BastaBugie n�321 del 01 novembre 2013
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THE SUN: IL ROCK CRISTIANO CHE SCALA LE HIT PARADE
Dopo la clamorosa conversione del cantante, è seguita quella di tutta la band: già due album in italiano pubblicati con la Sony con canzoni accattivanti per i giovani, ma profonde, belle, dai significati cristiani (VIDEO: intervista ai The Sun)
Fonte: Famiglia Cristiana
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THE SUN: I MIGLIORI VIDEO
Quattro splendide canzoni con la voglia di vivere da cristiani nella società di oggi: con significato, controcorrente, con lo sguardo fisso al paradiso e con scelte coraggiose
Autore: Giano Colli - Fonte: YouTube (video) e BastaBugie (commenti)
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COMUNIONE AI DIVORZIATI RISPOSATI? NON E' POSSIBILE
La Diocesi di Friburgo apre la porta per la comunione ai divorziati risposati, il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede la richiude subito
Autore: Antonella Mariani - Fonte: Avvenire
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EX PORNODIVO RACCONTA L'INGANNO DELLA LOBBY CHE SFRUTTA I GAY OFFRENDO LORO UNA PACE ILLUSORIA
La vana ricerca d'amore, l'ingresso nella comunità lgbt, gli anni della vita estrema e brutta... poi la conversione
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi
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PAPA FRANCESCO E QUEL COLLOQUIO CON SCALFARI
Due righe esplosive hanno generato confusione e smarrimento
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
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COMINCIA A EMERGERE LA VERITA' SULLO IOR
Benedetto XVI stimava e voleva bene a Ettore Gotti Tedeschi: rimase molto sorpreso della sua ingiusta cacciata
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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CADE L'ULTIMO PALETTO DELLA LEGGE 40
Una sentenza abbatte l'ultimo brandello della legge sulla fecondazione artificiale che non può evitare il figlio su misura
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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LETTERE ALLA REDAZIONE: CLAMOROSO CARTELLO IN UN NEGOZIO MESCOLA HALLOWEEN CON LA FESTA DEI SANTI
Ormai quasi nessun cristiano si accorge dell'incompatibilità
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
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OMELIA SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI - ANNO C - (Mt 5,1-12a)
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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OMELIA XXXI DOMENICA TEMPO ORD. - ANNO C - (Lc 19,1-10)
Oggi per questa casa è venuta la salvezza
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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THE SUN: IL ROCK CRISTIANO CHE SCALA LE HIT PARADE
Dopo la clamorosa conversione del cantante, è seguita quella di tutta la band: già due album in italiano pubblicati con la Sony con canzoni accattivanti per i giovani, ma profonde, belle, dai significati cristiani (VIDEO: intervista ai The Sun)
Fonte Famiglia Cristiana, 5 agosto 2010
È nato un nuovo gruppo, The Sun, una rock band cristiana, risultato dell'evoluzione artistica della band indipendente Sun Eats Hours, nata nel 1997 e che per anni si è autogestita, ha aperto i concerti dei The Cure, degli Offspring e di altre importanti formazioni di fama mondiale e si è fatta così conoscere sino in Giappone e negli Stati Uniti. Oggi li ha ingaggiati una multinazionale, la Sony ,"a scatola chiusa", senza, cioè, chiedere di modificare i contenuti delle dodici canzoni i cui testi sono decisamente anomali per un gruppo rock. Età compresa tra i 25 e i 30 anni, originari del Vicentino, affrontano temi come la depressione, la droga, l'amore per la famiglia e per Dio. Vanno regolarmente in pellegrinaggio nei santuari del mondo. Sono reduci da un viaggio a quello di Medjugorie e hanno intenzione di visitare altri luoghi di culto. I loro testi sono davvero significativi e originali. Uno racconta la storia di un ragazzo di ventiquattro anni che fa l'istruttore in una scuola guida. Comincia a dare lezioni a una ragazza di diciotto anni e tra loro nasce una simpatia. Ma lei fa fatica a imparare e lui la prega di cambiare istruttore, però continuano a frequentarsi. Poi lui va in vacanza in un camping e lei lo raggiunge. Decidono di sposarsi, ma non hanno le carte che servono. Allora convincono un prete a celebrare lo stesso le nozze. È il 1972. Oggi sono ancora una famiglia felice e il loro primogenito è Francesco Lorenzi, il leader del gruppo, che ha dedicato ai suoi genitori una canzone intitolata proprio 1972 (e che fa parte dell'ultimo album Spiriti del sole). «Non è la trama di un film», spiega Francesco, «è tutto vero. Questa canzone è un sogno che si realizza e che vince ogni ostacolo... L'amore vince ogni paura e fa risplendere la luce del cielo in coloro che lo seguono». Gli argomenti affrontati dalla band sono anche la depressione, il ricordo di un'amica scomparsa, ma non mettono angoscia bensì serenità. Sono in buona fede, basta conoscerli e me ne rendo conto immediatamente quando li incontro: Gianluca Menegozzo, il chitarrista, laureato e con le idee molto chiare; Matteo Reghelin, il bassista che ha una pettinatura "rasta" poco curata e lui qualche dubbio sulla musica dei The Sun te lo fa venire. In realtà, è un ragazzo assolutamente normale, travestito da punk, retaggio della musica scelta dal gruppo agli esordi; Riccardo Rossi, il batterista che nel 1993 fu cofondatore del gruppo insieme a Francesco Lorenzi, da sempre portavoce dei quattro rappresentanti della "Christian musica", un movimento assai diffuso all'estero. Sono simpatici, rispondono con candore ai molti perché sulla scelta degli argomenti dei loro testi; la musica, quella non si discute, è un rock scarno, quanto efficace. - Vi riconoscete davvero rappresentanti del genere "cristiano"? «Sì, soprattutto rispetto alla volontà di trattare temi che contengono aspetti etici, morali, legati al messaggio di Cristo e della fede». - Voi parlate, appunto, di spiritualità. Come convive la vostra musica con quella punk delle vostre origini e soprattutto con il movimento punk di oggi? «Per un po' siamo stati un loro bersaglio, ma poi è finito tutto perché sanno benissimo che siamo normali e non "fenomeni". Certo, abbiamo commesso i nostri errori: che male c'è se adesso abbiamo intrapreso un'altra strada?». Chiacchieriamo a lungo ed è un peccato non poterli raccontare di più questi ragazzi che appartengono ai nostri giorni, ma hanno il coraggio di avere ideali e di difenderli. [...]
Nota di BastaBugie: vi invitiamo a vedere il video con la stupenda intervista ai "The Sun" cliccando qui sotto
http://www.youtube.com/watch?v=1M7ztLY3icc
THE SUN: I MIGLIORI VIDEO Per ascoltare le canzoni nei migliori video dei The Sun, clicca qui sotto https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2979
Fonte: Famiglia Cristiana, 5 agosto 2010
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THE SUN: I MIGLIORI VIDEO
Quattro splendide canzoni con la voglia di vivere da cristiani nella società di oggi: con significato, controcorrente, con lo sguardo fisso al paradiso e con scelte coraggiose
Autore: Giano Colli - Fonte: YouTube (video) e BastaBugie (commenti)
1° video: ONDA PERFETTAOgni cosa che accade ha un senso; la fede ci aiuta a intuirlo
http://www.youtube.com/watch?v=tknjLFG7HHQ
Il tema di "Onda perfetta" è che ogni cosa che accade ha un senso. Così ogni uomo può scoprire il cammino che deve fare. Ecco perché dobbiamo vivere ogni momento con fede. Dice infatti il ritornello: "tutto combacia anche quando non sembra". Cioè: nulla avviene a caso e, anche quando non lo capisco, tutto ha un senso. La canzone si conclude con una profonda consapevolezza: "è questo il mio viaggio... dove ogni mattino è una pagina bianca". Sì, stiamo facendo un cammino con una meta e un significato da scoprire ogni giorno. E prosegue "il senso lo trovo in ogni momento". Come sono lontane queste parole da quelle dei profeti della disperazione che vanno per la maggiore nel campo del rock. Ad esempio Vasco Rossi canta "Voglio trovare un senso, un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non ce l'ha". E Ligabue, tanto per citare un altro esempio di cantante seguitissimo e iperincensato, nella canzone "Non è tempo per noi" canta "a volte serve un motivo... certi giorni ci chiediamo: è tutto qui? E la risposta è sempre sì". Per Vasco Rossi la vita non ha un senso. Per Ligabue non c'è nessun senso ultraterreno perché la vita è tutta qui. Tutt'altra musica quella dei The Sun che concludono la canzone "Onda perfetta" cantando: "anche quando non voglio, c'è sempre un motivo, mi fido e lo seguo, con fede lo vivo". Anche le pagine più buie della nostra vita hanno un motivo. Per ora forse non lo comprendiamo in pieno, ma per chi ha fede in Dio tutto ha un senso, anche la sofferenza. Fidarsi di Dio e seguire il suo progetto, misterioso, ma carico di significato, riempie la vita e porta a dire che il senso profondo del mio viaggio "adesso lo sento". Significativamente il video si conclude con il cantante che guarda verso l'alto (Dio). Addirittura il batterista fa l'occhiolino alla luce che lo illumina dall'alto, in senso di profondo ringraziamento a colui che da significato all'esistenza dell'uomo. Di ogni uomo. Scoperta l'origine del senso della vita, possiamo viverla con maggiore consapevolezza ed infatti l'ultimissima immagine del video è la strada. Come a dire: con lo sguardo verso l'alto, proteso verso il futuro, cammina però in questa vita, vivendo l'oggi, cavalcando l'onda perfetta.
2° video: OUTSIDERIl cristiano è sempre controcorrente, ma non è solo
http://www.youtube.com/watch?v=-hpiAioNR0I
Il tema di "Outsider" è che il cristiano è sempre controcorrente. "Io sono il diverso per la statistica" è l'amara considerazione del cristiano di ogni tempo: sempre controcorrente, sempre fuori moda. Eppure non ha sbagliato strada, non sta andando storto. Anzi, se sono veramente cristiano mi accorgo che "le mie scelte vadano dritte, ma all'inverso", cioè controcorrente. Diritte, cioè secondo la legge di Dio, ma le vie di Dio non sono le vie dell'uomo che preferisce lasciarsi cullare dalla corrente e seguire il principio della maggioranza. Andare controcorrente per il cristiano non è "gusto dell'opposto", cioè la voglia di essere bastian contrario per principio. Non è nemmeno "anarchismo", cioè desiderio di abbattere qualunque autorità terrena. Il cristiano è colui che dice "ho semplicemente scelto di essere me stesso" perché "conta più del resto la mia dignità". Per conservare la propria dignità il cristiano non scende a compromessi con il mondo. La sua dignità non è in vendita per un po' di piacere, di potere, di successo, di denaro. Invece coloro che sono disposti a perdere la loro dignità finiscono per essere "schiavi genuflessi dell'avidità". Da questa triste condizione si può uscire seguendo "un moto inverso che vive e splende già", cioè convertendosi a Dio, recuperando la propria dignità. Il brano si conclude con un'interessante riflessione: colui che va controcorrente all'inizio sembra essere solo, ma dopo un po' si accorge che sono molti quelli "diversi per la statistica", invisibili agli occhi dei mass media, ma numerosissimi, tanto che, riconoscendosi parte della Chiesa e quindi molto unito a tutti i fratelli nella fede, il cristiano può finalmente esclamare "quanto ci accomuna la nostra unicità!".
3° video: NON HO PAURACon lo sguardo fisso al cielo, oggi decido io
http://www.youtube.com/watch?v=J6BwzXn1WR4
"Non ho paura" è il manifesto dell'evoluzione artistica dei The Sun. Dopo la riscoperta del cristianesimo da parte del cantante e la conversione di tutti i membri della band, la sede dei quattro ragazzi che furono i Sun Eats Hours viene definita da Francesco Lorenzi una "stanza che m'ha insegnato un sogno", ma dove "oggi ci son solo immagini d'un tempo". Le storie del passato ormai sono lontane e parlano "di un io che oggi non c'è" più, in quanto la conversione lo ha portato alla "svolta che c'è in me". La sua nuova vita è basata sull'aiuto di Dio, infatti il cantante proclama "è il Cielo che difende la svolta che c'è in me". "Oggi sono cambiato" è il grido liberatorio post conversione. Finalmente libero da passioni e vizi del passato il cristiano tornato alla casa del Padre celeste può proclamare: "oggi decido io, oggi sono cambiato". Non più basata su se stesso e sulle sue voglie, la vita è fondata su nuove e più vere certezze. Ecco perché il cristiano può dire "sento il mio coraggio, non faccio un passo indietro". "La salvezza è entrata in questa casa" dice Gesù a Zaccheo che ha appena rinunciato ai vantaggi illeciti del suo lavoro. Così il tema della salvezza rimane quello fondamentale. Il cristiano può così dire "oggi sono salvo, sono il mio nuovo me". Con la salvezza che è prepotentemente entrata nella sua casa, può finalmente essere se stesso, un "nuovo me". Gesù annuncia nell'Apocalisse "faccio nuove tutte le cose". Così Egli è la perenne novità della storia che cambia anche la storia di ogni uomo che si affida a Lui. La vita passata è ormai lontana e Francesco Lorenzi si accorge del "vuoto d'amicizie sorpassate". Ormai slegato dalle vecchie catene, grida "oggi decido io". Né l'egoismo, né il mondo può più condizionare il figlio libero di Dio. Nel video si vede una ragazza che torna a Barcellona, una città particolarmente cara ai The Sun.
4° video: 1972La scelta coraggiosa di amare per sempre, nella gioia e nel dolore
http://www.youtube.com/watch?v=Mh38c8AJL9o
Il tema della canzone "1972" è il matrimonio indissolubile come scelta di vita. Una scelta che non va rimandata, aspettando mille sicurezze, come fanno purtroppo tanti giovani di oggi... Apparentemente solo una banale canzone d'amore è in realtà la vera storia dei genitori di Francesco Lorenzi, cantante dei The Sun. La madre scappa di casa appena diciottenne e si sposa di nascosto lontano dalla famiglia. Una scelta giudicata azzardata, ma che si è rivelata piena di responsabilità e serietà nell'affrontare le scelte fondamentali della vita. " Poteva opporsi tutto il mondo, ma noi lo sentivamo che dalla nostra parte stava il Cielo" è un inno di fiducia a Dio onnipotente, colui che guida il cammino dell'umanità e di ogni singolo uomo. Il matrimonio unico e indissolubile rientra nel suo progetto e chi lo realizza può star certo che il Cielo stia dalla sua parte. " E tu sai, quella notte abbiam deciso di non lasciarci mai" è l'impegno di essere fedeli sempre, nella salute e nella malattia, nella gioia e nel dolore, finché morte non ci separi. " E da quel giorno sei amante degno di una vita" è il ringraziamento all'amato per la sua presenza e la proclamazione della gioia di aver scelto di invecchiare insieme condividendo tutta la vita. " Come un sole che non tramonta mai" è la più bella similitudine dell'amore umano che si paragona all'amore di Cristo, sole che sorge dall'alto e che non tramonta più. Significativamente il video si conclude con una foto scattata da Francesco agli attori che impersonano i suoi genitori. La canzone si blocca improvvisamente allo scattare della foto e si fa un salto in avanti di diversi anni trovando i giovani protagonisti del video ormai cresciuti con il figlio in braccio a cui mostrano orgogliosamente le foto con l'inizio di quell'avventura che è giunta a compimento e maturazione nella vita matrimoniale vissuta con gioia ogni giorno. STORIA DEI THE SUN E VIDEO CON INTERVISTAPer leggere la storia e vedere il video con l'intervista ai The Sun, clicca sul link qui sotto: https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2977
Fonte: YouTube (video) e BastaBugie (commenti)
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COMUNIONE AI DIVORZIATI RISPOSATI? NON E' POSSIBILE
La Diocesi di Friburgo apre la porta per la comunione ai divorziati risposati, il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede la richiude subito
Autore: Antonella Mariani - Fonte: Avvenire, 22 ottobre 2013
Accoglienza ai divorziati risposati, nella chiarezza. Se si potesse ridurre a uno slogan l'articolato intervento di monsignor Gerard Ludwig Mueller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, pubblicato oggi dall'Osservatore Romano, sarebbe proprio questo. La domanda esplicita da cui parte l'articolo dal titolo "Indissolubilità del matrimonio e dibattito sui divorziati risposati e i sacramenti", è quella che ha fatto e fa discutere maggiormente: "Non può la Chiesa consentire, a determinate condizioni, l'accesso ai sacramenti per i fedeli divorziati risposati? Rispetto a tale questione la Chiesa ha le mani legate per sempre?". L'obiettivo sembra essere proprio quello di attenuare il rumore sollevato nelle ultime settimane intorno alla questione delle coppie ricostituite, richiamando i testi fondamentali del magistero, a partire dai Vangeli di Marco, Matteo e Luca (dai quali si comprende che il patto tra un uomo e una donna è posto da Dio stesso), fino, in epoca recente, alle esortazioni apostoliche Familiaris Consortio e "Sacramentum Caritatis", rispettivamente del 1981 (Giovanni Paolo II) e del 2007 (Benedetto XVI), arrivando a citare il discorso di Papa Ratzinger a Milano all'Incontro mondiale delle famiglie nel 2012 e il messaggio finale del Sinodo dei vescovi sulla Nuova evangelizzazione dell'ottobre 2012. In questi e altri documenti, osserva monsignor Mueller, si ribadisce un pensiero che è in sostanza costante nel tempo: ai fedeli divorziati risposati si debbono rivolgere ancora più gli sforzi pastorali, ma per l'intima natura dei sacramenti l'ammissione a essi non è possibile. "Il matrimonio dei battezzati ha un carattere sacramentale e rappresenta, quindi, una realtà soprannaturale", in contrasto con la mentalità corrente, che ha contagiato molti credenti, che giudica il matrimonio "esclusivamente secondo criteri mondani e pragmatici". Nelle situazioni in cui la convivenza matrimoniale risulta impossibile per gravi motivi, come la violenza fisica o psichica, i coniugi possono vivere separati, ma il vincolo coniugale "rimane stabile davanti a Dio" e le due parti "non sono libere di contrarre nuovo matrimonio finché l'altro coniuge è in vita". Quanto alla comunione eucaristica, monsignor Mueller vuole fugare i dubbi aperti con il documento apparso il 7 ottobre sul sito della diocesi di Friburgo, a cura dell'Ufficio della pastorale familiare, in cui si presentavano dei percorsi di accompagnamento spirituale per i separati, i divorziati e i divorziati risposati che prevedevano, alla fine, una sorta di "riconciliazione" con la Chiesa fino ad arrivare all'eucaristia. Il documento fu poi descritto dal portavoce vaticano come "fuga in avanti" senza il carattere di ufficialità. "Sempre più spesso - scrive Mueller a tal proposito - viene suggerito che la decisione di accostarsi alla comunione eucaristica dovrebbe essere lasciata alla coscienza personale dei divorziati risposati. Questo argomento, che si basa su un concetto problematico di 'coscienza', è già stato respinto nelle lettera della Congregazione del 1994". Se i divorziati risposati infatti pensano che in coscienza che il precedente matrimoni non era valido, "ciò deve essere oggettivamente dimostrato dalla competente autorità giudiziaria in materia matrimoniale". Nemmeno l'argomento della misericordia è decisivo, perché al "mistero di Dio, oltre alla misericordia, appartengono anche la santità e la giustizia"; occorre inoltre prendere sul serio "la realtà del peccato". L'articolo si conclude con il richiamo alla cura pastorale : "Il percorso indicato dalla Chiesa per le persone direttamente interessate non è semplice, ma queste devono sapere e sentire che la Chiesa accompagna il loro cammino come una comunità di guarigione e di salvezza". La cura pastorale però non si riduce alla questione dell'Eucaristia: "Ci sono altri modi di entrare in comunione con Dio": nella fede, nella speranza e nella carità.
Nota di BastaBugie: per leggere l'articolo dal titolo "Indissolubilità del matrimonio e dibattito sui divorziati risposati e i sacramenti" di monsignor Gerard Ludwig Mueller, prefetto della
Congregazione per la dottrina della fede, pubblicato dall'Osservatore Romano, clicca qui!
Fonte: Avvenire, 22 ottobre 2013
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EX PORNODIVO RACCONTA L'INGANNO DELLA LOBBY CHE SFRUTTA I GAY OFFRENDO LORO UNA PACE ILLUSORIA
La vana ricerca d'amore, l'ingresso nella comunità lgbt, gli anni della vita estrema e brutta... poi la conversione
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi, 04/10/2013
«Quella proveniente dal mainstream mediatico era un'immagine molto distorta e falsa dello stile di vita omosessuale, disegnata apposta per gli americani. Ci sono cascato anche io». Sono le parole di Joseph Sciambra, ex pornostar gay, che un paio di giorni fa ha raccontato la sua storia in una intervista a Lifesitenews.com. Sciambra, 44 anni, descrive la sua adolescenza nel mondo omosessuale, il vortice che nei dieci anni successivi «mi ha portato alla disperazione», la caduta e la conversione. Poi rivela che cosa sia davvero l'omosessualità e «come un genitore dovrebbe affrontarla», senza averne paura né farne una colpa a sé o ai figli. Sciambra chiarisce i veri motivi che animano la lotta per il riconoscimento del matrimonio omosessuale e l'avversione verso le terapie riparative, ma anche il moralismo di certi cristiani «che non aiuta nessuno». E indica una via d'uscita per «coloro che soffrono a causa di questa attrazione».
DIECI ANNI ESTREMI Tutto iniziò quando Sciambra era piccolo. Già a 8 anni era inquieto, alla continua ricerca di un «posto felice». Un giorno gli capitò per le mani una rivista pornografica, ma neanche fra quelle pagine riuscì a soddisfare la sua «ricerca di amore». Dalle riviste per uomini passò a quelle per donne, ma nemmeno queste gli bastavano. Così, negli anni Novanta, provò ad approcciare la comunità gay di San Francisco. Qui visse più di dieci anni di vita estrema, alla ricerca di continui rapporti che mettessero a tacere il suo disagio, fino a rimanere senza fiato e crollare. A raccoglierlo fu la madre, che in tutto quel tempo non aveva mai smesso di pregare per lui. Poi la riscoperta dell'amore di Dio e il ritorno alla fede cattolica abbandonata da bambino.
L'AIDS E I SUICIDI Per Sciambra la pornografia è «una sorta di dipendenza come le droghe o l'alcol». E anche se i media hanno cercato di «ritoccare la realtà gay», lui non potrà mai dimenticare tutti quegli uomini arrivati a San Francisco da ogni angolo degli Stati Uniti «per trovare un porto sicuro in cui essere accettati» che alla fine «sono morti a causa delle malattie». «Ho visto molti giovani morire per le malattie ma anche suicidi», ricorda Sciambra. L'ex icona gay vuole «mostrare quanto sia brutto, e sporco, sì, lo stile di vita gay; e quanto sia ultimamente triste e tragico l'epilogo per quasi tutte le persone coinvolte». È questo uno dei motivi principali per cui ha deciso di parlare pubblicamente della sua storia: «Mi rivolgo specialmente ai genitori moderni che sono decisi a offrire i propri figli a questo orrore, per dirgli cosa li attende, e per dare dignità a quanti si sono ritrovati in questa vita senza averne colpa».
L'INGANNO La denuncia di Sciambra riguarda anche la lobby omosessuale: «Ogni giovane che entra in questo mondo viene subito aggredito da una truppa di uomini più vecchi pronti a sfruttarlo come recluta». Trasformandolo in un paladino delle battaglie politiche per i "diritti" degli omosessuali cavalcate dal «partito democratico e dal movimento liberal delle lobby gay». Come la campagna per il riconoscimento del "matrimonio gay", un concetto che secondo Sciambra è stato «fuso a quello dell'uguaglianza» in modo da «creare una dinamica per la quale tutti i gay devono supportare il matrimonio, anche se non sono interessati». Sul tentativo di "neutralizzare" la diversità omosessuale Sciambra è durissimo: «La liberazione omosessuale mira a creare come una sorta di sollievo nella mente dei gay», spiega. «Dopo tante sofferenze, persecuzioni e lotte» abbracciare l'omosessualità è per i gay «un tentativo di raggiungere la pace e il compimento. Ma è un inganno. E la pace che bramano non accade mai».
SERVE UN LUOGO DI ONESTÀ L'unico modo per non lasciarsi incantare – dice Sciambra prendendosela altrettanto risolutamente con chi condanna i gay senza amore costringendoli a scappare – è affidarsi ad «amici disinteressati, che non facciano battaglie per loro, che li ascoltino senza fare troppa catechesi o impartire lezioni dogmatiche, ma da cui si sentano voluti». Non bisogna dimenticare infatti, insiste Sciambra, che i gay «sono persone che soffrono: hanno bisogno di comprensione, compassione e preghiere». A questo proposito l'ex pornodivo difende senza esitazione anche le tanto discusse terapie riparative: «Tutti gli omosessuali che ho conosciuto, senza eccezioni, possono trovare, a volte con riluttanza, l'origine della propria omosessualità in qualche episodio della loro infanzia». L'opposizione alle terapie riparative «esiste perché in fondo si sa che funziona. I terapisti capaci sanno trovare la radice che causa la pulsione omosessuale nelle persone». E quando questo accade, i promotori dell'ideologia gender «non hanno più potere sulle persone che prima controllavano». Sciambra è convinto che «guarire è possibile, anche se chiede tempo, perseveranza». Solo «bisogna iniziare da un luogo di onestà: con te stesso, con gli altri e con Dio». Dove possano «essere risanati i rapporti e scoperte nuove e vere amicizie».
Fonte: Tempi, 04/10/2013
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PAPA FRANCESCO E QUEL COLLOQUIO CON SCALFARI
Due righe esplosive hanno generato confusione e smarrimento
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 27 ottobre 2013
C'è confusione e smarrimento, in alcune aree del cattolicesimo, per i primi mesi di papa Francesco. E c'è chi – lefebvriano più o meno confesso – soprattutto tramite la rete soffia sul fuoco di questo malessere, per alimentare il dissenso e per amplificare i dubbi, delegittimando il papa. Tutto fa brodo per attaccare Francesco, perfino il colore delle scarpe o il fatto che dica "Buongiorno" e "Buon pranzo". Ogni inezia viene guardata col sospetto di eterodossia e di infedeltà alla tradizione. Ma degli atti ufficiali del suo magistero se ne infischiamo. Nemmeno considerano il documento più importante che finora ha firmato, la sua prima enciclica, la "Lumen fidei", dove fa completamente sua la meditazione sulla fede di papa Benedetto. E lo scrive apertamente. Così pure snobbano il suo magistero quotidiano. Per esempio anche in questi giorni più volte ha esaltato la famiglia e il matrimonio e in una serie di altri interventi ha ribadito l'insegnamento della Chiesa sulla vita, dal suo inizio alla sua fine naturale. Inoltre ha fatto pubblicare dal Prefetto dell'ex S. Uffizio un documento sull'accesso ai sacramenti dei divorziati-risposati che ribadisce tutto il magistero cattolico di sempre (documento che deve aver deluso non poco i modernisti). Ma tutto questo non è considerato. Mentre il Papa da settimane viene "impiccato" (moralmente) a una battuta attribuitagli da Eugenio Scalfari nel corso di un colloquio privato che poi è stato pubblicato sulla "Repubblica" il 1° ottobre. Si tratta di quelle due righe sulla coscienza, il bene e il male. DUE RIGHE ESPLOSIVE Da settimane nella rete (e in qualche giornale) ribolle il malcontento di certi cattolici che, scandalizzati, sollevano sospetti sul Papa per quelle due righe. Nessuno di loro sembra porsi la domanda più ovvia: papa Francesco pensa veramente che ognuno possa decidere da solo cosa è bene e cosa è male e autogiustificarsi così? Possibile che il Papa professi un'idea per la quale non avrebbe più alcun senso né essere cristiani, né credere in Dio (tantomeno fare il papa)? E' evidente che si tratta di una colossale baggianata. Qualunque persona in buonafede si rende conto facilmente che è assurdo aver alimentato tanta confusione per quelle due righe. Se poi qualcuno, più sospettoso, continuasse ad vere dei dubbi gli basterebbe, per chiarirsi le idee, ascoltare il magistero quotidiano di Francesco. Anche venerdì scorso, in quella splendida catechesi sulla confessione, ha detto l'esatto opposto; e la confessione – com'è noto – è uno dei suoi temi preferiti, su cui torna continuamente. Un tema tipico della tradizione cattolica e ben poco frequentato da modernisti e progressisti. Come la devozione alla Madonna e la lotta alla corruzione del diavolo, su cui Francesco torna spesso. Ma chi sta col "randello" del pregiudizio in mano, con l'unico obiettivo di coglierlo in fallo, non sente ragioni, si attacca a ogni pretesto ed è sempre pronto a colpire. Il fondamentalista non riflette su come quella frase sia stata veramente detta dal Papa e magari su com'è stata capita e riportata da Scalfari, non coglie la circostanza colloquiale, né il fatto che Bergoglio parla in una lingua che non è la sua e che non padroneggia alla perfezione. Infine tutto andrebbe valutato alla luce del vero e costante magistero ufficiale di papa Francesco. Il "mestiere" del Papa è uno dei più difficili e delicati al mondo, tanto più oggi sotto i costanti riflettori dei media. RETROSCENA Merita comprensione chi, abituato a frequentare le periferie di Buenos Aires come un parroco che porta conforto ai più derelitti, si è trovato d'improvviso sotto i riflettori del mondo a ricoprire il ministero di Vicario di Cristo. Concediamogli almeno il tempo di prendere le misure. Bergoglio viene dall'Argentina e non conosce né la Curia né l'Italia, tantomeno i media. E' un generoso, uno che va verso l'altro desideroso di abbracciarlo, che cerca di partire dai semi di verità che trova nell'interlocutore e da lì fare dei passi verso la luce di Cristo. Non so cosa il papa sapesse di Scalfari e come si sia svolto quell'incontro. Però una volta che il malinteso si è prodotto il papa ha cercato di evitare equivoci. A padre Lombardi è stato detto di far presente che quell'intervista non era stata da lui rivista, è uscita dalla penna di Scalfari dopo una chiacchierata informale. Soprattutto – come padre Lombardi ha sottolineato – essa non fa parte in alcun modo del magistero di papa Francesco. Ma anche in questo caso ci sono i "troppo zelanti" che l'indomani, il 2 ottobre, hanno rilanciato quell'intervista addirittura sull'Osservatore romano. Pare che il papa se ne sia rammaricato e che il 4 ottobre, durante la visita ad Assisi, se ne sia lamentato col direttore Gian Maria Vian. C'è anche un video che probabilmente immortala proprio la protesta di papa Francesco per quell'improvvida iniziativa. Il Papa si è reso conto che è facile essere strumentalizzato dai media. Per questo un pezzo da novanta della Segreteria di Stato, il monsignore americano Peter Brian Wells, il 18 ottobre scorso, in un evento pubblico ha invitato ad attingere direttamente ai testi del magistero del Pontefice perché "le parole di papa Francesco sono spesso diverse da quelle che gli vengono attribuite da certi organi di stampa". Certo, in Vaticano c'è un problema di comunicazione. Ma non da oggi: anche Benedetto XVI incappò nel doloroso malinteso di Ratisbona. Dipende molto dai media, da loro superficialità, approssimazioni o dalla malafede del pregiudizio. Ma non è tutta colpa dei media. I cristiani – in primis i pastori – di fronte all'epoca dei media onnipresenti devono far tesoro dell'esortazione di Gesù, il quale mandando i suoi apostoli nel mondo prescrive loro di essere "candidi come colombe", ma anche "prudenti come serpenti" (Mt 10,16). Oggi poi alla forzatura di certi media che attribuiscono arbitrariamente a Francesco un profilo "sovversivo", fanno da sponda – come dicevo – certi fondamentalisti che alimentano all'interno della cristianità la stessa idea. Il disorientamento che si produce così non va sottovalutato. Anche un sociologo attento come Massimo Introvigne ha lanciato l'allarme, mettendo in guardia dal rischio di imboccare la via che porta allo scisma. Perché la sofferenza è manifestata soprattutto da buoni cattolici ed ecclesiastici finora fedeli al papa che dicono di sentirsi orfani di Benedetto XVI. IL VERO RATZINGER Fedeli che però, spesso, hanno male interpretato il magistero di papa Benedetto, si son sentiti una minoranza dalla parte della ragione, contro una maggioranza dalla parte del torto. Sia pure in buona fede ne hanno dato un'interpretazione politica, quella che divide anche la Chiesa fra progressisti e conservatori. Non capendo che Ratzinger, come papa Francesco, trascendeva del tutto questa logica. Sono buoni cattolici che hanno ideologizzato arbitrariamente certi sacrosanti contenuti del magistero di Ratzinger, come le cose importanti e preziose che egli ha insegnando sulla liturgia. Papa Francesco ha detto che non ha nessuna intenzione di cancellare il "motu proprio" di papa Benedetto che liberalizza la liturgia tradizionale, quindi dovrebbe essere esente dalle loro critiche, ma viene bersagliato egualmente, accusato di dare poca importanza alla liturgia, fino a contestazioni ridicole, come quella di chi lo rimprovera di non portare le scarpe rosse che sarebbero simbolo dei piedi piagati di Cristo crocifisso. Questi sedicenti ratzingeriani infine dimenticano che papa Benedetto ha proclamato fin dall'inizio la sua affettuosa sequela al nuovo papa e ha ricordato a tutti – alla vigilia del Conclave – il fondamento del cattolicesimo: "Mi sostiene e mi illumina la certezza che la Chiesa è di Cristo, il Quale non le farà mai mancare la sua guida e la sua cura". Se non si crede questo, come ci si può dire cattolici?
Fonte: Libero, 27 ottobre 2013
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COMINCIA A EMERGERE LA VERITA' SULLO IOR
Benedetto XVI stimava e voleva bene a Ettore Gotti Tedeschi: rimase molto sorpreso della sua ingiusta cacciata
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23-10-2013
Uscito di scena il cardinale Tarcisio Bertone – che ha lasciato la segreteria di Stato il 15 ottobre) – ecco che cominciano ad affiorare verità finora tenute nascoste. E' il caso dello Ior (Istituto Opere di Religione), e in particolare delle circostanze che hanno portato al siluramento nel maggio 2012 dell'allora presidente Ettore Gotti Tedeschi. Si tratta di una vicenda rimasta sempre oscura, con accuse di inefficienza mosse a Gotti Tedeschi dai quattro consiglieri dello Ior, e un durissimo comunicato della Segreteria di Stato che nell'annunciare la messa alla porta di Gotti Tedeschi, usava nei confronti del banchiere toni senza precedenti per la diplomazia vaticana. Ora è addirittura il segretario di Benedetto XVI a lanciare il sasso. Monsignor Georg Ganswein, attuale prefetto della Casa Pontificia, in un'intervista pubblicata il 22 ottobre da "Il Messaggero" e dedicata al suo rapporto con i due Papi, afferma che Benedetto XVI fu colto di sorpresa dalla notizia e che la stima nei confronti di Gotti Tedeschi non è mai venuta meno. Ma ecco il passaggio integrale dell'intervista: "E' vero che Papa Ratzinger fu tenuto all'oscuro della cacciata di Gotti Tedeschi dallo Ior? «Ricordo bene quel momento. Era il 24 maggio. Quel giorno vi fu anche l'arresto del nostro Aiutante di Camera, Paolo Gabriele. Contrariamente a quello che si pensa non vi è nessun nesso tra i due eventi, semmai solo una coincidenza sfortunata, persino diabolica. Benedetto XVI che aveva chiamato Gotti allo Ior per portare avanti la politica della trasparenza, restò sorpreso, molto sorpreso per l'atto di sfiducia al professore. Il Papa lo stimava e gli voleva bene, ma per rispetto delle competenze di chi aveva responsabilità scelse di non intervenire in quel momento. Successivamente alla sfiducia il Papa per motivi di opportunità anche se non ha mai ricevuto Gotti Tedeschi, ha mantenuto i contatti con lui in modo adatto e discreto»". Sono poche parole ma molto significative, tali da poter provocare un terremoto dalle parti dello Ior. Monsignor Ganswein, infatti, come prima cosa smentisce molto chiaramente la versione sempre raccontata dal cardinale Bertone, secondo cui Papa Benedetto XVI era al corrente di tutto e approvava la "sfiducia" a Gotti Tedeschi. Non solo non la approvava ma - si capisce dalle parole di mons. Ganswein – non era affatto d'accordo. Inoltre afferma di aver sempre mantenuto i rapporti con Gotti Tedeschi, anche dopo la sfiducia, seppure attraverso terze persone. La sensazione leggendo l'intervista è che con la risposta a quella domanda, monsignor Ganswein – per conto di Benedetto XVI – abbia inteso mandare un messaggio chiaro sulla questione dello Ior, provando a smuovere le acque. Che non sia una risposta casuale lo si evince dal contesto. Il tema centrale dell'intervista è il rapporto unico di monsignor Ganswein con due Papi, poi – improvvisa e fuori tema – la domanda del giornalista sullo Ior e l'articolata risposta di Ganswein. Ma perché il potente segretario di Benedetto XVI ha deciso questa mossa? In realtà già da tempo si parla di una revisione della posizione di Gotti Tedeschi, che però non è mai avvenuta. Addirittura indiscrezioni vaticane parlano di "riabilitazione" decisa già da Benedetto XVI a fine 2012, ma ostacolata dal cardinale Bertone che avrebbe così disobbedito al Papa. Neanche l'istituzione della Commissione referente sullo Ior da parte di papa Francesco ha cambiato la situazione, tanto che in questi mesi di indagine sulla situazione dell'istituto mai è stato ascoltato Gotti Tedeschi. Ora, dopo l'uscita di monsignor Ganswein sarà molto difficile fare finta di nulla, anche perché in gioco non c'è solo la reputazione dell'ex presidente dello Ior ma la comprensione di cosa ci sia dietro ai traffici poco puliti che hanno caratterizzato lo Ior, e per cui papa Francesco ha nominato una Commissione referente: non bisogna infatti dimenticare che – come dice monsignor Ganswein – il Papa aveva voluto Gotti Tedeschi alla presidenza dello Ior per portare avanti la politica della trasparenza. E gli stessi giudici italiani che hanno indagato sullo Ior hanno confermato che il banchiere piacentino svolgeva nel massimo della correttezza il suo mandato secondo le istruzioni del Papa. Per cui il suo siluramento ha necessariamente a che fare con gli interessi di qualcuno che non voleva la trasparenza. La questione è di attualità anche perché i quattro consiglieri che hanno sfiduciato all'unanimità Gotti Tedeschi - Ronaldo Hermann Schmitz, Carl Albert Anderson, Antonio Maria Marocco e Manuel Soto Serrano – sono ancora al loro posto. Le parole di monsignor Ganswein gettano un'ombra sul loro comportamento: la sfiducia a Gotti Tedeschi fu una loro iniziativa autonoma – come ha sempre sostenuto il cardinale Bertone – o hanno obbedito a qualcuno? E se fosse vero questo secondo caso, a chi hanno obbedito? E perché? Giunti a questo punto, sono tutte domande a cui non è possibile sottrarsi se davvero si vuole sapere la verità sullo Ior.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23-10-2013
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CADE L'ULTIMO PALETTO DELLA LEGGE 40
Una sentenza abbatte l'ultimo brandello della legge sulla fecondazione artificiale che non può evitare il figlio su misura
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23-10-2013
Riassunto dell'ultima puntata che avevamo "mandato in onda" lo scorso settembre ("I giudici aggirano la Legge 40"). Dopo una sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo e una del Tribunale civile di Roma, i signori Pavan, portatori di fibrosi cistica, hanno potuto accedere alle tecniche di fecondazione artificiale e alla diagnosi pre-impianto nonostante non siano sterili né infertili. La Legge 40 vieta che le coppie fertili possano sottoporsi a Fivet e vieta la diagnosi pre-impianto per scopi eugenetici. Infatti i signori Pavan volevano un figlio in provetta proprio perché tale tecnica permette di verificare se l'embrione è affetto da qualche patologia e, in caso positivo, scartarlo, finché dopo cicli e cicli si ottiene quello sano. La sentenza ha fatto scalpore non solo perché permette condotte contrarie al dettato legislativo, ma anche perché il giudice non ha nemmeno pensato di sottoporre, come era doveroso, gli articoli della Legge 40, che lui ha violato, al sindacato di costituzionalità presso la Consulta. Insomma è andato dritto per la sua strada infischiandosene della legge e della Corte costituzionale. Quest'ultima ovviamente non ha battuto ciglio, tanto meno il Consiglio superiore della Magistratura. Veniamo alla puntata odierna. Per la prima volta – questa è davvero una sentenza che batte ogni record – la diagnosi pre-impianto verrà effettuata presso una struttura pubblica: l'Unità operativa di fisiopatologia della riproduzione del centro Sant'Anna, diretta dal professor Antonio Colicchia. Il fatto che sia coinvolta una struttura pubblica non è di poco rilievo, come commenta il presidente della commissione Politiche e sociali del consiglio regionale del Lazio, Rodolfo Lena: «Si apre così una nuova strada per tante coppie, con l'ulteriore buona notizia costituita dal fatto che il Sistema sanitario regionale farà certamente da calmiere rispetto ai costi molto elevati della diagnosi genetica pre-impianto». In breve: le coppie sborseranno meno soldi e la collettività di più. E in tal modo si apre un'altra scorciatoia per accedere alla fecondazione artificiale. L'accaduto ha fatto poi emergere un'interessante notizia che deve essere però scovata tra le righe di quanto dice il dott. Colicchia: «Questa sentenza supera le resistenze dei centri pubblici ad effettuare PGD [diagnosi genetica pre-impianto]». Detta così pare avvalorare il fatto ci sia qualcuno – le strutture private - che invece non fa alcuna resistenza ad effettuare diagnosi pre-impianto a scopo eugenetico, pratica vietata dalla legge come ricordavamo sopra. Ed infatti il Corriere della Sera lo dà per assodato: "La PGD è largamente utilizzata nei centri privati di fecondazione assistita". La notizia è stata ovviamente ripresa dai maggiori media i quali, per par condicio e come di solito si usa, sono andati ad intervistare gli entusiasti e i delusi della decisione del Tribunale di Roma. I secondi spesso vestono la maglia di "cattolici". Questi ultimi possono essere divisi in due insiemi. Ci sono gli specialisti del pianto greco, quelli che, bontà loro, credono che basti dire e ribadire che la Legge 40 è stata vilipesa per sperare che qualcosa cambi. È come credere che siano sufficienti le leggi e le sanzioni previste da queste per mettere fine a furti e omicidi. Invece servono anche le forze dell'ordine per far rispettare la legge. Cioè, rubando una fraseologia cara ai questori, sono necessarie azioni concrete di prevenzione e repressione del crimine. Tradotto nel nostro caso, servono battaglie come quelle che stanno conducendo i radicali, ma ovviamente alla rovescia. Le principali vittorie giurisprudenziali sui principi non negoziabili – dal caso Eluana ai signori Pavan – sono state promosse perlopiù dall'Associazione Luca Coscioni nella persona dell'avv. Filomena Gallo. Senza queste iniziative partorite dai radicali non sarebbe mai passato per la mente ai vari Beppino Englaro e Costa-Pavan di ingaggiare battaglie giuridiche così lunghe ed estenuanti per averla vinta. Questo insegna che anche i giuristi cattolici dovrebbero, da una parte, essere fastidiosi come zanzare e puntuali come le cartelle esattoriali nel difendere quelle persone che sono state vittime, ad esempio, della 194. Patrocinando, per esemplificare, cause di donne che dopo un aborto hanno sofferto la sindrome post-abortiva, dato che non sono state informate prima dell'intervento di questo rischio. O difendendo i medici obiettori dagli innumerevoli attacchi che stanno subendo a tutti i livelli. Tale atteggiamento da guastafeste è oggi incarnato da pochissime realtà associative, ad esempio dai Giuristi per la vita. Torniamo al cattolico che piange per l'agonia che sta patendo la Legge 40: il suo atteggiamento è quello di brandire gli scampoli di questa legge per impaurire gli avversari. E questi come rispondono? Ovviamente non cadono nel tranello, cioè non decidono di giocare la loro partita sul piano delle correttezza giuridica delle sentenze giurisprudenziali: sanno bene che i magistrati hanno disapplicato bellamente la legge. Invece spostano l'attenzione dei media sui "diritti civili", che nell'immaginario collettivo valgono ben più dell'ossequio meramente formale alla legge. Parlare di libertà, autodeterminazione, diritto alla salute e felicità di coppia mette all'angolo il cattolico piagnone e conquista consensi immediati. Ma, come accennato, vicende come quella dei coniugi Pavan fanno uscire dalla tana un altro personaggio del mondo cattolico: il minimalista. Costui minimizza e afferma che questa sentenza vale solo per il caso specifico e che mai più si ripeterà. State calmi, va tutto bene e niente è cambiato, lo si sente giurare. Vengono in mente gli appelli tranquillizzanti lanciati dallo staff della Costa Concordia all'indirizzo dei passeggeri quando quest'ultima era ormai piegata su un fianco e imbarcava acqua da ogni dove. Insomma, la casa va in fiamme, ma dopotutto è ancora in piedi. Perché dunque chiamare i pompieri?
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23-10-2013
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LETTERE ALLA REDAZIONE: CLAMOROSO CARTELLO IN UN NEGOZIO MESCOLA HALLOWEEN CON LA FESTA DEI SANTI
Ormai quasi nessun cristiano si accorge dell'incompatibilità
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 29 ottobre 2013
Spettabile redazione di BastaBugie, in questi giorni, passando con il motorino dinanzi ad un noto panificio di Siena l'occhio mi è caduto sul cartello, esposto nella vetrina. Il testo ed il contenuto del cartello pubblicitario vanno ben oltre i negozi addobbati di colore arancio e nero e con stupide zucche sorridenti (forse ha ragione chi dice che si stava meglio prima quando le zucche non avevano nulla da ridere dopo essere state svuotate ed incise con affilati coltelli...). Il cartello annunciava la vendita del Pan co' Santi, dolce tipico delle nostre zone in questo periodo di preparazione alla solennità di tutti i santi. La cosa incredibile però è un'altra. Da diverso tempo in Italia ci si è uniformati a festeggiare anziché i nostri amati santi, si festeggiano le zucche, i teschi, le streghe, ecc. Insomma la "festa" di Halloween ha soppiantato nell'immaginario collettivo la ben più radicata festa di tutti i santi, che, tra l'altro, hanno fatto grande la nostra nazione. Penso ad esempio alla nostra santa Caterina da Siena... Insomma per venire al dunque nel panificio c'era questo cartello: "Promozione Halloween: Pan co' Santi scontato del 30%". Ci si sarebbe aspettati lo sconto in occasione della festa di tutti i santi e così avrebbe anche avuto un senso... invece no. Uniformandosi alla moda si sono messi insieme due feste inconciliabili e dall'opposto significato. Purtroppo credo che la maggior parte delle persone che sono passate davanti hanno sicuramente visto il medesimo cartellone (è sicuramente ben visibile essendo almeno 70X40) sono state sicuramente colpite dalla riduzione del prezzo e non dal contenuto dell'avviso. Quando mi sono avvicinata per fotografarlo, la commessa che mi ha visto, ha sicuramente pensato che fossi della Finanza od un incaricato del Comune che verificava la congruità del prezzo e la possibilità di fare i "saldi" del Pan dei Santi. Certamente non ha pensato che fossi una persona normale che è rimasta scandalizzata da quanto ha visto. Sì, quello che sicuramente ho provato è un senso di scandalo ed insieme di amarezza per una stupidità sempre più dilagante, per un non senso delle cose che raggiunge quasi il grottesco: Halloween ed il Pan dei Santi. Un ossimoro impensabile già per i miei genitori, tanto più per i miei nonni. Loro ben sapevano il senso delle cose, più o meno consapevolmente avevano un senso cristiano della vita o molto più semplicemente un senso della realtà. Ora: il Pan dei Santi è secondo me il più cristiano dei dolci. Si faceva alla svinatura, si realizzava con l'uva e le noci e si accompagnava con il novello. Stava dove doveva essere, si faceva quando la natura produceva quello che occorreva (ora il Pan dei Santi si trova fin dalla fine di agosto e poi per forza alla fine di ottobre se ne fanno saldi) era talmente legato alla realtà che ha preso il nome della festa cristiana che maggiormente rappresenta proprio la verità sull'uomo: la festa della vita, di Ognissanti e dei Morti. Una vera occasione per far festa, per ricordarci che esiste la Comunione dei Santi, che esiste la Chiesa purgante, che esiste per tutti la resurrezione della carne, che esiste la vita eterna, che esiste la vita oltre la vita. Per rammentare al cuore degli uomini che il mondo ha un fine buono, che la natura è indirizzata ad un fine ultimo ed accompagnata da una mano misericordiosa che consente alle noci ed alle viti di dar frutto ogni anno alle loro scadenze in modo non casuale ma proprio per poter fare il Pan dei Santi. Mi domando: tutto questo cosa c'entra con Halloween? La festa dei morti che non trovano pace, di fantasmi, di streghe, di demoni e satanassi che ballano e "scherzettano" nel mondo degli uomini ai quali è chiesto: pegno o maledizione? Ed il pegno cosa è solo il dolcetto od il cuore dell'uomo? Il cartello che ho letto mi fa tristemente pensare che è forse proprio il cuore dell'uomo ad essere dato in pegno a fronte di un indicibile "sconto" sulla verità. Che tristezza che questo sia proprio vero in una città come Siena che è nata sul manto della Vergine ed ha dato al mondo limpidi esempi di santità. Cecilia
Cara Cecilia, il fatto che ci hai raccontato è veramente il simbolo di una disfatta culturale e religiosa di un ex grande popolo cristiano. Ormai la moda è così dilagata che anche bravi cristiani non percepiscono più dove stia il problema in un simile cartello e questo è il termometro della confusione che regna sovrana... Proprio la settimana scorsa avevamo pubblicato un articolo e un video su tale argomento: HALLOWEEN, IL GUSTO DEL MACABRO CHE NASCONDE RICHIAMI SATANICI Dietro la parvenza di ''festa'' innocente, c'è un chiaro attacco alle nostre radici religiose https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3002 Grazie per averci scritto. Sappi che non sei la sola a esserti scandalizzata. Continua a seguirci e ad essere attenta alla realtà che ci circonda e che sta cambiando rapidamente verso il peggio.
DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE" Le risposte del direttore ai lettori Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!
Fonte: Redazione di BastaBugie, 29 ottobre 2013
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OMELIA SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI - ANNO C - (Mt 5,1-12a)
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 1° novembre 2013)
Oggi è la solennità di Tutti i Santi, una delle più belle feste dell'Anno liturgico. Con questa celebrazione noi commemoriamo tutti i nostri fratelli e sorelle che ci hanno preceduto nel pellegrinaggio della fede e ora godono la visione beatifica in Paradiso. Essi ci indicano la meta da raggiungere, ci ricordano che non siamo stati creati per questa povera terra e che la nostra vera Patria è il Paradiso, ove non ci saranno più lacrime, ma tutti saremo come angeli e vedremo Dio faccia a faccia. La prima lettura, tratta dal libro dell'Apocalisse, parla di «una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua» (7,9). Questa moltitudine è costituita da tutti i fedeli che, lungo i secoli, hanno raggiunto l'eterna Beatitudine. Questa visione dell'apostolo Giovanni è molto consolante. Facciamo di tutto per essere anche noi in questa moltitudine. Tutti erano avvolti in vesti candide. Il candore delle loro vesti simboleggia la purezza della loro anima, purificatasi qui in terra e, per molti di loro, anche in Purgatorio. Poco dopo, infatti, il Testo sacro dice che essi, i redenti, «sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell'Agnello» (Ap 7,14). La grande tribolazione è la vita di questa terra, di questa valle di lacrime, contrassegnata da tante prove e, a volte, anche da persecuzioni contro i servi di Dio. Dio permette queste prove per la nostra purificazione e per donarci una grande gloria in Paradiso. Ma è soprattutto per mezzo del Sangue preziosissimo di Gesù che noi veniamo purificati e questo si verifica ogni volta che noi, con cuore contrito, riceviamo l'assoluzione del sacerdote nel sacramento della Confessione. In quel momento il Sangue di Gesù scorre nella nostra anima e la rende bianca come la neve. Proponiamoci anche noi di purificare spesso le nostre anime per mezzo di questo grande Sacramento. La condizione è però quella di essere veramente pentiti, di avere un fermo proposito di non offendere più il Signore e di confessare sinceramente i nostri peccati. Santi non si nasce, ma si diventa. Lo si diventa impegnandosi ogni giorno nella lotta contro il peccato, cercando di diventare sempre migliori. Uno dei più grandi malintesi della nostra epoca è quello secondo cui la santità è solo per pochi eletti. Niente di più sbagliato: la santità è per tutti e ce lo dimostrano le parole di Gesù: «Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48). Queste parole Gesù le rivolge a tutti indistintamente. La santità, inoltre, non consiste nel fare cose straordinarie, come i miracoli, ma nel compiere il nostro dovere quotidiano, ordinario, straordinariamente bene. La santità consiste nell'amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come se stessi. La santità consiste nel mettere in pratica la pagina del Vangelo che abbiamo da poco ascoltato, ovvero nel vivere le Beatitudini evangeliche. Gesù ci dice: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3). Chi sono questi poveri in spirito? Sono tutti quelli che ripongono in Dio la loro fiducia e che non attaccano il loro cuore ai beni di questo mondo. Essi si sanno servire dei beni materiali, senza diventarne schiavi. Poi Gesù ci dice: «Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati» (Mt 5,4). Di chi parla Gesù con queste parole? Parla di tutti quelli che soffrono a causa delle molte ingiustizie che ci sono in questo mondo senza Dio. Dio conta ciascuna delle loro lacrime e le ricompenserà al centuplo. Subito dopo Gesù parla dei miti, ovvero di quelli che non rispondono al male con il male, ma con bontà e perdono. Poi parla di quelli che hanno fame e sete della giustizia, ossia di quelli che desiderano vivamente la santità, che la ricercano al di sopra di tutti i beni materiali; di tutti quelli che mettono Dio al primo posto nella loro vita. Gesù proclama beati i puri di cuore, ovvero quelli che non si infangano nelle volgarità di questo mondo, e gli operatori di pace. Infine, il nostro Maestro divino proclama beati i perseguitati per la giustizia. Quest'ultima è la più grande beatitudine, quella che ci procurerà maggior gaudio in Paradiso. Con la celebrazione di oggi, vogliamo accendere anche nel nostro cuore un vivo desiderio di santità. Guardiamo ai Santi che sono i nostri modelli: come hanno fatto loro, cerchiamo di fare anche noi. Per diventare santi bisogna innanzitutto volerlo, al resto penserà il Signore. Affidiamoci infine all'intercessione della Madonna e di tutti i Santi, affinché riusciamo a raggiungerli in Cielo e unirci alla grande moltitudine contemplata dall'apostolo Giovanni.
Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 1° novembre 2013)
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OMELIA XXXI DOMENICA TEMPO ORD. - ANNO C - (Lc 19,1-10)
Oggi per questa casa è venuta la salvezza
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 3 novembre 2013)
Il viaggio di Gesù verso Gerusalemme, che occupa gran parte del Vangelo di san Luca, è ormai quasi al termine. Il Signore si trova a Gerico, che allora era una importante città commerciale, centro di transito per tanti mercanti dell'epoca. Qui si inserisce la vicenda di Zaccheo che era un pubblicano, ovvero un funzionario che riscuoteva le tasse per conto degli odiati dominatori stranieri, e che, in quella città di fiorente commercio, aveva molti interessi. Si sa che i pubblicani erano considerati dei grandi peccatori, sia perché erano scesi a compromesso con i dominatori, sia perché angariavano il popolo con molte ingiustizie e soprusi. Gesù era a Gerico e la folla accorreva da ogni parte per vederlo e per essere testimone o beneficiaria di qualche suo miracolo. In mezzo alla folla vi era pure Zaccheo, il quale, piccolo di statura, salì su di un sicomòro per poter vedere il Maestro che passava. Tutti si aspettavano che Gesù fulminasse quell'uomo con qualche parola di fuoco, che gli rinfacciasse davanti a tutti le sue grandi ingiustizie. Invece Gesù si rivolse a lui con parole di amicizia, dicendogli: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua» (Lc 19,5). Immaginiamoci la delusione e la rabbia di tanta gente che si aspettava delle parole di tutt'altro genere! Anche noi, molto probabilmente saremmo rimasti delusi, attendendoci una pronta e spietata giustizia. Ma non la pensava così Gesù, il quale, con la bontà e la misericordia, cerca sempre di guadagnarsi il cuore delle sue creature. A ciascun peccatore Dio rivolge questi inviti di misericordia; ma, se facciamo i sordi e abusiamo della sua Bontà, non tarda a venire il momento della giustizia. Zaccheo coglie al volo quell'invito di Gesù e si precipita ai suoi piedi. Il testo del Vangelo dice: «Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia» (Lc 19,6). Era la prima volta che Zaccheo incontrò chi lo stimasse e l'amasse al punto da voler essere suo ospite. Secondo la legge di Israele non si poteva assolutamente entrare nella casa dei pubblicani. E così Gesù andò a casa di Zaccheo e questo suscitò ancora di più la rabbia e la mormorazione di molti, anzi di tutti, come dice l'evangelista Luca. Essi dicevano: «è entrato in casa di un peccatore» (Lc 19,7). Forse i più benevoli avranno pensato che Gesù ignorava chi fosse veramente Zaccheo; al contrario, Gesù andò da Zaccheo appunto perché lo conosceva nel profondo e lo voleva redimere. Zaccheo si converte, si sente perdonato da Gesù, e sente impellente il desiderio di riparare a tutto il male compiuto, non soltanto restituendo quattro volte tanto quello che aveva rubato, ma addirittura dando ai poveri la metà di tutte le altre ricchezze da lui possedute (cf Lc 19,8). Rivolgendosi poi a Zaccheo e, tramite lui, a tutta la folla, Gesù dice: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (Lc 19,9-10). Dio ci ha perdonato tante e tante volte. Anche noi dobbiamo sentire nascere in cuore il desiderio di riparare il male fatto. è questa una esigenza d'amore. Soprattutto il furto esige la restituzione. E, ricordiamolo sempre, non si ruba solamente estorcendo del denaro, ma anche compiendo svogliatamente il proprio lavoro. Inoltre, si ruba la buona fama al nostro prossimo sparlando di lui. Anche questo è un peccato che dobbiamo riparare, impegnandoci d'oggi in poi a dire bene di chi abbiamo danneggiato. Anche a noi Gesù rivolge le parole: «Scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Egli non viene dentro le nostre abitazioni materiali, ma viene dentro di noi nella Santa Comunione. Quando lo riceveremo, chiediamogli la grazia di una profonda conversione, di vivere sempre nella sua amicizia, la grazia di non danneggiare mai il prossimo, ma di beneficarlo sia nelle azioni come pure nelle parole.
Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 3 novembre 2013)
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