BastaBugie n�439 del 03 febbraio 2016

Stampa ArticoloStampa


1 AVVENIRE E POLITICI CONTRO IL FAMILY DAY
Tentano di coprire con le menzogne la portata dell'evento per arrivare al vero obiettivo: l'accordo tra il potere ecclesiastico e il potere politico per arrivare alle unioni civili evitando, per ora, le adozioni (VIDEO: Gianfranco Amato al Family Day)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 IL DDL CIRINNA' E' INACCETTABILE DALLA PRIMA ALL'ULTIMA PAROLA
Trascrizione dell'intervento al Circo Massimo del portavoce ufficiale del Family Day (VIDEO: intervento finale di Massimo Gandolfini al Family Day)
Autore: Massimo Gandolfini - Fonte: Tempi
3 DUE MILIONI DI AMICI PER DIFENDERE LA FAMIGLIA NATURALE DAGLI ATTACCHI DELLA DITTATURA GAY
Due milioni di mamme, papà, bambini, nonni, giovani provenienti da tutta Italia... eppure per Sky al Circo Massimo non c'è nessuno (è l'ora di disdire l'abbonamento, non credi?)
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
4 IL SIGNORE DEGLI ANELLI, COME SCRISSE TOLKIEN, E' UN'OPERA RELIGIOSA E CATTOLICA
Il libro ''La realtà in trasparenza'' raccoglie le risposte di Tolkien ai lettori che gli scrivevano: ecco come capire davvero il pensiero dell'autore più letto ed amato del XX secolo
Autore: Lorenzo Artusi - Fonte: FilmGarantiti
5 SE LA VITA DI UN GATTO VALE PIU' DI QUELLA DI 7 UOMINI
Uccide un gatto e viene condannato a due anni di carcere senza condizionale, invece un medico ha ucciso con l'eutanasia sette uomini, ma con la condizionale è già tornato al lavoro
Autore: Leone Grotti - Fonte: Tempi
6 DIO E' MISERICORDIA, MA ANCHE GIUSTIZIA
Dio perdona sempre il peccatore pentito, ma castiga chi non si pente o abusa della Sua misericordia, come ci ricorda Padre Pio che a volte respingeva i penitenti senza assoluzione
Autore: Corrado Gnerre - Fonte: Radici Cristiane
7 LA SCIENZA NON POTRA' MAI NEGARE L'ESISTENZA DI DIO
Ogni scienziato si trova davanti all'evidenza di un progetto che precede la nascita dell'universo e dei viventi
Autore: Umberto Fasol - Fonte: Il Timone
8 TORNA A BRUXELLES LA FIERA DELL'UTERO IN AFFITTO
Per sapere tutto sulla compravendita di bambini a partire da 100 mila dollari, aperto a tutti (coppie gay, lesbo ed etero) e con una vasta gamma di madri surrogate
Autore: Leone Grotti - Fonte: Tempi
9 OMELIA V DOMENICA T.ORD. - ANNO C (Lc 5,1-11)
Non temere... D'ora in poi sarai pescatore di uomini
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
10 OMELIA MERCOLEDì DELLE CENERI - ANNO C (Mt 6, 1-6.16-18)
Ritornate a me con tutto il cuore
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - AVVENIRE E POLITICI CONTRO IL FAMILY DAY
Tentano di coprire con le menzogne la portata dell'evento per arrivare al vero obiettivo: l'accordo tra il potere ecclesiastico e il potere politico per arrivare alle unioni civili evitando, per ora, le adozioni (VIDEO: Gianfranco Amato al Family Day)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 01/02/2016

Per quanto sia stato faticoso organizzare e partecipare a un Family Day, questo è ancora niente rispetto a ciò che si prepara per il popolo della famiglia. Perché se c'è una cosa che dalle reazioni e commenti emerge in modo molto chiaro è che questo popolo ha contro tutto il potere: da quello economico a quello politico, fino - purtroppo - a quello ecclesiastico.
Cominciamo da quest'ultimo: sappiamo già i movimenti degli ultimi dieci giorni da parte dei vertici della Conferenza episcopale per mettere la sordina a questa manifestazione, cercando di metterci il cappello sopra e facendola passare per una innocua festa della famiglia. Si è trattato di una ingerenza che è arrivata a cercare di impedire che dal palco del Circo Massimo parlassero i membri del comitato organizzatore. Tentativi a cui alla fine si è resistito non senza qualche difficoltà. E il messaggio dal palco e dalla piazza è arrivato inequivocabile: no al ddl Cirinnà senza se e senza ma, e avvertimento al presidente del Consiglio Matteo Renzi ("Renzi, ci ricorderemo", il cartello più fotografato).

MARCO TARQUINIO
Ieri l'editoriale del direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, a prima vista sembrava una sorta di conversione sulla via del Circo Massimo per i toni super-elogiativi del Family Day e per l'invito perentorio ai politici di tener conto di questa piazza. Ma già nello stesso editoriale si nascondeva l'arcano (il popolo, secondo Tarquinio, chiede di trattare in modo diverso i diversi tipi di relazione) che poi risultava evidente nelle pagine dedicate all'evento. La linea impressa dalla CEI è chiara: usare il Family Day per ottenere da Renzi quelle concessioni su stepchild adoption e definizione delle unioni civili per cui non sono bastate le cene di monsignor Nunzio Galantino (segretario CEI) con l'onorevole Cirinnà (relatrice del disegno di legge). L'obiettivo è arrivare a una legge sulle unioni civili che le tenga ben distinte dalla famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna e che eviti l'adozione. In altre parole la CEI vuole i DICO contro cui aveva combattuto otto anni fa.
Basta guardare i titoli della prima pagina per rendersene subito conto: non un accenno ai ripetuti cori della piazza contro il ddl Cirinnà, di cui si è chiesto il ritiro definitivo. Titolo di prima pagina: "Sì alla famiglia, sì al buon diritto" (guai a dire no a qualcosa, sarebbe come costruire un muro). E che sarà mai il "buon diritto"? Lo si capisce dall'occhiello, dove si spiega che dal Circo Massimo è venuto un «forte appello a rivedere il ddl unioni civili» con «stralcio della stepchild». Rivedere, non cancellare; uno stralcio, vale a dire che il resto va bene. Spudorate menzogne, ovviamente.
E all'interno è ancora peggio: nella pagina dedicata alla cronaca dal palco si titola «Siamo con l'Italia, non un popolo contro». Cioè al Circo Massimo ci sarebbe stato un popolo di rincoglioniti che si sobbarca sacrifici enormi per arrivare a Roma e dire una frase senza senso: «siamo con l'Italia». E con chi dovremmo essere, con la Francia?. E in quella successiva, vista dal basso, ecco il titolo: «La piazza fa eco al palco: quel testo è da riscrivere». La Pravda dei tempi d'oro del comunismo sovietico ci fa un baffo a questi clerico-pennivendoli.
Se non bastasse, ecco anche l'intervista di monsignor Franco Semeraro, vescovo di Albano, al Corriere della Sera. Semeraro non è una voce qualsiasi: viene presentato dal Corriere come uno degli uomini più vicini al Papa, essendo stato nominato segretario del Consiglio dei 9 cardinali e poi chiamato nella commissione per la relazione finale del Sinodo sulla famiglia.
Ebbene, monsignor Semeraro non ha neanche cercato di mascherare l'obiettivo. Sul Circo Massimo afferma: «Il rischio è sempre quello di contrapporsi anziché proporre. Ma mi pare che le cose non siano andate così. Ho notato che negli interventi si è molto insistito sul problema delle adozioni, più che sulle unioni civili, semmai sul fatto che sia inaccettabile equipararle al matrimonio tra uomo e donna». Davvero? E chi gliel'ha detto? Sicuro che in tv stesse seguendo il Family Day? Anche il Corriere nella sua cronaca diceva il contrario.

SE LA REALTÀ DIVENTA UN OPTIONAL
Ma tant'è, la realtà è diventata un optional, perché l'importante è dare la linea. Così sulle unioni civili risponde: «Ritengo legittimo, per una società, trovare forme di garanzia. In linea di principio, non ho obiezioni al fatto che sotto il profilo pubblico si dia consistenza giuridica a queste unioni. Mi sembra che la reazione riguardi il tema della generatività, le adozioni, non il riconoscimento pubblico delle unioni. L'importante è che non vengano assimilate alla realtà del matrimonio».
Ecco qua, care famiglie: non contate sul potere ecclesiastico, che si è già messo d'accordo con il potere politico. Chi l'ha capito bene è il leader del Nuovo Centrodestra, Angiolino Alfano, che se ne guarda bene dal fare l'unica cosa che potrebbe veramente affossare il ddl Cirinnà: uscire dal governo. Al contrario, rassicura il governo: faccia pure quel che vuole, noi magari non votiamo neanche contro (leggasi l'intervista del neo-ministro Enrico Costa ad Avvenire), al massimo dopo faremo un referendum se non si arriva al fatidico compromesso. Un referendum? Con un partito che non troverà neanche le firme per presentarsi alle elezioni? Ma per chi ci ha presi?
E intanto incassa un mazzetto di poltrone che Renzi, perfidamente, annuncia ad Alfano Iscariota alla vigilia del Family Day, così che appaia evidente come stanno le cose. Vogliamo solo sperare che chi ha guidato il Family Day sia ora abbastanza accorto da capire con chi ha a che fare e non si lasci ingannare da questi volponi che pensano soltanto alla loro sopravvivenza politica, e chi se ne frega delle famiglie e dell'Italia. «Ci ricorderemo di Renzi», diceva un manifesto. Ma ci ricorderemo anche di Alfano. E di tutti quelli che venderanno il popolo della famiglia al miglior offerente.

Nota di BastaBugie: il video con lo splendido intervento dell'avvocato Gianfranco Amato al Family Day si trova in fondo a questa pagina.
Per vedere invece il video con l'intervento conclusivo del portavoce ufficiale del Family Day, Massimo Gandolfini, che in 30 minuti spiega i motivi della manifestazione del Circo Massimo clicca nel link qui sotto
https://www.youtube.com/watch?v=uyDPMCB7ZcM&feature=youtu.be&t=1h41m32s
Massimo Viglione nell'articolo dal titolo "L'Italia del Circo Massimo" spiega chi sono gli italiani del Family day.
Ecco l'articolo completo pubblicato su Confederazione della Civiltà Cristiana il 3 febbraio 2016:
Ecco gli italiani. Sono coloro che si battono per i loro figli e per tutti i figli delle decine di milioni di persone che si "disinteressano", pensando di essere furbe e all'avanguardia...
Ecco gli italiani. Sono coloro che si battono anche per i figli di chi vuole dare i loro figli in pasto agli orchi.
Ecco gli italiani. Famiglie serene, ridenti, ordinate, ma anche ferme e decise.
Ecco gli italiani. Nessun disordine, nessun negozio spaccato, nessun cassonetto incendiato, nessun agente aggredito.
Ecco gli italiani. Sono coloro che fanno il dovere al posto di chi dovrebbe fare il proprio dovere.
Ecco gli italiani. Sono coloro che pagano il viaggio di tasca propria, senza sostegni di sindacati, partiti e nemmeno istituzioni ecclesiastiche.
Questi sono gli italiani.
Tutto il resto... non è Italia. In certi casi, non è neanche più "umanità", nel senso più completo del concetto.
Il 30 gennaio è stata una vittoria degli italiani, della famiglia naturale, del Bene. Il 30 gennaio, a Roma, al Circo Massimo, c'era l'Italia. Quella vera. Grazie a tutti.
Sappiate, però, che questa manifestazione non è la fine di niente, ma deve essere l'inizio di tutto. La guerra continua, purtroppo lo sappiamo bene. Ma gli italiani, oggi, si sono alzati in piedi. Ora non bisogna abbassare la guardia.
Per i figli degli italiani, per i figli dei non più italiani, per tutti i figli del mondo.



https://www.youtube.com/watch?v=lTjDdKHT7vs

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 01/02/2016

2 - IL DDL CIRINNA' E' INACCETTABILE DALLA PRIMA ALL'ULTIMA PAROLA
Trascrizione dell'intervento al Circo Massimo del portavoce ufficiale del Family Day (VIDEO: intervento finale di Massimo Gandolfini al Family Day)
Autore: Massimo Gandolfini - Fonte: Tempi, 02/02/2016

Ogni tanto si sente dire che l'Italia è il fanalino di coda dell'Europa, perché in Europa occidentale è l'unico Stato che non ha una legislazione riguardante le unioni civili.
Chiariamo un concetto: io reputo che l'Italia non è il fanalino di coda ma il faro che indica la civiltà all'Europa perché è profondamente incivile programmare la nascita di un bambino orfano e io credo che il movimento femminista, che io ebbi modo di conoscere negli anni Settanta all'università e che si batté per l'emancipazione e per la tutela e il rispetto e la dignità della donna, dovrebbe vomitare di fronte all'idea che si possa comprare l'utero di una donna. Il rapporto che esiste fra il bambino e la mamma è un rapporto totale, non è soltanto un rapporto biologico, la mamma non passa al bambino soltanto il sangue e le sostanze nutritizie di cui ha bisogno, ma la mamma stabilisce con il bambino la prima relazione primordiale che esiste fra due persone. Tutti noi abbiamo conosciuto la prima relazione nell'utero della nostra madre. L'utero di una donna non è un forno all'interno del quale costruire un manufatto, la mamma del bambino, che cresce con questa abominevole pratica dell'utero in affitto, è la donna che lo ha gestato dentro di sé per nove mesi.

BENESSERE ANIMALE... E QUELLO UMANO NO?
Vorrei ricordare a tutti voi che siete qui che non tanto tempo fa il Parlamento ha approvato una legge sul cosiddetto "benessere animale" per la quale quando una cagnolina nel canile fa i suoi cuccioletti, quando sono nati si ha l'obbligo di mantenere i cuccioli attaccati alla madre per tre mesi perché deve consolidarsi questo rapporto materno. Com'è possibile rispettare i cagnolini, mentre un bambino viene strappato dall'utero della madre? Questa è inciviltà pura e questo va detto: non è possibile che esista una classe politica ideologica che è pronta a negare tutto questo.
Non si può trasformare il desiderio in un diritto. Uno psichiatra vivente di area non cattolica ha scritto un bellissimo libro di cui faccio una citazione a memoria. Lui considera l'uomo come un essere desiderante. Arriva a dire che noi viviamo perché desideriamo e desideriamo perché viviamo. E che cosa desideriamo? Sempre un nostro vantaggio. Ma da uomo onesto intellettualmente dice anche che il desiderio ha un limite, se non ci accorgiamo che non stiamo mettendo limite al desiderio, quest'uomo andrà incontro, e sono parole sue, alla psicosi, alla nevrosi, alla follia. Oggi stiamo vivendo in una società che, non ponendosi più limite, sta diventando una società folle.

LEGGE CIRINNÀ: INACCETTABILE DALLA PRIMA ALL'ULTIMA PAROLA
Questo disegno di legge Cirinnà, che non è accettabile dalla prima all'ultima parola, rende assolutamente necessario che si debba fare un'operazione radicale: non si tratta di mettere a posto qualcosina o di cambiare tre o quattro paroline per renderlo accettabile, non si può fare un'operazione di maquillage, ma deve essere totalmente respinto.
Lo diciamo con assoluta chiarezza, onestà e lealtà. Quando qualcuno cerca di modificare [il disegno di legge] per cui non parla più di stepchild adoption, l'adozione del figliastro che tutti sappiamo bene cosa vuol dire (l'utero in affitto e tutto quello che ci sta dietro) e si inventa nuovi istituti giuridici come l'"affido rafforzato": questo non è nient'altro che un vero e proprio tentativo di far passare in maniera surrettizia una condizione che è esattamente identica all'adozione. È inutile usare la parola affido. La legge italiana stabilisce che l'affido nasce nel momento in cui esiste una famiglia che si trova in condizione di disagio e criticità e allora, per il grande benessere del bambino, questo bambino viene allontanato dalla famiglia e viene dato a un'altra famiglia che lo possa accudire e allevare ed aiutare e nel frattempo si spera che la condizione di origine della famiglia possa essere in qualche misura sanata.
Ma quando si profila una sorta di "affido rafforzato", per cui il bambino viene tolto non da una famiglia, perché questa famiglia già non c'è, e viene messo in una condizione per la quale l'affido dura fino al compimento del diciottesimo anni, dopodiché sarà il ragazzo a 18 anni a decidere, capiamo tutti che è un'adozione mascherata da affido. Ed è per questo che è inaccettabile.

SULLA VERITÀ NESSUNA MEDIAZIONE
Si possono fare delle mediazioni su alcune strutture, ma quando viene messa in discussione la verità stessa dell'uomo, la sua antropologia, non si possono fare mediazioni. Se si compone e accetta una legge per la quale le unioni civili sono sostanzialmente, dal punto di vista strutturale, omologate alla famiglia, società naturale fondata sul matrimonio, si fa un enorme confusione per cui non esisterà più la famiglia, ma esisteranno modelli variabili e confusi di famiglie. E chi saranno le vittime principali? I nostri figli. Perché le legge ha il valore e la potenza di poter cambiare la cultura di un popolo. Bisogna stare molto attenti quando si approvano delle leggi distruttive.
Pensate alla nostra Costituzione, è stata scritta negli anni immediatamente successivi alla guerra, nel '47-'48, e sappiamo tutti che erano presenti nell'assemblea costituente punti di vista, culture, tradizioni, religioni, persone che provenivano da storie addirittura opposte. Si trovò un virtuoso equilibrio sulla famiglia, strappando la famiglia da quelle formazioni sociali nelle quali si esplica la personalità dell'uomo. Perché si è fatta questa operazione? Perché non andiamo a leggere gli atti della costituente? Se lo facessimo scopriremmo che la famiglia è stata estrapolata dalle formazioni sociali perché la famiglia ha un valore assolutamente unico, che non può essere equiparato a nient'altro e i padri costituenti hanno voluto chiamarla "società naturale fondata sul matrimonio".

COSA VUOL DIRE NATURALE?
Innanzitutto che lo Stato stesso, la legislazione stessa, il diritto stesso prende atto di qualcosa che lo precede, lo riconosce e lo garantisce. E naturale, cari amici, vuol dire che esiste soltanto una relazione affettiva che ha la possibilità di determinare la procreazione della specie umana ed è il rapporto fra un uomo e una donna uniti da un legame affettivo talmente alto che dobbiamo avere il coraggio di chiamare con la parola che gli compete: un amore talmente alto che richiede anche una complementarietà dei corpi. Ed è da questa complementarietà che scaturisce la scintilla della vita. Tutti noi siamo nati da un uomo e una donna, questo significa società naturale. Le altre sono delle alchimie più o meno mediche e tecnoscientifiche ma che vanno a violare nel profondo l'istituzione stessa, la natura stessa dell'uomo.
Ai giovani vorrei dare una parola, permettetelo, sopratutto a quelli che non hanno ancora chiara la vostra missione e vocazione: quello che facciamo oggi contrastando questa legge ha un enorme valore antropologico, l'uomo è caratterizzato da tante attività nella sua vita, abbiamo tante forme nelle quali esplicitare il nostro carattere, inventiva, capacità. La natura umana è caratterizzata da tantissime funzioni. Quando abbiamo fame mangiamo, quando abbiamo sete beviamo, quando abbiamo freddo ci copriamo e così via, ma la sessualità non è una funzione fra le tante. Perché alla sessualità è legata la scintilla della vita e la scintilla della vita ha bisogno di una fusione di corpi che conosce inizialmente un rapporto che significa amore. E l'amore, cari giovani, significa avere la capacità di spendersi e donarsi per un altro al punto tale che da questo può nascere una vita nuova. Dobbiamo dirlo con forza: il sesso non è il piacere sessuale, il sesso è la procreazione, la trasmissione della vita, è una creatura nuova, è un dono di Dio. Il sesso ci fa partecipi dell'opera creatrice di Dio.

CHE BISOGNO C'È DI RIUNIRE UNA PIAZZA?
È per questo, carissimi amici, che vogliamo dare una parola molto chiara anche ai parlamentari che ci stanno cercando. Una parola seria perché le televisioni mi chiedono: «Ma in fondo che bisogno c'è di riunire una piazza?». Perché è l'unico modo civile e onesto per noi che siamo gente povera, che non ha nessuna lobby multinazionale potente a difenderci, che veniamo qui con i nostri soldi ed è l'unico modo che abbiamo per poter mostrare realmente qual è il comune sentire degli italiani. Noi non vogliamo ghettizzare nessuno, non vogliamo mancare di rispetto a nessuno e fare guerra a nessuno, ma vogliamo dire con assoluta chiarezza che il tessuto della nazione sono queste famiglie, questa lealtà, questa onestà e che queste famiglie vanno sostenute.
Abbiamo un welfare nei confronti della famiglia che fa davvero ampi buchi, provate a pensare cosa sarebbe stata la crisi economica se non ci fosse stata la forza del tessuto familiare. I nonni che si sono interessati dei figli perché hanno perso il lavoro. Le famiglie che si interessano dei ragazzi perché in condizione di disoccupazione e crisi. Questo è l'enorme tessuto che verrebbe scombinato dall'idea che possano esistere forme di relazione affettiva per cui già oggi si parla della possibilità di poligamia, poliandria e così via (l'altra sera ero a "Virus" e ne ho sentite di tutti i colori). Questo è lo stravolgimento dell'essenza e della natura umana e noi a questo dobbiamo con tutte le forze opporci, mostrando il volto bello della famiglia, questo tipo di solidarietà dentro la famiglia e fra le famiglie.

ALLORA COSA VOGLIAMO DIRE AI NOSTRI AMICI?
Sono sicuro che qui è rappresentato tutto il popolo di Dio e italiano, quindi gli elettori di tutti i partiti. Allora ascoltate bene: vanno aperti gli occhi e dovete guardare con assoluta lealtà e chiarezza chi sono coloro che vi stanno aiutando e a chi sono coloro che invece vi oscurano. E vogliamo mandare un grande messaggio: guardate che i passaggi di questa legge, noi li seguiremo minuto per minuto e vedremo benissimo chi ha raccolto il messaggio di questa piazza o chi invece l'ha preso e se lo è messo sotto i tacchi.
Dovremmo tutti avere ben chiaro che esistono delle condizioni nella democrazia parlamentare rappresentativa per le quali ognuno di noi può far sentire la propria voce ed è il momento delle elezioni. Dobbiamo ricordarci chi davvero si è messo dalla parte della famiglia, dalla parte della tutela dei bambini, dalla parte del diritto di un bambino ad avere un papà e una mamma. E chi invece, magari travestendosi in altro modo, si è dimenticato di questo diritto rendendo possibile l'abominevole pratica dell'utero in affitto. Perché è una balla quella di dire che questo riguarderà i bambini futuri e non di oggi.
Allora guardiamo i dati: i bambini che oggi vivono nelle condizioni di essere in una famiglia, diciamo così omogenitoriale, e lo dice, non Massimo Gandolfini, ma l'Istat sono 528. L'altra sera ho sentito uno che ha sparato la solita cifra, 100 mila bambini che stanno vivendo in famiglie omogenitoriali. Ma state scherzando? Come si fa ad elevare a verità una menzogna di questo genere? Se si approva una legge che permette un segmento, l'ulteriore segmento si realizzerà immediatamente. Perché è chiaro che se il partner omosessuale andrà in un altro paese a fare l'utero in affitto e tornerà a casa, a quel punto bisognerà prendersi cura di quella condizione e il meccanismo della "stepchild adoption" renderà di fatto legittimo e possibile l'utero in affitto.

UN SANO PRINCIPIO DI GIUSTIZIA
Un altro appello vorremmo lanciare alla classe politica anche con una piccola parola provocatoria. Ma l'Italia è un paese ricchissimo? Cioè si trova in una condizione per la quale ha un surplus di denaro e risorse che non sa dove mettere e quindi potremmo, ad esempio, allargare la possibilità della pensione e tutte queste cose che sapete? Allora andiamo ancora a guardare l'Istat per evitare di sparare a caso: in Italia ci sono un milione e 420 mila famiglia su 14 milioni di famiglie che vivono al di sotto del livello di soglia di povertà. Allora, un sano principio di giustizia vuole che le risorse vengano allocate innanzitutto dove esiste la miseria per cercare di togliere quelle famiglie dalla miseria e non per cercare di compiere e di realizzare capricci altrui.
Ed è questo l'altro messaggio che vogliamo lanciare ai nostri parlamentari e alla classe dirigente. Stavo dicendo poc'anzi che tutte le volte che possiamo esercitare il nostro diritto democratico di elezione e di voto dovremmo avere ben chiaro chi stiamo votando e la persona che stiamo votando. Sì, la persona, anche se a volte si dice che le elezioni amministrative contano di meno e che sono quelle politiche che contano... Non è così, perché al governo di una Regione, al governo di un Comune che ci sia una persona che ha un sentire come quello che abbiamo cercato di rappresentare oggi o una di sentire opposto non è l'identica cosa.

POLITICI ATTENTI: CI RICORDEREMO!
Guardate i fatti della storia: com'è stato possibile bloccare l'introduzione di fatto del matrimonio gay attraversi le registrazioni nei vari registri comunali se non grazie anche a prese di posizioni coraggiose, ma rigorose e rispettose della legge? Quando si è avuto il coraggio di dire che questo in Italia non è fattibile. Grazie al coraggio di singoli sindaci che hanno avuto il coraggio di dire: "Questo in Italia non si fa".
Vorrei soltanto concludere con una parola certamente più alta della mia. È stato molto bello che il Santo Padre, papa Francesco, abbia rivolto a tutti noi delle parole che sono di un peso altissimo e ci riconducono nell'intimo più profondo della coscienza. E vorremmo anche fare un appello alla coscienza dei parlamentari. Se davvero ci sarà la possibilità che possono esprimersi secondo coscienza, mi permetto di dire: «Valutate bene la vostra coscienza, perché un giorno delle azioni che farete dovrete rendere conto». Papa Francesco ci ha ricordato che la Chiesa ha indicato al mondo che non può esserci confusione fra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione.
L'ultima parola la voglio lasciare a san Giovanni Paolo II: è un incoraggiamento a tutti noi. Cari amici, siamo delle formichine è vero non abbiamo nessun potentato economico alle spalle, è vero, ma abbiamo certamente qualcuno che ci ascolta e sopratutto abbiate la certezza di questo: diceva madre Teresa di Calcutta che tante piccole gocce fanno l'oceano pacifico. «Non vi spaventi la difficoltà del compito. La storia dell'Europa dimostra che non di rado salti qualitativi della sua cultura sono stati propiziati dalla testimonianza spesso pagata con il sacrificio personale di pochi coraggiosi, perché la forza della verità si impone, perché è la verità».
Tanti mali che oggi la nostra Italia, e anche la nostra Europa, sta patendo ci sono perché, tanti anni fa, ha apostatato le radici giudeo-cristiane dell'Europa. Allora non ci spaventi il compito. Siamo delle formichine, ma tutti quanti insieme possiamo costituire davvero un'alta voce di ordine morale e anche un'alta voce di ordine sociale e politico. Perché davvero non possiamo mai dire che tutto è perduto.
A noi la battaglia a Dio la gloria.

Nota di BastaBugie: qui sotto l'intervento finale di Massimo Gandolfini, portavoce ufficiale del Family Day, della durata di mezz'ora


https://www.youtube.com/watch?v=lbq-XWJK2sQ

Fonte: Tempi, 02/02/2016

3 - DUE MILIONI DI AMICI PER DIFENDERE LA FAMIGLIA NATURALE DAGLI ATTACCHI DELLA DITTATURA GAY
Due milioni di mamme, papà, bambini, nonni, giovani provenienti da tutta Italia... eppure per Sky al Circo Massimo non c'è nessuno (è l'ora di disdire l'abbonamento, non credi?)
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 01/02/2016

#LoveIsLove è il tormentone che da oltre due anni a questa parte ha invaso i media mondiali. Eppure, bastava immergersi nella folla accorsa al Circo Massimo di Roma in occasione del Family Day contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili per capire che l'amore non ha nulla a che fare con l'istinto rivendicato come diritto per legittimare qualsiasi tipo di unione. Sabato scorso a riempire di due milioni di persone la spianata romana c'erano mamme, papà, bambini, nonni, giovani provenienti da tutta Italia. Sono gli stessi, raddoppiati di numero, che il 20 giugno 2015, di fronte all'introduzione del disegno di legge alla Camera avevano invaso piazza San Giovanni lasciando esterrefatta sia la stampa sia i vertici della Chiesa.

DUE MILIONI DI CUORI
Anche questa volta sono accorsi, ma meno euforici di allora. Parevano più stanchi e pallidi per il secondo viaggio che per tanti è durato tutta notte. Le speranze e le apprensioni che da sempre albergano nel cuore di chi ama qualcosa o qualcuno apparivano con più enfasi sui loro volti. Esserci ancora è stato uno sforzo fisco ed economico ulteriore, nel pieno di una battaglia che con il passare del tempo sostituisce l'eccitazione al giudizio. C'era chi si è rincontrato e si abbracciava grato di non essere solo, chi assonnato veniva sollevato alla vista dell'amico che magari non vedeva da mesi. E così mentre proclamavano che l'amore vero è sacrificio, lo imparavano incarnandolo: c'era chi seduto in attesa dell'inizio della manifestazione posava il capo su una spalla amica. Chi pregava il rosario in gruppo benedicendo il pranzo al sacco da condividere con gli altri. C'era chi si aiutava a reggere i cartelli contro la legge, mentre un gruppo di persone distribuiva gratuitamente i giornali della piccola stampa amica.

MA SI CONOSCONO TUTTI MAMMA?
«Ma si conoscono tutti mamma?», chiedeva un bambino. E c'era da commuoversi, perché la rispostaera «sì, siamo tutti amici». È vero e si capiva che, almeno come impeto, quella gente darebbe la vita l'uno per l'altro. Molti di loro fino a due anni fa non si conoscevano nemmeno, eppure parevano membra dello stesso corpo. Non è vero allora che il popolo del Family Day è un miracolo improvvisato di animi finora inconsapevoli di essere mossi da uno stesso ideale. Chi ne fa parte sa che questo evento è stato il frutto di un lavoro silenziato dalla grande stampa, ma che dall'estate del 2013, di fronte all'introduzione del ddl Scalfarotto, che sanciva l'avanzata dell'ideologia gender nel paese, ha vegliato continuamente in centinaia di piazze italiane, ha girato convegni, Comuni, oratori, associazioni da Nord a Sud Italia, senza sponsor né lobby alle spalle, per smascherare un pericolo che avanzava in sordina e per affermare il legame alla realtà, e per chi crede al suo Creatore, che chi detiene il potere vuole recidere.
Tante mogli hanno agito nel nascondimento accudendo i figli e lasciando che i mariti combattessero la buona battaglia. Tanti hanno provato a dire la verità sull'amore di fonte ai compagni di scuola o di università a prezzo dell'incomprensione. Ci sono giornalisti che hanno scritto contro la mentalità dominante dei colleghi, amministratori comunali che hanno provato ad arginare la deriva a costo del disprezzo. Diversi conventi hanno pregato e addirittura contribuito alle spese del viaggio di qualcuno, mentre semplici sacerdoti sostenevano i laici. Infine, dietro il successo del Family Day ci sono migliaia e migliaia di ore pregate da centinaia di persone che attraverso il passa parola hanno aderito alla proposta di vegliare almeno un'ora a testa per la conversione dell'Italia e supplicando lo Spirito di ispirare chi si è assunto la responsabilità di farsi volto pubblico di questo popolo.
Tutto questo ha generato una rete di amicizia, per cui non si percepiva discontinuità fra i membri del comitato "Difendiamo i nostri figli", promotore dell'evento, che parlavano dal palco dichiarando, come Mario Adinolfi, che il ddl è inaccettabile e chi da sotto lo incoraggiava a non cedere a compromessi così: «No al ddl Cirinnà anche senza adozioni». Perché come ha ricordato l'avvocato Simone Pillon, «queste leggi servono solo a lasciare l'uomo più solo", in preda a quel sentimento che, assolutizzato, impedisce legami stabili. Pensando ai volti in piazza cresce la gratitudine di far parte di un popolo e il desiderio di sacrificarsi per costruirlo e difenderlo, mentre risuona l'appello a chi è ostile dell'avvocato Gianfranco Amato: «Non perderti, esiste un Dio tenero e misericordioso che ti ama».

COSTANZA MIRIANO
La giornalista e scrittrice Costanza Miriano ha poi ricordato l'origine della rivoluzione dell'amore come antidoto al possesso, tradito da un'Europa che ha rinnegato le sue radici cristiane: «La verità dell'uomo è Cristo, anche per chi non lo ha conosciuto e noi abbiamo la responsabilità di annunciarlo». Perché questo amore sia negato nel rapporto fisico tra persone dello stesso sesso, motivo per cui la piazza non può accettare alcun compromesso legislativo, lo ha spiegato il portavoce del comitato, Massimo Gandolfini, che parlando a braccio pareva immedesimarsi con il cuore dei presenti: «Amore è capacità di spendersi e donarsi per un altro, a tal punto che nasce una vita umana e ciò ha bisogno della fusione dei corpi, tramite cui diventiamo partecipi della creazione di Dio». E se l'amore non è dono anche la prole diventa possesso, svelando che la legalizzazione delle unioni civili, prima poi, non può che portare alla "pratica abominevole dell'utero in affitto", menzionata dal direttore di ProVita Toni Brandi.
Alle fine dell'evento, dopo l'abbraccio fra la piazza e il palcoscenico, la folla si apprestava a tornare verso pullman e treni. Alcuni prima di partire hanno fatto tappa nella chiesa vicina di santa Anastasia, in cui era esposto il Santissimo: è, lì, in ginocchio di fronte al corpo di chi ha sacrificato la vita per salvare anche quanti lo respingevano che hanno ricompresso l'origine di quel corpo in cui erano immersi fino poco fa. Il corpo in cui l'emozione fugace lascia spazio al dono stabile di sé, quello che anche l'uomo più ribelle, che conosce solo l'egoismo del possesso, in fondo al cuore desidera. Quello che dopo 24 ore di viaggio rendeva le facce esauste e vicine così belle, liete e sempre più consapevoli della vita come compito.

Nota di BastaBugie: per vedere l'imperdibile video "La battaglia contro la realtà" che ridicolizza chi vuol dare i figli ai gay, clicca nel link qui sotto:
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2887
Andrea Zambrano nell'articolo dal titolo "Scoop a Sky: al Circo Massimo non c'è nessuno" ci parla delle menzogne di Sky sul Family day. Tutti gli abbonati di Sky dovrebbero valutare la possibilità di disdire l'abbonamento facendo pervenire a Sky le ragioni del proprio dissenso.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La nuova Bussola Quotidiana il 1° febbraio 2016:
Che importa se al Circo Massimo erano in 300mila o in due milioni? Tanto ai telespettatori di Sky che hanno seguito l'evento in Tv sono sembrati anche meno. Quanti? Appena appena il numero dei relatori che si sono alternati a parlare. Le telecamere di Sky? La diretta? Il canale dedicato su Sky Eventi al 504? Tutto vero. Peccato che per l'occasione del Family Day, la corazzata targata Murdoch abbia, diciamo così, risparmiato sul budget.
Nessuna regia, nessun inviato a commentare, intervistare. Solo una telecamera fissa, che inquadrava giusto giusto il microfono dove Costanza Miriano, Massimo Gandolfini, Gianfranco Amato, Simone Pillon, Mario Adinolfi e tutti gli altri hanno offerto la loro testimonianza. Una telecamera fissa che inquadrava desolatamente il microfono abbandonato quando l'evento si spostava sul maxishermo. E soprattutto: zero gente.
Per Sky al Family Day non c'era nessuno perché l'operatore non ha avuto neanche l'ardire di voltarsi indietro e provare a riprendere la marea umana di gente, della quale arrivavano voci e applausi, ma come in un telefilm anni '80 con le risate finte. Proprio un bel servizio pubblico da parte di un emittente privata che si distingue per altri eventi per grande professionalità ed equidistanza. Ma in questo caso si vede che l'equidistanza ha ceduto il passo alla faziosità. Perché i tanti telespettatori paganti, tra i quali il sottoscritto, che sabato non potevano essere a Roma, hanno potuto partecipare a metà al Family Day perché non hanno potuto sentirsi parte di un popolo vivo e vero che aveva fatto sacrifici per essere al Circo Massimo.
Il telespettatore di Sky del Family Day è stato beffato: tante parole, ma immagini zero, perché forse sono le immagini che disturbano il padrone del vapore. A proposito di immagini. A un certo punto Gandolfini annuncia un video sull'utero in affitto. L'inquadratura si ritrova così un microfono in primo piano senza nessuno, uno spazio inoccupato mentre l'audio faceva arrivare gli echi del documentario sull'atroce industria della maternità surrogata. Dalla regia di Milano qualcuno deve essersi accorto del pericoloso e sedizioso tentativo di attaccare un business faraonico ed è partita subito la pubblicità che ha occupato lo spazio di almeno 3 minuti. Giusto il tempo di far terminare il documentario.
Complimenti davvero per la professionalità e l'equidistanza. Chicca finale: sull'app di skygo, il servizio che permette di vedere i principali canali Sky direttamente sullo smartphone, nell'elenco dei canali disponibili, subito dopo quello del Family day, compariva il 407 di Sky History. Argomento? La Chiesa e il sesso. Non osiamo immaginare il contenuto, ma chissà perché ci sembra che sia un film già visto.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 01/02/2016

4 - IL SIGNORE DEGLI ANELLI, COME SCRISSE TOLKIEN, E' UN'OPERA RELIGIOSA E CATTOLICA
Il libro ''La realtà in trasparenza'' raccoglie le risposte di Tolkien ai lettori che gli scrivevano: ecco come capire davvero il pensiero dell'autore più letto ed amato del XX secolo
Autore: Lorenzo Artusi - Fonte: FilmGarantiti

"Credo che le storie fantastiche abbiano un loro modo di rispecchiare la verità, diverso dall'allegoria o dalla satira o dal realismo, e per alcuni versi più potente", scrive John Ronald Reuel Tolkien in una lettera del 1956 indirizzata a Michael Straight, recensore del Il Signore degli Anelli (J.R.R. Tolkien, La realtà in trasparenza. Lettere, Bompiani 2001, p.263). In effetti, tutto l'interesse dello scrittore Tolkien sembra come rivolto a un centro attorno al quale ruotano i suoi racconti. Il fascino quasi irresistibile che le sue storie esercitano su milioni di lettori deriva forse dalla bellezza alla quale egli, in qualche modo, si ispira. Quella di Tolkien, però, non è la bellezza degli elfi o della natura, e nemmeno quella della magia fatata e degli incantesimi; non è il fascino della fiaba o del poema mitologico ed eroico o del racconto di viaggio. La verità che raccontano o rispecchiano le storie fantastiche di Tolkien è, in un certo senso, quella della natura umana più profonda: è l'immagine che determina l'essere umano come persona, è la sua somiglianza, in un certo senso, alla verità dell'uomo. Tolkien descrive nei suoi libri, per così dire, la "vita spirituale" dei personaggi, il loro cammino di perfezione o, come dice lui stesso, il loro cammino di santità (lettera del 1956, p.264; anche la lettera del 1954, p.230), in altre parole, la nobilitazione, la santificazione degli umili (p.268). "Questa storia - spiega Tolkien - deve chiarire del tutto un tema ricorrente: il posto che nelle "politiche mondiali" occupano gli atti di volontà imprevisti e imprevedibili, e le buone azioni di chi apparentemente è piccolo, poco eroico e dimenticato invece dai saggi e dai grandi (sia buoni che malvagi)" (lettera del 1951, p.182). Insomma, la rilevanza delle buone azioni di chi è piccolo. Che cosa, infatti, è realmente importante per l'essere umano se non la sua identità, la sua capacità di vivere, di amare, di andare oltre se stesso e di aprirsi alla vita? "Penso che la storia fantastica - scriverà altrove - sia una delle più alte forme di letteratura, e che sia del tutto sbagliato associarla ai bambini" (p.249), proprio perché essa, più fortemente, rispecchia la verità.

UNA SPIRITUALITÀ MOLTO BELLA (CIOÈ CATTOLICA)
Questo cammino dei personaggi di Tolkien si svolge alla luce di una spiritualità che milioni di lettori, anche lontani dal cattolicesimo, hanno riconosciuto come molto bella perché molto aderente alla verità dell'uomo. Essa si presenta a noi in una forma nuova, libera dai pregiudizi che spesso accompagnano, purtroppo, ciò che è dichiaratamente "cattolico". Ma essa è, nei fondamenti, coerente nella dottrina cattolica, come ammette anche lo stesso Tolkien. Non è un caso che, più volte, egli affermi come la storia da lui descritta si ambientata nella Terra di Mezzo (Middenerd) che è la traduzione in inglese arcaico di oikoumene, il mondo abitato dagli uomini, ovvero il nostro mondo (lettera del 1954, p.211). "La-Terra-di-Mezzo - scrive (in una lettera del 1956, p.270) - non è un mondo immaginario (come il paese delle fate) o con mondi invisibili (come il paradiso o l'inferno). Il teatro della mia storia è su questa terra, quella su cui noi ora viviamo, solo il periodo storico è immaginario". Insomma, nei racconti di Tolkien, è di noi che si tratta. "Io pretenderei, se non sapessi che fosse presuntuoso da parte mia, di avere come obbiettivo quello di dimostrare la verità e di incoraggiare i buoni principi morali in questo nostro mondo, attraverso l'antico espediente di esemplificarli attraverso personificazioni diverse, che alla fine tendono a farsi capire" (lettera del 1954, p.220).

IL "FALLIMENTO" DI FRODO
C'è un passo ne Il Signore degli Anelli che mi ha sempre colpito in modo particolare ed è il momento i cui i personaggi, gli hobbit, alla fine della storia, tornano nel loro paese, la Contea, e scoprono che lo stregone malvagio Saruman ha devastato ogni cosa. Infuriati, gli hobbit vogliono ucciderlo, se non fosse per l'intervento di Frodo, il quale ha compiuto un lungo cammino di crescita umana e spirituale, che lo lascia andare via libero. E Saruman, improvvisamente, lo guarda con "uno strano sguardo, misto di meraviglia, di rispetto e di odio", e riconosce quanto è cresciuto questo personaggio capace ora di perdonare e di rispondere al male con il bene (Il Signore degli Anelli, Rusconi 1980, p.1212). È, infatti, per la pietà e la capacità di perdonare le offese che Frodo è riuscito a distruggere l'anello del potere e a salvare la Terra di Mezzo. Non è la logica umana, né la forza del più forte a vincere: è piuttosto la logica del Vangelo che ispira Tolkien profondamente e che anima i suoi personaggi. È questa la "verità" che le sue storie fantastiche cercano di "rispecchiare", quella visione della persona che è, in definitiva, la più aderente e vera dell'essere umano. Anzi, Tolkien non si "ispira" ad essa, non più di quanto un Santo si "ispiri" al Vangelo per vivere la propria vita. Così, ad esempio, Tolkien valuta il "fallimento" di Frodo quando deve distruggere l'anello del potere de nemico: "Frodo in realtà fallisce come "eroe". Eroe così come lo concepiscono le menti più semplici: non arriva fino alla fine; rinuncia, tradisce. Non dico "menti semplici" con disprezzo: esse vedono spesso con chiarezza la pura verità e l'ideale assoluto verso il quale devono dirigersi i nostri sforzi, anche se questo ideale è irraggiungibile. La loro debolezza, tuttavia è duplice. Non percepiscono la complessità di qualsiasi data situazione nel tempo, in cui un ideale assoluto è calato. Tendono a dimenticare quello strano elemento del mondo che noi chiamiamo pietà o compassione, che è un requisito indispensabile nel giudizio morale (dato che è presente nella natura divina). È tipico di Dio, nel suo aspetto più elevato. Per i giudici finiti, con una conoscenza imperfetta, deve portare all'uso di due diversi metri di moralità. A noi stessi, dobbiamo proporre l'ideale assoluto senza compromessi, dato che noi non conosciamo i limiti della nostra forza naturale (più la grazia), e se non tendiamo all'obiettivo massimo, cadremo senz'altro più in basso del limite che riusciremmo a raggiungere. Per quanto riguarda gli altri, nei casi in cui sappiamo abbastanza per dare un giudizio, dobbiamo applicare un metodo di giudizio mitigato alla compassione... (È frequente questo doppio metro di giudizio nei santi, quando valutano le sofferenze e le tentazioni che stanno patendo e quando invece valutano gli altri)" (lettera del 1963, p.367; anche in: lettera del 1956, p.265; lettera del 1956, p.285; lettera del 1956, p.286).

"SONO UN CRISTIANO CATTOLICO ROMANO"
Frodo, afferma altrove Tolkien, non è un pacifista, ma ha "raggiunto la conclusione che il combattimento fisico ha in realtà meno conseguenze di quello che la maggior parte di uomini (buoni) pensa!", rivelando così, in qualche modo, la grande fede del nostro autore nella preghiera e nell'efficacia della vita contemplativa. Rivolgendosi al figlio Christopher, in una lettera del 1944, lo esorta alla preghiera: "Se già non lo fai, prendi l'abitudine di pregare. Io prego molto..." (p.77). La vita interiore dello scrittore Tolkien pervade, quindi, tutta la sua opera. E, in effetti, in un'altra lettera del 1958, scrive: "Ho intenzionalmente scritto un racconto costruito su certe idee "religiose", ma che non è un'allegoria di queste e non le cita apertamente" (p.320). E ancora, in una lettera successiva: "Sono un cristiano (cosa che può anche essere dedotta dalle mie storie), anzi un cattolico romano" (p.326).
La ricerca di questa radice religiosa di Tolkien non vuole essere una rivendicazione sciocca, né il tentativo di annettere questo scrittore al "mondo" cattolico: no. È più semplicemente la constatazione della fecondità del Vangelo e della vita cristiana e di come esso porta sempre frutti nuovi e impensati. Tolkien era un uomo di fede, animato dalla fede, come emerge dai suoi scritti e soprattutto dalle sue lettere, e questo, tra l'altro, lo ha reso fecondo anche come scrittore. Egli sapeva bene il "prezzo" della fede e della sua Bellezza, della Bellezza della Vita. A cominciare dalle sofferenze vissute per la conversione della madre al cattolicesimo, e poi l'emarginazione vissuta all'università perché professore cattolico.

SEME E GIARDINIERE
Ecco che Tolkien s trasforma in un vero e proprio direttore spirituale per il figlio, mostrando i valori che danno la concretezza alla vita interiore dell'essere umano. Così, nell'ottica della Croce, Tolkien può affermare: "Io sono cristiano, e cattolico romano, e quindi non mi aspetto che la "storia" sia qualcosa di diverso da una "lunga sconfitta", benché contenga alcuni esempi e intuizioni della vittoria finale" (lettera del 1956, p. 289). Allo stesso modo può scrivere, a proposito della natura umana: "Un uomo non è soltanto un seme che si sviluppa secondo uno schema definito, bene o male in base alla sua situazione o ai suoi difetti in quanto esemplare della sua specie; un uomo è allo stesso tempo un seme e per certi versi anche un giardiniere, nel bene o nel male. Io sono colpito da come lo sviluppo del carattere possa essere il prodotto di un'intenzione consapevole, della volontà di modificare tendenze innate nella direzione desiderata; in alcuni casi il cambiamento può essere grande e definitivo", e in questa linea sviluppa anche il carattere dei suoi personaggi (lettera del 1956, p.271).
Nei momenti di difficoltà, esorta anche il figlio Michael alla Comunione frequente: "L'unico rimedio contro il vacillare e l'indebolirsi della fede è la Comunione. Benché sia sempre lo stesso, perfetto e incompleto e inviolato, il Santo Sacramento non agisce completamente e una volta per tutte in ognuno di noi. Come l'atto di fede deve essere ripetuto e così accresce la sua efficacia. La frequenza garantisce il massimo effetto" (p. 381). Indubbiamente, Tolkien padre aveva una profonda e vivace vita interiore! Tanto da desiderare che i figli la potessero, in qualche modo, condividere per il bene che ne sentiva.
L'opera dello scrittore Tolkien non ha però un intento strettamente educativo: essa è nata da un atto gratuito, da un desiderio di bellezza, che tendenzialmente poi vuole essere condiviso. È impressionante come Tolkien ripeta continuamente, nella sua corrispondenza, di aver scritto per se stesso, "per soddisfazione personale, spinto dalla scarsità della letteratura del genere che a me sarebbe piacito leggere" (p. 239); "arrivai alla fine e per gradi a scrivere Il Signore degli Anelli per me stesso" (p. 250); "non è stato scritto per i bambini, né per alcun tipo di persona in particolare, ma per me stesso" (p.349); "va sottolineato che questo procedimento di invenzione era ed è un'impresa personale, intrapresa per mia soddisfazione, per esprimere la mia personale estetica linguistica" (p. 427). Se l'intento di Tolkien non è educativo, scrivere è però anche per lui una missione evangelica, intesa come un "dare da bere agli assetati" (lettera al figlio Christopher del 1944, p. 114), a cominciare da lui stesso.

IL SIGNORE DEGLI ANELLI, OPERA RELIGIOSA E CATTOLICA
E, in effetti, le opere di Tolkien si rivolgono a quella sete particolare e profonda dell'uomo che è la sete della grazia: "Caro Rob [...] mi ha specialmente rallegrato quello che tu hai detto [...]. Penso di sapere esattamente che cosa intendi con dottrina della Grazia; e naturalmente con il tuo riferimento a Nostra Signora, su cui si basa tutta la mia piccola percezione di bellezza sia come maestà sia come semplicità. Il Signore degli Anelli è fondamentalmente un'opera religiosa e cattolica [...]. Questo spiega perché non ho inserito, anzi ho tagliato, praticamente qualsiasi allusione a cose tipo la "religione", oppure culti o pratiche, nel mio mondo immaginario. Perché l'elemento religioso è radicato nella storia e nel simbolismo. Tuttavia detto così suona molto grossolano e più presuntuoso di quanto non sia in realtà. Perché, a dire la verità, io consciamente ho programmato molto poco; e dovrei essere sommamente grato per essere stato allevato (da quando avevo otto anni) in una fede che mi ha nutrito e mi ha insegnato tutto quel poco che so; e questo lo debbo a mia madre, che ha tenuto duro dopo essersi convertita ed è morta giovane, a causa delle ristrettezze e della povertà che dalla conversione erano derivate" (lettera del 1953, pp. 195-196).
Forse potremmo dire che è proprio quella particolarissima e sottile azione della grazia che dona bellezza alle storie di Tolkien: l'intervento, a un certo punto, "dello Scrittore della Storia (e non alludo a me stesso) - commenta Tolkien -, l'unica Persona che è sempre presente che non è mai assente e mai viene nominata" (cfr. pp. 230,235,286,368). Sì, Tolkien ha creato un mondo pervaso da una fede che non proviene da alcuna fonte visibile, come se una luce splendesse ma senza che se ne veda la sorgente, e che permette di guardare la realtà come in trasparenza.

Nota di BastaBugie: questo articolo prende spunto da preziose citazioni dal libro "La realtà in trasparenza" che raccoglie le risposte di Tolkien ai lettori che gli scrivevano.
Per approfondire Tolkien e il Signore degli Anelli e vedere interessanti video, vai al seguente link di FilmGantiti
http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=8

Fonte: FilmGarantiti

5 - SE LA VITA DI UN GATTO VALE PIU' DI QUELLA DI 7 UOMINI
Uccide un gatto e viene condannato a due anni di carcere senza condizionale, invece un medico ha ucciso con l'eutanasia sette uomini, ma con la condizionale è già tornato al lavoro
Autore: Leone Grotti - Fonte: Tempi, 02/02/2016

In Francia la vita di un gatto vale più di quella di sette uomini? È lecito farsi questa domanda dopo che il tribunale penale di Nizza ha condannato un uomo di 30 anni a due anni di carcere, più sei mesi con la condizionale, per aver dato fuoco a un gatto e averlo gettato fuori dalla finestra della casa al settimo piano in cui viveva.
Sébastien Lebras non ha saputo spiegare il suo gesto: «Non ero io, non so come ho potuto farlo». Una decina di organizzazioni per la difesa degli animali si sono costituite parte civile, mentre più di 50 donne hanno manifestato fuori dal tribunale contro la «crudeltà del torturatore». Il giudice della Corte ha confermato la pena «esemplare» richiesta dal pubblico ministero.

SETTE UOMINI UCCISI
Nel giugno del 2014, diciotto mesi prima di questa sentenza, Nicolas Bonnemaison, medico d'urgenza dell'ospedale Bayonne, è stato trattato in modo molto diverso. Il dottore aveva ammesso di aver ucciso sette persone in fin di vita con un veleno senza consultare nessuno, né i medici, né i pazienti, né le famiglie dei malati. Aveva detto di averlo fatto per il loro bene, «perché non soffrissero».
Bonnemaison è stato completamente assolto per l'uccisione di sei pazienti e condannato a due anni di carcere con la condizionale per il settimo. Secondo il tribunale, non andava condannato perché ha agito «in modo compassionevole». Per la moglie del medico, «Nicolas non è un assassino, né un avvelenatore, ma un buon dottore. Non ha mai posto fine a una vita. Ha solo accorciato delle agonie». Bonnemaison, da parte sua, aveva dichiarato: «L'eutanasia non è la mia battaglia. Io voglio alleviare le sofferenze dei pazienti. Fare in modo che non soffrano più». Chissà se anche i pazienti erano d'accordo, visto che non li ha consultati prima di ucciderli.

CONCLUSIONI ABERRANTI
Mentre Sébastien Lebras, che si è pentito del suo gesto ed è stato chiamato «torturatore», passerà i prossimi due anni in carcere, Nicolas Bonnemaison, definito «compassionevole», che ha rivendicato i sette omicidi come giusti, godendo della condizionale è già tornato a lavorare nel suo vecchio ospedale. L'Ordine dei medici l'ha radiato dall'Albo, ma la struttura pubblica gli ha affidato compiti amministrativi, ritenendo il licenziamento una punizione troppo dura.

Nota di BastaBugie: il precedente articolo ci ha fatto finalmente capire che per questa società un gatto non è solo un gatto. Rino Cammilleri nell'articolo dal titolo "Topolino e Pippo? Non sono più (solo) amici dei bambini" ci racconta un fatto che gli successe tempo fa quando scrisse che un cane era un cane. Pioggia di critiche. Allora modificò in: un cane non è un cane. Peggio di prima. Insomma in un mondo impazzito non sai più cosa dire e nemmeno cosa pensare...
Ecco l'articolo integrale pubblicato da La Nuova Bussola Quotidiana il 20-01-2016:
Walt Disney è stato uno dei più grandi geni del Novecento. Tipo ideale del "sogno americano", anche lui cominciò in un sottoscala, da solo, senza un soldo, e armato solo di una matita e un foglio di carta. Le fiabe della grande cultura europea furono la sua ispirazione: Esopo, Fedro, Perrault, i fratelli Grimm. Il suo unico target, i bambini.
Anche Hollywood dovette inchinarsi a lui e attribuire l'Oscar addirittura a un film di disegni, Biancaneve (e negli anni Trenta!). Perfino i grandi dittatori del ventesimo secolo lo adoravano: Mussolini, Hitler, Tito, che si facevano proiettare privatamente i suoi film, chi apertamente, chi di nascosto. Walt Disney, non è un segreto, era un conservatore, un «Dio, patria & famiglia» alla John Wayne tanto per intendersi, gente per cui il "sogno" americano era inscindibile dai "valori" americani di una volta. Ma poi papà Disney è morto e una potentissima multinazionale ha preso il suo posto. Disney era "papà" perché, come si è detto, aveva indirizzato tutto il suo lavoro ai bambini. Questo, commercialmente, si traduceva in prezzi contenuti, appunto alla portata delle famiglie, e moralità assoluta di antico stampo puritano.
Oggi, non è un mistero, la Disney s.p.a. è in prima fila per prezzi e "aperture" al mondo Lgbt, esperiamo che i suoi strateghi siano così furbi da non perdere, col target originario, sia questo che quello. Il fatto è che ci sono alcuni character di successo - anche internazionale - che devono tutto al fatto di non essersi allontanati dalla spirito dei padri fondatori. Per restare in Italia, pensiamo a Tex: il suo editore, Sergio Bonelli, era di simpatie bertinottiane, ma mai si sognò di adeguare il personaggio inventato dal padre Luigi alla sua personale visuale o alle mode via via politicamente corrette. Stessa cosa in casa Diabolik: creato da due sorelle radical-chic, si mantiene da sempre, ed esplicitamente, nello spirito originario.
Invece la Disney ormai sembra solo inseguire il soldo, tanto da guadagnarsi le critiche di George Lukas, ideatore della saga di Guerre Stellari e venditore della stessa alla Disney. La quale gli ha mandato a dire di stare attento a come parla, perché i migliori avvocati del mondo possono ben ricordargli che, se ci teneva alla sua creatura, non doveva cederla. Se posso permettermi un aneddoto personale, anni fa anch'io ebbi a che fare con la Ditta. La Rizzoli andava pubblicando una collana sui grandi personaggi dei fumetti e ne affidava le prefazioni a Vip. Per esempio, la prefazione di Tex venne scritta dal sindacalista Sergio Cofferati. Io avrei preferito occuparmi di Batman, ma fu chiamata una scrittrice che, in quel momento, godeva di una certa fama e di cui non ricordo il nome. Così, a me toccò Pippo (Goofy, dell'universo disneyano) e solo perché ogni altro interpellato aveva declinato. Accettai, perché di fumetti mi intendevo. E, credendo di essere brillante e spiritoso, intitolai la mia prefazione "Pippo è un cane". Nessun intento denigratorio, naturalmente: Topolino è un topo, Paperino è un papero, Orazio è un cavallo, Clarabella una mucca, Gambadilegno un gatto.
Subito, però, gli emissari della Disney mandarono al mio editore un foglio in cui c'erano le direttive a cui dovevo obbligatoriamente attenermi. In esse c'era scritto, con molte alate parole, che Pippo non era un animale, ma un personaggio a sé stante, e vi confesso che non ho ancora capito che cosa intendessero dire. Era allora un essere umano? Boh. Purtroppo avevo già firmato il contratto e dovetti capitolare. Ma, tra l'indispettito e il divertito, titolai così la nuova prefazione: "Pippo non è un cane". Non l'avessi mai fatto. Il foglio di istruzioni mi venne ribadito con maggior fermezza e il risultato fu la più banale prefazione che abbia scritto in vita mia. C'era una volta Walt Disney, l'uomo che, vivo lui, non permise mai che il business facesse aggio sulla fantasia al servizio dei bambini. Ci manca tanto.

Fonte: Tempi, 02/02/2016

6 - DIO E' MISERICORDIA, MA ANCHE GIUSTIZIA
Dio perdona sempre il peccatore pentito, ma castiga chi non si pente o abusa della Sua misericordia, come ci ricorda Padre Pio che a volte respingeva i penitenti senza assoluzione
Autore: Corrado Gnerre - Fonte: Radici Cristiane, dicembre 2015 (n.110)

Una premessa importante. Che Dio sia infinitamente misericordioso è dottrina di fede, che non può essere affatto messa in discussione. Che s'insista molto su questo punto, ritengo sia opportuno. D'altronde, chi può dire di non aver bisogno di tale consolante verità? Altrimenti corriamo il rischio di fare la fine del "bravo" fariseo, che non tornò a casa giustificato a differenza del povero peccatore.

SANT'ALFONSO MARIA DE' LIGUORI
Detto questo, c'è un "ma". Ciò che oggi pone problema [...] non è che s'insista sulla misericordia infinita di Dio, è che questa insistenza non è accompagnata da un'altra ovvero che Dio oltre ad essere infinitamente misericordioso è anche perfettamente giusto. Dio perdona sempre il peccatore pentito, ma castiga quello impenitente e quello che - è importante sottolinearlo oggi - tenda ad abusare della Sua misericordia.
C'è una frase di san Pio da Pietrelcina, che in merito cade come a pennello. Egli disse: «A me non fa tanto paura la giustizia, quanto la misericordia di Dio», poiché della prima non si può abusare, della seconda sì.
Ecco il punto. [...] Un grande teologo moralista, sant'Alfonso Maria de' Liguori, che tanto ha scritto contro il rigorismo giansenista, disse come per i peccatori recidivi di peccati gravi, arrivati alla terza caduta, qualora non vi fossero stati segnali oggettivi di progresso (tempo trascorso, altre occasioni di peccato vinte, ecc...), si ponesse seriamente il problema ai confessori di assolverli, pena il pericolo di rendersi complici del peccato di sacrilegio..

SAN PIO DA PIETRELCINA
San Pio da Pietrelcina seguiva attentamente la linea di sant'Alfonso. Capitava spesso che non assolveva immediatamente, rimandando i penitenti senza assoluzione. Questi, dapprima ne avevano a male, ma poi, proprio grazie alla dura esperienza di essere visti respinti dal confessore, riflettevano seriamente sulla gravità dei peccati commessi e tornavano da san Pio non solo veramente pentiti ma anche disposti a cambiare vita seriamente. Non pochi di loro mutarono così bene la loro condotta da divenire i migliori figli spirituali del Santo.
Sempre a questo proposito [...] ricordiamo cosa disse sant'Alfonso in un suo Sermone, nella Domenica di Quinquagesima: «Viene a dire che Dio ha pazienza ed aspetta sino a certa misura; ma, quando è piena già la misura dei peccati che Egli ha determinato di perdonare, più non perdona, e castiga il peccatore, o facendolo morire improvvisamente nello stato infelice in cui si trova; oppure abbandonandolo nel suo peccato secondo il castigo minacciato per il profeta: Auferam sepem eius et erit in direptionem (Is 5, 5). Se uno ha un territorio che l'ha coltivato per più anni, vi ha piantata la siepe dintorno per tenerlo custodito e vi ha fatto molte spese; ma vede che con tutto ciò il territorio non gli rende alcun frutto; che fa? Scassa la siepe e lo lascia in abbandono, aperto ad entrarvi chi vuole, uomini e bestie. Così tremate che Dio non faccia con voi. Se non lasciate il peccato, andrete perdendo sempre più il rimorso di coscienza, il timore del castigo divino; ed ecco che tolta la siepe, resterete abbandonati da Dio, castigo peggiore della stessa morte».
E allora confidiamo nell'infinita misericordia di Dio, ma impegnandoci seriamente a raggiungere la santità, per non incorrere nei castighi della perfettissima giustizia di Dio.

Fonte: Radici Cristiane, dicembre 2015 (n.110)

7 - LA SCIENZA NON POTRA' MAI NEGARE L'ESISTENZA DI DIO
Ogni scienziato si trova davanti all'evidenza di un progetto che precede la nascita dell'universo e dei viventi
Autore: Umberto Fasol - Fonte: Il Timone, dicembre 2015

Per il noto e influente fisico e biologo Edoardo Boncinelli sappiamo molto su quanto è accaduto qualche frazione di secondo dopo il Big Bang, conosciamo molte delle leggi della fisica che possono rendere ragione della formazione degli atomi e delle stelle, ma rimangono aperte le domande fondamentali o, "velenose", come l'Autore stesso le chiama: "Da dove derivano le leggi fisiche che sembrano valere per tutti i tempi e tutte le regioni del cosmo? Perché sono quelle e non altre? È evidente che le leggi non possono giustificare se stesse [cioè la propria esistenza], ma solo i propri effetti. Evidentemente c'è ancora qualche problemino da risolvere...". Oggi addirittura, a rincarare la dose di incertezza, gli scienziati ritengono che dobbiamo rassegnarci all'idea che il 95% (!) del tessuto dell'Universo sia formato da materia e da energia "oscura", che non possiamo vedere con i nostri strumenti di indagine.

LE LEGGI SCIENTIFICHE NON SPIEGANO LA COMPARSA DEL COSMO
La vita - prosegue Boncinelli - avrebbe potuto essere anche diversa se le cose fossero andate in altro modo, ma così è accaduto e non è stata fatta alcuna scelta, né dagli organismi né tanto meno dall'esterno del mondo. Invertendo il discorso della maggioranza dei filosofi greci e medievali, per Boncinelli, "il divenire è il fondamento dell'essere", ovvero la materia è fatta in modo tale da evolvere, aggregarsi e disaggregarsi in modo continuo, all'interno dei paletti imposti dalle leggi note della fisica e della chimica, con tutta la variabilità generata dall'intreccio del caso e della necessità e non esiste dunque alcuna finalità nello sviluppo del mondo e quindi non si deve ricorrere ad alcuna Ragione che ne giustifichi la comparsa e il divenire. Ora, però, se è vero che la forza di gravità, la forza nucleare e la forza elettromagnetica possono rendere ragione dell'evoluzione dell'universo, non possono però spiegare la comparsa dell'Universo stesso al momento del big bang. Inoltre, queste forze fisiche non possono spiegare la complessità e la finalità-teleonomia (= la propensione verso uno scopo, rilevato persino dall'ateo J. Monod, nel suo famoso Il caso e la necessità) presenti negli esseri viventi.

I VIVENTI NON SONO RIDUCIBILI AI LORO COMPONENTI
Ai viventi presi nel loro insieme e anche solo in ciascuno dei loro dettagli biochimici e morfologici, non sono riducibili ai loro ingredienti; il cuore, o il rene, o l'occhio, presi singolarmente, non solo non vivono e dopo qualche ora degenerano, ma soprattutto non hanno alcun senso.
Semplicemente non possono esistere da soli; la loro finalità si esplica in relazione con il tutto del corpo. È infatti l'organizzazione del corpo interno che fa vivere e dà significato ad ogni suo dettaglio-parte. Come spiegare questa relazione tra il tutto del vivente e ogni suo dettaglio? Da dove proviene? È impossibile trovare una risposta a questa domanda rimanendo all'interno della materia grezza: gli atomi non hanno una relazione con gli atomi che non toccano. Invece, nel corpo di un vivente come un mammifero le cellule del fegato sono in relazione anche con quelle del cervello e con quelle dello scheletro, che non vedono e non toccano: in virtù di quale proprietà intrinseca possono farlo? Questo è il mistero degli organismi viventi, di cui vediamo gli effetti, ma la cui causa non riusciamo a descrivere né in termini di fisica, né di chimica, né di biologia, né di informatica.
Il mistero apre al Trascendente e ce lo fa incontrare, se lo vogliamo. Qual è invece la presunta risposta che offrono alcuni biologi odierni come Boncinelli in alternativa al rinvio al Trascendente?

FROZEN ACCIDENT? NO, C'È UN DISEGNO
La risposta è "Frozen Accident": "Chiamiamo incidente congelato una struttura o una funzione che si presenta in un dato modo, e che ci pare particolarmente indovinato, ma che poteva anche essere diversa". (Boncinelli). Tutta la storia della vita della Terra, dalla sua comparsa iniziale fino ai fiori, ai pesci, agli elefanti, e agli uomini, viene interpretata alla luce di questo concetto: compare la membrana cellulare? È stato un incidente. Compare l'autocoscienza dell'uomo? È stato un incidente...
Ma l'esempio maggiormente usato da Boncinelli nei suoi libri è il codice genetico. Il codice genetico, secondo lui, è nato in modo relativamente arbitrario (è un incidente di percorso del divenire) che si è tramandato (congelato).
Ma questo codice è estremamente complesso: quale incidente può generarlo? Inoltre, il codice genetico dei viventi comunica delle istruzioni sensate alle parti del vivente stesso; ora, la comunicazione di una frase sensata, legata sintatticamente a tutte quelle che compongono un discorso, non può essere un altro incidente di percorso! Se diciamo che tutte le proposizioni dell'articolo che il lettore ha tra le mani sono stati altrettanti episodi non voluti che si sono sviluppati e ordinati da soli senza alcuna finalità, diciamo una cosa molto irragionevole.
Quello che voglio dire, cioè, è che non possiamo continuare a negare l'evidenza di un disegno se guardiamo i viventi. Nessuno può spiegare la famosa Gioconda di Leonardo senza ricorrere a un genio che ha creato quelle pennellate. E nessuno può dire che le pennellate sono incidenti.
Ma i viventi sono molto più complessi e stupefacenti della Gioconda. Infatti, ritornando al nostro esempio, ammesso e non concesso che il codice genetico, sia sorto senza alcuna intenzione, come possiamo spiegare che il suo prodotto, ovvero le proteine (ce ne sono almeno due milioni di tipi diversi nel nostro corpo), creino una rete infinita di relazioni (weblife) tale da costruire il metabolismo cellulare e il metabolismo dell'intero organismo? Il mistero è davanti a noi: c'è un mondo che esiste e che potrebbe benissimo non esistere. E più lo interroghiamo, più scopriamo le cause, relazioni effetti, algoritmi, armonie. Tutte proprietà inspiegabili con la materia sola, dalla quale tutto sarebbe scaturito, secondo Boncinelli.

Fonte: Il Timone, dicembre 2015

8 - TORNA A BRUXELLES LA FIERA DELL'UTERO IN AFFITTO
Per sapere tutto sulla compravendita di bambini a partire da 100 mila dollari, aperto a tutti (coppie gay, lesbo ed etero) e con una vasta gamma di madri surrogate
Autore: Leone Grotti - Fonte: Tempi, 22/01/2016

Vi abbiamo già raccontato della grande Expo sulla compravendita dei bambini che si è svolta l'anno scorso a Bruxelles, organizzata da Men Having Babies per coppie gay che vogliono avere figli attraverso la pratica dell'utero in affitto. Visto il grande successo, appena otto mesi dopo si replica e a gennaio, sempre nella capitale belga e a seguire in quella francese, una nuova fiera è stata organizzata da Baby Bloom.

MESSAGGI SU FACEBOOK
A causa dello scandalo sollevato l'anno scorso, quest'anno la filiale inglese di una clinica basata a Las Vegas ("The Fertility Center") ha cercato di non fare troppa pubblicità, scrivendo sulla pagina Facebook Baby Bloom Homoparentalité: «Utero in affitto o fecondazione assistita a volte sono l'unico modo per diventare genitori. Ci si può prenotare per gli incontri informativi a Bruxelles e Parigi tramite messaggio privato, sperando di potervi aiutare a realizzare il vostro sogno». Dopo che i giornali belgi hanno cominciato a scrivere articoli, come questo del La Libre, la pagina non è più accessibile.
L'obiettivo è «aiutare a informare le coppie che cercano di creare una famiglia». Come? Mettendo a disposizione dei futuri genitori cataloghi da cui «selezionare la madre surrogata perfetta per voi» tra «una vasta gamma di candidate immediatamente disponibili». L'azienda assicura «procedure più rapide» del solito e «una garanzia di successo del 100% grazie a tecniche rivoluzionarie».

ALMENO 100 MILA DOLLARI
Baby Bloom promette anche un «controllo totale del vostro budget», perché i bambini non si comprano per niente. Le tariffe, tutto incluso, vanno dai 100 mila ai 150 mila dollari. Il costo è alto ma «baby Bloom vi seguirà dal momento in cui decidete di diventare genitori fino a quando stringerete il vostro bebè tra le braccia per la prima volta».
La fiera non è dedicata sia alle coppie gay maschili sia alle coppie lesbiche. Le donne potranno infatti «determinare con esattezza» i criteri del donatore di sperma: colore degli occhi, livello di intelligenza, aspetto fisico, personalità. Niente viene lasciato al caso. Ma non bisogna pensare che sia solo un affare di soldi, una sporca compravendita. Come si legge su un'altra pagina Facebook di Baby Bloom: «Ci sono cose che non si possono comprare con i soldi. Come la felicità che proviamo ogni volta che un trasferimento di embrione ha successo». Romantici.

Fonte: Tempi, 22/01/2016

9 - OMELIA V DOMENICA T.ORD. - ANNO C (Lc 5,1-11)
Non temere... D'ora in poi sarai pescatore di uomini
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 7 febbraio 2016)

Le letture di questa domenica ci fanno meditare sul dono delle vocazioni. Che cos'è la vocazione? Si può dire che è una chiamata particolare a seguire Gesù più da vicino nella vita religiosa o sacerdotale. Il Signore sceglie delle creature e dona loro la grazia più grande dopo quella del santo Battesimo. La vita consacrata è, infatti, un anticipo già su questa terra della vita angelica che si condurrà un giorno in Paradiso. Nella prima lettura abbiamo ascoltato il racconto della vocazione del profeta Isaia. La risposta del Profeta è stata pronta e generosa: «Eccomi, manda me!» (Is 6,8). E nel Vangelo abbiamo sentito come Gesù chiamò i suoi primi Discepoli e come loro, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Gesù inoltre dice a Pietro: «D'ora in poi sarai pescatore di uomini» (Lc 5,10), ovvero collaboratore di Dio nella salvezza dei fratelli.
Certamente il Signore chiama molti giovani alla vita consacrata o sacerdotale, dal momento che immensi sono i bisogni delle anime da salvare in ogni angolo della terra. Purtroppo sono sempre troppo pochi quelli che rispondono generosamente lasciando tutto per seguire il Signore. In proposito si racconta un episodio della vita di san Francesco Saverio.
Una volta questo Santo, dopo aver predicato ai giapponesi sull'immenso amore di Dio nel donarci il suo Unigenito Figlio, sentì farsi questa grave obiezione: «Come mai Iddio, se è così buono come tu dici, ha aspettato tanto a farci conoscere i misteri del Cristianesimo?». A questa domanda, san Francesco Saverio si rattristò, poi si fece coraggio e rispose: «Volete saperlo?... Ecco: Dio aveva incaricato molti cristiani di venire ad annunziarvi il Vangelo; ma molti di essi non hanno voluto obbedire...».
San Francesco Saverio fece un appello ai giovani che perdevano il loro tempo più bello in cose inutili: «Come vorrei... far conoscere a tanti uomini, più ricchi di scienza che di amore, il grande numero di anime che, per loro negligenza, sono prive della grazia e forse vanno all'inferno. Sono milioni di infedeli che forse si farebbero cristiani, se ci fossero missionari».
Il missionario è veramente un pescatore di uomini, che non bada a sacrifici pur di guadagnare anime a Gesù Cristo. La vocazione missionaria è una vocazione eroica; santa Teresina del Bambin Gesù, paragonava il missionario al martire che perde la sua vita per amor di Dio. Dio chiama, chiama molti giovani. San Giovanni Bosco, in base alla sua esperienza di educatore della gioventù, diceva che un giovane su tre ha il dono della vocazione. Pensiamo a quante chiamate e a quante poche risposte...
Bisogna pregare molto per ottenere il dono di numerose e sante vocazioni. Questo è il dono più grande, più necessario alla Chiesa e al mondo intero. A nulla varrebbero le più grandi opere se mancassero gli operai della messe. Diceva san Giovanni Maria Vianney: «Lasciate un paese per vent'anni senza sacerdote e gli uomini vi adoreranno le bestie». Pensiamo a quanti paesi sono senza sacerdote, a quante anime sono senza pastore. Bisogna molto pregare per implorare un dono così grande! Nella vita di mons. Ketteler, vescovo di Magonza in Germania, si legge un episodio molto bello, che ci fa capire quanto valga la preghiera umile e nascosta.
Celebrando la Santa Messa in un monastero, mons. Ketteler rimase stranamente colpito, nel distribuire la Santa Comunione, alla vista di una suora. Quel volto lo aveva già visto in un'altra occasione. Finita la Messa espresse il desiderio di parlare alla Comunità: tutte le religiose si radunarono, ma il Vescovo non vi trovò quella che tanto l'aveva impressionato. Chiese se tutte fossero presenti e seppe che mancava una suora, che era già al lavoro. Venne chiamata e interrogata su quello che faceva, su quelle che erano le sue preghiere nel corso della giornata. Ella rispose che fin da bambina pregava molto il Sacro Cuore di Gesù e che di notte dedicava un'ora di preghiera per la conversione di quei giovani intelligenti, chiamati al sacerdozio, ma che trascurano la loro vocazione. Ancora più impressionato il Vescovo disse alla Superiora: «Io debbo la mia conversione da una vita frivola a questa suora. Una notte, nella foga della danza, vidi improvvisamente davanti a me un volto che mi fissava intensamente. Ne rimasi sbalordito, meditai su quella strana apparizione, compresi la leggerezza del mio operare e cambiai vita, entrando in Seminario. Oggi, nel distribuire la Comunione, ho riconosciuto quel volto, apparsomi nella notte».
Ogni vocazione è un miracolo e solo la preghiera lo può ottenere.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 7 febbraio 2016)

10 - OMELIA MERCOLEDì DELLE CENERI - ANNO C (Mt 6, 1-6.16-18)
Ritornate a me con tutto il cuore
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 10 febbraio 2016)

È iniziata la Quaresima. Questo tempo che dura quaranta giorni è il "tempo favorevole" per la nostra conversione, per prepararci nel modo migliore alla celebrazione della Pasqua. Le letture ci offrono diversi spunti di meditazione. La prima lettura ci invita a una profonda conversione. Il signore così ci dice per bocca del profeta Gioele: "Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso" (Gl 2, 12-13). Dobbiamo convertirci e dobbiamo pregare per la conversione dei nostri fratelli. Infatti, poco più avanti, il Profeta così scrive: "Tra il vestibolo e l'altare piangono i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano: "Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al ludibrio e alla decisione delle genti"" (Gl 2,17).
Tutti noi, certamente, abbiamo bisogno di conversione, ma non possiamo disinteressarci di tanti nostri fratelli e sorelle che vivono come se Dio non esistesse e vanno verso la loro perdizione. Per loro dobbiamo innalzare continuamente le nostre preghiere, come i sacerdoti di cui parla Gioele, e implorare per tutti misericordia.
Cogliamo l'invito di San Paolo apostolo che così ci dice: "Lasciatevi riconciliare con Dio" (2Cor 5,20). Ci riconcilieremo con Dio ogni volta che ci accosteremo al sacramento al sacramento della Confessione che è l'incontro tra la Misericordia di Dio e l'umiltà dell'uomo pentito. Prepariamoci con cura a questo incontro, con un buon esame di coscienza, con vivo dolore, fermo proposito tra la Misericordia di Dio e l'umiltà dell'uomo pentito. Prepariamoci con cura a questo incontro, con un buon esame di coscienza, con vivo dolore, fermo proposito e una accusa sincera di tutti i nostri peccati.
Infine il Vangelo ci dà tre preziosi insegnamenti.
Il primo riguarda la preghiera, una preghiera fatta con il cuore, una preghiera che deve diventare un dialogo d'amore con Dio. Gesù, infatti, dice: "Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che è nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,6).
Il secondo insegnamento si riferisce all'elemosina, ovvero alla carità fraterna che riveste tante forme diverse. Gesù ci insegna a praticare queste opere di misericordia non per essere lodati dagli uomini, ma unicamente per fare del bene. Riguardo a quelli che fanno del bene per essere approvati dagli altri, Gesù dice: "Hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra" (Mt 6,2-3).
Il terzo insegnamento è quello del digiuno. Il digiuno è una forma di penitenza che in questa Quaresima non dovrà mancare. Digiunare significa togliere qualcosa dalla nostra tavola per darla a che non ne ha. In senso ampio significa rendere più sobria la nostra vita, eliminando sprechi e spese inutili, per favorire la preghiera e la carità fraterna. Se la nostra preghiera sarà accompagnata dall'elemosina e dal digiuno, diverrà molto potente presso il Cuore di Gesù e ci otterrà tutto ciò di cui abbiamo bisogno, noi e i nostri cari.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 10 febbraio 2016)

Stampa ArticoloStampa


BastaBugie è una selezione di articoli per difendersi dalle bugie della cultura dominante: televisioni, giornali, internet, scuola, ecc. Non dipendiamo da partiti politici, né da lobby di potere. Soltanto vogliamo pensare con la nostra testa, senza paraocchi e senza pregiudizi! I titoli di tutti gli articoli sono redazionali, cioè ideati dalla redazione di BastaBugie per rendere più semplice e immediata la comprensione dell'argomento trattato. Possono essere copiati, ma è necessario citare BastaBugie come fonte. Il materiale che si trova in questo sito è pubblicato senza fini di lucro e a solo scopo di studio, commento didattico e ricerca. Eventuali violazioni di copyright segnalate dagli aventi diritto saranno celermente rimosse.