BastaBugie n�342 del 28 marzo 2014

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1 DEMOCRISTIANI? NO, GRAZIE!
L'errore di considerare ''cattolico'' il politico che trascura i principi non negoziabili
Autore: Mario Palmaro - Fonte: Il Timone
2 SUOR CRISTINA CHE CANTA SU RAI 2: QUALE VANTAGGIO PER L'ANNUNCIO DEL VANGELO?
Lo sa chi sono Piero Pelù e J Ax che si compiacciono della sua esibizione canora? (VIDEO: intervista a suor Cristina)
Autore: Daniele Di Luciano - Fonte: Lo sai?
3 GESU' NON HA CAMBIATO IDEA: ''NON OSI SEPARARE L'UOMO CIO' CHE DIO HA UNITO''
Caro cardinal Kasper, mi creda, abolire il peccato non renderebbe più felici i peccatori
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: Il Foglio
4 NAPOLITANO SCENDE IN CAMPO PER L'EUTANASIA (E IL CARDINAL RAVASI LO SEGUE)
Il Quirinale e il Pontificio Consiglio della Cultura fanno da sponda all'iniziativa dei radicali per una legge sul fine vita
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
5 IRROMPE IN ITALIA IL MANUALE DELL'OMS PER IMPORRE ALLE SCUOLE L'EDUCAZIONE SESSUALE A SENSO UNICO
Già all'asilo saranno insegnati: esplorare la nudità, autoerotismo infantile precoce, gioco del dottore con adulti, identità di genere, diversi tipi di amore (VIDEO: la filosofia del gender)
Autore: Vincenzo Sansonetti - Fonte: Il Timone
6 LA CEI SI SCHIERA CONTRO LA DITTATURA GAY
Il cardinal Bagnasco critica la ''lettura ideologica del gender'' che vuol ''fare della scuola dei campi di indottrinamento''
Autore: Massimo Introvigne - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 I METODI NATURALI COME RIMEDIO ALL'INFERTILITA' HANNO SUCCESSO IN OLTRE IL 70% DEI CASI
Hanno probabilità doppia di successo rispetto alla fecondazione artificiale (che, tra l'altro, è invasiva, frustrante e costosa): ecco chi contattare per imparare i metodi naturali
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi
8 LETTERE ALLA REDAZIONE: CI SI PUO' SPOSARE IN QUARESIMA?
Non ci sono più tempi proibiti per le nozze (ripassiamo i cinque precetti generali della Chiesa)
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
9 OMELIA IV DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO A - (Gv 9,1-41)
Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - DEMOCRISTIANI? NO, GRAZIE!
L'errore di considerare ''cattolico'' il politico che trascura i principi non negoziabili
Autore: Mario Palmaro - Fonte: Il Timone, febbraio 2014

Ne hanno parlato i mass media di tutto il mondo: la Spagna vieta l'aborto. Alla fine del 2013 il governo di Rajoy ha approvato un disegno di legge che riforma l'attuale disciplina sull'aborto procurato. Tanto è bastato per scatenare le reazioni isteriche dei numerosissimi sommi sacerdoti del sinedrio abortista che domina il mondo. E' subito stato agitato lo spettro di Francisco Franco, facendo intendere che la lancetta dell'orologio era ritornata al tempo del Caudillo, quando in Spagna - come nel resto del mondo - l'aborto era un delitto punito dal codice penale.

UN FALSO CLAMOROSO
Come ha ampiamente documentato Tommaso Scandroglio in un lucido articolo apparso su La Nuova Bussola Quotidiana (per leggere l'articolo clicca qui), questa rappresentazione dei fatti è totalmente falsa. La nuova legge lascerà sostanzialmente invariato il quadro normativo voluto da Luis Zapatero. Il governo democristiano vuole varare una norma che permetta alla donna di abortire dopo un periodo di sette giorni di riflessione, e che possa farlo fino alla 22° settimana, per "importante" pericolo per la vita o per la salute psicofisica della donna. Tutti sanno che lo "sfondamento" delle cause verso la sfera psicologica rende praticamente invocabile qualunque argomento soggettivo per sopprimere il proprio figlio: se l'idea di avere un figlio "mi fa star male", allora devo poter abortire. Sembra di rivedere 35 anni di applicazione della legge 194 in Italia. Dove sta la differenza fra nuova legge e quella di Zapatero? Che in base a quest'ultima, fino alla 14° settimana si può abortire senza fornire alcuna motivazione. Ma con la nuova legge basterà certificare un "pericolo grave per la psiche della donna", e il risultato sarà il medesimo. Nulla cambia per quanto concerne l'aborto eugenetico. La nuova legge prevede, come la precedente, che si possa sopprimere il bambino anche nel caso di stupro: la richiesta deve essere fatta entro 12a settimana. Le ragazze minori potranno sempre abortire ma, a differenza della legge Zapatero, ora verrà ripristinato il consenso vincolante dei genitori. La nuova legge vieta ogni pubblicità pro-aborto nelle cliniche.

IL PROBLEMA DEL GIUDIZIO
Siamo dunque di fronte a una pianificata mistificazione mediatica: si denunzia che in Spagna l'aborto verrà vietato, mentre è vero esattamente il contrario. E' la collaudata strategia del fronte abortista, comune a tutta la cultura della dissoluzione e del sovvertimento naturale, la quale non si dichiara mai soddisfatta degli obiettivi raggiunti. Quando in Italia fu approvata la legge 194 - con il convinto sostegno del Pci, del Psi e dei partiti laici - il Partito radicale votò contro. E non certo perché Pannella e Bonino fossero contro l'aborto, ma perché volevano due cose: ottenere l'interpretazione più permissiva della legge che contestavano, e agitare lo spettro di una legge peggiore. Suscitando nella pancia del mondo cattolico quelle idee - allora embrionali e oggi consolidate - in base alle quali, tutto sommato, la 194 non era poi così male. Si fronteggiano due strategie opposte che fanno il gioco del Nemico: gli abortisti, che agitano il bicchiere mezzo vuoto (quando dovrebbero esultare per quello mezzo pieno); e gli antiabortisti, che si consolano con il bicchiere mezzo pieno (che per altro non esiste). La cultura di morte usa queste tecniche per trascinare mondo cattolico e prolife in un territorio dove regna la confusione. Si lavora per distruggere qualunque criterio oggettivo di riferimento che mi serva per giudicare quello che ho davanti. La ragione umana mi insegna che, per valutare qualunque cosa, deve esistere una misura oggettiva: per sapere se è vero che Tizio è alto un metro e sessantasette, devo avere in mano un metro, indeformabile e preciso, con il quale compiere le mie verifiche. Se non esiste il metro, non esiste possibilità di giudizio oggettivo. Come faccio a giudicare se una legge in materia di aborto è buona o cattiva, è giusta o ingiusta? Mi serve il metro. Mi serve sapere a priori quali sono i contenuti irrinunciabili che una legge giusta deve possedere: sarà giusta soltanto una legge che vieta sempre e senza eccezioni l'aborto volontario diretto. Se una legge non possiede questo requisito generale, anche solo in uno o pochi casi, è una legge ingiusta. Che va denunciata come tale, che non è vincolante in coscienza e che deve essere costantemente combattuta e boicottata da ogni persona di buona volontà. Qualsiasi legge che ammetta anche un solo caso di uccisione deliberata e diretta di un innocente è moralmente iniqua. E un cattolico, in coscienza, non la può proporre né votare. Il principio è quello per cui non si può compiere un male, neppure minimo, per ottenere un bene. Corollario di questa premessa è che, muovendoci nel campo del diritto, vietare l'aborto significa punirlo (con il carcere o con altri mezzi proporzionati). Quindi, anche una legge che affermasse il diritto alla vita del nascituro, ma rinunciasse a punire tutti o alcuni dei soggetti responsabili di un aborto volontario, sarebbe una legge ingiusta. Così come sarebbe ingiusta una legge che affermasse il divieto di rubare o di violentare o di truffare, e poi non prevedesse alcuna sanzione per il ladro, per lo stupratore, per il truffatore. Magari, in nome della misericordia e del perdono. Una volta che si possiedono con chiarezza dei criteri oggettivi, il giudizio scaturisce da sé. Il problema è che il mondo cattolico oggi appare strutturalmente incapace di formulare in modo chiaro e netto questo giudizio. Per quale ragione? Perché si nega deliberatamente l'esistenza di una misura oggettiva valida una volta per tutte. L'unico giudizio che rimane è allora di tipo politico: questa legge che ho davanti è migliore di quella che c'era prima, oppure di una che poteva essere approvata.

IL "DEMOCRISTIANISMO" IDEOLOGICO COME MALATTIA MORTALE
 Una premessa importante per evitare di essere frainteso: il "democristianismo" di cui qui si parla non coincide necessariamente con i milioni di elettori e le migliaia di politici che per molti anni votarono e lavorarono in quell'area animati dai migliori ideali, ma esprime un errore dottrinale assai più complesso e trasversale. Ciò detto, non è un caso che i promotori della legge spagnola sull'aborto siano democristiani, cioè l'espressione di quella corrente culturale preda del male minore, del compromesso, del proporzionalismo. I socialisti di Zapatero e i democristiani di Rajoy procedono nella stessa direzione, solo che camminano a differenti velocità. Assumono entrambi la prospettiva rivoluzionaria, nella quale le certezze morali e giuridiche vanno sbriciolate e superate nella prospettiva di uno storicismo senza verità. Il cattolico democratico nel 1970 è a favore del divorzio ma contro l'aborto; lo stesso politico qualche anno dopo è per la legalizzazione dell'aborto ma solo in certi casi, per cui la 194 è una buona legge da difendere. Slittando lungo questo periodo scivoloso, il cattolico democratico del 2014 approda alle stesse posizioni che combatteva nel 1970: è contro l'aborto coatto in Cina, fatta salva la libertà della donna di scegliere. Fra lui ed Emma Bonino non c'è più alcuna differenza. Di fronte ai figli in provetta, inizialmente il democristiano ideologico si mostra ostile. Poi però promuove e vota leggi che la permettono in forma omologa, difendendola usque ad mortem, perché così almeno ci sono i "paletti" che evitano l'utero in affitto e la clonazione. Il democristiano ideologico si batte contro il matrimonio omosessuale, però è pronto a trattare sulle unioni civili. Non vuole le adozioni per i gay, ma fino a quando la penserà così? Questa deriva è praticamente inevitabile, se nessuno difende più l'esistenza di una misura oggettiva, la insegna, la predica, si batte per essa. Se manca un ideale dichiarato e immutabile, tutte le partite saranno giocate inesorabilmente al ribasso. L'icona di questo partito proteiforme potrebbe essere la volpe e l'uva di Fedro: nessuno fa più fatica per inseguire i bene, accontentandosi di ciò che è a portata di mano. L'importante è restare in qualche modo al potere, dichiarando di difendere non meglio precisati interessi della Chiesa. E il problema è che l'elettore e perfino l'intellettuale cattolico scambiano democristiani ideologici per campioni dei principi non negoziabili. Il democristianismo ideologico si alimenta di due preoccupazioni molto ingombranti. La prima è eliminare la centralità giuridica dei principi non negoziabili: il politico (ma anche il teologo) di questa risma, infatti, può anche continuare a proclamare la sua contrarietà morale a certe cose ("Ah, ma io sono da sempre contro l'aborto!"), ma si guarderà bene dal trarre la conseguenza giuridica, cioè a battersi per una legge che definisca delittuoso quel crimine. La seconda motivazione attiene al rapporto con il mondo: se dico che una legge è gravemente ingiusta, entro in conflitto permanente con lo Stato, le istituzioni e gli uomini che le rappresentano. Se incontro il presidente di una Repubblica che ha accumulato 6 milioni di bambini uccisi con l'aborto con i soldi dello Stato, qualche cosa gli devo dire, e pubblicamente. E probabilmente non mi viene nemmeno in mente di premiare tale presidente per il "generoso e sacrificato impegno nella promozione dei diritti della persona", come ha fatto l'Università Pontificia Lateranense nei confronti di Giorgio Napolitano.

PAROLE DI VERITA'
Nel mondo cattolico, però, non tutti si rassegnano a questa messa in liquidazione della verità. Nelle scorse settimane, ad esempio, Costanza Miriano - prestigiosa firma del Timone - ha reso una splendida testimonianza quando è stata intervistata da Giuseppe Cruciani, giornalista intelligente che proviene dal mondo radicale, e che conduce il programma di successo La Zanzara su Radio24, emittente di area confindustriale. Trasmissione totalmente dissolutoria e dissacratoria, incline al turpiloquio, ambiente ostile pieno di trappole: ma la Miriano non si è lasciata intimidire, e ha detto senza mezzi termini: "La legge che consente l'aborto va eliminata (...) Una donna incinta deve essere costretta a partorire. Dobbiamo essere tutti costretti ad aiutarla ad accogliere il figlio. Va eliminata la possibilità di abortire. Il bambino è un essere umano da subito". Insomma, Costanza ha evitato tutto il campionario del politicamente corretto neo prolife, del tipo: "bisogna applicare interamente la legge 194", soprattutto nelle sue "parti buone", e bisogna guardarsi soprattutto dal chiedere che sia abrogata. Purtroppo, in questi anni si è consolidato un minimalismo pro life, totalmente antigiuridico e a-dottrinale, che si rifugia nel solidarismo dei Centri di Aiuto alla Vita (Cav). Così facendo, però, ci si dimentica di mostrare quello che dicono i numeri: e cioè che in un anno in Italia i Cav hanno favorito 10.000 nascite difficili - il che è in sé meritorio - ma contemporaneamente gli aborti legali sono stati 110.000, cui vanno aggiunti almeno 40.000 clandestini e il buco nero insondabile dell'aborto chimico. Morale della favola? Senza la forza della legge, il diritto alla vita degli innocenti è indifendibile.

Fonte: Il Timone, febbraio 2014

2 - SUOR CRISTINA CHE CANTA SU RAI 2: QUALE VANTAGGIO PER L'ANNUNCIO DEL VANGELO?
Lo sa chi sono Piero Pelù e J Ax che si compiacciono della sua esibizione canora? (VIDEO: intervista a suor Cristina)
Autore: Daniele Di Luciano - Fonte: Lo sai?, 20 marzo 2014

Che strana sensazione quando ti rendi conto di essere più bigotto di una suora.
Dato che non ho il televisore, non conoscevo il nuovo programma di Rai 2: "The Voice". Ho scoperto che invece le suore hanno il televisore e lo guardano pure. Altrimenti suor Cristina, 25 anni, non avrebbe potuto partecipare al programma, se non lo avesse conosciuto.
In ogni caso, ieri sera, la giovane suora si è esibita cantando "No one" di Alicia Keys. Di fronte a lei c'erano i quattro presentatori: J Ax, Piero Pelù, Raffaella Carrà e Noemi (che non so chi sia).
Dopo la canzone la suora doveva scegliere di entrare in squadra con uno di questi personaggi. O almeno, guardando il filmato su Youtube, mi è parso di capire questo. Quando Piero Pelù ha proposto alla suora di far parte del suo team, la suora, per scherzare, ha fatto il gesto delle corna...
Ciò che mi ha colpito di più non è stata l'esibizione della suora ma la scena successiva. Dato che conosco tre dei quattro personaggi che hanno dialogato con la suora, mi chiedevo: ma la suora lo sa chi sono questi? Forse occorre un piccolo ripassino.
Piero Pelù, ex cantante dei Litfiba, non è estraneo all'esoterismo. [...] Forse non tutti avranno approfondito così tanto questo lato occulto del cantante, però in tantissimi conosceranno uno dei più grandi successi dei Litfiba: El Diablo. Suor Cristina aveva un anno quando uscì quella canzone, quando centinaia di migliaia di giovani, ed io ero tra quelli, cantavano che "il paradiso è un'astuta bugia", come viene ripetuto più volte nel testo. Ma anche "Ah, sua santità el Diablo!". Per non parlare della nuova versione, quando Pelù, invece di dire "6-6-6″, dice "Ra-tzin-ger". Addirittura Pelù è lo stesso che, riferendosi all'attentato del 1981 a Giovanni Paolo II, disse: "In concerto, mettemmo in piedi una sceneggiata in cui ce la prendevamo con l'attentatore del papa, ma solo perché aveva sbagliato mira".
J Ax, ex cantante degli Articolo 31, non diffonde valori esattamente cattolici. Uno dei suoi maggiori successi è stato "Ohi Maria", un inno alla marijuana. Nella canzone si invita anche ad andare a votare Pannella dei Radicali, il partito che si batte da decenni per la legalizzazione delle droghe, per l'aborto, per l'eutanasia e contro la Chiesa cattolica. Non solo. J Ax, in molte canzoni come "Tocca qui", "Voglio una lurida", "La fidanzata", ecc., propaganda il sesso libero sotto ogni forma. [...]
Il compito della Chiesa è ancora quello di convertire il mondo senza farsi mondanizzare? O mi sono perso qualcosa, dato che non ho il televisore?

Nota di BastaBugie: per leggere le mail che ci hanno scritto i nostri lettori di commento a questo articolo e le nostre risposte, clicca nel link sottostante
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3207

VIDEO DI SUOR CRISTINA
Non vi proponiamo la visione dell'avvilente trasmissione di Rai 2, bensì l'intervista di suor Cristina su TV2000. Qui, contrariamente che sulla Rai, può raccontare la sua conversione e dare una bella testimonianza della sua vocazione


http://www.youtube.com/watch?v=kDc-y0Iqc4s

Fonte: Lo sai?, 20 marzo 2014

3 - GESU' NON HA CAMBIATO IDEA: ''NON OSI SEPARARE L'UOMO CIO' CHE DIO HA UNITO''
Caro cardinal Kasper, mi creda, abolire il peccato non renderebbe più felici i peccatori
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: Il Foglio, 18/03/2014

E' bene tornare sullo scritto del cardinal Kasper sul matrimonio, sulla sua volontà di rendere solubile ciò che per il Vangelo non è: "Non separi l'uomo ciò che Dio unisce". Se guardiamo alle argomentazioni del cardinale tedesco, attraverso la lente della storia, esse risultano incomprensibili. Egli parte infatti dalla "realtà effettuale", come un Machiavelli qualsiasi: poiché i divorziati risposati sono sempre di più, occorre che la chiesa cambi prassi, cioè, alla fine, dottrina. In alcuni casi, si dice, però molto imprecisi e vaghi, cioè, in ultima analisi, sempre (perché dove la discrezionalità diventa così ampia, la regola perde ogni universalità e quindi ogni valore).
Vediamo la storia. Quando Cristo nasce e compie la sua predicazione, qual è la situazione, quanto a divorziati risposati? Sono probabilmente la gran parte della popolazione romana. L'imperatore Augusto se ne è accorto, e ha provato ad arginare il fenomeno con le sue leggi sul matrimonio, l'adulterio e il diritto familiare. Ma le leggi, dove mancano le motivazioni profonde, servono a poco: la caduta di Roma sarà dovuta senz'altro, anche, alla dissoluzione della famiglia.
I divorziati risposati sono dunque la norma, e sappiamo che ci si risposa più e più volte, con una cerimonia divenuta assai più snella, semplice, banale, per ovvi motivi, di quella di età repubblicana.
Eva Cantarella, ne "L'ambigio malanno", spiega bene come l'età imperiale sia contrassegnata da una crisi della natalità, dovuta anche al massiccio ricorso all'aborto, e da una grandissima facilità di divorzio, sia per l'uomo, sia, ed è una grande novità, per la donna: "molto raramente è dato riscontrare nella storia una concezione di così grande libertà (rispetto al divorzio), quantomeno sul piano giuridico".
Quanto al mondo ebraico in esso vige una casistica più o meno varia a seconda delle scuole rabbiniche: ognuna impegnata a stabilire le motivazioni che rendano lecito il ripudio.
Cosa propone Cristo, in quest'epoca e in queste condizioni? L'indissolubilità. Sic et simpliciter. Il ritorno al disegno inziale di Dio. Con poche frasi, e nessuna casuistica. Milioni di persone, piano piano, comprenderanno il tesoro, difficile da custodire, che è stato loro donato. Ci vorranno alcuni secoli. Ma nessuno inventerà scorciatoie.
Quanto all'oggi, certamente la proposta di Kasper, che ha il suo fondamento non in alcuni padri della Chiesa, ma nel pensiero protestante; per questo non passerà. In fondo Kasper ha i media dalla sua, ma questo non è bastato a far sì che un solo cardinale, Marx a parte, prendesse pubblicamente le sue difese. Al contrario, Muller, Woelki, Caffarra... hanno parlato in modo opposto. E il papa ha spiegato che non si risolve nulla con la casuistica, cioè con lo schemino in 5 punti proposto dal cardinale tedesco. Cinque punti verificabili non si sa da chi e non si sa con quali super poteri di lettura dei cuori e delle menti. Per ottenere non si sa cosa.
Davvero crede, il cardinale, che nell'Occidente in cui tutto crolla, minare il matrimonio possa servire a "rendere più felice" qualcuno? Davvero crede che chi ha rotto la comunione con l'uomo o la donna della sua vita ( e con i figli che ne sono nati), possa ritrovare la comunione piena con Dio, se solo un sacerdote gli dà l'Eucaristia? Davvero si può pensare che si possano salvare i malati di questo grande ospedale da campo che è l'Occidente, malati per cui bisogna provare tutto l'amore che Cristo ha provato per noi, dicendo al malato che sta bene? Che la fedeltà non è più un valore assoluto? Che la responsabilità che si assume è a tempo? Che si può giurare il proprio sì, in chiesa, davanti a se stesso, Dio, il coniuge, gli amici, sapendo dentro di sé che tanto, se non va, c'è il divorzio per lo Stato, e la Kasper-dottrinen per la Chiesa?
Vede, cardinale, io sono un semplice cattolico, che crede nella Chiesa: per questo mi sono sposato. Perché la Chiesa, che è mia madre, mi ha sempre insegnato che si può amare per sempre. Mi sono fidato, anche se il mondo dice: "non è vero! Non è possibile! Non è umano!"
Mi fido ogni volta in cui qualcosa non va; ogni volta in cui il mio cuore è tentato di cedere; ogni volta in cui viene la facile tentazione di farmi del male, perdendo la fiducia.
Ogni marito e ogni padre, come ogni moglie e ogni madre, passa momenti di sconforto: una malattia, un figlio che sta per morire, un figlio che si perde, una crisi lavorativa, una depressione, un lutto in famiglia...
Cristo ci insegna a sopportare, a farci carico l'uno dei pesi degli altri; ad abbracciare il sacrificio; ad amare nella salute e nella malattia... a non mollare mai del tutto, per non mancare alla promessa; per non abbandonare i propri figli; per non tradire il proprio coniuge nei momenti in cui sembra di non amarlo più...
Cristo ci insegna a vincere, a vincerci, ad amare davvero, ad amare senza ricompensa, ad amare nonostante tutto...per essere felici. E lei che fa? Dedica pagine e pagine eleganti e colte, per concludere dicendo: "tana libera tutti".
No, continuiamo a fidarci della Chiesa. Di sant'Alfonso e di san Tommaso, come li hanno sempre insegnati, non come li interpreta lei, oggi, senza una pezza d'appoggio. A lei piace la misericordia, ed è profondamente giusto. La morale cristiana è bella, perché sta insieme con un Dio che è morto in croce; con un Dio che si è dato per primo; con un Dio che perdona mille volte il peccatore pentito. Cristo non era moralista, ma non ha abolito i comandamenti, li ha, al contrario, riassunti, in uno solo. Quello che lei vuole oggi mettere in discussione, il comandamento dell'amore. Quanto alla misericordia, la più grande misericordia che Dio ci fa ogni giorno è quella di essere un Dio fedele, che ci ama sempre, e che ci indica, nell'amore fedele, nell'amore benigno, nell' "amore che tutto crede, tutto spera, tutto sopporta", e non in quello che scappa, la nostra felicità. La grande misericordia che Dio ci fa sono i sacramenti, non come diritto, da esigere con arroganza, ma come sostegno per i nostri passi, per confermare la nostra fede, per rendere divina la nostra solo umana e fragile capacità di amare.
E' il papa che ci insegna sempre che la confessione è il sacramento più adatto per l'uomo di oggi. Più adatto per riportarci al contatto con Dio, a sentirlo come padre e come giudice misericordioso. Ebbene, la confessione, nella quale ci si impegna a non commettere più il peccato di cui ci si pente, altro non è che il preludio all'Eucarestia, perché, come scrive san Paolo, "chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna". Ciò significa, a mio avviso, che Dio apprezza infinitamente di più chi, dopo aver sbagliato, si mette in fondo alla Chiesa, e prega, umilmente, di chi, invece, gli va baldanzosamente incontro, per la Comunione, dopo aver rotto quella con la persona che Dio stesso gli aveva messo al fianco, per farne "un corpo solo e un'anima sola".

Fonte: Il Foglio, 18/03/2014

4 - NAPOLITANO SCENDE IN CAMPO PER L'EUTANASIA (E IL CARDINAL RAVASI LO SEGUE)
Il Quirinale e il Pontificio Consiglio della Cultura fanno da sponda all'iniziativa dei radicali per una legge sul fine vita
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19/03/2014

Strategia che vince non si cambia. Uno dei mezzi che i radicali da sempre hanno usato per sdoganare alcuni "diritti civili" è quello dell'indagine conoscitiva per poi arrivare a dire: "Quanti aborti clandestini! Legalizziamo l'aborto. Quante giovani fanno uso di droghe! Legalizziamole. Quante coppie vanno all'estero per accedere all'eterologa! Legalizziamola". A questo giochino – quasi sempre basato su dati mendaci - ovviamente non si sottrae nemmeno l'eutanasia. In una conferenza stampa tenuta ieri, l'associazione Luca Coscioni e il Comitato promotore EutanaSia Legale hanno annunciato l'avvio di una ricerca sul campo per verificare "come si muore in Italia" e - citando le parole di Marco Cappato - per "spingere il Parlamento ad esaminare il progetto di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione della eutanasia per il quale l'Associazione ha raccolto 67mila firme autenticate''. Per l'occasione i radicali si sono fatti accompagnare dai familiari di personalità note che si sono uccise oppure hanno chiesto con successo l'eutanasia: Mario Monicelli, Carlo Lizzani, Piergiorgio Welby e Lucio Magri. Non è mancato il vivente oncologo Umberto Veronesi il quale ha sentenziato che "abbiamo l'ovvio diritto di programmare la vita e anche il termine della vita''.
L'iniziativa ha trovato una sponda felice presso il Quirinale. Da lì il presidente Napolitano ha fatto sapere che ''il Parlamento non dovrebbe ignorare il problema delle scelte di fine vita ed eludere un sereno e approfondito confronto di idee sulle condizioni estreme di migliaia di malati terminali in Italia. Drammatici nella loro obiettiva eloquenza - continua il Presidente - sono d'altronde i dati resi noti da diversi istituti che seguono il fenomeno della condizione estrema di migliaia di malati terminali in Italia''.
Aspettando i dati eloquenti di questi istituti per poterli commentare, però sin da subito possiamo commentare le parole del Presidente Napolitano perché a leggerle vengono in mente alcuni articoli dell'ordinamento italiano che fanno al caso nostro. Ad esempio l'art. 2 della Costituzione – quella carta costituzionale di cui Napolitano dovrebbe essere fedele garante – il quale stabilisce che vi sono diritti inalienabili della persona che la Repubblica "riconosce e garantisce", tra cui ovviamente e prima degli altri il diritto alla vita. Oppure l'art. 579 del Codice Penale che sanziona l'omicidio del consenziente e l'art. 580 che punisce invece l'aiuto al suicidio, facendo così scattare le manette in caso di eutanasia. Oppure l'art. 5 del Codice Civile che vieta gli atti di disposizione permanente del proprio corpo: figuriamoci se proviamo a disporre che qualcuno tolga la vita a questo nostro corpo.
Tutti articoli che, all'opposto delle preoccupazioni del Presidente, si disinteressano del fatto che esista o meno una fiumana di moribondi che chiede di farla finita: l'importante è la tutela della vita delle persone, non l'estensione del fenomeno "eutanasia" (fenomeno tutto da provare comunque). Anche omicidi e furti sono all'ordine del giorno eppure continuano ad essere puniti.
Napolitano dunque indica al Parlamento di intraprendere una strada illegittima dal punto di vista giuridico e incostituzionale, e si dimentica invece di menzionare strumenti giuridici già esistenti per lenire le sofferenze fisiche e psichiche dei malati terminali, come la legge n. 38 del 2010 sulle cure palliative che aspetta solo di essere applicata.
A ben vedere però non c'è nulla di nuovo sotto il sole della dolce morte: la dichiarazione di intenti pro-eutanasia era stata già fatta da Napolitano sin dal 2009 quando non firmò il "decreto salva Eluana". Ora si tratta solo di rendere istituzionale un caso episodico, di dar forma legale all'eutanasia presidenziale.
Manco a farlo apposta – oppure sì ma a noi non è dato saperlo – ecco che all'interno dell'iniziativa "Il Cortile dei gentili" promossa Pontificio Consiglio della Cultura si terrà il prossimo 28 marzo, alla Sala della Regina presso Camera dei Deputati, una tavola rotonda sul tema "I confini dei territori ai confini della vita". Il cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del suddetto Pontificio Consiglio, ha deciso di invitare alcune personalità che proprio pro-life non sono. Abbiamo il dott. Alberto Giannini, Responsabile Terapia Intensiva Pediatrica Ospedale Maggiore Policlinico Milano, il quale in una nota della Società italiana anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva affermò che "la decisione di limitare, sospendere o non iniziare trattamenti di supporto vitale [non terapie, si badi bene] giudicati sproporzionati rappresenta una scelta clinicamente ed eticamente corretta". Poi è stato invitato il dott. Luciano Orsi, Direttore del Dipartimento di Cure Palliative della AO Carlo Poma di Mantova e membro della Consulta di Bioetica di Maurizio Mori, il quale in un'intervista a MicroMega si era espresso favorevolmente per il rifiuto di quelle terapie che si rivelano sproporzionate allorchè "mantengano una vita puramente biologica priva di qualsiasi coscienza". E in un'altra intervista affermò che "l'idratazione e la nutrizione alla fine della vita sono proprio un errore". A seguire ci sarà l'intervento di Paolo Zatti, Ordinario Diritto Privato Università di Padova, il cui pensiero sull'eutanasia si può sintetizzare con queste sue parole: "senza un diritto di lasciar morire si monta un'infernale trappola in cui vengono reclusi insieme medico e paziente". Ultimo ma non ultimo il famigerato prof. Giulio Giorello, filosofo dell'Università di Milano, che in merito alla recente legge belga sull'eutanasia dei bambini così ha commentato: "Se viene accertata la volontà di un minore, se è capace di intendere e di volere, perché non dovrebbe accedere alla pratica della 'dolce morte?".
Il Cortile sarà pur gentile, ma l'errore non può salire in cattedra. Si obietterà: dialogare con persone che la pensano in modo differente può far emergere ancor meglio la verità. Il ragionamento apparentemente suona bene, ma in realtà stecca più di una nota. Infatti le idee funeree che i cultori delle dolce morte instilleranno nelle orecchie dell'uditorio sono già patrimonio culturale dell'italiano medio, il quale confortato nell'ascoltare il parere di queste eminenze grigie non potrà che consolidare le proprie opinioni erronee. Insomma: il contraddittorio con la verità è pane quotidiano, inutile quindi inventarsi altre occasioni per scavare ancor più a fondo la fossa alla tutela della vita. Si corre il rischio di passare dalla dolce morte, alla gentil morte. In secondo luogo la verità si spiega da sé: Gesù chiedeva di essere docili allo Spirito Santo, non agli scribi e farisei. Possibile che per imparare a guidare l'auto debba prima provare a schiantarmi contro un muro?
In terzo luogo se il fine di simili incontri deve essere quello dell'avvaloramento della verità – posto che gli organizzatori credano ancora che esista un giudizio morale certo sull'eutanasia – che l'avversario sia messo nelle condizioni di uscire con le ossa rotte. Se quindi il nemico scende in campo con la sciabola, che non si risponda in punta di fioretto. Se quello morde, il cattolico non si metta a miagolare. La presenza in quel confronto del presidente del Comitato Nazionale di Bioetica Francesco Paolo Casavola e di Mons. Andrea Manto, Consulente Ecclesiastico dell'Associazione Medici Cattolici Italiani, ci assicurerà la vittoria? E poi: ma siamo così certi che vogliano davvero vincere oppure sventoleranno da subito bandiera bianca?

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19/03/2014

5 - IRROMPE IN ITALIA IL MANUALE DELL'OMS PER IMPORRE ALLE SCUOLE L'EDUCAZIONE SESSUALE A SENSO UNICO
Già all'asilo saranno insegnati: esplorare la nudità, autoerotismo infantile precoce, gioco del dottore con adulti, identità di genere, diversi tipi di amore (VIDEO: la filosofia del gender)
Autore: Vincenzo Sansonetti - Fonte: Il Timone, febbraio 2014

Uno spettro si aggira per l'Europa. E' lo spettro del comunismo, così come hanno scritto Marx ed Engels nel loro Manifesto del lontano 1848? No, peggio. E' il documento che in una cinquantina di pagine presenta in modo dettagliato gli Standard per l'Educazione Sessuale in Europa. Realizzato dal Centro federale per l'educazione alla salute di Colonia (Germania), per conto dell'Ufficio regionale per l'Europa dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità), si è avvalso del contributo di una ventina di "esperti" (in massima parte donne) di nove Paesi (nessun italiano) di varia formazione (dalla medicina alla psicologia alle scienze sociali); nessun genitore o educatore in quanto tale è stato interpellato, neppure in qualità di consulente. Scopo dichiarato, costituire un preciso "quadro di riferimento per responsabili delle politiche [leggi governi, ndr], autorità scolastiche e sanitarie, specialisti". A quattro anni dalla sua stesura, avvenuta nel 2010 dopo 12 mesi di lavoro, il documento comincia ora ad essere diffuso in modo capillare in 53 Paesi per "colmare una lacuna". L'edizione italiana è stata promossa, finanziata e curata dalla Federazione italiana di Sessuologia clinica. [...]

UN MALCELATO INDOTTRINAMENTO
Il linguaggio utilizzato è garbato e asettico, quasi glaciale, con la preoccupazione di fornire a bambine/i e a ragazze/i "informazioni imparziali e scientificamente corrette su tutti gli aspetti della sessualità". Il metodo scelto è quello olistico (dal greco "olos", tutto), ossia un approccio interdisciplinare e globale che va di moda. La finalità è ambiziosa: addirittura contribuire a "sviluppare atteggiamenti rispettosi ed aperti che favoriscono la costruzione di società eque". In realtà questi sbandierati "standard", se analizzati con attenzione, soprattutto nella parte dove si elencano i temi che deve concretamente affrontare l'educazione sessuale a seconda dell'età dei destinatari (sei fasce, dalla nascita a oltre 15 anni), si svelano come il più massiccio tentativo di corruzione di minori che sia mai stato concepito. Un'esagerazione, frutto di una mentalità retrograda e codina? Non si direbbe, dal momento che in pratica si sdoganano, nell'ordine: la concezione di sesso come pura fonte di piacere e benessere fisico e quindi la separazione definitiva non solo tra sessualità e riproduzione, ma tra sessualità e amore; l'autoerotismo e l'esplorazione della nudità; la diminuzione dell'età delle prime esperienze sessuali; la promiscuità sessuale; l'accettazione pacifica della moltiplicazione di orientamenti sessuali, conseguenza del fatto che l'identità sessuale non è più riconosciuta come dato naturale, biologico, quindi diventa normale l'attrazione per il proprio sesso; la contraccezione generalizzata e il diritto di abortire; la crescente autonomia dalla famiglia d'origine e dai genitori, non più considerati primi educatori; e, infine, l'affrancamento da concezioni culturali e religiose che frenano l'emancipazione sessuale. Ovviamente l'elenco citato non è visto, dagli estensori delle linee-guida per l'erotizzazione del Vecchio continente, come negativo, anzi: per costoro è essenziale incoraggiare i bambini e i giovani ad auto-determinare la propria sessualità con un'"educazione" continua, impartita a scuola da operatori adeguatamente formati, che superi le resistenze basate su concezioni considerate superate della sessualità. Non c'è più alcuno spazio perciò, in questa sorta di spudorato indottrinamento coatto, di autentico totalitarismo educativo, per tutti gli aspetti più delicati della sessualità umana: scompaiono l'innocenza, l'intimità, il pudore, la discrezione, la scoperta, il mistero dell'incontro con l'altro, la bellezza, il dominio e il dono di sé, la castità. Non c'è quasi più spazio neppure per l'amore, diventato un fardello ingombrante e citato ben poche volte, mai in un contesto di significato. Un disastro.

PREOCCUPANTE ESCALATION
Per comprendere meglio di che cosa stiamo parlando, ecco alcuni esempi di temi che si dovrebbero affrontare nell'educazione sessuale a scuola (dall'asilo in su), raccomandati dall'Oms in base alla fascia di età:
0-4 anni: gioia e piacere nel toccare il proprio corpo; diritto di esplorare la nudità e di essere curioso; autoerotismo infantile precoce; gioco del dottore; diritto di esplorare le identità di genere; diversi tipi di amore.
4-6 anni: raggiungimento di sensazioni di benessere; accettazione delle diversità; amicizia e amore verso persone dello stesso sesso; diverse concezioni di famiglia; miti sulla riproduzione (non si parli più della cicogna!, ndr); sensazioni legate alla sessualità (vicinanza, piacere, eccitazione) come componenti della gamma delle sensazioni umane.
6-9 anni: cambiamenti del corpo, mestruazioni, eiaculazione; idea base della contraccezione; i diversi metodi contraccettivi; acquisizione del concetto che si può influire sulla propria fertilità; rapporti sessuali; amori segreti, primo amore; matrimonio, divorzio, convivenza; riconoscimento e affronto delle differenze.
9-12 anni: organi sessuali e riproduttivi interni ed esterni e loro funzioni; riproduzione e pianificazione familiare; uso corretto di preservativi e contraccettivi; prima esperienza sessuale, orientamento di genere; accettazione, rispetto e comprensione delle diversità nella sessualità e nell'orientamento sessuale; differenze fra identità di genere e sesso biologico; consapevolezza dell'influenza di genere, età, religione, cultura, ecc. sulle relazioni; influenza positiva della sessualità sulla salute e il benessere.
12-15 anni: strutture familiari e cambiamento delle strutture familiari (ad es. famiglie monogenitoriali); senso di responsabilità rispetto alla prevenzione di infezioni sessualmente trasmesse (IST); senso di responsabilità rispetto alla prevenzione di gravidanze indesiderate; riconoscimento e accettazione dei diritti sessuali propri e altrui.
15 anni e oltre: visione critica delle diverse norme culturali/religiose inerenti il corpo umano; cambiamenti nella fertilità legati all'età (gravidanza surrogata, riproduzione medicalmente assistita); assunzione di decisioni informate sulla contraccezione e le gravidanze (indesiderate); scelta consapevole del contraccettivo e uso corretto del contraccettivo prescelto; diritto di abortire; passaggio da possibili sentimenti negativi, dal disgusto e odio verso l'omosessualità all'accettazione e all'apprezzamento per le differenze nel campo della sessualità.

UN "BENESSERE" DI MATRICE PAGANA
Non stupisca la deriva nichilista ed edonista, in pratica pagana, di un'organizzazione che dovrebbe tutelare la buona condizione fisica delle persone. Sin dalla sua nascita, nel 1948, l'Oms ha infatti rivoluzionato il concetto tradizionale: lo stato di salute non è più definito come semplice assenza di malattia, ma diventa il "completo benessere fisico, mentale e sociale", cambiamento di definizione reso necessario per spalancare le porte alla legalizzazione dell'aborto, grazie all'escamotage del completo benessere fisico, mentale e sociale della madre, dal momento che lo stato fisiologico della gravidanza non si sarebbe certo potuto definire una "malattia" da curare con l'aborto! Il primo direttore dell'Oms, cui si devono queste idee, il discusso psichiatra canadese Brock Chisholm (1896-1971), vedeva all'origine del diffuso malessere sociale le "velenose certezze" della tradizione giudaico-cristiana e la risoluzione di ogni problema nell'abolizione dei concetti di bene e di male. Per la sociologa tedesca Gabriele Kuby, ex sessantottina convertita al cattolicesimo a 53 anni, l'educazione sessuale obbligatoria impartita nelle scuole nelle modalità descritte fa parte di una più ampia deregolamentazione delle norme sessuali: non solo rende più difficile diventare adulti maturi, cioè capaci di assumersi la responsabilità di essere madri e padri, ma tendenzialmente ha come effetto la distruzione della famiglia, della cultura, della società.

Nota di BastaBugie: invitiamo a vedere il video "Dalla filosofia del gender a genitore 1 e genitore 2" che ben riassume la situazione sulla preoccupante dittatura gay che si sta instaurando in Italia e nel mondo


http://www.youtube.com/watch?v=Xxkhd4S-_hI

Fonte: Il Timone, febbraio 2014

6 - LA CEI SI SCHIERA CONTRO LA DITTATURA GAY
Il cardinal Bagnasco critica la ''lettura ideologica del gender'' che vuol ''fare della scuola dei campi di indottrinamento''
Autore: Massimo Introvigne - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 25-03-2014

Lunedì 24 marzo, aprendo il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, che la presiede ha affrontato con grande determinazione la problematica della famiglia e dell'ideologia di genere.
«La preparazione alla grande assise del sinodo sulla famiglia, che si celebrerà in due fasi nel 2014 e nel 2015, nonché il recente concistoro sul medesimo tema – ha detto Bagnasco – hanno provvidenzialmente riposto l'attenzione su questa realtà tanto "disprezzata e maltrattata", come ha detto il Papa: commenterei, "disprezzata" sul piano culturale e "maltratta" sul piano politico». Il cardinale ha inquadrato la natura ideologica del problema: la famiglia è diventata il nemico da abbattere. «Colpisce che la famiglia sia non di rado rappresentata come un capro espiatorio, quasi l'origine dei mali del nostro tempo, anziché il presidio universale di un'umanità migliore e la garanzia di continuità sociale. Non sono le buone leggi che garantiscono la buona convivenza – esse sono necessarie – ma è la famiglia, vivaio naturale di buona umanità e di società giusta».
Il cardinale è andato oltre: non è rimasto sul generico, ma ha citato come esempio dei maltrattamenti che la famiglia subisce un episodio specifico, su cui – lo ricordiamo per la cronaca, senza rivendicare primogeniture – per prima «La nuova Bussola quotidiana», nel silenzio generale, aveva attirato l'attenzione. «In questa logica distorta e ideologica – ha detto Bagnasco –, si innesta la recente iniziativa – variamente attribuita – di tre volumetti dal titolo "Educare alla diversità a scuola", che sono approdati nelle scuole italiane, destinati alle scuole primarie e alle secondarie di primo e secondo grado. In teoria le tre guide hanno lo scopo di sconfiggere bullismo e discriminazione – cosa giusta –, in realtà mirano a "istillare" (è questo il termine usato) nei bambini preconcetti contro la famiglia, la genitorialità, la fede religiosa, la differenza tra padre e madre... parole dolcissime che sembrano oggi non solo fuori corso, ma persino imbarazzanti, tanto che si tende a eliminarle anche dalle carte».
Durissimo il commento del presidente dei vescovi italiani «È la lettura ideologica del "genere" – una vera dittatura – che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l'identità di uomo e donna come pure astrazioni. Viene da chiederci con amarezza se si vuol fare della scuola dei "campi di rieducazione", di "indottrinamento". Ma i genitori hanno ancora il diritto di educare i propri figli oppure sono stati esautorati? Si è chiesto a loro non solo il parere ma anche l'esplicita autorizzazione? I figli non sono materiale da esperimento in mano di nessuno, neppure di tecnici o di cosiddetti esperti. I genitori non si facciano intimidire, hanno il diritto di reagire con determinazione e chiarezza: non c'è autorità che tenga».
Parole chiarissime: altri vescovi prendano esempio. La strategia enunciata esplicitamente da Papa Francesco nell'esortazione apostolica «Evangelii gaudium» – il Papa di certe questioni, comprese quelle (citate in nota nel documento come esempio delle «questioni» cui si allude) della famiglia e del gender, non parla, chiede che siano gli episcopati nazionali a intervenire – non piace a tanti nostri lettori, e dalle strategie, che non sono Magistero neppure ordinario, si può certo legittimamente dissentire. Però qualche volta le strategie funzionano: dove tace il Papa, i vescovi parlano. È successo negli Stati Uniti, in Polonia, in Croazia, in Portogallo, in Slovacchia. Ora succede anche in Italia, e non si può non ricordare che – come sempre avviene nel nostro Paese – prima di aprire con questa relazione il Consiglio Permanente della CEI venerdì scorso Bagnasco è andato in udienza dal Papa, cui questi testi sono di regola previamente sottoposti. Vediamo se questa rondine farà, come ci auguriamo, primavera.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 25-03-2014

7 - I METODI NATURALI COME RIMEDIO ALL'INFERTILITA' HANNO SUCCESSO IN OLTRE IL 70% DEI CASI
Hanno probabilità doppia di successo rispetto alla fecondazione artificiale (che, tra l'altro, è invasiva, frustrante e costosa): ecco chi contattare per imparare i metodi naturali
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: Tempi, 02/03/2014

I metodi naturali dimostrano un'efficacia crescente nella risoluzione delle patologie dell'infertilità. Al contrario avviene per le tecniche di fecondazione in vitro che hanno un'efficacia minore, non curano le malattie e prevedono percorsi invasivi, frustranti e costosi.
A dirlo sono i risultati di un protocollo presentato dalla dottoressa Elena Giacchi, ginecologa del centro studi e ricerche per la regolamentazione naturale della fertilità dell'Università Cattolica. I dati sono stati presentati durante il convegno "La ricerca della gravidanza nell'infertilità di coppia" (28 febbraio – 1 marzo, Roma).

I NUMERI
Su una casistica di 297 coppie che hanno seguito i metodi naturali, il 71 per cento è riuscita a concepire un bambino», spiega a tempi.it la dottoressa Giacchi, ricordando che questi sono gli studi preliminari e che il campione sarà triplicato. Evidente la differenza di successo fra natura e provetta: secondo gli ultimi dati del ministero della Salute, fra 2005 e 2011, la percentuale delle gravidanze con tecniche Icsi e Fivet era di circa il 20 per cento rispetto ai cicli iniziati, che aumenta o diminuisce a seconda dell'età: nel 2009 per le donne tra i 30 e 35 anni era circa del 25 per cento e per quelle tra i 40-42 anni del 14,5.

CURARE LE CAUSE
«Dalle analisi – prosegue Giacchi - emerge anche l'efficacia dei metodi naturali nel rintracciare le cause dell'infertilità. Attraverso il metodo sintotermico Roetzer si è scoperto che il 19 per cento delle coppie che lo ha utilizzato soffriva di una patologia. Di quelle che hanno seguito il Camen ad avere una patologia era il 12 per cento delle coppie, mentre con il Billing, che possiede la casistica più grande, si sale al 40».
Una scoperta importante, perché permette a chi ha una patologia di curarla, «cosa che non accade durante i percorsi di fecondazione artificiale, che anzi cercano di aggirare il problema con metodi invasivi, innaturali e violenti». Anche i costi sono diversi: un solo ciclo di fecondazione assistita costa circa 3.750 euro più 1.000 euro di medicazioni, con cifre che poi si moltiplicano a seconda del numero di tentativi. Senza contare gli altri migliaia di euro necessari al congelamento e al trasferimento degli embrioni. Medua Boioni Dedé, vice presidente della Confederazione italiana centri Rnf, spiega che «per seguire i nostri corsi non si paga: ad affiancare le coppie sono esperti che operano gratuitamente. Se ci sono costi, sono solo legati ai normali esami ospedalieri nel caso di sospetto di patologie».

LA NATURA È POTENTE
Eppure questo percorso non è pubblicizzato, spesso viene immaginato come inefficace perché naturale: «Abbiamo un'idea sbagliata della natura, che invece è potente e che occorre conoscere e seguire nella sua intelligenza. Per questo, anche se quella dei metodi naturali non è una tecnica né un approccio medico, ha esiti migliori». Inoltre, «accogliendo la persona e facendo un percorso con la coppia si riescono a sciogliere molti nodi. Spesso, volere a tutti costo un figlio che non arriva, fa spostare l'attenzione dall'amore fra uomo e donna alla gravidanza, causando un'ansia da prestazione di cui ne risentirà sia il rapporto sia il corpo, rendendo il concepimento difficile. Quando, invece, le persone sono aiutate a capire che solo curando la coppia si creano le condizioni più adatte per generare, imparano anche per il futuro che cosa significhi essere genitori: i figli hanno bisogno innanzitutto una madre e un padre che si amano». «Chi segue questi metodi non vuole un figlio a tutti i costi, infatti sta già accettando la possibilità di un limite naturale. Anzi, seguire i nostri corsi aiuta a comprendere la realtà e l'importanza di rispettarla per vivere serenamente. Forzandola, come nei processi di fecondazione artificiale, non si fa che soffrire e generare sofferenza». E il 30 per cento di coppie che non riesce a concepire? «Per generare non occorre concepire: l'amore fra uomo e donna può far crescere un altro tipo di consapevolezza. Che poi può sfociare nell'accoglienza dell'adozione».

Nota di BastaBugie: i metodi di regolazione naturale della fertilità sono metodi che consentono di individuare all’interno del ciclo femminile il periodo fertile ed i tempi sterili, attraverso l’osservazione quotidiana di alcuni segni e sintomi naturali di fertilità strettamente dipendenti dall’andamento ormonale proprio di ciascun ciclo.
Questa conoscenza può essere utilizzata per la ricerca della gravidanza in caso di difficoltà ad ottenere il concepimento.
Il Metodo dell'Ovulazione Billings ed i metodi Sintotermici (metodo Sintotermico CAMeN e metodo sintotermico Roetzer) possono essere applicati in ogni circostanza della vita della donna, anche con ciclo irregolare.
Il Metodo Naturale può aiutare ogni uomo ed ogni donna a prendere coscienza del dono della fecondità e maturare un atteggiamento di apertura consapevole al dono della vita; a crescere nel dialogo, nell’amore, nel rispetto reciproco, e vivere la propria sessualità in modo sempre più maturo e consapevole.
Per imparare i metodi naturali (Billings, Sintotermico Roetzer o Sintotermico CAMeN) non si può procedere da autodidatta, né affidarsi alla lettura di un manuale, ma è necessario rivolgersi ad una insegnante qualificato. I corsi sono gratuiti.
Per l'elenco degli insegnanti suddiviso per regione, consulta il sito ufficiale della Confederazione Italiana dei centri per la regolazione naturale della fertilità:
http://www.confederazionemetodinaturali.it

Fonte: Tempi, 02/03/2014

8 - LETTERE ALLA REDAZIONE: CI SI PUO' SPOSARE IN QUARESIMA?
Non ci sono più tempi proibiti per le nozze (ripassiamo i cinque precetti generali della Chiesa)
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 11/03/2014

Gentile redazione di BastaBugie,
ho venticinque anni e sono una affezionata lettrice da anni.
Avrei una domanda che non so a chi altri rivolgere perché sull'argomento ho trovato molta confusione da parte delle persone che ho interpellato finora.
Siccome mi sposo il mese prossimo un sabato di quaresima vorrei sapere, anche per informare gli invitati, parenti e amici, se è possibile festeggiare normalmente il matrimonio o se ci sono limitazioni per la quaresima.
Ormai che ci sono vorrei anche togliermi il dubbio sulla durata della quaresima. Io sapevo che questo periodo dura quaranta giorni, ma guardando sul calendario sono molti di più. Mi sapete illuminare anche in questo dubbio?
Ovviamente mi interessa il parere ufficiale della Chiesa e non le opinioni personali o solo per sentito dire.
Grazie per il vostro prezioso servizio.
Erika

Cara Erika,
innanzitutto tanti auguri per il "per sempre" che stai per pronunciare davanti a Dio e davanti agli uomini. E complimenti per il coraggio di sposarti a un'età conveniente senza aspettare inutilmente che il tempo passi inesorabile, con le complicazioni che ciò porta.
Per venire alla tua domanda cerco di rispondere sinteticamente per evitare fraintendimenti.

IL MATRIMONIO SI PUO' FESTEGGIARE IN QUARESIMA
La norma che vietava i matrimoni in quaresima è stata abolita dalla Chiesa. Era uno dei cinque precetti generali della Chiesa e, quindi, la Chiesa come aveva il potere (datole da Cristo) di introdurre dei precetti, ha anche il potere di modificarli o cancellarli. Ovviamente la Chiesa non può cancellare i comandamenti che sono dati da Dio stesso.

I CINQUE PRECETTI GENERALI DELLA CHIESA
Validi per tutti i cristiani e devono essere osservati sotto pena di peccato mortale:
1. Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate [per l'assoluzione del precetto vale anche la Messa del sabato pomeriggio, anche se è meglio partecipare la domenica, giorno del Signore, N.d.R.] e rimanere liberi da lavori e da attività che potrebbero impedire la santificazione di tali giorni;
2. Confessare i propri peccati almeno una volta all'anno;
3. Ricevere la Comunione almeno a Pasqua;
4. Astenersi dal mangiare carne e osservare il digiuno nei giorni stabiliti dalla Chiesa;
5. Sovvenire alle necessità materiali della Chiesa, secondo le proprie possibilità.

NEL MATRIMONIO DI SABATO IN QUARESIMA SI PUO' MANGIARE DI TUTTO E A VOLONTA'
Il quarto precetto generale della Chiesa stabilisce il digiuno il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo (facoltativamente estendibile anche al Sabato Santo). Stabilisce inoltre l'astinenza dalle carni e dai cibi prelibati tutti i venerdì dell'anno (fuori dalla quaresima l'astinenza dalle carni può essere sostituita da altra rinuncia a scelta del fedele, ma resta comunque obbligatoria).
Quindi ad esempio in un sabato di quaresima, salvo le rinunce quaresimali personali di ciascuno, si può mangiare di tutto e a volontà.
In un matrimonio celebrato di domenica non valgono nemmeno le rinunce quaresimali personali di ciascuno perché queste sono obbligatoriamente sospese la domenica, giorno del Signore, e le altre solennità della Chiesa (ad esempio: il 19 marzo, San Giuseppe e il 25 marzo, solennità dell'Annunciazione).

IN QUARESIMA IL MATRIMONIO SI PUO' FESTEGGIARE COME PER IL RESTO DELL'ANNO
Non esiste più nemmeno la limitazione nei festeggiamenti. Quindi si possono festeggiare gli sposi come nel resto dell'anno. Ovviamente resta il limite della decenza, dell'educazione e del rispetto della morale cattolica e della santità del matrimonio visto, tra l'altro, che si è celebrato il matrimonio in Chiesa.

DA QUANTI GIORNI È FORMATA LA QUARESIMA? QUARANTA SONO I GIORNI DI PENITENZA
In quaresima siamo invitati a fare delle rinunce e dei buoni propositi, i cosiddetti fioretti quaresimali (nei tre ambiti classici: digiuno, preghiera, carità). Per quanto riguarda il primo impegno, il digiuno, ad esempio uno può rinunciare ai dolci oppure alla televisione. Ma la rinuncia si sospende la domenica in quanto la domenica è il giorno del Signore e si ricorda la risurrezione di Gesù: è quindi un giorno di festa (anche in quaresima) e non si può fare penitenza nel giorno di festa. Quindi, per tornare alla tua ultima domanda, è vero che la quaresima si chiama così dal numero 40, ma quaranta sono i giorni di penitenza, non la durata totale (che comprendendo le domeniche è dunque più lunga di quaranta giorni).

Spero di aver chiarito ogni dubbio, ma in ogni caso il sacerdote che celebrerà il tuo matrimonio potrà senz'altro chiarire ogni aspetto ulteriore.
Di nuovo tanti auguri. Che Dio vi benedica con una vita serena e con il dono di tanti figli.

DOSSIER "QUARESIMA"
Digiuno, preghiera, carità

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Fonte: Redazione di BastaBugie, 11/03/2014

9 - OMELIA IV DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO A - (Gv 9,1-41)
Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 30/03/2014)

La quarta domenica di Quaresima ci presenta l'episodio evangelico della guarigione del cieco nato. Secondo la mentalità dell'epoca, ogni malattia o sciagura era conseguenza di un peccato. Ora, dato che quell'uomo era cieco dalla nascita, due erano le possibilità: o egli aveva peccato fin dal grembo materno, oppure, scontava i peccati dei suoi genitori. I Discepoli domandarono infatti a Gesù: "Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori?" (Gv 9,2). Gesù rifiutò tutte e due le possibilità e affermò che quella cecità era occasione perché gli uomini riconoscessero Lui come l'Inviato dal Padre, venuto a salvare l'umanità. Quella cecità, dunque, è simbolo della condizione dell'uomo peccatore: mentre la luce degli occhi rappresenta il dono di grazia donatoci da Gesù.
Ogni volta che Gesù compie un miracolo, sono due i motivi che lo spingono ad operarlo. Il primo motivo, quello più ovvio, è quello di andare incontro alle miserie dell'uomo, è la misericordia che si commuove di fronte alle sofferenze umane. Ma vi è un altro motivo, anch'esso molto profondo: ogni miracolo è anche un segno che rimanda a qualcosa di superiore, ad un insegnamento molto importante. Qual è l'insegnamento del miracolo del cieco nato? L'insegnamento è quello che Gesù è venuto a salvarci, è venuto a dissipare le tenebre del peccato e a donarci la luce della fede e della grazia.
L'episodio del cieco nato si inserisce nella catechesi battesimale della Quaresima, e, fin dal terzo secolo, questa pagina evangelica era utilizzata nella preparazione di tutti quelli che desideravano diventare cristiani. Come il cieco guarisce dopo l'immersione nelle acque di Siloe - Siloe era una piscina posta nei pressi del Tempio -, così Gesù Cristo continua ad illuminare gli uomini per mezzo del Sacramento dell'acqua, ovvero il Battesimo. Il cieco nato riceve due grazie: la prima è quella della vista; la seconda è quella della fede. Infatti, dopo essere stato miracolato, alla domanda di Gesù: "Tu credi nel Figlio dell'uomo?" (Gv 9,38), ovvero in Gesù, egli risponde: "Credo Signore!" (Gv 9,38). La vista materiale che aveva ottenuto era segno di un dono ancora più grande che aveva ricevuto per l'anima: il dono della fede.
Il 20 Gennaio 1842 si convertì al Cattolicesimo Alfonso di Ratisbonne, un ebreo caduto nell'ateismo che odiava il cattolicesimo. Un giorno, durante una visita a Roma, per non far dispiacere ad un amico, accettò per pura cortesia una piccola medaglia della Madonna e se la mise al collo. Era la famosa Medaglia Miracolosa fatta coniare in seguito alle apparizioni mariane del 1832. Improvvisamente, durante una visita ad una chiesa fatta solo per vedere se vi era qualche opera d'arte degna di nota, cadde in ginocchio e si convertì all'istante. In quel momento egli vide come delle bende che gli caddero dagli occhi e, finalmente, capì quella che era la verità. Egli stesso poi diede questa testimonianza: "All'improvviso, mi sentii preso da uno strano turbamento e vidi come scendere un velo davanti a me. La chiesa mi sembrò tutta oscura, eccettuata una cappella come se la luce si fosse concentrata tutta lì. Non posso rendermi conto di come mi sia trovato in ginocchio davanti alla balaustra di quella cappella. Levai comunque gli occhi verso la luce che tanto risplendeva e vidi, in piedi sull'altare, viva, grande, maestosa, bellissima e dall'aria misericordiosa, la Santa Vergine Maria, simile nell'atto e nella struttura all'immagine della Medaglia che mi era stata donata perché la portassi. Cercai più volte di alzare gli occhi verso di Lei, ma il suo splendore e il rispetto me li fecero abbassare, senza impedirmi però di sentire l'evidenza dell'apparizione. Fissai lo sguardo, allora, sulle sue mani e vidi in esse l'espressione del perdono e della misericordia. Con quelle stesse mani, mi fece segno di restare inginocchiato. Ma una forza irresistibile mi spingeva verso di Lei. Alla sua presenza, benché Ella non abbia detto alcuna parola, compresi di colpo l'orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della religione cattolica: in una parola, compresi tutto, di colpo".
Quando vi è una conversione, vi è sempre il lavoro nascosto di Maria che ottiene ai suoi figli la grazia più grande: la grazia di incontrare Gesù, Via, Verità e Vita. Preghiamola per rafforzare sempre di più la nostra fede e per la conversione di tanti nostri fratelli che vivono ancora nelle tenebre del peccato e dell'errore.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 30/03/2014)

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