E' PIU' FORTE LA VERITA' O LA MENZOGNA?
Riflettere su Pinocchio ci fa capire che la verità vince sempre
Autore: Andrea Torquato Giovanoli - Fonte: Blog di Costanza Miriano
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SMASCHERATO IL DIABOLICO COMPROMESSO TRA LA CEI E RENZI PER APPROVARE LE UNIONI CIVILI
Nunzio Galantino, segretario della Conferenza Episcopale Italiana, spinge per l'approvazione del Ddl Cirinnà
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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L'OBIETTIVO FINALE DI OGNI MUSULMANO E' SEMPRE ROMA
La recente decapitazione islamica sul suolo europeo (non ce n'erano più state dai tempi della battaglia di Vienna del 1683) ci riporta drammaticamente alla realtà (VIDEO: croci distrutte)
Autore: Roberto De Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana
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IL MEETING DI RIMINI DI CL SOMIGLIA SEMPRE PIU' ALLA FESTA DELL'UNITA'
Viene escluso chi si è opposto ai matrimoni gay in Irlanda mentre parleranno Matteo Renzi, Luciano Violante, Luigi Berlinguer, Fausto Bertinotti, Piero Fassino, ecc.
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
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HITLER SOGNAVA DI DISTRUGGERE LA CHIESA CATTOLICA
La considerava fanatica, oscurantista e intollerante (del resto pensavano lo stesso anche i suoi amici Mussolini e Stalin)
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: Libertà e Persona
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L'UNITA' E' DI NUOVO IN EDICOLA, MA E' SEMPRE LA STESSA: CONFORMISTA E DI REGIME
Del resto nessuno ha mai chiesto scusa di quando, in occasione della morte di Stalin, titolò: ''Gloria eterna all'uomo che più di tutti ha fatto per la liberazione e il progresso dell'umanità''
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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LA PAROLA MAGICA PER IMPORRE L'EUTANASIA DI STATO
Usando come grimaldello la parola ''discriminazione'' stanno distruggendo la vita, la famiglia, la libertà religiosa, l'educazione dei bambini e molto altro ancora
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: Corrispondenza Romana
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LETTERE ALLA REDAZIONE: EUGENIA ROCELLA & CO. CI VOGLIONO FREGARE, IL CONSENSO INFORMATO NON FERMERA' IL GENDER NELLE SCUOLE
I politici di NCD (che erano al Family day 2015) hanno ucciso l'ultima speranza di evitare il tracollo della scuola statale
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
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OMELIA XV DOMENICA T. ORD. - ANNO B - (Mc 6, 7-13)
Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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E' PIU' FORTE LA VERITA' O LA MENZOGNA?
Riflettere su Pinocchio ci fa capire che la verità vince sempre
Autore: Andrea Torquato Giovanoli - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 05/06/2015
L'altra sera i miei figli hanno voluto rivedere il cartone di Pinocchio e così ho avuto modo di riascoltare la fatina ammonire il burattino dicendogli che ci sono due tipi di bugie: quelle che hanno le gambe corte e quelle che hanno il naso lungo. Sorridendo ho annuito ed il più grande me ne ha chiesto la ragione, così gli ho spiegato che la menzogna davvero è di due tipi: c'è quella eclatante, che come un naso troppo lungo prende dentro da tutte le parti facendosi subito riconoscere, e poi c'è quella più subdola, più difficile da smascherare, ma che, avendo le gambe corte non può andare molto lontano, e che inevitabilmente, col tempo, si rivela per quello che è: il falso. Il pargolo, evidentemente soddisfatto, si è presto rimesso a vedere il suo cartone animato, io, d'altronde, mi sono invece ritrovato a riflettere su come realmente la Verità trionfi sempre. Perché la Verità ha forza in se stessa ed anche quando non viene difesa nel tempo comunque s'impone sulla menzogna, la quale, non avendo attinenza con la realtà, giocoforza ha vita breve. La Verità è essenziale, non ha bisogno di tante parole, invece la menzogna sì, deve riempirne l'aria fino a renderla satura, perché chi vi si trova dentro, a questa nebbia caustica, ne rimanga stordito e cedendo nella vigilanza diventi più vulnerabile. Ma col tempo la falsità satura l'aere e perde efficacia, poiché quando le menzogne sono la normalità sbiadiscono all'orizzonte ed allora solo la Verità, che a quel punto è l'unica vera alternativa, spicca in mezzo al piattume del vacuo, tornando a brillare come un faro, contro la cui attrazione il falso non può nulla. Poiché una sedia è una sedia: tu puoi chiamarla, descriverla e ricamarci sopra come e quanto vuoi tentando di spacciarla per una qualsiasi altra cosa, ma lei alla fine sempre sedia rimane. Il vero, avendo immediato riscontro nel reale, è semplice, è facile. È la falsificazione che abbisogna di un elaborato piano preventivo, di una coalizione di forze operose, un costante lavorìo nel tempo, con continui camuffamenti e distorsioni, ma che in realtà portano tutti inevitabilmente a contraddizione, perché davvero la bugia ha le gambe corte: si muove faticosamente e comunque non fa molta strada. La menzogna è una coperta piena di buchi, che va costantemente rattoppata fino a quando non si disfa, macerata dall'ineluttabile confronto con la realtà, la quale, richiamandosi al Vero, rimane nel tempo fedele a se stessa. Ecco perché chi sta dalla parte del reale, anche in tempi, come quelli in cui viviamo nei quali la falsificazione sembra imperare incontrastata, non ha da temere nulla, ma gli basta solamente rimanere fedele alla Verità, attendendo, resiliente, l'inevitabile momento in cui la menzogna si sfalderà da sola, crollando come un castello di carte al primo soffio dello Spirito del Vero. Ché in fondo diciamocelo: a chi sta con la Verità, gli piace vincere facile. Ponci-ponci-ponci-po...
Nota di BastaBugie: per approfondire altri aspetti della fiaba di Pinocchio, clicca nel seguente link LE SETTE VERITA' FONDAMENTALI DI PINOCCHIO Sono tutte cristiane: la nostra origine da un Creatore, il peccato originale, il demonio, Cristo unico salvatore, Dio come fondamento della dignità umana, la vita di Grazia, inferno e paradiso http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=30
Fonte: Blog di Costanza Miriano, 05/06/2015
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SMASCHERATO IL DIABOLICO COMPROMESSO TRA LA CEI E RENZI PER APPROVARE LE UNIONI CIVILI
Nunzio Galantino, segretario della Conferenza Episcopale Italiana, spinge per l'approvazione del Ddl Cirinnà
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 07-07-2015
Arriva oggi alla Camera il ddl sulla "Buona Scuola" approvato con la fiducia al Senato dieci giorni fa (vedi https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3814). E ci arriva con una novità. Ieri finalmente il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini ha diramato la circolare promessa ai senatori di Area popolare lo scorso 25 giugno in cambio del voto di fiducia alla "Buona Scuola". Partendo dal presupposto che il testo di legge non si può più toccare per evitare che ritorni tutto in discussione, la circolare spiega ai dirigenti scolastici di ogni ordine e grado essenzialmente due cose: che tutte le attività curricolari devono essere chiaramente spiegate nel Piano di Offerta Formativo (POF) e ci si deve assicurare che tutti i genitori ne siano informati; e che per le attività extracurricolari (attualmente è questo lo strumento principale con cui si introduce l'ideologia del gender a scuola) ci sia un esplicito consenso informato dei genitori. A questo punto ci si può aspettare che i deputati di Area Popolare (NCD+UDC) non contrastino la legge, anche se un gruppo di associazioni legate alla manifestazione del 20 giugno ha rilanciato un appello ai parlamentari perché non votino a favore della "Buona Scuola" se non verrà tolto dall'articolo 16 del maxiemendamento il riferimento al DL 93/2013 e alla legge 119/2013. Richiesta più che motivata e il perché lo abbiamo già spiegato.
UN DIABOLICO COMPROMESSO C'è però un rischio legato alle polemiche sull'articolo 16, quello di distrarre l'attenzione da un pericolo molto più grave che si sta correndo: ovvero un diabolico compromesso sul Ddl Cirinnà per la legalizzazione delle unioni civili (omosessuali). Come abbiamo già spiegato più volte, la sostanza della proposta di legge è il matrimonio fra persone dello stesso sesso, pur con un altro nome. Ma intanto, in Commissione Giustizia del Senato, dove il Ddl è attualmente in discussione, sta prendendo forma un testo di compromesso che mitighi almeno nella forma l'identificazione tra unioni civili e matrimonio. Così l'articolo 1 ora afferma con chiarezza che le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono un «istituto giuridico originario» e il testo è stato inoltre "ripulito" dai riferimenti espliciti agli articoli del Codice Civile che si riferiscono al matrimonio. Uno scoglio da superare ancora appare quello del capitolo dedicato alle adozioni (che apre la strada all'utero in affitto e amenità del genere), ma si sta studiando una formula di compromesso anche su questo punto. La cosa che potrebbe sembrare curiosa è che la volontà di trattativa non viene dai senatori di Area Popolare, in nome della stabilità di governo. Anzi, Area Popolare sta facendo ostruzionismo in Commissione Giustizia (a loro si devono gran parte dei 4mila emendamenti depositati). Protagonisti "politici" della mediazione sono invece i cattolici del Partito Democratico e quelli di Democrazia Solidale. Quest'ultima - una delle emanazioni della vecchia Scelta Civica di Monti, e che aspira ad unirsi al PD di Renzi – può contare sull'apporto della Comunità di Sant'Egidio, sull'ex presidente di Scienza e Vita Lucio Romano, sull'ex presidente delle Acli Andrea Olivero, sull'attuale presidente del Movimento per la Vita Gian Luigi Gigli e sull'ex presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai.
NIENTEPOPODIMENOCHÉ In realtà però, il vero protagonista della trattativa è nientepopodimenoché il segretario della Conferenza Episcopale Italiana, Nunzio Galantino, che non per niente si era opposto con tutte le forze alla manifestazione del 20 giugno; e che una volta convocata aveva cercato di dirottarla contro una generica ideologia gender, dimenticando il Ddl Cirinnà. Il "movimento 20 giugno" ha risposto in modo chiarissimo, ma monsignor Galantino non si è fermato per questo. Forte della direzione che può imporre ai media della CEI (Avvenire e Tv2000), Galantino dopo aver fatto "oscurare" la manifestazione di piazza San Giovanni ha accelerato il negoziato, e si spiega così perché Avvenire abbia improvvisamente preso ad esaltare le gesta dei cattolici del PD e la loro ragionevolezza contro chi da una parte e dall'altra vuole lo scontro (guarda caso la stessa espressione usata da Galantino in ogni intervista). Il segretario della CEI è così coinvolto nelle trattative che si vocifera anche di una cena riservata che avrebbe avuto con la parlamentare Monica Cirinnà e di cui lo stesso Galantino avrebbe riferito ai suoi più stretti collaboratori l'esito positivo. Ma non basta: siccome è ipotizzabile che la discussione parlamentare sulla Cirinnà non riesca a concludersi prima di settembre-ottobre, Galantino ha immediatamente e discretamente diffidato il "Comitato Difendiamo i nostri figli" dal convocare un secondo "Family Day" prima del 3 ottobre, giorno della veglia di preghiera per il Sinodo sulla Famiglia per la quale il segretario della CEI ha convocato tutti i movimenti e le associazioni ecclesiali. Nel migliore stile clericale: i laici pensino a ubbidire e pregare (a comando), che a fare politica ci pensa "don Nunzio".
QUALCOSA DI GIÀ VISTO Quel che si profila è dunque qualcosa di già visto, precisamente con la Legge 194 che nel 1978 introdusse l'aborto in Italia, con la "finta" opposizione della DC: allora si ammise una strage di bambini (ne sono stati sacrificati oltre 5 milioni) con una legge che si presentava per la «tutela della maternità», oggi si approveranno le nozze gay con una legge che ci verrà presentata a «tutela del matrimonio», e per di più con l'appoggio della CEI. Già, i vescovi italiani: in occasione del 20 giugno è stato evidente che molti di loro non la pensano affatto come monsignor Galantino, e neanche il presidente della CEI, il cardinale Angelo Bagnasco, segue la linea di don Nunzio. Eppure il segretario della CEI - che dal punto di vista degli statuti non ha alcun potere decisionale - può fare il bello e il cattivo tempo senza che si alzi un'obiezione. Anche questo è un mistero, che forse un giorno qualcuno ci spiegherà.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 07-07-2015
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L'OBIETTIVO FINALE DI OGNI MUSULMANO E' SEMPRE ROMA
La recente decapitazione islamica sul suolo europeo (non ce n'erano più state dai tempi della battaglia di Vienna del 1683) ci riporta drammaticamente alla realtà (VIDEO: croci distrutte)
Autore: Roberto De Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana, 01/07/2015
La prima decapitazione islamica sul suolo europeo dai tempi della battaglia di Vienna (1683) è avvenuta, il 26 giugno 2015, mentre il "campione" dell'Occidente, Barack Obama, celebrava trionfalmente la legalizzazione dei "matrimoni" omosessuali imposta dalla Corte suprema degli Stati Uniti in tutti gli Stati dell'Unione. Esattamente vent'anni prima, il 21 giugno 1995, venne ufficialmente inaugurata la moschea islamica di Roma, la più grande d'Europa, presentata come centro di dialogo ecumenico e di pace religiosa. L'unica voce di protesta che si levò in Italia fu quella del Centro Culturale Lepanto, che promosse un rosario di riparazione presso la chiesa di San Luigi Gonzaga, adiacente alla moschea, e in un comunicato definì la costruzione del centro islamico nel cuore della Città Eterna come «un atto simbolico di gravità inaudita. Roma è il centro della Fede cattolica: l'Islam nega alle radici le verità fondamentali della nostra fede e si propone di impiantare sui resti di quella che fu la Civiltà cristiana occidentale il suo dominio universale».
IL PRIMO FRONTE DELLA JIHAD GLOBALE In quella stessa epoca, tra il 1992 e il 1995, si svolgeva la guerra etnica e religiosa di Bosnia, la prima guerra mediatica dell'epoca moderna, ma anche la più travisata dai media. La versione politicamente corretta del conflitto offriva l'immagine di un governo prevalentemente musulmano, ma di fatto multiculturale, assediato da nazionalisti radicali, croati e serbi, decisi ad annientare i musulmani in Bosnia. La verità ignorata era che la Bosnia fu il primo fronte della Jihad globale di al-Qa'ida, il primo evento internazionale da cui l'Islam trasse un enorme beneficio. John R. Schindler, un analista americano che trascorse quasi un decennio nell'area balcanica, ha svolto di quella guerra una penetrante analisi (Unholy Terror: Bosnia, Al-Qa'ida, and the Rise of Global Jihad, Zenith Press, St Paul, Minnesota 2007), che coincide in molti punti con quella dello studioso di geopolitica Alexandre Del Valle (Guerres contre l'Europe, Edition des Syrtes, Paris 2000). Fu negli anni Novanta, in Bosnia, che al-Qa'ida, divenne la multinazionale del jihad, sotto la guida di Osama Bin Laden e dei suoi mujaheddin. L'Arabia Saudita, che aveva pagato con trentacinque milioni di dollari la costruzione della moschea di Roma, ne spese centinaia per finanziare i combattenti della guerriglia islamica, incoraggiando i giovani musulmani di tutto il mondo a intraprendere la guerra santa in Europa. Il primo atto della Bosnia indipendente, che restava un paese a maggioranza cristiana, fu l'adesione all'Organizzazione della Conferenza Islamica (OCI), che raccoglie 57 Paesi di religione musulmana, uniti dal fine di propagare la sharī'a nel mondo.
LE DUE LINEE STRATEGICHE DELL'ISLAM Fin da allora appariva chiaro come l'Islam si muoveva secondo due linee strategiche. La linea "dolce" puntava sulla islamizzazione della società attraverso la rete delle moschee, che costituiscono un centro di propaganda politica e religiosa, ma anche di reclutamento militare, come quella di Milano, in viale Jenner, che fungeva da base operativa per far giungere uomini, denaro e armi in Bosnia. Espressione di questa strategia di espansione «gramsciana» sono i Fratelli Musulmani, fondati da Hasan al-Banna nel 1928, un movimento, come ricorda Magdi Allam, che «promuove l'islamizzazione della società a partire dal basso, tramite il controllo delle moschee, dei centri culturali islamici, delle scuole coraniche, di enti caritatevoli e di istituti finanziari» (Kamikaze made in Europe, Mondadori, Milano 2005, p. 22). A questa linea strategica "dolce", si affianca, ma non si contrappone, quella "leninista", dell'islamismo radicale, che vuole giungere all'egemonia mondiale attraverso gli strumenti della guerra e del terrorismo. Questa linea dura ha visto negli ultimi anni il passaggio da al-Qa'ida all'Isis, uno Stato islamico che si estende dalle periferie di Aleppo, in Siria, a quelle di Baghdad, in Iraq, e ha come mèta dichiarata la ricostituzione di quel califfato universale che, come ha spiegato fin dagli anni Novanta la principale studiosa dell'Islam, Bat Ye'Or, non è il sogno dei fondamentalisti, ma l'obiettivo di ogni vero musulmano.
UN MEDESIMO PROGETTO GLOBALE DI CONQUISTA Le diverse linee strategiche dell'Islam convergono oggi in un medesimo progetto globale di conquista. Nell'atto di fondazione del califfato jihadista, la predica dalla moschea di Mosul, del 4 luglio 2014, Abu Bakr al Baghdadi, ha chiamato tutti i musulmani a unirsi a lui: se lo faranno, ha promesso, l'Islam arriverà fino a Roma e dominerà l'orbe terracqueo. Nei video diffusi dall'Isis appare la bandiera nera del califfato che sventola sul Vaticano, il Colosseo in fiamme e un mare di sangue che lo sommerge. Infine, l'annuncio del califfato libico, «siamo a sud di Roma», mentre Abu Muhammed al Adnani, portavoce dello Stato islamico dell'Iraq e della Grande Siria, annuncia: «Conquisteremo la vostra Roma, faremo a pezzi le vostre croci, ridurremo in schiavitù le vostre donne». Lo stesso obiettivo è annunciato da oltre dieci anni dal principale esponente dei Fratelli Musulmani, l'imam Yusuf al Qaradawi che in una fatwa promulgata il 27 febbraio 2005, ha dichiarato che «alla fine, l'Islam governerà e sarà il padrone di tutto il mondo. Uno dei segni della vittoria sarà che Roma verrà conquistata, l'Europa verrà occupata, i cristiani saranno sconfitti e i musulmani aumenteranno e diventeranno una forza che controllerà tutto il continente europeo». Yusuf Qaradawi che, dopo aver guidato la "primavera araba" egiziana, è stato condannato a morte in contumacia dalla Corte d'Assise del Cairo il 16 giugno di quest'anno, è il presidente del European Council for Fatwa and Research, con sede a Dublino, punto di riferimento teologico delle organizzazioni islamiche legate ai Fratelli musulmani. Le sue idee diffuse attraverso il canale satellitare Al Jazeera, influenzano larga parte dell'Islam contemporaneo. Per i Fratelli Musulmani, come per l'Isis, l'obiettivo finale non è Parigi o New York, ma la città di Roma, centro dell'unica religione che, fin dalla sua nascita, l'Islam vuole annientare. Il vero nemico non sono gli Stati Uniti o lo Stato di Israele, che non esistevano quando l'Islam arrivò alle porte di Vienna, nel 1683, ma la Chiesa cattolica e la Civiltà cristiana, di cui la religione di Maometto rappresenta una diabolica parodia.
LA RISPOSTA DELL'OCCIDENTE Oggi però, da Roma, non risuonano le parole con cui san Pio V e il Beato Innocenzo XI incitarono alla Guerra Santa e arrestarono la marcia conquistatrice dell'Islam a Lepanto e a Vienna. E se Papa Francesco condivide le parole del Primo Ministro Inglese David Cameron secondo cui gli attentati del 26 giugno non sono nel nome dell'Islam, perché l'Islam è una religione di pace, la battaglia, sul piano umano, può dirsi perduta. La risposta dell'Occidente alle proclamazioni e ai gesti di guerra dell'Islam sembra essere riassunta dall'hashtag LoveWins, con cui la lobby omosessualista inonda twitter e facebook. L'inversione di valori che questo messaggio esprime è destinata a capovolgersi nel contrario di ciò che afferma: non la vittoria, ma la schiavitù, come destino di un mondo che rinnega la sua fede e capovolge i princìpi dell'ordine naturale. Eppure nulla è irreversibile nella storia. Un altro hahstag meriterebbe di diffondersi come una silenziosa, ma travolgente parola d'ordine sui social network: in hoc Signo vinces, l'insegna che era impressa sulla bandiera di Costantino a Saxa Rubra e che contiene la storia dei secoli futuri, quando gli uomini corrispondono alla Grazia divina. L'aiuto del Cielo non manca mai quando ci sono uomini di buona volontà che combattono affinché la Croce di Cristo vinca e regni nelle anime e nella società intera. Ci sono ancora questi uomini in Occidente?
Nota di BastaBugie: lo Stato Islamico ha diffuso un nuovo video (durata: un minuto) in cui mostra la distruzione di croci e immagini sacre a Mosul (Iraq), ex Ninive. Sono immagini di propaganda, a poco più di un anno della conquista della città (qui vi abbiamo raccontato come si vive oggi sotto il Califfato: https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3818).
https://www.youtube.com/watch?v=3dtfvAl9sWQ
Fonte: Corrispondenza Romana, 01/07/2015
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IL MEETING DI RIMINI DI CL SOMIGLIA SEMPRE PIU' ALLA FESTA DELL'UNITA'
Viene escluso chi si è opposto ai matrimoni gay in Irlanda mentre parleranno Matteo Renzi, Luciano Violante, Luigi Berlinguer, Fausto Bertinotti, Piero Fassino, ecc.
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 05/07/2015
Il titolo del Meeting di Rimini si presta quest'anno a molte battute: "Di che è mancanza questa mancanza?". Imperversano le risposte più fantasiose, da quelle sarcastiche ("di sponsor") a quelle irriverenti ("di senso del ridicolo"), da quelle volgari (che non riporto) a quelle serie ("di fede"). Ma io vorrei dare una risposta ragionata. E allora per capire non solo di cosa è "mancante" il Meeting 2015 e l'attuale CL, ma, in questo momento storico, anche la Chiesa (e il mondo), vi invito a considerare un fatto, apparentemente marginale, accaduto ieri: Benedetto XVI, a Castelgandolfo, ha ricevuto due lauree honoris causa. A conferirgliele è stato il cardinale Stanislaw Dziwisz, già segretario di Giovanni Paolo II e oggi arcivescovo di Cracovia. Il dottorato honoris causa gli è stato assegnato dalla Pontificia Università "Giovanni Paolo II" di Cracovia e dall'Accademia di Musica di Cracovia. In questa circostanza dopo un lungo silenzio il papa ha dette alcune cose: ha parlato del grande amico, il pontefice polacco ("Senza di lui il mio cammino spirituale e teologico non è neanche immaginabile") e poi della musica che era l'oggetto del dottorato. [...]
AMORE, MORTE E DIO Ha detto che sono specialmente tre i luoghi da cui la musica sgorga: "l'esperienza dell'amore" che apre alla creatura "una nuova grandezza e ampiezza della realtà"; poi "l'esperienza della tristezza", specie quando si viene toccati "dalla morte e dal dolore". Infine il terzo luogo "è l'incontro con il divino". Osserva il papa: "Forse è possibile affermare che in realtà anche negli altri due ambiti - l'amore e la morte - il mistero divino ci tocca e, in questo senso, è l'essere toccati da Dio che complessivamente costituisce l'origine della musica (...) Si può dire che la qualità della musica dipende dalla purezza e dalla grandezza dell'incontro con il divino, con l'esperienza dell'amore e del dolore. Quanto più pura e vera è quell'esperienza, tanto più pura e grande sarà anche la musica che da essa nasce e si sviluppa". A questo punto Ratzinger ha messo il dito su una piaga. Ha ricordato che con la riforma liturgica postconciliare è riemerso l'"antichissimo contrasto" tra chi vuole la musica sacra nella liturgia e chi privilegia la partecipazione attiva dei fedeli. Benedetto XVI ha risolto il conflitto genialmente, dicendo che proprio la liturgia celebrata da San Giovanni Paolo II nei suoi tantissimi viaggi per il globo, davanti a miliardi di esseri umani, ha mostrato "tutta l'ampiezza delle possibilità espressive della fede nell'evento liturgico" e pure come la "grande musica della tradizione occidentale non sia estranea alla liturgia, ma sia nata e cresciuta da essa". Il papa ha poi sottolineato l'unicità cristiana (per tutti coloro che credono che tutte le religioni siano uguali): "Nell'ambito delle più diverse culture e religioni" ha detto "è presente una grande letteratura, una grande architettura, una grande pittura e grandi sculture. E ovunque c'è anche la musica. E tuttavia in nessun altro ambito culturale c'è una musica di grandezza pari a quella nata nell'ambito della fede cristiana: da Palestrina a Bach, a Händel, sino a Mozart, Beethoven e Bruckner. La musica occidentale è qualcosa di unico, che non ha eguali nelle altre culture. Questo ci deve far pensare". Dopo questo accenno all'occidente ha aggiunto (e fate attenzione alla drammaticità delle prime parole): "Non conosciamo il futuro della nostra cultura e della musica sacra. Ma una cosa è chiara: dove realmente avviene l'incontro con il Dio vivente che in Cristo viene verso di noi, lì nasce e cresce nuovamente anche la risposta, la cui bellezza proviene dalla verità stessa". Ha concluso: "Quella musica, per me, è una dimostrazione della verità del cristianesimo. Laddove si sviluppa una risposta così, è avvenuto l'incontro con la verità, con il vero creatore del mondo. Per questo la grande musica sacra è una realtà di rango teologico e di significato permanente per la fede dell'intera cristianità, anche se non è affatto necessario che essa venga eseguita sempre e ovunque. D'altro canto è però anche chiaro che essa non può scomparire dalla liturgia e che la sua presenza può essere un modo del tutto speciale di partecipazione alla celebrazione sacra". Poche affascinanti parole, semplici, ma potenti per intelligenza della realtà e genialità cattolica. Cosa c'entra - vi chiederete - con il Meeting 2015? Niente. Ma proprio questo è il dramma.
MANCANZA Ciò che manca al Meeting (ma ancor più all'attuale CL e alla Chiesa) è questo sguardo, questa intelligenza della fede: nel baratro aperto da questa "mancanza" stiamo sprofondando tutti. Per anni, quando c'era Giussani, proprio giganti come Ratzinger e Giovanni Paolo II hanno calcato la scena riminese e hanno portato a queste altezze migliaia di giovani, che poi quella bellezza, quella musica e quella forza hanno fatto dilagare nel mondo. Al Meeting di quest'anno invece c'è... Galantino. E' perfino imbarazzante il confronto. Come dire che prima c'erano Bach e Mozart e oggi fanno ascoltare quel tipo che strimpella la fisarmonica al centro anziani "Villa Arzilla". Il programma del prossimo Meeting dice che è finita un'epoca non solo per quello che manca, ma pure per quello che c'è. Sembra la Festa dell'Unità. Parleranno Luciano Violante su un tema che era il titolo del comunicato di CL per le elezioni: "Ripartire dal basso" (che meglio sarebbe suonato: "Volare basso"). Ci sono poi Luigi Berlinguer a discettare di scuola e (non ci crederete) Fausto Bertinotti che arringherà le folle sul criptico tema: "Al fondo della mancanza" (dove l'unica cosa chiara è che, effettivamente, siamo... al fondo). Ma c'è pure Piero Fassino, sulle grandi città e l'ambiente. E in questo revival stile festa dell'Unità non poteva mancare il "Workshop in collaborazione con Cooperativa Muratori & Cementisti - C.M.C. di Ravenna" (intervengono presidente e direttore generale) e poi il presidente di Legacoop a parlare di cooperazione. Il Meeting della CL di Carron - ormai dimentica della sua storia - si sottomette "furbamente" al pensiero dominante proponendo tutte le 50 sfumature del rosso. Pefino quella che dà sul verde di Carlin Petrini e quella anarco-noglobal di Noam Chomsky. Ma, insieme al rosso antico, sfileranno le sfumature moderne del rosso fiorentino, anzitutto il premier Matteo Renzi che l'anno scorso - con gli indici di gradimento trionfali - spernacchiò il Meeting e quest'anno invece va a Rimini a cercare applausi. Con lui saranno applauditi il suo amico Marco Carrai e tutto il governo in pompa magna: il ministro degli esteri Gentiloni, quello dell'ambiente Galletti, quello del lavoro Poletti e quello dell'agricoltura Martina. Significativi pure gli esclusi eccellenti.
RINNEGAMENTI Il sito cattolico "Libertà e persona" fa l'esempio del giornalista irlandese John Waters, che era stato invitato a tutte le ultime 17 edizioni del Meeting: "alcuni mesi fa Waters è diventato famoso, anche in Italia, come il leader dell'opposizione ai matrimoni gay in Irlanda. Per questa sua battaglia ha subito un linciaggio mediatico nel suo paese e da gennaio non lavora più per l'Irish Times". Che non sia stato invitato al Meeting è solo un caso? Del resto la leadership di CL è stata ostile al Family day del 20 giugno scorso. I cattolici snob che si sono opposti sono stati elogiati da parte progressista e il vescovo monsignor Negri, antico collaboratore di don Giussani, ha fatto notare che "quando si ricevono elogi di quel tipo lì, se si aguzza bene l'orecchio si sente ancora il tintinnare dei 30 denari".
DOSSIER "MEETING DI RIMINI" La decadenza di CL Per vedere tutti gli articoli,clicca qui!
Fonte: Libero, 05/07/2015
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HITLER SOGNAVA DI DISTRUGGERE LA CHIESA CATTOLICA
La considerava fanatica, oscurantista e intollerante (del resto pensavano lo stesso anche i suoi amici Mussolini e Stalin)
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: Libertà e Persona, 01/07/2015
Cosa pensava Hitler della Chiesa cattolica? Andiamo alle fonti. Partiamo dal celeberrimo Mein Kampf. Qui si possono rintracciare almeno due idee interessanti: la Chiesa cattolica è, per il futuro dittatore della Germania, "in conflitto con le scienze esatte e con l'indagine scientifica", mentre il cristianesimo si è imposto grazie ad una "fanatica intolleranza". "Oggi il singolo deve constatare con dolore, scrive Hitler, che nel mondo antico, assai più libero del moderno, comparve col cristianesimo il primo terrore spirituale" (Adolf Hitler, Mein Kampf, Ed. Sentinella d'Italia, Monfalcone, 1990, p. 111, 105, 106). Quest'idea la troviamo assai diffusa in tutta la politica del primo Novecento. Anche il giovane Mussolini, ancora socialista, sostiene che la Chiesa è oscurantista e intollerante. Analoghi pensieri li troviamo espressi negli scritti di Lenin e Stalin, nei medesimi anni. Adolf Hitler ritorna sul cristianesimo, più e più volte, nel corso dei suoi Discorsi a tavola, con i gerarchi nazionalsocialisti, tra il 1941 e il 1944. Andiamo ancora ai testi originali, trascritti e ordinati dal gerarca nazista Martin Bormann.
L'ODIO VERSO IL CRISTIANESIMO La sera dell'11 luglio 1941 Hitler afferma: "Il colpo più duro che l'umanità abbia ricevuto è l'avvento del cristianesimo. Il bolscevismo è figlio illegittimo del cristianesimo. L'uno e l'altro sono una invenzione degli Ebrei. E' dal cristianesimo che la menzogna cosciente in fatto di religione è stata introdotta nel mondo. Si tratta di una menzogna della stessa natura di quella che pratica il bolscevismo quando pretende di apportare la libertà agli uomini, mentre in realtà vuol far di loro solo degli schiavi... Il cristianesimo è stata la prima religione a sterminare i suoi avversari in nome dell'amore. Il suo segno è l'intolleranza" (Adolf Hitler, Conversazioni a tavola di Hitler, Goriziana, Gorizia, 2010, p. 45). Nella notte tra il 20 e il 21 febbraio 1942 Hitler afferma: "Il cristianesimo (a differenza delle religioni animiste pagane, ndr) promulga i suoi dogmi con la forza. Una simile religione porta con sé l'intolleranza e la persecuzione. Non ce n'è di più sanguinose". Subito dopo parla dell'osservatorio astronomico che sta facendo costruire a Linz, per combattere l'ignoranza scientifica (idem, p. 308). Il 9 aprile 1942, nel pieno dei massacri di cui è colpevole, afferma: "La Chiesa si è piegata alla necessità di imporre il suo codice morale con la massima brutalità. Non ha indietreggiato neppure dinnanzi alla minaccia di rogo, dando alle fiamme, a migliaia, uomini di grande valore. La nostra società attuale è più umana di quanto non lo sia mai stata la Chiesa" (idem, p. 389).
LE "COLPE" DEI CRISTIANI Ai cristiani e alla Chiesa, nelle 680 pagine dei Discorsi, tra una dichiarazione di vegetarianismo e una di animalismo, Hitler, rieccheggiando spesso Nietszche, imputa almeno le seguenti colpe: di aver incendiato Roma all'epoca di Nerone; di aver rovinato l'impero romano; di aver distrutto biblioteche e testi antichi; di aver torturato i nemici; di aver bruciato milioni di streghe; di aver negato "le gioie dei sensi"; di instillare una "ribellione contro la natura, una protesta contro la natura" (promuovendo il matrimonio monogamico e indissolubile...); di privilegiare i malformati e i malriusciti, i poveri e gli ignoranti; di proporre un "paradiso insipido", tutto canti e alleluia; di minacciare la gente con l'inferno (Hitler non ci credeva proprio, ad un giudizio finale); di basarsi su una "storia puerile", "invenzione di cervelli malati", che inventa un Dio personale che non esiste, l'assurdità della resurrezione, e un "preteso aldilà" che negherebbe importanza alla vita terrena... Riguardo ai preti essi sono immancabilmente "ripugnanti", "perversi" e i missionari "gli ultimi dei maiali", mentre la Chiesa in generale "non ha che un desiderio: la nostra rovina". Ma non c'è alcuna dubbio: "La nostra epoca vedrà indubbiamente la fine della malattia cristiana" (p. 326). Quanto al rapporto tra scienza e fede il pensiero già espresso nel Mein Kampf ritorna anch'esso, insistentemente. La sera del 24 ottobre 1941: "la religione è in perpetuo conflitto con lo spirito di ricerca. L'opposizione della Chiesa alla scienza fu talvolta così violenta da sprizzare scintille", tanto che oggi l'Evoluzione è in contrasto con la credenza puerile nella Creazione (idem, p. 110). Il mondo antico, pre-cristiano, invece, "amava la chiarezza. La ricerca scientifica vi veniva incoraggiata" (idem, p. 301). Cosa intende Hitler per "scienza"? All'epoca, non solo per lui, sono "scientifici" l'eugenetica (con i suoi corollari: eutanasia di persone malate e aborti di bambini malformati o nati da matrimoni misti), il razzismo (i nazisti ritenevano di avere dalla loro la biologia e l'evoluzionismo, nella sua versione materialista), e la produzione di bambini tramite gli accoppiamenti stabiliti dal regime, tra ariani e ariane certificati. Con annessa nascita di migliaia di bambini senza genitori. C'è qualcosa di nazista ancora oggi, tra noi?
DOSSIER "ADOLF HITLER" Era vegetariano e voleva distruggere la Chiesa Per vedere tutti gli articoli,clicca qui!
Fonte: Libertà e Persona, 01/07/2015
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L'UNITA' E' DI NUOVO IN EDICOLA, MA E' SEMPRE LA STESSA: CONFORMISTA E DI REGIME
Del resto nessuno ha mai chiesto scusa di quando, in occasione della morte di Stalin, titolò: ''Gloria eterna all'uomo che più di tutti ha fatto per la liberazione e il progresso dell'umanità''
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 02-07-2015
Martedì ho comperato l'Unità. Era il numero della rinascita. Glielo dovevo. Era il numero 1. L'annata, però, indicata sotto la testata era la 92ma. "Anno 92 - n. 01". Era evidente che la nuova Unità voleva presentarsi come la prosecuzione della vecchia, la continuazione di una gloriosa storia. Non manca infatti l'indicazione: «fondata da Antonio Gramsci nel 1924», a scanso di equivoci. Retorica? Certamente. Del resto una rinascita merita un po' di retorica. Basta leggere come inizia il primo editoriale del direttore, Erasmo D'Angelis: «Lo dico subito, prima di cominciare. Accidenti che emozione l'Unità». Clima da primo giorno di scuola, insomma. Batticuori da neofiti o da chi è conscio di essere stato portato sulle spalle di giganti.
LA RETORICA DEL PRIMO NUMERO La retorica del primo numero, bisogna riconoscerlo, non è naif, è stata pilotata e programmata. Poteva mancare il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella? No di certo. E infatti c'è, assieme ad altri messaggi che pure non potevano mancare. Come quello della presidente della Camera Laura Boldrini («Il vostro inizio è una speranza»). Come quello di Walter Veltroni («Una storia meravigliosa»), l'ultimo vero direttore de l'Unità, quando esserlo significava nello stesso tempo il coronamento di una carriera politica e un trampolino di lancio per un ulteriore volo in alto. La retorica dei messaggi pilotati continua, però, anche nel secondo numero di mercoledì 1 luglio (sì, ho comperato anche quello!). Qui si cimentano le nuove generazioni: il ministro Boschi e il vicesegretario Serracchiani («Bentornata Unità»). Tutto questo mi ha dato come l'impressione di un giornale che nasce già puntellato dalle istituzioni e dal potere. Un giornale troppo correttamente di sinistra, irregimentato e a modo. Un giornale ortodosso e allineato. Nessun articolo fuori le righe. Una pagina dedicata ai 90 anni di Napolitano, un intervento sulla scuola di Luigi Berlinguer, la difesa strenua del partito su Mafia capitale, l'enfasi posta sul piano di ristrutturazione edilizia delle scuole italiane del governo. Linea di regime, scontata e prevedibile. Un giornale ubbidiente. Più di funzionari che di giornalisti. Ci sono anche le vignette di Staino, è vero, ma anch'esse ormai appartengono a un repertorio più che a delle novità.
PAPA FRANCESCO SUPERSTAR Una cosa interessante del primo numero è l'immagine di papa Francesco che campeggia in alto a destra: "Basta saccheggiare sorella Terra". L'Unità annuncia la pubblicazione a puntate dell'enciclica Laudato si' e comincia proprio col primo numero, senza paura. Per l'Unità, Francesco è «il Papa che scuote le coscienze». Per chiamare "sorella" la Terra, bisogna però sapere cosa significa la parola sorella. Questo richiama a dei legami familiari di fratellanza che derivano dall'essere fratelli e sorelle con un papà e una mamma. Almeno così è per rispetto di quella "natura" su cui, secondo l'Unità, papa Francesco scuote le coscienze. Ma nel primo numero de l'Unità, accanto al primo brano dell'enciclica, ci sono due pagine sulla piccola Lia: "Io felice con due papà". Lia - spiega l'Unità - ha nove anni, adora i gatti, prende tutti dieci, gioca a calcio, danza e ha il sogno di cantare a Broadway e... ha due papà. Ciò accade «Quando cadono i confini dell'amore», come voluto da Barak Obama, Hillary Clinton e - sono sempre valutazioni de l'Unità - da Papa Francesco che ha detto «chi sono io per giudicare?». Lia non saprà bene cosa vuol dire mamma e non potrà parlare di "madre Terra". Avrà difficoltà a elaborare il concetto di sorella e non potrà parlare di "sorella Terra". Non potrà capire, se un giorno la leggerà, l'enciclica del Papa che, invece, usa queste espressioni. E non potrà, cosa forse più grave per la cultura di sinistra, maturare una vera sensibilità ecologica. Forse, Lia non riuscirà nemmeno a comprendere il termine "natura", aldilà, ovviamente del suo significato consumistico e giornalistico. L'Unità della rinascita si presenta come un giornale conformista e già vecchio, fedele al copione di una cultura di sinistra neoborghese travestita da sensibilità sociale ed ecologica. Caro direttore, credo che avere acquistato il giornale per due giorni di seguito sia più che sufficiente. Nota di BastaBugie: quando, nel 1953, morì Stalin, uno dei più sanguinari carnefici della storia umana, l'Unità titolò così, a tutta prima pagina: "Stalin è morto. Gloria eterna all'uomo che più di tutti ha fatto per la liberazione e per il progresso dell'umanità. Onore al grande Stalin!". L'editoriale dell'Unità era il testo del Comitato centrale del Partito comunista dell'Unione sovietica. Vi si leggeva: "Il nome immortale di Stalin vivrà per sempre nel cuore del popolo sovietico e dell'umanità amante del progresso. Evviva la grande e invincibile dottrina di Marx, Engels, Lenin e Stalin! Evviva il grande Partito Comunista dell'Unione Sovietica!". Mai ci stancheremo di invitare alla visione del film-documentario sulle origini e caratteristiche comuni di nazismo e comunismo "The Soviet story" http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=39
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 02-07-2015
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LA PAROLA MAGICA PER IMPORRE L'EUTANASIA DI STATO
Usando come grimaldello la parola ''discriminazione'' stanno distruggendo la vita, la famiglia, la libertà religiosa, l'educazione dei bambini e molto altro ancora
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: Corrispondenza Romana, 01/07/2015
Una parola passepartout oggi è "discriminazione". Viene usata dagli ideologi di ogni bandiera come grimaldello contro la vita, la famiglia, la libertà religiosa, l'educazione e molto altro ancora. Secondo costoro la vita discrimina molti - persone omosessuali, coppie che non riescono ad avere figli, atei, etc. - e quindi la legge deve riaggiustare queste discriminazioni. Ma anche la morte può discriminare, soprattutto quando è volutamente procurata dagli uomini. Vediamo perché. Il bioeticista canadese Udo Schuklenk - favorevole tra l'altro all'infanticidio - e Suzanne van de Vathorst, docente del corso Qualità della fase finale della vita e della morte all'Università di Amsterdam, hanno scritto un articolo dal titolo Pazienti con grave disturbo depressivo resistenti alle terapie e morte assistita. L'articolo è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Journal of Medical Ethics. Ecco cosa dice il duo Schuklenk - de Vathorst nell'abstract: «I pazienti affetti da disturbo depressivo resistente al trattamento e capaci di intendere e volere, in merito all'accesso alla pratica della morte assistita, dovrebbero ricevere uguale trattamento rispetto agli altri pazienti affetti da patologie croniche che in modo permanente rendono la loro vita non degna di essere vissuta. Gli ordinamenti giuridici che stanno prendendo in considerazione, o che lo hanno già fatto, di depenalizzare la morte assistita, discrimineranno ingiustamente i pazienti che soffrono di depressione resistente ad ogni trattamento, se li escluderanno dal novero dei cittadini che hanno diritto di ricevere l'assistenza a morire».
CONSEGUENZE ABERRANTI In buona sostanza, si legge nel prosieguo dell'articolo, che è irragionevole e dunque discriminatorio permettere, laddove è giuridicamente legittimo, al malato terminale di cancro di accedere all'eutanasia ed invece escludere da questa pratica la persona sana fisiologicamente, ma depressa o afflitta da qualche altro disturbo psichico. E dunque Tizio può essere sanissimo, ma se a suo insindacabile giudizio la propria vita merita di essere buttata nel cestino avrebbe tutto il diritto di farlo. Ovvio che a questa stregua chiunque potenzialmente potrebbe chiedere l'eutanasia: il fidanzato lasciato dalla fidanzata, la moglie tradita dal coniuge, la madre che ha il figlio tossicodipendente, l'imprenditore che attraversa un periodo di crisi economica, il disoccupato, il ragazzo che ha preso un brutto voto a scuola. Se il principio cardine è il giudizio personale sulla qualità della propria vita, le maglie dell'eutanasia si allargano a dismisura. Torniamo all'articolo. I due autori nero su bianco così scrivono: «Condizioni di malattia incurabile che nella maggior parte dei casi non si possono far confluire nella definizione di "stadio terminale della malattia", possono comunque rendere la vita delle persone non degna di essere vissuta». Salta quindi il criterio per accedere all'eutanasia, presente in molte legislazioni, che fa riferimento alla "malattia terminale". Schuklenk e de Vathorst infatti citano un report di una commissione di bioetica canadese: «la commissione raccomanda di non utilizzare l'espressione "malattia terminale", come condizione preliminare per la richiesta di assistenza (a morire). Non esiste una scienza esatta che ci può fornire una prognosi di una malattia terminale, indicandoci un determinato periodo di tempo in cui la persona sarà ancora in vita. Gli operatori sanitari non sono in grado di essere sufficientemente precisi, e se le leggi o l'ordinamento giuridico non indicano un tempo specificato allora la condizione "malattia terminale" diventa una locuzione a spettro troppo ampio. Ci sono molte persone la cui vita, secondo loro, non è più degna di essere vissuta, persone a cui non è stata diagnosticata una malattia terminale. Possono soffrire molto e in modo permanente, ma non versano in stato di imminente pericolo di morte. Non vi è alcun motivo per escluderli dal suicidio assistito o dall'eutanasia volontaria».
UNA VITA NON DEGNA DI ESSERE VISSUTA? Poste alcune premesse assai erronee - la vita è un bene disponibile - l'argomentazione non fa una grinza. Il malato terminale può accedere all'eutanasia non tanto perché ha poco da vivere, ma perché soffre molto e giudica la sua vita non più degna di essere vissuta. Questo è il vero motivo. E tale motivazione può essere benissimo spesa anche da coloro i quali non sono malati terminali, in primis i depressi. Gli autori hanno cura di specificare che il richiedente però deve assumere questa decisione in modo libero. Ma chi è depresso è realmente in grado di prendere decisioni libere? Non è forse vero che è la depressione a scegliere al posto suo? Infatti chi è sereno di certo non pensa di ammazzarsi. Inoltre accadrà - e sta già accadendo ad esempio proprio in Olanda - che si manderanno a morte anche persone non consenzienti: pazienti in coma o afflitti dalla sindrome a-relazionale, malati di Alzheimer, dementi, etc. Questo perché già si argomenta così: «Se fossero coscienti giudicherebbero la loro vita non degna di essere vissuta». Il famigerato best-interest, che secondo i giudici italiani permise di uccidere Eluana Englaro. E quindi dall'autodeterminazione del paziente che deve essere rispettata sempre e comunque, essendo un totem sacro intoccabile, eccoci arrivati al suo rovesciamento, all'eterodeterminazione, cioè alla decisione che tu devi morire perché - tu non lo sai, ma altri sì - la tua vita non vale più nulla. Volenti, ma più spesso nolenti, molti di noi saranno ricoperti in futuro dal sudario dell'eutanasia.
Fonte: Corrispondenza Romana, 01/07/2015
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LETTERE ALLA REDAZIONE: EUGENIA ROCELLA & CO. CI VOGLIONO FREGARE, IL CONSENSO INFORMATO NON FERMERA' IL GENDER NELLE SCUOLE
I politici di NCD (che erano al Family day 2015) hanno ucciso l'ultima speranza di evitare il tracollo della scuola statale
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 08/07/2015
Spett.le redazione di Basta Bugie, un'annotazione a margine del "consenso informato". Si vuole che tale istituto, a sentire Eugenia Rocella, avrà la forza di fermare un meccanismo invasivo ormai in atto, cioè la propagazione dell'idea gender nelle scuole grazie all'infame di turno (presidi e quant'altro). Temo non si stato considerato un aspetto della questione che credo cruciale. E' un fatto che vi siano infami (presidi, politici e quant'altro), pronti a distruggere l'innocenza dei bambini e ad ipotecare le loro esistenze inoculando nei loro intelletti germi di erotomania con il solo scopo di non farne dei cristiani (l'anticristianesimo è l'ossessione della fauna progressista, come è noto). In tale scenario è quindi prevedibile, questo è il punto, che sull'onda della "Buona scuola", agli infami di cui sopra si affiancheranno anche quei genitori che, condividendo le loro idee "progressiste", saranno pronti ad accettare le didattiche gay e gender: per i loro figli:una sorta di vaccinazione contro il rischio di cristianesimo... In altre parole, non è assolutamente detto che tutti i genitori si avvarranno della facoltà di tenere i figli a casa. Cosa potrà succedere, allora? Succederà che i figli "esentati con giustificazione", grazie al consenso informato, tornando a scuola troveranno i loro amici, figli di progressisti purosangue, già infettati dall'ideologia gay e gender... Accadrà allora ciò che spesso (se non di norma) accade tra i piccoli: chi ha trasgredito, chi ha assaggiato il frutto proibito, racconta le sue imprese agli altri che, di norma, lo ascoltano con il desiderio di imitarlo. In pratica, l'insegnamento gender bloccato sul fronte adulto, potrebbe operare surrettiziamente attraverso i bambini. La strada quindi è una sola: chiedere che sia considerato reato l'insegnamento gender all'infanzia in qualsivoglia forma. Esso è di fatto un reato perché non solo configura, in linea di principio, la circonvenzione di incapace in materia gravissima, per le ricadute che la materia stessa promette sulle personalità dei bimbi, ma allestisce, di fatto, veri allevamenti di future, possibili vittime di pedofili. Anche perché, come ci dice la sociologia, l'80% dei pedofili è omosessuale. In tempi gay friendly dovremmo essere allarmati... Secondo voi, quanta fatica può fare un pedofilo a ottenere i risultati che persegue, con un bambino "informato" sulla masturbazione, invitato a "esplorazioni genitali", a travestimenti e a tutti i giochi sporchi e infami come la democrazia che li promuove, e nella quale siamo condannati a vivere? Ben poca fatica, siatene certi, posto che il pedofilo di turno possa contare su circostanze ambientali a lui favorevoli. Deve iniziare un'altra battaglia, dunque: il codice penale, come in Russia, deve contemplare come reato qualsivoglia forma di propaganda gay o gender presso i minori. Cordialmente. Mario
Spettabile redazione, quando leggo interventi come quello dell'on. Roccella che dice che "il miglior mezzo per combattere questo tipo di interventi è il consenso informato dei genitori" (bastabugie n.408), non so se ridere o se piangere. Si tratta di un tradimento del ruolo della politica che rifiuta di occuparsi del proprio compito e delega questioni fondamentali alla privata azione del cittadino, ma vorrei rimarcare che la questione è ancora più grave se vissuta nella reale situazione della scuola così come la vivono tanti genitori. Inanzitutto, se questo è - come altre volte ha fatto comodo di dire a questi rappresentanti - un argomento fondamentale ed un reale pericolo per i bambini, non si vede perché la loro difesa debba dipendere dal coraggio o dalla informazione della famiglia...forse che i bambini le cui famiglie non si rendono conto del pericolo, meritano di essere abbandonati nelle mani di chi non fa il loro bene? E in secondo luogo...davvero non si rendono conto, i nostri politici, di quanto sia delicato e difficile il rapporto tra genitori e insegnanti, che devono creare una "fiducia e collaborazione" reciproca, non per scelta ma per legge? Come reagirà l'insegnante al genitore che si pone in contrasto con delle sue scelte educative? come verrà bollata quella famiglia (alla luce anche della leggerezza con cui in giro di definisce omofobo chiunque non avalli il pensiero unico imperante)? E infine... basterà la negazione del consenso della famiglia a far sì che un insegnante convinto che sia necessario educare alla diversità e alla inclusione anche attraverso la destrutturazione delle identità sessuali - una volta fermato nelle sue progettualità specifiche - si astenga dal trasmettere certi temi in altre occasioni (e chi insegna sa che ciò è spaventosamente facile....)? Con l'approvazione del ddl scuola, i politici di centrodestra che avevano appoggiato la manifestazione del 20 giugno hanno definitivamente ucciso l'ultima speranza che la scuola statale avesse ancora una attrattiva per chi cerca una educazione rispettosa della persona e della sua identità. Per la mia famiglia, e credo per tante altre, è l'ora di rivolgersi alla scuola parentale come meritoriamente state sostenendo voi di BastaBugie con pregevoli articoli. Grazie per il vostro instancabile impegno per la verità. Rita
Cari Mario e Rita, condividiamo le vostre preoccupazioni. Infatti abbiamo pubblicato il seguente articolo: CON IL VOLTAFACCIA DEI SENATORI DEL NUOVO CENTRO DESTRA, APPROVATO PER LEGGE IL GENDER NELLE SCUOLE Ecco l'elenco dei senatori che erano al Family day in piazza San Giovanni, ma che poi hanno approvato la legge infame con la scusa di aver ottenuto un inconsistente consenso informato di Lupo Glori https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3814 Per quanto riguarda le scuole parentali, vera risposta alla decadenza della scuola, ecco una interessante intervista: GLI INSEGNANTI DEI NOSTRI FIGLI LI SCEGLIAMO NOI Intervista alla coordinatrice di Alleanza Parentale, una iniziativa di un gruppo di genitori di Staggia Senese di Costanza Signorelli https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3649
DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE" Le risposte del direttore ai lettori Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!
Fonte: Redazione di BastaBugie, 08/07/2015
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OMELIA XV DOMENICA T. ORD. - ANNO B - (Mc 6, 7-13)
Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 12 luglio 2015)
Lo stupendo brano della seconda lettura ci indica quella che è la nostra vocazione. San Paolo dice chiaramente che noi siamo chiamati ad essere «santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (Ef 1,4). La santità è per tutti, non solo per pochi privilegiati. Per la maggior parte dei cristiani, la santità non consisterà nel fare i miracoli, nel realizzare cose straordinarie, nel convertire il mondo con la nostra predicazione, ma nel compiere la volontà di Dio con amore e con gioia, nelle cose ordinarie di ogni giorno, con un intenso atto d'amore. Dunque, vi può essere autentica santità anche dentro le mura domestiche, non soltanto nei monasteri. Solamente in Paradiso scopriremo quanti nostri fratelli e sorelle hanno raggiunto questo ideale in modo silenzioso e nascosto, senza che nessuno se ne accorgesse. Nella vita di suor Consolata Betrone si legge un particolare molto bello e consolante. Ella era una suora di santa vita, di grande preghiera, che ripeteva incessantemente l'atto d'amore «Gesù Maria vi amo, salvate anime». Gesù le aveva chiesto questa preghiera incessante per la sua santificazione e per la salvezza di tante anime. Tra i suoi parenti vi era un cognato che, apparentemente, non dava segni particolari di vita santa. Era un buon cristiano che andava a Messa, che pregava, e che faceva bene il suo dovere. Suor Consolata lo stimava, ma non sospettava che quel suo cognato nascondesse una autentica santità dietro quelle umili apparenze. Certamente, nemmeno lui se ne rendeva conto. Quale fu la meraviglia e la gioia di suor Consolata nel vedere, per una grazia particolare, che, dopo morte, quel suo parente se ne volò ben presto in Paradiso. Dietro umili apparenze, all'insaputa di tutti, Dio compie meraviglie di grazia nella vita delle persone semplici che compiono la sua volontà. Dunque, volendo riassumere il messaggio, la santità consiste nel compiere la volontà di Dio, che per i più sarà il semplice e forse monotono dovere quotidiano, nel modo migliore possibile, per amore di Dio. Un giorno san Francesco di Sales domandò quando è che noi riceviamo lo Spirito Santo. Alcuni risposero che questo dono supremo lo riceviamo quando preghiamo, quando stiamo lunghe ore in chiesa, quando ci ritiriamo nella più profonda solitudine. San Francesco di Sales diede lui stesso la giusta risposta: noi riceviamo lo Spirito Santo quando compiamo la volontà di Dio, qualunque essa sia. Dio certamente vuole che noi preghiamo durante la giornata e che la nostra preghiera si allarghi come a macchia d'olio, ma Egli vuole anche che compiamo i nostri doveri quotidiani, familiari e lavorativi. Non possiamo trascurare questi doveri con il pretesto che si vogliono trascorrere lunghe ore in chiesa. E questo vale, soprattutto, per chi ha una famiglia. Compiendo volta per volta la volontà di Dio riceverò la grazia dello Spirito Santo. Quando dovrò lavorare, sarà il lavoro che mi avvicinerà a Dio; quando dovrò pregare, sarà la preghiera che mi innalzerà al Creatore. Se, contro la volontà di Dio, trascorro lunghe ore in chiesa, mentre il mio dovere è altrove, quelle preghiere mi daranno ben poco. Per questo motivo, santa Coleta diceva che vale più una preghiera di un obbediente, che compie la volontà di Dio, che mille preghiere di chi agisce di testa propria, trascurando ciò che Dio veramente vuole da lui. Con questo non si vuole dire che la preghiera serva a poco. La preghiera è indispensabile, non se ne può fare a meno, bisogna pregare tanto, ma la preghiera mi deve portare a compiere ancor meglio i miei doveri quotidiani. Solo così potrò raggiungere la santità, che Dio vuole da tutti, come leggiamo nella seconda lettura di oggi. Per la maggior parte dei cristiani, come abbiamo meditato, la volontà di Dio consisterà nel semplice dovere quotidiano; alcuni, invece, hanno una chiamata particolare, come leggiamo nella prima lettura e nel Vangelo. Nella prima lettura, il Signore chiama il profeta Amos; nel Vangelo, Gesù chiama i dodici Apostoli e li manda a due a due a predicare. Una cosa risulta subito evidente: Dio, nel compiere i suoi prodigi, si serve di strumenti umili. Così, nella prima lettura, il Signore si serve del profeta Amos che era un semplice coltivatore di sicomori; mentre nel Vangelo si serve degli apostoli, anch'essi semplici e poco istruiti. Dio si serve di strumenti umanamente inadatti per far risaltare ancora di più la sua potenza divina. Infine, nel Vangelo vediamo come Gesù manda gli Apostoli senza appoggi umani, abbandonati completamente alla Provvidenza del Padre. Impariamo da questo a non riporre la nostra fiducia nelle nostre capacità o nell'aiuto del prossimo, ma unicamente nella bontà divina che si può servire di tutto e di tutti.
Nota di BastaBugie: consigliamo ai parroci il foglietto per la Messa ad uso dei fedeli per seguire le letture "Il Giorno del Signore". Oltre alle letture, ci sono solo commenti dei Padri della Chiesa. Non contiene altre informazioni che possono distrarre dalla celebrazione. Inoltre le letture sono sempre integrali (anche per la Veglia Pasquale!). Il colore adeguato al tempo liturgico e le preghiere dei fedeli ben fatte rendono questo essenziale foglietto veramente il migliore. Per ulteriori informazioni e per riceverlo in parrocchia, visitare il sito www.ilgiornodelsignore.it
Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 12 luglio 2015)
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