BastaBugie n�413 del 05 agosto 2015

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1 IL BIKINI SULLA SPIAGGIA E' UN PROBLEMA SERIO
Come si fa a non desiderare le donne d'altri quando a centinaia ti passano davanti quasi nude?
Autore: Camillo Langone - Fonte: Il Foglio
2 LA STATUA DI SAN VLADIMIR CHE FARA' GRANDE PUTIN
Il presidente russo inaugurerà una colossale statua di Vladimir I il Santo, Gran Principe di Kiev e cristianizzatore della Russia
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 GLI ANIMALISTI CHIEDONO CHE SIA IMPICCATO L'UOMO CHE NELLO ZIMBABWE HA UCCISO IL LEONE CECIL
In questo Stato africano domina il dittatore Mugabe, la disoccupazione è all'80% e spesso i leoni sbranano le persone... forse, signori animalisti, i problemi sono altri?
Autore: Leone Grotti - Fonte: Tempi
4 SACRIFICI UMANI E CRISTIANI MASSACRATI... EPPURE IL MONDO SI PREOCCUPA PER L'UCCISIONE DI UN LEONE
Non vi pare che in tutto questo ci sia qualcosa di inquietante?
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
5 IN ARRIVO LA SUPER-TASSA EUROPEA: INCARICATO MARIO MONTI DI REALIZZARLA
L'idea è del ministro delle Finanze tedesco Schaeuble, in accordo con il presidente della Commissione europea Juncker
Autore: Roberto De Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana
6 DOPO I VIDEO-CHOC, OBAMA E I DEMOCRATICI DIFENDONO ANCORA PLANNED PARENTHOOD (I VIDEO IN ITALIANO)
La multinazionale dell'aborto gestisce un traffico di organi di bambini abortiti eppure i politici americani la difendono ed anzi invocano la censura sui tre video che hanno smascherato il vile commercio (noi ve li mostriamo sottotitolati in italiano)
Fonte: No Cristianofobia
7 L'AMORE AL TEMPO DEI REALITY SHOW
Su canale 5 nel reality Temptation Island ci sono 6 coppie tentate da 24 ragazze e ragazzi single: in questo gioco di provocazioni, che fine fanno fedeltà e rispetto verso il proprio partner?
Autore: Lucia Annibali - Fonte: Blog di Costanza Miriano
8 NATE PER FARLE ESPLODERE: ECCO LE BAMBINE DEL JIHAD
I Boko Haram per realizzare gli attentati suicidi usano donne e soprattutto bambine, anche di dieci anni (solo a luglio quasi 400 morti, uccisi da una ventina di ragazzine)
Autore: Anna Bono - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
9 OMELIA XIX DOMENICA T. ORD. - ANNO B - (Gv 6,41-51)
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - IL BIKINI SULLA SPIAGGIA E' UN PROBLEMA SERIO
Come si fa a non desiderare le donne d'altri quando a centinaia ti passano davanti quasi nude?
Autore: Camillo Langone - Fonte: Il Foglio, 30/07/2015

Odio l'estate perché all'inizio di ogni giugno metto le braghette da bagno nella valigia e alla fine di ogni settembre mestamente le ripongo nell'armadio senza averle usate mai. Sono bellissime, un paio Borrelli color denim e un paio Malo blu notte, e pressoché nuove pur provenendo dai remoti anni Novanta. C'è sempre un qualcosa che mi impedisce di usarle. La mia incapacità di fare un bagno in mare è leggendaria. Se fossi freudiano anziché cristiano parlerei di blocco.

COSA E' RIMASTO DEL BAGNINO DI MILANO MARITTIMA
Cosa è rimasto del ragazzo che faceva il bagnino a Milano Marittima? Non i muscoli, non l'abbronzatura, non le magliette verde militare, non i polmoni per fumare sigarette senza filtro, non il cuore per bere caffè doppi uno dietro l'altro, non la capacità di svegliarsi all'alba dopo essere andato a dormire all'alba... Come facevo a buttare il moscone, che è un legnaccio pesantissimo, in acqua da solo, e avventurarmi tra le onde fino a raggiungere il pedalò dei turisti trascinati al largo dal garbino? Altro che remare, forse non so più neanche nuotare. Sono anni che non riesco nemmeno a fare un bagno in piscina e che surrogo con le foto di Olivier Zahm e i quadri di Eric Fischl, specialisti delle piscine gaudenti. Guardo le immagini e sogno, guardo le immagini e penso a quanto mi piacerebbe godermi una piscina, e magari mi trovo proprio in un albergo con piscina ma è sempre troppo tardi, c'è da muoversi, uscire, partire, mentre per gli ozi acquatici occorre tempo, bisogna dormirci almeno due notti in un posto. Non fare come me che arrivo la sera e riparto al mattino perché sono senza pace.
L'altro giorno arrivo a San Marco di Castellabate e incontro Nicola Porro, ragazzo fortunato, appena rientrato da un tuffo a Punta Licosa, "uno dei superstiti Eden italiani" come all'epoca di Piovene. Io come al solito ero in ritardo, ad Avellino avevo sbagliato strada, nella piana del Sele avevo rallentato per guardare le bufale e, novello Goethe, le mura di Paestum, a Laureana Cilento mi ero fermato per una mozzarella grossa e gonfia di latte, una zizzona, e per colpa di tutta questa dispersione altro che Punta Licosa, appena il tempo di una doccia.

LE DONNE IN COSTUME
Naturalmente quella del tempo è una scusa, so bene che il problema principale è un altro ossia le donne in costume. Mi costa confessarlo, non vorrei essere accomunato ai maomettani che pretendono donne palandranate pure in acqua. La differenza fra me e loro è che io non pretendo nulla, semplicemente mi ritiro dall'agone, in spiaggia non metto piede. E mi domando: sono poi così strano? Sono io l'unico maschio italiano disgustato dai corpi disgustosi e attratto dai corpi attraenti? Per me che sono un uomo semplice il bikini è un problema complicato. Ho sempre esortato le amiche al costume intero, con esiti nulli. Capisco che il costume castigato sia incompatibile con l'esibizionismo femminile, vorrei solo sapere com'è possibile non desiderare le donne d'altri quando migliaia di donne d'altri ti passano davanti quasi nude.
L'unica sarebbe il bagno di notte, fra persone conosciute, ed è un miraggio che inseguo ab immemorabili. Escludo che si possa materializzare: dove e con chi? A inizio estate, quando ho cominciato a infilare le braghette nel trolley, ho ipotizzato di dare al bagno di notte un senso politico. Per uscire da me stesso e dai miei miseri aneliti (con Pascal sono fermamente convinto che l'Io sia odioso), fantasticavo di organizzare una raffica di bagni di notte collettivi per significare la riappropriazione delle spiagge da parte del popolo italiano di giorno assediato dagli ambulanti africani. [...]
Ho scoperto che le spiagge della diletta Romagna dopo il tramonto sono supervigilate, militarizzate, e così insieme al crimine è represso l'amore. Mentre a Marina di Carrara, forse la spiaggia a me più prossima, "ci sono gli sbirri privati con i cani. Sembra la frontiera Usa-Messico".
Come faccio a non odiare l'estate?

Nota di BastaBugie: è bene ricordare che il nono comandamento "Non desiderare la donna d'altri" al femminile non è soltanto "Non desiderare l'uomo d'altri", ma anche e soprattutto "Non farti desiderare dagli uomini che non sono tuo marito"!
Per approfondire il modo di vestire moralmente buono è interessante leggere il seguente articolo ricco di citazioni bibliche e di santi come Padre Pio
OGGI VA DI MODA IL CULTO, L'OSTENTAZIONE E IL COMMERCIO DEL CORPO
Il pudore invece custodisce il mistero delle persone e del loro amore
di don Leonardo Pompei
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1317

DOSSIER "CONSIGLI PER L'ESTATE"
Vacanze, spiaggia e... bikini

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Fonte: Il Foglio, 30/07/2015

2 - LA STATUA DI SAN VLADIMIR CHE FARA' GRANDE PUTIN
Il presidente russo inaugurerà una colossale statua di Vladimir I il Santo, Gran Principe di Kiev e cristianizzatore della Russia
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 02/08/2015

E poi dice che uno tifa Vlad! No, non l'Impalatore vampiresco [leggi: VLAD III DI VALACCHIA DIFESE I CRISTIANI DAI TURCHI MUSULMANI http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=206], ma lui, Vladimir Putin. Che ha annunciato l'erezione di una colossale statua in Mosca a San Vladimiro, Vladimir I il Santo, Gran Principe di Kiev e cristianizzatore della Rus'. Cadono i mille anni dalla sua morte e Putin ha indetto in suo onore un grandioso galà al Cremlino con centinaia di ospiti. Dopo, naturalmente, aver preso parte alla solenne cerimonia religiosa in cattedrale col patriarca Kirill. Putin ha ridato grande lustro alla tradizione religiosa della Santa Russia, premia le famiglie numerose, non vuol sentir parlare di gender e ideologia Lgbt, finanzia e ricostruisce chiese e monasteri [leggi LA RUSSIA DI PUTIN: BALUARDO DELLA CRISTIANITA' https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3174], ha perfino richiamato il Papa in mondovisione per essersi distratto dal bacio alla Vladimirskaya, l'icona della Madre di Dio protettrice di tutte le Russie.

INSTRUMENTUM REGNI?
Putin si proclama difensore (come già fu lo zar) dei cristiani balcanici e mediorientali in terra islamica. Ha perfino ripristinato il nome a Sanpietroburgo, la città che cambiava denominazione a ogni regime. E vietato l'adozione di bimbi russi ai Paesi che praticano le nozze gay [leggi RUSSIA: STOP ALLE ADOZIONI VERSO PAESI CHE HANNO I ''MATRIMONI'' GAY https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3063]. Voi direte che fa così non perché gliene importi del cristianesimo e della sua morale, ma per assicurarsi il puntello della potente Chiesa ortodossa. E per differenziarsi sotto ogni aspetto dagli Stati Uniti che, con la loro ostinazione imperialistica, gli hanno di fatto scatenato contro una neo-guerrafredda (è dai tempi della Grande Guerra che gli Usa temono come la morte il sorgere di un asse economico Germania-Russia). Tutto (forse) vero, chi lo nega? Però lo fa.
Forse davvero Putin intende usare la tradizione cristiana come instrumentum regni, ma chi se ne importa [leggi LA NUOVA RUSSIA DI PUTIN RISCOPRE LE RADICI CRISTIANE https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3031]? L'Occidente fa l'esatto contrario e combatte una guerra mai vista contro Cristo e, pur di farGli un dispetto, scarta inorridito anche la sola idea che l'identità religiosa possa servire da antidoto contro il jihadismo. É di questi giorni la notizia che Magdi Cristiano Allam è stato ridotto all'elemosina da Querela Continua, la jihad giudiziaria scatenatagli contro dai musulmani italici. I giudici nostrani gli danno sempre torto, è sotto scorta da una vita, pure l'ordine dei giornalisti gli ha inflitto l'impeachment per "islamofobia". E qui non c'è un patriarca Kirill che gli offra aiuto, nemmeno sottobanco, manco una pacca sulla spalla.

SOLO CALCOLO POLITICO?
Forse anche Vladimir il Grande, nell'anno 988, agì per calcolo politico quando mandò in soffitta il paganesimo di suo padre Svjatoslav e si volse verso Costantinopoli. C'è chi dice che cercava appoggi contro le scorrerie vikinghe. Ma chi qui scrive sa bene che pure delle Crociate generazioni di storici atei hanno cercato col lanternino i "retroscena economici". E, si sa, quel che non si trova si inventa. Molti sono i Santi che hanno cominciato il loro cammino per paura o per interesse. Solo che, cammin facendo, si sono santificati davvero, perché Dio era più furbo di loro. Si noti che la conversione del Principato di Kiev reca la data del 988. Mille anni dopo, l'impero sovietico crollava e, come predetto dalla Madonna a Fatima, la Russia tornava cristiana. In un mondo che non lo era più. Kiev è oggi capitale dell'Ucraina, e qualcuno si meraviglia ancora che i russi non intendano cederla a Obama e ai suoi zerbini europei. Di più: Vladimir il Santo si fece battezzare a Cherson, l'odierna Sebastopol, nell'attuale Crimea.
Ed ecco un altro spunto di riflessione per chi paventa l'"espansionismo russo". Nella geopolitica la religione conta? Chiedetelo all'Arabia Saudita, all'Iran khomeinista e al sedicente Califfato. Chiedetelo all'Occidente, che spende somme spaventose e non esita di fronte ad alcun genere di pressione per imporre ovunque la sua ideologia (i.e. religione laica). Si dice che Vladimir il Grande, giudiziosamente, abbia mandato suoi emissari per analizzare le grandi religioni monoteistiche da cui era circondato: cristianesimo, ebraismo e islamismo. Quest'ultimo, sebbene potente e in espansione, fu scartato subito per amore del popolo: vietava le bevande inebrianti e i rus' non lo avrebbero sopportato. La scelta tra i culti rimanenti fu vinta da Costantinopoli in via puramente estetica: gli emissari del Gran Principe rimasero abbagliati dallo splendore della liturgia bizantina. Un Dio onorato in tal modo non poteva che essere quello vero, riferirono. Meditate gente, meditate.

Nota di BastaBugie: Vladimir Putin al Forum di Valdai il 19 settembre 2013 ha affermato "Possiamo notare come molti Paesi euro-atlantici stanno negando le loro radici tra cui i valori cristiani che sono alla base della civiltà occidentale. Stanno negando i principi morali e la propria identità: nazionale, culturale, religiosa e perfino sessuale. Mettono in vigore politiche che pongono allo stesso livello delle numerose famiglie tradizionali, le famiglie omosessuali: la fede in Dio equivale ormai alla fede in Satana. Questo eccesso di politicamente corretto ha condotto la volontà di qualche persona a legittimare partiti politici di cui l'obiettivo è promuovere la pedofilia. In molti Paesi europei, la gente non ha il coraggio di parlare della propria religione. (...) Sono convinto che questo apra una via diretta alla degradazione e al primitivismo che porteranno ad una profonda crisi demografica e morale. Che cosa testimonia meglio di questa crisi morale se non la perdita della capacità a riprodursi? Oggigiorno, quasi nessuna nazione sviluppata è in grado di riprodursi, anche con l'aiuto dei flussi migratori. Senza i valori presenti nel cristianesimo e nelle altre religioni del mondo, senza gli standard morali che si sono formati per millenni, le popolazioni perderanno inevitabilmente la loro dignità umana. Consideriamo normale e naturale di difendere questi valori. Dobbiamo rispettare il diritto di ogni minoranza di essere differente, però, i diritti della maggioranza non devono essere rimessi in questione."
Ecco il video di tre minuti con il discorso di Putin sottotitolato in italiano


https://www.youtube.com/watch?v=biGzij6nIOs

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 02/08/2015

3 - GLI ANIMALISTI CHIEDONO CHE SIA IMPICCATO L'UOMO CHE NELLO ZIMBABWE HA UCCISO IL LEONE CECIL
In questo Stato africano domina il dittatore Mugabe, la disoccupazione è all'80% e spesso i leoni sbranano le persone... forse, signori animalisti, i problemi sono altri?
Autore: Leone Grotti - Fonte: Tempi, 30 e 31/07/2015

Walter Palmer, dentista del Minnesota, è in questi giorni al centro di una bufera mediatica senza precedenti. L'uomo è accusato di aver ucciso illegalmente in Zimbabwe un leone di 13 anni, chiamato Cecil, icona del parco nazionale Hwange e famoso per la sua criniera nera.
Secondo la polizia, avrebbe dato a inizio mese fino 50 mila dollari al cacciatore professionista Theo Bronkhorst e al fattore Honest Ndlovu per aiutarlo ad attirare fuori dal parco nazionale il leone con un'esca e cacciarlo con arco e frecce. I due uomini sono stati arrestati in Zimbabwe con l'accusa di bracconaggio, mentre l'americano, cacciatore esperto, ha dichiarato che non era a conoscenza che la sua ultima battuta di caccia fosse illegale e ha aggiunto di essere a eventuale disposizione dei giudici.

LA RETE CHIEDE GIUSTIZIA: SPERO CHE TI UCCIDANO
Se Palmer ha compiuto un reato uccidendo il leone Cecil è giusto che risponda in tribunale della morte del bellissimo animale, come per qualunque altro delitto. Ma quando i giornali di tutto il mondo scrivono che «la Rete chiede giustizia», giustificano in modo inaccettabile un'orda barbarica di persone che in questi giorni hanno subissato di minacce di morte e insulti il cacciatore. La Rete infatti finora non ha chiesto giustizia, ha invocato piuttosto la ghigliottina.
Su Yelp, Facebook, Youtube, Google, Flickr, Palmer è stato massacrato, ha dovuto chiudere tutti i suoi account social e anche il suo studio dentistico. «Spero che un animalista venga ad ucciderti per vendicare la morte di tutti gli animali in via d'estinzione che tu hai ucciso», gli ha scritto ad esempio Jack. «Sei solo sperma sprecato», ha insistito Kim. «Hey, Stato islamico, attaccate questo personaggio», ha proposto Valerie. «Io per fargli provare sensazioni forti gli strapperei i denti con una tenaglia o anche con uno scalpello di pietra, poi lo lascerei nella savana», suggerisce un altro ancora.
Ma c'è chi è andato anche più in là con la violenza. La celebre associazione americana animalista Peta ha fatto questa proposta pubblicamente su Twitter: «Se, come riportato, questo dentista e le sue guide hanno attirato il leone Cecil fuori dal parco con del cibo per sparargli su una proprietà privata, perché ucciderlo nel parco sarebbe stato illegale, allora bisogna estradarlo, accusarlo e, preferibilmente, impiccarlo».

CUCCIOLI D'UOMO
Su internet l'indignazione corre libera, la gogna pubblica è ben accetta (l'indirizzo di casa dell'uomo è stato pubblicato e ora non è al sicuro nemmeno lì) e uccidere un uomo che ha ucciso un animale non appare come un'esagerazione, anzi: viene chiamata giustizia. Ma è la giustizia del Colosseo, la stessa che invoca Francesca: «Come pena, darlo in pasto ai leoni». «Magari...», risponde Pierluca.
Fa specie notare che mentre tutti si preoccupano (giustamente) anche della fine che faranno ora i cuccioli di Cecil, che rischiano di essere sbranati dagli altri leoni senza il padre, la stessa pietà negli Stati Uniti e nel mondo non viene risvegliata dalla recente scoperta che un colosso della pratica abortiva come Planned Parenthood interrompe le gravidanze smembrando i bambini e "donando" poi i pezzi alle aziende dietro cospicuo "rimborso" [leggi PLANNED PARENTHOOD E IL TRAFFICO DI RESTI DI BAMBINI ABORTITI https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3843].
I cuccioli d'uomo non valgono quanto quelli del leone?

TUTTO PER UN LEONE?
«E chi è il leone Cecil?». La risposta che il ministro dell'Informazione dello Zimbabwe, Prisca Mupfumira, ha dato ai giornalisti occidentali che gli chiedevano un commento sull'uccisione del famoso felino del parco nazionale Hwange, dice molto della frenesia eccessiva che ha travolto i media occidentali.
Mentre davanti allo studio dentistico di proprietà del cacciatore del Minnesota Walter Palmer, ora accusato di bracconaggio per aver ucciso Cecil in modo illegale, si riunivano centinaia di persone per protestare e augurargli di «marcire all'inferno» ed «essere impiccato», le ultime notizie sul caso venivano appena accennate nelle pagine interne dei giornali locali.
Nel paese dove l'80 per cento della popolazione non ha un lavoro, la morte di un felino, per quanto meraviglioso, non sembra un grande problema. «State dicendo che tutto questo casino riguarda un leone morto? I leoni in questo paese vengono uccisi tutti i giorni», spiega a Reuters Tryphina Kaseke, che vende abiti usati nella capitale Harare. «Che cos'ha di speciale questo [esemplare]?».

UOMINI DIVORATI
Nel paese africano i leoni non sono materiale da zoo. Sono considerati o una fonte di guadagno, sia per i safari che per la vendita di carne, o un pericolo. Capita spesso, infatti, che qualche abitante venga sbranato. «Perché gli americani si preoccupano più di quanto ci preoccupiamo noi?», si chiede incredulo Joseph Mabuwa. «Non li abbiamo mai sentiti far sentire la propria voce quando dei paesani venivano divorati dai leoni o uccisi dagli elefanti a Hwange».
Notizie del genere non sono così rare sui media locali. Nell'aprile del 2014, a Hwange, un leone ha divorato un bambino di sette anni, mentre si recava a casa di un suo amico. Tre mesi fa, invece, un 14enne è stato sbranato in un villaggio mentre dormiva in un campo. Del ragazzo è stata ritrovata solo la testa.
Le reazioni degli abitanti dello Zimbabwe sono comprensibili. Gli africani probabilmente sarebbero ben felici se gli occidentali si occupassero di loro. Non per protestare contro la morte di un leone però, bensì per porre fine alla dittatura di Robert Mugabe, 91enne presidente del paese fin dal 1987, criminale internazionale che ha demolito il suo paese gettando il popolo nella disperazione [leggi SACRIFICI UMANI E CRISTIANI MASSACRATI... EPPURE IL MONDO SI PREOCCUPA PER L'UCCISIONE DI UN LEONE https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3870].

Fonte: Tempi, 30 e 31/07/2015

4 - SACRIFICI UMANI E CRISTIANI MASSACRATI... EPPURE IL MONDO SI PREOCCUPA PER L'UCCISIONE DI UN LEONE
Non vi pare che in tutto questo ci sia qualcosa di inquietante?
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 02/08/2015

Non c'è partita, fra il leone Cecil e il dentista americano che l'ha ammazzato durante un safari. E' ovvio che stiamo tutti dalla parte del leone.
Particolare indignazione ha suscitato il fatto che il felino, una volta ucciso, sia stato decapitato così da diventare un trofeo di caccia.
Lo sdegno planetario è esploso su internet e sui media. Così ieri una petizione con 146 mila firme è stata consegnata al governo americano: "Sollecitiamo il segretario di Stato John Kerry e il ministro della Giustizia, Loretta Lynch, a cooperare pienamente con le autorità dello Zimbabwe e ad estradare tempestivamente Walter Palmer".
Nel frattempo il dentista Palmer ha dovuto eclissarsi perché davanti alla sua casa si svolgono continui sit-in di manifestanti indignati.
Ha pure dovuto chiudere lo studio dentistico comunicando ai suoi pazienti l'impossibilità, in questo momento, di continuare l'attività.
Bene. Nulla da dire. Solidarietà al leone Cecil anche da parte mia e sdegno per il dentista.
Però permettetemi di accostare questo episodio - che è diventato un affare di stato di cui si occupa la Casa Bianca - a un altro fatto accaduto negli stessi giorni.

SACRIFICI UMANI
Martedì scorso, nel villaggio nepalese di Kudiya, al confine con l'India, un ragazzino di 10 anni, Jivan Kohar, è stato sgozzato da un gruppo di adulti - a loro dire - per scacciare degli spiriti da un'altra persona.
Secondo le testimonianze raccolte dalla Cnn il "sacrificio umano" sarebbe stato perpetrato in un tempietto indù. Il bambino è stato costretto a terra mentre un uomo gli tagliava la gola con un falcetto.
La pratica dei "sacrifici umani", tipica delle religioni pagane spazzate via dal cristianesimo (per il quale i sacrifici umani sono degli abominevoli crimini satanici), non è solo un orrore del passato. La Bbc, riportando la denuncia di una ong inglese, ha affermato che solo in Uganda negli ultimi anni si sono verificati circa 900 casi.
Domanda: avete visto per il bambino Jivan Kohar (o per un'altra vittima di questi crimini rituali) qualche manifestazione di sdegno e protesta? Avete notato un moto di pietà e solidarietà anche lontanamente paragonabile a quella per il leone? C'è stata una sollevazione popolare sulla rete?
A me non risulta. Per restare all'Africa, dove è stato ucciso il leone, va detto che quel continente è martoriato da violenze e massacri quotidiani di esseri umani innocenti e di fronte a questo oceano di dolore, a cui siamo pressoché disinteressati, francamente appare singolare che in Occidente diventi un affare di stato l'uccisione di un leone.
Un esempio.

CRISTIANI MASSACRATI
Lunedì scorso i terroristi islamici di Boko Aram, in un villaggio del nord della Nigeria, hanno ucciso e decapitato venti pescatori cristiani originari del Ciad. Fra loro anche un ragazzo di 16 anni.
Le vittime stavano gettando le reti nel lago Ciad quando sono arrivati i jihadisti armati.
Abubakar Gamandi, l'unico che è riuscito a scappare (è fratello del sedicenne ucciso), ha testimoniato che gli assassini sono piombati sui pescatori e li hanno accusati di essere "seguaci di Gesù, un profeta che con le sue parole ha attirato molte persone stolte, tentando di corrompere il mondo".
Dopodiché hanno ucciso i poveretti a colpi di kalashnikov. Un dettaglio agghiacciante: alcuni che erano rimasti vivi sono stati recuperati dalle acque del lago e decapitate.
Come il leone, ma da vivi. Per loro però nessuna indignazione planetaria, nessuna sollevazione sulla rete e sui media. Nulla di nulla.
D'altronde nei primi mesi del 2015 sono già centinaia in Nigeria le vittime di Boko Aram, ma non fanno notizia. Nessun clamore. Nessun moto di pietà o di solidarietà collettiva.
I terorristi islamisti sono all'attacco in diverse zone dell'Africa con l'ambizione di sradicare il cristianesimo come ormai stanno riuscendo a fare in Medio Oriente.
Vogliono islamizzare l'intero continente africano a furia di massacri. Tutto questo nell'indifferenza del mondo.
Ora mi chiedo: è accettabile che l'uccisione (per quanto esecrabile e assurda) di un leone scateni una reazione così spropositata rispetto alla quotidiana uccisione di tanti esseri umani innocenti?
Si può sommessamente far notare che c'è un doppiopesismo etico?

ORRIDO MONDO
Periodicamente su queste colonne proviamo a segnalarlo. Nel settembre scorso mi aveva colpito la sollevazione generale di protesta per l'uccisione (oltretutto accidentale) di un orso in Trentino, con servizi nei tg della sera, per diversi giorni.
Una sorta di tragedia nazionale impressionante se paragonata al disinteresse collettivo per l'uccisione di tre suore italiane in Burundi (Africa), avvenuta nelle stesse ore.
L'episodio dell'orso era pure concomitante con le stragi dell'Isis nel Nord Iraq. Anche in quel caso il doppio standard dell'indignazione collettiva fu palese.
Cosa dobbiamo concludere da tutto questo? Che tipo di società stiamo diventando? Che mentalità sta vincendo?
A me un mondo così fa paura e orrore.
Ovviamente simpatizziamo tutti per l'orsa e per il leone [leggi GLI ANIMALISTI CHIEDONO CHE SIA IMPICCATO L'UOMO CHE NELLO ZIMBABWE HA UCCISO IL LEONE CECIL https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3862]. Ma gli esseri umani? Se non c'è una pietà almeno paragonabile per le vittime umane di violenze atroci, a me sembra che ci sia un problema. Un grosso problema.
A voi no? Non vi pare che in tutto questo ci sia qualcosa di inquietante?

Fonte: Libero, 02/08/2015

5 - IN ARRIVO LA SUPER-TASSA EUROPEA: INCARICATO MARIO MONTI DI REALIZZARLA
L'idea è del ministro delle Finanze tedesco Schaeuble, in accordo con il presidente della Commissione europea Juncker
Autore: Roberto De Mattei - Fonte: Corrispondenza Romana, 29/07/2015

La proposta di una super-tassa europea è stata accolta favorevolmente dal governo italiano, come del resto era prevedibile. L'idea viene dal ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, in accordo con il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker.
Secondo il settimanale tedesco Der Spiegel del 25 luglio, una task force guidata dall'ex premier italiano Mario Monti sarebbe già al lavoro per introdurre al più presto l'eurotassa.
Il fine della super-imposta europea non è solo quello di raccogliere un "tesoretto" per affrontare le situazioni di emergenze tipo Grecia, ma soprattutto di fare un passo avanti verso quella politica fiscale comune europea, che costituisce la mèta agognata dei potentati finanziari e politici internazionali, vale a dire il definitivo affossamento dell'indipendenza delle nazioni europee, già espropriate della loro sovranità monetaria.
«Se l'eurotassa è collegata ad un progetto di integrazione politica e soprattutto ad un effettivo progetto di integrazione sul versante della politica fiscale, allora è una proposta da prendere in considerazione», ha affermato il 27 luglio ad Affaritaliani.it il viceministro dell'Economia Enrico Morando. «Da tanto tempo invochiamo una politica fiscale a dimensione europea, in modo tale che all'unione monetaria corrisponda un'effettiva unione sul versante della politica economica e fiscale. E, quindi, queste sono ipotesi che si muovono coerentemente rispetto a queste esigenze.
L'eurotassa - spiega Morando - va intesa come una politica di prelievo fiscale di dimensione europea, in funzione di un disegno generale di integrazione più forte di cui certamente abbiamo bisogno».

TORNA LO SPETTRO DI MARIO MONTI
La realizzazione del piano è stata non a caso affidata al senatore Mario Monti, che malgrado la fallimentare esperienza di capo del governo italiano, dal 6 novembre 2011 al 28 aprile 2013, resta il più fidato esecutore dei piani europeisti. Fin dal 1998, l'allora commissario europeo Mario Monti affermava che la "fase 2" dell'Unione Europea, sarebbe stata, dopo quella monetaria, quella fiscale (La Repubblica, 5 maggio 1998).
Il 2 gennaio 1999 lo stesso prof. Monti, annunciava la nascita dell'euro con un articolo in prima pagina sul Corriere della Sera, dal titolo Come una guerra di liberazione. Monti scriveva che il 1° gennaio 1999, «per la prima volta dalle guerre di indipendenza», l'Italia, rinunziando alla sua moneta, aveva «rafforzato l'unità nazionale».
L'appello risorgimentale di Monti non deve stupire. Bisogna sempre ricordare che il fine ultimo del processo avviato dal Trattato di Maastricht del 1992 non è economico, ma politico: la liquidazione degli Stati nazionali europei, non per costruire un "superStato", ma per creare un non-Stato, un'Europa-azienda gestita da poteri invisibili. Questo progetto risale al conte Claude-Henry de Saint-Simon (1760-1825), il principale esponente del socialismo tecnocratico, che fin dal 1803, nelle Lettres d'un incroyant de Genève à ses contemporains, proponeva la creazione di un "Gran Consiglio di Newton", collegio supremo formato da ventuno scienziati eletti da tutto il genere umano con il compito di rigenerare il mondo attraverso l'imposizione di un nuovo credo scientifico.
Saint-Simon teorizzò quindi nella Réorganisation de la société européenne (1814), la riforma della società europea secondo il modello di una grande azienda: il potere politico sugli uomini sarebbe stato sostituito dall'amministrazione dei beni e la politica si sarebbe trasformata in scienza della produzione. Questa trasformazione sociale avrebbe dovuto essere favorita dalla religione umanitaria del "Nuovo cristianesimo".
I seguaci di Saint-Simon fondarono perciò la "religione saint-simoniana", di cui fu "pontefice" Prosper Enfantin (1796-1864).

L'EUROPEISMO COME VISIONE POLITICA E RELIGIOSA ANTICRISTIANA
Se dietro ogni progetto economico c'è una mèta politica, dietro ogni progetto politico c'è a sua volta un'idea religiosa. L'europeismo è in questo senso un progetto funzionale a una visione politica e religiosa strutturalmente anticristiana, una sorta di "Repubblica universale" nella quale si amalgamerebbero tutti i Paesi della terra, attuando il sogno sincretistico e ugualitario di fondere tutte le razze, tutti i popoli e tutte le religioni.
La strada scelta per attuare questo piano è quella "funzionalista", dei "piccoli passi", di Jean Monnet. Una serie di passaggi obbligati porterebbero dal mercato unico alla moneta unica, dalla moneta unica alla fiscalità unica e dalla fiscalità unica all'azienda unica europea, controllata da poteri forti quali la Banca Centrale, la Commissione, la Corte di Giustizia e il Parlamento Europeo.
Una volta avviata la moneta comune, l'unico strumento che resta in piedi per controllare gli squilibri e le crisi economiche è quello del prelievo e della redistribuzione fiscale. Ma, se la rinuncia al diritto di emettere denaro di corso legale e di svolgere un'autonoma politica economica attraverso i cambi significa la cessione di un elemento essenziale della sovranità nazionale, l'unificazione fiscale colpisce ancora più profondamente l'essenza della sovranità politica. Il principio che guidò il processo di indipendenza delle colonie americane dal governo britannico fu, nel XVII secolo, la formula «no taxation without representation» (nessuna tassazione senza rappresentanza).

TASSE SENZA ELEZIONI
Lo slogan dell'Unione Europea sembra invece essere il contrario: le tasse, senza elezione dei rappresentanti. L'ultima parola è ai tecnocrati, che non rispondono alle istituzioni rappresentative, Parlamento e governi, ma a club, logge, gruppi di potere i cui interessi sono in antitesi con quelli nazionali.
Questo processo non implica solo la fine della rappresentanza democratica e degli Stati nazionali, ma mira a scalzare la famiglia e la proprietà privata, basi dell'ordine naturale e cristiano, secondo l'antico sogno di Marx ed Engels, che pretesero dare un fondamento "scientifico" alle idee dei socialisti utopisti come Saint-Simon.
Il marxismo, come il sansimonismo, è una visione anticristiana del mondo, che soggiace al culto dell'euro oggi professato, dai tecnocrati di Bruxelles e di Francoforte. La prima condizione per far fallire quest'utopia panteista e ugualitaria è rivelarne le origini e la mèta.

Fonte: Corrispondenza Romana, 29/07/2015

6 - DOPO I VIDEO-CHOC, OBAMA E I DEMOCRATICI DIFENDONO ANCORA PLANNED PARENTHOOD (I VIDEO IN ITALIANO)
La multinazionale dell'aborto gestisce un traffico di organi di bambini abortiti eppure i politici americani la difendono ed anzi invocano la censura sui tre video che hanno smascherato il vile commercio (noi ve li mostriamo sottotitolati in italiano)
Fonte No Cristianofobia, 24/07/2015

Incredibile! Il Partito Democratico americano, guidato dal Presidente Barack Obama,ha espresso «solidarietà» a Planned Parenthood, accusata di un traffico degli organi dei bambini abortiti presso le proprie strutture, ed ha anzi chiesto l'avvio di un'indagine nei confronti del Cmp-Center for Medical Progress, l'organizzazione pro-life che ha scoperto e reso pubblico lo scandalo, grazie a due video registrati con una telecamera nascosta da propri attivisti, fintisi compratori d'organi. Nei filmati si vedono e si sentono chiaramente alti funzionari della multinazionale dell'aborto vendere parti dei feti umani ad un costo compreso tra i 35 ed i 100 dollari, trattando anche sul prezzo.

SANZIONI CONTRO I PRO-LIFE CHE HANNO PRODOTTO IL VIDEO CHOC
Con una lettera, inviata al Procuratore Generale degli Stati Uniti, Loretta Lynch, ed al Procuratore Generale della California, Kamala Harris, gli esponenti democratici del Congresso Jan Schakowsky, Zoe Lofgren, Jerry Nadler e Yvette Clarke, pretendono sanzioni esemplari nei confronti della meritoria sigla pro-life, "rea", a loro dire, «da diversi anni di macchinazioni», nonché d'aver pubblicizzato le immagini ed i dialoghi senza il consenso degli interessati: un pretesto formale viene cioè contrapposto all'indegna e terrificante macelleria smascherata.
Secondo il Center for Responsive Politics, nel 2014, 153 parlamentari democratici hanno ricevuto oltre 676 mila dollari da Planned Parenthood. Lo stesso Presidente Usa, Barack Obama, per la sua campagna elettorale del 2012, ha ricevuto dalla multinazionale dell'aborto ben 1,7 milioni di dollari. Del partito repubblicano, invece, solo il deputato Richard Hanna ha ricevuto 2.823 dollari.
Secondo Lofgren, anzi, Planned Parenthood sarebbe «un'istituzione assai rispettata ed importante per la comunità», mentre Schakowsky critica il Cmp, imputandolo di un'indicibile bassezza ed accusando tutti gli attivisti per la Vita di non fermarsi «di fronte a nulla nei propri sforzi tesi a minare il diritto di scelta della donna». Parole indegne di un esponente del Congresso americano.

NESSUNO CI FERMERA'
Il Cmp, dal canto suo, non ha alcuna intenzione di fermarsi: anzi, ha annunciato la diffusione di altri video che inchiodino alle proprie responsabilità gli autori di questo mercato disumano, video realizzati grazie ad un'indagine durata tre anni e denominata «Capitale umano».
Ad oggi, sono ben otto gli Stati federali, che hanno avviato indagini contro le cliniche di Planned Parenthood, dopo la diffusione dei video contestati: si tratta del Kansas, della Georgia, della Louisiana, del Texas, dell'Ohio, dell'Indiana e dell'Arizona.
Il governatore del Kansas, Sam Brownback, ha anzi assicurato che il proprio Stato «mantiene l'impegno di promuovere una cultura rispettosa della dignità della vita a qualsiasi età».
Dal canto suo, la Commissione per l'Energia ed il Commercio della Camera dei Deputati americana ha inviato una lettera al presidente di Planned Parenthood, Cecile Richards, con cui le si chiede ufficialmente di presentarsi il prossimo 31 luglio, per difendersi e chiarire le accuse mosse all'istituzione che rappresenta.

Nota di BastaBugie: per i dettagli su ciò che è riportato nell'articolo basta andare al link sottostante
PLANNED PARENTHOOD E IL TRAFFICO DI RESTI DI BAMBINI ABORTITI
Con una telecamera nascosta, la ABC News svela gli orrori della più grande catena di cliniche abortiste d'America (sconsigliamo la lettura a persone facilmente impressionabili)
di Federica Paparelli Thistle
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3843

Ed ecco i video-choc che Obama vuole censurare:

1° VIDEO

Dottoressa di Planned Parenthood vende organi di bambini abortiti


https://www.youtube.com/watch?v=s0MxjFWR_Bg

2° VIDEO

A Planned Parenthood vendono organi di feti umani x comprarsi Lamborghini


https://www.youtube.com/watch?v=11jIg-CiBqw

Fonte: No Cristianofobia, 24/07/2015

7 - L'AMORE AL TEMPO DEI REALITY SHOW
Su canale 5 nel reality Temptation Island ci sono 6 coppie tentate da 24 ragazze e ragazzi single: in questo gioco di provocazioni, che fine fanno fedeltà e rispetto verso il proprio partner?
Autore: Lucia Annibali - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 30/07/2015

Va in onda in questi giorni, su canale 5, la trasmissione Temptation Island. Si tratta di un reality show che racconta la storia, gli avvenimenti, i sentimenti e il destino di sei coppie non sposate e senza figli, chiuse per tre settimane in un villaggio.
Le coppie, alcune nate nell'ambito di altri reality, altre invece formatesi nella "vita reale", sono divise in due gruppi separati (uomini da una parte, donne dall'altra) e vengono "tentate" rispettivamente da dodici ragazze e dodici ragazzi single. Ogni settimana i membri delle coppie si riuniscono attorno a un falò, durante il quale vengono consegnati loro dei filmati che mostrano come il partner stia interagendo con i single "tentatori" e reagendo alle loro provocazioni. Tutto ciò al fine di decidere, durante l'ultimo falò, se continuare oppure interrompere la propria storia d'amore.
La motivazione alla base della scelta di partecipare alla trasmissione è quella di mettere alla prova se stessi e il proprio rapporto, per capire quanto il legame sia vero e forte. E così, con la scusa che lo scopo del programma di testare la propria capacità di resistere alle varie tentazioni, i telespettatori assistono, da una parte, a uomini fidanzati che si prestano volentieri al corteggiamento, alle lusinghe e al contatto fisico da parte della ragazza single di turno; dall'altra, a donne fidanzate che si lasciano andare a confidenze, confessioni e, a volte, a momenti di intimità fisica con giovani seduttori perfettamente calati nella parte. In questo continuo scambio di ruoli, fondato sul motto "è un'esperienza che voglio vivermi fino in fondo", con il passare delle settimane i membri delle coppie, chi più, chi meno, si lasciano andare ad atteggiamenti sempre più espliciti.

UN MODO SUPERFICIALE DI VIVERE L'AMORE
Immaginiamo per un momento che tutto questo sia reale, che non sia cioè una semplice operazione commerciale che punta dritto all'audience, facendo leva sulla curiosità, morbosità e tendenza al voyeurismo di molti, e sul desiderio di apparire di altri. Le riflessioni che ne scaturiscono sono: qual è il senso di mettere alla prova i propri sentimenti in questo modo? L'incontro con l'altro, dove l'altro è, in questo caso, il primo che capita, può essere da solo sufficiente a incrinare un rapporto di coppia? In questo gioco di provocazioni, che fine fanno valori come la fedeltà e il rispetto verso il proprio partner?
Non so se i protagonisti di Temptation Island si siano domandati tutto ciò, prima, durante e dopo la loro partecipazione al programma. Certo è che quello che interpretano è un modo superficiale di vivere l'amore, secondo cui, in nome della propria libertà, si acquista il diritto di essere egoisti. Tutto questo, per fortuna, ha poco a che fare con la realtà.

LA REALTÀ
Chi vive un amore nella vita reale, infatti, sa quanto esso vada e debba essere protetto, perché ci pensa la vita, da sola, a metterlo alla prova con le sue difficoltà, i dolori, le malattie improvvise. Sa che un rapporto ha bisogno di essere coltivato ogni giorno e ha capito che la tenerezza, l'accoglienza e il perdono sono la strada giusta per costruire un legame che sia fonte di benessere per se stesso e per l'altro.
Cerca di superare il proprio egoismo per lasciare spazio sufficiente al partner di esprimere se stesso. Si impegna per essere una persona migliore per l'altro, così che non esista alcun confronto per l'altro, perché quello che ha è tutto ciò che desidera. Trasforma il proprio amore in un luogo sicuro in cui il partner deciderà sempre di tornare. E pensa che la fedeltà, oggi così sottovalutata tanto da essere considerata una sorta di optional, sia invece l'ingrediente magico che dona romanticismo al proprio rapporto, perché è la promessa di esserci sempre e comunque per l'altro, fino alla fine. L'amore dovrebbe essere questo, nella vita reale. Come sempre, però, la vita è fatta di scelte. Così, si può scegliere di prendersi gioco dell'amore oppure di prenderlo sul serio.

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 30/07/2015

8 - NATE PER FARLE ESPLODERE: ECCO LE BAMBINE DEL JIHAD
I Boko Haram per realizzare gli attentati suicidi usano donne e soprattutto bambine, anche di dieci anni (solo a luglio quasi 400 morti, uccisi da una ventina di ragazzine)
Autore: Anna Bono - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29/07/2015

Boko Haram, il gruppo islamista che lotta in Nigeria per imporre la legge coranica, ha messo a segno due nuovi attentati suicidi in poche ore, usando ancora una volta delle bambine. La sera del 25 luglio una ragazzina si è fatta esplodere in un bar di Maroua, una città del Camerun. Il locale in quel momento era molto affollato. Si contano 19 morti e 62 feriti. Il giorno dopo Boko Haram ha colpito a Damaturu, la capitale dello Yobe, uno stato della federazione nigeriana. Una bambina di circa dieci anni è saltata in aria in mezzo alla gente che aspettava di passare i controlli di sicurezza per poter entrare in un mercato. L'esplosione ha ucciso 16 persone. Entrambe le città avevano subito altri attentati pochi giorni prima: Maroua il 22 luglio, in un mercato, con un bilancio di 15 vittime uccise da due ragazzine imbottite di esplosivo; Damaturu il 17 luglio, quando altre due ragazzine, una di circa dieci anni, hanno fatto strage di fedeli islamici durante la festa di Eid, alla fine del Ramadan.
Da quando il 29 maggio il nuovo presidente della Nigeria, Mohammed Buhari, ha iniziato il proprio mandato, i Boko Haram hanno intensificato le azioni di terrorismo. Nelle ultime settimane gli assalti a villaggi, di cui sterminano gli abitanti e che poi distruggono con il fuoco, e gli attentati suicidi, nei centri urbani, si sono verificati con frequenza quasi quotidiana: per lo più in Nigeria, qualcuno anche in Camerun e in Ciad. Salvo pochi casi – qualche volta un imam o un leader politico che li contrastano – i Boko Haram si accaniscono su persone innocenti: il terrore si semina in questo modo tra la gente. Dai Lord Resistance Army in Uganda ai Seleka in Repubblica Centrafricana agli Adf-Nalu in Repubblica Democratica del Congo i miliziani uccidono civili inermi, infliggono stupri, torture, mutilazioni a persone indifese; e fanno razzia di donne e bambini da usare come scudi umani, combattenti, inservienti e oggetti sessuali.

UNA MODALITÀ DI COMBATTIMENTO NUOVA PER L'AFRICA
I jihadisti hanno introdotto una modalità di combattimento nuova per l'Africa: gli attentati suicidi. I Boko Haram per realizzarli usano donne e soprattutto bambine: anche solo di dieci anni. Le fanno saltare in aria nei mercati, nelle stazioni degli autobus e in altri luoghi affollati. Le mandano a morire perché così evitano di immolarsi loro. Inoltre, impiegando delle bambine, è più semplice realizzare gli attentati perché, confuse tra la folla, destano meno attenzione, la gente è meno pronta a sospettare di loro; e poi, sotto l'informe niqab, il velo integrale delle donne musulmane, è più facile nascondere l'esplosivo. Nel solo mese di luglio il bilancio degli attentati è stato di quasi 400 morti, uccisi da una ventina di ragazzine che non sempre è corretto definire suicide, cioè volontariamente intenzionate a uccidersi: perchè almeno una parte di loro di sicuro non voleva morire.
Da tempo si sospettava che per gli attentati i Boku Haram usassero le ragazze che rapiscono: migliaia nel corso degli anni sono finite nelle loro mani. Di recente le testimonianze delle prigioniere fuggite o abbandonate dai terroristi, in ritirata dai territori conquistati nel 2014, lo hanno confermato con particolari raccapriccianti. Molte delle più grandi, costrette a forza a sposare i terroristi, plagiate dai loro carnefici, convertite alla causa jihadista, sono diventate a loro volta delle combattenti, convinte di compiere una missione divina: «le abbiamo viste con i nostri occhi», dicono le donne liberate, «torturare e uccidere». Le più piccole vengono per lo più mandate a morire inconsapevoli, fatte esplodere con dei dispositivi azionati a distanza, oppure indotte al suicidio dalla prospettiva di una morte ancora più tremenda. Una bambina di 13 anni, salvata dalle forze dell'ordine a dicembre poco prima di saltare in aria, ha raccontato che i jihadisti le avevano detto che, morendo in quel modo, sarebbe andata in paradiso. Lei però piangeva, non voleva, finché non hanno minacciato di ucciderla seppellendola viva se non avesse obbedito.

ATROCITÀ EFFERATE
Le azioni di Boko Haram sono state definite dal presidente Buhari delle «atrocità efferate» e da Paul Biya, presidente del Camerun, degli atti «vigliacchi e odiosi». Al di là delle parole, in Nigeria è evidente l'inadeguatezza colpevole della risposta governativa al terrorismo: la corruzione regna in ogni ambito, i fondi destinati alla difesa spariscono lasciando i militari sguarniti e demotivati. Il presidente Buhari incolpa gli Stati Uniti di aver aiutato Boko Haram perché ha rifiutato di fornire armi alla Nigeria (in base alla legge che proibisce al governo Usa di vendere armi agli stati che non tutelano i diritti umani) e accusa i propri predecessori di aver svuotato le casse dello stato lasciando il governo senza fondi per armare l'esercito... dimenticando che c'è anche lui tra i "predecessori" essendo stato a capo di una dittatura militare dal 1983 al 1985.
Il presidente del Ciad, Idriss Déby, di parole ne ha usate poche e non accusa nessuno, ma è passato all'azione. Si deve soprattutto alle sue truppe, entrate in territorio nigeriano, se nei mesi scorsi Boko Haram ha perso il controllo di diverse città e di parte del territorio conquistato e proclamato Califfato nel 2014. Il Ciad, inoltre, dopo gli attentati di Boko Haram nella capitale N'djamena del 15 giugno, ha disposto il bando in tutto il Paese del niqab e di qualsiasi altro tipo di abbigliamento che lasci liberi solo gli occhi. Le forze di sicurezza hanno avuto ordine di sequestrare e bruciare tutti i veli integrali in commercio. Dal 18 giugno chi contravviene è arrestato e subito processato. Nei giorni successivi Gabon e Repubblica del Congo hanno a loro volta deciso di bandire il velo integrale. A luglio il Camerun lo ha proibito dapprima nella Provincia del Nord, più esposta agli attentati, e poi anche nella capitale Douala.

Nota di BastaBugie: ecco un video con un servizio televisivo di venti secondi su una delle tante ragazze kamikaze musulmane


https://www.youtube.com/watch?v=ZrvuA3OESp0

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29/07/2015

9 - OMELIA XIX DOMENICA T. ORD. - ANNO B - (Gv 6,41-51)
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 9 agosto 2015)

La prima lettura di questa domenica narra la vicenda del profeta Elia. In un momento molto difficile per il popolo d'Israele, durante il quale molti erano caduti nell'idolatria, Elia rimase fedele all'unico vero Dio. Sul monte Carmelo egli aveva sfidato i profeti pagani, dimostrando l'insensatezza del loro culto, e da allora egli fu costretto a scappare per mettere in salvo la sua vita. La regina Gezabele, che era pagana e aveva trascinato nel paganesimo anche il re d'Israele suo marito, lo voleva uccidere. Per questo motivo, Elia si inoltrò nel deserto e fu preso da un grande scoraggiamento. Desiderava morire e chiese al Signore di prendere la sua vita. Ma ecco che un angelo lo destò e gli disse: «Alzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino» (1Re 19,7). L'angelo diede ad Elia del pane da mangiare, cotto su pietre roventi, e un orcio d'acqua per bere. Elia mangiò e bevve e, ritrovate le forze, camminò «per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb» (1Re 19,8).
Questo episodio dell'Antico Testamento può essere applicato alla nostra vita. Come il profeta Elia, anche noi, se vogliamo rimanere fedeli al Signore, a volte avremo molto da patire. Pensiamo ai tanti martiri che durante i duemila anni di cristianesimo hanno illuminato la Chiesa con i loro esempi. Anche per noi il cammino da percorrere sarà «troppo lungo» e ci mancheranno le forze. Se ci impegneremo a rimanere fedeli al Signore, ci renderemo conto che da soli, con le nostre sole forze, non ce la potremo fare.
Tuttavia, anche noi abbiamo un pane che ci dona la forza di continuare sulla strada del Vangelo, fedelmente, ogni giorno della nostra vita. Questo pane è l'Eucaristia, che noi riceviamo dalle mani del sacerdote. L'Eucaristia ci consentirà di continuare il nostro cammino fino «al monte di Dio», ovvero il Paradiso. Senza questo pane celeste tutto diverrà più difficile, anzi impossibile, e noi saremo costretti a interrompere il cammino intrapreso con tanto entusiasmo.
Di questo «pane» parla anche il Vangelo di oggi. Gesù, proseguendo il discorso di Cafarnao, discorso che abbiamo ascoltato la scorsa domenica, afferma chiaramente: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo» (Gv 6,51).
L'Eucaristia è il dono più grande che possiamo ricevere, perché è Gesù stesso, vivo e vero, presente in ogni Ostia consacrata. È certamente un mistero di fede, tanto che, per riconoscere Gesù presente nell'Ostia Santa, è necessaria una grazia particolare. Gesù lo dice chiaramente con queste parole: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato» (Gv 6,44). Per chi sa riconoscere questa presenza ineffabile, presenza silenziosa ma reale, nessuna difficoltà sarà insuperabile, nessuna prova riuscirà a farlo indietreggiare. Ricordiamoci di tanti martiri, i quali, durante la loro prigionia e in attesa del loro supplizio, di nascosto si facevano portare la Comunione. Solo così essi poterono trovare la forza di andare lieti incontro alla morte. Alcuni di loro che erano sacerdoti riuscirono anche a celebrare la Messa nei momenti in cui non erano osservati, e riuscirono a distribuire la Comunione a tutti quelli che bramavano questo Pane celeste. Si racconta che san Massimiliano Maria Kolbe riuscì in diverse occasioni a celebrare di nascosto la Messa nel campo di concentramento di Auschwitz. Non erano certamente delle solenni Liturgie, ma vi era l'essenziale, vi era Gesù.
Si racconta che san Francesco d'Assisi riteneva grave segno di disprezzo non ascoltare ogni giorno la Messa, se il tempo lo permetteva. Egli si comunicava spesso e con tanta devozione da rendere devoti anche gli altri. Così scriveva in una sua lettera: «L'umanità trepidi, l'universo intero tremi, e il cielo esulti, quando sull'altare, nelle mani del sacerdote, è il Cristo Figlio di Dio vivo». Anche malato, egli cercava di ascoltare la Messa; e, se proprio non vi riusciva, si faceva leggere le letture della Celebrazione, attento a non perderne neppure una sillaba.
Fedele all'insegnamento della Chiesa, san Francesco scriveva inoltre che bisogna ricevere degnamente l'Eucaristia, confessandosi prima dal sacerdote, se si è consapevoli di aver commesso anche solo un peccato mortale. Ripetendo le parole di san Paolo, egli diceva che chi riceve indegnamente il Corpo e il Sangue di Cristo «mangia e beve la sua condanna».
Se crescerà in noi l'amore per l'Eucaristia, di conseguenza crescerà anche l'amore per il prossimo. Di questa carità parla san Paolo nella seconda lettura di oggi. Egli così scrive agli Efesini: «Camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore» (Ef 5,2). Come Gesù si è sacrificato per noi, fino a donarsi completamente a noi nell'Eucaristia, così anche noi dobbiamo amarci scambievolmente, fino al sacrificio.
L'Eucaristia ci dà il grande insegnamento della carità. Se avremo carità verso il prossimo, dimostreremo l'autenticità del nostro amore al Signore.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 9 agosto 2015)

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