BastaBugie n�440 del 10 febbraio 2016

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1 IL VIRUS ZIKA CAUSA MALFORMAZIONI NEL FETO PER CUI L'UNICA SOLUZIONE E' L'ABORTO, PAROLA DI OMS E ONU... MA E' UNA CLAMOROSA MENZOGNA!
La strategia degli abortisti è sempre la stessa: lanciare un allarme per creare uno stato di paura che poi giustifica misure drastiche (come con la nube tossica di Seveso nel 1976)
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 BASTA DISCRIMINAZIONI! PERCHE' NOI CICLISTI NON POSSIAMO ANDARE IN AUTOSTRADA?
Si parla tanto di diritti per tutti... e allora dopo l'omofobia vogliamo che si facciano leggi per eliminare la ciclofobia (VIDEO: luoghi comuni sulle unioni INcivili)
Fonte: Notizie Provita
3 DESIDERATE TANTO UN FIGLIO, MA NON ARRIVA? STATE PENSANDO ALL'ADOZIONE? NON E' IL MOMENTO GIUSTO!
Aprite invece la porta di casa e imparate ad accogliere chi ha bisogno, solo così forse sarete pronti per adottare un bambino
Autore: Sangeetha Bonaiti - Fonte: Tempi
4 SEI SEMPLICI CONSIDERAZIONI SUL FAMILY DAY
Il Circo Massimo doveva essere pieno e pieno è stato: ecco cosa terrorizza il mondo politico, ma anche quello ecclesiastico più attento all'8 x mille che al Vangelo (VIDEO: unioni INcivili)
Autore: Renzo Puccetti - Fonte: Sito del Timone
5 ECCO PERCHE' D'ORA IN POI PORTERO' AL COLLO UN CROCIFISSO BEN VISIBILE
Per ricordare i cristiani perseguitati, per denunciare la pericolosa deriva del laicismo totalitario, per meditare il significato del crocifisso, per non vergognarmi della mia fede
Autore: Gianfranco Amato - Fonte: Sito ufficiale di Gianfranco Amato
6 LA DITTATURA GAY APPLICA IL ''METODO BARILLA'' ANCHE IN PEDIATRIA
Il presidente della Società Italiana di Pediatria dichiara che un bambino cresciuto senza madre e padre può subire ricadute negative... ma poi, sotto ricatto, fa marcia indietro
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 LA VIA CRUCIS SECONDO COSTANZA MIRIANO
E' in tutte le librerie ciò che l'autrice non pensava di scrivere: Via Crucis, dall'epifania della violenza all'epifania dell'amore
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
8 IL FEMMINISMO HA TOLTO LA DONNA DALLA DONNA
Nel Medioevo non ci si preoccupava della parità dei sessi eppure le donne potevano arrivare a livelli di grande potere e di alta responsabilità (per il loro valore, non per le quote rosa)
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana
9 OMELIA I DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C (Lc 4,1-13)
Il Signore, Dio tuo, adorerai
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - IL VIRUS ZIKA CAUSA MALFORMAZIONI NEL FETO PER CUI L'UNICA SOLUZIONE E' L'ABORTO, PAROLA DI OMS E ONU... MA E' UNA CLAMOROSA MENZOGNA!
La strategia degli abortisti è sempre la stessa: lanciare un allarme per creare uno stato di paura che poi giustifica misure drastiche (come con la nube tossica di Seveso nel 1976)
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 05/02/2016

É il virus del momento. Quest'anno niente presunte aviarie o suine, e nemmeno il flagello autentico di Ebola, per ora circoscritto e neutralizzato. É Zika, il virus venuto dal Brasile. Non proprio da Rio, come dicono i mass media, ma dalle zone tropicali, quelle dove vive la zanzara del genere Aedes, che trasmette la malattia. La stessa modalità di trasmissione di malattie che fanno ogni anno centinaia di migliaia di morti - come la malaria o la febbre gialla - senza che questo sconvolga l'opinione pubblica dell'Occidente.

PER ZIKA È DIVERSO
il Brasile è il Brasile, terra di vacanza e divertimento, e la prossima estate ci sono anche le Olimpiadi. Quindi: bisogna fare qualcosa. L'immancabile Obama si è già ha alzato subito la voce per chiedere ricerche veloci ed efficaci nella diagnosi e nella cura, e magari pure un vaccino. A questo punto è doveroso chiedersi di che stiamo parlando. Perché improvvisamente si parla tanto di Zika? Cominciamo a dire che cosa provoca: praticamente uno stato patologico simil-influenzale. Febbre, dolori muscolari e articolari, congiuntivite, spossatezza. Passa in una settimana senza lasciare strascichi. A oggi non si è verificato nessun caso di decesso. Evidentemente l'influenza, cui come si diceva assomiglia moltissimo nella sintomatologia, è decisamente più pericolosa.
Quindi perché tanto allarmismo? Perché Zika può tornare molto utile alle lobby abortiste che cercano di introdurre una normativa permissiva sull'aborto nel grande Paese sudamericano. Ci sono, infatti, delle ipotesi, lanciate da alcuni ricercatori, e rilanciate anche da «avvocati e attivisti politici», come dice la britannica Bbc, che sostengono che si sta registrando negli ultimi anni un significativo aumento delle microcefalie nei nuovi nati. La microcefalia è un difetto congenito dello sviluppo embrionale, che può portare a morte il bambino, in una minoranza di casi, oppure a deficit neurologici e cognitivi. Per usare il linguaggio crudo con cui si sta cercando di spaventare le donne brasiliane, il bambino potrebbe essere un "ritardato mentale".

ALLARME AMPLIFICATO DALL'ONU
Ora, l'allarme partito da alcuni ricercatori brasiliani, sta venendo amplificato dall'Organizzazione Mondiale della Salute, un organismo sempre più discusso e sempre meno autorevole, spesso per gli ingiustificati allarmismi divulgati negli ultimi anni, in particolare sulle presunte pandemie, che hanno portato all'apertura di inchieste per verificare anche eventuali interessi economici in queste operazioni. A seguito dell'Oms si è immediatamente accodata la International Planned Parent Federation, Ippf, una ben nota organizzazione impegnata nella diffusione di mezzi di controllo delle nascite, tra cui l'aborto.
Questo organismo, così come altri ambienti politici e culturali che da anni cercano di introdurre nella legislazione brasiliana il presunto "diritto" ad abortire, stanno utilizzando l'allarme Zika per ottenere una sorta di "legislazione d'urgenza" per l'epidemia. Un grimaldello per far saltare il divieto all'aborto. Fu la stessa tattica usata a suo tempo in Italia.

IL PRECEDENTE: LA NUBE TOSSICA A SEVESO
Nel 1976 la nube tossica provocata da un incidente all'azienda Icmesa, nel cuore della Brianza, fece gridare all'allarme per i "mostri" che sarebbero nati, e venne chiesta una liberalizzazione ad hoc dell'aborto. Due anni dopo la legge 194 trasformava "l'emergenza" in istituzione. E i mostri? Non ne nacquero, ma ormai il danno era fatto. [A Seveso, per la paura di partorire mostri a causa della nube tossica, abortirono decine di donne... ma i bambini abortiti erano tutti sanissimi, N.d.BB]
La "teratogenesi", ossia la nascita di bambini con malformazioni, è un'arma tattica per creare paura e allarmismo che non fallisce mai. Come si fa a far nascere una creatura "infelice"? Meglio l'aborto pietoso, no? Eppure, come l'opinione pubblica purtroppo non sa, i difetti alla nascita sono presenti nel 3-5% di tutte le nuove nascite. Essi sono la principale causa di mortalità infantile negli Usa. Ora, quali sono i numeri di Zika? I casi di infettati, nel corso dell'ultimo anno, sono stati pari allo 0,04% della popolazione. I casi di microcefalia segnalati sempre in Brasile, sono pari allo 0,005 % dei nati. Si può dire che le malformazioni congenite in Brasile sono decisamente inferiori agli Stati Uniti. Forse Obama dovrebbe preoccuparsi di più di quelle che sono le più comuni e accertate cause di malformazioni: il consumo di alcool, il fumo, l'uso di droghe, anche leggere, di farmaci, l'esposizione ambientale a determinati agenti chimici, tra cui vari tipi di idrocarburi, o radiazioni ionizzanti. Ce n'è di tutti i tipi. E se fosse più teratogeno un diserbante, un eccesso di uso di smartphone, o una canna piuttosto che Zika?

UN CONDIZIONALE TRUFFALDINO
C'è da sottolineare un ulteriore aspetto: gli stessi ricercatori che hanno lanciato l'allarme-malformazioni causate da Zika, hanno usato un condizionale d'obbligo. La loro ipotesi deriva dall'osservazione che nelle aree in cui si sono avute più nascite con microcefalia si era avuto anche un riscontro di casi di Zika. Ma un nesso di questo tipo può essere anche casuale, come insegna la Statistica, e si devono trovare delle serie prove biologiche che esista una correlazione tra Zika e teratogenesi. Ma i fautori dell'aborto non sono interessati ad un serio lavoro scientifico, e magari una ricerca finalizzata all'eliminazione della malattia, o della sua causa, la zanzara. Meglio creare le condizioni di terrore psicologico adatte per imporre anche in Brasile la cultura eugenetica e abortista.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 05/02/2016

2 - BASTA DISCRIMINAZIONI! PERCHE' NOI CICLISTI NON POSSIAMO ANDARE IN AUTOSTRADA?
Si parla tanto di diritti per tutti... e allora dopo l'omofobia vogliamo che si facciano leggi per eliminare la ciclofobia (VIDEO: luoghi comuni sulle unioni INcivili)
Fonte Notizie Provita, 01/02/2016

Abbiamo parlato spesso della cosiddetta "omofobia", andando a confutare i luoghi comuni. [...] Vi proponiamo oggi la lettura di questo simpatico dialogo tra un Ciclista e un Uomo comune. Il testo, giunto in Redazione e del quale non ci è noto l'Autore, rivela in maniera emblematica come spesso - soprattutto quando si parla di "omofobia", dei "diritti per tutti", delle vere o presunte discriminazioni e via discorrendo - si rischi di perdere di vista il buon senso. Buona (divertente) lettura!
Ciclista: è arrivato il momento di fare una legge che dia diritti a tutti quelli che hanno una bicicletta di poter andare in autostrada
Uomo comune: ma l'autostrada veramente è fatta solo per i veicoli a motore...
E chi l'ha detto? Chi è lei, signor Uomo comune, per dirmi che non posso andare in autostrada con la bicicletta?
Con la bici può fare altre cose, ci sono le piste ciclabili, i parchi, o anche le strade normali, ma in autostrada non si può andare con la bicicletta...
Ma questa è discriminazione! Perché mi vuole negare il diritto di andare in autostrada con la bici? Si rende conto che questa è ciclofobia!
Ma no, a me la bici piace pure, ma alcune cose non può farle, ha dei limiti...
Limiti? Mi scusi, signor Uomo comune, ma lei è un tantino retrogrado! Siamo nel 2016, c'è gente che con la bici ha fatto il giro del mondo e lei mi vuole dire che non posso entrare in autostrada con la bici?
Gliel'ho detto, signor Ciclista, per l'autostrada serve il motore... l'autostrada ha una funzione ben precisa, rendere più veloci gli spostamenti...
Si vede che lei è proprio ignorante, Uomo comune. Non ha letto che in determinate circostanze il mezzo più veloce per spostarsi è la bicicletta. Ci sono studi che lo provano! Lo dicono gli esperti
Si, ma comunque in autostrada possono andare solo veicoli a motore, sulle grandi distanze serve il motore, ci sono cose che la bici non è in grado di fare...
Ma invece di voler limitare il mio diritto ad andare in autostrada, perché non pensate a tutti quelli che guidano senza cintura? O a quelli che guidano ubriachi? Ma lei si rende conto? State qui a discriminare noi poveri ciclisti, invece di risolvere il problema dell'inquinamento!
Sì scusi, ma questo cosa c'entra... le biciclette non possono andare in autostrada, anche per motivi di sicurezza, sia dei ciclisti, che degli altri automobilisti...
Ah! Proprio voi parlate di sicurezza! Con tutti gli incidenti che ogni anno avvengono sulle autostrade! E certo non per colpa delle biciclette! Lo sa che quelli che vanno in bicicletta hanno il tasso di mortalità più basso? Non ha letto gli studi scientifici in merito? La bicicletta è il mezzo più sicuro!
Si, sicuramente si muore meno in bicicletta che su un'automobile, ma rimane il fatto che i ciclisti non possono entrare in autostrada...
Ma lei lo sa che in paesi come l'Olanda e l'Inghilterra, i ciclisti vanno già in autostrada? Sono esperienze bellissime, di vera comunione! Vedesse che condivisione e che affetto! Sono tutti felici!
Ma veramente, ho sentito molte voci contrarie e anche che si sono verificate diverse cadute. Tanta gente ha subito incidenti e ferite. Forse dovremmo riflettere su questo.
Ma che dice? Avrà letto qualche articolo fazioso, su quelle riviste per soli automobilisti! Sono solo degli oscurantisti! E comunque abbiamo già preparato un progetto di legge, che farà dell'Italia un paese civile. E finalmente tutti i ciclisti italiani potranno godere degli stessi diritti degli automobilisti. Basta discriminazioni!
Ma veramente...
Siamo gli ultimi in Europa su questi temi. Finiamola! Presto il nostro sogno di viaggiare in autostrada sarà legge. E nessuno potrà più impedirci di varcare allegramente i caselli autostradali.
Ma lei si rende conto del caos che questa legge potrebbe provocare?
Ma quale caos! Noi non vogliamo togliere diritti a nessuno. Siete voi che volete impedire ai ciclisti di essere come tutti gli altri. E' un fatto di dignità! Perché volete impedire che il ciclista possa beneficiare degli stessi diritti di chi va in macchina?
Perché la bicicletta e la macchina sono diverse. Distinguere, non è discriminare. Anzi trattare in modo uguale situazioni disuguali, questa sì che sarebbe ingiustizia.
Ingiustizia? Lei parla di ingiustizia? Ma lo sa quanti ciclisti ogni giorno vengono derisi e insultati per le strade? E devono respirare i fumi delle automobili? Lo sa quanto è umiliante vedere ogni giorno le macchine che ti passano accanto e non ti danno la precedenza? Sa quanti casi di ciclofobia ci sono ogni anno in Italia? Studi e si informi, prima di parlare di ingiustizia!
Ma scusi, signor Ciclista, si può ancora dire che una bicicletta è diversa da un'automobile? Non in dignità, certo. Però svolgono funzioni diverse. Hanno uno scopo assolutamente differente.
Guardi, Uomo comune, io mi meraviglio del suo razzismo! I suoi argomenti sono medievali! Le bici andranno in autostrada! E' un mio diritto di ciclista andare in autostrada! Fatevene una ragione! Questo è il vero progresso. Nessuno riuscirà a impedirci di combattere contro l'oppressione dei ciclisti!
Ma voi non state combattendo contro l'oppressione, state combattendo contro la realtà.
Vedo che è inutile parlare con lei, si vede che odia i ciclisti. La lascio alle sue convinzioni superstiziose. Continui a credere che l'autostrada sia un diritto esclusivo delle macchine. Noi non ci fermeremo. L'autostrada è un diritto di tutti.
BIKE = CAR! STOP CICLOFOBIA!


Nota di BastaBugie: ecco un interessante e chiaro video che sfata i luoghi comuni e gli errori sulle unioni (in)civili in meno di 5 minuti


https://www.youtube.com/watch?v=TGCt1TbJNiw

Nell'ironico articolo sulle discrminazioni per i ciclisti l'Uomo comune ha concluso i suoi discorsi dicendo "Ma voi non state combattendo contro l'oppressione, state combattendo contro la realtà". E' la stessa conclusione di un episodio di un film che, allo stesso modo di questo articolo, ironizzava sulla pretesa dell'ideologia gay di far passare per normale ciò che non può e non potrà mai essere.
Nel film gli adepti del Fronte Popolare di Giudea confabulano azioni terroristiche contro i nemici di sempre: i romani. Un uomo vuole che la battaglia dei gay di avere figli venga condivisa dagli amici di quel fronte. Ecco allora che uno degli esponenti più saggi del gruppo si domanda se quella non sia una sterile "battaglia contro la realtà". Essere "contro la realtà" è infatti la prerogativa di ogni ideologia. Ieri comunismo e nazionalsocialismo, oggi animalismo, ambientalismo, movimento gay...
Ecco dunque qui sotto il link all'esilarante, ma serissimo video:
LA BATTAGLIA CONTRO LA REALTA'
Commento al video che ridicolizza chi vuol dare i figli ai gay
di Giano Colli
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2887

Fonte: Notizie Provita, 01/02/2016

3 - DESIDERATE TANTO UN FIGLIO, MA NON ARRIVA? STATE PENSANDO ALL'ADOZIONE? NON E' IL MOMENTO GIUSTO!
Aprite invece la porta di casa e imparate ad accogliere chi ha bisogno, solo così forse sarete pronti per adottare un bambino
Autore: Sangeetha Bonaiti - Fonte: Tempi, 04/02/2016

C'era una volta, 31 anni fa circa, una donna curva sul suo dolore. Quel dolore inspiegabile che prova solo chi sente che il figlio che porta in grembo sta per nascere! Quella donna era mia madre... mi fece nascere in ospedale e poi morì. In India in quegli anni si moriva ancora per il parto. C'era una volta, circa un anno e mezzo dopo, una donna italiana alla quale una telefonata dall'India scombussolò la vita. Quella era mia mamma, la mia meravigliosa e unica mamma.
C'era una volta, dopo circa trent'anni, una donna, una madre di tre bambini meravigliosi! Tutti avevano soggiornato per nove mesi ciascuno nel suo grembo. E lì dentro era avvenuto il miracolo. E poi anche lei aveva provato quel dolore di chi sa che quei figli custoditi e curati dentro di lei sarebbero nati di lì a poco! C'è ora una donna, moglie e madre che pensa ancora a come sarebbe stato incontrare e conoscere la sua madre indiana. Quella donna che l'ha portata in grembo e l'ha data alla luce. A lei sarò grata per sempre.

NON È IL MOMENTO GIUSTO PER VOI
E poi c'è sua mamma adottiva. La vita a quella grande donna ha chiesto pazienza e fede. Si sposa. Desiderano dei figli e dopo 6 anni i figli ancora non arrivano. Niente! Nisba! Nada! Dolore, frustrazione, solitudine. Ma una luce, un amico comune che li sostiene e propone loro un cammino. "Non si adotta un figlio per una mancanza che vivete, ma per una sovrabbondanza". "Non è il momento giusto per voi! Aprite la porta di casa e imparate ad accogliere chi ha bisogno". I due, tristi ma fiduciosi nell'amico, si coinvolgono nella vita che c'è intorno a loro, aiutano ragazzi a studiare, ospitano persone che hanno parenti ricoverati in ospedale in casa loro. Aprono il cuore. Non sono più ripiegati sul loro dolore, ma vivono e sperimentano che esiste un modo di essere madre e padre di tutti quelli che incontrano. Finché tornano dal loro amico, raccontano quel che hanno vissuto e lui dice loro che sono pronti per adottare un bimbo!
E ora la donna che sta scrivendo e quella bimba che è in lei pensa a quante volte (da quando ne ha coscienza) ha chiesto al Cielo perché mai sia stata lasciata sola, in quell'ospedale, quando è nata... E chissà che bella che era sua madre e chissà cosa le piaceva fare. E chissà cosa ha provato quando quella bimba scalciava nella sua pancia. Perché quella sensazione che quando sei nata, per sfortunate circostanze, non sei potuta stare tra le braccia di tua madre, e tuo padre ha scelto di lasciarti nelle mani delle ostetriche (forse per salvarti la vita!), nessuno e dico nessuno può toglierla di dosso. Rimane, anche se sembra che è superata lei torna, quando meno te lo aspetti, torna a farti compagnia. E neanche l'amore di una mamma ed un papà adottivi meravigliosi possono colmare quel piccolo, fragile senso di abbandono che hai dentro.

NON È UN GIOCO
L'adozione non è un gioco a chi salva un bimbo povero! È roba seria. La figlia adottiva che è in me si chiede: ma se per me la mia storia così com'è andata è una ferita, per quei bimbi che vengono da madri che hanno prestato il loro grembo per crescerli, e poi li hanno dovuti lasciare nelle braccia di altri genitori (sulla cui capacità di amare o sul cui orientamento sessuale non voglio esprimere giudizi ora), che roba potrebbe essere? Perché cari genitori adottivi o quasi, si può non dire la verità ad un figlio adottato, poi se magari è del tuo stesso colore di pelle te la cavi perché ti assomiglia pure, ma in quel figlio ci sarà sempre e dico sempre qualcosa di strano. Un piccolo tarlo, un tassello che non combacerà mai... e quella ferita tornerà a galla.
La ferita di non poter essere stato anche solo per cinque minuti in braccio alla donna che ti ha tenuto nel grembo e non aver potuto sentire vicino a te quel battito del suo cuore che ha scandito il tempo per nove mesi. Lo chiamano utero in affitto perché forse madre in affitto faceva brutto o forse perché vogliono creare una certa surreale distanza tra madre e figlio. Ovviamente a parole, perché nella realtà dei fatti questo legame determinerà per sempre la vita e la storia di ognuno di noi!

Fonte: Tempi, 04/02/2016

4 - SEI SEMPLICI CONSIDERAZIONI SUL FAMILY DAY
Il Circo Massimo doveva essere pieno e pieno è stato: ecco cosa terrorizza il mondo politico, ma anche quello ecclesiastico più attento all'8 x mille che al Vangelo (VIDEO: unioni INcivili)
Autore: Renzo Puccetti - Fonte: Sito del Timone, 01/02/2016

Quelle che seguono sono alcune considerazioni a caldo sul Family Day del 30 gennaio.

NUMERO UNO: PIENO DOVEVA ESSERE E PIENO È STATO
Circo Massimo pieno doveva essere e circo Massimo pieno è stato, il resto sono chiacchiere. Lo faccia il PD del magnifico Renzi un raduno al circo massimo di queste proporzioni senza pagare i pullman, lo facciano le associazioni LGBT senza concerti gratis delle stars del gay system, lo faccia la Camusso senza pagare il primo e il secondo.

NUMERO DUE: CRISTIANI ATTIVI, SENZA BISOGNO DI ATTENDERE LA GERARCHIA
Volevano i cattolici adulti? E cattolici adulti hanno avuto. Ormai il popolo cattolico non ha più bisogno di attendere che sia la gerarchia ecclesiastica ad attivarsi. Questa è la grande differenza tra il Family Day 2007 e i due Family Day 2015 e 2016. Si tratta di un dato che terrorizza le gerarchie più attente all'otto per mille che al Vangelo. Hanno provato a soffocare a giugno e non ci sono riusciti, allora in questa occasione hanno provato ad annacquare e hanno nuovamente fallito.

NUMERO TRE: LINGUAGGIO CHIARO COME VUOLE GESÙ (SÌ SÌ, NO NO)
Viva i "No". Il riflesso pavloviano dei vescovi inciucioni comanda loro un linguaggio ovattato, loro sono "per", mai "contro". Sono per la vita, non sono contro l'aborto, dunque vogliono foto di bambini, ma guai alle foto dei feti abortiti. Sono per la famiglia, non sono contro lo pseudo-matrimonio gay. Sono sempre per le scelte condivise ed aborrono gli strappi. La prima pagina di Avvenire del dopo Family Day è in questo senso un archetipo. Il versetto 37 al capitolo 5 di Matteo lo hanno sbianchettato nell'ultima parte. Anche per questo dunque avrebbero voluto controllare il Family Day con un bel discorsetto sulla bellezza della famiglia, ma senza che nessuno parlasse male della Cirinnà, come se la gente accorsa da tutta Italia con grandi sacrifici e figli al seguito avesse bisogno di un pistolotto soporifero sulla gioia che sperimentano concretamente in famiglia pur nella fatica di tutti i giorni. Votati a tramare, hanno il terrore delle manifestazioni che non controllano e buttano all'aria i loro affari. Ma nonostante tutti i loro sforzi e le pressioni, anche su questo al Circo Massimo hanno sbattuto, non solo il No alla Cirinnà, ma il No a Renzi è stato netto è chiaro.

NUMERO QUATTRO: I SOLITI VOMITEVOLI DEMO-CRISTIANI
Il giochino politico di NCD il popolo del Family Day non se l'è bevuto. L'unica azione davvero seria sarebbe stata dire a Renzi: "senti, bello mio, o ritiri il ddl Cirinnà, o il governo lo fai con Verdini e Grillo". Ma Alfano ha il deretano attaccato alla poltrona con la fiamma ossidrica, terrorizzato dal suo destino politico preconizzato dai sondaggi. Immagina che la gente possa abboccare credendo nella sua falsa opposizione pagata in anticipo da Renzi con una serie di poltrone? Il ministro dell'interno ha lanciato l'amo della promessa referendaria, ma pensa davvero che un gruppo che ha mobilitato in due settimane un popolo come quello del circo massimo abbia bisogno dei numeri da prefisso telefonico dell'NCD?

NUMERO CINQUE: MOVIMENTI IN CAMPO, MA SENZA I CAPI
Al Family day 2015 pochi vescovi avevano aderito, poche anche le associazioni, ma la discesa di Kiko e il Cammino ha sbaragliato le sorti come il ritorno del re nella nella saga di Tolkien. Diciamolo francamente gli altri leaders non hanno fatto una bella figura. Questa volta i vescovi sono stati molto più numerosi ed uno di loro ha persino abbandonato il consueto distacco partecipando in prima persona. Alcune associazioni hanno sentito la pressione della base e l'hanno fatta defluire in sostegno orante alla manifestazione. Il gruppo dirigente di CL appare ormai organico al cerchio magico di Renzi e dunque il popolo del Gius fa da sé. Ma le dirigenze associazionistiche devono stare attente, perché un generale che non scende in battaglia ad aiutare gli alleati, è visto come un codardo anche dai propri uomini.

NUMERO SEI: #RENZICIRICORDEREMO
Le prospettive sulla Cirinnà sono aperte. #Renziciricorderemo dà il senso dell'impegno futuro. Portare il popolo della famiglia a contrastare la megalomania di Renzi e il giacobinismo pentastellato in una grande alleanza che faccia risorgere il paese. Non sempre i leaders scendono dall'alto, talora emergono durante la battaglia. Sono uomini e donne normali, a cui un popolo cinge i fianchi per portarli dove non vogliono.

Nota di BastaBugie: qui sotto il video imperdibile che spiega in tre minuti come mai il popolo del Family Day è contrario alle unioni (in)civili


https://www.youtube.com/watch?v=wQincQXCH60

Fonte: Sito del Timone, 01/02/2016

5 - ECCO PERCHE' D'ORA IN POI PORTERO' AL COLLO UN CROCIFISSO BEN VISIBILE
Per ricordare i cristiani perseguitati, per denunciare la pericolosa deriva del laicismo totalitario, per meditare il significato del crocifisso, per non vergognarmi della mia fede
Autore: Gianfranco Amato - Fonte: Sito ufficiale di Gianfranco Amato, 14/01/2016

Ho deciso che d'ora in poi porterò al collo un crocifisso ben visibile. Cinque le ragioni di questa scelta.

1) PER RICORDARE I 100 MILIONI DI CRISTIANI PERSEGUITATI NEL MONDO
Porterò il crocifisso per ricordare a tutti, e in primis a me stesso, il vergognoso silenzio sui più di cento milioni di cristiani perseguitati nel mondo. Sono cifre da genocidio. Uso non a caso il termine vergogna. Lo scorso 26 dicembre 2015, infatti, nella solennità di Santo Stefano, primo martire della Chiesa, Papa Francesco ha invitato a pregare «per i cristiani che sono perseguitati, spesso con il silenzio vergognoso di tanti». Non è la prima volta che il Santo Padre interviene sul tema. Durante una sua omelia tenuta a Santa Marta il 7 settembre 2015, ad esempio, è tornato a parlare delle persecuzioni che subiscono i cristiani, ancora oggi «forse più che nei primi tempi», ricordando che sono «perseguitati, uccisi, cacciati via, spogliati solo per essere cristiani». Queste le sue parole: «Cari fratelli e sorelle, non c'è cristianesimo senza persecuzione! Ricordatevi l'ultima delle Beatitudini: quando vi porteranno nelle sinagoghe, vi perseguiteranno, vi insulteranno, questo è il destino del cristiano. E oggi, davanti a questo fatto che accade nel mondo, col silenzio complice di tante potenze che potevano fermarlo, siamo davanti a questo destino cristiano. Andare sulla stessa strada di Gesù». Il primato tra i Paesi dove la croce è meno tollerata spetta Corea del nord, mentre si aggrava la situazione in Africa, in Indonesia, nel Medio Oriente e persino nella fascia del Maghreb, dopo il gelo portato dalle "primavere arabe". Neppure nella civilissima Europa la situazione appare idilliaca. Tra l'altro, lo scorso 16 novembre 2015, L'Osce, l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, ha pubblicato il nuovo Rapporto annuale sui crimini d'odio, ossia reati fondati su pregiudizio nei confronti di categorie o gruppi di persone. I dati ufficiali relativi al nostro Paese, con riferimento al 2014, certificano l'esistenza di ben 596 crimini d'odio: 413 casi di razzismo e xenofobia, 153 casi di pregiudizi contro cristiani e appartenenti ad altre confessioni religiose, 27 casi di pregiudizi contro persone LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender), 3 casi di pregiudizi contro persone con disabilità e altri gruppi. La religione è la seconda causa, dopo razzismo e xenofobia, di reati basati su pregiudizio in Italia.

2) PER ESPRIMERE LA MIA VICINANZA AI CRISTIANI CUI È IMPEDITA UNA SIMILE POSSIBILITÀ DALL'INTEGRALISMO ISLAMICO O DALL'INTOLLERANZA LAICISTA
Porterò il crocifisso, perché così voglio anche esprimere la mia vicinanza e solidarietà a tutti quei cristiani cui è impedita una simile possibilità, come accade, ad esempio, nell'Arabia Saudita dell'integralismo islamico o nella Francia dell'intolleranza laicista. Sì, perché il crocifisso che ho deciso di portare, a causa delle sue dimensioni, in Francia, ai sensi dell'at.1 della Legge 228 del 15 marzo 2004, sarebbe considerata una «croix de dimension manifestement excessive», e quindi «interdit», vietata. Sì, porterò al collo un crocifisso che Oltralpe sarebbe vietato esibire pubblicamente nell'ambito della citata Legge 228/2004. Sia detto per inciso, la Francia è quella nazione che si vanta di rappresentare la punta più avanzata di laicità sbandierando come faro di civiltà la nota legge massonica del 9 dicembre 1905, concernant la séparation des Eglises et de l'Etat, che, tra le tante amenità, contempla, ad esempio, anche l'art.35, quello secondo cui «se un discorso pronunciato o uno scritto affisso o diffuso pubblicamente nei luoghi di culto, contengono un'istigazione diretta ad opporsi all'esecuzione di leggi o di provvedimenti dell'autorità pubblica (…), il ministro di culto colpevole di tale azione sarà punito con la pena detentiva da tre mesi a due anni (…)». Bocche dei preti rigorosamente cucite, quindi, su provvedimenti amministrativi e leggi riguardanti aborto, matrimoni e adozioni gay, utero in affitto e compravendita di ovociti umani, eutanasia, depenalizzazione dell'incesto, suicidio assistito, e via degenerando. Un'attenta lettura di tutte le disposizioni francesi emanate en application du principe de laïcité, sarebbe, peraltro, davvero utile a tutti quei cattolici – e purtroppo non sono pochi – che sono corsi per primi ad identificarsi come «Charlie» e «Bataclan», e che guardano proprio a quel Paese come un modello virtuoso e da imitare in tema di laicità e separazione tra Stato e Chiesa.

3) PER DENUNCIARE LA PERICOLOSA DERIVA DEL LAICISMO TOTALITARIO IN ITALIA
Porterò il crocifisso perché intendo anche denunciare la pericolosa deriva del laicismo totalitario che imperversa nel nostro Paese e che pretende di escludere la religione e i suoi simboli dalla vita pubblica, relegandoli nell'ambito del privato e della coscienza individuale, quando non, addirittura, nell'ambito della sottocultura.
Occorre avere il coraggio di opporsi a questa intollerante pretesa laicista di negare qualunque forma di rilevanza politica e culturale alla religione cristiana e ai suoi simboli. Aveva ragione l'indimenticabile Benedetto XVI, quando nel suo discorso ai vescovi americani tenuto il 19 gennaio 2012 affermò che «la testimonianza della Chiesa è per sua natura pubblica».
Questo oggi il Potere pretende di negarlo. Non per nulla Papa Francesco continua a denunciare pubblicamente il clima pericolosamente totalitario che sta vivendo la nostra società, parlando espressamente di «dittatura del pensiero unico». Ebbene, quando anche noi saremo chiamati davanti al nuovo Sinedrio, quando anche a noi intimeranno di non parlare pubblicamente di Gesù Cristo, noi risponderemo come risposero Pietro e Giovanni: «Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi piuttosto che a Lui, giudicatelo voi stessi; noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4, 19-20).
Quando pretenderanno di relegare la nostra fede nella cantacomba della coscienza privata, quando ci vieteranno di usare i nostri simboli religiosi, quando ci negheranno di proclamare pubblicamente che Gesù Cristo è l'unica Verità, allora noi faremo sentire forte e vibrante il nostro «Non possumus!». Costi quel che costi.

4) PER MEDITARE COSTANTEMENTE IL SIGNIFICATO DEL CROCIFISSO
Porterò il crocifisso, inoltre, per ricordare l'invito di Sant'Antonio da Padova a guardarlo come fosse uno specchio. In questo modo, infatti, uno può vedere quanto mortali sono state le sue ferite, che nessuna medicina avrebbe potuto sanare, se non quella del sangue del Figlio di Dio, e può rendersi conto di quanto grandi siano la propria dignità umana e il proprio valore. Diceva il Santo che «in nessun altro luogo l'uomo può meglio rendersi conto di quanto egli valga, che guardandosi nello specchio della croce» (Sermones Dominicales et Festivi III, pp. 213-214).
Meditando queste parole, ci ricordava Benedetto XVI, possiamo capire meglio l'importanza dell'immagine del Crocifisso per la nostra cultura, per il nostro umanesimo nato dalla fede cristiana, perché proprio guardando il Crocifisso si rende evidente, quanto grande è la dignità umana e il valore dell'uomo. Così si esprimeva testualmente Papa Ratzinger: «In nessun altro punto si può capire quanto valga l'uomo, proprio perché Dio ci rende così importanti, ci vede così importanti, da essere, per Lui, degni della sua sofferenza; così tutta la dignità umana appare nello specchio del Crocifisso e lo sguardo verso di Lui è sempre fonte del riconoscimento della dignità umana».

5) PER NON VERGOGNARMI DELLA MIA FEDE
Porterò il crocifisso, infine, per vincere il sentimento di vergogna per la propria fede che a volte sembra prevalere in noi cristiani. Quante volte abbiamo remore nel dire ad estranei che, per esempio, frequentiamo la Messa, recitiamo il rosario, o quante volte evitiamo di fare il segno della croce prima di mangiare quando siamo in un ristorante? La scusa è sempre quella di non mettere a disagio gli sconosciuti. Ma, forse, verrebbe da rispondere che Gesù Cristo è venuto sulla terra proprio per mettere a disagio i benpensanti. Comunque, dappertutto, sul lavoro, a scuola, in tram, in tv, alla radio, ascoltiamo persone che tranquillamente dichiarano di essere atee, agnostiche, buddiste, musulmane, senza nessuna remora e come se questa per loro fosse la cosa più normale e più giusta da fare. Solo i cristiani sembrano essere più "pudichi". Forse dovrebbero rileggere le parole del Maestro: «Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi» (Mc 8,38).

CONCLUSIONE: LA CROCE DOMINA IL MONDO
Mi hanno fatto molto pensare le parole di monsignor Antoine Audo, Eparca di Aleppo dei Caldei: «Voi cristiani d'Europa a volte vi vergognate perfino della vostra fede e questo, credetemi, ci fa soffrire molto. Per noi essere cristiani, difendere la nostra fede - anche davanti a chi ci perseguita - è un motivo d'onore e d'orgoglio. Il vostro comportamento a volte ci sorprende e rattrista».
Eppure, dovremmo davvero portare con orgoglio questo simbolo della redenzione umana che è il crocifisso, per amore verso i nostri fratelli, perché quel simbolo aiuta tutti a rivolgere lo sguardo verso l'unico Dio assoluto e l'unico mediatore tra Dio e l'uomo: Gesù Cristo!

Fonte: Sito ufficiale di Gianfranco Amato, 14/01/2016

6 - LA DITTATURA GAY APPLICA IL ''METODO BARILLA'' ANCHE IN PEDIATRIA
Il presidente della Società Italiana di Pediatria dichiara che un bambino cresciuto senza madre e padre può subire ricadute negative... ma poi, sotto ricatto, fa marcia indietro
Autore: Roberto Marchesini - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 08/02/2016

Il 27 gennaio la Società Italiana di Pediatria pubblica un comunicato sulla cosiddetta stepchild adoption firmato dal presidente professor Giovanni Corsello.
Il comunicato, che appare equilibrato scientificamente solido, afferma: "Il dibattito di queste settimane sul DDL Cirinnà sulle unioni civili e sulla stepchild adoption che approderà domani in Senato si è mantenuto prevalentemente su una sfera esclusivamente politica ed ideologica. Come pediatri riteniamo invece che la discussione dovrebbe comprendere anche i profili clinici e psicologici del bambino e dell'adolescente. Non è infatti scontato che avere due genitori dello stesso sesso non abbia ricadute negative sui processi di sviluppo psichico e relazionale nell'età evolutiva. La maturazione psicologica di un bambino si svolge lungo un percorso correlato con la qualità dei legami affettivi all'interno della famiglia e con i coetanei. La qualità delle relazioni umane e interpersonali, nonché il livello di stabilità emotiva e la sicurezza sociale di un bambino, sono conseguenze di una maturazione psicoaffettiva armonica. Studi e ricerche cliniche hanno messo in evidenza che questi processi possono rivelarsi incerti e indeboliti da una convivenza all'interno di una famiglia conflittuale, ma anche da una famiglia in cui il nucleo genitoriale non ha il padre e la madre come modelli di riferimento. Quando si fanno scelte su temi di così grande rilievo sociale, che incidono sui diritti dei bambini a crescere in sistemi protetti e sicuri, non possono essere considerati solo i diritti della coppia o dei partner, ma va valutato l'interesse superiore del bambino, nello spirito di quanto stabilito dalla Dichiarazione dei Diritti del bambino e dalla successiva Convenzione Internazionale sui diritti dell'infanzia".
Ciò che scrive il professor Corsello è condivisibile soprattutto quando afferma che "Non è [...] scontato che avere due genitori dello stesso sesso non abbia ricadute negative sui processi di sviluppo psichico e relazionale nell'età evolutiva". Una rassegna di ricerche sull'omogenitorialità ha infatti dimostrato che l'affermazione "Non c'è alcuna differenza" [tra i bambini cresciuti in famiglie naturali e quelli cresciuti in famiglie omogenitoriali] non è fondata scientificamente.

L'INCREDIBILE (E UMILIANTE) RETROMARCIA
Nessuno reagisce fino al 3 febbraio, quando Repubblica intervista il professor Corsello che, spiegando il senso del comunicato, afferma: "Non è la stessa cosa avere due genitori eterosessuali o omosessuali e questa diversità il bambino la percepisce, o meglio la potrebbe percepire, quando si relaziona coi suoi coetanei. Questa diversità potrebbe generare una conflittualità nel bambino e avere ricadute negative nel suo sviluppo. È questo l'aspetto a cui mi riferisco quando parlo di ricerche e studi: come l'equilibrio della famiglia e la percezione che il bambino ne ha all'esterno, quando si relaziona coi coetanei, influenza la sua crescita psicologica. Ci tengo però a chiarire che non è sempre così, non è una posizione ideologica. È una sollecitazione a chi fa le leggi a tenere conto di ogni singola situazione". Probabilmente l'intento del professore - che fa riferimento ad un clima sociale ostile all'omogenitorialità - era quello di ammorbidire la precedente dichiarazione, ma la frase "Non è la stessa cosa avere due genitori eterosessuali o omosessuali" è ancora più esplosiva del comunicato della Società Italiana di Pediatria.
Il giorno dopo, misteriosamente, le parole del professor Corsello cambiano. Il problema diventano "instabilità e conflittualità in famiglia" e questo vale sia per le famiglie etero che omosessuali. Questa versione appare probabilmente più accettabile e resta quella attualmente leggibile sul sito di Repubblica. In seguito, però, sollecitato da un utente Facebook, il professor Corsello fa una completa retromarcia affermando che "la norma che sana e rende legittime le situazioni di fatto di minori con due genitori dello stesso sesso è da considerare con favore".
Come commentare l'accaduto? Abbiamo il presidente della Società Italiana di pediatria che, sulla scorta della letteratura scientifica, afferma che non si può affermare che "non c'è nessuna differenza" tra crescere in una famiglia naturale ed una omogenitoriale. Abbiamo poi l'applicazione del "metodo Barilla", che non consiste nel discutere, confutare, argomentare, ma nel costringere il poveraccio ad una completa ritrattazione fino allo schieramento a favore del DDL.

UNA BATTAGLIA APPARENTEMENTE SCIENTIFICA, MA IN REALTÀ METAFISICA E RELIGIOSA
Ma la questione è ancora più interessante. La vulgata corrente è più o meno questa: la morale tradizionale è fondata sulla metafisica; tuttavia, non è la metafisica lo strumento per fondare la morale, bensì la scienza; e la scienza ci dice che la morale tradizionale è falsa.
Allora i difensori della morale tradizionale abbandonano la metafisica e si mettono a dibattere contro gli avversari ad un livello scientifico. In questo modo i primi hanno perso in partenza, perché non è possibile fondare una morale sulla scienza. La scienza ci dice come stanno le cose, non come dovrebbero stare (che è, invece, il compito proprio della metafisica). Ad un certo punto, però, la scienza conferma la morale tradizionale (nel caso Corsello come nella vicenda ISTAT) e allora diventa carta straccia. Improvvisamente si scopre che esiste una legge superiore (metafisica, a questo punto) che afferma la positività del riconoscimento pubblico delle unioni omosessuali e della stepchild adoption a dispetto di quanto dice la scienza. Si scopre che la scienza è solo un paravento che copre una battaglia, in realtà, sulla metafisica.
L'aveva detto Nietzsche, una vera autorità nella lotta contro la metafisica: lo scientismo positivista era un vicolo cieco, non una vera e propria tappa nella marcia verso la distruzione della metafisica. La scienza era troppo apollinea e per nulla dionisiaca, e Comte un ingenuo che aveva realmente creduto nella scienza come strumento di conoscenza e progresso. Lo scientismo, insomma, era solo una trappola per allocchi.
E allocchi mi paiono davvero i sostenitori della legge morale naturale. Pensano davvero che il processo rivoluzionario si possa fermare snocciolando dati e ricerche; ingenuamente credono che i loro avversari siano in buona fede, che abbiamo davvero abbracciato la scienza come strumento di conoscenza e progresso. Pensano davvero che la bontà o la malvagità di qualcosa si possa misurare dalle sue conseguenze: se la scienza dimostra che le unioni omosessuali danneggiano il matrimonio, allora è giusto opporvisi; se la ricerca scopre che la stepchild adoption danneggia i bambini, allora è giusto opporvisi. In caso contrario no? Eppure la metafisica ci insegna che una azione è buona o malvagia in sé, indipendentemente dalle sue conseguenze; che il fine non giustifica mai i mezzi...
Che strano: gli avversari della metafisica sono più metafisici dei sostenitori della metafisica. Viviamo davvero strani giorni...

Nota di BastaBugie: nell'articolo si fa cenno al caso Barilla. Per chi non lo sapesse, il presidente della società famosa in tutto il mondo per la produzione di pasta italiana nel 2013 ha difeso in una trasmissione radiofonica la scelta della sua azienda di fare pubblicità usando famiglie naturali, cioè composte da un padre, una madre e i figli. A seguito di una campagna diffamatoria e a pressioni delle lobby gay che minacciavano di boicottare i suoi prodotti, Guido Barilla fa una clamorosa dichiarazione dove, prono alla dittatura gay, si dice disposto a fare mea culpa e a "rimediare" alle sue affermazioni con azioni concrete.
Ecco gli articoli per ricordare questa triste vicenda. Triste soprattutto per l'umiliante dietrofront molto simile a quello del professor Giovanni Corsello, presidente della Società Italiana di Pediatria, di cui si è parlato nell'articolo:
LA DITTATURA GAY COSTRINGE BARILLA A SCUSE UMILIANTI
Aveva dichiarato: ''Non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale... La famiglia a cui ci rivolgiamo noi è una famiglia classica (DUE VIDEO: cosa aveva detto e le successive scuse)
di Riccardo Cascioli
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2956
BARILLA, RIEDUCAZIONE GAY RIUSCITA AL 100%
... e vissero gay-friendly e contenti!
di Luigi Santambrogio
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3528

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 08/02/2016

7 - LA VIA CRUCIS SECONDO COSTANZA MIRIANO
E' in tutte le librerie ciò che l'autrice non pensava di scrivere: Via Crucis, dall'epifania della violenza all'epifania dell'amore
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 10/02/2016

Volevo dire che è appena uscita in libreria una cosa che non credevo sarei mai stata in grado di scrivere. Lo ammetto, faccio una grande fatica a pregare con la Via Crucis. Ho dei problemi con la sofferenza di Gesù. Cioè, razionalmente la capisco, ma poi guardarla negli occhi non è il mio esercizio spirituale preferito, non è la cosa che amo contemplare di lui. [...]

MA LA VIA CRUCIS È NECESSARIA
Non possiamo capire quanto Gesù ci ha amati senza contemplare quanto abbia sofferto per noi. Non possiamo entrare nel mistero della nostra croce con un cuore mansueto, con la certezza dei risorti, se non facciamo memoria della passione di Gesù.
Insomma, è finita che mi hanno costretta a scrivere delle brevi meditazioni per ciascuna delle stazioni (la mia amica Cristiana Caricato me l'ha proposto in Sala Stampa, e io, che notoriamente non riesco ad articolare la parola no, ho preso l'incauto impegno, tra l'altro distratta come ero dalle discussioni sul Sinodo sulla famiglia; non avevo capito che sarebbe stata destinata alla pubblicazione, pensavo che sarebbe andata in un sito...). Il lato negativo è stato che come al solito mi sono ridotta all'ultimo, e ho fatto qualche notte in bianco. Il lato positivo è che alla fine l'ho dovuta meditare, questa benedetta Via Crucis.

SE QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO A ME
Rileggendola, adesso, direi che è scritta con il desiderio. Non da chi il volto di Cristo lo ha contemplato, ma da chi desidera tantissimo che questo incrocio di sguardi avvenga, e avvenga prima possibile. E da chi intuisce che la via da percorrere, per un mistero che non ci spiegheremo mai del tutto qui su questa terra, è quella del dolore, del male, della sofferenza accolta. "Noi che vogliamo appartenerti accettiamo di crocifiggere noi stessi perché niente è più prezioso del tuo amore per noi, niente riesce a separare il nostro desiderio da te". Mi sembra, rileggendo, che "non separarci" sia l'invocazione più ricorrente. È il desiderio che ci muove. "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua", è la citazione che ho trovato per la seconda stazione. "Il punto centrale è quel "se". Se qualcuno vuole. Sì, Signore, lo vogliamo, lo vogliamo con tutto il cuore, anche quando arriva la tentazione di decidere da soli cosa ci fa felici, cosa ci salva la vita. Aiutaci ad abbracciare la croce come il più caro dei regali che tu ci possa fare, anche quando proprio non ne capiamo il senso.

L'ESEMPIO DI MARIA
Maria all'angelo non chiese "perché", ma "come" fare". La croce ci chiede di essere pronti fino a uccidere Isacco, come chiosa Cirillo di Alessandria (che sia chiaro: i commenti dei Padri della Chiesa così azzeccati non li ho scelti io, che ovviamente non ne sarei stata in grado). "Ma la risurrezione, quel fatto che duemila anni fa ha cambiato la storia dell'umanità, ha fatto entrare nel mondo la certezza che neanche una goccia del nostro sudore, nessuna lacrima andrà perduta se messa nelle tue mani, Signore". Auguro a tutti quelli che cercano di prendere sul serio il battesimo, a quelli che lo vorrebbero ma non lo sanno, e anche a me stessa, che in questa quaresima il nostro desiderio non si accontenti di un di meno, non si fermi, fino ad arrivare alla Pasqua nella pienezza.

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 10/02/2016

8 - IL FEMMINISMO HA TOLTO LA DONNA DALLA DONNA
Nel Medioevo non ci si preoccupava della parità dei sessi eppure le donne potevano arrivare a livelli di grande potere e di alta responsabilità (per il loro valore, non per le quote rosa)
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana, 03/02/2016

Alcuni psicanalisti affermano, con ragione, che la figura paterna nell'età postmoderna è «evaporata». Tuttavia non vi è bisogno degli esperti per comprendere tale verità. Ma qual è la causa di questa evaporazione? La rivoluzione femminista è stata determinante nel mutamento del ruolo del capo famiglia. Il percorso è stato, ancora una volta, anticristiano.
Il Basso ed Alto Medioevo fu il periodo in cui la donna ebbe i riconoscimenti più alti e ciò perché non vi era alcun antagonismo fra uomo e donna. La tesi per cui uomo e donna devono essere uguali (perdendo tutta l'armonia e la bellezza della loro diversità e complementarietà) deriva da un pensiero laicista che si ribella alle leggi divine; da un pensiero sorto dall'Illuminismo in poi, che ha visto nella Chiesa un potere da attaccare ed abbattere, portando in tal modo l'Europa a rinnegare le sue radici cristiane.
Nel mondo animale tutto ha un ordine ed un'armonia; un rapporto di forze fra specie diverse per la sopravvivenza, senza antagonismo e concorrenza fra maschi e femmine della stessa specie. Così dovrebbe essere anche per gli umani, creati, addirittura, ad immagine e somiglianza di Dio. L'antagonismo fra uomo e donna sorge proprio dalla ribellione alle leggi di natura inscritte nel creato e, dunque, alle leggi divine. Ecco, dunque, nascere fra i due sessi disagio, divisione, frammentazione, schizofrenia e volontà di disordinare ciò che è ordinato per essenza. Proprio con il Vangelo e il Cristianesimo abbiamo la valorizzazione del ruolo femminile all'interno del creato.

NEL MEDIOEVO
Nel Medioevo, dove vigeva la coscienza che l'Universo apparteneva a Dio, e in terra, nella civiltà cristiana, dominava il Regno di Cristo Re, non ci si preoccupava della parità dei sessi, ma si esercitava la forza dell'essere maschi da una parte e la forza dell'essere donne dall'altra, in un completamento scambievole ed omogeneo fatto, al di là delle eccezioni, di scambievole rispetto. Regine, aristocratiche e badesse potevano assurgere a livelli di grande potere e di alta responsabilità.
Proprio da questo sentire profondamente cristiano (che ha le sue origini nell'eccelsa dignità donata da Dio a sua Madre) nascerà nel Medioevo il grande rispetto culturale nei confronti della donna (si pensi al tempo dell' «Amor cortese» e del «Dolce stil novo»), considerandola per quello che è: dotata, di natura propria, di maggior elevazione spirituale rispetto a quella dell'uomo. A questa visione non sono estranei influssi filosofico-religiosi della Scolastica medievale: il pensiero di San Tommaso D'Aquino, il misticismo di San Bonaventura, nonché le riflessioni di Aristotele.
Sarà Dante Alighieri ad offrire questa connotazione profondamente spirituale della dimensione femminile, in grado di guidare l'anima dell'uomo verso la purificazione, per essere più degno dell'Amore di Dio. Si pensi al ruolo catartico e di guida assunto da Beatrice. Diametralmente opposta l'ideologia femminista, concentrata tutta sull'immanente.

RIVOLUZIONE FRANCESE: L'INIZIO DI TUTTI I MALI
Il femminismo prese le mosse già agli albori della Rivoluzione Francese. Le assemblee incaricate di eleggere i deputati agli Stati Generali presentarono all'Assemblea Rivoluzionaria, nel 1789, i Cahier de Doléances des femmes, una prima richiesta formale di riconoscimento dei diritti sociali delle donne. In quegli anni Olympe de Gouges pubblica Le prince philosophe, romanzo che rivendica i diritti delle donne, ed inizia ad organizzare gruppi femminili. La sua azione, però, viene interrotta quando inizia a criticare Marat e Robespierre, e nel 1793 viene ghigliottinata dalla "libertà", dall' "uguaglianza", dalla "fraternità" della Francia. L'eredità femminista francese venne raccolta dal Regno Unito. Iniziarono così a circolare libri a sostegno dei diritti per le donne.
Mary Wollstonecraft pubblicò, nel 1792, A Vindication of the Right of Women; contemporaneamente si formarono circoli femminili. Il movimento delle suffragette, come movimento volto a chiedere il suffragio femminile per le elezioni nazionali, sorse in Inghilterra nel 1869. Nel 1903 Emmeline Pankhurst fondòWomen's Social and Political Union (Unione sociale e politica delle donne), con il preciso intento di far ottenere il diritto di voto politico femminile.
Le suffragette attuarono azioni dimostrative, incatenandosi a ringhiere, incendiando le cassette postali, rompendo finestre e quant'altro... Molte vennero incarcerate e iniziarono lo sciopero della fame emulando Marion Dunlop, la prima ad attuare tale forma di protesta. Dietro alle richieste del diritto al voto (traguardo che sarebbe senza dubbio arrivato per vie più naturali e cristiane. Lo stesso papa Benedetto XV si pronunciò pubblicamente a favore del suffragio universale) sta il furore dell'ideologia: il femminismo aveva come scopo il raggiungimento di una parità non solo dal punto di vista politico, ma in tutti i campi e in tutti i ruoli. Da qui lo scompenso familiare e, dunque, sociale. Uomo e donna non più complementari, ma antagonisti, fino a snaturare virilità e femminilità, paternità e maternità.

L'EQUILIBRATA POSIZIONE DELLA CHIESA E IL TRADIMENTO DEMOCRISTIANO
La Chiesa ha cercato, attraverso il magistero petrino, di ricordare i doveri familiari all'uomo e alla donna, pensiamo a quel capolavoro di Pio XI che è laCasti Connubii. Ciò nonostante sono mancati docenti, scrittori, giornalisti cattolici in grado di fronteggiare la valanga femminista che ha potuto agire, indisturbata, grazie ad un apparato politico e culturale socialista, comunista, progressista.
Che cosa hanno fatto, per esempio in Italia, la Democrazia Cristiana e la cultura cattolica, per fronteggiare le idee distorte del femminismo? Manca un serio mea culpa del mondo cattolico per questa grave omissione nell'aver lasciato campo aperto ai nemici di Cristo. A tutt'oggi manca il sale evangelico per ricordare, pubblicamente, che cosa sia essere donna e che cosa sia essere uomo... intanto la prima ha perso la sua coscienza di essere, innanzitutto, madre.
La figura materna è essenziale perché una famiglia funzioni e perché il capo famiglia possa svolgere la sua mansione; se il suo posto è vacante, la famiglia non soltanto è distrutta, ma ogni membro è minato spiritualmente e psicologicamente. A nessuno può essere delegato il compito femminile della maternità. Se la preponderanza del cuore e delle energie della madre sono fuori dalla famiglia, tutto crolla. Egoismo ed edonismo sono nemici feroci del nucleo familiare e la madre è la prima responsabile di tale combattimento per sé e per gli altri. A lei, infatti, è stata affidata da Dio grande forza del sacrificio nel dovere; grande capacità di comprensione e condivisione; grande dolcezza, quella che disarma ogni ostilità; grande generosità nell'amore; grande autorevolezza nei legami coniugali e materni.
Come può una madre portare il proprio neonato nei locali notturni perché non ha nessuno a chi consegnarlo e lei non può rinunciare alla sua "libertà" di divertimento? Come può una madre divorziata, lasciare i propri figli a casa, bambini, per andare a ballare con il compagno di turno? Sono fatti che oggi accadono con frequenza, ma è evidente che se una madre trova il "coraggio femminista" di abortire, tutto il resto è conseguenza di una ideologia che ha voluto togliere la donna dalla donna.

Fonte: Corrispondenza Romana, 03/02/2016

9 - OMELIA I DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO C (Lc 4,1-13)
Il Signore, Dio tuo, adorerai
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 14 febbraio 2016)

Siamo giunti alla prima domenica di Quaresima e il Vangelo di oggi ci presenta uno degli episodi più misteriosi della vita di Gesù: le tentazioni a cui fu sottoposto nel deserto da parte del demonio. Questo episodio ci insegna innanzitutto che il demonio esiste, che abbiamo un nemico delle nostre anime, il quale continuamente attenta al nostro bene. Il demonio fa di tutto per non essere scoperto, ci fa credere che lui non esista, per poter agire indisturbato. Dobbiamo dunque aprire bene gli occhi e difenderci con le armi della preghiera.
Gesù è tentato. Si tratta solo di tentazioni esterne, non di quelle interne, dovute alla concupiscenza. Era comunque impossibile che Gesù potesse soccombere a quelle tentazioni del demonio. Egli ha voluto comunque fare sue le nostre tentazioni per donarci la sua vittoria.
Inizialmente, il demonio disse a Gesù: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane» (Lc 4,3). Ma Gesù rispose: «Non di solo pane vivrà l'uomo» (Lc 4,4). Con questa prima tentazione, il demonio induce tante volte l'uomo a ricercare unicamente il benessere materiale e a disinteressarsi completamente del bene della sua anima. Impariamo da Gesù a ricercare principalmente il Regno dei Cieli e la sua giustizia, pensando che Dio è un Padre provvidente che non lascerà mancare nulla a coloro che in Lui confidano.
Il demonio tentò Gesù una seconda volta e gli disse mostrandogli tutti i regni della terra: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria [...]. Se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo» (Lc 4,6-7). Questa tentazione ha come scopo quello di indurre l'uomo a mire ambiziose, ad aspirazioni al potere, al successo, alla gloria umana. Ma dietro queste aspirazioni, tante volte, si nasconde l'insidia di satana. L'uomo, pur di arrivare a queste mete, tante volte è disposto a scendere a compromesso con il peccato e a dare gloria non a Dio ma al maligno. Gesù allora rispose: «Sta scritto: il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto» (Lc 4,8), insegnandoci così a non lasciarci ingannare dal luccichio della gloria mondana.
La terza volta il demonio disse a Gesù: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui» (Lc 4,9), presumendo che gli angeli lo avessero portato sulle loro mani. Fu una tentazione di presunzione, la tentazione di avere un Dio a nostro capriccio; la tentazione che Dio faccia la nostra volontà, invece del contrario. è la tentazione di disporre dei miracoli a proprio piacimento, di pretendere che Dio si faccia vedere; la tentazione addirittura di giudicarlo. Gesù rispose con queste parole: «Non metterai alla prova il Signore Dio tuo» (Lc 4,12). Gesù ci fa comprendere come siamo noi a dover compiere l'adorabile Volontà di Dio. In questo consiste la nostra felicità: nell'obbedire a Dio.
L'episodio delle tentazioni del deserto ci fa riflettere su quelle che sono le nostre tentazioni. A differenza di Gesù, noi tutti siamo inclinati verso il male e dobbiamo continuamente lottare contro i nostri vizi. Dobbiamo difenderci con le armi che abbiamo a nostra disposizione. Le armi sono quelle dell'umiltà, della carità e della preghiera.
Prima di tutto dobbiamo avere l'umiltà di non presumere di noi stessi, l'umiltà di allontanare le occasioni prossime di peccato, l'umiltà di ricorrere senza indugio al consiglio spirituale di un buon direttore spirituale e l'umiltà di manifestare sinceramente le nostre colpe al sacerdote nella Confessione.
Poi abbiamo la carità che mette letteralmente in fuga il demonio. Durante questa Quaresima facciamo dei propositi generosi di spendere un po' del nostro tempo nel soccorrere chi è nel bisogno, nel riconoscere, amare e servire Gesù nella persona del nostro prossimo.
Infine, abbiamo la preghiera che ci fa superare le nostre debolezze e ci riveste della fortezza di Dio. Al primo apparire della tentazione dobbiamo subito ricorrere all'orazione, confidando pienamente che Dio non ci abbandonerà. Prestiamo grande attenzione soprattutto alle parole del Padre Nostro: «Non ci indurre in tentazione», che significano: non ci abbandonare al momento della prova.
La nostra preghiera avrà un'efficacia particolare se ci ricorderemo di invocare con fiducia la Vergine Santissima, Colei che è la Vincitrice sul demonio e su tutte le sue tentazioni. Il Signore si è servito di Lei per schiacciare la testa al serpente infernale, proprio per la sua profonda umiltà. Ed è sempre grazie a Lei che si superano le prove. Quando sorgono dunque delle tentazioni, invochiamola e tornerà presto il sereno.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 14 febbraio 2016)

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