute fisica e psichica" (art. 4), mentre nel periodo successivo pretende un certificato del medico che attesti "processi patologici che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna" (art. 6).
In pochi passaggi la Corte di Cassazione dimostra che si tratta di una semplice finzione.
Nei primi novanta giorni la donna, dice la Corte, ha un diritto soggettivo assoluto all'aborto: il legislatore "descrive la situazione giuridica soggettiva attribuita alla gestante in termini di diritto alla procreazione cosciente e responsabile, a lei rimesso in termini di assoluta, quanto inevitabile esclusività"; "la titolarità del relativo diritto soggettivo, riconosciuto dall'art. 1 della legge 194 del 1978, non può che spettare alla sola madre, in quanto solo alla donna è concessa la legittimazione attiva all'esercizio del diritto di procreare coscientemente e responsabilmente, valutando le circostanze e decidendo, alfine, della prosecuzione o meno di una gravidanza che vede la stessa donna co-protagonista del suo inizio, ma sola ed assoluta responsabile della sua prosecuzione e del suo compimento".
Più chiaro di così …
Ma, si sostiene, per l'aborto dopo i primi novanta giorni di gravidanza – quello eseguito per eliminare i "bambini difettosi", poiché alcuni accertamenti, come l'amniocentesi, sono possibili solo a gravidanza avanzata – il regime è diverso, molto più restrittivo.
La difesa del ginecologo – accusato di non avere eseguito l'amniocentesi, nonostante la donna gli avesse esplicitamente detto che non intendeva proseguire la gravidanza se il figlio non fosse stato sano, chiedendo di eseguire tutte le analisi necessarie – era, tra l'altro, basata proprio sulla formulazione dell'articolo 6 della legge. E, infatti, la Corte d'Appello di Venezia aveva respinto la domanda di risarcimento del danno, osservando che "nessuna prova era stata acquisita in ordine all'esposizione della donna a grave pericolo per la sua vita o per la sua salute fisica o psichica in caso di prosecuzione della gravidanza nella consapevolezza della malformazione cromosomica del feto". Per abortire, quindi, non era sufficiente la volontà della donna di non far nascere un figlio malato: era necessario il grave pericolo per la salute della donna.
Vediamo come la Corte di Cassazione ribalta questa affermazione (con il solito linguaggio ostico, ma di contenuto molto chiaro): "è qui sufficiente osservare come, a fronte di una precisa istanza diagnostica espressamente funzionale ad una eventuale interruzione della gravidanza, appare ricorrere la presunzione di una patologia materna destinata ad insorgere a seguito della scoperta della paventata malformazione fetale".
In parole povere: la donna aveva detto al medico che, se avesse scoperto che il bambino era malato, voleva abortire; questo è sufficiente per ritenere che la prosecuzione della gravidanza avrebbe comportato un grave pericolo per la sua salute … Questa non è autodeterminazione?
Sia ben chiaro: nessuno stupore. I giudici supremi affermano questi principi fin dal 2002, quindi da dieci anni; attribuiscono il risarcimento del danno alla madre impedita di uccidere il figlio dall'omessa diagnosi della malformazione del feto perché l'aborto è un diritto soggettivo pieno, assoluto, della donna.
Forse si stupirà chi, nel mondo cattolico, continua a ripetere il contrario; qualche mese fa questo Comitato fu severamente redarguito da un'importante esponente, criticata, appunto, per avere sostenuto che "l'aborto non è un diritto in Italia", mentre nell'ultimo numero di "Città Nuova", una illustre bioeticista afferma (pur premettendo che "il serio o grave pericolo per la salute della donna è un facile pretesto per eliminare un figlio sgradito") che "nella giurisprudenza italiana sull'aborto è costante l'affermazione che non esiste il diritto ad avere un figlio sano".
Sarà forse vero: ma esiste il diritto ad uccidere quello malato. Questo non è aborto eugenetico (come, ovviamente, si affanna a ribadire la sentenza della Cassazione)?
Non possiamo rassegnarsi a questa legge omicida!

Nota di BastaBugie: vi invitiamo a vedere questo bel filmato "La bellezza della vita (calpesteresti questa gemma?)" della durata di circa 4 minuti

http://www.youtube.com/watch?v=-8X9x8qMXSw

Fonte: Comitato Verità e Vita, 07/10/2012

6 - NELLE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILI OBAMA HA FALLITO: ECCO PERCHE' NON NE PARLA PIU'...
Ormai insopportabile per i cittadini l'aumento del costo dell'energia elettrica a causa degli incentivi per le rinnovabili
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: Il Giornale, 06/10/2012

Dove è finito quel presidente Obama che scommetteva sulla green economy per far rinascere l'economia degli Stati Uniti? Se ne sono perse le tracce e il duello tv con il suo sfidante Mitt Romney, l'altra sera, ne è stata una prova lampante. Malgrado si parlasse di economia e malgrado il moderatore del duello, Jim Lehrer, fosse stato fatto oggetto di una campagna di pressione da parte di gruppi ecologisti perché facesse domande precise ai candidati sulla «crisi climatica», l'argomento è rimasto tabù. È stato sfiorato soltanto da Romney, quando ha rinfacciato al presidente lo «scandalo Solyndra», miliardi di dollari buttati in una società di pannelli fotovoltaici destinata al fallimento. Ma Obama ha fatto finta di nulla. Eppure è ancora vivo nella memoria il discorso della «svolta storica» pronunciato al Congresso il 25 febbraio 2009 quando destinò 100 dei 787 miliardi di dollari del pacchetto salva-economia all'incentivazione di solare e fotovoltaico, annunciando ulteriori investimenti da 15 miliardi l'anno sempre per solare e fotovoltaico oltre che per lo sviluppo dell'auto elettrica. È ancora vivo quel discorso, ma terribilmente lontano, perché nel frattempo è anche crollato il costo del gas naturale (-46% in tre anni) che - a dispetto di Obama - è diventato la forza trainante dell'economia Usa. La sfiducia nelle fonti rinnovabili è ormai dimostrata dai dati appena pubblicati dal Clean Energy Pipeline: nel terzo quadrimestre del 2012 gli investimenti globali sono calati del 28% rispetto al quadrimestre precedente e del 52% rispetto allo stesso periodo del 2011. In particolare, per gli Usa il calo più evidente è stato nell'eolico con un -62% rispetto al quadrimestre precedente. La questione è particolarmente calda per l'Europa, dove i drastici tagli di bilancio imposti dalla crisi rendono insopportabile per i cittadini l'aumento del costo dell'energia elettrica a causa degli incentivi per le rinnovabili. Germania e Spagna sono già passate all'azione nel taglio degli incentivi e la situazione è acuta in Germania, dove è anche fallita una delle più importanti aziende del fotovoltaico, la Q-Cell. L'unico paese che non sembra rendersi conto della situazione è l'Italia che, dopo aver rinunciato al nucleare e continuando a demonizzare il carbone, continua a vedere nelle fonti rinnovabili l'unico settore energetico su cui investire.

Fonte: Il Giornale, 06/10/2012

7 - NEL SUO NUOVO LIBRO MESSORI SVELA LA VERITA' E L'INSPIEGABILE SU LOURDES
Pur sofferente e perseguitata, Bernadette non cedette mai alle obiezioni perché sapeva che non stava ingannando nessuno (ecco inoltre il link al film su Lourdes a cui collaborò Messori)
Autore: Mario Iannaccone - Fonte: Avvenire, 09/10/2012

Un appoggio alla fede, una «maniglia», così definisce Messori le apparizioni di Lourdes nel suo intenso e meditato libro Bernadette non ci ha ingannati. Un'indagine storica sulla verità di Lourdes, in uscita oggi per Mondadori (pp. 340, euro 18,50); un concentrato di approfondimenti e una lettura che cattura subito per quel suo tipico, efficace intrecciare ricordi personali, storia, cronaca e teologia. Quanto accadde nel 1858 in uno sperduto villaggio pirenaico, dove sarebbe stato costruito un santuario mariano fra i più visitati al mondo fu propriamente una «rivelazione privata», che nulla aggiunge alla Rivelazione pubblica chiusasi con l'ultimo apostolo e tuttavia riconosciuta come soprannaturale e dono di grazia per via delle guarigioni miracolose.
Come tutte le rivelazioni private riconosciute, anche le apparizioni di Lourdes non entrano a far parte del depositum fidei, perché il fedele è libero di non credervi. Private ma anche pubbliche, osserva Messori, se è vero che lì «ogni anno passa come pellegrino, guidando folle di altri pellegrini, il 20% dell'episcopato mondiale». Qui all'umile, illetterata, Bernadette furono affidati alcuni messaggi: la chiamata al pentimento, l'invito alla conversione e poi, in modo più specifico, il «dire ai preti che si costruisca qui una cappella e si venga in processione«. Infine, la Vergine si qualificò come «Immacolata Concezione», dogma proclamato nel 1854. La fanciulla sopportò la sofferenza d'essere considerata pazza, mentitrice, manipolata, maligna. Fu visitata come un'alienata, guardata a vista, messa alla gogna da intellettuali allora famosi come quello Zola che promise la rivelazione di documenti segreti che in realtà non esistevano. Entrò in convento non per fuggire, ma per abbracciare il Mistero che aveva visto e con cui aveva persino parlato. Intanto, nonostante il clima ostile della Francia anticlericale, si costruiva un grande santuario, dove oggi si celebrano messe e s'allungano processioni quotidiane. E poi iniziarono le guarigioni. Perché il mistero di Lourdes in primis incoraggia i malati dell'anima e del corpo, a ricalco della guarigione del paralitico al quale Gesù – equiparando il peccato alla malattia – disse: «Coraggio, figlio, i tuoi peccati ti sono perdonati!».
Allo stesso modo la Vergine di Lourdes, in uno dei suoi messaggi, esortò: «Andate a bere alla fontana e a lavarvi», riferendosi alla guarigione degli infermi e della fede. Se confrontate all'enorme numero di pellegrini, le 67 guarigioni inspiegabili sono rare ed è inesplicabile, alla ragione umana, il criterio d'elezione dei miracolati: furono guariti dei ricchi invece che dei poveri; vi fu chi guarì prodigiosamente per poi morire dopo in un banale incidente. Ciò sta a significare che quei prodigi sono un mero segno che rimanda alla vera guarigione «offerta qui non a pochi ma a tutti». Del resto, si legge nel Vangelo: «Se non vedete segni e prodigi voi non credete» (Gv, 4,48). La sorgente che scaturì da quella grotta usata dai contadini è, come in una delle più belle poesie di san Giovanni della Croce, un segno dell'abbondanza eucaristica. Attorno a questi fatti, piccoli e grandi, che ruotano attorno alla vita di santa Bernadette, sofferente e perseguitata, Messori rievoca i tanti attori del dramma: i contrari per puntiglio, gli increduli, gli arrabbiati, coloro che si convertirono. La ragazzina non cedette mai giurando, serena, d'aver detto la verità, soltanto la verità. Così si snoda, capitolo per capitolo, pacato e rigoroso, il libro di Messori, che ricostruisce per esteso la vicenda. Come altri testi di questo autore, esso trasmette una forte tensione: si sente, si avverte che c'è molto di più. Altro potrebbe essere scritto, molto altro preme sotto gli eventi più noti. Nella sua ricerca, svolta a contatto con i maggiori studiosi di Lourdes come René Laurentin, Messori registra coincidenze significative, casi che sfidano la probabilità, simmetrie misteriose, difficili da inserire in un solo libro. In parte, questo materiale confluirà in un secondo volume annunciato dallo scrittore il quale, infine, giunge alla ferma convinzione che Bernadette non ci ha ingannati, che ha detto il vero. Ciò che ha visto, ciò che ha fatto e ci ha lasciato, porta il segno del dono divino.

Nota di BastaBugie: Per leggere la storia della clamorosa conversione, avvenuta a Lourdes, di Alexis Carrel (premio Nobel nel 1912 grazie alla scoperta di un particolare punto di sutura che poi ha permesso la pratica della trasfusione di sangue), clicca qui sotto
http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=149

Per vedere gratis su YouTube il film per la televisione trasmesso sulla Rai nel 2000 con protagonista Alessandro Gassman e con la supervisione di Vittorio Messori, clicca qui sotto
http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=150

Fonte: Avvenire, 09/10/2012

8 - LETTERE ALLA REDAZIONE: SONO UN INSEGNANTE DI RELIGIONE, MA MI VIENE IMPEDITO DI INSEGNARE LA RELIGIONE CATTOLICA
Riguardo ai disordini dei musulmani ricordo che un islamico sparò a Giovanni Paolo II, ma nessuna ambasciata fu attaccata da folle di cristiani inferociti, nè ci fu nessuna caccia al musulmano
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie

Cari amici di BastaBugie,
in una delle scuole dove io dovrei insegnare IRC (Insegnamento della Religione Cattolica) non posso farlo perché gli alunni che non vogliono l'insegnamento della religione "cattolica" non possono avvalersi di un insegnamento alternativo fornito dalla scuola stessa. Mi trovo, dunque, con delle classi sovraffollate e con delle alte percentuali di musulmani in ogni classe. Vi lascio immaginare che i contenuti delle mie lezioni non possono essere come io li vorrei.
Ai musulmani si aggiunge la variegata galassia dei critici e degli oppositori del cristianesimo nostrani. Se uno ha una croce al collo viene criticato dai compagni, mentre se ostenta un ciondolo che raffigura la foglia di marijuana viene applaudito. Molti dei miei colleghi approvano questo modo di pensare: niente simboli religiosi in ambito scolastico!
In questi giorni ho sentito commentare quanto sta avvenendo nei paesi islamizzati a causa del film americano su Maometto e delle vignette pubblicate in Francia. Sembra che io sia uno dei pochi a ricordare che un musulmano (Alì Agca) attentò alla vita del Papa. Non mi sembra di ricordare che ci sia stata in conseguenza una caccia al musulmano e che nessuna ambasciata (in particolare quella turca) sia stata attaccata da folle di cristiani inferociti. Debolezza? Indifferenza? Civiltà?
Bernardo

Caro Bernardo,
comprendo benissimo la tua situazione e ti sono nel cuore per le difficoltà che devi affrontare ogni giorno.
Mi permetto di dire che secondo me dovresti comunque esporre durante le tue ore gli insegnamenti della religione cattolica anche se ci sono dei musulmani.
La tua frase "i contenuti delle mie lezioni non possono essere come io li vorrei" andrebbe corretta con "i contenuti delle mie lezioni devono essere quelli previsti dalla legge". Quindi: Insegnamento della Religione Cattolica. La materia insegnata non è discrezionale a seconda di chi è composta la classe.
Se qualche musulmano si lamenta basta ricordare che se loro sono in classe non è per colpa dell'insegnante, ma della scuola che non ha previsto i prescritti corsi alternativi, per cui se la rifacciano con la scuola (magari appiccandole il fuoco, come faranno appena si sentiranno in forze per farlo).
Va inoltre ricordato a chi si opponesse all'insegnamento della religione cattolica che nei paesi musulmani i cristiani sono considerati di serie B quando va bene, torturati e uccisi quando va male... non mi pare che ascoltare per un'ora la settimana degli insegnamenti per capire meglio la realtà in cui vivono sia poi così una tortura...
Il cardinale Giacomo Biffi suggeriva tempo fa anche ai musulmani di seguire le ore di religione per saper leggere meglio la realtà in cui vivono. Diceva infatti il cardinale: "Bisogna concretamente operare perché coloro che intendono stabilirsi da noi in modo definitivo si inculturino nella realtà spirituale, morale, giuridica del nostro paese, e vengano posti in condizione di conoscere al meglio le tradizioni letterarie, estetiche, religiose della peculiare umanità della quale sono venuti a far parte".
Visto che ti trovi in ambiente scolastico probabilmente potrebbe essere utile far vedere ai ragazzi alcuni film che trattano in maniera corretta il problema dell'immigrazione. Ovviamente alla visione del film deve seguire una bella discussione in classe in modo da poter approfondire i temi suscitati dai film con i ragazzi, i quali sono incredibilmente interessati se stimolati nella giusta maniera. Ti indico due validi film del 2006 con il link al sito FilmGarantiti per avere a portata di mano un articolo di commento e il trailer di ciascun film.
United 93 > http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=16
Il mercante di pietre > http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=14
United 93 è un ottimo film che dimostra come il fanatismo religioso punti a vincere sfruttando la vigliaccheria suscitata dal terrore. I passeggeri compiono un atto di eroismo imprevisto dai terroristi ed alla fine trionfano con il sacrificio delle loro vite.
Il mercante di pietre è un film teso a suscitare la discussione, anche se purtroppo sono da registrare due difetti. Il primo è l'idea di matrimonio che fa da sottofondo alle vicende: viene considerato normale che una donna non soddisfatta fisicamente dal marito (per una menomazione) abbia una relazione extraconiugale. Anzi, proprio grazie a questa si ha la conversione di un personaggio importante. Il secondo, e più banale difetto, è la presenza di due scene di sesso esplicito. Comunque nonostante i suoi difetti il film dimostra in maniera convincente il fallimento del multiculturalismo (l'ideologia che si illude di far convivere pacificamente non solo popoli diversi, ma anche culture diverse).
Ti consiglio infine di far vedere ai ragazzi "Europa islamica in pochi anni", lo sconvolgente video sul futuro dell'Occidente che rischia di scomparire. Lo ha fatto vedere ai vescovi uno dei partecipanti al recente sinodo in Vaticano... Trovi anche questo sul sito di FilmGarantiti.
http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=89
Ovviamente, ripeto che ti sono nel cuore per le difficoltà che devi affrontare... Io parlo seduto comodamente alla mia scrivania, per cui è più facile parlare... Comunque, come sanno bene i nostri lettori, la battaglia di BastaBugie per smascherare le menzogne del politicamente corretto va avanti ormai da anni e non ci tireremo certo indietro in futuro.
Uniti nella comune sofferenza per un problema così grave e di cui la maggior parte delle persone non sente l'urgenza, ti saluto con affetto.

DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE"
Le risposte del direttore ai lettori

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Fonte: Redazione di BastaBugie

9 - OMELIA XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B - (Mc 12, 28-34)
Non sei lontano dal regno di Dio
Autore: Padre Settimio M. Manelli - Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 04/11/2012)

Il Vangelo di oggi fa parte della serie delle dispute di Gesù con i principali responsabili religiosi del suo tempo. Nel Vangelo secondo Matteo l'episodio non dà adito ad alcun dubbio: si tratta proprio di una disputa. L'Evangelista infatti inizia annotando che «un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova» (Mt 22,35). Nel Vangelo di san Marco, invece, lo scriba che interroga Gesù, anche se, forse, inizialmente era prevenuto nei confronti del Maestro, in seguito rimane positivamente impressionato dalla sua risposta, tanto da lodarlo: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità». è uno dei rari casi in cui Gesù riceve un riconoscimento da parte dei capi religiosi dei giudei.
La domanda che lo scriba rivolge a Gesù: «Qual è il primo dei comandamenti?», era una nota questione, che riceveva diverse risposte dalle varie scuole rabbiniche del tempo. è risaputo che «i rabbini giudei – come ci informa padre Marco Sales – dividevano i 613 comandamenti della legge (248 precetti e 365 proibizioni) in due classi: gravi e leggeri. Non si accordavano però tra loro nel determinare quali appartenessero all'una o all'altra classe, e meno ancora nel fissare le condizioni perché un precetto potesse dirsi grave. Per questo vi era chi diceva più grande il precetto dell'osservanza del Sabato, perché più antico; chi diceva più grande la circoncisione, ecc. La domanda fatta a Gesù si prestava quindi a mille cavilli e mirava a trascinarlo nelle dispute che dividevano le varie scuole».
Gesù risponde con due citazioni della legge mosaica. La prima è una parte della preghiera o professione di fede più comune dei giudei, detta "Shemà", dalla prima parola con cui inizia: «Ascolta, Israele...» (cf la Prima Lettura di oggi). Essa è costituita da tre sezioni bibliche (Dt 6,4-9; 11,13-21; Nm 15,37-41), precedute e seguite dalla recita di alcune benedizioni. Gli ebrei recitano questa preghiera, con profonda riverenza due volte al giorno, la mattina e la sera e, privatamente, prima di coricarsi. I rabbini insegnano, tra l'altro, che le parole dello Shemà sono 245. Ripetendone l'ultima espressione diventano 248, tante quante sono, per tradizione, le membra del corpo umano, come per dire che bisogna aderire alle parole dello Shemà con tutta la propria persona.
Con questa prima citazione Gesù riafferma anzitutto l'unità di Dio, poi, attraverso espressioni sinonime, ricorda l'impegno ad amarlo «sopra tutte le cose – continua il Sales –, in modo che a lui siano indirizzati tutti i pensieri della mente, tutti gli affetti del cuore e tutte le operazioni. La misura di amar Dio è amarlo senza misura». Questo è, dice Gesù, il «più grande e il primo dei comandamenti» (Mt 22,38). Però ne aggiunge subito un secondo, che, dice ancora il Maestro, è simile al primo: «Amerai il prossimo tuo come te stesso». Accanto al precetto dell'amore di Dio va messo sempre quello dell'amore del prossimo.
è vero che il precetto della carità verso il prossimo letteralmente era già contenuto nell'Antico Testamento, esattamente in Lv 19,18. Non è dunque una novità assoluta introdotta da Gesù. Tuttavia, alla luce di tutto l'insegnamento evangelico e, soprattutto, alla luce della testimonianza stessa di Gesù, che ha offerto la sua vita per l'umanità, si può affermare che esso acquista un significato molto più profondo e allo stesso tempo molto più impegnativo. Infatti, mentre prima il concetto di "prossimo" era molto limitato, relativamente ristretto, per Gesù il prossimo è ogni persona bisognosa di aiuto che si incontra. Non solo, ma prossimo è anche chi fa del male, il nemico, che va perdonato e persino amato.
Nel Discorso della montagna Gesù, perfezionando la legge antica, afferma: «Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori» (Mt 5,43s). In un'altra occasione Gesù aggiungerà: «Fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica» (Lc 6,27-29).
Gesù, con questa duplice risposta, indica il principio unificatore di tutta la Legge e i Profeti, ossia di tutta la Sacra Scrittura. La novità e la grandezza di queste parole consiste nell'aver unito insieme i due precetti, in modo che formino quasi un'unico Comandamento, che abbraccia e comprende tutti gli altri. Anzi, tutti i Comandamenti ricevono il loro vero senso dal precetto più grande, quello dell'amore di Dio e del prossimo.
I due Comandamenti vanno sempre insieme, tuttavia non sono sullo stesso piano. Gesù dice chiaramente che l'amore del prossimo è il "secondo" Comandamento. Non si può dunque appiattire o ridurre il Comandamento dell'amore di Dio a quello dell'amore verso il prossimo. L'amore di Dio è il fondamento dell'amore verso i fratelli. Solo se ci sarà una profonda fede in Dio e un attento ascolto della sua Parola, l'amore del prossimo potrà raggiungere la perfezione ed essere praticato in tutta la sua radicalità. L'amore di Dio modellerà il nostro amore verso il prossimo. è vero però anche il contrario. Senza amore verso il prossimo, non ci può essere vero amore e vera conoscenza di Dio, come dirà esplicitamente san Giovanni: «Se uno dicesse: "Io amo Dio", e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello» (1Gv 4,20s).

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 04/11/2012)

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