BastaBugie n�311 del 23 agosto 2013

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1 ATLETICA, OLIMPIADI E MONDIALI DI CALCIO IN RUSSIA: USA ED EUROPA MINACCIANO DI BOICOTTARLI
Volete indovinare perché? Per difendere i presunti diritti dei gay (ormai è un'ossessione!)
Autore: Massimo Introvigne - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 LA TELEVISIONE DA SPAZIO SOLO AI PRETI ALLINEATI ALLA CULTURA DOMINANTE
Ma c'è stata un'eccezione: ecco il video di Padre Maurizio Botta intervistato dalle Iene su Italia 1
Fonte: Unione Cristiani Cattolici Razionali
3 GANDHI E MARTIN LUTHER KING TRATTATI COME SANTI
A Ostia in una chiesa cattolica ci sono tre mosaici con i due ''benefattori dell'umanità'' a fianco di Madre Teresa
Fonte: Corrispondenza Romana
4 I 26 ''CATTOLICI'' DI PD E SCELTA CIVICA CHE VOTERANNO A FAVORE DEL REATO DI OMOFOBIA VOGLIONO INGANNARCI
Se questa è la presenza cattolica in politica, poveri noi!
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 FAMIGLIA (EX) CRISTIANA ESALTA IL SINDACO DI ROMA CHE HA ABOLITO IL QUOZIENTE FAMILIARE
Sono un vostro lettore sin da quando ero bambino: ora sono arrabbiato con voi... e vi spiego perché
Autore: Gianluigi De Palo - Fonte: gigidepalo.it
6 INCESTO LEGALE, FAMIGLIA DISTRUTTA
Ricordiamo il lungo raggelante applauso dell'assemblea che qualche mese fa ha equiparato i figli incestuosi agli altri figli
Autore: Mario Palmaro - Fonte: Il Timone
7 FRONTE NATIONALE PRIMO PARTITO IN FRANCIA: MARINE LE PEN SI PREPARA A GOVERNARE
Programma semplice e chiaro: uscita dall'Euro, stop all'immigrazione, basta con l'egemonia tedesca...
Fonte: VoxNews
8 OBAMA RISCRIVE LA STORIA DEL VIETNAM ED ESALTA HO CHI MINH
Il capo della Casa Bianca ha finalmente svelato il suo progetto ideologico: costruire l'uomo nuovo (laico ed ecologista), perseguitando le religioni
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
9 BRIGANTI? EROI? LE VANDEE ITALIANE CONTRO I GIACOBINI E NAPOLEONE DAL 1796 AL 1815
Vengono alla luce le rivolte del popolo italiano represse nel sangue con stupri collettivi, anche nei monasteri, profanazioni di chiese, violenze blasfeme, distruzioni di interi paesi
Autore: Roberto I.Zanini - Fonte: Avvenire
10 OMELIA XXI DOMENICA TEMPO ORD. - ANNO C - (Lc 13,22-30)
Sforzatevi di entrare per la porta stretta
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - ATLETICA, OLIMPIADI E MONDIALI DI CALCIO IN RUSSIA: USA ED EUROPA MINACCIANO DI BOICOTTARLI
Volete indovinare perché? Per difendere i presunti diritti dei gay (ormai è un'ossessione!)
Autore: Massimo Introvigne - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 18/08/2013

I campionati mondiali di atletica in corso a Mosca, le Olimpiadi invernali di Sochi dell'anno prossimo e i campionati mondiali di calcio in programma in Russia nel 2016 sono nel mirino non solo delle organizzazioni omosessuali ma anche di molti governi, a cominciare da quello degli Stati Uniti, e dell'Unione Europea. Si annunciano proteste, dimostrazioni e perfino possibili boicottaggi che ricordano i tempi della Guerra Fredda. Questa volta però non si tratta di comunismo ma di omosessuali. Leggiamo dichiarazioni - anche di popolari atleti e allenatori - secondo cui la legge appena approvata farà sì che atleti, dirigenti e turisti omosessuali che si recheranno in Russia saranno discriminati, ed è comunque una legge omofoba e vergognosa, contraria ai valori dello sport.
La battaglia propagandistica intorno alla legge russa è decisiva. Se infatti passerà - grazie alla mobilitazione del mondo dello sport - l'idea che leggi di questo genere non sono tollerate dalla comunità internazionale, l'ideologia del gender avrà fatto un altro passo avanti cruciale. Per capire il problema, occorre leggere la norma russa. Mi permetto di chiedermi quanti fra gli uomini e le donne di sport che protestano lo abbiano fatto davvero. La legge firmata dal presidente Putin il 30 giugno 2013 modifica l'articolo 6 comma 21 del Codice Federale sulle Contravvenzioni Amministrative, che - come dice il nome - si occupa di reati minori puniti normalmente con un'ammenda anziché con una pena detentiva. Il nuovo comma 21 vieta la propaganda, rivolta a minorenni, di «relazioni sessuali non tradizionali», e recita quanto segue: «S'intende per propaganda l'atto di distribuire a minorenni informazioni che (1) hanno lo scopo di creare atteggiamenti sessuali non tradizionali; (2) rendono attraenti i rapporti sessuali non tradizionali; (3) sostengono che il valore sociale delle relazioni sessuali tradizionali e non tradizionali è lo stesso; e (4) creano un interesse per le relazioni sessuali non tradizionali».
Chi si rende responsabile di questa propaganda presso i minori non viene - come si potrebbe credere leggendo certa stampa anche italiana - messo al muro o mandato in un Gulag, come capitava ai dissidenti in epoca comunista, ma deve pagare una multa massima di cinquemila rubli (114 euro) - più o meno il costo di una cena per due persone in uno dei buoni ristoranti di Mosca - , a meno che sia un pubblico ufficiale, una persona giuridica o faccia propaganda - sempre rivolta specificamente ai minori - via Internet, nel qual caso le multe sono significativamente più alte, così come sono più alte per gli stranieri, i quali nei casi più gravi - quelli di propaganda finalizzata all'adescamento di minori - rischiano anche quindici giorni di prigione e l'espulsione dalla Russia.
La norma è questa. Non si deve confonderla con le decisioni di tribunali russi che vietano le sfilate dei Gay Pride per ragioni di ordine pubblico e di buon costume - nel maggio 2012 la Corte Distrettuale di Mosca le ha vietate nella capitale per cento anni -, su cui esiste un contenzioso fra Russia e Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, ma che non c'entrano con la legge introdotta nel 2013. Come non c'entra il fatto che bande di teppisti ogni tanto picchino degli omosessuali in Russia. Si tratta di violenze assolutamente deplorevoli e da condannare senza riserve: ma la legge russa le punisce e anche qui il comma 21 contro cui protestano gli sportivi non c'entra.
La chiave del comma 21, forse non chiara a molti, è che vieta la propaganda «rivolta a minorenni». Non vieta in nessun modo l'apologia dell'omosessualità rivolta a maggiorenni, in pubbliche conferenze o altrove, purché non vi partecipino minori. Non vieta di cercare di convincere maggiorenni che le relazioni omosessuali sono meravigliose e che il loro «valore sociale» è lo stesso delle relazioni fra un uomo e una donna, di conseguenza propagandando l'idea che lo Stato debba introdurre il matrimonio omosessuale. Questa propaganda è vietata solo se rivolta, specificamente, ai minori.
Sono stati manifestati timori su come i giudici russi, accusati di scarsa simpatia per gli omosessuali, applicheranno la legge. Attendiamo di vederli all'opera, e certamente la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo non mancherà d'intervenire per sanzionare gli abusi. Nel frattempo vale la pena però di riflettere sull'essenziale. Chi ha letto il comma 21, ha davvero capito di che si tratta e lo considera scandaloso - dobbiamo immaginare che il presidente Obama, prima di parlarne, lo abbia letto - di fatto sostiene che dev'essere assolutamente lecito fare propaganda all'omosessualità tra i minorenni, indottrinarli sostenendo che i rapporti tra uomini e donne e quelli omosessuali hanno uguale valore sociale, e - come afferma la legge russa - «creare» nei minorenni una disponibilità a relazioni omosessuali che prima non c'era, perché se no evidentemente non ci sarebbe bisogno di «crearla». Accettare queste premesse significa sottoscrivere tutta la logica dell'ideologia omosessualista, e dichiarare implicitamente che diventare omosessuale per un ragazzo o una ragazzina è qualche cosa di positivo e di liberante, che può e dev'essere promosso con tutti i mezzi e le forme di propaganda opportune. Significa anche escludere che abbia ragione la Chiesa Cattolica, per cui le relazioni omosessuali non sono liberanti o moralmente indifferenti, ma sempre - come insegna il Catechismo - «intrinsecamente disordinate»: e avviare un minore a qualcosa di «intrinsecamente disordinato» non può essere un diritto.
Prima di saltare sul carro del presidente Obama e della protesta sportiva contro la Russia forse è il caso di pensarci bene, e di chiederci se davvero siamo d'accordo sul fatto che forme d'indottrinamento e di avviamento all'omosessualità debbano essere liberamente proposte ai nostri figli minorenni, di qualunque età. Rispondere «sì» significa avere accettato il presupposto che essere avviato all'omosessualità «dall'esterno», attraverso la propaganda pubblica o privata, per un minore è una cosa buona, una conquista. Se invece rispondiamo «no», allora - per quanto la cosa sia poco politicamente corretta - dovremo ammettere che i russi stavolta qualche ragione ce l'hanno.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 18/08/2013

2 - LA TELEVISIONE DA SPAZIO SOLO AI PRETI ALLINEATI ALLA CULTURA DOMINANTE
Ma c'è stata un'eccezione: ecco il video di Padre Maurizio Botta intervistato dalle Iene su Italia 1
Fonte Unione Cristiani Cattolici Razionali, 21/07/2013

Sono tanti i sacerdoti con le idee chiare e capaci di comunicarle in modo veloce e diretto, comprensibile a tutti, vicini e lontani dalla Chiesa. Sono pochissimi quelli che vengono messi davanti alle telecamere della televisione o contattati dai quotidiani per una intervista.
Gli unici accettati sul grande schermo sono i don Gallo e i Vito Mancuso. Eppure alle show delle "Iene", programma di Italia1 (spesso apertamente anticlericale), è stata fatta sorprendentemente un'eccezione qualche mese fa. E' stato infatti invitato padre Maurizio Botta, giovane sacerdote romano che ha rilasciato una bellissima intervista, nonostante i fastidiosi continui tagli operati dalla trasmissione. Probabilmente pensavano di "fregarlo" con domande scomode e lui ne era certo consapevole, ma il risultato è stato davvero interessante. Ovviamente la tematica centrale è stata quella che ossessiona la società, di cui le "Iene" sono uno specchio, ovvero il sesso e l'omosessualità.
Fin dall'inizio padre Maurizio ha smontato il mito di una divisione tra sacerdoti tradizionalisti e non: «Sei un sacerdote con posizioni tradizionali o progressiste?», gli ha chiesto l'intervistatore. «Se potessi rispondere con Fantozzi direi che questa domanda è una... pazzesca. Io sono un sacerdote di Cristo, sacerdote della Chiesa. Punto», ha risposto padre Maurizio. «Quindi sei un sacerdote con posizioni tradizionali?», ha nuovamente chiesto la Iena, ovviamente impossibilitato ad ascoltare ed andare oltre ai luoghi comuni. Tant'è che lui ha risposto ironico: «Quindi tu non vuoi ascoltare la mia risposta!».
Da qui in poi solo domande sulla sessualità. Alcune risposte sono da incorniciare: «C'è chi sostiene chela Chiesa, per alcune cose, non sia proprio al passo con i tempi». «È vero. La Chiesa deve preoccuparsi solo di piacere a Gesù Cristo e poi, se questo non è di moda, deve andare serenamente per la sua strada». Ed ancora: «Perché un ragazzo che ha la fidanzata e una buona istruzione decide di farsi prete?», la domanda. «Per il meglio», la risposta. «Cos'è il meglio?». «Gesù Cristo».

Nota di BastaBugie: puoi vedere il video con l'intervista di Padre Maurizio Botta alle Iene cliccando qui sotto

http://vimeo.com/66649497

Fonte: Unione Cristiani Cattolici Razionali, 21/07/2013

3 - GANDHI E MARTIN LUTHER KING TRATTATI COME SANTI
A Ostia in una chiesa cattolica ci sono tre mosaici con i due ''benefattori dell'umanità'' a fianco di Madre Teresa
Fonte Corrispondenza Romana, 16/07/2013

Ostia non è propriamente un centro sperduto. Pertanto, sembra strano che non si siano mai sollevate proteste per ciò che è raffigurato con tutta evidenza nella chiesa parrocchiale Santa Maria Regina Pacis, enorme costruzione in stile neo-barocco consacrata nel 1928 e da qualche anno ritoccata con nuove vetrate e nuovi (orribili) dipinti all'interno.
Ora, circa l'assenza di ogni elemento di bellezza e di cattolicità nella stragrande maggioranza delle opere di arte "sacra" contemporanea è inutile parlare, tanto è notorio. E di sicuro non bisogna prendersela solo e tanto con gli artisti, quanto piuttosto con chi commissiona loro certi lavori per poi approvarli senza batter ciglio. Ma nel caso specifico c'è un dato inquietante e gravissimo, che non esitiamo a definire blasfemo.
All'esterno della chiesa, sulla facciata laterale che dà sul cortile dei locali parrocchiali, chiunque può notare (come documentato dalle foto che alleghiamo) tre mosaici. In posizione centrale c'è Madre Teresa di Calcutta, una beata della Chiesa cattolica, mentre alla sua destra c'è il ritratto di Gandhi e alla sua sinistra quello di Martin Luther King. Sembrerebbe uno scherzo, ma purtroppo non lo è.
Qual è il punto in comune tra questi tre personaggi? Perché raffigurare su un luogo di culto cattolico due figure appartenenti a religioni diverse? Perché accostarli con una religiosa, consacrata a Dio, la cui vita e spiritualità l'hanno resa degna di essere venerata dai fedeli cattolici? Qui siamo al di là di ogni più spinto ecumenismo e di ogni più dannoso irenismo.
Associare questi tre personaggi è un atto blasfemo nei confronti della beata Teresa di Calcutta e soprattutto nei confronti di Cristo. Permettere simili operazioni "artistico-spirituali" significa non aver capito nulla del Cattolicesimo. Significa svuotarlo dell'essenziale e ridurlo a opzione meramente culturale. Significa togliere di mezzo Dio e mettere al suo posto l'uomo.
Madre Teresa non faceva filantropia, ma vera carità cristiana e infatti aiutava i poveri attingendo forza da ore e ore di adorazione eucaristica fatta in ginocchio, adorando Colui che è l'unica Via, l'unica Verità e l'unica Vita: Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, Salvatore e Redentore del mondo. Gandhi e Martin Luther King, le cui vite private peraltro furono tutt'altro che esemplari, avranno anche fatto battaglie giuste, ma parziali e mancanti, perché non erano nella piena Verità.
Il dramma della Chiesa attuale è proprio questo: in nome del buonismo, del politicamente corretto, degli applausi, delle battaglie civili, essa ha smarrito ciò che la fonda, cioè Cristo. La confusione dottrinale è talmente grande che non ci si accorge nemmeno di errori così eclatanti. E quel che più stupisce e addolora è che nessuna autorità ecclesiastica sia intervenuta per far rimuovere il blasfemo accostamento. A quando un pubblico e risolutivo intervento?

Fonte: Corrispondenza Romana, 16/07/2013

4 - I 26 ''CATTOLICI'' DI PD E SCELTA CIVICA CHE VOTERANNO A FAVORE DEL REATO DI OMOFOBIA VOGLIONO INGANNARCI
Se questa è la presenza cattolica in politica, poveri noi!
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13-08-2013

Bisogna davvero avere un senso dell'umorismo molto spiccato per concepire una lettera come quella scritta da 26 deputati del Partito Democratico e di Scelta Civica e pubblicata da Avvenire il 9 agosto con il titolo "Omofobia, il lavoro fatto e quel che resta da fare" (la lettera ancora campeggia nella Home page del quotidiano). E soprattutto bisogna contare molto sull'ignoranza di chi legge che, non avendo seguito i lavori parlamentari, è portato a prendere per buono ciò che così autorevolmente viene presentato.
In sintesi i 26 deputati cattolici - tra cui nomi ben noti come Rosy Bindi, Renato Balduzzi, Beppe Fioroni, Mario Marazziti, Edoardo Patriarca, Luigi Bobba, Ernesto Preziosi, Rocco Buttiglione, Paola Binetti, Gianluigi Gigli, Mario Sberna – si presentano come soldati che vanno a rendere omaggio al sovrano dopo una lunga, vittoriosa, battaglia aspettandosi in cambio onori e prebende.
Così si dicono soddisfatti – e tutti ovviamente dovrebbero esserlo – per questa efficace presenza dei cattolici di diversi schieramenti nelle istituzioni che, lavorando insieme, sono riusciti a modificare in meglio la proposta di legge sull'omofobia. Il primo testo era inaccettabile, dicono, invece ora grazie al loro lavoro è molto diverso e, con qualche altro piccolo ritocco che salvaguardi la libertà di espressione, e su cui sono impegnati, la legge si può sicuramente firmare.
Gran finale con l'esaltazione della "presenza cattolica in tutti i partiti che oggi fanno parte della maggioranza" che è "in grado di contribuire fattivamente a ricercare soluzioni legislative equilibrate e rispettose di tutte le diverse sensibilità presenti nel Paese".
Proprio quest'ultima affermazione fa nascere qualche domanda: visto che si parla della presenza cattolica in tutti i partiti della maggioranza, come mai non c'è nessuno del Pdl fra i firmatari? Che non ci siano cattolici in quel partito?
In realtà le cose stanno ben diversamente da come la raccontano i 26 che, se fosse dipeso dal loro "lavoro costante e fattivo", la legge sarebbe già passata alla Camera in luglio e nella versione iniziale. Sì, perché nessuno di loro ha mosso un dito né provato a sollevare il dibattito mentre alla Commissione Giustizia della Camera si stava compiendo un blitz che mirava a mettere tutti davanti al fatto compiuto eliminando ogni dibattito. Anzi, no. Solo Paola Binetti in Commissione Giustizia ha presentato degli emendamenti e cercato di fare opposizione, ma – bisogna purtroppo dirlo – è poi stata assente nella seduta decisiva in cui bisognava discutere sugli emendamenti stessi ed ha accettato poi di tagliare la discussione sugli emendamenti così che ha tolto la possibilità di bloccare la proposta. In Commissione, invece, non pervenuto il suo compagno di partito Gigli.
E allora come mai il testo arrivato in aula è diverso da quello iniziale? I lettori che hanno seguito La Nuova BQ in questi mesi lo sanno bene, perché abbiamo seguito i lavori passo dopo passo dandone accurato resoconto: il nuovo testo è stato presentato come scappatoia per evitare di discutere gli oltre 400 emendamenti presentati da alcuni deputati, che curiosamente non figurano nella lista dei 26, e che è giusto ricordare: Alessandro Pagano ed Eugenia Roccella, del Pdl, e Nicola Molteni della Lega Nord (la Lega è anche l'unico partito che si è espresso chiaramente contro questa proposta di legge). Poi bisogna ricordare che a sollevare il dibattito fuori della Commissione sono stati Carlo Giovanardi, Maurizio Sacconi, Lucio Malan, anche loro del Pdl.
Solo a cose fatte, alcuni di Scelta Civica, si sono dati da fare per trovare l'ultimo compromesso con il Pd, secondo quanto avevamo già anticipato su La Nuova BQ: clausola di salvaguardia per la libertà di opinione ma pagando in cambio l'aggiunta dell'aggravante per reati penali commessi a motivo dell'omofobia.
Il giudizio su questo papocchio lo abbiamo già espresso con chiarezza: una legge sull'omofobia, clausole o non clausole, è inaccettabile perché introduce un concetto ideologico teso a sovvertire la natura. Come è emerso chiaramente dal dibattito in aula, il 5 agosto, la ratio di questa legge sta nel voler riconoscere l'omosessualità – e qualsiasi altro orientamento sessuale – come un fatto di natura. Il che è assolutamente improponibile. Senza considerare che la clausola di salvaguardia sulla libertà di espressione lascia il tempo che trova in una norma che punisce oggettivamente il reato di opinione.
Peraltro è lo stesso Magistero che ha affermato con la massima chiarezza che la tendenza sessuale non può essere in alcun modo comparata alla razza (come avverrebbe per questa proposta se diventasse legge), quando si applica il principio della non discriminazione, per motivi che più volte abbiamo scritto.
Ciò malgrado questi 26 deputati pretendono di parlare a nome di tutti i cattolici, isolando peraltro gli unici che veramente si sono battuti per evitare questa legge. E ovviamente lo fanno scrivendo al giornale dei vescovi, nel miglior stile clericale, pensando così di ricevere una benedizione anche in vista di possibili, prossime, elezioni. Invece di unire le loro forze a quelle di altri che hanno fatto di tutto per fermare questa legge, preferiscono puntare al compromesso al ribasso, privilegiando certe alleanze politiche alla verità e al bene comune. Oltretutto prendendosi indecorosamente dei meriti che non hanno e stravolgendo la realtà. Bisogna poi ricordare che almeno uno dei 26, l'on. Gigli - essendo presente alla conferenza stampa che abbiamo organizzato a Roma lo scorso 24 luglio per spiegare il no alla legge sull'omofobia – aveva solennemente affermato che anche nel caso di un passaggio degli emendamenti sulla libertà di espressione, non avrebbe votato a favore della legge. Ora invece dalla lettera ad Avvenire scopriamo che in fondo trova che il sì sia giustificato.
Se questa è la presenza cattolica in politica, poveri noi.

Nota di BastaBugie: per leggere il dossier con tutti gli articoli da noi pubblicati sul progetto di legge che vuole introdurre il reato di omofobia in Italia, clicca qui.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13-08-2013

5 - FAMIGLIA (EX) CRISTIANA ESALTA IL SINDACO DI ROMA CHE HA ABOLITO IL QUOZIENTE FAMILIARE
Sono un vostro lettore sin da quando ero bambino: ora sono arrabbiato con voi... e vi spiego perché
Autore: Gianluigi De Palo - Fonte: gigidepalo.it, 15-08-2013

Carissimo Direttore di Famiglia Cristiana, sono un vostro lettore sin da quando ero bambino. Mia nonna mi ha sempre mandato il venerdì a comprare il vostro giornale. Sono cresciuto leggendo i vostri articoli e, ancora oggi, con mia nonna novantaduenne, una copia del vostro giornale è sempre presente in casa nostra.
Oggi, però, sono particolarmente arrabbiato con voi. Compro il giornale e mi ritrovo la copertina dedicata ad Ignazio Marino. Apro il giornale e leggo un ampio servizio corredato di belle foto, tutto dedicato alla pedonalizzazione dei Fori. Potrei soffermarmi maggiormente sull'articolo, privo delle numerosissime voci di dissenso non del progetto di pedonalizzazione, ma di come è stato "imposto", ma non è questo il punto.
Sono arrabbiato perché fino a due mesi fa, da Assessore alla Famiglia, all'Educazione e ai Giovani di Roma Capitale ho lavorato per dotare Roma del Quoziente Familiare, unica metropoli nel nostro Paese ad averlo e, pur avendo cercato di raccontare la cosa anche attraverso il vostro giornale non siamo riusciti ad avere nemmeno due righe.
Sono arrabbiato perché pur non venendo da alcun partito (prima di fare l'Assessore ero il Presidente delle ACLI di Roma e del Forum delle Associazioni Familiari del Lazio) ho percepito sulla mia pelle cosa voglia dire essere prevenuti ideologicamente.
Sono arrabbiato perché il nome del vostro giornale mette al centro la parola Famiglia, ma non si è minimamente occupato dello smantellamento delle politiche familiari messo in atto dal Sindaco a cui avete regalato il vostro "pulpito". Vi informo che Marino sta sì, pedonalizzando i Fori, ma ha anche fatto approvare nelle sue linee guida l'abolizione del QuozienteRoma e ha appena revocato un bando vinto dal Forum delle Associazioni Familiari del Lazio che prevedeva corsi pre e post matrimoniali per le giovani coppie.
Sono arrabbiato perché è inutile fare battaglie virtuali a favore della famiglia se poi, nella concretezza, si ignora quello che accade nel Paese Reale, nel città, nei territori.
Sono arrabbiato perché pur avendo fatto l'assessore tecnico ed essendo stato in passato un elettore di centrosinistra, mi accorgo che anche i giornali del "nostro" mondo si stanno assuefacendo ad un pensiero unico e non hanno chiara la matrice non più ideologica, ma antropologica del dibattito politico in atto in questo tempo in Italia.
Sono arrabbiato perché se Famiglia Cristiana avesse dedicato il giusto spazio al Quoziente Roma, forse oggi sarebbe più difficile per il Sindaco Marino toglierlo con un colpo di mano e, forse, mia nonna comprenderebbe che prima viene il bene delle famiglie e poi qualsivoglia pedonalizzazione dei Fori. Le persone sono il vero tesoro di Roma.
Con sincera tristezza, ma senza alcuna rassegnazione.

Fonte: gigidepalo.it, 15-08-2013

6 - INCESTO LEGALE, FAMIGLIA DISTRUTTA
Ricordiamo il lungo raggelante applauso dell'assemblea che qualche mese fa ha equiparato i figli incestuosi agli altri figli
Autore: Mario Palmaro - Fonte: Il Timone, gennaio 2013

Solo 31 parlamentari hanno votato contro. Ennesimo colpo di maglio all'ordine naturale. Che viene minato dall'equiparazione tra figli naturali e figli legittimi. Ecco come la strategia del compromesso narcotizza il mondo cattolico Il Parlamento italiano ha sdoganato a larghissima maggioranza l'incesto.
Un lungo raggelante applauso dell'assemblea ha salutato l'approvazione del nuovo articolo del Codice Civile che equipara i figli incestuosi a tutti gli altri figli. I voti favorevoli sono stati 366, 58 gli astenuti e solo 31 i contrari. La legge stabilisce più in generale la totale equiparazione dei figli naturali – cioè dei figli nati fuori dal matrimonio – ai figli legittimi, cioè nati all'interno del vincolo sponsale. D'ora in avanti le due categorie (legittimi e naturali) sono abolite. Politici di tutti i gruppi parlamentari – da destra a sinistra – hanno votato a favore del provvedimento.
«Abbiamo finalmente raggiunto un risultato storico in materia di diritti civili, archiviando norme odiose fondate su un anacronistico senso della morale», ha commentato trionfante la parlamentare Giulia Bongiorno, portavoce di Fli e già avvocato difensore di Giulio Andreotti. «È una nuova civiltà giuridica, è uno di quei passi in avanti che fanno entrare il nostro Paese in un'altra epoca storica », ha affermato la senatrice Pd Vittoria Franco.
Giudizi aberranti, che però esprimono bene il senso comune di un'intera classe politica (31 contrari contro 366 favorevoli è una minoranza irrisoria) e della società in cui viviamo: si calcola che in Italia i figli naturali siano circa 100.000, ben il 20 per cento del totale.
Si va così realizzando nel nostro Paese il coronamento del progetto di dissoluzione dell'ordine naturale, che da quarant'anni trova traduzione nelle leggi approvate dal parlamento. Nel 1969, sulla rivista Tout, Jean-Paul Sartre scriveva: «Quanto alla famiglia,scomparirà (...) soltanto quando avremo cominciato a sbarazzarci del tabù dell'incesto (...); la libertà deve essere pagata a questo prezzo». Come sempre, la demolizione dell'ordine naturale si consuma con espedienti che riescono a narcotizzare il mondo cattolico, ingannandolo. Nella fattispecie, la tesi di fondo è che i figli non hanno colpa per le scelte dei loro genitori, e che quindi essi si devono equiparare sul piano legale, nati o meno nel matrimonio. E anche il mondo cattolico si è bevuto da tempo senza fiatare l'equiparazione tra figli naturali e legittimi. Per coerenza, lo stesso criterio si deve applicare ai figli frutto di rapporti incestuosi.
Gli atti incestuosi sono vietati dall'articolo 564 del nostro Codice Penale, che li punisce con la reclusione da uno a cinque anni, e da due a otto anni nel caso di relazione protratta nel tempo. Ora, nel momento in cui l'ordinamento legittima gli effetti di questa relazione sulla prole, equiparando i figli a tutti gli altri, è giocoforza che lo stesso divieto penale dovrà e potrà essere messo in discussione, e infine abrogato. Si aggiunga a favore di tale esito il "rammollimento" del pensiero dominante, soprattutto in ambienti cattolici, che vede la pena e il carcere come barbarie da superare, e che quindi lavora comunque nella direzione di depenalizzare i reati. E ancora: il processo di "secolarizzazione" del diritto gioca sullo "slittamento" di molti reati al livello di peccati, cioè di violazioni di precetti morali, come tali irrilevanti sul piano giuridico. Il passo successivo è che le condotte depenalizzate non sono più nemmeno peccati, ma diventano diritti civili. Esempi preclari di questo rotolamento verso l'abisso: divorzio, aborto, omosessualità come fenomeno pubblico e ostentato. Il filosofo inglese Roger Scruton conferma questa analisi: «Oggi si dà per scontato che non vi sia differenza fra il sesso omosessuale e quello eterosessuale, che non ci sia differenza fra il desiderio e la perversione, che la castità sia una scelta ma non una virtù, che le sole questioni morali che circondano l'atto sessuale siano quelle del consenso e della sicurezza».
Per altro, come ha spiegato Gianfranco Amato – presidente dei "Giuristi per la Vita italiani" – i figli incestuosi godono già di tutele e di diritti sotto il  profilo economico, ma non possono essere riconosciuti, perché questo significherebbe inserirli anche idealmente in un contesto familiare fatto di due genitori biologici consanguinei. I figli incestuosi non possono far parte, neppure idealmente, di un quadro e di un progetto familiare, per questo si può e si deve negare loro, ad esempio, il diritto ad ottenere il cognome, il diritto ad una successione piena e la possibilità che i genitori incestuosi esercitino su di loro la potestà genitoriale.
La radice dell'errore Ma se siamo arrivati a un passo dall'incesto come diritto, ciò si deve a un errore originario: la tendenza a combattere il progressismo e il relativismo semplicemente seguendolo con qualche mese o qualche anno di ritardo. Si sceglie cioè di cedere qualche cosa, di mediare, di difendere la verità solo in parte, sperando di vincere sul piano politico. Il risultato è che, dopo quarant'anni, la cultura della morte e del nichilismo ha vinto tutte le sue battaglie.
Anche nel caso dell'incesto si è adottata questa strategia, aprendo la classica falla nella diga, che prima o poi crolla di schianto. Mi riferisco alla tesi, ormai accettata dalla maggioranza del mondo cattolico, che sia giusto procedere sul piano giuridico alla totale equiparazione tra figli naturali e figli legittimi. Come già scritto, questo giudizio nasce dall'ideale dell'uguaglianza fra innocenti. Ma nonostante le apparenze, questa valutazione è sbagliata almeno per tre motivi.
Il primo è che di fronte a situazione di fatto differenti, segue un legittimo trattamento giuridico differente, anche quando queste "diversità" non siano "imputabili" ai diretti interessati. Del resto, anche i figli dei divorziati e dei separati non hanno colpa della scelta dei loro genitori: perché nessuno prova a limitare il diritto al divorzio nell'interesse della prole?
Il secondo è che l'uguaglianza degli esseri umani è un mito tipicamente giacobino e rivoluzionario: l'unica uguaglianza autentica è ontologica, e ci deriva dall'essere creature di Dio. Per il resto, nessuno Stato, nessuna legge, nessun decreto, nessun paradiso del proletariato o della borghesia potrà eliminare la diversità di condizioni di ognuno di noi.
Il terzo errore nasce da un malinteso personalismo di fondo, che finisce con il privilegiare il singolo rispetto al bene comune.
È vero che – come insegna Kierkegaard in opposizione a Hegel – bisogna difendere ogni uomo dallo strapotere e dall'arbitrio dello Stato. Ma è altrettanto vero che il bene comune – come insegnano Tommaso d'Aquino e la tradizione della Chiesa – deve prevalere sugli interessi del singolo. Equiparare figli naturali a figli legittimi significa andare contro il bene del matrimonio, e quindi contro il bene comune. Lo Stato ha il dovere di tutelare il matrimonio e la famiglia, e per far questo non può concedere diritti tipicamente familiari a soggetti estranei al matrimonio. Se lo fa, scava la fossa all'istituto matrimoniale,equiparandolo a unioni civili e convivenze di fatto.
Ne erano ben consapevoli perfino i nostri laicissimi padri costituenti. Il 16 gennaio 1947,proprio a proposito dei figli incestuosi, il senatore e giurista democristiano Umberto Merlin affermò: «Dire che non è logico far ricadere sui figli innocenti la colpa dei padri, è tesi bellissima, da romanzo, ma non è argomento persuasivo per il legislatore e soprattutto per il legislatore costituente, il quale deve formulare gli articoli con il cuore, sì, ma soprattutto con la ragione».
In sintesi: la giusta "discriminazione" tra figli nati fuori e dentro il matrimonio mirava a proteggere i minori dalla condotta immorale degli adulti; equiparando totalmente tutti i figli,invece, vengono incentivati l'adulterio, il concubinaggio ed altre forme illecite di relazione che minano alla base la stabilità dell'unione coniugale e la stabilità della società stessa. La tendenza della società ad appiattire le differenze e ad annullare le diversità produce altre differenze e altre diversità, ben più gravi delle precedenti. Per esempio, la legalizzazione dell'incesto. E, perché no?, della pedofilia.

Fonte: Il Timone, gennaio 2013

7 - FRONTE NATIONALE PRIMO PARTITO IN FRANCIA: MARINE LE PEN SI PREPARA A GOVERNARE
Programma semplice e chiaro: uscita dall'Euro, stop all'immigrazione, basta con l'egemonia tedesca...
Fonte VoxNews, 01/07/2013

Il Front National di Le Pen sorpassa il Partito Socialista nei sondaggi per le elezioni europee, salendo al primo posto davanti all'UMP, i piddiellini di Francia. Secondo un sondaggio condotto dalla società YouGov, il partito di Marine Le Pen raccoglie il 19% dei voti, solo un punto dietro, l'UMP (18%). Il Partito Socialista arranca al 15% dei voti, alla pari del Fronte di Sinistra.
E Marine Le Pen è pronta. Il leader del FN ha affermato che nel caso vincesse le elezioni e andasse alla guida della Francia, il suo obiettivo sarà distruggere l'ordine esistente dell'Europa e forzare la rottura dell'Unione monetaria.
Oggi, questa, non è più una prospettiva implausibile. "Non possiamo essere comprati," ha detto, traboccante di fiducia dopo che il suo partito si è assicurato il 46% del voto al secondo turno, nel terremoto elettorale nelle suppletive di una settimana fa, dove il suo candidato ha asfaltato al primo turno i socialisti nel loro bastione di Villeneuve-sur-Lot.
"L'euro cessa di esistere nel momento in cui Francia lo lascia, è la nostra forza. Che cosa stanno andando a fare, se usciamo dall'euro? Ci inviano i carri armati?", ha detto in un'intervista concessa al Daily Telegraph presso la sede del Front National, un edificio spoglio e austero in uno dei sobborghi di Parigi, a Nanterre.
"L'Europa è solo un grande bluff. Da un lato c'è l'immenso potere dei popoli sovrani e dall'altro lato solo alcuni tecnocrati,"ha detto.
Per la prima volta, il Front Nazional è testa a testa con i due partiti principali che hanno dominato nel dopoguerra la Francia, socialisti e gollisti. Tutti sono vicini al 21% nei sondaggi nazionali per le elezioni politiche. Ma gli altri calano, il FN è in crescita. Ed è in testa alle preferenze per le elezioni europee del prossimo anno.
Eppure, è il dettaglio della votazione di Villeneuve che ha sconvolto la classe politica. I voti sono arrivati dalle zone più rosse, il segno che il FN può diventare il movimento di massa della classe operaia bianca francese, abbandonata dai socialisti frou-frou.
I commentatori hanno cominciato a parlare di "Sinistra-LePenismo", dimenticando che gli identitari hanno sempre attaccato banche e capitalismo transfrontaliero. Intanto, un candidato del partito comunista nelle elezioni del 2012, ha disertato e si è unito al campo di Le Pen.
Marine Le Pen ha detto che il suo primo ordine una volta all'Eliseo, sarà l'annuncio di un referendum sull'adesione all'UE. "Fisseremo i punti i punti su cui non ci può essere nessun compromesso. Se il risultato delle trattative con l'UE fosse inadeguato, usciremo." ha detto.
I quattro non negoziabili sono la valuta, il controllo delle frontiere, il primato del diritto francese, e quello che lei chiama "patriottismo economico", la possibilità di perseguire un "protezionismo intelligente" a salvaguardia del modello sociale. "Non riesco a immaginare una politica economica senza controllo completo della moneta," ha detto.
Alla domanda se lei intende ritirare immediatamente la Francia dell'euro, ha risposto: "sì, perché l'euro blocca tutte le decisioni economiche. La Francia non è un paese che può accettare la tutela di Bruxelles".
Ai funzionari sarà detto di elaborare piani per il ritorno del Franco. I leader dell'Eurozona dovranno affrontare una scelta: lavorare con la Francia per una "dissoluzione concertata dell'euro" o impuntarsi e portare ad una fine dis-organizzata e caotica dell'Eurozona.
Il suo progetto è basato su uno studio di economisti della École des Hautes Études a Parigi, guidati dal Professor Jacques Sapir. Nello studio si conclude che Francia, Italia e Spagna beneficerebbero grandemente dall'uscita dall'euro, che ripristinerebbe la competitività del lavoro perduta in anni di depressione economica.
La crisi dell'UEM è strutturale. I paesi europei hanno bisogno di diversi tassi di cambio. "Il Marco aumenterebbe se non fosse per l'euro, e ciò significa che la Germania ha una moneta sottovalutata cronicamente. L'euro è troppo forte per la Francia e si mangia la nostra competitività,"ha detto Marine Le Pen.
"Ci siamo abbandonati ad uno spirito di schiavitù in Francia. Abbiamo dimenticato come condurre, e la nostra voce non si sente più", ha concluso.
La forza del FN è a memento della demenza politica di Gianfranco Fini, il quale aveva sentenziato la fine della destra identitaria a favore di una destra moderna, tipo FLI per intenderci.

Fonte: VoxNews, 01/07/2013

8 - OBAMA RISCRIVE LA STORIA DEL VIETNAM ED ESALTA HO CHI MINH
Il capo della Casa Bianca ha finalmente svelato il suo progetto ideologico: costruire l'uomo nuovo (laico ed ecologista), perseguitando le religioni
Autore: Stefano Magni - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 28/07/2013

Barack Obama ha voluto ingraziarsi l'ospite vietnamita? Ricevendo il presidente del Vietnam, Truong Tan Sang, alla Casa Bianca, era abbastanza normale che non gli rammentasse i 10 anni di guerra con gli Stati Uniti, i prigionieri americani torturati, deportati nei gulag, assassinati dopo la cattura, trattenuti ancora per anni e anni dopo la fine della guerra. Fra questi c'era anche l'ex candidato presidenziale John McCain, senatore repubblicano, che tuttora porta i segni della terribile prigionia. Del resto anche ghli Stati Uniti hanno molto da farsi perdonare. Ma, si sa, l'etichetta lo impone: sono cose che non si devono ricordare a un ospite, durante una discussione sulla cooperazione vietnamita-statunitense.
Quel che Obama avrebbe potuto risparmiarsi, però, lo ha detto ricordandolo nella conferenza stampa congiunta tenuta dopo l'incontro al vertice: «Abbiamo discusso del fatto che Ho Chi Minh – il fondatore dello Stato comunista nordvietnamita, ndr – sia stato realmente ispirato dalla Dichiarazione di Indipendenza e dalla Costituzione degli Stati Uniti e dalle parole di Thomas Jefferson».
Ho Chi Minh era l'eroe di tutti i contestatori sessantottini, in mezzo ai quali è cresciuto lo stesso Obama, che nelle marce della pace scandivano: "Viva Lenin! Viva Mao! Viva Ho-Chi-Minh!". Qualcuno conserva ancora dei bei ricordi di quei tempi, quando pochi giovani sapevano che cosa Ho Chi Minh (tantomeno Mao) stesse facendo al suo popolo e quale tipo di Stato stesse realmente costruendo. È diventato il simbolo del distruttore dello "Stato imperialista borghese" e della prima potenza dell'odiato "blocco capitalista": quella che Obama oggi presiede, anche nella veste di comandante in capo.
Ho Chi Minh, «ispirato dalla Dichiarazione di Indipendenza» ha ucciso tutti gli indipendentisti non comunisti, chiudendone i partiti e i giornali, facendone arrestare i leader, i militanti, i simpatizzanti e i loro parenti, donne e bambini compresi. Faceva uccidere o imprigionare chiunque si opponesse al disegno di rendere il Vietnam un Paese comunista, assoggettato pienamente al volere della "casa madre" di Mosca. «Tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità», recita la Dichiarazione di Indipendenza.
«E' meglio uccidere dieci innocenti che lasciar vivo un solo nemico» recitava un motto del Partito Comunista Vietnamita guidato da Ho Chi Minh. Il leader «ispirato da Thomas Jefferson» divise in classi il suo popolo e procedette allo sterminio dei "signori terrieri", poi dei "contadini ricchi", poi degli "alti livelli della classe media", infine dei piccoli proprietari terrieri, in successive ondate di terrore. Troupe teatrali di militanti comunisti aizzavano all'odio i contadini contro i loro vicini più ricchi. Li schernivano in pubblico prima di processarli e ammazzarli sommariamente nei modi peggiori che mente umana possa immaginare.
Almeno un milione e mezzo di vietnamiti, secondo le stime più prudenti, morì in queste purghe. La Dichiarazione di Indipendenza cita esplicitamente il Creatore. Ho Chi Minh impose l'ateismo di Stato e fece sopprimere tutti coloro che avevano una fede. Buddisti, cristiani, non c'era differenza alcuna: erano tutti "controrivoluzionari", da arrestare, condannare ai lavori forzati, rieducare con la forza, uccidere. Fra i reati puniti con la morte, c'era anche quello di "incitare i cattolici a contrastare la rivoluzione".
Tuttora il Vietnam non lascia spazio alcuno alla libertà di religione. Solo per ricordare le notizie dell'ultimo mese: l'avvocato cattolico Le Quoc Quan è sotto processo per "evasione fiscale" (un capo di imputazione usato spesso per far tacere le voci critiche); membri della minoranza etnica dei Montagnard sono stati arrestati in massa perché "minano l'unità nazionale"; attivisti cattolici, dal carcere, stanno intraprendendo digiuni e proteste pacifiche, per cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica e lo stesso presidente Obama. Per poi sentirsi dire che il loro primo, storico persecutore era un ammiratore della libertà individuale? Ispirato da Jefferson? C'è una differenza filosofica fondamentale fra chi, come Jefferson, riteneva che tutti gli uomini fossero creati uguali e godessero di eguali diritti naturali, pre-esistenti al governo e chi, come Ho Chi Minh, pensava di dover creare l'uomo nuovo e la società egualitaria, dando un potere totale al governo e schiacciando tutti coloro che (per religione, classe e idee politiche) si opponevano al suo progetto. Sono due filosofie opposte.
A Obama non può essere sfuggito questo "dettaglio", se non per volontà politica e ideologia. A cosa mira Obama? A reinterpretare la Dichiarazione di Indipendenza, la Costituzione e le basi dell'ideale americano. Vuol dare più poteri al governo, per rendere i suoi cittadini più eguali fra loro. Vuol ridistribuire le ricchezze, tassando (e penalizzando) "i ricchi". Vuol costruire l'uomo nuovo, laico ed ecologista, penalizzando le tradizioni religiose. No, non è sicuramente un lapsus quell'omaggio di Obama a Ho Chi Minh.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 28/07/2013

9 - BRIGANTI? EROI? LE VANDEE ITALIANE CONTRO I GIACOBINI E NAPOLEONE DAL 1796 AL 1815
Vengono alla luce le rivolte del popolo italiano represse nel sangue con stupri collettivi, anche nei monasteri, profanazioni di chiese, violenze blasfeme, distruzioni di interi paesi
Autore: Roberto I.Zanini - Fonte: Avvenire, 27/07/2013

«Come possono gli storici ritenere che sia credibile che centinaia di migliaia di italiani abbiano combattuto per vent'anni col rosario in mano, sotto le insegne di Maria e delle legittime dinastie reali al solo scopo di nascondere odii di clan e faide locali, oppure per camuffare incipienti lotte di classe?». A chiederselo è Massimo Viglione, docente di Storia moderna all'Università Europea di Roma e docente Isem del Cnr. Il riferimento è a quelle che lui stesso definisce «le Vandee italiane». Cioè le molteplici rivolte di popolo contro i giacobini e Napoleone dal 1796 al 1815. Rivolte che vennero represse nel sangue «con l'uccisione di oltre 100 mila persone in massacri di massa, con stupri collettivi, anche nei monasteri, profanazioni di chiese, violenze blasfeme, distruzioni di interi paesi». Argomento che Viglione ha affrontato già nel 1999 con un libro edito da Città Nuova, e sul quale è tornato oggi con "Le insorgenze controrivoluzionarie nella storiografia italiana. Dibattito scientifico e scontro ideologico (1799-2012)". Un testo edito da Olschki (pagine 130, euro 16) nel quale si tratta di come gli storici nostrani abbiano ripetutamente insabbiato questa vicenda fino a farla sparire completamente.
Come si fanno a tenere nascosti più di 100 mila morti?
«Per quel che riguarda la Vandea ne hanno tenuti nascosti molti di più. In ogni caso 100 mila è una cifra al ribasso. Pensi che nella primavera del 1799 il generale francese Tiebourth in una comunicazione ufficiale al Direttorio scrive che nel territorio del regno di Napoli in tre mesi sono stati passati per le armi 60 mila uomini, senza considerare le donne, i vecchi e i bambini. Nella sola Napoli, fra il 13 e il 22 gennaio vengono uccise oltre 10 mila persone. Le case dei Quartieri Spagnoli sono incendiate una a una con i soldati che si divertono a sparare sulle donne e i bambini in fuga».
Le stesse violenze che in Vandea?
«Non è stata la stessa cosa. Quello vandeano fu un genocidio con 300 mila morti su 500 mila abitanti. Lì i soldati francesi sono giunti a fare il sapone con la pelle dei bambini, a confezionarci indumenti. In Italia, anche se molti massacri sono stati ordinati da reduci vandeani (come nel caso di un ufficiale di nome Flavigni in Piemonte), non si è arrivati a tanta atrocità. Sebbene la similitudine con la Vandea emerga anche dagli scritti di ufficiali francesi che, per esempio, parlano della Romagna (dove le insorgenze furono numerose e continue) come della "Vandea italiana"».
Però si racconta di molti episodi truci.
«Ci furono tante profanazioni di chiese e conventi. Lo stesso Bacchelli nel Mulino del Po fa nascere le fortune-sfortune di Lazzaro Scacerni (il protagonista) dalla profanazione di una chiesa durante le campagne napoleoniche. L'abbazia di Casamari, nel frusinate fu occupata nel 1799. I monaci aprirono le porte offrendo quello che avevano. I soldati presero tutto, poi per sfregio profanarono in maniera ignobile le ostie nel tabernacolo. I monaci tentarono di difenderle buttandosi su di esse per mangiarle. I militi tagliarono loro le dita e poi li passarono a fil di spada risparmiando solo un francese che, paradossalmente, era stato a servizio nella reggia di Versailles».
Furono distrutti anche interi paesi.
«A Guardiagrele in provincia di Chieti vennero uccisi 1500 uomini. La prima strage avviene a Binasco, vicino Pavia, raso al suolo casa per casa. In parte analoga la sorte di Lugo di Romagna. Verona si salva, ma la repressione è durissima con la fucilazione di preti e di nobili. Ma rivolte e repressioni accadono in tutta Italia, dal Piemonte alla Puglia, alla Calabria, alla Liguria, alla Toscana».
Quale è stata la logica degli storici che hanno nascosto questi eventi?
«Certamente ideologica. Prima della seconda guerra mondiale non se ne parlava nelle scuole, ma il tema era oggetto di libri e dibattiti. Dopo la Resistenza la contemporanea affermazione nella storiografia di una visione crociana liberale e del gramscismo ha messo il tappo. Se ne è ricominciato a parlare col bicentenario della Rivoluzione francese. Anche in Francia è successa la stessa cosa. Il velo sulla Vandea è stato tolto dagli studi di Reinold Secher, che per questo è stato ostracizzato a livello accademico».
Perché tanto accanimento ideologico?
«Perché secondo quel tipo di storiografia in quei giorni gli italiani hanno preso le armi dalla parte sbagliata: per difendere la fede, la Chiesa e il potere costituito. Ma nel '99 la rivolta coinvolse tutto il territorio. A gennaio i francesi occupavano tutta la Penisola tranne il Triveneto. Ad agosto non era rimasto un francese. Al cardinale Ruffo, sbarcato in Calabria con sette uomini, in poco tempo se ne aggregano 50 mila che riconquistano il Regno di Napoli. In Toscana il Granducato è riconquistato al grido di Viva Maria».
Una rivolta di popolo, mentre il Risorgimento, come disse Gramsci, venne imposto dall'alto.
«Questo è il motivo dell'ostracismo. Non si vuole riconoscere che l'Italia dell'epoca era cattolica e controriformista. Del resto, come si può esaltare Garibaldi e mille uomini senza seguito e poi raccontare che solo alcuni anni prima centinaia di migliaia di italiani si erano ribellati al giacobinismo?».
E ora?
«Oggi il fenomeno non si può più nascondere, allora si sostiene che gli slogan "Viva Maria", "Viva il Papa", "Viva il Re" dei ribelli erano solo coperture per nascondere interessi di parte. Ma è lampante che quegli italiani combatterono per la loro identità».

Nota di BastaBugie: ti invitiamo a guardare il seguente filmato di 30 minuti sul risorgimento che smonta in modo efficace tutte le bugie che ci hanno raccontato su Cavour, Garibaldi, Mazzini, ecc.


http://www.youtube.com/watch?v=zVkZZ_O5WBk

Fonte: Avvenire, 27/07/2013

10 - OMELIA XXI DOMENICA TEMPO ORD. - ANNO C - (Lc 13,22-30)
Sforzatevi di entrare per la porta stretta
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 25 agosto 2013)

Pochi giorni fa era la solennità dell'Assunzione di Maria in Cielo. Abbiamo meditato come la Madonna assunta alla gloria celeste indica a tutti noi la meta da raggiungere: il santo Paradiso. Abbiamo meditato che dobbiamo desiderare il Cielo e per desiderarlo dobbiamo pensarci spesso. Questa domenica il brano del Vangelo continua il discorso dicendoci che la porta di accesso al Cielo è stretta e noi dobbiamo sforzarci di entrare. Gesù infatti afferma: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno» (Lc 13,25).
Queste parole ci fanno comprendere che l'inferno non è vuoto, come alcuni vanno dicendo, e che, purtroppo, molti non riusciranno per colpa loro a varcare quella porta stretta. Alle parole di Gesù fanno eco quelle della Madonna a Fatima, quando Ella diceva che molte anime vanno all'inferno. Ma cosa voleva dire Gesù con il riferimento alla porta stretta? Una risposta può essere la seguente: la porta stretta ci fa comprendere che per la salvezza eterna ci vuole la nostra collaborazione. Dio, che ci ha creati senza di noi, non ci salva senza di noi. Bisogna dunque impegnarsi, pensando che andare in Paradiso non è un viaggio in carrozza, ma un percorso in salita su di un sentiero angusto e a volte spinoso e, in fine, la porta che troveremo sarà così stretta che solo gli umili vi entreranno. L'entrata in Paradiso si potrebbe paragonare al travaglio di un parto: come vi è stata sofferenza per venire a questo mondo, così ve ne sarà per entrare nella Vita eterna.
Ci vuole dunque la nostra collaborazione. Prima di tutto il Signore ci chiede di pregare. Sant'Alfonso de' Liguori non esitava ad affermare che chi prega certamente si salva e chi non prega certamente si danna. San Pio da Pietrelcina aggiungeva: chi prega certamente si salva, chi prega poco è in pericolo. La salvezza eterna è una grazia e questa grazia si deve domandare di continuo nella preghiera. Preghiamo soprattutto con il Rosario. Quando recitiamo l'Ave Maria, infatti, diciamo alla Madonna «prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte». Tutte le Ave Maria che recitiamo in vita le ritroveremo al momento della nostra morte e saranno per noi di grande sollievo in quell'ora suprema.
Apparendo dopo morte a san Giovanni Bosco, san Domenico Savio – ragazzo morto a poco più di quattordici anni – diceva che, al momento della morte, il pensiero che maggiormente rasserena l'anima è quello di essere stati devoti della Madonna durante la vita. La devozione alla Madonna e la preghiera frequente del Rosario ci consentiranno di varcare questa porta stretta e di entrare in Paradiso.
Ci vuole la nostra collaborazione per andare in Paradiso, e questa collaborazione, oltre che con la preghiera, la daremo sforzandoci ogni giorno di combattere contro il peccato che costantemente ci minaccia. Combatteremo contro il peccato, prima di tutto, evitando tutte le occasioni pericolose. Pensiamo a quei divertimenti, spettacoli, amicizie che ci espongono al peccato e ci mettono sull'orlo della perdizione. Un cristiano non dovrebbe esitare a spezzare con forza questi legami che lo mettono così in pericolo!
Quando recitiamo l'Atto di dolore diciamo: propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Queste parole indicano chiaramente che dobbiamo fuggire con decisione da tutti i pericoli che minacciano la nostra anima. Insegnava san Filippo Neri che, di fronte all'occasione pericolosa, chi ha coraggio fugge, chi invece è vigliacco vi rimane e soccombe.
Affidiamoci con tutto il cuore alla Madonna, amiamola con tutto il cuore, preghiamola sempre con fiducia. Accompagnati per mano da Lei, il cammino che conduce al Cielo diventerà dolce e soave.

Nota di BastaBugie: Per l'omelia della domenica successiva, vai a
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=57

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 25 agosto 2013)

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