BastaBugie n�460 del 29 giugno 2016

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1 BREXIT, IL GLORIOSO ''INDIPENDENCE DAY'' DEGLI INGLESI
Fenomenale sventola in faccia all'Unione Europea che i media tentano di oscurare con la bufala dei 3 milioni di firme per rifare il referendum
Autore: Massimo Viglione - Fonte: Civiltà Cristiana
2 IL CORRIERE DELLA SERA E LA REPUBBLICA NON VE L'HANNO DETTO, MA BUD SPENCER ERA CATTOLICO
Per questo fu considerato un attore di serie B nonostante i suoi film con Terence Hill abbiano avuto un successo planetario
Autore: Elisabetta Broli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
3 CATECHISMI CEI DA RIFARE
Contenuti fuorvianti, formulazioni poco chiare, disegni banali (mentre risultano quasi assenti parole fondamentali come grazia, peccato mortale, adorazione, contrizione, transustanziazione)
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: Il Timone
4 FAMIGLIE ARCOBALENO? A ME SEMBRANO MONOCOLORE
Trovo incoerente parlare di prevenzione della violenza sulle donne e poi sostenere l'utero in affitto quando non c'è niente di più violento che privare una madre del proprio figlio (e privare un figlio di uno dei suoi genitori naturali)
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
5 LA PRANOTERAPIA NON HA NULLA A CHE VEDERE CON LA SCIENZA (NE' CON LA FEDE CRISTIANA)
Purtroppo raccomandata o praticata da qualche sacerdote, spesso diventa anche un ostacolo alla preghiera (sconsigliati anche ago­puntura, rifessologia, iridologia, reiki, ecc.)
Fonte: Sito del Timone
6 PRETE CONTRARIO ALLE UNIONI GAY: SCANDALOSA PRESSIONE PER CHIEDERE AL PAPA LA RIMOZIONE
Ecco come la dittatura gay intimidisce i preti per ridurre al silenzio qualsiasi forma di dissenso... senza che sia ancora stata approvata la legge Scalfarotto, ma con l'aiuto del vescovo
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
7 NIETZSCHE E NAZISMO, AMORE A PRIMA VISTA
La tesi innocentista non regge, l'influsso di Nietzsche sui seguaci di Hitler è evidente in tutti i campi
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: Il Timone
8 L'ITALIA ACCETTA LA DEGRADAZIONE MORALE IMPOSTA DAGLI ORGANISMI INTERNAZIONALI
Due Commissioni della Camera dei deputati approvano con l'appoggio di tutti i partiti la diffusione di contraccezione, aborto, sterilizzazioni forzate, gender, transessualismo, ecc.
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: Corrispondenza Romana
9 OMELIA XIV DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 10, 1-12.17-20)
Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - BREXIT, IL GLORIOSO ''INDIPENDENCE DAY'' DEGLI INGLESI
Fenomenale sventola in faccia all'Unione Europea che i media tentano di oscurare con la bufala dei 3 milioni di firme per rifare il referendum
Autore: Massimo Viglione - Fonte: Civiltà Cristiana, 24/06/2016

Non si tratta di fare gli euforici, né di immaginare che da oggi cambia tutto immediatamente, né di fare del sensazionalismo. Anzi, chi scrive sa bene che molti, pur ostili alla UE, troveranno le più svariate motivazioni per non esultare, anzi, per mettere in guardia. Alcune saranno anche giuste, altre solo in parte, altre del tutto insensate o fuorvianti.
Chi scrive sa bene che non sta tornando Carlo Magno... Né può approvare esultanti quanto ridicoli commenti di futura restaurazione della civiltà cristiana... (figuriamoci...). E condivide pure in parte il fatto che le forze della dissoluzione sapranno comunque trarre vantaggio anche da una sconfitta.

EPPURE...
È fuori discussione che i signori camerieri di Bruxelles, quelli mai votati da nessuno e agli ordini di qualcuno che nessuno conosce, come le comparse note al grande pubblico (da Schult, Napolitano e Monti in giù), abbiano ricevuto una sventola fenomenale in faccia.
È fuor di dubbio che oggi è accaduto un evento democratico - e lo dice uno che non è certo un assertore della democrazia moderna -, nel senso che è stata punita con libero voto del popolo una oligarchia antidemocratica mai votata da nessuno.
Quel che è certo, è che finalmente un popolo che ha potuto esprimersi liberamente e non solo ha condannato la UE, ma, come ammesso da tutti, ha condannato anzitutto l'immigrazionanismo (sebbene proprio in Gran Bretagna questo non sia prodotto dalla UE, come per esempio da noi... Ma di cui comunque la UE è simbolo anche quando non ne è causa diretta).
Quel che è certo, è che ora il vento della libertà e della ribellione dei popoli europei soffia un po' più forte di prima, e tutto il mondo sinarchico e mondialista non potrà non tenerne conto.
Quel che è certo è che ora si presenta una grande occasione per risvegliare le coscienze assopite, e poniamo la nostra speranza in questo risveglio non nel popolo più assopito e stupido, ovvero il nostro, ma nei francesi, negli austriaci, nei danesi, nei popoli slavi, perfino nei tedeschi. Poi, i belli addormentati nel bosco della schiavitù economica e politica (ovvero noi), potrebbero anche svegliarsi.

ORA, SI COMINCIA
Anche dal punto di vista della fondamentale lotta antigender e profamily, si tratta di un'importante vittoria indiretta. Chi ha perso oggi sono gli stessi che comandano e conducono la distruzione della famiglia, dei bambini, dell'ordine naturale.
Stamane presto, ai primi commenti televisivi, un docente universitario di economia commentava: "Basta parlare di finanza, bisogna tornare agli ideali fondanti del 1957: pace, democrazia e valori". Appunto: quali valori? Quelli proclamati a Nizza nel 2001, che distruggono ogni ordine naturale per la costruzione dell'"uomo nuovo" e la distruzione della famiglia e dell'essere umano? O i valori cristiani di sempre, radice, fusto, foglie e frutti dell'albero della civiltà europea? Ecco un'altra sfida per tutti noi e anche in questo la giornata di oggi può essere di importanza capitale.
Non per niente, a parlare è la stizza incontenibile di Napolitano, Monti e gentaglia come Saviano, la paura dei democristiani usuali, il timore silenzioso della Merkel e di Hollande, così come l'entusiasmo dei popoli.
Si parla ora di Frexit. Quasi sicuramente non permetteranno altri referendum (come appunto auspicato da Napolitano e Monti, portavoci del Sauron bruxellese), ma se dovessero farlo, e lo facessero in Francia, il pericolo del collasso definitivo della UE diverrebbe concretissimo. Affidiamoci a Dio, che può sconvolgere i piani umani in un istante e rovesciare il corso della storia quando vuole.

Nota di BastaBugie: Andrea Cuomo nell'articolo sottostante dal titolo "La petizione truffa anti Brexit: la consultazione on line per un referendum bis è una bufala" parla di come giornali e televisioni abbiano dato credito a una notizia palesemente falsa e fuorviante, pur di gettare fango sulla decisione democratica del popolo inglese di uscire dalla Unione Europea.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su il Giornale il 27 maggio 2016:
L'onda non si ferma. Un milione, due, tre. Ieri sera alle ore 19,39 eravamo a 3.365.784. Signori, ecco le cifre del «Bregret», del pentimento della Brexit, si grida da ogni dove.
Quei tre-milioni-e-passa sono i britannici che hanno firmato la petizione online per rifare il referendum che ha sancito l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea sul sito del Parlamento di Londra (https://petition.parliament.uk/petitions/131215/). L'idea è quella di promulgare in fretta e furia una legge (retroattiva?) che sottoponga un referendum di tale importanza, a due condizioni: che si raggiunga almeno il 75 per cento dei votanti e che una delle due opzioni raggiunga almenno il 60 per cento dei consensi. Nessuna delle due condizioni si è verificata giovedì e quindi la partita di rigioca. Almeno questa è la volontà di quei 3.381.480 (tanti sono diventati nel frattempo) quei britannici.
Britannici? Siamo sicuri? Da ieri sul web circolano varie testimonianze di italiani che avrebbero firmato la petizione comodamente seduti nelle loro case a Bergamo o a Salerno, aumentando i numeri vertiginosi del cosiddetto «Bregret», il pentimento della Brexit. Lo abbiamo fatto anche noi. Abbiamo compilato un breve questionario che ci invitava a indicare nome e cognome, a dare un indirizzo mail, a indicare il proprio Paese di residenza e il proprio postcode. E qui abbiamo detto tutta la verità, nient'altro che la verità. In testa una sola richiesta: vistare la frase I am a British citizen or UK resident (sono un cittadino britannico o un residente del regno Unito). Noi qui abbiamo mentito. Forse ci processeranno. Forse non ci faranno più entrare nel Regno Unito. Abbiamo corso il rischio, che volete.
Quindi abbiamo contribuito anche noi alla più grande operazione di pentimento repentino della storia recente. O forse a uno dei grandi bluff della comunicazione emotiva. Magari hanno ragione loro: la commissione per le petizioni della Camera dei Comuni britannica ha annunciato ieri di aver cancellato almeno 80mila adesioni perché qualcosa non tornava nella loro firma telematica. E magari tra questi gaglioffi della democrazia ci siamo anche noi. La presidente della Commissione, Helen Jones, ci ha bacchettato metaforicamente, ha fatto sapere che si tratta di una questione «molto grave» (la cosa, ammettiamo, un pochino ci ha turbato: e se domani ci trovassimo davanti casa due policemen che chiedono di noi?) e ha fatto notare su Twitter che non si fa, che coloro che aggiungono firme false «dovrebbero sapere che questo mina la causa che sostengono di difendere». Certo i conti non tornano: 80mila firme «farlocche» (anzi, 79.999 più la nostra) sembrano davvero poche rispetto a 3.387.085 (aggiornamento fatto). E considerando la semplicità delle informazioni chieste appare davvero difficile scovare eventuali burloni o imbroglioni.
Del resto la storia di questa petizione è bizzarra sin dalla sua nascita. Fui lanciata sulla piattaforma del parlamento da Oliver Healey, un seguace del Leave il 24 maggio scorso, un mese prima del voto. In un post su Faceboook, il fan di English Democrats, formazione nazionalista inglese, racconta di aver creato la petizione «quando sembrava improbabile che il Leave avrebbe vinto, con l'intenzione di rendere più difficile al Remain». Ora invece la petizione è stata fatta propria dai sostenitori del Remain».
Una portavoce della Camera dei Comuni ha spiegato che la petizione non superava le 22 firme al momento dell'annuncio del risultato del referendum. Poi il boom. La commissione si occuperà della petizione nel corso della sua prossima seduta e deciderà se fissare o meno un dibattito. Cosa che appare scontata dal momento che bastano 100mila firme perché la petizione sia tenuta in considerazione. E noi siamo, ah sì, a 3.390,043.

Fonte: Civiltà Cristiana, 24/06/2016

2 - IL CORRIERE DELLA SERA E LA REPUBBLICA NON VE L'HANNO DETTO, MA BUD SPENCER ERA CATTOLICO
Per questo fu considerato un attore di serie B nonostante i suoi film con Terence Hill abbiano avuto un successo planetario
Autore: Elisabetta Broli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29 giugno 2016

È morto Bud Spencer.  Era cattolico e per lui la fede era un dogma, e il suo matrimonio è durato 49 anni, cioè fino a ieri. Come ha dichiarato l'attore, «Maria è un carro armato! Complementari e sempre affiatati non abbiamo mai litigato in modo serio in vita nostra». Ecco cosa si sono dimenticati di dire i due grandi quotidiani italiani, il Corriere della Sera e Repubblica.

UNO DEGLI ATTORI ITALIANI PIÙ FAMOSI DEL MONDO
Inutile perdere tempo a sottolineare che sono i (comunque letti) quotidiani laici che portano avanti le teorie Gender, la stepchild adoption ecc. ecc. E anche sulla morte di Bud Spencer hanno fatto la loro parte. Che Bud Spencer fosse considerato da un certo ambiente di sinistra e anti cattolico un attore di serie B è cosa nota. E questo nonostante i suoi film in coppia con Terence Hill abbiano avuto successo in tutto il mondo: della sua morte ne stanno parlando, infatti, i media on line dei più significativi Paesi, Bbc news Us & Canada, l'Huffington Post francese. Il Time, che dopo il trionfo di Roberto Benigni con La vita è bella aveva pubblicato una classifica degli attori italiani più famosi del mondo, al primo posto aveva messo proprio Bud Spencer.  
Il Time ha scritto: "The news of his death prompted a flood of online reactions", in poche parole: la notizia della sua morte ha invaso come una inondazione, una marea il mondo online. E i nostri quotidianoni che fanno? Scrivono dei "coccodrilli" - in gergo sono gli articoli su chi è morto - dove elencano i titoli dei suoi film di successo, spiegano che era alto un metro e novantadue e aveva il brevetto da pilota. Ah, no, anche che aveva il 47 di piede. Tutto qua? Da varie interviste rilasciate da Bud Spencer negli ultimi anni: «La morte non mi fa paura, da cattolico provo curiosità, piuttosto». «La vita non è nelle nostre mani, prima o poi ci presenteremo di fronte al Padreterno». «Nella mia vecchiaia avanzata ho bisogno della religione più che mai. Ho bisogno della fede. Credo in Dio, è ciò che mi salva. E prego». «Chiede il giornalista: come immagini il tuo ultimo pasto prima della morte e con chi lo condivideresti? Risposta di Bud Spencer: spaghetti. Con Gesù Cristo».

MANGIO ERGO SUM
Anche sul suo libro Mangio ergo sum (2014 - Edizioni Npe) molti media hanno glissato sulle fede di Bud Spencer. Titolo della mini recensione di Repubblica: "Bud Spencer: pasta e fagioli e altre ricette per filosofi".  È un libro in cui l'attore si confessa anche, con il suo essere cattolico, su temi intimi: il suo rapporto con la religione, con la fine della vita, l'aldilà (e ammette di non essere stato proprio un santo in vita sua). In Germania, giusto per fare un esempio, ha avuto un ottimo successo, in Italia la critica l'ha snobbato.
Quello della fede era un tema ricorrente nei pensieri dell'attore. Un valore assoluto, un dogma, i suoi genitori erano credenti «e io li ho seguiti, ho immagazzinato i loro insegnamenti in maniera completa, per questo credo ancora oggi».  A 86 anni, e dopo 136 film, i più famosi insieme a Terence Hill, il suo spirito era sempre quello: generoso, autoironico (scherzava sulla propria mole) e bonario, come i personaggi che interpretava. Modesto nonostante il successo: ammetteva che senza Dio non avrebbe fatto nulla, «chi insegue solo il successo e la fama è un idiota».
Nei suoi film c'erano sempre sedie rotte e tavoli che volavano, e le immancabili scazzottate, ma «per proteggere chi non può proteggersi da solo», come mi spiegò anni fa quando lo incontrai per lavoro. Ammetteva di aver avuto una vita lunga e bella, ma sottolineava sempre l'importanza degli incontri: le persone non sono tutte uguali.  Dietro il suo fisico che non passava inosservato c'era un animo profondo.
A chi gli disse durante un incontro di essere ateo lui rispose «Se crede che Dio non esiste crede comunque in qualche cosa. Non esiste al mondo un uomo o una donna che non ha bisogno di credere in qualcosa». Eppure di tutto questo, della fede di Bud Spencer che era diventata per lui un'ancora di salvezza, non c'è una riga neppure nell'ampio spazio che gli dedica Wikipedia.

Nota di BastaBugie: ecco tre discorsi significativi di Bud Spencer che fanno capire la sua umiltà e la sua sottomissione al giudizio di Dio.
«Ne ho fatti tanti errori, con le donne, gli amici, errori grossolani, follie. Ora che ho quasi 86 anni vedo tante cose in maniera diversa. La vita mi ha insegnato che sono altre le cose che contano».
«Sono sempre più appassionato della vita ogni giorno che passa, ma la morte non mi spaventa. Perché credo che in realtà non si muore, e che la nostra anima sia viva anche dopo aver lasciato la terra. Anzi, sono certo che la vita continua. Intanto affronterò la morte, in ogni caso, con dignità e con la stessa dignità affronterò il giudizio di Dio».
«Non mi interessa un “addio” da eroe. Tra l’altro sono un uomo come tanti. La vita è una farsa, tanto fumo negli occhi, tante gioie ma anche tante delusioni. L’eroismo, nel mio caso, è un qualcosa di artificiale, una finzione. Il vero eroe è solo chi dà la vita per il suo Paese o protegge con un atto straordinario la sua famiglia. Io non sono uno di quelli».



https://www.youtube.com/watch?v=pUI3twEN8Bo

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29 giugno 2016

3 - CATECHISMI CEI DA RIFARE
Contenuti fuorvianti, formulazioni poco chiare, disegni banali (mentre risultano quasi assenti parole fondamentali come grazia, peccato mortale, adorazione, contrizione, transustanziazione)
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: Il Timone, maggio 2016 (n. 153)

Dall'indagine su giovani e fede in Italia emerge un quadro fallimentare. E quando dei giovani battezzati, che hanno frequentato almeno quattro anni di catechismo si esprimono con espressioni del tipo "sono cristiano ma non praticante", allora bisogna avere il coraggio di dire che la catechesi non ha funzionato. Ho dovuto maturare sul campo, dopo vent'anni di catechismo insegnato a persone dalla scuola materna, fino agli adulti, la convinzione che parte di questo insuccesso risieda anche negli strumenti della catechesi.
Ho provato ad utilizzare i Catechismi "per i fanciulli" della CEI, ma dopo un po' ho gettato la spugna. E quando confessavo ad altri catechisti che non riuscivo ad utilizzarli, trovavo quasi sempre consensi, accompagnati però da una sorta di timore reverenziale: i catechisti non volevano che il parroco sapesse e i parroci non volevano che il Vescovo sapesse, etc.
Ma perché questi catechismi sembrano non funzionare (mi soffermo su Io sono con voi e Venite con me)? A questa domanda provo a dare alcune risposte, almeno per stimolare una riflessione.

PAROLE, PAROLE, PAROLE...
Ho provato più volte a chiedere ai bambini cosa avessero capito di pagine del catechismo assegnate (in genere, detesto far leggere il catechismo in classe: l'ho fatto solo in situazioni di afonia...): il risultato era sempre deprimente. Ed anche rileggendo con loro non c'erano miglioramenti significativi. Anche la sezione "per ricordare, pregare e vivere", che dovrebbe in teoria aiutare a memorizzare e cogliere la chiave per accedere al cuore del discorso, non aiutava nessuno. Domande spesso inutili e non essenziali e risposte tutt'altro che chiare...
I catechismi della CEI sono certamente molto verbosi: i bambini si perdono, non riescono ad afferrare cosa ci sia di importante da conoscere in quello che spesso si rivela come un bla bla incessante. Le bellissime "liste" da imparare a memoria: le virtù teologali, cardinali, i sette sacramenti, i vizi capitali... ? Non pervenute.
Oscar Wilde scriveva che «la memoria è il diario che ciascuno porta sempre con sé». Se però nella memoria non si imprime nulla se non qualche pensierino tra il vago e il banale - del tipo: con il Battesimo diveniamo amici di Gesù - allora non ci dobbiamo sorprendere che dei ventenni parlino di Dio solo come di un Qualcuno o qualcosa che probabilmente da qualche parte ci dev'essere...

NEL CUORE DEL DRAMMA
I catechismi della CEI difettano di organicità e di drammaticità: portano "a spasso" il bambino per anni, raccontandogli la vita di Gesù e dicendo che Gesù ci vuole bene, ma non si capisce dove vada a parare... Non voglio banalizzare il discorso, ma posso attestare che se al posto di quella di Gesù, si racconta loro la storia di un uomo che si è sacrificato per salvare una bambina ebrea, i bambini restano più attratti da quest'ultima. L'ho sperimentato.
Col tempo ho compreso che i piccoli sono attratti da ciò che è "drammatico", perché intuiscono che è qualcosa di serio che può riguardarli e li tocca di vicino. Ecco, un buon catechismo dovrebbe mettere il bambino nel cuore del dramma, facendogli percepire che è pienamente dentro questa storia e che l'happy end non è affatto scontato. Ed in questo dramma mostrargli il punto di partenza, quello di arrivo, la strada da percorrere, i rischi e i pericoli che si possono incontrare... La drammaticità esige un'organicità. Non è possibile, per esempio, che il discorso sui novissimi venga liquidato in tre-quattro paginette alla fine di ciascun volume, non dicendo quasi nulla sull'Inferno, il Purgatorio ed il Giudizio, e concentrandosi esclusivamente sul Paradiso visto, appunto, come una specie di happy end scontato. Perché allora prendere la fede molto sul serio?

MANCA IL "VOCABOLARIO" CRISTIANO
Il catechismo deve introdurre il bambino nella vita della Chiesa che ha un linguaggio, simboli, delle tradizioni, e feste propri. I catechismi della CEI utilizzano di rado il "vocabolario" cristiano. Grazia, peccato mortale e veniale, adorazione, contrizione, transustanziazione: termini desaparecidos. Ho sempre visto uno stupore, frammisto ad orrore, quando dicevo ad altri catechisti che insegnavo il termine transustanziazione ai bambini.
Le obiezioni erano le solite: troppo difficile, non riescono nemmeno a pronunciarlo... In realtà se c'è un termine che azzeccano sempre è proprio questo. I bambini amano le sfide: se si sta solo al loro livello, dopo poco si annoiano; se invece si stimolano con cose un po' più complicate, difficili, allora danno il meglio di sé. Provare per credere. Se i termini che maggiormente si incontrano sono "camminare insieme", "pace", "volere bene", "essere buoni", non si può che preparare cristiani pronti a liquefarsi nel mondo, cristiani senza identità e a disagio nella Chiesa, della quale non hanno mai imparato la lingua.

COS'È LA MESSA?
Sezione liturgia e i sacramenti: incipit tragoedia parvulomm... Il cap. 8 di Io sono con voi si intitola significativamente "Andiamo alla cena del Signore": dopo aver riconosciuto che non siamo buoni come Gesù vuole e dopo aver ascoltato la sua parola, lo ringraziamo per il frutto della terra e il lavoro dell'uomo (questo sarebbe l'Offertorio) e poi celebriamo la cena; infatti «sulla nostra tavola c'è pane e vino. C'erano anche sulla tavola di Gesù quando celebrò con gli apostoli l'ultima cena» (p. 132).
Grande spazio viene, invece, dato allo scambio della pace, che sembra essere diventato un gesto centrale ed insostituibile, e poi «il sacerdote invita tutti alla cena di Gesù» (p. 135), con tanto di disegni di persone che vanno a fare la Comunione, rigorosamente sulla mano, mentre il coro canta e strimpella la chitarra. Occorre chiedersi come mai i giovani battezzati si definiscano in gran parte cristiani non praticanti? La Messa non è più questione di vita e di morte, non è un evento tragico e mirabile: e allora perché andarci?
L'ideale sarebbe rimettere mano a questi sussidi, sperando di...non cadere dalla padella alla brace.

Nota di BastaBugie: in questo nostro articolo del 2009 suggerivamo degli ottimi catechismi da usare per la preparazione dei bambini e dei ragazzi a ricevere i sacramenti.
Sono stati utilizzati da tanti parroci che ne hanno sperimentato l'efficacia e l'aderenza alla dottrina cattolica:

FINALMENTE C'E' UNA VALIDA ALTERNATIVA AI CATECHISMI DELLA CEI
I libri di catechismo della Mimep-Docete, oltre che graficamente belli, hanno anche contenuti forti e chiari per l'educazione alla fede cristiana (e con un costo irrisorio)
di Giano Colli
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=524

ECCO COME MI SONO VISTA COSTRETTA AD ABBANDONARE L'INSEGNAMENTO DEL CATECHISMO CHE TANTO AMAVO
Divieto di presentare ai bambini la dottrina cattolica e nuove strategie: cronaca di un ordinario fallimento parrocchiale
Fonte: Riscossa Cristiana
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4243

NELLA MIA PARROCCHIA SI INSEGNA LA DOTTRINA COME DIO COMANDA
E con il ''campionato di catechismo'' si stimolano i bambini a imparare a mente le nozioni che gli rimarranno per tutta la vita
di Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4251

Fonte: Il Timone, maggio 2016 (n. 153)

4 - FAMIGLIE ARCOBALENO? A ME SEMBRANO MONOCOLORE
Trovo incoerente parlare di prevenzione della violenza sulle donne e poi sostenere l'utero in affitto quando non c'è niente di più violento che privare una madre del proprio figlio (e privare un figlio di uno dei suoi genitori naturali)
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 17/06/2016

Conosco purtroppo sempre più persone che soffrono per un doloroso desiderio di figli che non arrivano. Una mancanza, uno strazio persino, che a volte, immagino, toglie il fiato, soprattutto alle donne. La sensazione del tempo che passa, che rende mese dopo mese un po' più lontana la speranza di un compimento, diventa una cappa. A volte accanto a queste donne ci sono uomini che riescono a convivere meglio con l'assenza, e hanno meno voglia di imbarcarsi nell'interminabile impresa dell'adozione (quando ci si occuperà seriamente di renderla più possibile?). Così gli anni passano, e ognuna di queste amiche, di questi miei amici ha dato la sua risposta al dolore e al vuoto. C'è chi diventa fecondo in altro modo, aiutando chi incontra ed è nel bisogno, chi invece investe sul lavoro, chi converte l'attesa in creatività, chi semplicemente non ci pensa più e convive abbastanza in pace con una zona buia nella sua vita, chi è nel lutto.

OGNUNO È INFELICE A MODO SUO
Capisco o forse solo intuisco che mancanza sia. Capisco che la mancanza sia dolorosa allo stesso modo, o meglio in modi tutti diversi - ognuno è infelice a modo suo, come dice Tolstoj - ma con la stessa intensità per tutti, indipendentemente da tante variabili, comprese quelle delle preferenze sessuali. Credo che il desiderio di una nuova vita da accudire sia sempre un desiderio buono in sé, ma sono certa che non tutte le azioni che tendono a soddisfarlo siano buone, perché, è un dato della realtà con cui facciamo i conti tutti i giorni, non tutti i desideri possono essere soddisfatti. Il limite non è solo la tecnica: per esempio, costruire scuole con l'amianto è una cosa che si può tecnicamente fare, ma deve intervenire un giudizio. Il criterio di fondo è: il mio bene fa del male a qualcun altro? Che usare l'amianto non sia un bene oggi lo capiscono tutti. Proviamo a ragionare sul fatto di cercare di avere un figlio a tutti i costi, di decidere al posto suo molte cose fondamentali: per esempio che debba vivere senza uno o entrambi i suoi genitori biologici e non per una disgrazia ma per una decisione programmatica degli adulti, che sia privato della madre nell'istante del parto, che non possa conoscere le sue radici, che non possa rapportarsi col genitore del suo stesso sesso, anche se adottivo, o del sesso opposto. Il buon senso e il criterio di prudenza, che anche chi invoca la scienza e la tecnica devono rispettare trattandosi del più debole tra i deboli, dicono che nessuno può permettersi tanta libertà di fronte a una creatura indifesa.
Molte altre cose non le conosco, e se vogliamo essere onesti non le conosce nessuno. Alcune non le capisco. Capisco che il desiderio sia tanto forte da arrivare anche a pagare una donna per farle un'anestesia e prenderle degli ovuli, anche se questo comporta un precedente fortissimo bombardamento ormonale pericolosissimo per lei. Credo però che questo sia uno sfruttamento della donna ben più grave della prostituzione, perché non viene sfruttato solo lo stesso apparato genitale, ma anche qualcosa di ben più prezioso, il principio di una vita. Non conosco cosa succede nel cuore di una donna che ha venduto i suoi ovuli per denaro, come potrà sentirsi quando penserà che ci sono dei figli suoi in giro per il mondo, figli che un giorno vorranno sapere da dove vengono i loro capelli biondi, i loro occhi verdi, l'indice storto o l'alluce corto, o quella misteriosa tristezza che li assale nei giorni di sole. Non potrà non chiedersi ogni tanto come sta, se è felice, se qualcuno gli sta facendo del male. So come stanno le mamme con i figli congelati in qualche laboratorio: male, malissimo.

È IL BENE DEL BAMBINO?
Capisco che si possa essere pronti a prendere questo ovulo, a fecondarlo e a metterlo nel grembo di un'altra donna, e che questo comporti un esborso di denaro che per esempio secondo Mario Caballero - il direttore di Extraordinary Conceptions - si aggira sui 150mila dollari solo per il bambino, per non parlare delle spese di mantenimento all'estero per tutto il periodo necessario. Capisco che i pochissimi, pochissimi privilegiati che abbiano tutta questa disponibilità economica siano pronti a qualsiasi cosa pur di stringere tra le braccia un neonato. Lo capisco perché io avrei pagato anche un miliardo di euro se lo avessi avuto per tenere in braccio i miei figli (ma i miei). Sono anche certa che le persone che con tanta determinazione e tanto impegno economico cercano un figlio faranno del loro meglio per dargli tutto quello che possono perché cresca sereno. Ma questo è il vero bene per quelle donne? E soprattutto è il bene del bambino? È un bene che ogni bambino concepito nasca, quelli venuti da uno stupro, quelli congelati in laboratorio, perché quando c'è una vita è comunque un bene. Ma questo non può portarci a dire che è un bene lo stupro. Quando i figli della provetta parlano, alcuni lo stanno già facendo, supplicano di impedire ad altri di vivere quello che hanno vissuto.
Capisco che anche un uomo di 57 anni possa desiderare un figlio, ma non so cosa comporti essere cresciuti da uno che potrebbe essere il nonno. La legge italiana, per esempio, lo vieta. Stabilisce che si possa adottare solo con una differenza massima di 40 anni, e anche se non si sono prodotti faldoni scientifici a sostegno la trovo una norma prudente e di buon senso. È vero che un uomo a quell'età può ancora concepire, ma per tutto ciò che non è naturale deve valere il principio di prudenza, e sempre a favore dei più deboli.

DA DOVE VENGO? A CHI SOMIGLIO?
Anche ragionando con pacatezza, non di pancia, nessuno può negare che la faccenda di Nichi Vendola presenti tantissimi pericoli. Quando si permette che grazie al denaro o al potere si soddisfino desideri, anche buoni, anche ottimi, che violano l'ordine naturale delle cose bisognerebbe essere più prudenti. Io non ho studi da esibire, non li ha nessuno che voglia essere onesto e serio - la casistica è troppo ristretta e con una storia troppo giovane alle spalle. Però qualche certezza ce l'ho. So che quel bambino avrebbe voluto la sua mamma, se avesse potuto scegliere. So che per i bambini "da dove vengo, a chi somiglio" è una delle domande ricorrenti dell'infanzia. So che a nessuna delle persone che conosco, neanche alla più insensibile, farebbe piacere sapere di essere stato tenuto in pancia e poi dato via (che si chiami pagamento o rimborso di spese mediche per il bambino cambia pochissimo), so che cresciamo col suono di una voce, so che si mischiano sangue e respiro e cellule e nessuno può dire cosa significhi l'interruzione di questo legame (le storie di adozione hanno sempre a che fare con l'elaborazione di un lutto). Istintivamente trovo abbastanza ripugnante che questa cosa la possa fare solo chi è molto ricco (e trovo incredibile che lo accetti una persona di formazione marxista). Io credo che lo sappia anche chi lo fa, per questo si espone sui giornali, in tv, in cerca di un'accettazione sociale che possa fargli dimenticare i dubbi: se uno davvero non vuole diventare una bandiera non concede un'intervista al principale quotidiano italiano. Mi pare evidente, al contrario, il tentativo di giustificare culturalmente l'operazione, di contribuire a innescare un cambiamento della mentalità che possa far sentire normale chi ha soddisfatto in modo non normale - usando la parola "norma" in senso statistico - un desiderio. Lo ha detto anche Lo Giudice a Le Iene, che il suo obiettivo era quello. Un cambiamento culturale. Attraverso procedimenti di formazione del sentire comune, come quella teorizzata come finestra di Overton [leggi LA FINESTRA DI OVERTON: COSA HA RESO POSSIBILE QUESTO VELOCE CAMBIAMENTO CULTURALE, clicca qui, N.d.BB], si spera di rendere normale ciò che oggi è inaccettabile ai più (provate a chiedere al barista, al tassista, alla collega non ideologizzata).

SLEALE, PERICOLOSISSIMO E PATETICO
Trovo invece, per finire, profondamente sleale bollare chi come me esprime un dubbio razionale, un atteggiamento di cautela e prudenza in difesa del bambino come ultracattolico, omofobo, bigotto.
Trovo sleale accennare alla necessità di proteggere la famiglia dalla violenza sulle donne, perché non trovo niente di più violento che privare una madre del proprio figlio, niente di più misogino di due uomini che escludono la madre dalla vita del figlio di uno (non è il figlio dei due), niente di più antifemminista di una donna pagata per l'uso del suo utero.
Trovo sleale chiamare arcobaleno le famiglie monocolore, usurpando un simbolo dell'alleanza fra Dio e l'uomo che evidentemente l'interruzione dei processi naturali spezza.
Trovo pericolosissimo infrangere il principio che la vita umana è indisponibile: credo che non ci sia più un argine a nulla, se si viola il principio dell'intoccabilità della vita umana. Perché se qualcuno può disporre della vita di un altro chi sarà incaricato di giudicare quale vita sia degna di vivere, quale embrione far nascere, quale malato eliminare, quale vecchio, quale bambino malformato?
Infine trovo patetico che Vendola osi paragonarsi a San Giuseppe, ma lì si vede che il ritrattino pastello e melenso ha preso un po' la mano. Non esageriamo. Non c'è bisogno di mettere in mezzo Dio. Ma se proprio lo vogliamo mettere in mezzo, sono certa che non sia contento che il suo progetto sull'uomo annunciato fin dalla prima pagina della Genesi sia stato tradito.

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 17/06/2016

5 - LA PRANOTERAPIA NON HA NULLA A CHE VEDERE CON LA SCIENZA (NE' CON LA FEDE CRISTIANA)
Purtroppo raccomandata o praticata da qualche sacerdote, spesso diventa anche un ostacolo alla preghiera (sconsigliati anche ago­puntura, rifessologia, iridologia, reiki, ecc.)
Fonte Sito del Timone, 29/03/2016

La guarigione che proviene dal diavolo ha lo scopo di generare confusione in vista di un male più grande e non ha nulla in comune con il carisma della guarigione: "... a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell'unico Spirito". (1 Cor 12,9). Questo dono che Dio fa gratuitamente, è accompagnato dai doni della fede e della compassione ed è esercitato solo in un ambiente di preghiera, durante il quale si loda Dio, ci si offre al Signore come canali di misericordia attraverso la quale Egli - per mezzo dello Spirito Santo - passa per raggiungere e guarire gli ammalati.

LA PRANOTERAPIA
Generalmente coloro che praticano questa terapia hanno nella loro sto­ria personale o in quella dei loro genitori, collegamenti con la magia, lo spiritismo, etc. Per chi non lo sapesse, la pranoterapia è nata in seno al tan­trismo come pratica magica per ottenere la guarigione dei malati tramite il prana, che significa soffio vitale che il dio del vento Voyù della religione indù avrebbe donato ai suoi seguaci. Il fatto che tanti credono a queste sciocchezze mitologiche è la prova dell'accecamento spirituale in cui tanti si trovano e profetizzato da San Paolo: "Verrà il tempo in cui gli uomini non sopporteranno più la sana dottrina, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole" (2 Timoteo 4,3-4). Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero.
Questa concezione è poi giunta in Occidente per indicare una presunta energia cosmica che la scienza ha dimostrato inesistente. Il Cardinale Ratzinger, da prefetto per la congregazione per la dottrina della Fede, ha dichiarato a riguardo della pranoterapia: "Le pretese doti di guarigione dei pranoterapisti sono un segno di paganizzazione e non hanno nulla a che vedere con la fede cristiana e con il carisma delle guarigioni. Fanno parte di un terribile mondo sotterraneo".
Purtroppo sono molte le persone che fanno ricorso alla pranoterapia, perché praticata da qualche sacerdote o raccomandata da qualche suora. Proprio attraverso questi religiosi è la Chiesa stessa che viene danneggia­ta. Padre Gabriele Amorth ha detto così di questi sacerdoti e religiosi: "Sono ciechi che guidano altri ciechi! È ignoranza colpevole da parte di quei sacerdoti. In questo caso non occorrono condanne vescovili; ci sono già le condanne della Bibbia, dei Concili e della Congregazione per la Dottrina della Fede".
Il sottoporsi alla pranoterapia o il praticare que­sto tipo di guarigione diventa un sicuro ostacolo allo spirito di pre­ghiera e al dialogo con Dio. Per tutti coloro che si sottopongono alle cure dei "guaritori" la preghiera diventa un'abitudine ed il rapporto con in gua­ritore diventa di dipendenza (che spesso gli frutta molto denaro!). La vera liberazione e guarigione è quella di Cristo al quale nulla è impossibile. Secondo la nostra fede è infatti Dio che guida l'uomo e guarisce. Secondo i guaritori è invece l'uomo a dirigere Dio e a guarire per mezzo dei propri doni. Per loro infatti il naturale deriva da una visione metafisica derivata da filosofie pagane.

I GUARITORI
Sono molte le vittime di guaritori che si dicono dotati di "poteri" in grado di agire nel campo delle guarigioni fisiche. Essi ingannano i loro clienti affermando quasi sempre di essere in comunione con la Chiesa. Affermazione resa ancora più credibile da quei religiosi e da quelle reli­giose che non solo li frequentano, ma collaborano con essi, consigliandoli ai sofferenti. I "poteri" di questi guaritori quasi sempre sono ereditati da qualche antenato e più che di "poteri" bisognerebbe parlare di "spiriti" da cui provengono i "poteri" sotto forma di "energia" o "calore" o "fluido" che essi manipolano a loro piacimento con l'imposizione delle mani, o con la recita di finte preghiere imparate a memoria. Preghiere usate sempre come formule magiche e quindi contrarie alla fede cristiana!
Numerosi sono i danni fisici e spirituali ottenuti proprio dall'intervento dei "guaritori". I cristiani poco informati cadono con facilità nelle loro mani, convinti che quello che essi usano per guarire sia semplicemente un "dono naturale" che tutti possono avere. Dall'altro canto i "guaritori" mentono affermando di aderire strettamente alla Chiesa. Questo lo dichia­rano per tranquillizzare i loro "pazienti". Ad esempio i pranoterapisti dico­no che il loro fluido sia un "carisma di guarigione" e come gli Apostoli di Cristo pretendono di imporre le mani (che non sono consacrate come quel­le dei sacerdoti). Essi affermano che anche Gesù era un "grande pranote­rapeuta" (è falso: Gesù è il Figlio di Dio, non un pranoterapeuta) e che le sue parole: "E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che cre­dono: nel mio nome scacceranno i demòni... imporranno le mani ai malati e questi guariranno" (Mc 16,17-18), sono proprio un invito a scoprire que­sto dono naturale presente in ogni uomo e a diventare così guaritori.
Ma Gesù ha parlato di "fede" in Lui, non di "fluido". Questo esclude anche che si tratti di un "dono naturale", ma che si tratta invece di un "carisma" (dono) che Dio concede solo ai cristiani che credono in Gesù, lo seguono e si servono di tale carisma per diffondere il Vangelo e la sua Chiesa e non per fare soldi, come fanno i guaritori e i pranoterapisti (anche se spesso mascherano la cosa chiedendo solo "offerte"!).
Questo è quanto le Scritture e la Santa Chiesa ci insegnano. Tale concetto è in netta con­trapposizione con la "pranoterapia" ed i cosiddetti "doni di guarigione" visti come "doni naturali". Infatti se fossero doni naturali escluderebbero la necessità della preghiera. Il Dio Onnipotente, il Creatore di ogni cosa non ha bisogno del "fluido" o del "calore" dei guaritori per poter sanare. Chiede solo la fede, la preghiera, la pratica assidua della Confessione e della Comunione.
La maggior parte dei guaritori usa pratiche come la pranoterapia, la riflessologia, l'ipnosi, l'ESP (percezione extrasensoriale), l'agopuntura, il reiki e le tecniche orientali di meditazione (il bio feed back, il training autogeno, lo zen, lo yoga, l'aikido, il tai-chi-chuan, lo shiatzu, i corsi di "Dinamica mentale di base", l'omeopatia, etc.)
Pure un documento dell'Ufficio Nazional della Cei per la pastorale della sanità del 20/10/2000, mette in guardia dai rischi per la salute, ma anche per il coinvolgimento di queste terapie alternative con filosofie orientali "non compatibili con la fede cattolica e qualche volta perfino accompa­gnate da pratiche occultistiche". Il documento, parlando di medicina non convenzionale si riferisce a "tutte quelle prassi mediche non fondate su riscontri di anatomia, fisiologia, patologia e terapia: erboristeria, ago­puntura, omeopatia, pranoterapia, rifessologia, iridologia, reiki e shiatzu, che possono rappresentare un rischio per i pazienti che abbandonano le terapie tradizionali, ma di comprovata efficacia".
Se hai praticato o se stai praticando anche solo una di queste tecniche sopra elencate ecco forse spiegata l'origine di tutti i tuoi problemi. Da questo grave pericolo non sono esclusi i cosiddetti autodidatti, cioè tutte quelle persone che consultano libri o riviste specializzate di magia in cerca di fortuna, successo e amore, e quelli che telefonano ai maghi o credono nell'oroscopo lasciandosene quasi condizionare. Per uscirne è necessario che tu ritorni seriamente a Dio, chiedendo aiuto a persone come santi sacerdoti o esperti esorcisti. E solo con la sincera rinuncia a queste tecni­che ed il totale ritorno a Gesù Cristo potrai essere definitivamente libero.

Fonte: Sito del Timone, 29/03/2016

6 - PRETE CONTRARIO ALLE UNIONI GAY: SCANDALOSA PRESSIONE PER CHIEDERE AL PAPA LA RIMOZIONE
Ecco come la dittatura gay intimidisce i preti per ridurre al silenzio qualsiasi forma di dissenso... senza che sia ancora stata approvata la legge Scalfarotto, ma con l'aiuto del vescovo
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19-24/06/2016

Stai a vedere che il vero responsabile della strage di Orlando è un prete della diocesi di Cagliari. È il sospetto che viene leggendo l'ampio servizio che il sito del Corriere della Sera ha dedicato a don Massimiliano Pusceddu, definito «prete anti-gay», e ora addirittura oggetto di una petizione indirizzata al Papa, in cui se ne chiede la rimozione, e che - dice il Corriere - ha già raccolto migliaia di firme. Cosa c'entra il parroco sardo con Orlando? Il Corriere mette in rilievo che don Pusceddu in una omelia del 28 maggio, pochi giorni prima della strage nel locale gay della città della Florida, avrebbe detto che «gli omosessuali, come ricorda Dio, meritano la morte».
In realtà, diciamolo subito, don Pusceddu non ha affatto detto così (ci torneremo più avanti) e basta ascoltare l'omelia per rendersene conto. Eppure, ancor prima del Corriere, altri giornali avevano montato il caso del prete che «vuole la morte dei gay»: Il Fatto quotidiano, L'Unione Sarda e anche la trasmissione radiofonica La Zanzara, in cui peraltro don Pusceddu ha spiegato il senso delle sue parole.
Ma il vero capo d'accusa è il giudizio riservato alla legge sulle unioni civili che «è un colpo al cuore della famiglia» e lo ha fatto citando la Genesi e ricordando che «la verità va predicata sempre». Certo, il vivace amministratore della parrocchia di San Lucifero vescovo a Vallermosa, non ha usato giri di parole per spiegare la situazione: il primo luogo di trasmissione della fede è la famiglia, e «che idea di fede possono trasmettere due omosessuali? Che uno può essere maschietto e sentirsi femminuccia? Tutte porcherie che vanno condannate nella predicazione», ha detto. Parole dure, senz'altro, soprattutto tenendo conto del clima culturale in cui siamo immersi, ma parole che il popolo può capire senza equivoci. Del resto don Pusceddu lo ha detto chiaramente: non dobbiamo compiacere il mondo, la nostra mentalità deve essere quella di Cristo. «Noi abbiamo la Parola di Dio - ha detto - da qui dobbiamo partire, dobbiamo predicare quello che c'è scritto qui». Ed è a questo punto che ha citato la lettera di San Paolo ai Romani (capitolo 1, versetti 26 e seguenti):
«Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa».
Si potrà ovviamente discutere sull'opportunità o meno di calcare la mano su certi concetti, sulla necessità di evitare fraintendimenti pur citando la Parola di Dio (è evidente che San Paolo non pensa alla pena di morte o a stragi in locali gay), sull'opportunità di ricordare almeno che la Chiesa distingue tra il peccato e il peccatore.
Ma alla fine queste sono cose secondarie; quel che conta veramente è che oggi basta che un prete si esprima contro le unioni omosessuali per diventare il "mostro" da sbattere in prima pagina. Basta dire in una omelia che l'atto omosessuale è peccato mortale e si finisce nel tritacarne dei media. Non serve neanche l'intervento dei giudici, basta lanciare il filmato dell'omelia in rete, costruirci sopra il passato "torbido" dell'inquisito (alcuni presunti "precedenti" di don Massimiliano sono esilaranti), e immediatamente il prete diventa oggetto di pubblica indignazione. Quanto basta per scoraggiare tanti altri preti - se mai avessero pensato di farlo - dal ricordare pubblicamente ai fedeli cosa dicono la Bibbia e il Catechismo a proposito di certi peccatucci. Chi lo facesse peraltro, sa che quasi certamente non potrebbe sperare in un intervento del proprio vescovo a sua difesa.
Così, senza neanche il bisogno di una legge sull'omofobia, non solo si tappa la bocca a qualsiasi forma di dissenso, ma si riesce a cambiare anche la dottrina della Chiesa. Figurarsi cosa accadrà quando il ddl Scalfarotto diventerà legge.

IL VESCOVO METTE UN SUO PRETE ALLA GOGNA
Divieto a tempo indeterminato di predicare e di prendere posizioni pubbliche; chiusura del canale You Tube con le sue omelie; sconfessione pubblica del sacerdote e scuse del vescovo a tutto il mondo gay. Sono queste in sintesi le misure prese dall'arcivescovo di Cagliari, monsignor Arrigo Miglio, nei confronti di don Massimiliano Pusceddu, il sacerdote reo di aver duramente criticato in una omelia le unioni civili e avere citato San Paolo per denunciare l'omosessualismo dilagante. [...]
Una cagnara indegna nata da una voluta distorsione delle parole del sacerdote: aveva citato il brano della lettera di San Paolo ai Romani che, dopo una lunga intemerata contro chi lascia andare a passioni omosessuali, conclude dicendo: «E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa». Ma i giornali hanno rilanciato affermando che don Massimiliano ha detto che «i gay devono morire». Da qui il crescendo di polemiche, culminate in una denuncia contro il prete e la raccolta firme per una petizione in cui si chiede la sua rimozione addirittura al Papa. Un gruppetto di Lgbt - provenienti da altre parti d'Italia - ha anche pensato bene di fare un picchetto davanti alla chiesa di Decimopotzu domenica scorsa.
Dopo qualche giorno di riflessione, l'arcivescovo ha dunque deciso di intervenire: per difendere il proprio sacerdote? Per difendere la Chiesa da attacchi pretestuosi? Per reclamare il diritto dei cattolici di leggere e meditare la Parola di Dio? Neanche per idea: il lungo comunicato attacca direttamente don Pusceddu, reo di aver «falsato il pensiero di San Paolo», e chiede «scusa a nome mio e della nostra chiesa diocesana», Oltre all'annuncio delle sanzioni disciplinari di cui sopra.
È davvero triste lo spettacolo di un vescovo che corre a inginocchiarsi davanti al "padrone del mondo", ovviamente nel nome della misericordia e del rispetto verso tutte le persone. Dice monsignor Miglio che San Paolo «nella stessa Lettera (c. 5 e 8), proclama senza ombre la Misericordia di Dio», come se ciò fosse in contrasto con la citazione fatta da don Massimiliano. In realtà proprio la misericordia presuppone la denuncia del peccato, tanto è vero che "ammonire i peccatori" è un'opera di misericordia spirituale, se ancora il vecchio Catechismo è in vigore.
Fare finta che il peccato non esista, o non conti, rende inutile anche la misericordia: tanto più oggi che si confonde il male con il bene e tutto sembra lecito, per aprire la strada alla misericordia è importante indicare con chiarezza dove stanno male e bene. Casualmente proprio oggi la Chiesa celebra la solennità della nascita di san Giovanni Battista, che finì con la testa mozzata per aver ammonito pubblicamente il re Erode riguardo al suo rapporto peccaminoso con Erodiade. C'è da chiedersi se oggi non sarebbe stato silenziato prima da qualche vescovo.
Ma tornando a San Paolo, proprio i capitoli citati da monsignor Miglio per dimostrare l'errore di don Massimiliano, dimostrano esattamente il contrario. Se il capitolo 5 ci dice che «laddove è abbondato il peccato, sovrabbonda la grazia» (la grazia presuppone il peccato), nel capitolo 8 San Paolo ci dice che «non c'è più nessuna condanna», ma «per quelli che sono in Cristo Gesù». Insomma San Paolo chiede la conversione, coerentemente con la dura reprimenda del capitolo 1 contro chi si lascia andare a comportamenti depravati. Dice ancora nel capitolo 8: «Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero. Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio».
Aldilà dell'interpretazione di San Paolo, però, la cosa che più amareggia e sconcerta è questo modo in cui un vescovo abbandona un proprio prete nelle mani di chi lo vuole eliminare in nome dell'ideologia che domina il mondo. Si tratta di episodi che purtroppo diventano sempre più ricorrenti, e che suonano come intimidazione per i sacerdoti che volessero seguire e annunciare l'insegnamento tradizionale della Chiesa. Al contrario infatti, preti che da decenni diffondono eresie dal pulpito e si rendono protagonisti di episodi discutibili, e per questo diventano beniamini dei media, proseguono indisturbati le loro attività pubbliche.
Ma non si vuole qui ridurre la gravità del fatto a considerazioni che potrebbero suonare ideologiche. Il punto è che il vescovo dovrebbe essere come un padre anzitutto nei confronti dei suoi sacerdoti: e quale padre esporrebbe suo figlio al pubblico ludibrio, anche se avesse commesso un errore? Quando un vescovo abbandona così un prete, è tutta la Chiesa che diventa insicura per i fedeli. Peraltro, colpendo don Massimiliano, monsignor Miglio ha colpito direttamente anche il movimento da lui fondato, gli Apostoli di Maria, ormai diffuso in tutta Italia e altrove nel mondo, il cui carisma consiste nella diffusione della preghiera del rosario nelle famiglie (vedi la testimonianza linkata).
Un'ultima nota: il comunicato del vescovo è arrivato alla vigilia del "Sardegna Gay Pride" che si svolgerà domani a Cagliari. Diventa difficile non pensare che si sia sacrificato un prete sperando nel quieto vivere o nella gratitudine dei partecipanti. Ma vale la pena dare un'occhiata allo spot che promuove questo gay pride, che coinvolge anche un ragazzino, per capire meglio a chi ci si sta sottomettendo

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19-24/06/2016

7 - NIETZSCHE E NAZISMO, AMORE A PRIMA VISTA
La tesi innocentista non regge, l'influsso di Nietzsche sui seguaci di Hitler è evidente in tutti i campi
Autore: Francesco Agnoli - Fonte: Il Timone, maggio 2016 (n. 153)

Una delle polemiche più intense nel campo della filosofia del Novecento è quella che riguarda il legame, vero o presunto, tra l'ideologia nazionalsocialista e il filosofo tedesco.
La parentela tra il sostenitore della morale dei signori e il pensiero nazista è stata affermata, pressoché in modo unanime, sino alla fine della II guerra mondiale.
A Nietzsche si richiama anche, nel 1919, Benito Mussolini, secondo il quale "noi che detestiamo dal profondo tutti i cristianesimi, da quello di Gesù a quello di Marx, guardiamo con simpatia straordinaria a questo riprendere della vita moderna, nelle forme pagane del culto della forza e dell'audacia" (Mussolini, Opera omnia, Firenze 1951-1963, vol. XIV, p. 193).
Il nazismo ama riferirsi in più occasioni ad alcune idee del filosofo, soprattutto ad opera di Alfred Baeumler, cui il regime nazista affida presentazione e cura delle opere del filosofo. Negli anni Trenta-Quaranta che Nietzsche sia un pensatore utilizzabile dal nazismo sembra innegabile sia ai nazisti e ai nazionalisti in genere, sia a molti intellettuali di tendenza socialista, marxista o cattolica.
Un legame, più o meno forte con il nazismo, o quantomeno con un radicalismo aristocratico dispotico, violento e superomistico, anticipatore del delirio hitleriano, è stato sostenuto anche, prima dell'affermarsi di tesi "innocentiste", da personalità come Thomas Mann, Ernst Bertram, Vilfredo Pareto, Benedetto Croce, Karl Löwith ("ha preparato la strada che lui stesso non percorse"), Ernst Bloch, György Lukács...
Per tutti costoro la parentela tra il filosofo e l'ideologia nazista è evidente, anche se ciò non significa che si possa fare di Nietzsche un nazista tout court (dimenticando per esempio le sue parole di fuoco verso una pretesa superiorità tedesca: «Entusiasmarsi per principio Deutschland, Deutschland, über alles o per il Reich tedesco: non siamo abbastanza stupidi per questo» (Nietzsche, Frammenti postumi 1884, vol. VIII, tomo III, 25 [251]).

LA FINE DEL NAZISMO E LA DENAZIFICAZIONE DI NIETZSCHE
Dopo la fine del nazismo è subentrato, soprattutto a sinistra, il tentativo di denazificare il filosofo, sostenendo soprattutto una tesi: che l'interpretazione nazista sarebbe stata resa possibile dalle falsificazioni della sorella del filosofo, Elisabeth, che avrebbe pubblicato i frammenti de La volontà di potenza dopo opportune manipolazioni, e dall'aver trascurato le numerose prese di distanza del filosofo dall'antisemitismo tedesco a lui contemporaneo.
Così Gianni Vattimo ha potuto parlare di "favola di un Nietzsche 'profeta del nazismo'", di un'incomprensione di fondo del pensiero del filosofo basato anche su falsificazioni testuali, e persino su "autofraintendimenti" di Nietzsche stesso.
La tesi innocentista, volta a cancellare ogni legame tra il pensiero di Nietzsche e quello totalitario, si è potuta anche appoggiare su di un fatto: la speranza di Nietzsche, soprattutto alla fine della sua vita, di trovare un alleato per la trasvalutazione dei valori nella finanza ebraica, e la presenza tra i suoi principali traduttori, divulgatori ed estimatori, quando era ancora in vita, di molti ebrei, come Georg Brandes o Daniel Halévy.
In verità l'amore di intellettuali ebrei per Nietzsche potrebbe essere spiegato molto bene ricordando un precedente: quello di Voltaire, violento antisemita, eppure sponsorizzato anche da ambienti ebraici che avevano alcuni conti da regolare con l'odiato Antico Testamento, da tempo ripudiato, e con il Vangelo, frutto per loro malato di menti ebree (qualcuno parla di "odio ebraico verso se stessi"; qualcosa di analogo all'odio di molti occidentali di tradizione cristiana, per il cristianesimo).

LA TESI NON REGGE
La tesi innocentista, non molto in voga presso gli storici, propensi per lo più a sottolineare il contrario (da W. Shirer a Eric J. Hobswam, da Gerhard Ritter a Ernst Nolte e Arno Mayer ...), è tornata ad essere messa in discussione negli ultimi decenni anche presso i filosofi. Si deve in particolare a Domenico Losurdo, ordinario di storia della filosofia ad Urbino, ed autore del ponderoso volume Nietzsche, il ribelle aristocratico, una ricostruzione del pensiero di Nietzsche non più disancorata dal contesto storico appropriato: per Losurdo, per esempio, non si può fingere che quando il filosofo parla di "annientamento di milioni di malriusciti", di "popoli malriusciti", di "malaticci, infermicci, estenuati, da cui oggi l'Europa comincia ad essere ammorbata", di "menzogna dell'eguaglianza delle anime"... si tratti solo di metafore innocenti e fascinose, senza legame alcuno con la realtà dell'epoca, segnata dal diffondersi plateale della mentalità razzista e di quella eugenetica promossa anzitutto da Francis Galton (verso cui Nietzsche esprime in più occasioni, esplicitamente, la sua stima).
Analogamente, quando Nietzsche elogia la schiavitù degli inferiori, non si può dimenticare che lo fa in un'epoca in cui di schiavitù concreta e di abolizionismo si dibatte ogni giorno sui giornali da lui letti. Quando poi al superuomo, è possibile fingere che la furba traduzione "oltre-uomo" ripulisca il termine dal suo odore malvagio, dimenticando volutamente che il termine non rimane, in Nietzsche, senza precisi ed espliciti riferimenti storici, a Giulio Cesare, al crudele e senza scrupoli Cesare Borgia, al dittatore e sterminatore Napoleone?
Quanto alle presunte manipolazioni nazistificanti di Elisabeth, tante volte chiamata in causa come un "parafulmine" per scagionare il filosofo dai riconoscimenti attribuitigli dal nazismo, sono ormai in tanti a ricordare un fatto banale: La volontà di potenza viene pubblicato nel 1901, quando Hitler è solo un ragazzino ed Elisabeth, che non è un'indovina, non può aver alcuna ragione per presentare il fratello come un hitleriano ante litteram .
Per chi scrive il tentativo di "denazistificare" Nietzsche - tentativo, nota Maurizio Ferrraris nel suo Spettri di Nietzsche, che ha luogo, "non casualmente fuori della Germania"- ricorda l'analoga operazione fatta da quanti presentano tutte le realizzazioni del comunismo come pure incomprensioni del pensiero di Karl Marx.

CONTRO LA MORALE BIBLICO-CRISTIANA
E' vero, Nietzsche non è un pensatore sistematico, e dalla sua ricca produzione si possono trarre pensieri anche contrapposti e antitetici, ma alcuni nazisti avranno la possibilità di utilizzare, almeno in parte, le sue opere, e di rifarsi ad esse, per il semplice fatto che, come lui, rinnegano totalmente la morale biblico-cristiana, contenuta nel Vecchio e nel Nuovo Testamento; come lui denigrano la "compassione" (che per Nietzsche ci "carica della miseria altrui", "intralcia la legge dell'evoluzione, che è legge della selezione", favorendo "l'abbondanza di malriusciti") e negano l'esistenza di una morale oggettiva e trascendente, così come l'eguaglianza in dignità tra gli uomini; come lui ammirano Napoleone e i superuomini-dittatori, e vogliono annientare, con l'eugenetica, i malriusciti e i malaticci; come lui predicano le virtù guerriere, del corpo e della forza, contro le virtù dello spirito e identificano, come un unico male proteiforme, ebraismo, cristianesimo e socialismo...
Certo, come mai Nietzsche, malaticcio, debole di salute, infermo nella psiche, non proprio di successo, come spererebbe, con le donne... possa divenire l'esaltatore dell'uomo forte, sano, guerriero, appare a prima vista un mistero; ma un mistero perfettamente conciliabile con la sua mania di grandezza frustrata, con il suo orgoglio piegato dalla vita reale (nelle sue lettere scrive sempre di essere "un animale straordinariamente famoso", vanta schiere di ammiratori, soprattutto tra le "signore più affascinanti" del bel mondo..., senza che ciò sia vero); un mistero del tutto analogo a quello del suo ammiratore Adolf Hitler: piccolo, nero, sgraziato, fisicamente gracile, di sangue non del tutto "puro"... sarà il massimo teorico della superiorità degli ariani alti, biondi, fisicamente possenti!
Non è forse il risentimento, verso una realtà che non è interamente dominabile, a fargli dire che "Dio è morto"? Non è forse la rabbia per il non poter essere davvero Dio, a generare l'odio verso Dio? Non è forse, la follia di Nietzsche, null'altro che l'inevitabile sbocco del tentativo inesausto di cambiare la realtà dei fatti, quella per cui Dio è Dio, e l'uomo una fragile, eppur nobile, creatura?

GLI EBREI
Quanto all'antisemitismo, Nietzsche non è antisemita nel senso razziale del termine. Ma la sua polemica costante con il popolo ebreo, in quanto portatore di dogmi nefasti (esistenza di un Dio trascendente e personale, creazione del mondo, eguaglianza e fratellanza delle anime, esistenza della colpa e del peccato, dell'aldilà e di un giudizio finale, decalogo mosaico contenete anche il "non uccidere"...), è del tutto analoga a quella che effettueranno i nazisti, concordi con lui persino nel respingere il tempo lineare biblico, cui contrapporranno il simbolo ciclico della svastica e la reincarnazione hitleriana.
Così l'estraneità di Nietzsche, in vari passi, al razzismo, e il suo desiderio di fucilare, oltre al papa e alcuni altri avversari politici, gli antisemiti, va insieme con questa definizione: "un antisemita è un ebreo invidioso, vale a dire il più stupido tra di loro" (cit. in Nietzsche e gli ebrei, Giuntina, Firenze, 2011, p. 243); con la convinzione che il maledetto cristianesimo sia figlio dello "spirito sacerdotale ebraico"; con l'attacco mortale alla "morale ebraico-cristiana", agli ebrei come "popolo più infausto della storia", agli ebrei polacchi contemporanei che, come i primi cristiani, "non hanno un buon odore", all'esaltazione di Pilato che consegna l'ebreo Cristo alla morte -"un ebreo in più o in meno- che conta?" (L'Anticristo, cap. 24 e 46); e ancora: "Gli Ebrei - un popolo "nato per la schiavitù", come dice Tacito e con lui tutta l'antichità [...]: è con esso che comincia, nella morale, la rivolta degli schiavi" (Nietzsche, Al di là del bene e del male, Adepphi, 1977, p. 94).

Fonte: Il Timone, maggio 2016 (n. 153)

8 - L'ITALIA ACCETTA LA DEGRADAZIONE MORALE IMPOSTA DAGLI ORGANISMI INTERNAZIONALI
Due Commissioni della Camera dei deputati approvano con l'appoggio di tutti i partiti la diffusione di contraccezione, aborto, sterilizzazioni forzate, gender, transessualismo, ecc.
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: Corrispondenza Romana, 08/06/2016

Il 25 maggio scorso le Commissioni Affari costituzionali ed Esteri della Camera hanno approvato, con un solo voto contrario, la Risoluzione n.7-00988 che impegna l'Italia nei consessi internazionali a diffondere la pratica della contraccezione e dell'aborto, nonché a sostenere la cosiddetta teoria del gender.
Infatti nel testo della Risoluzione si può leggere che le Commissioni «impegnano il Governo in occasione dei prossimi appuntamenti internazionali a promuovere e rafforzare la tutela dei diritti e della salute sessuali e riproduttivi, la parità di genere, i diritti umani delle donne e delle ragazze e il loro empowermnent in tutti i settori, al fine di favorire le condizioni per una vita autodeterminata, sana, produttiva; ad affrontare le cause strutturali della discriminazione basata sul genere e a promuovere le condizioni che favoriscono la trasformazione nelle relazioni di genere per renderle egualitarie».
Gli appuntamenti internazionali a cui si fa cenno sono soprattutto i G7 - in primis quello appena concluso in Giappone - che vedono riuniti i grandi della Terra. In queste occasioni quindi il governo italiano dovrà «promuovere e rafforzare la tutela dei diritti e della salute sessuali e riproduttivi» della donna, perifrasi che, come è noto, a livello internazionale significa né più né meno che contraccezione, aborto e sterilizzazione. Tanto per rimarcare che la vita nascente non deve essere accolta in ogni caso, bensì solo se la donna lo vuole ecco che si specifica che occorre «favorire le condizioni per una vita autodeterminata» e «garantire il pieno rispetto per l'autonomia del corpo delle donne il loro diritto ad averne il controllo e decidere liberamente e responsabilmente riguardo alla propria sessualità».
L'altro obiettivo è la promozione della gender theory che insegna, tra le altre cose, che il sesso biologico può essere differente dall'identità psicologica ("identità di genere", come ama definirla l'ideologia gender), cioè che se Tizio è maschio non necessariamente deve percepirsi come maschio, ma può sentirsi femmina. Questo in sintesi sono i concetti che si adombrano dietro espressioni come "identità di genere", "discriminazione basata sul genere" e "relazioni di genere". La parola "genere" ha sostituito la parola "sesso" nel vocabolario del militante omosessualista.
La Risoluzione poi guarda anche al tema della cooperazione per quei paesi che sono in via di sviluppo. Al tal fine, richiamando l'Appello finale della Conferenza dei parlamentari del G7 di Berlino 2015, il governo si impegna a destinare «almeno il 10 per cento dei fondi per promuovere la salute e i diritti sessuali e riproduttivi, la parità di genere, i diritti umani delle donne e delle ragazze e il loro empowermnent». Quindi il 10% dei fondi stanziati dai paesi aderenti al G7 andranno a finanziare su un primo fronte aborti, uso dei preservativi e sterilizzazioni forzate e dall'altro ad esempio la stampa di libri da usare nelle scuole che promuovano l'omosessualità, il transessualismo e i "matrimoni" gay.
«Diritti sessuali e riproduttivi» e «tutela dell'identità di genere» ovviamente non sono espressioni coniate dall'Italia, bensì in primis dall'ONU. Ad esempio se andiamo a prendere i Millennium goals, i 17 nuovi Obiettivi i quali dovranno essere raggiunti a livello mondiale entro il 2030, troviamo due paragrafi intitolati Parità di genere e Vita sana. In quest'ultimo si fa esplicito riferimento ai diritti sessuali e riproduttivi. L'Italia segue a ruota e in modo prono obbedisce al mainstream imposto dall'alto.

Fonte: Corrispondenza Romana, 08/06/2016

9 - OMELIA XIV DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 10, 1-12.17-20)
Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 3 luglio 2016)

Il Signore manda i suoi Discepoli a due a due davanti a sé per annunziare le Buona Novella, e li manda come agnelli in mezzo a lupi. Oggi più che mai è necessario questo annunzio evangelico e, oggi più che mai, il discepolo di Cristo è mandato come agnello in mezzo ai lupi. In questa opera evangelizzatrice, il discepolo di Cristo non deve contare sui sostegni umani, ma innanzitutto sulla grazia di Dio.
Inevitabilmente ci sarà chi rifiuterà il Vangelo e, di conseguenza, rifiuterà o addirittura perseguiterà colui che gli reca questo annunzio. Infatti, nel corso dei secoli, sono stati numerosi gli evangelizzatori che hanno coronato con il martirio la loro opera missionaria. Soprattutto un tempo, dire missionario voleva dire martire.
Gesù invita a pregare: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!» (Lc 10,2). Oggi più che mai si sta realizzando questa situazione: vi sarebbe molto da lavorare nella vigna del Signore, ma pochi sono gli operai, ovvero le vocazioni. La situazione è preoccupante: vi sono paesi senza sacerdote, tanti conventi si svuotano e diventano magari alberghi o cose del genere. San Giovanni Maria Vianney diceva: «Lasciate un paese senza sacerdote per vent'anni e, alla fine, adoreranno le bestie!».
Cosa fare per suscitare vocazioni? Nel Santo Vangelo Gesù ci indica un'unica soluzione: «Pregate»! Non parla di riunioni, conferenze o gite organizzate per ragazzi, ma di preghiera. Con questo non si vogliono escludere le altre iniziative che, comunque, sono sempre belle e valide. Si vuole unicamente insegnare che, senza la preghiera, tutte le iniziative umane rimarranno infruttuose.
Cosa possiamo fare concretamente? Possiamo organizzare delle ore di Adorazione eucaristica per ottenere il dono delle vocazioni. Bisogna farsi avanti e manifestare ai propri sacerdoti la volontà e la disponibilità di assicurare la propria presenza durante queste ore di preghiera. Noi sacerdoti siamo contenti di vedere che c'è qualcuno che si vuole impegnare! Non bisogna aspettare di essere in tanti per iniziare: bastano poche anime generose. Sarà come un piccolo seme gettato nella terra. Se, nonostante tutti gli sforzi, non si riuscirà a organizzare niente, iniziamo da soli. In tal caso ci si metterà davanti al Tabernacolo e si chiederà a Gesù il dono di numerose e sante vocazioni.
Nella vita di un missionario, di nome Carlo Goldmann, si racconta un episodio molto bello. Fin da bambino c'era chi pregava per lui. Una suora, ispirata da Dio, pregava per quel piccolo bambino che da poco era rimasto orfano di madre. La suora chiedeva per lui al Signore il dono della vocazione e sperava vivamente, entro vent'anni, di poterlo vedere sacerdote. Ella pregava ogni giorno secondo questa intenzione e il bambino non sapeva nulla. Egli lo venne a sapere solo alla fine, quando stava diventando sacerdote. Crescendo, Carlo divenne un giovane allegro e spensierato che non pensava minimamente alla vocazione. Ma, ad un certo punto della sua esistenza, avvenne qualcosa di unico e irripetibile: avvertì con chiarezza che il Signore lo chiamava alla vita religiosa e sacerdotale. Rimane sempre un mistero la percezione di questa chiamata. È come una luce che irrompe improvvisamente nell'anima e, a quella luce, si comprende quello che deve essere il nostro cammino. Chi aveva acceso quella luce? Le preghiere perseveranti dell'umile suora che non aveva mai perso di vista quel ragazzo. Fu così che allo scadere dei vent'anni, dopo varie peripezie, infuriava infatti la Seconda Guerra Mondiale, Carlo divenne sacerdote francescano e di lì a pochi anni partì missionario per il Giappone.
Vogliamo accendere anche noi questa luce nei cuori di tanti giovani. Se pregheremo con umiltà e perseveranza otterremo il dono di tante vocazioni.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 3 luglio 2016)

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