NELLO STATO ISLAMICO CI SONO I MERCATI DELLE SCHIAVE
Non si tratta di una stravaganza dell'ISIS, bensì di una pratica legittimata dal Corano (VIDEO: mappa delle moschee in Italia)
Autore: Massimo Introvigne - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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STORIE DI UOMINI E DONNE DI DIO
Tornati dalle vacanze ho chiesto ai figli quali fosse stato il ricordo più bello ed ho scoperto che...
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Fonte: Blog di Costanza Miriano
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REFERENDUM CONTRO LA BUONA SCUOLA? TEMPO PERSO
Sette motivi per cui non è bene spendere energie per questa raccolta firme, tra l'altro, controproducente
Autore: Pierpaolo Servillo - Fonte: Famiglia Verità e Persona
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SI FA PECCATO SE SI E' RITARDATARI CRONICI?
Dipende se è dovuto a egoismo e mancanza di carità verso il prossimo oppure se è un atto inconscio per attirare l'attenzione
Fonte: Aleteia
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BONUS BEBE' DI 2.000 EURO IN UNA PARROCCHIA TOSCANA: INTERVISTA AI CONIUGI CHE LO HANNO RICEVUTO
L'assegno per il battesimo dal terzo figlio in poi, alle coppie italiane sposate in chiesa (VIDEO: intervista di Tv2000)
Autore: Marco Brogi - Fonte: La Nazione
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IN GERMANIA UNA LESBICA VIENE RIAMMESSA COME DIRETTRICE DEL DOPOSCUOLA CARITAS
Nonostante la legge tedesca consenta agli enti ecclesiastici il licenziamento, i vescovi preferiscono ''non discriminare''
Fonte: No Cristianofobia
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UN BAMBINO VERRA' CRESCIUTO DA BEN CINQUE GENITORI: UNA COPPIA GAY, IL LORO AMANTE E UNA COPPIA LESBICA
In Olanda arriva la poligamia gay, esito scontato della rivoluzione del gender che elimina il concetto di famiglia naturale
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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LETTERE ALLA REDAZIONE: SE IL PEDIATRA CONSIGLIA STRANE MANOVRE SULLE PARTI INTIME DEL BIMBO
I benefici sono scientificamente infondati ed anzi tali manovre facilitano lesioni che espongono a infezioni e aderenze
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
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OMELIA XXI DOMENICA T. ORD. - ANNO B - (Gv 6,60-69)
Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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NELLO STATO ISLAMICO CI SONO I MERCATI DELLE SCHIAVE
Non si tratta di una stravaganza dell'ISIS, bensì di una pratica legittimata dal Corano (VIDEO: mappa delle moschee in Italia)
Autore: Massimo Introvigne - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16-08-2015
Il 13 agosto il New York Times ha pubblicato uno straordinario reportage di Rukmini Callimachi sulla «teologia dello stupro» del califfato islamico dell'Isis. La reporter ha trascorso diversi mesi, in circostanze avventurose, in Iraq e in Siria e riferisce della complessa burocrazia con cui lo Stato islamico gestisce, come avveniva secoli fa, il mercato delle schiave. La Callimachi descrive mercati dove cinquecento o anche mille donne sono esaminate dai potenziali compratori e poi vendute all'asta. L'organizzazione è molto articolata, con decine di mercati delle schiave, e sistemi gestiti dallo Stato Islamico di «deposito» e di trasporto, come se si trattasse di una comune merce.
L'UNICA RAGIONE DEL LORO ACQUISTO È DI NATURA SESSUALE Gli acquirenti sanno che, in base alla teologia insegnata dal Califfo, potranno avere liberamente rapporti sessuali con le schiave senza commettere peccato, anche se hanno già il numero massimo di mogli prescritte dall'islam, quattro. Un documento ufficiale del Califfato precisa pure che è permesso avere rapporti anche con bambine schiave che non hanno raggiunto la pubertà, purché siano «fisicamente capaci dell'atto sessuale». Le uniche limitazioni riguardano le donne incinte e quelle che hanno raggiunto la menopausa. Il Califfo consiglia a chi ha acquistato una schiava di pregare prima e dopo l'atto sessuale con lei, e non si tratta di una clausola retorica. La Callimachi ha intervistato schiave che sono state liberate. La legge del Califfo permette che le schiave siano affrancate dai padroni, e questo avviene spesso quando costoro partono per una missione di terrorismo suicida, sapendo che non torneranno. Le ex-schiave, spesso semplici bambine, hanno confermato che i loro padroni pregavano prima di violentarle e dopo la violenza. Alcune avevano anche discusso con loro, non riuscendo a convincerli che quello che stavano facendo era sbagliato. Il New York Times è la quintessenza del politicamente corretto e l'intrepida giornalista è stata un po' meno coraggiosa quando, di ritorno negli Stati Uniti, ha intervistato il solito accademico che le ha assicurato che la schiavitù è una follia del Califfo e non c'entra niente con l'islam, anche se riferisce di avere ascoltato anche opinioni diverse. Certamente la schiavitù è esistita per secoli nell'islam, e l'Isis, guidato da un Califfo che ha un dottorato in teologia islamica, non è a corto di argomenti per sostenere la sua posizione.
IN UNA SOCIETÀ «ISLAMIZZATA» CI DEV'ESSERE LA SCHIAVITÙ La rivista ufficiale dell'Isis, Dabiq, sostiene che in una società «islamizzata» dev'essere ristabilita anche la pratica della schiavitù, e irride i musulmani che ritengono la schiavitù un semplice portato sociale dei primi secoli islamici. «Prima che Satana riveli i suoi dubbi ai deboli di mente o di cuore - ha scritto Dabiq - ciascuno ricordi che ridurre in schiavitù le famiglie degli infedeli e prendere le loro donne come concubine è un aspetto della legge islamica stabilito in modo fermo. Se qualcuno lo negasse e lo mettesse in ridicolo starebbe negando e mettendo in ridicolo i versetti del Corano e gli insegnamenti del Profeta (pace e benedizione su di lui) e pertanto sarebbe apostata dall'islam». L'Isis si vanta di essere il primo Stato islamico a «praticare la riduzione in schiavitù su vasta scala» dopo quella che definisce la grande apostasia dell'islam moderno. Cita come precedenti zone «islamizzate» delle Filippine e della Nigeria dove donne cristiane sono state ridotte in schiavitù, il che considera peraltro giustificabile solo in circostanze speciali, posto che le donne dei Popoli del Libro, cristiani ed ebrei, non devono essere rese schiave se possono pagare la tassa «compensativa» detta jiziah. In un recente memorandum scovato dalla Callimachi, il Califfo ha precisato che donne cristiane - ed ebree, ma nelle zone controllate dall'Isis non ce ne sono - «catturate in battaglia» possono essere costrette ad avere rapporti sessuali con chi le ha prese prigioniere, ma in seguito non devono essere ridotte in schiavitù, a meno che non siamo in grado di pagare la tassa, il che accade di rado perché ci sono organizzazioni internazionali che provvedono.
LA GIUSTIFICAZIONE TEOLOGICA A essere rese schiave in gran numero nel Califfato sono le donne dell'antica minoranza degli yazidi che possono evitare la schiavitù solo con la conversione all'islam. Se invece non si convertono, spiega un documento pubblicato da Dabiq, la loro schiavitù ha un'utile funzione sociale perché i musulmani, acquistandole come schiave e prendendole come concubine, «sfuggiranno alla tentazione del peccato» di adulterio e fornicazione, che commetterebbero se si unissero con donne libere diverse dalle loro mogli, mentre l'unione con la schiava è lecita. Mentre dunque le donne cristiane ed ebree possono sottrarsi alla schiavitù pagando una tassa, e le donne «pagane» - nel territorio del Califfato, soprattutto yazide - sono destinate alla schiavitù a meno che non si convertano, va molto peggio alle donne «apostate», cioè musulmane sciite ovvero druse o alauite; queste «non possono essere rese schiave ma devono subito essere poste di fronte all'alternativa fra convertirsi e morire di spada». Non che nel mondo di al-Qa'ida - lo ha ricordato maliziosamente lo stesso Dabiq - le uccisioni indiscriminate di non musulmani e anche la schiavitù non siano state praticate: ma si è cercato di evitare di farne una propaganda considerata del tutto controproducente. L'Isis invece si vanta del suo stesso estremismo, all'interno di una strategia propagandistica che ritiene premi chi grida di più e propone slogan più radicali. Questi slogan, per l'Isis, hanno però sempre una giustificazione teologica. Non si tratta semplicemente degli stupori e delle violenze che purtroppo accompagnano ogni guerra, ma di una teologia che cerca a ogni passo la sua giustificazione nel Corano e nella tradizione islamica.
Nota di BastaBugie: scioccante video con la mappa delle moschee in Italia, 4 ufficiali e mille abusive
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STORIE DI UOMINI E DONNE DI DIO
Tornati dalle vacanze ho chiesto ai figli quali fosse stato il ricordo più bello ed ho scoperto che...
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Fonte: Blog di Costanza Miriano, 17 agosto 2015
Distrattamente devo aver fatto qualcosa di buono, evidentemente senza rendermene conto, per meritare, ormai per il terzo anno di fila, un regalo come questo. Una famiglia di cari amici ci ha invitati per una settimana in casa loro, in un minuscolo paese nel cuore dell'Italia. [...] Il posto della nostra vacanza da sogno ha questa caratteristica quasi magica di essere a circa un'ora da qualsiasi cosa: mare, montagna, cascate. Un po' come a Roma, che ovunque tu debba andare ci metti un'ora sempre, solo che in quel caso le mete sono il dentista, il catechismo, il luogo dell'intervista, e i tre appuntamenti sono a venti minuti uno dall'altro. Comunque, la divagazione era per dire che siamo stati portati in posti meravigliosi, cime, vallate, ruscelli, cascate, laghi, città e paesi. Tornati a casa ho chiesto ai figli quali fosse stato il ricordo più bello. Avrei detto il ghiacciaio sopra i duemila metri, o le salite in alto.
SAN BENEDETTO Invece sono state le visite ai luoghi di San Benedetto e di Santa Rita a vincere la top ten. Le storie di un uomo e di una donna che hanno saputo legare la loro vita a quella di Gesù, che hanno vissuto per Cristo hanno una potenza che non può morire, profuma troppo, risponde a quell'infinito desiderio che tutti abbiamo, anche quando non ne siamo consapevoli, anche quando gli diamo altri nomi e cerchiamo altre risposte. San Benedetto ha deciso di "nulla anteporre all'amore di Cristo". Un criterio che gli ha permesso di vivere per Cristo come il figlio vive per il Padre. La vita divina è talmente un'altra cosa, talmente diversa da quella umana, che tutte le opere cambiano forma, senso, si animano di un vigore inaccessibile all'uomo, neanche con tutti gli sforzi di volontà possibili. E infatti Benedetto con il monachesimo che ha fondato in occidente ha dato vita a una cultura che prima di lui non c'era, una civiltà ricchissima, un trionfo di cultura e intelligenza, che ha portato progressi decisivi in molti campi, progressi di cui godiamo ancora oggi noi tutti. Ma più di tutto quello che colpisce in quest'uomo è la sua unione continua con Cristo. Tutta la sua storia - bellissima la vita di San Gregorio Magno - è costellata di miracoli, perché come dice Santa Teresa d'Avila, se tu obbedisci a Dio lui obbedisce a te, e i miracoli te li tira dietro. Non vivi più la tua vita, ma quella divina, e le leggi della natura si piegano a quelle superiori.
SANTA RITA Anche la storia di Santa Rita è costellata di fatti miracolosi, anche lei ha vissuto con un cuore tormentato dalla gloria di Gesù Cristo, e il Signore non l'ha mai delusa. Io che sono una mamma posso solo lontanamente provare a immaginare cosa costi a una madre pregare perché i suoi figli muoiano prima di cadere nel peccato mortale. Pregare per la salvezza delle loro anime prima che di quella del corpo, quando è della carne della tua carne che si tratta deve essere davvero impossibile, se non si crede fermissimamente che la vita secondo Dio viene prima di tutto, che ogni istante si può vivere sotto lo sguardo di Dio, e così venire trasfigurato. Così avvenne quando per umiliarla la madre superiora disse a quella vedova che, persi i suoi figli, era entrata nel monastero della Agostiniane di annaffiare un legno secco. Rita obbedì senza sbuffare, senza ribellarsi, certa che ogni umiliazione anche ingiustificata e immeritata, se accolta per amore di Cristo porta frutto. Così il bastone germogliò, e la vite che ne nacque fa ancora vino, ogni anno. Un ottimo pensiero da mettere nel cuore, nella borsa tornando alla vita feriale. A volte anche a noi capita di annaffiare un legno secco, ma il dato è del tutto irrilevante se non è per quel legno ma per qualcun altro che stiamo vivendo.
Fonte: Fonte: Blog di Costanza Miriano, 17 agosto 2015
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REFERENDUM CONTRO LA BUONA SCUOLA? TEMPO PERSO
Sette motivi per cui non è bene spendere energie per questa raccolta firme, tra l'altro, controproducente
Autore: Pierpaolo Servillo - Fonte: Famiglia Verità e Persona, 10 agosto 2015
La nostra associazione vuole fare chiarezza sulla proposta di un Referendum abrogativo di tutta la legge 107/2015 (cosiddetta della "buona scuola"): molti di noi stanno ricevendo tramite What's App e Facebook un pressante invito a firmare presso il Comune di residenza questo referendum. È chiaro che a noi associazioni che combattono per il bene della famiglia e per la libertà di educazione delle famiglie interessa abrogare principalmente il comma 16 della legge che rafforza l'introduzione del "gender di stato" nelle scuole italiane (richiamando la legge 119/2013 ed il piano di azione del governo presentato da Giovanna Martelli (Pd) ad inizio Maggio) e non tutta la legge che presenta comunque aspetti molto problematici come quello delle graduatorie nazionali che lasceranno molte cattedre scoperte o costringeranno molti a non poter insegnare con grave danno per i nostri figli. Cerchiamo in breve di fare chiarezza: 1) la notizia è veritiera, c'è questa possibilità in corso e si stanno raccogliendo le firme (ne occorrono 500 mila) per poter presentare il referendum; 2) è molto probabile che la Corte costituzionale giudichi inammissibile il referendum sia perché un unico quesito per abrogare una legge così lunga e disomogenea va contro il principio di omogeneità (secondo cui si devono porre quesiti comprensibili su temi simili, per cui semmai avrebbe senso porre un quesito su uno specifico argomento... per esempio il comma 16...) sia perché la legge è collegata al Documento di programmazione economica e finanziaria e pertanto non è abrogabile da un referendum; 3) le tempistiche per raccogliere le firme sono del tutto inappropriate: il termine scade il 15/10/2015; ma se si vuole votare nel 2016 occorre firmare entro il 24/9/2015... e c'è di mezzo agosto dove notoriamente molti non sono a casa... 4) l'iniziativa risulta poco credibile in quanto è un'azione condotta da un gruppo di persone vicine ad un'area politica che non ha nulla contro il comma 16 (anzi...); in pratica noi popolo della famiglia "saliremmo sul carro" di chi vuole abrogare tutto, quando però ci interessa solo abrogare un comma (o alcuni altri). E correremmo il rischio di essere strumentalizzati anche da forze politiche con cui non condividiamo i valori di riferimento; 5) in concreto ci ritroveremmo a sostenere (con tempo e danaro) un comitato referendario nazionale che avrebbe l'arduo compito di lavorare per mesi per portare a votare il 50%+1 degli italiani (negli ultimi 20 anni il quorum è stato raggiunto 1 volta nei referendum) ma nel quale convivrebbero posizioni e finalità diversissime; 6) non sono state coinvolte le associazioni di categoria e quindi manca l'appoggio di sigle importanti per arrivare anche solo a raccogliere le firme necessarie, figuriamoci a portare a votare la metà degli italiani; 7) se il referendum non dovesse raggiungere il quorum non se ne potrebbe indire un altro prima di 5 anni!! L'azione in corso potrebbe dunque anche essere una trappola per bloccare questa possibilità... Le nostre associazioni guida a livello nazionale si sono chiaramente pronunciate contro questa iniziativa (vedi, ad esempio, il comunicato di Difendiamo i nostri figli e quello della Manif Pour Tous) e pertanto il popolo della famiglia NON si mobilita per questa cosa (fermo restando che ognuno è libero di muoversi come gli sembra meglio) concentrandosi sui contenuti e le proposte per il nuovo anno scolastico alle porte su cui stiamo tutti lavorando intensamente. In presenza di un quesito referendario (che potrebbero presentare anche le nostre associazioni di riferimento) formulato in modo appropriato e concretamente sostenibile da molti, certamente si potrebbero fare valutazioni diverse. Resta infine più sensata la proposta di chi s'impegna a costruire un'alternativa politica a chi ha fatto passare questa legge per poterla abrogare o ridefinire nei punti a nostro giudizio inammissibili una volta arrivati al governo.
Nota di BastaBugie: anche Riccardo Cascioli, direttore de La nuova Bussola Quotidiana ha espresso contrarietà al referendum. Ecco il suo articolo del 14-08-2015: In questi giorni diverse persone ci hanno chiesto maggiori informazioni a proposito del referendum abrogativo della Legge sulla Buona Scuola, per il quale è in corso una raccolta firme, a cui si stano unendo anche parrocchie e gruppi di cattolici, convinti così di fermare la diffusione del gender nella scuola. L'obiettivo è raggiungere 500mila firme entro il 30 settembre prossimo nella speranza di arrivare al voto - se la Cassazione lo riterrà ammissibile - nel maggio 2016. Diciamo subito che noi non sosteniamo questo referendum, e cerchiamo di spiegarne i motivi. Intanto va spiegato che in effetti i referendum proposti sono due: uno promosso da Possibile, il soggetto politico creato dall'ex dirigente PD Pippo Civati, ma riguarda soltanto gli articoli che danno nuovi poteri al dirigente scolastico. Il secondo, quello che ci interessa, chiede invece l'abrogazione dell'intera legge cosiddetta sulla Buona Scuola. A parte i forti dubbi sull'ammissibilità di questo referendum, la prima questione riguarda il soggetto promotore e le sue reali intenzioni. Si tratta di un neonato comitato "Leadership alla scuola", che viene descritto come una fazione dello Snals, il sindacato autonomo della scuola. L'obiettivo di questa azione - che trova dissensi anche nei sindacati della scuola - non ha nulla a che vedere con l'opposizione all'articolo 16, che ha a che fare con la dottrina del genere e per il cui ritiro ci eravamo battuti durante la discussione in Parlamento. Poco male, si potrebbe dire: anche se gli scopi sono diversi, in fondo la loro battaglia coincide con ciò che vogliamo noi. Non è proprio così: l'articolo 16 in questione, infatti, come abbiamo già spiegato a suo tempo è certamente pericoloso ma è un rafforzativo di una legislazione già esistente, vale a dire che rimanda alla Legge 119/2013 e al "Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere" (clicca qui). Impegnare energie e risorse per abrogare - peraltro con minime possibilità di successo - una legge sulla scuola, che lascerebbe comunque immutato tutto un quadro legislativo pro-gender, sembra davvero una fatica sprecata. Tanto più che a settembre ben altre sfide decisive ci aspettano, visto che riprenderà il dibattito sul disegno di legge Cirinnà e sarà bene concentrare tutte le forze su questo fronte. Peraltro, organizzare un referendum avrebbe senso se ci fosse un'ampia convergenza di forze, movimenti e associazioni, tale da poter almeno far sperare in un esito positivo. Tutte cose che allo stato attuale non esistono. E che ci fanno dire che aderire a questa iniziativa è solo tempo buttato
Fonte: Famiglia Verità e Persona, 10 agosto 2015
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SI FA PECCATO SE SI E' RITARDATARI CRONICI?
Dipende se è dovuto a egoismo e mancanza di carità verso il prossimo oppure se è un atto inconscio per attirare l'attenzione
Fonte Aleteia, 17.08.2015
Una lettrice ci chiede: "Buongiorno, volevo sapere se c'è relazione tra il ritardo cronico e il peccato. Avete da offrire qualche contributo a riguardo?". «La psicologia - spiega ad Aleteia don Leonardo Salutati, teologo e docente di Morale sociale alla Facoltà teologica dell'Italia centrale di Firenze - ha studiato il fenomeno del ritardo cronico individuando varie origini inconsce a tale comportamento: può dipendere da distrazione, può essere un messaggio importante rivolto all'altro, può essere generato da un qualche disagio che viene negato anche a se stessi. In questo senso il ritardo è una specie di stratagemma utilizzato da una persona per affermare la propria personalità che si percepisce fragile e insicura e che vuole sottolineare il proprio potere a se stesso e agli altri».
RIBELLIONE O ATTENZIONE Tra i significati impliciti che il ritardo può avere vi sono, secondo il teologo: «un atto inconscio di ribellione, una forma di protesta, il desiderio di attirare l'attenzione degli altri, mettere alla prova l'amore di amici e conoscenti. Ovviamente - prosegue don Leonardo - ci possono essere tante altre ragioni psicologiche per il ritardo cronico, legate alla storia personale di ciascuno: per questo motivo è importante che chi non riesce mai ad essere puntuale faccia un po' di introspezione psicologica, magari facendosi aiutare». Dal punto di vista psicologico pertanto, «avendo un'origine inconscia», il ritardo «non ha alcuna relazione col peccato che, per essere tale, richiede una piena avvertenza di peccato e una deliberata volontà di compierlo».
DEBITO DI CARITA' VERSO IL PROSSIMO Diverso è il discorso se il ritardo cronico «dipende da una consapevole mancanza di attenzione all'altro». Infatti, sottolinea il teologo, «vi è un debito generale di carità verso il prossimo, che sta a fondamento del nostro vivere in società, che comprende il mettere a disposizione dell'altro ciò che possediamo di noi stessi, anche il nostro tempo». In tal caso il ritardo, «a maggior ragione se cronico, si configura - conclude don Leonardo - come una mancanza di carità, un atto di egoismo e dunque un peccato, che può essere più o meno grave in dipendenza dalle motivazioni e dal livello di consapevolezza, alla base della mancanza di carità verso l'altro».
Fonte: Aleteia, 17.08.2015
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BONUS BEBE' DI 2.000 EURO IN UNA PARROCCHIA TOSCANA: INTERVISTA AI CONIUGI CHE LO HANNO RICEVUTO
L'assegno per il battesimo dal terzo figlio in poi, alle coppie italiane sposate in chiesa (VIDEO: intervista di Tv2000)
Autore: Marco Brogi - Fonte: La Nazione, 11 agosto 2015
Si chiama Neri l'ultimo bambino, in ordine di tempo, nato con un tesoretto di duemila euro nella culla. Il babbo, Andrea Gravili e la mamma, Annalena Gori, di figli ne avevano già due, ma hanno voluto a tutti i costi anche il terzo, senza farsi intimorire da una crisi economica che sta frenando le nascite in modo preoccupante un po' dappertutto. Andrea fa l'operaio, la moglie è casalinga. E come tante famiglie numerose anche loro non navigano nell'oro. "Sono tempi difficili per tutti, inutile negarlo - racconta il babbo - Anche per questo il contributo della parrocchia lo abbiamo accettato molto volentieri. Quei soldi li abbiamo ancora lì, da parte, probabilmente ci compreremo il lettino e altre cose per nostro figlio". Andrea e Annalena il battesimo di Neri lo hanno fatto il 13 giugno. E in quell'occasione Don Stefano ha consegnato direttamente nelle mani di babbo e mamma l'assegno di duemila euro che la parrocchia regala alle famiglie che mettono al mondo il terzo figlio. "Sapevo di questa iniziativa della parrocchia per incentivare le nascite, sono convinto che sia una bella idea. Ringrazio Don Stefano e tutti quelli che ci hanno dato la possibilità di usufruire di questo contributo, importante anche per il morale, la dimostrazione che non siamo soli e che c'è chi ha a cuore le sorti degli altri, in questo caso delle famiglie con tanti figli". Andrea Gravilli e la moglie sono al settimo cielo. Una famiglia con tre figli comporta delle uscite notevoli a livello economico, con quanto è cara la vita, ma l'amore dei figli e per i figli porta in casa una pienezza che tutti i genitori ben conoscono. Certo, ci vogliono anche i soldi, e quei duemila euro fanno comodo: "Sicuramente, saranno spesi solo per Neri. Mi auguro che questa iniziativa vada avanti e che ne beneficiano altre famiglie del paese". Babbo Andrea e mamma Annalena il giorno del battesimo, in quel caldo 13 giugno, avevano tanti familiari e amici intorno. La madrina del piccolo era Maria Evelina, la sorella della mamma: "Sì, è stato un momento indimenticabile. Eravamo tutti molto felici. Commovente anche la consegna dell'assegno, un gesto che va oltre l'aspetto economico. Duemila euro rappresentano un aiuto importante per una famiglia numerosa, ma vorrei sottolineare anche la nobiltà e i valori alla base di questo gesto". Neri non lo sa di essere un bambino nato con un regalo da duemila euro nella culla. Quando sarà più grande babbo e mamma glielo diranno che è stato uno dei destinatari del bonus bebè inventato dalla parrocchia del suo paese. E magari andrà a ringraziare Don Stefano.
OFFERTE ARRIVATE ANCHE DA TANTI PENSIONATI CON LA MINIMA "Può scriverlo tranquillamente, è la pura verità: le donazioni in paese sono generose e a farle sono anche tanti pensionati che non sono certo benestanti, anzi". Don Stafano Bimbi è trafelato. Oggi non ha fatto altro che rilasciare interviste. L'improvvisa notorietà, tuttavia, non lo ha travolto. Il parroco sembra reggere bene il colpo mediatico e sull'uscio della chiesa, pesando le parole, fa uscire uno dei concetti che più gli preme far passare. "Il bonus bebè è possibile grazie alla disponibilità e al buon cuore di persone anonime, tra loro tanti anziani con una pensione misera". Il parroco di Staggia ha fretta anche di chiarire un altro aspetto. "Vede, io sono come un padre. E il padre quando ci sono delle difficoltà prima aiuta i suoi figli, poi i vicini di casa. Tutto questo per dire che al momento, non avendo troppi fondi, il bonus bebè sarà per le famiglie italiane, ma se si creano le condizioni siamo pronti a estenderlo anche alle famiglie straniere". Il giovane parroco ieri ha postato gli articoli del nostro giornale sulla sua pagina Facebook. "Non è piaggeria, ma devo riconoscere che voi de La Nazione non avete distorto la verità, avete dato la notizia nel modo giusto. Dopo i vostri articoli mi cercano radio, televisioni, settimanali. Mi ha chiamato anche la radio della Cei. Tutto questo interesse mi fa piacere. Fa bene alla causa. E' importante che si creino iniziative per ridare impulso alle nascite, che stanno segnando il passo. I soldi scarseggiano, non c'è lavoro e le famiglie, preoccupate per la situazione economica, non fanno figli. Ma senza figli non c'è futuro". Don Stefano ha le idee chiare. Su certi temi voleva abbattere il muro dell'indifferenza e c'è riuscito. Negli ultimi giorni il suo nome è apparso su tutti i giornali e la notizia del bonus bebè lo ha abbattuto alla grande il muro dell'indifferenza. "Sono soddisfatto: obiettivo centrato. Ma ora devo andare, ho un'altra intervista".
BELLO AIUTARE LE FAMIGLIE CON I FIGLI Nel paese del bonus bebè in salsa parrocchiana entri nel bar e la scena è sempre la stessa: gruppetti di persone che quasi si litigano La Nazione. Il giornale è sul tavolino, e la foto di Don Stefano prende mezza pagina. La notizia del parroco di Staggia che regala un assegno da duemila euro alle famiglie del paese, purché italiane e cattoliche, che mettono al mondo il terzo figlio, ha fatto in un lampo il giro dell'Italia, portando Staggia e il suo parroco sulle pagine dei giornali e in televisione. Una ribalta che manco la millenaria Rocca e la Pala del Pollaiolo custodita nel museo della parrocchia è riuscito a darle. La gente, non tutta ma parecchia, vive l'improvvisa notorietà di Don Stefano con sentita partecipazione. "La Chiesa deve fare questo. Don Stefano è stato coerente con i principi della Chiesa. La crisi anche da queste parti è forte, sta mettendo in ginocchio tante famiglie e un aiuto economico per tirare avanti i figli può incentivare le nascite. Ma ci vorrebbe un aiuto anche per i disoccupati, che sono sempre di più" Patrizia Nicoletti sgranocchia un panino al Bar 994, che è proprio accanto alla chiesa. Le sue parole fanno il paio con quella della barista, Katia De Jesus, e di Giancarlo Borri, volontario della Misericordia. "E' un gesto bello e insolito, quello di Don Stefano, è logico che abbia fatto breccia e che faccia parlare". E' l'ora di pranzo e sta piovendo con decisione. Due pensionati sotto un unico ombrello ci lanciano un telegramma: "Le famiglie numerose non arrivano alla fine del mese: fa bene la parrocchia ad aiutarle". [...] Intanto ha smesso di piovere. Una pensionata cammina con la borsa della spesa. "Lo sa che le dico? Che se non ci pensasse la Chiesa a chi ha bisogno non ci penserebbe nessuno". La signora è un'accanita tifosa di Don Stefano, il parroco che con la faccenda del bonus bebè ha acceso i riflettori su Staggia.
Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: un minuto e mezzo) si può vedere il servizio di Tv2000 con intervista al parroco sul bonus bebè parrocchiale di 2.000 euro
https://www.youtube.com/watch?v=97J3c6r09r8
Per vedere la notizia data dal Tg2 e leggere il precedente articolo da noi pubblicato si può cliccare nel link sottostante BONUS BEBE' DI 2.000 EURO DAL 3° FIGLIO BATTEZZATO Intervista al parroco che dal 2011 sostiene le coppie italiane e sposate in chiesa residenti nella sua parrocchia (VIDEO: Tg2) https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3874
Fonte: La Nazione, 11 agosto 2015
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IN GERMANIA UNA LESBICA VIENE RIAMMESSA COME DIRETTRICE DEL DOPOSCUOLA CARITAS
Nonostante la legge tedesca consenta agli enti ecclesiastici il licenziamento, i vescovi preferiscono ''non discriminare''
Fonte No Cristianofobia, 14 agosto 2015
Ancora brutte nuove dalla Germania... Ampio spazio ha dato la stampa tedesca alla notizia: una lesbica "sposata" con una donna, secondo la formula del «partenariato di vita», potrà riprendere il proprio posto a capo della «Casa ritrovo» o «Schülerhort» ("Accoglienza per studenti") di Holzkirchen, una struttura gestita dalla Caritas, ove i ragazzi possono ritrovarsi per il doposcuola. E' quanto accaduto in Alta Baviera, nella Diocesi del Card. Reinhard Marx, Arcivescovo di Monaco, ma anche membro del C9 di papa Francesco ovvero del consiglio di Cardinali istituito per aiutare il Pontefice nel governo della Chiesa universale. Il problema è serio, poiché in questo caso la direttrice di un ente cattolico conduce uno stile di vita esattamente contrario alla retta Dottrina: il che, dal punto di vista educativo, anche per i ragazzi ospiti, è un messaggio gravemente contraddittorio, incoerente e fuorviante, in quanto "tollera" una condizione oggettiva di «grave depravazione», «contraria alla legge naturale» ed «in nessun caso» da approvarsi, come recita l'art. 2357 del Catechismo della Chiesa Cattolica.
LA LEGGE CONSENTE IL LICENZIAMENTO Quando emerse la prospettiva delle "nozze" tra le due donne, la dipendente fu convocata per spiegare cosa avesse intenzione di fare. La legge sul lavoro tedesca, all'epoca, consentiva infatti alla Chiesa, in questi casi, di licenziare il proprio personale. In aprile, in effetti, il contratto era stato interrotto di comune accordo. Ma dallo scorso primo agosto la Chiesa Cattolica (Card. Marx in testa, tra i più accesi fautori) ha accettato di sottomettersi, «in generale», alla normativa ordinaria. Cosa significa «in generale»? Che, in alcuni casi specifici, gli enti ecclesiastici possono comunque ancora smarcarsi dalla lettera della legge, per salvaguardare il proprio diritto a far rispettare determinate esigenze morali all'interno delle proprie realtà educative o sanitarie, peraltro molto numerose in Germania. Ergo, le cosiddette leggi «contro la discriminazione» imporrebbero in questi casi la riassunzione, ma è assolutamente possibile non tenerne conto, stante la specificità della struttura considerata. La vicenda in questione è stata comunque riesaminata e le è stata riconosciuta l'opportunità di stare al proprio posto. Al termine di un congedo pianificato da tempo - ben prima della controversia analizzata -, potrà riprendere il proprio posto di direttrice, a far data dal prossimo primo dicembre: «Evidentemente non si è compresa la gravità dell'accaduto - ha commentato in merito l'editorialista cattolico, nonché esponente pro-life Mathias von Gersdorff - Esteriormente si è data l'impressione che la Chiesa Cattolica abbia mutato il proprio atteggiamento verso la pratica omosessuale».
MA TRE VESCOVI RESTANO SALDI NELLA DOTTRINA CATTOLICA Solo tre Vescovi in Germania han deciso di ricusare questa normativa, viceversa incredibilmente accettata dalla maggior parte delle Diocesi: si tratta di mons. Stefan Oster, di mons. Rudolf Vorderholzer e di mons. Gregor Hanke. Sono loro ad esser rimasti ben saldi nella retta Dottrina e nei diritti, di cui la Chiesa si serve per mantenere e preservare intatti la propria identità ed il proprio insegnamento. Non a caso, proprio mons. Oster ha motivato la sua decisione in tal senso, spiegando come diversamente la Chiesa rischierebbe di perdere la propria cattolicità, la propria forza morale e la propria vocazione educativa in nome di una sorta di inaccettabile «secolarizzazione» volontaria. Una sorta di eutanasia della coscienza. Da notarsi come già una ventina di sacerdoti della sua Diocesi abbia "chiesto" al suo Vescovo, a mons. Oster, di mutare atteggiamento, ciò, che già in sé mostra come non abbiano ben chiaro il senso più profondo del loro sacerdozio, né cosa significhi essere davvero Chiesa.
Fonte: No Cristianofobia, 14 agosto 2015
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UN BAMBINO VERRA' CRESCIUTO DA BEN CINQUE GENITORI: UNA COPPIA GAY, IL LORO AMANTE E UNA COPPIA LESBICA
In Olanda arriva la poligamia gay, esito scontato della rivoluzione del gender che elimina il concetto di famiglia naturale
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13-08-2015
In Olanda esiste la multigenitorialità gay o le plurifamiglie omosessuali. Si tratta di questo ed attenzione a non perdervi tra i legami di "parentela". Jaco e Sjoerd sono una coppia di omosessuali maschi "sposati" tra loro. Hanno anche un altro amico omosessuale, Sean, che ha rapporti sessuali con loro. Jaco e Sjoerd vorrebbero sposare anche Sean ma purtroppo, loro dicono, la poligamia sia etero che omosessuale è vietata in Olanda: "Jaco e io siamo sposati da otto anni. Purtroppo non possiamo sposare Sean, altrimenti lo avremmo già fatto in un batter d'occhio". Ma proseguiamo. Daantje e Dewi sono una coppia lesbica. Anche loro sono "sposate". I cinque si conoscono da anni. La coppia lesbica avrà un figlio tramite una sesta persona. Ora vogliono che questo figlio sia educato da tutti e cinque gli omosessuali. Dunque si sono recati dal notaio per sottoscrivere un regolare contratto di educazione multigenitoriale gay: "Cinque genitori con uguali diritti e doveri, divisi in due famiglie: queste sono le condizioni del contratto che tutti noi abbiamo firmato e sottoposto al notaio".
LA SCAPPATOIA DI CINQUE TESTE GAY Ma per i Paesi Bassi questo tipo di contratto non ha valore legale. Però dato che cinque teste gay pensano meglio di una etero, soprattutto quando è quella di un politico leguleio, le due "famiglie" hanno trovato la scappatoia. In Olanda c'è la possibilità che la madre biologica nomini, in sostituzione del padre biologico o del coniuge (anche gay), un altro genitore legale. E così Jaco è stato nominato genitore legale al posto di Dewi. "Abbiamo voluto fare in modo che ci fosse un genitore legale in entrambe le famiglie, perché divideremo anche l'educazione", ha detto quest'ultima. La vicenda olandese che pare presa di peso dal teatro dell'assurdo è in realtà molto educativa perché apre gli occhi sulla reale rivoluzione che il gender ha innescato nell'antropologia e nel tessuto familiare. Dietro tutto questo si nasconde una logica tanto demente quanto ferrea che, se accettata, non può che portare a legittimare la multi-omo-genitorialità. Primo: perché limitare il matrimonio a due persone se il cardine è l'affetto? Tre amici non si possono volere così bene da desiderare di sposarsi? Secondo: se due gay - così si sostiene - possono egregiamente tirare grande un pupo, perché devono essere presenti nella stessa famiglia? Terzo: se "famiglia" è anche quella composta da una coppia gay, perché famiglia non può essere anche quella composta da cinque gay? Quarto: se il figlio può venire al mondo con il concorso anche di quattro o cinque persone, tra madri e padri biologici, donne che danno l'utero ed altre che "donano" il dna mitocondriale, perché parimenti non può essere educato sempre da più persone? Più gente c'è meglio è, no? Lo ripetiamo: se fai tue le premesse non puoi che accogliere anche le conclusioni.
QUATTRO DOMANDE, UN'UNICA RIFLESSIONE Queste quattro domande provocatorie possono coagularsi in un'unica riflessione. La storia made in Netherlands trova il suo cuore pulsante in una parola: "desiderio". Il desiderio per sua natura si espande all'infinito. Se lo lasciate correre a briglie sciolte, state pur certi che il desiderio non farà più ritorno a casa ma vi porterà lontano, molto lontano. Ed infatti questa storia di genitori elevati alla "n" ha una dinamica centrifuga e al centro di questa omo-lavatrice c'è il desiderio. Un uomo desidera avere una relazione con un uomo. I due vogliono "sposarsi". Questa coppia di "coniugi" conosce un terzo e avrebbero in animo di allargare la "famiglia". I tre conoscono una coppia di lesbiche e desiderano allargare ancor di più la "famiglia". La coppia lesbica anche lei vuole "sposarsi" e poi vuole un bambino. I cinque desiderano crescere tutti appassionatamente il pupo. E nessuno li ferma in questi loro propositi perché si pensa che siano desideri sacrosanti. Qualcuno all'opposto dice che vorrebbe vietare tutte queste cose. E no, questi tipi di desideri non devono essere assecondati. Liberals sì, ma fino ad un certo punto. Un punto ben piantato nel fondo della follia.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13-08-2015
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LETTERE ALLA REDAZIONE: SE IL PEDIATRA CONSIGLIA STRANE MANOVRE SULLE PARTI INTIME DEL BIMBO
I benefici sono scientificamente infondati ed anzi tali manovre facilitano lesioni che espongono a infezioni e aderenze
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
Spettabile redazione, da tempo rifletto su un episodio della mia vita da mamma, che ora, con il proliferare delle notizie su gender e sessualizzazione precoce dei bambini mi è tornato in mente. Mi è capitato infatti, di avere delle divergenze di opinione con quella che all'epoca era la nostra pediatra, che mi consigliava di aiutare la fimosi fisiologica del pisellino del mio bambino, provando quotidianamente a 'scoprirlo', durante il cambio o il bagnetto. Una più approfondita indagine e una maggiore informazione, mi fece decidere per il rifiuto di questa prassi, che scoprii essere datata ed ormai sconsigliata, poiché appunto la fimosi fino ad una certa età è fisiologica e motivata da esigenze di igiene del neonato, e si risolve da sé. Quando non dovesse risolversi, il ricorso all'intervento in età sicuramente più grande, non è scongiurato da manovre di scollamento, che anzi si possono rivelare rischiose perché facilitano lesioni che espongono a infezioni e aderenze. Perché le racconto tutto questo? Perché il primo impulso che all'epoca mi ha portato a pormi delle domande e ad approfondire fu il rifiuto istintivo di 'maneggiare' le parti intime del mio bimbo, con gesti molto simili alla masturbazione, quasi che fossi io, mamma, a dover iniziare il bimbo a questa pratica. Mi infastidiva il fatto che non si pensasse al poco rispetto e al fastidio inflitto ai bimbi in questo modo, approfittando della posizione di adulti, quasi che non ci dovesse essere un pudore del bambino in parte innato ed in parte da educare. Tutto ciò non c'entra nulla con quanto denunciato spesso dalla vostra ottima testata, però fa riflettere. Si è scaduti molto in basso. I forum di mamme sono pieni di racconti su questi consigli dei pediatri, con mamme compiaciute nel vedere che il figlioletto gradisce e continua da sé le manovrine sul suo pisellino... Ritengo che certe pratiche mediche debbano essere consigliate con prudenza, soprattutto quando non vi è unanime approvazione, ed esse coinvolgono aspetti così delicati anche del rapporto con il proprio corpo. Grazie mille. Sandra
Gentile Sandra, grazie per queste preziose informazioni. Spero che servano a molte mamme, visto tra l'altro che il pensiero unico sta invadendo la nostra vita quotidiana sessualizzando ogni cosa e forse anche professionisti come i pediatri potrebbero rimanerne vittime, magari inconsapevoli. Da tempo andiamo segnalando il rischio connesso alla diffusione di certe idee erronee riguardo alla sessualità, come ad esempio nel seguente articolo:
IRROMPE IN ITALIA IL MANUALE DELL'OMS PER IMPORRE ALLE SCUOLE L'EDUCAZIONE SESSUALE A SENSO UNICO Già all'asilo saranno insegnati: esplorare la nudità, autoerotismo infantile precoce, gioco del dottore con adulti, identità di genere, diversi tipi di amore https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3198
DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE" Le risposte del direttore ai lettori Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!
Fonte: Redazione di BastaBugie
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OMELIA XXI DOMENICA T. ORD. - ANNO B - (Gv 6,60-69)
Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 23 agosto 2015)
Prima di entrare nella Terra Promessa, Giosuè mette gli israeliti di fronte a una scelta: i falsi dèi o il Signore. Giosuè disse a tutto il popolo: «Sceglietevi oggi chi servire [...] quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore» (Gs 24,15). Il popolo rispose che sceglieva la fedeltà a Dio, e disse: «Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi» (Gs 24,16). Il popolo riconobbe tutti i benefici che Dio gli aveva elargito, che lo aveva liberato dalla condizione servile in cui era assoggettato in Egitto, che aveva compiuto grandi segni e prodigi dinanzi ai suoi occhi e lo aveva custodito lungo il non facile cammino dell'esodo. Così venne rinnovata l'Alleanza con Dio e gli israeliti si prepararono ad entrare nella terra che Dio aveva loro promesso. La stessa situazione la ritroviamo nel brano del Vangelo. Gesù mette i suoi discepoli di fronte a una scelta molto precisa: o stare con Lui ed accogliere il suo insegnamento, oppure andare via. Non è possibile una via di mezzo. Il testo dice che molti dei discepoli rimasero scandalizzati dal discorso che Gesù fece loro, il discorso del "Pane di vita": come era possibile che Gesù desse loro la sua Carne da mangiare e il suo Sangue da bere? Gesù non fa nessuno sconto. Al suo posto, molto probabilmente, noi avremo fatto di tutto per trovare una soluzione ambigua che accontentasse tutti. Gesù non fece così e ripropose letteralmente il solito insegnamento senza mitigarlo. Il Vangelo ricorda che «da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui» (Gv 6,66). Da questo episodio impariamo la necessità di essere pienamente fedeli all'insegnamento di Gesù e alla voce della Chiesa, la quale, grazie all'assistenza dello Spirito Santo, insegna infallibilmente le verità di fede e di morale. Non si possono fare riserve e la Chiesa non può sacrificare una parte di verità per un mal inteso "quieto vivere". Gesù, prendendo la parola, disse poi agli Apostoli: «Volete andarvene anche voi?» (Gv 6,67). Egli non fa nulla per trattenerli, non cerca una mediazione. Allora Pietro, a nome di tutti, disse con decisione: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68). Solo l'insegnamento di Gesù sazia la nostra fame e sete di verità, tutto il resto ci lascerà sempre inappagati. In proposito, è molto bello leggere quanto accadde a san Giustino che fu un martire dei primi secoli del Cristianesimo. Egli era un grande filosofo che si era messo sinceramente alla ricerca della verità. Aveva studiato tutte le filosofie, ma di tutte era rimasto deluso. Intuiva che vi era la verità, ma che ancora si nascondeva agli occhi della sua mente. Mentre era nei pressi del mare e pensava alla verità, incontrò un anziano che in seguito mai più rivide. Egli gli parlò di Gesù Cristo, e gli fece capire che la verità da lui tanto cercata si trova nella Sacra Scrittura. Folgorato dalla grazia, san Giustino comprese che il Cristianesimo è l'unica Verità e comprese, come san Pietro, che solo Gesù ha parole di vita eterna. Si fece cristiano e, in seguito, affrontò valorosamente il martirio a Roma, dove nel frattempo si era trasferito. In una sua opera, egli così scrisse: «Il cristianesimo è la sola vera e utile filosofia». Alcuni secoli dopo, sant'Agostino così scriveva: «Ci hai fatti per Te, o Signore, ed è inquieto il nostro cuore finché non riposa in Te». Anch'egli si convertì dopo lunghi anni di ricerca. Anch'egli aveva aderito un po' a tutte le correnti filosofiche in cerca della verità, e anch'egli, come san Giustino, era rimasto profondamente deluso di tutto. Finché non incontrò Gesù, e fu allora che pronunciò la frase poco prima ricordata. Come ben sappiamo, la sua conversione fu dovuta molto alle preghiere e alle lacrime della sua santa madre, santa Monica. Era impossibile – come ebbe a dire a lei lo stesso Vescovo – che il figlio di tante lacrime non si convertisse. Proprio in questi giorni celebreremo la memoria di questi due santi, di santa Monica, il 27 agosto, e di sant'Agostino il 28 agosto. Sant'Agostino divenne poi sacerdote e vescovo, e fu uno dei più grandi teologi della Chiesa. Di questo ringraziò la sua mamma, la quale, per così dire, lo diede alla luce due volte: la prima volta quando nacque; la seconda volta quando scoprì che la verità è Gesù Cristo. Come per sant'Agostino, anche per noi il cuore non avrà pace finché non riposerà nel Signore, perché solo il Signore ha parole di vita eterna. Solo quando noi ci arrenderemo alla verità, rivelata da Gesù Cristo e insegnata infallibilmente dalla Chiesa, vivremo nella pace.
Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 23 agosto 2015)
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