BastaBugie n�112 del 30 ottobre 2009

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1 BASTABUGIE HA BISOGNO DEL TUO AIUTO PER SERVIRTI SEMPRE MEGLIO! CON SOLI 10 EURO RICEVERAI IL CD CON OLTRE 1000 ARTICOLI DI BASTABUGIE

Fonte: Redazione di BASTABUGIE
2 CAMPAGNA PER GAY E LESBICHE IN TV, GIORNALI, SUI MURI E NELLE SCUOLE: IL GOVERNO ITALIANO SPENDERA' DUE MILIONI DI EURO (SONO SOLDI NOSTRI!)

Fonte: Yahoo! Notizie - Italia
3 BENEDETTO XVI APRE LE PORTE AL RIENTRO DEGLI ANGLICANI NELLA CHIESA CATTOLICA: EVENTO CHE RIMARRA' NELLA STORIA DELLA CHIESA

Autore: Massimo Introvigne - Fonte: cesnur.org
4 SPAGNA: UN MILIONE IN PIAZZA PER DIRE NO ALLA RIFORMA DELL'ABORTO DI ZAPATERO

Fonte: Corrispondenza Romana
5 MESSA IN LATINO: SONO ORMAI INARRESTABILI GLI EFFETTI DEL MOTU PROPRIO DEL PAPA

Fonte: Corrispondenza Romana
6 LA VITA DEI CUBANI: UN INCUBO... DESCRITTO DA CHI CI VIVE

Autore: Piero Gheddo - Fonte: Zenit
7 IL PURGATORIO E' UN'INVENZIONE DEL MEDIOEVO? NIENTE AFFATTO, LO DICE ANCHE LA BIBBIA NELL'ANTICO TESTAMENTO

Fonte: I Tre Sentieri
8 IL PAPA CHE SI OPPOSE A HITLER: COME NASCE LA LEGGENDA NERA SU PIO XII

Autore: Lorenzo Fazzini - Fonte: Avvenire
9 OMELIA PER LA SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI (Mt 5,1-12a)

Autore: Benedetto XVI - Fonte: vatican.va

1 - BASTABUGIE HA BISOGNO DEL TUO AIUTO PER SERVIRTI SEMPRE MEGLIO! CON SOLI 10 EURO RICEVERAI IL CD CON OLTRE 1000 ARTICOLI DI BASTABUGIE

Fonte Redazione di BASTABUGIE

COME NASCE BASTABUGIE
Il servizio di informazione di BASTABUGIE è nato nel 2007 dall'iniziativa di alcuni giovani che si scambiavano delle e-mail con gli articoli più interessanti trovati in internet. A un certo punto uno di loro ha raccolto gli articoli e li ha inviati agli amici di cui aveva la mail. All'inizio l'invio raggiungeva una trentina di persone, ma rapidamente il numero è cresciuto fino a diventare di alcune centinaia. A quel punto, e siamo al 2 novembre 2007, BASTABUGIE è stato pubblicato in un blog (www.nobugie.splinder.com) e ha preso la forma attuale con nove articoli alla settimana. I lettori aumentavano di settimana in settimana e, grazie al lavoro volontario di alcune persone, riesce a fornire il servizio senza conoscere pause durante l'anno, nemmeno d'estate.
Ad oggi gli iscritti sono ormai duemila, senza contare coloro che scaricano BASTABUGIE direttamente dal blog. Anche su facebook i contatti sono ormai oltre ottocento...
 
PROGETTI PER IL FUTURO
Adesso è venuto il momento di fare un salto di qualità: i lettori ci segnalano spesso problemi nella ricezione delle mail o comunque miglioramenti da fare.
Abbiamo pensato allora di lanciare una raccolta volontaria di fondi per migliorare il servizio da un punto di vista tecnico, lasciando inalterata la qualità degli articoli selezionati.
Come ormai vi siete resi conto, BASTABUGIE non teme di affrontare nessun tema di attualità per quanto polemico o delicato possa essere. BASTABUGIE è infatti una selezione di articoli per difendersi dalle bugie della cultura dominante: televisioni, giornali, internet, scuola, ecc. Non dipendiamo da partiti politici, né da lobby di potere. Soltanto vogliamo pensare con la nostra testa, senza paraocchi e senza pregiudizi!
Adesso abbiamo bisogno del vostro aiuto: state certi che utilizzeremo i fondi raccolti per servirvi sempre meglio. Con un impegno: BASTABUGIE rimane comunque gratuito per mantenere la più ampia diffusione possibile.
 
L'ESCLUSIVO CD (CON CONTENUTI SPECIALI) A SOLI 10 EURO
A tutti coloro che ci manderanno almeno dieci euro, invieremo un cd contenente tutti i file con gli oltre cento numeri di BASTABUGIE finora pubblicati. Il cd conterrà inoltre i quasi trecento articoli che erano stati inviati prima del numero 1 del novembre 2007. Quindi un totale di oltre mille articoli selezionati per voi in questi anni. E' un modo per ringraziare coloro che ci aiuteranno in questo ambizioso progetto.
Per fare la donazione potete usare il conto corrente del Centro Culturale Amici del Timone di Staggia Senese con il quale siamo collegati da un rapporto di collaborazione e promozione reciproca.
 
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Indirizzo: Amici del Timone - Piazza Grazzini 5 - 53036 Staggia (SI)
 
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Invitiamo ciascuno di voi a inviare subito la sua donazione, nella misura delle sue possibilità.
Ringraziamo tutti voi comunque per l'affetto con cui ci seguite.

Fonte: Redazione di BASTABUGIE

2 - CAMPAGNA PER GAY E LESBICHE IN TV, GIORNALI, SUI MURI E NELLE SCUOLE: IL GOVERNO ITALIANO SPENDERA' DUE MILIONI DI EURO (SONO SOLDI NOSTRI!)

Fonte Yahoo! Notizie - Italia, 8 ottobre 2009

''Una grande campagna di comunicazione contro le discriminazioni per orientamento sessuale, che, tramite spot televisivi, giornali, affissioni sui bus, nelle metropolitane e sui muri delle nostre citta', aiuti ad abbattere e, quindi, azzerare le discriminazioni per orientamento sessuale. Un impegno - anche economico - senza precedenti, con due milioni di euro stanziati per far arrivare dappertutto il nostro messaggio''. Lo ha annunciato il Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, incontrando i rappresentanti delle associazioni gay, lesbiche e transgender che si e' tenuto oggi al Ministero. Durante l'incontro, organizzato insieme al deputato del Pd Paola Concia, il Ministro ha ascoltato le richieste delle oltre venti associazioni che hanno risposto all'appello ed illustrato gli interventi messi in campo dalle Pari Opportunità. Tra questi, oltre alla campagna di comunicazione, il Ministro ha ricordato la ''Settimana contro la Violenza'' che, organizzata in tutte le scuole dal 12 al 18 ottobre, includerà l'omofobia tra i temi oggetto dei dibattiti e degli incontri. Il Ministro ha anche annunciato che sta per siglare con il Comune di Roma un protocollo che consentirà di creare nella Capitale, teatro degli ultimi episodi di intolleranza, un Osservatorio con compiti di monitoraggio, assistenza e di informazione nei confronti dei omosessuali e transessuali oggetto di discriminazioni. Sollecitata dalle associazioni, la titolare per le Pari Opportunità si e' anche impegnata a farsi portavoce presso la maggioranza della necessità di reintrodurre nel testo della legge che istituisce aggravanti per i reati compiuti a scopo discriminatorio, dell'importanza di comprendere anche 'l'identità di genere' in modo tale da ricomprendere anche i delitti commessi contro le persone transessuali.

Fonte: Yahoo! Notizie - Italia, 8 ottobre 2009

3 - BENEDETTO XVI APRE LE PORTE AL RIENTRO DEGLI ANGLICANI NELLA CHIESA CATTOLICA: EVENTO CHE RIMARRA' NELLA STORIA DELLA CHIESA

Autore: Massimo Introvigne - Fonte: cesnur.org, 23 ottobre 2009

La “Nota informativa” della Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicata martedì 20 ottobre “circa gli ordinariati personali per anglicani che entrano nella Chiesa Cattolica” rappresenta una piccola rivoluzione nell’accostamento all’ecumenismo e s’inserisce pienamente nel magistero di Benedetto XVI. Offre anche un modello per il futuro ritorno alla Chiesa Cattolica di altri gruppi dottrinalmente vicini, ma con cui permangono divergenze sul piano disciplinare e liturgico.
Riassunto delle puntate precedenti: dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II molte diocesi cattoliche, e molti esperti di ecumenismo, hanno scoraggiato il ritorno di singoli protestanti, ortodossi e anche anglicani alla Chiesa Cattolica. Accogliere oggi singole persone o gruppi, si diceva, avrebbe irritato i dirigenti delle comunioni o Chiese cristiane separate e avrebbe reso più difficile domani l’integrale ritorno a Roma di queste realtà. Benedetto XVI ha sempre avuto molti dubbi su questo accostamento, ritenendolo tipico di una sorta di “ultra-ecumenismo” che rischia di scadere nel relativismo. Sul piano teorico, non incoraggiare o addirittura ostacolare queste conversioni implica l’idea secondo cui è indifferente essere cattolici oppure protestanti, anglicani e così via. Nell’enciclica “Caritas in veritate” il Papa ha invece precisato che la dottrina della libertà religiosa proclamata dal Vaticano II “non significa indifferentismo religioso e non comporta che tutte le religioni siano uguali”. Sul piano pratico, Benedetto XVI sa bene che la piena unione con la maggioranza delle denominazioni separate da Roma nel loro insieme è un obiettivo talmente difficile da doverlo considerare umanamente impossibile. Gli anglicani – come ricorda la Nota – ci hanno messo del loro, prima ammettendo al sacerdozio e all’episcopato le donne, poi accogliendo e perfino celebrando i matrimoni omosessuali.
A questo punto il Papa ha detto basta: e la Nota permette di accogliere non solo singoli anglicani, ma interi gruppi anche molto numerosi – gli interessati sarebbero centinaia di migliaia, se non milioni – che rifiutano il sacerdozio femminile e le unioni omosessuali. Questi gruppi – ed è qui la novità – potranno mantenere le loro peculiarità liturgiche e i loro pastori anglicani sposati, che – rimanendo sposati – saranno ordinati ricorrendone le condizioni sacerdoti cattolici, anche se solo i celibi potranno diventare vescovi. Infatti per la Chiesa Cattolica il celibato sacerdotale è una questione puramente disciplinare, che ammette deroghe, mentre l’esclusione delle donne dal sacerdozio è una questione dogmatica e non tollera eccezioni.
La Nota rappresenta non solo la fine di un “ultra-ecumenismo” relativista, ma anche un modello per accogliere nella Chiesa Cattolica gruppi molto numerosi di fedeli – per esempio intere Chiese ortodosse e, perché no, il tradizionalismo lefebvriano – che potranno conservare le loro particolarità liturgiche e spirituali e i loro vescovi. A patto, naturalmente, di aderire integralmente alla dottrina cattolica e di riconoscere l’autorità del Papa.

Fonte: cesnur.org, 23 ottobre 2009

4 - SPAGNA: UN MILIONE IN PIAZZA PER DIRE NO ALLA RIFORMA DELL'ABORTO DI ZAPATERO

Fonte Corrispondenza Romana, 24 ottobre 2009

Il 17 ottobre si è svolta a Madrid la più grande manifestazione di tutti i tempi in territorio spagnolo. Più di un milione di persone (alcune fonti parlano di due milioni di manifestanti) sono scese in piazza al grido Cada vida importa, ogni vita è importante, per dire basta ai soprusi del governo socialista di Zapatero che ha in programma una riforma in senso peggiorativo della legislazione vigente in Spagna sull’aborto.
Il progetto di legge attualmente in discussione nel parlamento spagnolo prevede la possibilità di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza senza parere medico e fino alla 14 esima settimana ed estende anche alle adolescenti di 16 anni il “diritto” di abortire, senza l’autorizzazione dei genitori. La legge attuale consente l’interruzione di gravidanza in tre casi: stupro, malformazione del feto e pericolo per la salute psicofisica della donna (in quest’ultimo caso senza limiti di tempo). Malgrado la legge, come abbiamo visto, sia piuttosto permissiva, l’aborto è considerato ancora un reato; dunque, l’obiettivo di Zapatero è quello di far varcare alla cattolica Spagna la soglia che separa un delitto da un diritto.
L’approvazione definitiva della riforma farebbe entrare a pieno titolo l’aborto nell’elenco dei diritti umani fondamentali in linea con le direttive europee, conducendo forse a compimento il processo di radicale scristianizzazione della Spagna avviato dal premier socialista. L’enorme mobilitazione di gente scesa in strada per protestare contro questa deriva antiumana ed anticattolica fa ben sperare e rende conto di una sete di verità e giustizia che ancora è viva e presente nell’animo degli spagnoli.
Tuttavia, Zapatero non è un caso isolato o un alieno sceso sulla terra per creare lo scompiglio ed il caos, ma un semplice generale nella battaglia globale delle forze del male contro l’umanità, che annovera tra le sue fila un esercito di combattenti agguerriti, determinati e per nulla fiaccati dalla resistenza seppur eroica delle sfilacciate e mal dirette truppe nemiche. Occorre un decisivo aiuto “dall’alto” per ribaltare un esito che appare scontato; la manifestazione che si è svolta a Madrid è il grido stupendo e disperato di chi non vuole arrendersi e c’è la speranza che il Padre Misericordioso del Cielo ascolti le accorate suppliche dei suoi figli ed accorra prontamente in aiuto.

Fonte: Corrispondenza Romana, 24 ottobre 2009

5 - MESSA IN LATINO: SONO ORMAI INARRESTABILI GLI EFFETTI DEL MOTU PROPRIO DEL PAPA

Fonte Corrispondenza Romana, 24 Ottobre 2009

Dal 16 al 18 ottobre 2009, sotto il titolo di Un grande dono per tutta la Chiesa, si è celebrato a Roma, a pochi passi dal Vaticano, l’attesissimo “II Convegno sul Motu proprio Summorum Pontificum di S.S. Benedetto XVI”. La riuscita di questo importante avvenimento è innegabile, ed è stata suggellata da un saluto del Santo Padre ai convegnisti.
Organizzato dall’associazione Amicizia Sacerdotale Summorum Pontificum e dal gruppo laicale Giovani e Tradizione, il Convegno è stato presieduto, diretto e portato a buon fine dall’animatore e fondatore dei due menzionati organismi: il teologo domenicano padre Vincenzo Nuara.
Preceduto da un ritiro per sacerdoti tenutosi venerdì 16, il 17 ottobre si è aperto il Convegno vero e proprio. La grande presenza di giovani sacerdoti e seminaristi, religiosi e religiose, molti dei quali neppure trentenni, è stata un segno eloquente di quanto gli attuali “segni dei tempi” vadano nel senso di un ritorno alle radici della fede, della dottrina e della spiritualità cristiana. Dopo la Santa Messa nella forma straordinaria, celebrata da mons. Atanasio Schneider, padre Nuara ha fatto una notevole introduzione ai lavori, in cui ha ricordato come dalla promulgazione del Motu proprio la vita di molti dei presenti è cambiata. Lamentando una situazione difficile in ordine all’applicazione del testo pontificio, il padre ha però richiamato il valore ascetico della sofferenza per una giusta causa: proprio dalle pene patite nel silenzio e nell’abbandono dai sacerdoti e dai fedeli legati toto corde al rito tradizionale verrà l’inizio della (vera) riforma della Chiesa.
La prima conferenza è stata quella del vescovo Schneider sul tema della “Sacralità e bellezza della Liturgia nei Santi Padri”. Secondo il prelato, il culto di Dio deve essere consapevole della santità divina e questa nozione fondante e imprescindibile è presente fin dai testi liturgici più antichi che ci vengono dalla Tradizione. In pratica, l’esatto opposto di ciò che la moda liturgica prevalente, intrisa di valori umanistici e intramondani, ci vorrebbe imporre già da vari decenni. Il simbolismo e la gestualità sono fondamentali per una retta comprensione del mistero celebrato: secondo il prelato dunque, nulla, assolutamente nulla, dovrebbe essere lasciato al caso, all’improvvisazione e all’arbitrio umano.
La relazione seguente è stata quella del prof. Roberto de Mattei, sul tema della “Cattolicità e Romanità della Chiesa nell’ora presente”. Lo storico romano ha presentato una sintesi del significato di Roma e della romanità all’interno della visione cattolica del mondo. Ha fatto notare come la romanitas non sia una nota aggiuntiva e di secondario valore per definire la vera Chiesa di Dio, anzi essa appare come la quintessenza della cattolicità. Non è un caso infatti che i nemici della Chiesa siano anche, necessariamente, nemici della (vera) romanità e della latinità. La modernità, inaugurata dall’anti-romanesimo luterano, registra due fenomeni speculari e convergenti: da un lato si vuole “purificare” il cristianesimo dalla romanità, come vorranno tutte le sette protestanti, il giansenismo, e poi il modernismo e il neo-modernismo; dall’altro si esalta Roma, per farne una sorta di idolo in funzione anti-cattolica: si pensi qui a Federico II, a Machiavelli, al ghibellinismo, ai giacobini e al nazionalismo laico otto-novecentesco.
Nella medesima mattinata vi sono state anche due brevi ma importanti comunicazioni del Vice Presidente della Pontificia Commissione dei Beni Culturali della Chiesa e di Archeologia Sacra, dom Michael John Zielinski, e di mons. Valentino Miserachs Grau, Presidente del Pontificio Istituto di Musica Sacra. Entrambi gli interventi hanno inteso significare l’importanza per l’Arte sacra e per la musica di Chiesa del legame con la tradizione liturgica latina e gregoriana: i due presuli hanno quindi criticato molte delle recenti evoluzioni artistiche o musicali, che occultano quella sacralità così necessaria al culto cristiano e alla spiritualità dei fedeli. Dopo il pranzo, v’è stato il gradito intervento di mons. Guido Pozzo, neo Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei. Il presule ha ribadito l’importanza della liturgia tradizionale per la continuità dottrinale cattolica e ha notato che, nonostante le difficoltà esistenti, l’applicazione del Motu proprio dovrà continuare ad estendersi.
Molto attesa la relazione tenuta da padre Stefano M. Manelli, fondatore dei Francescani dell’Immacolata, una delle più giovani e promettenti famiglie della “riforma francescana”. L’esimio sacerdote ha parlato lungamente e con accenti accorati del rapporto inscindibile tra la vita religiosa, che egli vive in prima persona da oltre mezzo secolo, e la liturgia. La decadenza liturgica attuale, più volte segnalata da Benedetto XVI, ha influito certamente sul calo delle vocazioni sacerdotali e religiose e anche sulla desacralizzazione di monasteri, conventi e istituti un tempo fiorenti. La decisione dei Francescani dell’Immacolata di tornare alla messa e all’ufficio liturgico tradizionale sta dando frutti preziosi, sia in quantità di vocazioni, sia in un innalzamento della vita spirituale nelle loro comunità maschili e femminili. Secondo padre Manelli, a norma del Motu proprio sono in particolare i religiosi che debbono riprendere gli antichi usi liturgici e ascetici: così essi formeranno quelle sante oasi di cui tutti i fedeli avvertono sempre più il bisogno.
L’ultimo relatore è stato il noto teologo mons. Brunero Gherardini, recente autore di un importante messa a punto sul valore (e i limiti) dei documenti conciliari. Dopo aver ricordato che il Motu proprio si configura come una “sanatio”, egli ha illustrato il vero senso della Tradizione, all’insegna della continuità dogmatica e magisteriale. Con acume e profondità teologica, mons. Gherardini ha saputo mostrare l’opposizione tra la Tradizione vivente, intesa in senso cattolico, e cioè la virtualità infinita del magistero di fissare “nuovi” dogmi, già facenti parte della Divina Rivelazione, e la “tradizione vivente” inventata dal modernismo, che usa questa espressione per conformare il dogma e la dottrina alle variazioni pressoché infinite del fragile pensiero umano.
Padre Nuara ha quindi chiuso i lavori ringraziando gli ospiti e notando che il Convegno stesso è parso come una grazia di Dio, la sua riuscita come un vero miracolo.
La domenica 18 ottobre i convegnisti hanno avuto la gioia di partecipare alla Santa Messa pontificale, celebrata da mons. Raymond Leo Burke, Prefetto della Segnatura Apostolica, nella Basilica di san Pietro. Giova ricordare che alla Messa conclusiva, come del resto già durante tutto il convegno, erano presenti membri di tutti gli Istituti che usano del messale antico: dalla Fraternità san Pietro all’Istituto di Cristo Re, dai Francescani dell’Immacolata all’Istituto del Buon Pastore, oltre alla figura ben nota di mons. Perl.
L’unità della “famiglia cattolica tradizionale”, pur tra tante difficoltà, non è il minor successo dell’iniziativa di padre Vincenzo Nuara.
All’Angelus dello stesso giorno, il Santo Padre ha salutato i partecipanti al Convegno, dando così un appoggio dall’alto all’importante iniziativa.

Fonte: Corrispondenza Romana, 24 Ottobre 2009

6 - LA VITA DEI CUBANI: UN INCUBO... DESCRITTO DA CHI CI VIVE

Autore: Piero Gheddo - Fonte: Zenit, 29 settembre 2009

Uno dei libri che sono riuscito a leggere in estate è quello di una giovane cubana, Yoáni Sánchez, "Cuba libre - Vivere e scrivere all'Avana" (Rizzoli 2009, pagg. 240, 17 Euro). Yoáni (nata nel 1975) è una strana dissidente. Vive a Cuba, lavora per il portal "Desdecuba.com", è integrata nella società cubana come suo marito. Yoàni non protesta contro il regime, non denunzia, non condanna.
Semplicemente scrive un "Blog" ("generación Y") su come si vive nel "paradiso" cubano, dopo cinquant'anni di regime comunista. Il Blog è "generaciony", che si trova anche in www.lastampa.it/sanchez e in www.lastampa.it/generaciony. (La generazione Y è quella cubana degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, quando prevalevano i nomi di bambini e bambine con la Y, comune nei nomi russi. Yoáni è uno di questi).
Il Blog è una specie di diario quasi quotidiano on line che racconta la fame cronica e le difficoltà di fare la spesa senza trovare quel di cui si ha bisogno, l'arte di riparare gli elettrodomestici in casa, la paura di essere ricoverati in ospedale dove manca persino il necessario per sterilizzare, il panico quando si è convocati dalla polizia, la nullità delle notizie date dai giornali e dalla televisione del regime, il timore di essere denunziati come "disfattisti" se chiacchierando con un vicino di casa si dice qualche parola di troppo sul Governo, la proibizione di leggere la stampa estera e via dicendo. Soprattutto pesa la mancanza di speranza che qualcosa cambi.
I giovani vorrebbero tutti emigrare da Cuba, per andare non importa dove. "A me basta andarmene da qui", dicono. E' una società bloccata in cui non succede niente perché non si rinnova. Da mezzo secolo si continua ad esaltare le glorie e i miti della "società socialista", mentre le schiere di turisti che invadono l'isola portano messaggi di un mondo diverso. E' difficile e frustrante, specialmente per i giovani, vivere dove non c'è libertà.
Un solo esempio della vita a Cuba. Yoáni abita in un palazzo di 20 piani a L'Avana, con due vetusti ascensori sovietici dei tempi di Kruscev che da almeno vent'anni dovrebbero essere rimossi e sostituiti. "Abbiamo passato vent'anni a rattoppare l'ascensore sovietico e a tenerci in forma utilizzando le scale", ricorda. Si è dovuto "cannibalizzare uno degli ascensori, prendendo i suoi pezzi per riparare l'altro. Ma adesso finalmente li rimpiazzeremo entrambi".
I due nuovi ascensori (russi questa volta) sono già sul posto. Per il momento non funziona alcun ascensore e ci vorrà del tempo per impiantare i nuovi. "Almeno quattro mesi - scrive Yoáni -, durante i quali lascerò parecchie calorie sui 232 scalini che mi separano dalla strada. L'intenso esercizio non mi spaventa: ho percorso questi 14 piani portando in spalla la mia bicicletta e, moltissime volte, con mio figlio in braccio".
Yoáni ha 34 anni. E gli inquilini anziani dei piani superiori che, con quel poco che possono mangiare, non hanno più calorie da spendere, sono condannati a rimanere chiusi in casa per quattro mesi o si fanno calare in strada dentro un cesto legato ad una corda?
E' solo un esempio, uno dei tanti. "La rivoluzione è una festa di pochi", scrive Yoáni, cioè di quelli che servono il regime e ne ricevono un lauto stipendio e privilegi che la gente comune non può nemmeno sognare. Il suo Blog, diventato un fenomeno con risonanza mondiale, è oggi la più acuta spina nel fianco del regime. Al punto che lo stesso Líder Maximo, Fidel Castro, ha attaccato Yoáni pubblicamente, accusandola di essere una spia al soldo del capitalismo.
Yoáni continua nel suo impegno di essere la portavoce di milioni di cubani. Prevede forse che prima o poi pagherà un prezzo salato per questa sua ostinazione di vivere un giorno in una "Cuba libre". Spera che la solidarietà internazionale la preservi da questo male.

Fonte: Zenit, 29 settembre 2009

7 - IL PURGATORIO E' UN'INVENZIONE DEL MEDIOEVO? NIENTE AFFATTO, LO DICE ANCHE LA BIBBIA NELL'ANTICO TESTAMENTO

Fonte I Tre Sentieri, 24 ottobre 2009

Siamo vicini alla commemorazione dei defunti... è dunque importante che chi vuol essere servitore della Verità abbia le idee chiare anche sul Purgatorio,  per saper bene combattere tante sciocchezze che su di esso vengono dette: prima fra tutte che sarebbe stato (il Purgatorio) un’invenzione della chiesa medievale.
Spesso sui testi scolastici (e non solo) si afferma che il Purgatorio sia una verità cattolica che non abbia alcun fondamento biblico e che sia una sorta di “invenzione” della Chiesa medievale per incrementare indulgenze e Messe di suffragio...
E’ davvero così? Niente affatto.
Prima di tutto va detto che la Sacra Scrittura fa riferimento al Purgatorio.
Nell’Antico Testamento vi è l’episodio riguardante la morte di Aronne, allorquando vennero offerti sacrifici per trenta giorni. Ora, se è possibile offrire sacrifici per un defunto, vuol dire che il defunto può espiare anche dopo la morte.
Sempre restando all’Antico Testamento ancora più importante è il capitolo 12 del Secondo Libro dei Maccabei, dove si narra che Giuda Maccabeo, dopo che gli Ebrei ebbero vinto un’importante battaglia per la loro indipendenza, si recò sul campo di battaglia e si accorse che sotto la tunica di ciascun caduto vi erano oggetti idolatrici, fu così che decise di pregare lui stesso e fece pregare il popolo d’Israele affinché Dio perdonasse il peccato di quei soldati. Si legge ancora che Giuda Maccabeo fece fare una colletta e la inviò a Gerusalemme affinché fosse offerto un sacrificio espiatorio. Dunque un sacrificio espiatorio per i defunti, il che vuol dire che vi era la convinzione che si potesse pregare per i defunti, il che vuol dire anche che si era convinti che nell’aldilà ci fosse un “luogo” di espiazione. 
 Passando al Nuovo Testamento importante è ciò che è scritto al capitolo 5 del Vangelo di San Matteo:“Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo.” (5, 25-26).
 Ancora il Vangelo di San Matteo:“Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio dell’uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro.” (12, 31-32).
 Significativo è anche ciò che è scritto nella Prima Lettera ai Corinti: “Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. Se l’opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; ma se l’opera finirà bruciata, sarà punito; tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco.” (1 Corinti 3, 10-17).
 Basterebbe questo per capire quanto la verità del Purgatorio abbia un fondamento biblico.
 Ma aggiungiamo anche altro.
 Un esempio si può trarre dal diario di santa Perpetua, santa che fu martirizzata a Cartagine il 7 marzo del 203. Mentre si trovava in prigione, Perpetua ebbe una duplice visione. Nella prima vide suo fratello Dinocrate, “morto a sette anni per un cancro che gli aveva devastato la faccia” al punto che, scrisse la Santa , “la sua morte aveva fatto inorridire tutti.” Perpetua vide il suo fratellino uscire “da un luogo tenebroso dove vi era molta altra gente; era accaldato e assetato, sudicio e pallido. Il volto era sfigurato dalla piaga che l’aveva ucciso.” E, sempre in questa prima visione, santa Perpetua vide suo fratello che cercava, senza riuscirci, di bere ad una piscina e con ciò capì che Dinocrate stava soffrendo. Impietosita da questa visione, pregò per l’anima del suo fratellino. Il Signore ascoltò le sue preghiere e in una seconda visione potè vedere Dinocrate perfettamente guarito, in grado di bere, capace di giocare come fanno tutti i bambini. Interpretando questa seconda visione, Perpetua scrisse: “Mi svegliai e compresi che la pena (del Purgatorio) gli era stata rimessa.” Ebbene, questo diario è sicuramente prima del 203, anno di morte della Santa. Quindi in un periodo molto precedente al medioevo!
 E’ del II secolo una famosa iscrizione tombale, quella di Abercio, forse vescovo di Ierapoli in Asia Minore. Fu proprio lui a comporre, prima di morire, il suo epitaffio, che dice: “Queste cose dettai direttamente io, Abercio, quando avevo precisamente settantadue anni di età. Vedendole e comprendendole, preghi per Abercio.” Dunque, Abercio invita colui che sulla sua tomba a pregare per lui, il che vuol dire che Abercio (II secolo!) è convinto dell’esistenza del Purgatorio.
 Un’altra preziosa testimonianza ci viene data da Tertulliano (155-222), che nel De Corona scrive: “Nel giorno anniversario facciamo preghiere per i defunti.”
 Ancora un’altra testimonianza da Tertulliano. Egli scrive nel De monogamia: “La moglie sopravvissuta al marito offre preghiere per la gioia di suo marito nei giorni anniversari della sua morte.”
 Anche sant’Agostino ci è di aiuto. Nel De fide, spe et caritate scrive: “Non si può negare che le anime dei defunti possono essere aiutate dalla pietà dei loro cari ancora in vita, quando è offerto per loro il sacrificio del Mediatore ( la S.Messa ), oppure mediante elemosine.” E sant’Agostino è vissuto tra il IV e il V secolo!
E per finire: sant’Efrem di Siro (306-373) scrive nel suo Testamentum: “Nel trigesimo della mia morte ricordatevi di me, fratelli, nella preghiera. I morti infatti ricevono aiuto dalla preghiera fatta dai vivi.”
Pensiamo che tutto questo possa bastare per smontare la menzogna di un Purgatorio “inventato” nel medioevo.

Fonte: I Tre Sentieri, 24 ottobre 2009

8 - IL PAPA CHE SI OPPOSE A HITLER: COME NASCE LA LEGGENDA NERA SU PIO XII

Autore: Lorenzo Fazzini - Fonte: Avvenire

«La leggenda nera del 'Papa che tace' ha una data di nascita ben precisa. Fu il momento in cui sulla stampa internazionale comparvero le immagini del processo­fantoccio al Primate di Ungheria, cardinale Mindszenty, incarcerato e drogato. Era il febbraio 1949. Quattro anni dopo la caduta del nazismo, il principale avversario di Pio XII era diventato il comunismo». Sta qui – secondo lo storico tedesco Michael Hesemann – la chiave per capire come una figura da tutti (tranne i nazisti) apprezzata in vita abbia poi subito l’oltraggio della memoria con epiteti che vanno dal «Papa di Hitler» al pontefice che «taceva» sull’Olocausto. La questione Pio XII, soprattutto quella affrontata da una certa pseudo storiografia – vedi i libri di John Cornwell e Daniel J. Goldhagen – trova nuova luce nel saggio di Hesemann. Il quale, basandosi su un’ampia rassegna bibliografica e testi dell’Archivio Segreto vaticano, ricostruisce il profilo di Pacelli scrostandone la figura dalle insozzature che una certa ricerca gli ha gettato addosso. L’abilità di Hesemann consta nello smontare le affermazioni di Cornwell e Goldhagen appoggiandosi sulla diaristica, l’archivistica, i testimoni dell’epoca. In modo che la qualifica di «Papa che si oppose a Hitler» si fondi sulla forza delle fonti, e non su un pio desiderio. Peter Gumpel, gesuita e storico di vaglia, relatore per la causa di beatificazione di Pacelli, certifica nella prefazione che tale obiettivo è stato raggiunto nel presente testo, da lui definito «serio e attendibile». Padre Gumpel indica nell’opera di Heseman un esempio di quel «processo di revisionismo su Papa Pacelli» che lui stesso è «lieto di poter constatare». Hesemann ricostruisce l’opemare razione Vicario del 1963, dal nome del dramma teatrale di Rolf Hochhuth, ovvero il tentativo (riuscito) del Kgb, tramite agenti rumeni, di creare una reputazione filo-nazista di Pio XII. La consultazione dell’archivio del Vaticano sugli anni 1922-939, compiuta dai docenti dell’università di Münster, ha smascherato questa fama; afferma Hesemann: «Il professor Thomas Brechenmacher doveva confessare che 'la tesi della grande alleanza', come la chiamano Hochhuth, Cornwell e Goldhagen, cioè la tesi di un silenzio colpevole o di un patto satanico tra Pio XII e Hitler, può ormai essere 'respinta con ancora più sicurezza di quanto si sia fatto finora'». Hesemann smonta il cliché di un Pio XII viscerale antisemita raccontando diversi episodi filo-ebraici che ne punteggiano la vita. Quando rievoca il positivo incontro tra l’allora braccio destro del segretario di Stato Gasparri e Nahum Sokolow, personalità di spicco del Congresso sionista mondiale, su una «patria ebraica» in Medio Oriente, Hesemann arriva ad affermare che fu proprio Pacelli «quel 6 maggio 1917 a porre le basi per la costituzione dello Stato di Israele» . Già agli albori della furia nazista anti-ebraica il nunzio Pacelli si adoperò per salvare la vita ad ebrei perseguitati: «Si rivolse a Pacelli il direttore d’orchestra Bruno Walter, pupillo di Gustav Mahler. Nella sua autobiografia Thema und Variationen, Walter racconta come il nunzio lo avesse aiutato a fare scarcerare un suo amico. Si trattava del musicista ebreo Ossip Gabrilowitsch». Da rappresentante vaticano a Berlino, Pacelli comprese il vero volto del nazismo: «Il 1° maggio 1924 – scrive Hesemann – nel rapporto a Gasparri relativo al processo Ludendorff, Pacelli descrisse il nazismo come 'la più pericolosa eresia dei tempi nostri' ». Già prima del conflitto, da segretario di Stato, il futuro pontefice venne additato dall’opinione pubblica internazionale come fiero avversario di Hitler: nel 1935, a Lourdes, Pacelli, «per la prima volta in pubblico, definì i nazisti 'maestri di eresia', gente che 'si abbevera a una sorgente inquinata' » . «Da Lourdes un avvertimento ai nazisti, titolò il New York Times.», annota Hesemann. E anche il viaggio negli Stati Uniti del 1936 aveva uno spiccato intento antinazista: «Il segretario di Stato vaticano cercava di dare vita a una coalizione internazionale contro il nazismo» afferma l’autore, citando lo storico Thomas Brechenmacher. Allo scoppio della guerra Pio XII non si tirò indietro: il New York Times del 14 marzo 1940 sintetizzava così il suo atteggiamento: «Con parole di fuoco, il Santo Padre difese gli ebrei tedeschi e la Polonia». Per confutare l’accusa di «silenzio» sulle stragi naziste, Hesemann cita ancora il quotidiano Usa: «In questo Natale (1943, ndr)  è la sua, più che mai, l’unica voce che si leva a protestare in mezzo al silenzio di un intero continente». E riguardo alla presunta inerzia del Vaticano rispetto alla persecuzione nazista verso gli ebrei, Hesemann rimanda allo storico israeliano Pinchas Lapide: «Dopo aver consultato gli Archivi dello Yad Vashem e dell’Autorità per la Memoria di Israele, l’Archivio centrale del sionismo e quello generale per la storia ebraica, egli poté affermare, nella sua eccellente raccolta di documenti Roma e gli ebrei del 1967: ' Pio XII, la Santa Sede, le nunziature apostoliche e la Chiesa cattolica nel suo insieme hanno salvato da morte certa da 700.000 a 850.000 ebrei' » .

Fonte: Avvenire

9 - OMELIA PER LA SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI (Mt 5,1-12a)

Autore: Benedetto XVI - Fonte: vatican.va, (omelia del 1° novembre 2006)

Cari fratelli e sorelle,
la nostra celebrazione eucaristica si è aperta con l'esortazione "Rallegriamoci tutti nel Signore". La liturgia ci invita a condividere il gaudio celeste dei santi, ad assaporarne la gioia. I santi non sono una esigua casta di eletti, ma una folla senza numero, verso la quale la liturgia ci esorta oggi a levare lo sguardo. In tale moltitudine non vi sono soltanto i santi ufficialmente riconosciuti, ma i battezzati di ogni epoca e nazione, che hanno cercato di compiere con amore e fedeltà la volontà divina. Della gran parte di essi non conosciamo i volti e nemmeno i nomi, ma con gli occhi della fede li vediamo risplendere, come astri pieni di gloria, nel firmamento di Dio.
Quest'oggi la Chiesa festeggia la sua dignità di "madre dei santi, immagine della città superna" (A. Manzoni), e manifesta la sua bellezza di sposa immacolata di Cristo, sorgente e modello di ogni santità. Non le mancano certo figli riottosi e addirittura ribelli, ma è nei santi che essa riconosce i suoi tratti caratteristici, e proprio in loro assapora la sua gioia più profonda. Nella prima Lettura, l'autore del libro dell'Apocalisse li descrive come "una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua" (Ap 7, 9). Questo popolo comprende i santi dell'Antico Testamento, a partire dal giusto Abele e dal fedele Patriarca Abramo, quelli del Nuovo Testamento, i numerosi martiri dell'inizio del cristianesimo e i beati e i santi dei secoli successivi, sino ai testimoni di Cristo di questa nostra epoca. Li accomuna tutti la volontà di incarnare nella loro esistenza il Vangelo, sotto l'impulso dell'eterno animatore del Popolo di Dio che è lo Spirito Santo.
Ma "a che serve la nostra lode ai santi, a che il nostro tributo di gloria, a che questa stessa nostra solennità?". Con questa domanda comincia una famosa omelia di san Bernardo per il giorno di Tutti i Santi. È domanda che ci si potrebbe porre anche oggi. E attuale è anche la risposta che il Santo ci offre: "I nostri santi - egli dice - non hanno bisogno dei nostri onori e nulla viene a loro dal nostro culto. Per parte mia, devo confessare che, quando penso ai santi, mi sento ardere da grandi desideri" (Disc. 2; Opera Omnia Cisterc. 5, 364ss). Ecco dunque il significato dell'odierna solennità: guardando al luminoso esempio dei santi risvegliare in noi il grande desiderio di essere come i santi: felici di vivere vicini a Dio, nella sua luce, nella grande famiglia degli amici di Dio. Essere Santo significa: vivere nella vicinanza con Dio, vivere nella sua famiglia. E questa è la vocazione di noi tutti, con vigore ribadita dal Concilio Vaticano II, ed oggi riproposta in modo solenne alla nostra attenzione.
Ma come possiamo divenire santi, amici di Dio? All'interrogativo si può rispondere anzitutto in negativo: per essere santi non occorre compiere azioni e opere straordinarie, né possedere carismi eccezionali. Viene poi la risposta in positivo: è necessario innanzitutto ascoltare Gesù e poi seguirlo senza perdersi d'animo di fronte alle difficoltà. "Se uno mi vuol servire - Egli ci ammonisce - mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà" (Gv 12, 26). Chi si fida di Lui e lo ama con sincerità, come il chicco di grano sepolto nella terra, accetta di morire a sé stesso. Egli infatti sa che chi cerca di avere la sua vita per se stesso la perde, e chi si dà, si perde, trova proprio così la vita (Cfr Gv 12, 24-25). L'esperienza della Chiesa dimostra che ogni forma di santità, pur seguendo tracciati differenti, passa sempre per la via della croce, la via della rinuncia a se stesso. Le biografie dei santi descrivono uomini e donne che, docili ai disegni divini, hanno affrontato talvolta prove e sofferenze indescrivibili, persecuzioni e martirio. Hanno perseverato nel loro impegno, "sono passati attraverso la grande tribolazione - si legge nell'Apocalisse - e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello" (v. 14). I loro nomi sono scritti nel libro della vita (cfr Ap 20, 12); loro eterna dimora è il Paradiso. L'esempio dei santi è per noi un incoraggiamento a seguire le stesse orme, a sperimentare la gioia di chi si fida di Dio, perché l'unica vera causa di tristezza e di infelicità per l'uomo è vivere lontano da Lui.
La santità esige uno sforzo costante, ma è possibile a tutti perché, più che opera dell'uomo, è anzitutto dono di Dio, tre volte Santo (cfr Is 6, 3). Nella seconda Lettura, l'apostolo Giovanni osserva: "Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!" (1 Gv 3, 1). È Dio, dunque, che per primo ci ha amati e in Gesù ci ha resi suoi figli adottivi. Nella nostra vita tutto è dono del suo amore: come restare indifferenti dinanzi a un così grande mistero? Come non rispondere all'amore del Padre celeste con una vita da figli riconoscenti? In Cristo ci ha fatto dono di tutto se stesso, e ci chiama a una relazione personale e profonda con Lui. Quanto più pertanto imitiamo Gesù e Gli restiamo uniti, tanto più entriamo nel mistero della santità divina. Scopriamo di essere amati da Lui in modo infinito, e questo ci spinge, a nostra volta, ad amare i fratelli. Amare implica sempre un atto di rinuncia a se stessi, il "perdere se stessi", e proprio così ci rende felici. Così siamo arrivati al Vangelo di questa festa, all'annuncio delle Beatitudini che poco fa abbiamo sentito risuonare in questa Basilica. Dice Gesù: Beati i poveri in spirito, beati gli afflitti, i miti, beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, i misericordiosi, beati i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati per causa della giustizia (cfr Mt 5, 3-10). In verità, il Beato per eccellenza è solo Lui, Gesù. È Lui, infatti, il vero povero in spirito, l'afflitto, il mite, l'affamato e l'assetato di giustizia, il misericordioso, il puro di cuore, l'operatore di pace; è Lui il perseguitato a causa della giustizia. Le Beatitudini ci mostrano la fisionomia spirituale di Gesù e così esprimono il suo mistero, il mistero di Morte e Risurrezione, di Passione e di gioia della Risurrezione. Questo mistero, che è mistero della vera beatitudine, ci invita alla sequela di Gesù e così al cammino verso di essa. Nella misura in cui accogliamo la sua proposta e ci poniamo alla sua sequela - ognuno nelle sue circostanze - anche noi possiamo partecipare della sua beatitudine. Con Lui l'impossibile diventa possibile e persino un cammello passa per la cruna dell'ago (cfr Mc 10, 25); con il suo aiuto, solo con il suo aiuto ci è dato di diventare perfetti come è perfetto il Padre celeste (cfr Mt 5, 48).
Cari fratelli e sorelle, entriamo ora nel cuore della Celebrazione eucaristica, stimolo e nutrimento di santità. Tra poco si farà presente nel modo più alto Cristo, vera Vite, a cui, come tralci, sono uniti i fedeli che sono sulla terra ed i santi del cielo. Più stretta pertanto sarà la comunione della Chiesa pellegrinante nel mondo con la Chiesa trionfante nella gloria. Nel Prefazio proclameremo che i santi sono per noi amici e modelli di vita. Invochiamoli perché ci aiutino ad imitarli e impegniamoci a rispondere con generosità, come hanno fatto loro, alla divina chiamata. Invochiamo specialmente Maria, Madre del Signore e specchio di ogni santità. Lei, la Tutta Santa, ci faccia fedeli discepoli del suo figlio Gesù Cristo! Amen.

Fonte: vatican.va, (omelia del 1° novembre 2006)

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