BastaBugie n�295 del 03 maggio 2013

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1 EMMA BONINO MINISTRO DEGLI ESTERI: QUATTRO MOTIVI PER PREOCCUPARSI
Come può occupare un posto chiave del governo chi fa parte di un partito che è stato votato dallo 0,19% (cioè 64.709 voti) senza nessun rappresentante in Parlamento?
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana
2 EMMA BONINO MINISTRO DEGLI ESTERI: L'IDEOLOGIA ANTI-UMANA AL POTERE
Gruppo Bildeberg, Trilaterale e le organizzazioni segrete che impongono i loro candidati anche in assenza di legittimazione popolare (o, forse, proprio per questo)
Autore: Danilo Quinto - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana
3 ARCIVESCOVO DI BRUXELLES OFFESO E UMILIATO IN PUBBLICO DA FEMMINISTE A SENO NUDO
Assurda protesta di attiviste ucraine ''Femen'' (pagate profumatamente) che gettano acqua santa contro l'arcivescovo, colpevole di aver ricordato che l'unico matrimonio secondo natura è quello tra un uomo e una donna: lui non reagisce e si mette a pregare
Autore: Davide Greco - Fonte: nocristianofobia.org
4 LE NOZZE GAY SPIEGATE AI MIEI FIGLI (ETA' MEDIA 9 ANNI)
A noi dispiace tanto se le persone dello stesso sesso che si vogliono bene non possono avere bambini, ma è la natura, e noi abbiamo il dovere di difendere quei bambini
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
5 AVERE LA FEDE NON E' COME VINCERE AL GRATTA E VINCI
Nel libriccino ''L'Abc della fede'' l'arcivescovo emerito di Bologna offre una proposta sintetica per l'Anno della Fede
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Avvenire
6 LE MANIFESTAZIONI CATTOLICHE IN PIAZZA FANNO PAURA
Tutti possono scendere in piazza e manifestare le loro idee: i cattolici no, devono tacere per non offendere nessuno (ecco il video shock del prete picchiato dallla polizia francese)
Autore: Davide Greco - Fonte: Corrispondenza Romana
7 MARGARET THATCHER: IL DENARO PUBBLICO NON ESISTE, C'E' SOLO IL DENARO PROVENIENTE DALLE TASSE
Lo Stato non ha nessuna fonte di denaro e se pensi che qualcun altro pagherà, sappi che quel qualcun altro sei tu
Autore: Marco Respinti - Fonte: Libero
8 LEGALIZZARE LA DROGA PER TOGLIERLA ALLE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI? DOPPIO FALLIMENTO
Sarebbe come dare ad alcuni la licenza di fare i killer per togliere profitti ai killer della mafia
Autore: Giacomo Samek Lodovici - Fonte: Avvenire
9 OMELIA VI DOMENICA DI PASQUA - ANNO C - (Gv 14,23-29)
Se uno mi ama, osserverà la mia parola
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - EMMA BONINO MINISTRO DEGLI ESTERI: QUATTRO MOTIVI PER PREOCCUPARSI
Come può occupare un posto chiave del governo chi fa parte di un partito che è stato votato dallo 0,19% (cioè 64.709 voti) senza nessun rappresentante in Parlamento?
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 29/04/2013

Il governo Letta è nato come è nato. E' perfino possibile che, proprio perché è nato in questo modo drammaticamente incerto duri invece più a lungo di altri. Le perplessità sono tante, come abbiamo già scritto ieri, con la presenza di qualche timida garanzia.
Ma la cosa più sorprendente nella rosa dei ministri del nuovo governo Letta è la Bonino agli Affari esteri. Qualcuno può pensare che ce l'abbiamo con lei, visto gli articoli contro la sua candidatura al Quirinale e in questa stessa pagina dopo la sua nomina agli Esteri. Ed in effetti è vero, ce l'abbiamo con lei. O meglio con le sue idee e con la sua politica. Ma oltre che per ciò che potrà fare di negativo, ciò che è sorprendente e preoccupante è la modalità con cui è entrata nel governo.
Prima di tutto perché il governo Letta dice di voler essere un governo del cambiamento, ossia di facce nuove, o almeno abbastanza nuove. Ora, perché, in virtù di questo criterio, D'Alema non può essere agli Esteri e la Bonino si? Non è che quest'ultima sia molto più "nuova". Emma rappresenta il passato, spesso molto negativo, della nostra Repubblica. E' in politica da quando è nata a Bra, in Piemonte. Si è candidata a tutto, dalla Regione Lazio al Quirinale.
In secondo luogo perché non si vede che competenze abbia la Bonino nel campo della diplomazia internazionale. Va bene, è stata Commissaria dell'Unione Europea, dove si occupava di profughi. Ma non sembra una cosa sufficiente ad accreditarla agli Esteri. Va bene, a suo tempo i radicali avevano lanciato la famosa campagna contro la fame nel mondo. Ma nemmeno questo sembra sufficiente. La sua carriera politica l'ha fatta in Italia e su tutt'altri temi. E' esperta in abolizione delle droghe, in campagne per il suicidio assistito, in aborti aperti a tutte.
Terzo: è vero che la Bonino non è a capo di un ministero in cui avrebbe potuto fare devastazioni, come per esempio quello della Salute. Però il ministero degli Esteri – come spieghiamo nell'articolo di Danilo Quinto - ha anche molte competenze in fatto di collaborazione internazionale con risvolti etici molto delicati e importanti. Si sa che l'Europa è la maggiore finanziatrice dell'aborto nel mondo. Si sa che le agenzie ONU stanno promuovendo aborto e ideologia del gender nei Paesi in via di sviluppo. Sappiamo che spesso i programmi internazionali per lo sviluppo contemplano pianificazione forzata delle nascite compresi sterilizzazione e aborto. Al ministero degli Affari esteri Emma Bonino può dare impulso a queste politiche internazionali disumane ed appoggiare significativamente le già tristementi attive ong e le stesse agenzie delle Nazioni Unite.
C'è poi un quarto motivo. Ogni ministro cura il proprio ministero. Ma c'è poi la collegialità. E qui entra in gioco il Consiglio dei ministri in quanto tale, sicché l'apporto di ogni ministro è sì nel suo campo specifico, ma anche, indirettamente, in altri campi. In pratica: la Bonino di danni ne può fare molti, laddove il suo ministero lambisce altre attività amministrative come per esempio la cooperazione internazionale oppure le pari opportunità. Lì si giocano temi molto sensibili, con le ideologie in agguato su di essi.
Ma tornando alle modalità di scelta c'è un motivo squisitamente politico. I radicali non sono nemmeno entrati nel nuovo Parlamento. Hanno vissuto un certo oscuramento politico. Ora, la nomina della Bonino li rimette pienamente in gioco. Sono stati resuscitati. Contano ancora qualcosa. Da sconfitti a vincitori. Dopo la nomina della Bonino ai Tg è riapparso Pannella.
Bisogna interrogarsi sui motivi per cui questo piccolo partito è sempre stato da tutti coccolato e i loro dirigenti sono sempre stati da tutti venerati. Bisogna continuare a chiedersi – come ha fatto La Nuova Bq - come mai attraverso i finanziamenti a Radio Radicale lo Stato ha sempre alimentato le iniziative radicali. Bisogna chiedersi da dove nasca la simpatia del Presidente Napolitano per i radicali. Bisogna chiedersi quali forze hanno ora imposto al governo Letta una resuscitata Bonino.

Nota di BastaBugie: invitiamo i nostri lettori a rileggere l'articolo da noi pubblicato il 2 dicembre 2011 dal titolo "Le società segrete a cui appartiene Mario Monti: insieme a Enrico Letta e Mario Draghi...". Si capiscono i motivi per cui c'è sostanziale continuità tra Monti e Letta e come mai la Bonino possa avere tutto questo peso (anche lei appartiene alle stesse società segrete). Clicca al link qui sotto
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2052

Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 29/04/2013

2 - EMMA BONINO MINISTRO DEGLI ESTERI: L'IDEOLOGIA ANTI-UMANA AL POTERE
Gruppo Bildeberg, Trilaterale e le organizzazioni segrete che impongono i loro candidati anche in assenza di legittimazione popolare (o, forse, proprio per questo)
Autore: Danilo Quinto - Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 29/04/2013

Accantoniamo per un momento come Emma Bonino, neo-ministro degli Esteri, ha costruito la sua carriera politica. Chi la promuove a icona della modernità, può documentarsi, sempre che desideri farlo. Accantoniamo anche l'enfasi con la quale Marco Pannella ha accolto la nomina della sua leader, con tanto di ringraziamenti a questo e a quello e giurando che sarà "l'ultimo giapponese" di un Governo che ha tutti i connotati per compiacere le lobby internazionali e le stanze segrete del potere, massoniche e mondialiste. Non la smetterà di certo, il guru radicale – nonostante la nomina – ad agitare lo spettro dei suoi digiuni "gandhiani" contro la partitocrazia che ora osanna. Ça va sans dire.
Occupiamoci, invece, di altri aspetti. Il primo riguarda quale sarà la posizione dell'Italia in campo europeo e internazionale su quei temi definiti "sensibili" o "principi non negoziabili", che ci stanno a cuore ma che – come dice Benedetto XVI – "sono scritti nell'anima di ogni essere umano", precedono qualsiasi legge statuale e valgono per tutti, credenti e non credenti.
L'angolo di visuale del nuovo ministro degli Esteri è quello di voler affermare un diritto solo perché avverti un desiderio individualistico, al fine di vestire la libertà dell'autorevolezza del dovere, della responsabilità, di una sua necessità antropologica, che dovrebbe riguardare perfino l'evoluzione dell'essere umano e quindi il corso della storia. Così, il diritto umano alla vita, si trasforma nel "diritto civile" di garantire alla donna di essere proprietaria del proprio corpo, di disporne quando e come vuole. Il diritto umano a considerare la vita un dono, degno di essere vissuto con dignità fino all'ultimo respiro, si tramuta nel "diritto civile" che riguarderebbe ogni essere umano di decidere se e come por fine alla propria esistenza, con l'eutanasia o con il suicidio assistito. Il diritto umano alla degna sepoltura dei bambini non nati a causa dell'aborto, viene negato, cosi come viene definito "eccessivo" il numero dei medici obiettori, che impedirebbero il diritto all'aborto. Il diritto umano al matrimonio tra un maschio e una femmina, si riduce al "diritto civile" di riconoscere la possibilità, attraverso l'ideologia omosessualista, che due uomini o due donne si possano sposare ed anche adottare bambini. Il diritto umano di preservare la vita dal flagello della droga, lascia il campo al "diritto civile" di distribuirla libera nei supermercati e nelle farmacie. Il diritto umano di considerare l'embrione una persona, lascia lo spazio ad un lessico che lo definisce "grumo di cellule" o "escrescenza della carne", che serve per contrapporre la propria visione "libertaria" all'antropologia, così come la conosciamo da millenni a questa parte.
E' questa l'ideologia anti-umana del nuovo ministro degli Esteri e queste saranno le posizioni che esprimerà l'Italia in sede europea e internazionale. E' questa la sua "religione laica", che connota il suo progetto egemonico su una società secolarizzata. "Io posso essere un'ammiratrice di quel cristianesimo delle origini, il cristianesimo costantiniano – scrive Emma Bonino ne 'I doveri della libertà', Laterza Editore, 2012 - perché esso ha costruito, piaccia o no, l'edificio dell'Europa; non è l'unico linguaggio, ma certamente è uno dei linguaggi fondanti della nostra eredità. Credo però che oggi questo cristianesimo abbia esaurito la sua carica vitale, storica". Da queste convinzioni deriva anche la forsennata battaglia della Bonino e dei radicali sui beni di proprietà della Chiesa, svolta a livello europeo, in perfetta sintonia di tempi e d'intenti con le dichiarazioni espresse dal Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani, attraverso il suo Gran Maestro, Gustavo Raffi.
Nel 2007, quando "Il Sole 24 Ore" dà notizia dell'apertura di un dossier della Commissione europea su «certi vantaggi fiscali delle Chiese italiane», la Bonino è ministro del Governo Prodi per le Politiche Comunitarie e si limita a dichiarare candidamente che «il Governo esaminerà le ulteriori richieste quando arriveranno». In realtà, sono proprio i radicali, e lei in particolare, ad aver agito nei confronti della Commissione europea e ad avviare un'iniziativa demagogica, capziosa e strumentale. Analoga a quella che i radicali stanno conducendo con il quesito referendario sull'abrogazione di una parte della legge sull'8 per mille, depositato in Cassazione nelle stesse ore in cui padre Federico Lombardi ha accolto nella sede di Radio Vaticana Marco Pannella, in un colloquio definito "storico" dal leader radicale.
Emma Bonino – ed è questa la seconda considerazione da fare – riceverà il sostegno concreto di tutto l'apparato burocratico della Farnesina e delle immense risorse economiche a disposizione. Nel mondo, non solo in Italia. I radicali sono dei maestri in questo. Con le loro associazioni, già perseguono progetti finanziati dall'Unione europea e dal Ministero degli Esteri. Basta scorrere i siti radicali, che documentano le alleanze, i sostegni e i finanziamenti. Figuriamoci ora cosa accadrà. Si è concessa la possibilità che la "roba" sia tanta e al servizio delle loro idee, dei loro progetti e del potere, così come si concede da decenni – anche attraverso la complicità di decine e decine di parlamentari cosiddetti cattolici – che la loro radio riceva dieci milioni di euro dallo Stato per un servizio che potrebbe svolgere gratis la Rai-Tv.
Un'ultima considerazione riguarda i legami che Emma Bonino ha da più di vent'anni con il "filantropo" George Soros, l'uomo che fece saltare nel 1992 la Banca d'Inghilterra e che concorse alla svalutazione della lira. Soros, che è iscritto al Partito Radicale e che ha dato sostegno finanziario in vari modi alle attività dei radicali, è uno tra i maggiori ideologi di quel Nuovo Ordine Mondiale che vuole dominare il mondo. Oltre a finanziare progetti che hanno riguardato la democrazia dell'est europeo e ad intervenire allo stesso modo nei confronti delle "primavere arabe", Soros è impegnato da decenni nel "Program of Reproductive Health and Rights", che dedica i suoi sforzi alla causa del "diritto all'aborto".
In linea con questa prospettiva, Emma Bonino, che "copre" la sua forsennata ideologia abortiva con il lancio di campagne che hanno l'obiettivo di dipingerla come eroina dei diritti umani nel mondo, come quella sulle mutilazioni genitali femminili o quella per l'abolizione della pena di morte o quella per la creazione del Tribunale Penale Internazionale per i crimini contro l'umanità, afferma: "Il nocciolo è la bomba demografica. Ogni giorno ci sono 80mila nuovi nati. Nel contempo la vita media si allunga. Aggiungiamoci il miglioramento della qualità della vita in vaste aree, tipo Cina e India, e diventa chiaro che siamo di fronte a una crescita demografica destinata a destabilizzare sempre più la situazione. Noi proponiamo un rientro dolce della bomba demografica" ("Quotidiano Nazionale", 27 aprile 2008). Questa balla della bomba demografica – propugnata sin dagli anni '70 dal Club di Roma di Aurelio Peccei e dai programmi abortivi promossi dal sistema delle Nazioni Unite da decenni – un'idea eugenetica e malthusiana, si inquadra proprio nel contesto di un nuovo ordine mondiale. Quello perseguito, ad esempio, dalla "Comunità delle Democrazie" (UNDC). Questa nasce come emanazione della "Democracy Coalition Project", nata su iniziativa dell'"Open Society Institute" di George Soros. È un'organizzazione non governativa che svolge attività di ricerca e di promozione della democrazia e dei diritti umani a livello internazionale, in particolare attraverso le Nazioni Unite, il Consiglio dei diritti dell'uomo e altri organi multilaterali. Monitora la politica estera dei governi sui diritti umani e sulla promozione della democrazia. Dell'Advisory Board dell'organizzazione fa parte Emma Bonino.
Sta di fatto che Gruppo Bildeberg, Trilaterale e tutte le organizzazioni operanti nel mondo che hanno come obiettivo quello di determinare politiche economiche e sociali per la realizzazione di disegni di pochi – e senza il beneplacito delle quali, da qualche tempo in Italia sembra non si possano costituire governi - vanno considerate in base a quanto affermava Papa Leone XIII nell'Enciclica Humanum Genus, dedicata in particolare all'azione della Massoneria nella società del tempo: «L'ultimo e il principale dei suoi intenti è quello di distruggere dalle fondamenta tutto l'ordine religioso e sociale nato dalle istituzioni cristiane e creare un nuovo ordine».

Nota di BastaBugie: invitiamo i nostri lettori a sottoscrivere l'appello dei "Giuristi per la Vita" dal significativo titolo "Emma Bonino ministro: una scelta inaccettabile". Anche noi abbiamo ovviamente aderito a tale appello (siamo l'adesione n. 3) in quanto ne condividiamo al 100% i contenuti. Per leggere e sottoscrivere l'appello clicca qui sotto
http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=17&id_n=32969#.UYRM70pLmnT

Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 29/04/2013

3 - ARCIVESCOVO DI BRUXELLES OFFESO E UMILIATO IN PUBBLICO DA FEMMINISTE A SENO NUDO
Assurda protesta di attiviste ucraine ''Femen'' (pagate profumatamente) che gettano acqua santa contro l'arcivescovo, colpevole di aver ricordato che l'unico matrimonio secondo natura è quello tra un uomo e una donna: lui non reagisce e si mette a pregare
Autore: Davide Greco - Fonte: nocristianofobia.org, 26/04/2013

Anche quelli che si definiscono tolleranti possono, di fatto, precipitare nell'intolleranza.
Questa semplice frase potrebbe non essere solo un facile e comodo gioco di parole. Ma è quello che vediamo accadere sempre più spesso.
Ha fatto molta impressione in questi giorni l'aggressione all'arcivescovo di Malines-Bruxelles, mons. André Léonard, durante un convegno sulla libertà di espressione. Quattro Femen lo hanno insultato appena ha iniziato a parlare, lo hanno vilipeso e imbrattato con la loro "acqua santa". L'arcivescovo, con un contegno esemplare, si è distaccato con la preghiera mentre le Femen continuavano a gridargli addosso "omofobo". Fino a quando non sono state allontanate.
Il gesto ha tutto il sapore della metafora contemporanea. Il mondo insulta e la Chiesa si ritira in preghiera, sperando che il momento passi. Invece, potrebbe non passare tanto rapidamente.
Il problema è come leggere quanto accaduto. Se molti lo interpreteranno come "hanno aggredito un intollerante", la frittata è fatta. Pur con tutti i però del caso. Però hanno esagerato, però non dovevano farlo così, però però. Però hanno aggredito un intollerante che se lo meritava. Delle buone eroine dei diritti civili, che difendono i gruppi discriminati, hanno contestato un cattivo e oscurantista sacerdote omofobo. Quindi potevano permettersi di tutto.
D'altronde col suo essere sacerdote oggi, mons. Léonard è esponente delle Crociate di ieri, dell'Inquisizione e, perché no?, anche del Nazismo. Sono andato troppo oltre?
Non credo, visti i commenti che di solito si fanno in questi casi. Commenti generati dall'aggiunta di stereotipi storici, messi uno sull'altro. Ma uno in particolare è lo stereotipo principe, almeno in questo momento.
Quello che porta a considerare tutti i cattolici come degli omofobi, quando è palesemente falso. Quella cattolica è la difesa verso la famiglia tradizionale, il nucleo sociale minimo o "cellula fondamentale dello stato" come la definì Paolo VI [Humanae Vitae, 23], non un attacco all'omosessualità in generale.
Qualcuno, però, vuol far passare il messaggio per il quale sostenere un proprio valore sia discriminante verso tutti gli altri. Il claim potrebbe essere più o meno questo: se credi in qualcosa sei un razzista. Ovviamente questo vale solo per i cattolici, che sono cattivi. Quando invece parlano gli omosessuali, che sono buoni ontologicamente, la difesa di un loro valore non è mai discriminazione, ma "diritto". Anche quando pretendono di squalificare un modello famigliare che, bontà sua, ha garantito la coesione sociale in tutti il mondo e per millenni.
Questo strano modo di pensare che, per includere democraticamente la minoranza omosessuale, è pronta a escludere repressivamente dal dibattito politico tutti i cattolici, è possibile solo grazie ad un gioco di prestigio. Il gioco prevede che tutti i valori abbiano lo stesso valore (mi si scusi il bisticcio), come se in un mazzo ci fosse solo una carta ripetuta 52 volte. Dopo di che estrarre una o l'altra non fa nessuna differenza e chiunque può fare il mago. Ma quando non è più importante il "cosa", diventa fondamentale il "chi" la estrae. Se la estrae un cattolico, la carta è sbagliata a prescindere, anche perché si ostina a dirmi che non è vero che tutte le carte sono uguali. Se la estrae chiunque altro, allora è giustissima.
In un clima così non è più possibile parlare di nulla. Perché ogni sacerdote che difende la famiglia diventa automaticamente omofobo, ogni cattolico diventa automaticamente un razzista verso gli omosessuali. Lo stereotipo è in grado di fare questo. Ma è un ragionamento molto pericoloso, che porta immediatamente all'intolleranza, all'insofferenza verso tutto ciò che è in odore di Chiesa.
Ed è anche un modo per squalificare a priori ogni accenno di discussione. Già, perché prima di parlare, ogni singolo cattolico è costretto a giustificarsi, a spiegare perché ha il diritto di intervenire nel dibattito, ad allontanare da sé il sospetto di omofobia. In un'ipotetica disputa, tre quarti di una discussione saranno occupati già solo dalla difesa. L'altro quarto dalle risposte alle polemiche che nel frattempo qualcuno avrà fatto. Totale: non c'è stato nessun dialogo.
E facilmente a nessuno verrà in mente che è impossibile dialogare in questi termini, ma subito si concluderà che il cattolico è inconcludente, arroccato, omofobo (perché dovrebbe giustificarsi se, sotto sotto, non lo fosse?).
Il passaggio successivo può essere solo uno: evitiamo di considerare i cattolici come interlocutori. Tanto, a) non ci serve il loro punto di vista non-laico, b) non si può far parlare un razzista.
Ogni riflessione diventerebbe un processo di Norimberga.
Ma il cattolico non è razzista, anche se molti si compiacciono di avere questa opinione. Lo è chi, dall'alto della sua tolleranza, non tollera un'intera fetta di popolazione. Nemmeno quando esprime, con toni pacifici, valori che ritiene fondamentali.

DOSSIER "FEMEN"
Il delirio del femminismo

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Fonte: nocristianofobia.org, 26/04/2013

4 - LE NOZZE GAY SPIEGATE AI MIEI FIGLI (ETA' MEDIA 9 ANNI)
A noi dispiace tanto se le persone dello stesso sesso che si vogliono bene non possono avere bambini, ma è la natura, e noi abbiamo il dovere di difendere quei bambini
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 26/04/2013

Cari ragazzi, come sapete nella nostra casa è vietato parlare male delle persone, o almeno ci proviamo, a non farlo. Se qualcuno sbaglia sono affari suoi, tra lui e Dio. A meno che non ci sia un compagno, che so, che si sporge troppo dalla finestra, o che attraversa la strada con gli occhi sull'iPod mentre passa un motorino. In quel caso, visto che rischia di farsi male, potete dirgli qualcosa, direttamente a lui, e possibilmente senza frantumarvi nessun osso.
C'è un solo caso in cui del male degli altri bisogna proprio per forza parlare, anche a costo di prendere un palo in testa, ed è quando rischia di andarci di mezzo qualcuno più debole, che non può difendersi da solo.
È proprio per questo motivo che il babbo e io ce la prendiamo tanto per i cosiddetti matrimoni omosessuali, che poi matrimoni è una parola che in questo caso non si può dire perché viene da munus e mater, cioè il dono che si fa alla madre, e tra due uomini o due donne non può comunque esserci una mamma.
Quindi di cosa facciano gli omosessuali nel privato non ci occupiamo proprio, non è una cosa che ci riguarda, e tra l'altro pensiamo che anche loro non la dovrebbero sbandierare troppo, come facevano quei signori che avete visto a Parigi l'estate scorsa, con le piume e i sederi di fuori. Tra l'altro, avete mai visto me e il babbo andare in giro in mutande? Comunque, se loro lo vogliono fare noi ci limiteremo a passare da un'altra parte, visto che non erano proprio eleganti i signori con le banane gonfiabili e le signore senza reggiseno. Capiamo anche che se sentono il bisogno di farsi vedere vestiti in quel modo forse non sono tanto felici, e quindi se ci capiterà di averne uno vicino, che ne so, al lavoro o in vacanza, cercheremo, se lui o lei vuole, di farci amicizia.
Il problema che ci preoccupa tanto però è quello dei bambini e delle famiglie. Noi crediamo che le leggi, come vietano alle persone di ammazzare, rubare, ma anche di parcheggiare sulle strisce pedonali o mettere la musica altissima alle tre di notte, cioè di fare quello che può danneggiare gli altri, debbano impedire assolutamente di confondere la famiglia con tutti gli altri modi di stare insieme. Modi liberi e magari bellissimi, per chi vuole, ma diversi dalla famiglia. La famiglia è il luogo in cui devono crescere i bambini, e infatti in Italia sono stati chiusi gli orfanotrofi, e si cerca di far vivere i bambini senza genitori in case famiglia, che non saranno il massimo, ma è meglio di prima.
Un babbo e una mamma sono la condizione minima per i bambini per crescere bene. Certo, ci sono anche tanti genitori che non sono sempre bravi, infatti abbiamo detto minima: non basta che ci siano, devono anche impegnarsi un pochino per essere buoni genitori. Ma se non ci sono, per un bambino è impossibile crescere in modo sano, equilibrato, felice. Vi immaginate se il babbo non ci fosse più, e io mi fidanzassi con una signora? Non fate quelle facce terrorizzate, sto dicendo per dire. O se invece di me ci fosse un amico del babbo? (Siete meno terrorizzati? Già vi figurate pomeriggi senza ripasso di grammatica e niente crisi isteriche per i fumetti scaraventati a terra?)
Comunque, tanti dottori che studiano le teste delle persone dicono che è normale che la cosa vi sembri tanto strana, perché è giusto che voi vogliate un babbo maschio e una mamma femmina, anche se a scuola cercano di dirvi il contrario (va di moda, ma non vi preoccupate).
Vi diranno che non siete d'accordo perché andate in chiesa, ma noi pensiamo che sia solo buon senso. Sono le regole di funzionamento delle persone (è vero, le ha fatte Dio, ma funzionano comunque tutte allo stesso modo, non è questione di credere: se non credi nella benzina e metti la Fanta nel serbatoio la macchina si rompe). Noi non siamo contro nessuno, ma come diciamo al compagno di non sporgersi dalla finestra siccome siamo cristiani dobbiamo continuare a dire, quando ci è possibile, senza offendere o attaccare nessuno, qual è il modo per non farsi male, nella vita. Il progetto di Dio sul mondo è la famiglia, un meccanismo faticoso ma affascinante, in cui si mettono insieme le differenze, prima di tutto quelle tra maschi e femmine, e si cerca di funzionare tutti al meglio. Questo è l'uomo a denominazione di origine controllata. Poi ci sono gli ogm, ma i loro semi sono sterili (i semi delle piante create in laboratorio vanno ricomprati ogni anno): allo stesso modo due maschi e due femmine non possono riprodursi. Quando cercano di ottenere dei bambini, non per dare una famiglia a dei bambini, ma perché li desiderano loro, devono fare delle cose che fanno stare male tante persone: le mamme che prestano la pancia, quelle che danno l'ovetto, i babbi che danno il seme da mettere dentro, e soprattutto i bambini che non sapranno mai da quale storia vengono, non sapranno che facce avessero i nonni e che lavoro facessero i bisnonni, e poi avranno due mamme, due babbi, insomma una gran confusione, dove a rimetterci sono i bambini.
A noi dispiace tanto se le persone dello stesso sesso che si vogliono bene non possono avere bambini, e rispettiamo e capiamo la loro tristezza, ma è la natura, e noi abbiamo il dovere di difendere quei bambini che non possono farlo da soli. Ci sarebbe da dire poi che lo stato dovrebbe aiutare le famiglie, che sono moltissime moltissime di più (e forse per questo non ci aiutano, è più difficile risolvere qualche problema alla maggioranza), ma questo è un discorso che abbiamo fatto tante volte... (Tanto si sono già alzati tutti da tavola, e sto parlando da sola come al solito).

Nota di BastaBugie: un lettore ci ha inviato la seguente precisazione che volentieri pubblichiamo.
Spett.le Redazione di BastaBugie,
vorrei segnalare un piccolo errore nell'articolo di Costanza Miriano.
Non è vero che le piante OGM producono semi che non nascono e perciò vanno ricomprate ogni anno. Ciò è vero solo per una tipo particolare di evento OGM, che ha fatto molto rumore in passato. La stragrande maggioranza delle piante OGM attualmente commercializzate non presenta questa caratteristica. Il fatto che la semente vada ricomprata ogni anno, nel caso si vogliano mantenere le stesse performance produttive e agronomiche, è valido, in genere, per tutte le piante ibride, indipendentemente dal fatto che siano tradizionali o OGM.
Mi permetto di fare questa precisazione per evitare polemiche da parte di chi legge e per rendere più bello un articolo già meraviglioso.
Grazie.
Carlo

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 26/04/2013

5 - AVERE LA FEDE NON E' COME VINCERE AL GRATTA E VINCI
Nel libriccino ''L'Abc della fede'' l'arcivescovo emerito di Bologna offre una proposta sintetica per l'Anno della Fede
Autore: Giacomo Biffi - Fonte: Avvenire, 21/04/2013

La fede è un atto difficile e insidiato. L'uomo – lasciato solo alle prese con le potenze mondane che sono, più o meno tutte, al servizio dell'incredulità – corre il rischio serio di non reggersi in piedi: non può restare isolato. Per questo il Signore ha istituito la Chiesa: è il «corpo» vivo di Cristo, nel quale i singoli sono rianimati e sorretti.
Anche la Chiesa è umanamente debole. Però ha la garanzia che contro di essa le porte degli inferi (cioè le forze dell'errore e della malvagità) non prevarranno (Mt 16,18). La nostra è dunque sempre una fede «ecclesiale»: non è condizionata dalle opinioni anche geniali dei singoli, ma si fonda sull'insegnamento di Gesù come è proseguito e attualizzato da coloro cui il Signore ha detto: «Chi ascolta voi ascolta me» (Lc 10,16); cioè dagli apostoli e dai loro successori, che sono i vescovi, specialmente il vescovo di Roma, successore dell'apostolo Pietro. Appartenere alla santa Chiesa Cattolica è una immensa fortuna: una fortuna per la quale non può mai venire meno in noi né una gioiosa fierezza né una grande riconoscenza verso il Padre. Ricordiamoci di implorare sempre il Signore (come si fa nella Messa) di «non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della sua Chiesa».

LA SALVEZZA
Quando si tratta di religione, la parola che deve per forza entrare nel discorso è la parola «salvezza». Senza il tema della salvezza la religione diventa un insieme di concetti astratti, di comandi morali, di divieti, di cerimonie rituali: un insieme che di solito suscita poca curiosità e poco interesse. Se invece si percepisce che nella religione vi è in gioco la salvezza, allora sentiamo che la cosa ci tocca da vicino. Che cosa vuol dire che uno è «salvo»? Salvo – dicono i vocabolari – è chi ha superato un pericolo senza danno ed è stato liberato da un male incombente.
Ogni uomo – che non sia del tutto intorpidito e perso – avverte di essere «insidiato»: c'è il male che sovrasta. Perciò diventa spontaneo e necessario il pensiero, il desiderio – anzi l'ansia – di riuscire a cavarsela. Ci sono dei mali universali e assoluti, ad esempio: 1. il non sapere se la vita abbia un'ultima verità, l'ignorare il perché dell'esistere; 2. il non essere stati all'altezza, nel nostro comportamento, di ciò che è giusto e doveroso; 3. il dover incontrare la realtà inevitabile della morte, che vanifica tutto.
Abbiamo dunque tutti bisogno di essere «salvati». E per fortuna un «Salvatore» esiste e ci è stato donato.

UNA SPERANZA INVINCIBILE
Chi va in chiesa solo la notte di Natale, non si può certo definire un cristiano esemplare. Però, se sta attento, riceve un messaggio che è la sintesi di tutto ciò che all'uomo importa sapere: «Vi è nato un salvatore» (Lc 2,11). È grande la notizia che il cielo regala alla terra. Questo salvatore – dice ai pastori l'angelo – è il Cristo nostro Signore. Di Gesù la cosa più elementare e più necessaria che bisogna sapere è che egli è il Salvatore: il Salvatore di tutti e quindi anche il mio. Questa prerogativa in lui è costitutiva e intrinseca: tanto è vero che il suo nome vuol dire «il Signore salva». Ed è un nome che egli non porta a caso: è stato pensato e voluto direttamente da Dio. «Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù» (Lc 1,31). Così è stato detto a sua madre. E similmente a Giuseppe, il capo della famiglia di Nazareth, è stato ordinato: «Lo chiamerai Gesù; egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,21). Dal segreto dell'eterna vita divina, il Creatore ha pensato a Cristo come a uno che può e vuole salvare tutti; e a me, come a qualcuno che, se non si opporrà, sarà infallibilmente salvato da lui. Nessuna paura, dunque e nessun avvilimento può togliermi più la speranza.

LE SALVEZZE ILLUSORIE
Il messaggio natalizio – «Vi è nato un Salvatore» – non è raccolto da tutti. C'è chi, a proposito di salvezza, non ritiene di aspettarsi aiuto da qualcuno: l'uomo vuole spesso salvarsi con le sole sue forze. Ci sono stati e ci sono tra gli uomini diversi tentativi di autoredenzione. Gli illuminati scientisti dell'Ottocento pensavano che a salvare l'uomo fosse sufficiente insegnargli la teoria copernicana, il darwinismo e il sistema metrico decimale. Altri hanno creduto che bastasse l'attesa del «sol dell'avvenire»: il «sole» di una società senza classi e senza ingiustizie. Oggi alcuni sembrano essere convinti che la salvezza dell'uomo sta nel «salutismo» (e così si impongono le diete ferree che li fanno vivere malati in modo da farli morire da sani); o nelle tecniche sessuali (e così riducono l'amore a una specie di ginnastica senza significato e senza finalità); o nell'informatica sempre più sofisticata (e così in tempo reale ci fanno sapere tutto, tranne ciò che davvero conta). Questa «salvezza laica» davanti alla realtà autentica si dissolve. «All'apparire del vero – tu misera cadesti», per dirla col Leopardi. La salvezza va cercata altrove, e precisamente nell'unico Salvatore che Dio nostro Padre ci ha dato.

GESÙ REDENTORE NON È UN OPTIONAL Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio nato a Betlemme, crocifisso per noi e risorto, non è «un» salvatore: è «il» Salvatore, unico e necessario. È dai primordi della nostra fede una certezza fondamentale. La raccogliamo dalle labbra dell'apostolo Pietro: «In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati» (At 1,12). Gesù è dunque il Salvatore indispensabile per tutti gli uomini senza eccezioni.
Questo è un punto un po' annebbiato: molti cristiani, dal giusto apprezzamento dei molti valori presenti nella realtà extra­ecclesiale e extra-cristiana, deducono indebitamente che c'è una pluralità di strade che conduce a salvezza. E invece Dio nostro Padre non ha pensato a Cristo come a un «redentore facoltativo», quasi un «optional» nel multiforme meccanismo del riscatto del mondo, ma come a un salvatore sostanziale e insostituibile. Il disegno del Creatore non è schizofrenico: tutto è unificato in Cristo, nel quale tutte le cose sussistono.

UN DONO OFFERTO A TUTTI
Gesù è l'unico Salvatore.
Dobbiamo allora pensare che chi non è esplicitamente cristiano per ciò stesso sia destinato a perire?
Certamente no! La parola di Dio su questo punto è inequivocabile: «Dio – sta scritto – vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità» (1 Tm 2,4). Nessuno quindi, può andare perduto, se non perché colpevolmente chiude gli occhi alla luce che viene da Cristo e chiude il cuore alla sua grazia. E questa luce, questa grazia, proprio in virtù della redenzione operata da Gesù sono offerte a tutti dalla generosità del Signore. Con l'effusione del suo Spirito, che non ha confini, Gesù è in grado di illuminare e santificare ogni coscienza, anche quella di coloro che ignorano il suo nome e la sua azione salvifica. Illuminerà e santificherà nelle forme concretamente possibili, che solo a lui sono note. Noi però dobbiamo preoccuparci e darci da fare perché Egli sia conosciuto e amato anche esplicitamente da tutti i nostri fratelli, perché senza una comunione cosciente e personale con il loro Salvatore gli uomini vivono in condizioni di oggettiva povertà spirituale e di sottile tristezza.

IL SALVATORE DEL MONDO
Gesù Cristo è l'unico Salvatore «del mondo». Del mondo: cioè dell'intero universo. C'è dunque una dimensione cosmica della salvezza, fondata sulla verità che tutte le cose sono state create «in Cristo, per mezzo di Cristo, e in vista di Cristo» (cf. Col 1,16).
Appartiene quindi alla visione cristiana la positività di un giudizio circa le realtà terrene, anche materiali, e l'atteggiamento di fiducia e di stima con cui vanno guardate: sono state sì sconvolte e deturpate dal peccato, ma dall'azione redentrice di Cristo sono state anche riconciliate.
Anche la natura perciò ci è cara.
Non la idolatriamo e non la poniamo sopra l'uomo, perché proprio dal fatto di essere al servizio dell'uomo essa desume ogni dignità e valore. Però l'amiamo e la rispettiamo, soprattutto perché anche nella natura ravvisiamo un riverbero della bellezza del Signore e anche su di essa si esercita la volontà del Figlio di Dio, che si è fatto uno di noi, di purificare e trasfigurare tutto secondo l'unico disegno del Padre.

UN SALVATORE RAVVICINATO E PRESENTE
«Cristo – dice san Paolo – è il salvatore del suo corpo che è la Chiesa» (Ef 5,23), in tutte le sue membra che siamo noi. Ci salva uno ad uno, e non da lontano: ci salva restando vicino a noi, immanente e attivo entro la comunità dei suoi fratelli. Il mezzo con cui il Signore Gesù raggiunge la massima intensità della sua presenza è il sacramento del «Corpo dato» e del «Sangue versato», posto tra le nostre mani sotto i segni del pane e del vino.
Davvero nell'Eucarestia si realizza, con una pienezza che noi non avremmo nemmeno saputo immaginare, l'ultima promessa del Crocifisso vivo e glorificato: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Dall'Eucarestia, riscoperta e assimilata come il sacramento di ogni salvezza, tutto potrà rifiorire; e noi, Chiesa del Signore e Redentore che rimane con noi, potremo vivere nella gioia, nella gratitudine, nella fierezza di essere per una insperata misericordia il popolo dei salvati.

CARD. GIACOMO BIFFI
La fede che diventa cultura

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Fonte: Avvenire, 21/04/2013

6 - LE MANIFESTAZIONI CATTOLICHE IN PIAZZA FANNO PAURA
Tutti possono scendere in piazza e manifestare le loro idee: i cattolici no, devono tacere per non offendere nessuno (ecco il video shock del prete picchiato dallla polizia francese)
Autore: Davide Greco - Fonte: Corrispondenza Romana, 23/04/2013

C'è un nuovo fronte che rischia di essere un terreno fertile di contrasto: le manifestazioni in piazza. Quando i cattolici si limitano a difendere il proprio punto di vista nei luoghi deputati, di solito vengono considerati come una nicchia. Ma quando scendono in piazza il discorso cambia, perché si vede subito in quanti sono e in quanti non sono disposti ad accettare tutto quello che il secolo propone. Anche fra i non cattolici. Di fronte alle folle, i detrattori trovano difficile ripetere il solito leit-motiv del «non siete d'accordo neanche fra di voi», «avete perso il contatto con la gente».
Quando i cattolici manifestano o organizzano una marcia, la cosa non piace. E allora si vedono reazioni diverse. Innanzitutto la consueta guerra di cifre, come in Francia. Durante la seconda "Manif pour Tous", contro la legalizzazione del matrimonio gay, c'è chi ne ha contati 200mila, chi 1milione. Non so, forse sbaglio, ma mi sembra un pò difficile fare errori di questo tipo. Sono volumi del tutto diversi. Evidentemente c'è qualcuno che non sa o non vuole contare bene. I detrattori diranno: sono i cattolici a non saperlo fare, ovvio. Erano tre gatti (200mila?) e vogliono farsi passare per una moltitudine.
Ma un ragionamento così viene immediatamente smentito dalle foto. E soprattutto si ignora che il numero fra la prima e la seconda manifestazione è aumentato in modo impressionante. Si dimentica, inoltre, che molti hanno già capito il trucco dell'amministrazione Hollande, di depistare l'attenzione sui conti pubblici facendosi paladina di grandi riforme sociali. Se la "Manif pour Tous" fosse stato un fatto isolato, in Francia nessuno avrebbe più protestato. Invece le persone continuano a scendere in piazza, continuamente. In modo spontaneo, senza organizzazioni di mesi, e sempre con grande civiltà e autocontrollo dei manifestanti.
E questo senza considerare il fenomeno della "Marcia per la Vita". Quella di Roma, dell'anno scorso, praticamente ignorata dai media, ha raccolto fra i 15 e i 20mila manifestanti. Un risultato eccezionale, considerato che era appena la seconda. Quella di Washington del gennaio 2013 ha superato i 500mila, persino sotto la neve. Ma tante altre stanno fiorendo e raggiungono risultati importanti, in Italia e all'estero. Si tratta di un fenomeno nuovo, sorprendete e incoraggiante. Non si possono ignorare questi dati. Ma c'è anche un'altra reazione che fa molto riflettere, proprio per il suo carattere indegno: la repressione. Si cerca in tutti i modi di impedire che le persone esprimano il loro punto di vista. Multandoli con sanzioni ridicole, ad esempio, come quella di essere «contrari ai buoni costumi» perché indossano magliette sulla famiglia tradizionale in un parco pubblico.
O persino con la detenzione, come è successo sempre in Francia, il 14 aprile, quando 67 giovani sono stati prelevati e arrestati per oltre 12 ore per aver manifestato in silenzio davanti la Parlamento. Fra di loro c'era anche il senatore francese Pozzo di Borgo, che ha dichiarato: «Tutti i giorni ci sono manifestazioni rumorose di sindacati, di stranieri di ogni tipo, di associazioni diverse e mai nessuno è stato arrestato. Loro, che stavano in silenzio, li hanno subito portati via. Questa è repressione politica».
Le manifestazioni cattoliche fanno paura perché è la democrazia a scendere in piazza. La vera democrazia è quella del "farsi vedere", di essere presenti. Si pensi a quanto spesso, negli ultimi tempi, si ricorre tuttavia alla "Piazza Virtuale". Il M5S ne ha fatto un baluardo. Riporta cifre elettroniche in un mondo digitale, costruisce un popolo multimediale fatto di pixel e byte. Invece la piazza in cui i cattolici manifestano è reale, visibile. Intorno alle loro idee, ci sono uomini e donne vere, in carne e ossa, che non hanno paura di andare in contro-tendenza. Ed è proprio questa visibilità a spaventare. Proprio per la "timidezza" che l'ha preceduta.
Da tanti anni è ormai diventato quasi ovvio considerare il pensiero cattolico come privato, consegnando al pubblico tutta un'altra serie di contenuti. Gli abortisti possono scendere in piazza e la loro è ripresa dai media come una giusta espressione pubblica. I gay possono manifestare le loro convinzioni ed avere diritto pubblico. I cattolici no. Devono nascondersi nel privato, zittirsi per non offendere nessuno. Al limite ne possono fare una questione di coscienza, se proprio ci tengono. Ma qualcosa sta cambiando, e le manifestazioni cattoliche di questi mesi lo dimostrano. La piazza è il luogo di tutti, non solo di chi pensa che gli appartenga per diritto.

Nota di BastaBugie: in Francia un prete viene picchiato dalla polizia durante una manifestazione. Era una manifestazione contro il matrimonio gay. Il prete tenta di difendere un giovane manifestante che viene arrestato... (per cosa, poi?). La vicenda non è ancora ben definita, ma le immagini parlano chiaro. Un sito commenta: "I governi mondiali non vogliono che la gente difenda i principi. Non vogliono che li abbia. Hanno sottovalutato, forse, quante persone saranno disposte a perdere la loro libertà, o addirittura morire, per difendere un unico principio". Ecco il video (cliccare sul triangolino)

http://www.youtube.com/watch?v=Nyg4-Z7vLIk

Fonte: Corrispondenza Romana, 23/04/2013

7 - MARGARET THATCHER: IL DENARO PUBBLICO NON ESISTE, C'E' SOLO IL DENARO PROVENIENTE DALLE TASSE
Lo Stato non ha nessuna fonte di denaro e se pensi che qualcun altro pagherà, sappi che quel qualcun altro sei tu
Autore: Marco Respinti - Fonte: Libero, 24/04/2013

Margaret Thatcher? Quella vera risplende in un libro a lungo atteso, This Lady is not for turning. I grandi discorsi di Margeret Thatcher, curato da Stefano Magni (giornalista e attento studioso delle Destre dell'ecumene anglofono), che l'IBL Libri di Torino pubblica esclusivamente in formato e-book (www.brunoleoni.it, €3,99). Sì, perché Magni, affidandosi alla strada sicura dell'interpretatio authentica, dell'ex premier Conservatore britannico offre una rosa di discorsi assolutamente rappresentativi, facendo parlare finalmente lei al posto degl'interpreti non autorizzati, degli amici presunti e dei nemici livorosi. Per la Sinistra, infatti, la Thatcher ha sempre vestito i panni dell'orco mangiabambini (salvo poi scimmiottarla in segreto di fronte ai disastri delle ricette politico-economiche liberal), mentre sull'altro versante la si è ritratta come quella campionessa del darwinismo sociale che mai è stata.
Figlia di un droghiere, nel 1992 è stata creata baronessa di Kesteven. Educata alla sobrietà da famiglia integerrima, ha temprato il carattere fra le "lacrime e sangue" di churchilliana memoria. Allevata fra "casa, bottega e Chiesa" (metodista, per la precisione), ha nutrito di senso morale e religioso l'altrimenti vacua espressione "rigore".
Alla guida del Partito Conservatore, ha saputo ridare la dignità perduta tanto a quella formazione politica quanto alla cultura cui esso, talvolta impunemente, si richiama. Alla guida del Regno Unito, ha saputo curare un Paese ammorbato da anni di veleni progressisti inoculando dosi massicce di autostima, orgoglio, libertà economica, senso della proprietà, antistatalismo e riduzioni fiscali.
È stata definita "nazionalista" e in realtà il suo era un patriottismo nemico dei totalitarismi, quelli hard dell'allora Unione Sovietica e quelli dai modi più soft dell'eurocrazia di Bruxelles. È stata definita "euroscettica" e divisiva, e in verità era una grand'europea che mirava ad assicurare al Vecchio Continente quegli spazi di libertà commerciale che sono l'antidoto più efficace alle guerre.
Magni sintetizza il segreto del suo successo con parole adeguate: «ha sempre seguito, con coerenza e costanza, fermi princìpi» e «non si è mai adeguata al mutevole consenso dell'opinione pubblica». Stoffa da leader, più che mestiere di politico. Del resto, la salvezza della Thatcher fu l'avere studiato Chimica, ovvero il tenersi sempre a grande distanza da quei dipartimenti universitari di Economia e di Scienze sociali che, antro del socialismo, riducono l'uomo a una dimensione sola, quella orizzontale, praticamente la posizione da morto. Così «non subì alcuna influenza del pensiero progressista» e salvò la Gran Bretagna dalla bancarotta attraverso il buon senso, l'ostinazione tipica di chi è sempre avanti un passo rispetto agli altri e la serena convinzione di essere nel giusto. Le chiesero quale fosse la sua missione primaria, rispose che era quella d'impedire che la Gran Bretagna diventasse rossa. E non solo l'ha fatto, ma è pure riuscita a scolorire gli avversari, oramai alle prese solo con sfumature di rosa.
Ogni pagina del libro di Magni è meritevole, ma le chicche stanno nei dettagli, là dove si annida il diavolo e quindi si leva pure la spada dell'arcangelo Michele. Una per gradire. La Thatcher definiva il Premio Nobel per l'Economia Friedrich A. von Hayek "filosofo", non "economista". Magistrale. La libertà è un'antropologia, una morale, una teologia; l'economia ne è l'arma di legittima difesa.

Nota di BastaBugie: ecco un mirabile discorso della Thatcher (con il video relativo)
"Uno dei più grandi dibattiti del nostro tempo riguarda la quantità del tuo denaro che lo Stato può spendere e quanto denaro invece puoi spendere per la tua famiglia.
Non dimentichiamo mai questa verità fondamentale: lo Stato ha come risorsa di denaro solamente il denaro che la gente guadagna. Se lo Stato vuole spendere di più, può farlo solo prendendo a prestito i tuoi risparmi o tassandoti di più. Non è una buona idea pensare che qualcun altro pagherà, quel "qualcun altro" sei tu.
Non esiste il denaro pubblico, esiste solo il denaro dei contribuenti.
La prosperità non verrà inventando spese pubbliche sempre più costose. Non si diventa ricchi ordinando un altro libretto degli assegni dalla banca.
Nessuna nazione è mai diventata prospera tassando i propri cittadini oltre la loro capacità di pagare. Abbiamo il dovere di assicurarci che ogni centesimo che otteniamo dalle tasse sia speso saggiamente e bene.
Proteggere il portafoglio del contribuente e proteggere i servizi pubblici sono due grandi compiti, e le loro esigenze devono essere conciliate. Sarebbe molto bello e molto popolare dire "spendiamo più in questo, ampliamo quello". Ognuno di noi ha le proprie preferenze, lo so. Ma qualcuno deve far tornare i conti. Ogni impresa deve farlo, ogni massaia deve farlo, ogni governo dovrebbe farlo".

Alcune frasi del discorso in lingua originale: "One of the great debates of our time is about how much of your money should be spent by the State, and how much you should keep to spend on your family. Let us never forget this fundamental truth: the State has no source of money other than the money people earn themselves. If the State wishes to spend more it can do so only by bothering your savings or by taxing you more. And it's no good thinking that someone else will pay, that's someone else is you. There is no such thing as public money, there is only tax-payer's money...No nation ever grew more prosperous by taxing its citizens beyond their capacity to pay..."

http://www.youtube.com/watch?v=_LwgmI8qWqk

Fonte: Libero, 24/04/2013

8 - LEGALIZZARE LA DROGA PER TOGLIERLA ALLE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI? DOPPIO FALLIMENTO
Sarebbe come dare ad alcuni la licenza di fare i killer per togliere profitti ai killer della mafia
Autore: Giacomo Samek Lodovici - Fonte: Avvenire, 09/04/2013

È sempre più frequente, a livello mondiale, la pressione per la legalizzazione della vendita di droga. In genere gli antiproibizionisti promuovono la legalizzazione delle droghe cosiddette 'leggere' (che in realtà non sono leggere, per motivi vari e molte volte spiegati sulle pagine di questo giornale), ma c'è anche chi propone quella delle droghe cosiddette 'pesanti', compresa la cocaina. Tra i vari fautori menzioniamo per esempio Jeffrey Miron, docente ad Harvard, e Roberto Saviano che, peraltro, ritiene che legalizzarle sia uno «schifo» ma costituisca il male minore.
Spesso viene proposto di legalizzare le droghe, persino le più mortifere, per colpire i profitti di quelle organizzazioni criminali che, grazie ai proventi del commercio di droga, influenzano in modo nefasto la vita delle democrazie. Vogliamo pacatamente ragionare su questo argomento. I casi sono due: o smerciare stupefacenti è moralmente giusto, e allora non si capisce perché si debba vietare a queste organizzazioni di compiere attività lecite; oppure è moralmente malvagio. Sappiamo però che le droghe, specialmente le cosiddette 'pesanti', sono mortifere e comunque produttrici di schiavitù, dipendenza, disumanizzazione, pertanto smerciarle è gravemente malvagio. Ma, allora, non le deve spacciare nessuno, nemmeno con la licenza dello Stato: un fine buono (colpire le organizzazioni criminali) non giustifica un mezzo malvagio, cioè smerciare droghe.
Legalizzando la vendita di droga lo Stato autorizza alcuni esercizi, purché abbiano la licenza, a svolgere legalmente attività gravemente malvagie. È quasi come dare ad alcuni la licenza di fare i killer per togliere profitti ai killer delle organizzazioni mafiose. Ovviamente questa analogia non riguarda situazioni identiche, ma in fondo uccidere e smerciare sostanze mortifere non sono attività molto differenti. Inoltre, gli spacciatori rimasti senza la licenza dello Stato, non potendo più guadagnare con i maggiorenni, cercherebbero di vendere droga agli adolescenti e ai preadolescenti. E, ancora, forse proporrebbero le droghe 'leggere', meno costose, addirittura ai bambini. C'è chi sostiene che legalizzando la droga ne calerebbe il consumo perché non ci sarebbe più il gusto di trasgredire la legge. In realtà, al contrario, la legalizzazione aumenterebbe il consumo, per (almeno) due motivi. Primo, perché le leggi hanno un effetto pedagogico, cambiano la mentalità e i comportamenti delle persone, e molti pensano erroneamente che se un comportamento è legale allora è anche morale: dunque la legalizzazione delle droghe produrrebbe in molte persone l'indebolimento, o la cessazione, delle remore morali circa il consumo di droghe. Secondo, perché comporterebbe un facile accesso dei maggiorenni alla droga: sarebbe possibile comprarla alla luce del sole, senza sotterfugi. È un po' la differenza che passa tra doversi procurare pornografia andando in luoghi specifici oppure semplicemente dal giornalaio, o su Internet.
Anche l'edizione 2012 del Rapporto mondiale dell'Onu sulle droghe ha verificato l'efficacia delle politiche antidroga nel contrasto del consumo e riferisce come siano molteplici gli studi secondo i quali la legalizzazione incrementa il consumo. Proprio l'aumento del consumo produrrebbe anche più incidenti e nuova criminalità, perché le droghe inibiscono la capacità di autocontrollo, con il conseguente incremento di sinistri stradali, e stimolano aggressività e violenza nei confronti di altri. Così la legalizzazione, promossa col fine di colpire la criminalità, ne genererebbe di nuova. Un doppio fallimento.

Fonte: Avvenire, 09/04/2013

9 - OMELIA VI DOMENICA DI PASQUA - ANNO C - (Gv 14,23-29)
Se uno mi ama, osserverà la mia parola
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 05/05/2013)

Dio ci ama a tal punto da voler rimanere sempre con noi. Egli non si disinteressa delle sue creature. Con la sua grazia, Egli entra nell'anima come il sole entra attraverso il vetro e illumina l'interno di una stanza. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo prendono dimora nel nostro cuore e noi, pertanto, diveniamo tempio della Santissima Trinità. Non c'è più distanza tra noi e Dio. Dio è in cielo e in terra, e anche nel nostro cuore, se accettiamo che Egli abiti dentro di noi, se noi lo amiamo. Gesù ce lo dice chiaramente nel Vangelo di oggi: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23).
Questo ci insegna che non siamo mai soli, se veramente vogliamo amare Dio. La vita del cristiano è una vita di comunione con Colui che ci ha creati e ci ha redenti. Anzi, diciamo di più: quanto più ci sembra di essere soli, tanto più siamo vicini al nostro Dio. Egli non fa sentire la sua presenza del chiasso e nel frastuono, ma solamente nel silenzio e nella solitudine. Questa certezza ci deve spingere a cercare, nel corso della giornata, dei momenti da dedicare a questa presenza silenziosa e misteriosa. Quando preghiamo, chiudiamo la porta della nostra stanza, chiudiamo i nostri occhi, e pensiamo che Dio è dentro di noi. Parliamogli con grande familiarità e Lui ci ispirerà sempre qualche buon proposito. Sarà soprattutto nel momento della prova che sperimenteremo la sua presenza benefica: quanto più si sarà lontani dagli aiuti umani, tanto più saremo vicini all'aiuto divino.
Il fatto, purtroppo, è che, quando preghiamo, siamo molto distratti. La nostra preghiera si riduce a una ripetizione superficiale di parole, alle quali nemmeno pensiamo. Per pregare bene, dobbiamo pensare innanzitutto che Dio è presente in noi e dobbiamo porre attenzione al senso delle parole che pronunciamo. Allora, e solo allora, la nostra preghiera non rimarrà mai senza effetto: od otterrà quello che domandiamo, oppure ci procurerà qualcosa di ancora più grande.
Dio in me e io in Lui! Certo, con un Ospite così vivo e così grande, badiamo bene di non sfigurare. Pensiamo spesso che Dio ci vede, che Dio è nel nostro cuore. Pertanto non dobbiamo offendere questa presenza in noi con il peccato. C'è, infatti, una condizione affinché Dio dimori in noi: dobbiamo amarlo. E lo ameremo veramente solo se osserveremo la sua parola, oppure, se non lo abbiamo fatto per il passato, se ci impegneremo ad osservarla. Anche queste sono parole di Gesù: «Chi non mi ama, non osserva le mie parole» (Gv 14,24). Se si ama veramente Dio, non costerà fatica fare la sua Volontà, osservare i suoi Comandamenti d'amore. Solo se faremo così, godremo della pace che Gesù è venuto a portare su questa terra. Altrimenti, nei nostri cuori, nelle nostre famiglie e nella società umana, vi sarà sempre guerra e divisione.
Il Vangelo di oggi ci parla inoltre del Paraclito, ovvero dello Spirito Santo. Paraclito significa Consolatore. Egli consola i nostri cuori nelle prove della vita e ci fa assaporare, nel segreto della preghiera, quella che sarà la gioia senza fine del Paradiso. Lo Spirito Santo è il santificatore della nostra anima. Il Padre lo ha inviato su questa terra nel giorno di Pentecoste. Nel brano del Vangelo di oggi, Gesù dice che il Paraclito ci insegnerà ogni cosa e ci ricorderà tutto ciò che Gesù ha insegnato (cf Gv 14,26).
Bisogna dunque pregarlo. Ci avviciniamo ormai alla sua festa. Proponiamoci fin d'ora di invocare la sua discesa nei nostri cuori, affinché Egli ci arricchisca con i suoi Sette Doni e ci faccia comprendere sempre di più le parole di Gesù.

Nota di BastaBugie: ecco il video di tre minuti dove si spiegano ai bambini le domande suscitate dalle letture di questa domenica (domande a cura di Costanza Miriano)

http://www.youtube.com/watch?v=RnynwI152E0


Per l'omelia della domenica successiva, vai a
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=200

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 05/05/2013)

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