BastaBugie n�471 del 14 settembre 2016
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IL FESTIVAL DI VENEZIA SBEFFEGGIA IL PAPA E IL VATICANO
La serie tv ''The Young Pope'' di Paolo Sorrentino prodotta da Sky sorpassa in bruttezza, volgarità e blasfemia il pessimo film satirico ''Habemus Papam'' di Nanni Moretti
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana
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CHI HA TRASMESSO IL DOCUMENTARIO PIU' CRUDELE CONTRO MADRE TERESA? TV2000, IL CANALE DELLA CEI
Il documentario presenta la santa di Calcutta come un'invasata
Autore: Sabino Paciolla - Fonte: Tempi
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ATEI ALL'ATTACCO NEGLI STATI UNITI: VIA BIBBIE, PREGHIERE E SEGNI RELIGIOSI
Ecco perché i cristiani indifesi e perseguitati sono tentati di votare in massa per Donald Trump
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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GENDER A SCUOLA: HAI 5 ANNI? PENSACI BENE, SEI GAY?
Altre notizie dal gaio mondo gay: corsi pre-matrimoniali gay, donne ''trasformate'' in uomini che però ora vogliono partorire, dichiarazione choc del cardinal Maradiaga, arrestato il ballerino gay di ''amici'' per omicidio
Fonte: Notizie ProVita
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AI CONFINI DEL POST UMANO L'UOMO SI SOSTITUISCE A DIO
I robot stanno sostituendo l'uomo mentre l'uomo regredisce a macchina... ma l'intelligenza artificiale elabora, non pensa
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: Il Timone
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EBBENE SI, LA VERITA' DIVIDE, QUINDI I CATTOLICI DIVIDONO
Intanto un gruppo di amici si ritroverà al santuario di san Luca a Bologna per tornare all'autentico spirito di don Giussani
Autore: Antonio Socci - Fonte: Blog di Antonio Socci
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CAOS CINQUESTELLE A ROMA: IN FUMO IL MITO DELLA SUPERIORITA' MORALE
Lunga è la lista dei sedicenti onesti contro i corrotti: da Rousseau a Marx e Gramsci, passando per Berlinguer e Occhetto, per arrivare a Antonio di Pietro, Leoluca Orlando e Luigi De Magistris, fino ai grillini Di Battista, Di Maio e alla Raggi
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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A PALERMO UN PRETE GAY-FRIENDLY DISCRIMINA CHI NON E' OMOSESSUALE
Il parroco alla Messa ha presentato una coppia di lesbiche che avrebbe contratto unione civile esprimendo rammarico per non poter benedire i loro anelli come si fa con gli sposi
Autore: Rodolfo Casadei - Fonte: Tempi
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OMELIA XXV DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 16,1-13)
Chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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IL FESTIVAL DI VENEZIA SBEFFEGGIA IL PAPA E IL VATICANO
La serie tv ''The Young Pope'' di Paolo Sorrentino prodotta da Sky sorpassa in bruttezza, volgarità e blasfemia il pessimo film satirico ''Habemus Papam'' di Nanni Moretti
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana, 07/09/2016
La figura del Papa è approdata alla Mostra del Cinema di Venezia di quest'anno nel modo peggiore che si potesse immaginare. Essa è stata dileggiata, schernita, vilipesa con gli strumenti dell'affabulatore pensiero contemporaneo, ammantato di abilità artistica e cerebrale. A Venezia sono state presentate le prime due puntate (sulle complessive dieci) della serie tv The Young Pope, diretta dal regista pluripremiato Paolo Sorrentino e prodotta da Sky, HBO e Canal+: investimento sostanzioso per un prodotto che, in contemporanea al Pontificato di Francesco, elimina in toto l'aura di sacralità del Pontefice. Sorrentino, che si è limitato a raccogliere tutto ciò che offre la secolarizzata e materializzata civiltà occidentale, con questo provocatorio lavoro sorpassa in bruttezza, in volgarità e blasfemia il satirico Habemus Papam di Nanni Moretti: là il Papa, che aveva comunque già perso il suo ruolo di Vicario di Cristo, era un uomo insicuro, bisognoso dello psicanalista. Qui, invece, siamo di fronte ad un uomo diabolico.
CHIESA COME POTERE, FOBIE E MANIE DI GRANDEZZA La Chiesa viene rappresentata soltanto come un contenitore di vanità, di potere, di fobie e di manie di grandezza. Vero squallore per gli squallidi tempi che viviamo, dove il limite non esiste più, come ha dimostrato l'orrenda vignetta di Charlie Hebdosulle vittime del terremoto del 24 agosto scorso. Miasmi di un'età in cui il Papato da 50 anni a questa parte ha sempre più rinunciato ad assolvere il suo compito fondativo: confermare i fedeli nella fede ed evangelizzare le genti per la salvezza eterna delle anime. Il papa di Sorrentino è americano, si chiama Lenny Belardo - interpretato da Jude Law - e, una volta eletto, prende il nome di Pio XIII. Fuma in maniera compulsiva, mette le infradito, indossa scarpe Louboutin. Dal 21 ottobre andrà in onda su SKY Atlantic e, forse, sarebbe buona cosa che gli uomini di Chiesa, soprattutto le alte gerarchie, ne prendessero visione al fine di rendersi conto che cosa sia davvero accaduto nel voler, con il Concilio Vaticano II, dialogare con il mondo e con i lontani: non solo le vocazioni sono rare e le chiese sempre più vuote, ma ormai la figura del Capo della Chiesa viene sbeffeggiata e dileggiata con arroganza, tanto da arrivare a far dire al papa: «Non credo in Dio» per poi sogghignare mefistofelicamente e dire «Sto scherzando». Ma questo film non è affatto uno scherzo e neppure una buffonata. È, al contrario, estremamente serio nel rispecchiare un'epoca in cui la Chiesa terrena ha perso l'orientamento, ha smarrito, in sintesi, l'altare rivolto verso oriente, verso Dio.
IL REGISTA NON HA NESSUN TIMORE PER I COMMENTI OLTRE TEVERE «Quali reazioni mi aspetto dal Vaticano? È un problema loro, non mio, capiranno che è un lavoro onesto, senza sterili provocazioni o pregiudizi, sulle contraddizioni e le difficoltà di quel mondo, e di un prete speciale che è il Papa» ha detto al Corriere della Sera lo scorso 3 settembre. Perverso e pasoliniano meditare cinematografico quello di Sorrentino in questa architettonica operazione. Comunque sia, il film infierisce pesantemente sul Vaticano, che dovrebbe porsi davvero il «problema»: dalla crisi della Chiesa postconciliare si è passati all'agonia, sulla quale irridono coloro che utilizzano le debolezze altrui per farne il proprio successo e per servire il padrone degli abissi. L'astuto Sorrentino non vuole far intendere che la Chiesa sia cambiata, perché, così facendo, metterebbe in allarme, allora indaga su «come si gestisce e si manipola il potere in uno Stato che ha come dogma e come imperativo morale la rinuncia al potere e l'amore disinteressato verso il prossimo». Ci vorrebbe, secondo il regista, più e più libertà nella Chiesa (siamo di fronte all'abbraccio mortale con il mondo): «Che il cammino della Chiesa verso la liberalità continui dopo Francesco è illusorio pensarlo, come è illusorio pensare che la Chiesa sia cambiata». Gode nel colpire e ferire l'immagine pseudopetrina, ben sapendo di trovarsi di fronte ad una realtà sempre meno sacra, sempre più svuotata dei suoi contenuti dottrinali e di fede, sempre più fragile, vulnerabile e corrotta spiritualmente e moralmente. Il cast è di prim'ordine: oltre al già citato divo protagonista, troviamo Diane Keaton, segretaria particolare del papa, che nel film indossa una t-shirt con il titolo della canzone di Madonna Louise Veronica Ciccone, Like a Virgin; Silvio Orlando interpreta, invece, il segretario di Stato avversato da Pio XIII, una sorta di Jago, che cerca di studiare i punti deboli del pontefice, «perché gli uomini sono come Dio: non cambiano mai». Orlando pensa soprattutto ai giocatori del Napoli, ai soldi e al potere; mentre Cécile de France è la responsabile del marketing del Vaticano.
SBRANATI DAI SENZA DIO Sorrentino parla «dei segni evidenti dell'esistenza e dell'assenza di Dio, di come si cerca e di come si perde la fede, della grandezza della Santità, così grande da ritenerla insopportabile». Il suo è un pontefice spigoloso, imprevedibile («ho imparato a confondere i pensieri del prossimo fin da bambino»), solitario, contraddittorio, tradizionalista, che rinvia la prima omelia dal balcone di San Pietro, perché vuole essere irraggiungibile come una rockstar, «invisibile come Salinger e Mina». Molte le scene forti, in particolare quelle della libertà sognata da questo antipapa, che esorta le persone a peccare e a non avere più sensi di colpa... Non andiamo oltre, tutto ciò è sufficiente per bussare alla porta del Vaticano e chiedere: per quanto tempo ancora dovremo rinunciare alla condanna di ciò che è giusto per ciò che è ingiusto e malvagio? Per quanto tempo ancora deve essere sottratta la Verità portata dal Figlio di Dio a questa povera umanità contemporanea, ubriacata da Kant, Freud, Rahner, Teilhard de Chardin... dai Pasolini, Pannella, Scalfari, Sorrentino? Per quanto tempo ancora, dopo aver elargito perle agli indegni, si continuerà ad essere superbi con la Santissima Trinità, umiliandosi senza onore davanti agli uomini per vedere calpestare le perle di inestimabile valore ed essere sbranati dai senza Dio?
Fonte: Corrispondenza Romana, 07/09/2016
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CHI HA TRASMESSO IL DOCUMENTARIO PIU' CRUDELE CONTRO MADRE TERESA? TV2000, IL CANALE DELLA CEI
Il documentario presenta la santa di Calcutta come un'invasata
Autore: Sabino Paciolla - Fonte: Tempi, 07/09/2016
"Madre Teresa: al servizio di Dio" è il titolo di un documentario trasmesso in quattro momenti diversi (sabato 3 settembre alle 7.35 e 23.20 e domenica 4 settembre alle ore 12.50 e 18.30) da Tv2000, la televisione che fa riferimento alla Chiesa italiana. Il filmato è presentato sul sito di Tv2000 così: «È un documentario dai toni forti, talvolta crudeli, ma che mette in luce la forza interiore di questa donna, ma anche le sue fragilità. È un ritratto che esalta tutte le sfumature di una personalità complessa e controversa». Mah! A noi pare un'infelice accozzaglia di tutte le feroci critiche che per molti anni sono state scaraventate contro la santa di Calcutta. E che fino a ieri pensavamo potessero arrivare solo da un certo mondo laicista, non certo da una televisione di chiara ispirazione cattolica. Qui di seguito pubblichiamo un post tratto dalla pagina Facebook In movimento.
IL SANTO NON È UN SUPERUOMO MA UN UOMO VERO Domenica 4 settembre è stata canonizzata Madre Teresa di Calcutta. Come scriveva don Giussani nella presentazione del libro di Cyril Martindale Santi, «il santo non è un superuomo ma un uomo vero... perché aderisce a Dio e quindi all'ideale per cui è stato costruito il suo cuore e di cui è costituito il suo destino... fare la volontà di Dio dentro una umanità che rimane tale e pur diventa diversa». Noi che corriamo, persi nella sbadataggine della vita quotidiana, nel giorno della canonizzazione sentiamo il bisogno di essere aiutati a conoscere e comprendere l'eccezionalità di quella grande persona, per fermarci un attimo e comprendere la nostra vita. E magari per questo accendiamo TV2000, la televisione dei vescovi italiani. Di mattina danno un documentario su Madre Teresa di Calcutta, girato nel 2010, diretto da una giornalista francese, tale Patricia Boutinard Rouelle, che anziché dipingere una santa ci descrive una persona ossessionata dal peccato, moralisticamente integralista, che involontariamente fa del male pensando di fare del bene. Il documentario viene addirittura riproposto nel pomeriggio, tanto è importante. Per chi non l'avesse visto, e per meglio capirne il tenore, ne riporto alcuni passaggi.
IL DOCUMENTARIO SCANDALISTICO SU MADRE TERESA Nel documentario la voce fuori campo dice che nelle case della congregazione religiosa delle Missionarie della carità, luoghi sporchi e fatiscenti, si può entrare purché non si pongano domande, facendo quasi intendere che ci si trovi in luoghi dove alle suore sia imposto dall'alto il silenzio, in modo che non si diano spiegazioni, quasi fossero luoghi "omertosi". Sono posti dove le persone moribonde vengono accompagnate alla morte, e quindi a Cristo, piuttosto che alla guarigione. Dubbi vengono fatti sorgere circa la destinazione dei fondi, si dice infatti: «Le donazioni arrivano, la congregazione è ricca, ma la questione denaro è poco chiara, non ci sono cifre disponibili». Madre Teresa sarebbe una persona tormentata dal pensiero di non avere abbastanza fede e dunque «come incontrare Dio se non offrendogli sempre più anime. Per placare la sete di Gesù (notate come Gesù venga raffigurato come "assetato", ndr), Madre Teresa si imbarca in una sorta di corsa alle anime. La sua lotta contro l'aborto non è forse il maggiore esempio di questa volontà di salvare più anime?». E quindi ecco il filmato del discorso tenuto in occasione del ricevimento del premio Nobel per la pace, in cui afferma che l'aborto è il maggior distruttore della pace. [leggi MADRE TERESA: IL PIU' GRANDE DISTRUTTORE DELLA PACE E' L'ABORTO, clicca qui, N.d.BB] Ma, subito dopo, viene intervistato un padre gesuita, definito stretto collaboratore di Madre Teresa, che afferma che «nelle parole di Madre Teresa non vede nessuna compassione nei confronti delle donne costrette ad abortire, ma un giudizio morale». Il gesuita dice che nell'ascoltare quelle parole proferite durante la cerimonia del Nobel si è sentito a disagio. Per il commentatore «questa crociata (notare il termine, ndr) contro l'aborto nasconde un'altra battaglia, quella contro la contraccezione».
I PIÙ POVERI TRA I POVERI Si passa poi a visitare il reparto con bambini disabili in cui alcuni vengono legati per questione di sicurezza. Per questo, la voce fuori campo si chiede perché le suore non utilizzino i soldi per assumere altro personale. Ma Madre Teresa è ossessionata dalla sofferenza, da disabilità o altro non importa, e viene rappresentata quasi come una persona masochista, e per darne un esempio viene citata una sua affermazione, definita «molto strana»: «I poveri sono amareggiati e soffrono perché non hanno la felicità che la povertà ci dona quando nasce per amore di Cristo». Ad alcune ragazze universitarie svizzere, che hanno passato un mese in una casa delle Missionarie della carità peruviana, con bambini handicappati, le suore, che si danno per amore ai poveri, sette giorni su sette, non avendo tempo di pensare a se stesse, appaiono quasi inumane, e si chiedono se esse abbiano dei sentimenti. Le ragazze fanno quasi intendere che il luogo sia un "lager" poiché le suore impongono le restrizioni, frutto del loro voto di povertà, anche ai poveri bambini sfortunati. Quindi la voce fuori campo dice: «A che serve il voto di povertà se fa soffrire chi vogliamo aiutare? Per le suore servire Dio dà senso a tutto ciò che fanno, rischiando di allontanarle dalla realtà e dagli uomini». Madre Teresa come una persona ossessionata da un vuoto interiore alla ricerca di Dio, un'ossessione che le fa fare cose strane. Infine si passa a Londra. I cronisti, accompagnando le suorine nelle loro escursioni notturne, si meravigliano perché pensavano di andare in alcune zone interdette, in alcune periferie difficili, «ma no, niente affatto. Con alcune medagliette della Vergine in mano, partono per un quartiere animato del centro, dove, usando una loro espressione, "vanno a salvare le anime dalle tenebre del peccato"». Si vedono così alcuni pornoshop e una suora che riprende, con voce autoritaria e moralisticheggiante (nella voce tradotta italiana) una persona frequentante quei locali. La suora, nella voce originale, non ha, ovviamente, quel tono. Il fine è quello di raffigurare una realtà che non esiste, di proporre una tesi ideologicamente precostituita.
INTERROGATIVI CHE AUMENTANO LA NOSTRA CONFUSIONE Dopo la visione di questo documentario verrebbe spontaneo chiedersi: «Ma perché si canonizza una tale persona? Una persona ossessionata dal peccato? Che fa crociate contro l'aborto solo per portare più anime a Cristo e ingraziarselo, visto che sente di avere poca fede? Che salvando bambini dall'aborto e criticando la contraccezione non porta certo aiuto ad una nazione sovraffollata come l'India? Una persona che "plagia" le suorine sue consorelle tanto da farle diventare delle macchine, inumane ed insensibili persino ai loro stessi bisogni?». Il documentario di TV2000 è in pieno accordo con l'editoriale di MicroMega pubblicato il giorno prima della canonizzazione dal titolo: "Madre Teresa NON era una santa", in cui si sostiene che Madre Teresa ha aperto case dove i malati venivano abbandonati a loro stessi, nonostante abbia raccolto centinaia di milioni di sterline da donazioni che non si saprebbe dove siano finiti, forse su conti bancari segreti. Che ha aperto sì 517 case di accoglienza in oltre 100 paesi, ma che questo costituisce «una ragione senza dubbio valida per chiudere un occhio, almeno qui in Terra. Ai giudizi divini, penserà qualcun altro». E allora, mi chiedo, è possibile che venga prodotto, proprio sulla TV dei vescovi italiani, seguita da tante semplici persone che si fidano, un documentario così radicalmente denigratorio della figura della santa Teresa di Calcutta? Diffuso proprio nella mattinata della sua canonizzazione, e riproposto addirittura per ben due volte nella stessa giornata? Quale il fine? Che cosa ci vuole dire? TV2000 di che cosa ci vuole convincere? Sono tanti gli interrogativi che aumentano la nostra confusione, anche se una cosa è certa: qualcosa non quadra!
Nota di BastaBugie: ecco i link ad alcuni articoli che abbiamo pubblicato su Madre Teresa, recentemente proclamata santa.
MADRE TERESA: PORTAVA AI POVERI SIA IL PANE CHE CRISTO (NO ALL'UMANITARISMO RELATIVISTA) di Massimo Introvigne https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1549
MADRE TERESA SARA' PROCLAMATA SANTA IL 4 SETTEMBRE Vita, opere, preghiere, amici e nemici della suora che ricevendo il Premio Nobel denunciò che l'aborto è il più grande nemico della pace (VIDEO: cartone animato su Madre Teresa) di Rodolfo Casadei https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4361
MADRE TERESA: L'UOMO E LA DONNA (INSIEME!) MANIFESTANO L'AMORE DI DIO Testo dell'intervento della suora (da poco proclamata santa) alla conferenza a Pechino dell'ONU nel 1995 sul ruolo della donna di Santa Teresa di Calcutta https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4369
Fonte: Tempi, 07/09/2016
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ATEI ALL'ATTACCO NEGLI STATI UNITI: VIA BIBBIE, PREGHIERE E SEGNI RELIGIOSI
Ecco perché i cristiani indifesi e perseguitati sono tentati di votare in massa per Donald Trump
Autore: Benedetta Frigerio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13/09/2016
É impressionate assistere alla velocità e alla determinazione con cui l'associazione atea Freedom from Relgion Foundation (Ffrf) sta avanzando in ogni contea o città americana, chiedendo la rimozione di simboli religiosi cristiani, vietando la recita di preghiere e bandendo i testi sacri all'interno di scuole, istituzioni, alberghi. La sua è una conquista talmente facile e priva di opposizioni che definirla guerra sarebbe sbagliato. Nemmeno la Chiesa, infatti, resiste più. L'episodio più recente risale ad appena qualche giorno fa, quando Carmen Finley, impiegata della contea di Trigg in Kentucky, ha accettato di rimuovere dal tribunale in cui opera l'immagine dei dieci comandamenti. Finley l'aveva appesa cinque mesi fa, perché «è la legge più antica che conosca». Ma è bastato che la Ffrf minacciasse di aprire una causa appellandosi al primo emendamento della Costituzione che in pochi giorni il quadro è stato rimosso. Interpretando in senso laicista l'emendamento per cui «il Congresso non potrà fare alcuna legge che stabilisca una religione di Stato», e dimenticando che la norma prosegue così «o che proibisca il libero esercizio di una religione», la Ffrf ha posto fra i suoi obiettivi preferiti anche l'educazione.
SCUOLE E HOTEL SOTTO ATTACCO LAICISTA Lo scorso marzo, infatti, la scuola elementare Mariposa del quartiere californiano Brea Olinda, era stata accusata dalla fondazione di favorire il cristianesimo solo per il fatto di ospitare fra i tanti dei suoi gruppi scolastici il "Club Monarch", all'interno del quale si spiegava la Bibbia ai bambini. Contro la tradizione degli Stati Uniti, che da sempre permette a qualsiasi religione o interesse (all'interno di certi limiti) di essere promosso nelle scuole, l'avvocato Todd Robbins, rappresentante il distretto scolastico, settimana scorsa ha comunicato che «il Cub Monarch ha smesso di operare presso la scuola elementare Mariposa e non opera in nessun altro distretto scolastico. Siamo sicuri che questo risolva le preoccupazioni espresse dalla lettera originale della vostra organizzazione». Ma non contenta, solo due mesi dopo l'invio della missiva, a contesa ancora aperta, la Ffrf non ha perso tempo, incolpando una scuola del distretto di Tipton, in Missouri (come il Kentucky Stato della protestante"Bible Belt"), di favorire una religione perché nel suo inno venivano nominati Dio e le radici cristiane. Ad agosto il consiglio di amministrazione dell'istituto si era quindi riunito per decidere il da farsi. Anche in questo caso, onde evitare l'avvio di un processo, è stato comunicato ad alunni e professori il divieto di cantare l'inno tradizionale o di recitare preghiere. La fondazione ha anche pensato di segnare un altro colpo cominciando a richiedere la rimozione delle Bibbie, tradizionalmente distribuite all'interno degli hotel del Paese, appellandosi agli alberghi universitari. Così, sempre in nome della laicità, la fondazione atea ha inviato una lettera giunta lo scorso marzo all'Executive Inn di Glendale (Arizona), di proprietà del College di Glendale, chiedendo che i testi sacri fossero tolti dalle stanze. Ad agosto l'hotel ha dichiarato la sua resa.
ISTITUZIONI PUBBLICHE UBBIDIENTI COME CAGNOLINI La lotta parallela è poi continuata anche contro le istituzioni pubbliche. Basti pensare che lo scorso aprile è stata aperta una causa contro il Comune di Santa Clara per via di una grande croce affissa in un parco della città in ricordo della sua origine storica di missione spagnola. «La città non può favorire una religione, storia o non storia che sia», aveva affermato senza mezzi termini il presidente della Ffrf Annie Laurie Gaylor. Ma è una battaglia, quella dell'ateismo americano, che oltre a non trovare nemici ha pure rendimenti non indifferenti: lo scorso 31 maggio si concludeva il processo aperto contro la contea texana di Brewster per via degli adesivi a forma di croce posti sui veicoli della polizia locale, che oltre ad essere rimossi sono costati alla contea ben 14 mila dollari di risarcimenti danni. Da sommare al denaro derivante dalle accuse mosse a due ufficiali. Tutto ciò sta avvenendo nonostante il primo emendamento della Costituzione sia stato pensato dai padri fondatori proprio per evitare che lo Stato si imponesse sulle religioni. Perché come spiegò nel 2005 il giudice della Corte Suprema Anthony Scalia in una controversia simile ("McCreary County v. Aclu") «la consuetudine storica dimostra che c'è una differenza fra il riconoscimento di un singolo Creatore e lo stabilimento di una religione». Eppure oggi, di fronte alla galoppante ondata laicista la resa pare totale. Oltre a qualche articolo di giornale o voce minori non si è infatti sentito alcun commento da parte di giudici, pastori o vescovi locali.
IL PADRE NOSTRO VIETATO Solo una speranza si è intravista lo scorso maggio fra il popolo, seppur quasi privo di guide. Dopo l'ennesima minaccia legale da parte della Ffrf rivolta a una scuola superiore dello Ohio, la East Liverpool High School, perché solita ospitare il canto del Padre Nostro durante la consegna dei diplomi, era giunta la resa, ma è bastato il coraggio di uno per arrestare le mire atee. Lo studente della scuola, Bobby Hill, ha spiegato: «Tutti pensavamo fosse molto sbagliato che ci obbligassero a rimuovere la canzone. Mio padre mi ha sempre insegnato a battermi per quello che ritengo giusto. Ed è quello che ho fatto». Il ragazzo dopo aver tenuto il discorso di commiato ha chiesto agli studenti di alzarsi. In piedi i ragazzi hanno cominciato a recitare il Padre nostro concluso con un grande applauso. E, miti come colombe ma scaltri come serpenti, senza disobbedire al divieto di cantare il Padre Nostro lo hanno recitato. Si capisce quindi perché il candidato presidenziale Donald Trump abbia riscosso tanto successo quando, venerdì scorso, alla Values Voter Summit, uno dei più grandi appuntamenti cristiani in America, ha sostenuto che i leader «hanno abbandonato la gente di fede che oggi viene derisa e umiliata dalla cultura media». E che dall'«amministrazione Trump, la nostra eredità cristiana sarà amata, protetta, difesa come non avete mai visto prima».
Nota di BastaBugie: per un approfondimento sulla figura di Trump consigliamo la lettura del seguente articolo
ECCO PERCHE' TRUMP HA CONQUISTATO GLI AMERICANI Hillary Clinton va forte solo sui media europei, mentre oltreoceano è Donald Trump a polarizzare l’attenzione di repubblicani e democratici: confusi i primi, impauriti i secondi di Stefano Magni https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4291
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 13/09/2016
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GENDER A SCUOLA: HAI 5 ANNI? PENSACI BENE, SEI GAY?
Altre notizie dal gaio mondo gay: corsi pre-matrimoniali gay, donne ''trasformate'' in uomini che però ora vogliono partorire, dichiarazione choc del cardinal Maradiaga, arrestato il ballerino gay di ''amici'' per omicidio
Fonte Notizie ProVita, 19/07/2016
Un nuovo piano elaborato dal Ministero dell'Istruzione scozzese per gli alunni della scuola primaria prevede che ai bambini, dai cinque anni in poi, venga chiesto di riflettere sul "gender" di appartenenza. Il Consiglio scolastico del North Ayrshire, in Scozia, ha deciso di promuovere un progetto educativo che tende a scavalcare - come al solito - la famiglia, antiquata e obsoleta. Il regolamento prevede l'istituzione di una Named Person (una sorta di preposto, responsabile, tutor, nominato nell'ambito scolastico) che accompagnerà il bambino nel dare risposte a domande sul suo "genere" di appartenenza. Collaborando con i genitori... ma anche no... È infatti normale e salutare, secondo il regolamento, per i ragazzini - dai cinque anni in su - sentirsi attratti da maschi, da femmine o da entrambi, a prescindere dal proprio sesso di appartenenza. Insomma la solita confusione che, secondo i dettami dell'ideologia gender, tende a normalizzare qualsiasi orientamento e attitudine sessuale, fin dalla più tenera età. Poi, una volta ingenerata la confusione nei ragazzini, il numero di essi che viene sottoposto a trattamenti ormonali per il blocco della pubertà sale in modo esponenziale (con cospicui profitti per le case farmaceutiche e le cliniche specializzate). Il No to "Named Person" Campaign Group si sta opponendo fortemente a questa politica governativa. Il portavoce, Simon Calvert, denuncia l'arroganza e la presunzione dei promotori della cosa: è un'ingerenza inaccettabile nella privacy delle famiglie, nel ruolo educativo primario dei genitori. Questa Named Person interferisce indebitamente, è un'imposizione dall'alto. Altro sarebbe se la consulenza di un esperto in certe questioni fosse richiesta dalla famiglia, la quale conosce e seleziona prima, lei stessa, l'esperto in questione. Il documento del North Ayrshire è stato realizzato in collaborazione con il Servizio Sanitario nazionale e con la Polizia scozzese. Vorremmo non preoccuparci troppo per quanto accade in Scozia. Così come non vorremmo preoccuparci di quanto fanno in California. Ma invece sappiamo bene che "Tutto il mondo è paese": il nostro MIUR e il nostro Parlamento si stanno dando un bel da fare per promuovere l'ideologia gender nelle scuole. Forse sperano che durante l'estate l'attenzione dell'opinione pubblica sia meno vigile. Noi, però, gli stiamo con gli occhi puntati addosso.
Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal gaio mondo gay (sempre meno gaio).
CORSI PRE-MATRIMONIALI GAY L'Arcigay di Vicenza propone dei corsi che potremmo definire "pre-matrimoniali" per persone omosessuali che intendono unirsi civilmente. Si inizia lunedì 26 settembre con l'inquadramento della disciplina giuridica sulle unioni civili; ad ottobre si parlerà di vita di coppia e prevenzione della violenza domestica ed infine di genitori omosessuali. Un altro tassello per dire che le unioni civili vogliono assomigliare sempre di più al matrimonio tra un uomo e una donna. (Gender Watch News, 31 agosto 2016)
TRANSESSUALI CHE VOGLIONO FARE LE MAMME La prima donna che da "uomo" ha messo al mondo una bambina è stata la signora Beatie, la quale con il nome Thomas sposò Nancy e poi da lei divorziò. Ora AdnKronos ci informa che «sono decine i transgender che stanno congelando le loro uova nelle cliniche della fertilità prima di subire un intervento chirurgico o di sottoporsi a una terapia ormonale per cambiare sesso. […] Lo scorso anno in Gran Bretagna sono stati 15 mila i transgender che si sono rivolti alle cliniche di fertilità, mentre i dati ufficiali mostrano un tasso di successo di un solo bambino per ogni 29 embrioni creati da ovuli congelati». Tradotto: solo un bambino su 29 vede la luce. Dunque queste donne vogliono essere uomini, ma la loro natura femminile, che ha nella maternità il suo elemento più spiccato, le richiama sempre alla loro vera identità sessuale. Alla fine questi trans che vogliono essere mamme confutano in modo palese la teoria del gender. (Gender Watch News, 1° settembre 2016)
IL CARDINAL MARADIAGA: NESSUNO NASCE OMOSESSUALE Il cardinale Oscar Maradiaga, capo del Consiglio dei nove cardinali istituito da Papa Francesco per rinnovare la curia, è intervenuto in un incontro con alcuni bambini di una scuola di Monaco di Vestfalia. In quell'occasione così si espresso sull'omosessualità: "Nessun uomo nasce omosessuale. Ognuno nasce uomo o donna per amare l'altro, questo è il piano di Dio". Poi ha aggiunto che l'orientamento sessuale naturale è modificato solo da influenze negative durante l'infanzia o l'adolescenza come l'abuso sessuale, la pornografia, etc. Ha infine così concluso: "Nessuno dovrebbe essere schiavo delle sue passioni sessuali, ma deve imparare a gestirle con responsabilità e con autostima. Quindi abbiamo bisogno di formazione, non solo informazioni". (Gender Watch News, 15 settembre 2016)
ACCUSA DI OMICIDIO PER L'EX BALLERINO DI "AMICI" MARCUS BELLAMY È di circa una settimana fà la notizia che attesta l'efferato omicidio dell'ex ballerino di Amici Marcus Bellamy, a danno del compagno Bernardo Alamonte; non cessa però l'eco intorno a questo bagno di sangue che pare avere le sue cause in uno dei classici folli-raptus omosessuali, come nel corso dell'anno abbiamo visto consumarsi anche in Italia. Marcus Bellamy, residente a New York dove conviveva con il compagno, lo avrebbe ucciso "per amore", secondo quanto si apprende dalla dichiarazione choc rilasciata dallo stesso tramite Facebook: "Perdonami, l'ho fatto per amore." Secondo quanto riporta il Daily Mail, il 32enne, che fino al 2009 era tra i professionisti del talent di Maria De Filippi, avrebbe strangolato l'amante, tecnico informatico di 27 anni, al culmine di un violento litigio avvenuto nell'appartamento nel quale i due vivevano. Le accuse verso Bellamy sono alimentate dalle numerose confessione agghiaccianti sempre riportate tramite personali post: "Ti amo tanto. Amo lui anche. Lui mi ha detto che l'amore e l'odio sono le stesse emozioni. Perdonami. Non so cosa ho fatto. L'ho fatto per amore". Dopo il tragico episodio il ballerino ha lasciato l'appartamento e ha avvisato un vicino di casa dell'accaduto. Poco prima che arrivassero gli agenti - chiamati dallo stesso vicino di casa - Bellamy è stato visto da alcuni passanti mentre pregava su di un marciapiede. È stato conseguentemente arrestato dalla polizia, che lo ha poi trasportato all'ospedale di Lincoln perché accusava un forte dolore al petto. Un'altra raccapricciante vicenda, dove s'intravedono gli antesignani di una vita sregolata, innaturale e completamente priva di stabilità interiore. In questo senso vanno compresi i latenti danni che possono emergere drasticamente e senza nessun preavviso dal modo di vivere omosessuale, spesso immerso nei continui cambi di partner, dovuti per la maggiore all'inconscia inquietudine che avvolge la quotidianità di queste persone. (Cristiano Lugli, Osservatorio Gender, 1° settembre 2016)
Fonte: Notizie ProVita, 19/07/2016
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AI CONFINI DEL POST UMANO L'UOMO SI SOSTITUISCE A DIO
I robot stanno sostituendo l'uomo mentre l'uomo regredisce a macchina... ma l'intelligenza artificiale elabora, non pensa
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: Il Timone, giugno 2016 (n. 154)
"Ambrogio puoi anche preparare il tè e servirlo in salotto". Ambrogio fino a ieri era un maggiordomo in carne ed ossa, ma oggi è un robot. L'Istituto di BioRobotica Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, all'interno del progetto Robot-Era, ha lanciato una sperimentazione su larga scala di 160 robot-maggiordomo che hanno prestato i loro servigi nelle case di altrettanti anziani tra l'Italia e la Svezia. Nulla a confronto di Pepper, il primo robot emotivo che può abbracciarti, sussurrarti parole di conforto, giocare con i bambini, scattare fotografie e ricordare volti e abitudini del padrone per assecondarlo e - così dicono i suoi progettatori - farlo "felice". I robot maggiordomi, Pepper e molti altri loro fratelli di latta non rappresentano più i fantascientifici sogni di Asimov, bensì sono realtà concrete nate dalla testa di ingegneri cibernetici. Uno scenario nuovo si sta profilando all'orizzonte e si chiama post-umano. Tale scenario si articola sostanzialmente attraverso due dinamiche: la macchina che si fa uomo e l'uomo che si fa macchina.
LE MACCHINE COME NOI Le macchine affinché possono funzionare più facilmente e più efficacemente devono sempre più assomigliare a noi. E così si stanno dotando dei nostri sensi. Pensiamo a questo proposito ai comandi vocali (udito), al touch screen (tatto), al riconoscimento del viso delle persone (vista), ai nasi (olfatto) e palati (gusto) elettronici usati ad esempio, nel primo caso, per rinvenire tracce di esplosivo o di sostanza stupefacenti e, nel secondo, per analizzare i componenti di un cibo o di una bevanda. La somiglianza diventerà ancor più marcata se i robot assumeranno sembianze umane e se avranno inserti biologici: sinapsi umane innestate nel loro hardware, tessuti epidermici creati in laboratorio con le staminali (pratica già diffusa) con cui rivestire di vera pelle umana il nostro robot. Si chiamano androidi, cioè robot umanoidi a cui la società dell'immagine non faticherà ad assegnare la patente di persone che potremo anche "sposare" perché l'amore non deve conoscere limiti, nemmeno tecnologici.
ROBOT COME PERSONE Ma il salto antropologico più inquietante sarà credere che questi robot possano essere persone. Boezio insegna che persona è sostanza individuale di natura razionale. Alcuni, già attualmente, credono che le funzioni che svolgono i robot rivelino la loro natura razionale. Forse che non riescono a risolvere calcoli complicatissimi, a vincere scacchi contro il campione mondiale Kasparov, ad eseguire azioni con una possibilità di errore quasi infinitesimale? Non sono forse meglio di noi? La robotica come evoluzione darwiniana dell'uomo: il superuomo sarà in fibra di carbonio e silicio. "Robot" deriva dall'antico slavo "robota" che significa servo, ma la superiorità funzionale di queste macchine finirà per asservire l'uomo. Costui si farà schiavo delle cose, processo già avviato da tempo a dire la verità con il consumismo e ancor prima con il vitello d'oro.
ELABORARE, NON PENSARE In realtà i robot elaborano, non pensano, e agiscono di conseguenza. Non solo, ma elaborano perché siamo stati noi a progettarli per elaborare e il creatore è sempre più della creatura. È l'ingegno dell'uomo che ha prodotto strumenti sofisticati che migliorano le sue prestazioni. Ed anche quando robot assemblano altri robot a monte c'è sempre l'uomo che lo ha voluto. Si ritiene poi che alcune macchine high tech posseggono un certo grado di autonomia. Cortana, software di assistenza e riconoscimento vocale di Microsoft risponde alla tue domande su traffico, meteo e indicazioni stradali. Ma Cortana pesca nel suo database l'informazione più corretta. Non può ad esempio non risponderti. Se non lo fa, non è per decisione propria, ma perché qualcosa non ha funzionato nel suo software. Cortana risponde ad un automatismo che è tutto il contrario dell'autonomia di giudizio: alla fine è un distributore automatico di risposte. Essendo solo una macchina non può che obbedire alla leggi fisiche del determinismo meccanico, che possono essere manipolate dall'uomo. Quest'ultimo invece può decidere di agire in difformità alle leggi che governano le sue pulsioni materiali.
SARANNO SEMPRE DELLE COPIE Inoltre le macchine non hanno capacità di astrazione, senso estetico, coscienza di sé. Al massimo in futuro potranno mimare tutte queste azioni, ma saranno solo una stupida copia di atti in cui brilla la scintilla dell'intelligenza umana. E qui sta il punto. Le macchine non potranno mai avere un'anima razionale. È lì che ha sede la razionalità dell'uomo. Ma l'anima è immateriale e dunque non si può fabbricare in laboratorio e infondere in un robot. Ed è per questo che i nipotini di Pepper mai saranno esseri razionali. Tale intento di antropomorfizzare i robot può rivelare anche una certa dose di hybris di diventare come Dio: l'uomo che ha fatto la macchina a sua immagine e somiglianza.
L'UOMO CHE SI FA MACCHINA L'altra faccia del post-umano è l'uomo che si fa macchina: protesi biomeccaniche, inserimenti di chip sottocutanei, collegamento degli impulsi del cervello alla domotica, visore del telefonino sul braccio, esoscheletri, etc. Chiamasi potenziamento umano. Sarà l'estensione di ciò che già oggi accade: occhiali, auriculari, smartphone, palmari sono l'estensione delle nostre capacità, qualcosa di meccanico che noi usiamo che sta diventando parte di noi. Protesi esistenziali. Ma l'uomo in realtà già da tempo è stato trattato come una macchina, come una cosa: con l'aborto che scarta il bambino difettoso, con la fecondazione artificiale che produce l'uomo in provetta, con l'eutanasia che spegne il malato perché non funzionante più bene, con la sperimentazione sugli embrioni. E così se la macchina si evolve in persona laddove compie funzioni raffinatissime, l'uomo retrocede allo status di cosa se perde alcune funzioni oppure non le ha ancora appalesate. Ma l'uomo, anche se perdesse queste funzioni, non potrebbe mai perdere la propria anima perché, non essendo fatta di bulloni e chip, è incorruttibile, cioè immortale.
Fonte: Il Timone, giugno 2016 (n. 154)
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EBBENE SI, LA VERITA' DIVIDE, QUINDI I CATTOLICI DIVIDONO
Intanto un gruppo di amici si ritroverà al santuario di san Luca a Bologna per tornare all'autentico spirito di don Giussani
Autore: Antonio Socci - Fonte: Blog di Antonio Socci, 11/09/2016
Quando gli eretici ariani, nel IV secolo d.C. presero il controllo pressoché totale della Chiesa, solo la voce di sant'Atanasio si alzava a difesa della verità cattolica e Atanasio fu scomunicato ed esiliato più volte. Dovette fuggire nel deserto, perché era braccato dall'imperatore ariano. Chi aveva il potere - come l'imperatore Costanzo - gettava fango su Atanasio, denunciando ai quattro venti "la vita di Atanasio, notoriamente malvagia, la sua infaticabile opposizione alla pace nella Chiesa, i suoi intrighi per far nascere la discordia" (Cit. in J. H. Newman, Gli ariani del IV secolo, Jaca Book, Milano 1981, pp. 244-245). Atanasio DOPO aver salvato la fede cattolica è stato proclamato santo, padre e dottore della Chiesa. Ma PRIMA ha dovuto subire l'isolamento, l'infamia e la persecuzione. E soprattutto quell'accusa, per lui molto dolorosa, di DIVIDERE la Chiesa, di seminare discordia, di non riconoscere l'autorità.
CONTRO L'ERESIA E CONTRO LA MENZOGNA Cionondimeno lui e - in altre circostanze storiche - i grandi santi e padri della Chiesa, non esitarono mai a schierarsi contro l'eresia e contro la menzogna e quando si leggono i loro infuocati scritti (contro gli ariani, contro Pelagio ecc.) bisogna sempre tener presente che il bersaglio erano altri (presunti) cattolici, spesso importanti ecclesiastici di successo e - nel caso degli ariani - si trattava di dottrine (eretiche) abbracciate pressoché dalla totalità della gerarchia cattolica. Era doloroso per loro dover combattere queste battaglie. Ma prima di tutto - per questi santi - veniva Cristo, non l'unità e la concordia. Prima di tutto la Verità. La stessa accusa (di dividere) viene usata anche oggi da chi ha il potere e non tollera che venga ricordata la verità e l'autentica della legge di Dio. Secondo costoro bisognerebbe sacrificare la verità sull'altare dell'unità e dell'armonia. Ma ecco una pagina illuminante di Ratzinger: "L'ho scritto: senz'altro il valore dell'unità è un valore fondamentale del Vangelo. Ma posto questo - e cioè che il Signore è venuto a riunire i dispersi figli di Dio - dice anche: 'Non sono venuto per dare la pace, ma la spada'. La verità deve comportare questo coraggio di rivelare la menzogna, e di dar così luogo alla verità. Un dialogo nel quale si omette tutto quanto potrebbe eventualmente non essere condiviso dall'altro, non è più un dialogo, non comunica niente. C'è dialogo quando ci si muove verso la verità." Insomma, la VERA UNITA' si può e si deve fondare solo sulla Verità che è Cristo stesso, altrimenti è connivenza, complicità, è roba da politicanti che tradisce la Verità e stabilisce la menzogna.
SBAGLIARE, MA NON MENTIRE Per questo Don Giussani sottolinea che ciò che conta, nella vita di un cristiano, non è non sbagliare, ma non mentire. Bisogna sempre riconoscere la verità, anche se è doloroso, anche se questo ti chiede di esporti, anche se per questo ti troverai ad aver contro il mondo intero, anche se ti costerà il disprezzo e l'odio dei più, anche se dovrai pagare un prezzo molto salato: "Innanzitutto devi essere carica di certezza, di libertà, di volontà di cammino, attraversando tutti gli ostacoli e i tuoi stessi errori - perché l'ostacolo principale sono i nostri errori. Quello che conta nella vita NON E' NON SBAGLIARE , MA NON RIMANERE MENTITORI. La cosa grave non sono gli sbagli: la cosa grave è la menzogna e la menzogna è non riconoscere la verità. La verità è il destino per cui noi siamo stati fatti. Nel nostro cuore questo destino ha messo la firma, ha già detto che cosa è: amore, giustizia, verità, felicità" (Giussani, Realtà e Giovinezza, la sfida).
Nota di BastaBugie: un gruppo di amici si ritroverà al santuario di san Luca a Bologna per tornare all'autentico spirito di don Giussani. Ecco la lettera integrale, con relative firme e contenente il programma della giornata e i recapiti, pubblicata l'8 settembre 2016 sul Blog di Antonio Socci: Caro amico, chi ti scrive è un gruppo di persone che ha avuto la grazia di incontrare don Giussani e i suoi collaboratori più stretti e che, da questo incontro, ha avuto la vita cambiata, come molto probabilmente sarà accaduto anche a te. Riteniamo che don Giussani rappresenti un dono alla Chiesa di valore inestimabile, oggi ancora più attuale, incontrabile attraverso i suoi scritti, che narrano un'esperienza accaduta, tramite coloro che hanno vissuto a più stretto contatto con lui, e quanti sono fedeli al suo metodo. Ma soprattutto riteniamo che rappresenti, per noi, ogni giorno, una sorgente di fede e vita nuova della quale non possiamo fare a meno per il gusto della vita, per un'adesione ragionevole e libera a Gesù, e perché la Sua Chiesa sia presente tra gli uomini. È in virtù di questa esperienza di corrispondenza che sentiamo tutta la responsabilità di essere un'"avanguardia della missione", di quello che don Giussani stesso ha definito essere Movimento: «Uno che ha una fede anche in modo semplicemente implicito non può non conservare la fiducia nell'umano; deve perciò preoccuparsi della gente che lo circonda e diventare presenza per chiunque gli stia vicino; e, innanzitutto, per il marito, la moglie, i figli, gli amici di scuola, i compagni d'università e di lavoro.» (il senso della nascita, dialogo tra Giovanni Testori e Luigi Giussani, Edit 1980). Quindi per il mondo intero. Proprio perché fragili peccatori, noi vogliamo aderire a questo Ideale Vivente che non siamo ancora e offrire a ciascun compagno di strada la possibilità di incontrare Gesù vivo e presente tra i suoi, attraverso le tre dimensioni della cultura, della carità e della missione, in una «comunione vissuta, come dimensione ed esigenza fondamentale della persona, che rende quotidiana la memoria dell'avvenimento di Cristo, trasfigurando l'esistenza fino a incidere, secondo tempi e modi adeguati, sull'intera società.» (Art. 2 dello statuto della fraternità di comunione e liberazione) In ragione di questo sentire, vediamo con preoccupazione e non ci riconosciamo in quella riduzione intimistica e tutta emozionale che viene proposta recentemente dai responsabili di CL come ripresa delle origini del movimento. Non condividiamo la loro spasmodica ricerca del consenso dei media, «come certa teologia post-conciliare (...) volontariamente cortigiana e serva della mentalità egemone. E non si accorgono che quel laicismo che mette loro tanta soggezione e bisogno di riverirlo, è in agonia, assieme a tutta la modernità nata dall'illuminismo settecentesco...» (Luigi Giussani a Vittorio Messori in inchiesta sul cristianesimo, Mondadori, 2003). Ricerca di consenso del mondo che va a scapito di una presenza concreta e visibile negli ambienti con un giudizio originale e incontrabile da tutti. Non accettiamo che la nostra storia sia ridotta a una lettura superficiale che la squalifica e la degrada a ricerca "di briciole di potere" o di egemonia. Rifiutiamo la contrapposizione tra militanza e testimonianza, quasi fossimo stati un partito, perché, al contrario, la massima espansione missionaria del Movimento è avvenuta proprio nel periodo della presunta militanza, mentre gli ultimi anni, quelli della presunta testimonianza, segnano una drammatica sparizione del Movimento dal mondo giovanile, e dagli ambienti, con un'emorragia dolorosa di persone. Non abbiamo certo bisogno di un nemico per sapere chi siamo e a Chi apparteniamo, ma sappiamo bene quanto il nemico della presenza di Cristo nel mondo operi in molti modi e, in particolare, «nei padroni della cultura, che hanno ancora il dominio delle menti e delle coscienze e che hanno prodotto l'opera di scristianizzazione avvenuta in questo dopoguerra.» (Augusto del Noce al Meeting del 1989). Non vogliamo neppure che l'esperienza generata dal servo di Dio Luigi Giussani sia lo spunto per la riedizione di una "scelta religiosa" che produsse e che produce oggi una fede disincarnata e ridotta a opinione, quando, invece, «"L'uomo spirituale, cioè l'uomo che ha accolto il vero, giudica tutto e non è giudicato da nessuno" (S.Paolo). E allora uno ha voglia, come lui diceva di 'menar le mani', cioè di prendere rapporto con tutto per confermarsi e verificare la propria posizione, per rendere più vera la propria posizione, cioè per dilatare la propria dimora e per affrontare la menzogna, là dove c'è. Questa è la fede che diventa sfida al mondo: "Questa è la vittoria che vince il mondo, la fede" (1 Gv 5,4).»(Luigi Giussani, certi di alcune grandi cose. 1979-1981, BUR, 2007). Da queste ragioni è sorto il desiderio di verità che ci ha fatto riconoscere in un comune sentire e che ci muove a essere testimoni dinanzi al mondo intero della bellezza dell'appartenenza a questa storia che Dio ha voluto donare alla Chiesa. Ci vogliamo incontrare per ri-conoscerci con tutti coloro che hanno la nostra stessa esigenza di vivere integralmente la sequela del carisma di don Giussani e che hanno a cuore la verità della propria esperienza personale e comunitaria. L'incontro vuole essere un inizio, se e come Dio vorrà, di un rapporto stabile di aiuto concreto a seguire il carisma nelle circostanze in cui ci troviamo, rapporto di cui decideremo liberamente assieme le dovute forme. Un caro saluto. Mauro Aluigi (Rimini), Giuseppe Argelli (Rimini), Leonardo Bisica (Milano), Massimo Buonocore (Sorrento), Giorgio Canu (Sassari), Giampaolo Cerri (Como), Isabella Elli (Altopascio, Lucca), Maria E. Frontali (Faenza), Alessandra Galimberti (Milano), Alessandra Gianni (Siena), Giancarlo Guasco (Torino), Paola Iannetti (Como), Annagrazia Internò (Como), Gerardo Luciano (Lucca), Fabio Luti (Rimini), Marco Masè (Verona), Matteo Montevecchi (Rimini), Assuntina Morresi (Perugia), Marco Paglialunga (Siena), Benedetta Pari (Bologna), Jacopo Parravicini (Milano), Matteo Poggiali (Milano), Paolo Preti (Milano), Pasquino Ricci (Arezzo), Fabio Scaffardi (Firenze), Alessandro Sandroni (Pesaro), Matteo Sanvito (Milano), Massimo Sanvito (Biassono, Monza), Silvana Sironi (Milano), Antonio Socci (Siena), Lele Tiscar (Como), Michele Trotta (Civitavecchia), Daniele Zaia (S. Paolo, Asti) di Comunione e Liberazione Info: assembleasanluca@gmail.com - cell. 320.6325954 25 Settembre 2016 alle ore 12,00 Santuario della Madonna di San Luca, Bologna 12,00 CELEBRAZIONE DELLA S. MESSA. Seguirà il pranzo insieme (al sacco) 14,30 MOMENTO DI ASSEMBLEA.
nei locali annessi al Santuario. 16,30 CONCLUSIONI.
Fonte: Blog di Antonio Socci, 11/09/2016
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CAOS CINQUESTELLE A ROMA: IN FUMO IL MITO DELLA SUPERIORITA' MORALE
Lunga è la lista dei sedicenti onesti contro i corrotti: da Rousseau a Marx e Gramsci, passando per Berlinguer e Occhetto, per arrivare a Antonio di Pietro, Leoluca Orlando e Luigi De Magistris, fino ai grillini Di Battista, Di Maio e alla Raggi
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 08/09/2016
Le difficoltà della giunta Raggi emerse in questi giorni e, più in generale, la vicenda politica del Movimento 5 Stelle, sollecitano una interpretazione non solo politica ma anche "transpolitica", come direbbe Del Noce, che è poi il modo migliore per capire a fondo anche la politica, che è sempre qualcosa di più di se stessa. I Grillini hanno sempre vantato una superiorità morale. I voti li hanno chiesti sì per le loro proposte amministrative o di governo, ma soprattutto in quanto persone oneste e trasparenti. Si sono sempre contrapposti alla casta, o al palazzo, o al sistema, o agli altri partiti intesi come "altro" da sé. Il cambiamento radicale della politica italiana che essi proponevano aveva una forte caratura morale.
NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE Questa pretesa di una superiorità morale non è certamente nuova nella storia ideologica e politica del nostro Paese. Essa viene da lontano. Il comunismo italiano fece propria questa posizione, rifacendosi addirittura ai padri fondatori, Karl Marx e Antonio Gramsci. Per il primo, il partito comunista era espressione dell'unica classe che non combattesse per degli interessi di classe, e quindi particolari, ma per gli interessi dell'umanità. Suo scopo, infatti, non sarebbe stato di creare un nuovo dominio di classe, ma di abolire le classi, realizzando l'essenza dell'uomo inteso come essere generico. Da qui la sua superiorità morale. Antonio Gramsci sosteneva che il comunismo era una "superiore forma di civiltà" che ricapitolava in sé tutto il processo storico della modernità. Le classi popolari italiane dovevano essere portate a questa superiore civiltà e il Partito - il "grande intellettuale" - aveva questo compito morale di emancipazione storica e di compimento. La stessa idea di superiorità morale proveniva dal filone di pensiero politico di Piero Gobetti, che Gramsci conobbe a Torino negli anni dell'Ordine Nuovo. Da lui trae ispirazione il rigorismo morale laico del Partito d'Azione che, insieme al Partito Comunista, impresse alla Resistenza questa idea della superiorità morale che ebbe un momento particolare nella individuazione del Fascismo come il male supremo, come hanno messo in evidenza Furet, Del Noce e De Felice.
LA (PRESUNTA) SUPERIORITÀ MORALE DELLA SINISTRA Tutto ciò fece sì che la sinistra italiana in generale coltivasse una specie di disprezzo morale per le altre forze politiche, accusate di essere sostanzialmente inferiori. Ancora all'epoca di Enrico Berlinguer questa presunzione era molto forte, rimanendo tale perfino nel 1991 con la segreteria di Achille Occhetto e la nascita del PdS. Si era alla vigilia di Tangentopoli e l'inchiesta mani pulite inspiegabilmente (o in modo spiegabilissimo secondo altri) avrebbe lambito, ma mai colpito il maggior partito della Sinistra, alimentando così ulteriormente il mito della superiorità genetica. La Sinistra italiana pensò sempre di essere una razza superiore, una parte politica illuminata, una fase eccellente nella storia dell'umanità. Per questo fu sempre anche sofisticata, intellettualistica e, più che borghese, aristocratica. In forme minori, più pittoresche e da avanspettacolo, questo atteggiamento lo abbiamo poi ritrovato anche in Antonio di Pietro e nella sua "Italia dei Valori", prima ancora ne "La Rete" di Leoluca Orlando o, dopo, nelle proposte del sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Allargandosi, ogni principio perde di intensità e l'idea di rappresentare una schiatta moralmente superiore in politica ora è approdato a Di Battista, Di Maio e alla Raggi. Costoro sono epigoni forse inconsapevoli e certamente senza merito di un percorso a suo modo grande, anche se perverso. Il primo ad affermare che il cittadino era buono e l'apparato politico cattivo - come oggi dicono i Grillini - era stato Rousseau. Per lui l'uomo era nato buono e la società lo aveva corrotto. Oggi i Grillini dicono che i cittadini sono buoni e la casta li corrompe, che la società civile è innocente e il palazzo colpevole, che gli uomini sono naturalmente onesti e la politica li fa disonesti. Essi infatti hanno sempre chiesto il voto non perché fosse provato che sapessero fare qualcosa, dato che non avevano fatto ancora niente, ma per questa superiore purezza morale. Siccome il male non starebbe nell'uomo ma nelle istituzioni, i buoni avrebbero dovuto cambiare le istituzioni in modo tale che tutti gli uomini potessero essere buoni d'ufficio, senza più combattere contro se stessi per esserlo. Anche a Roma, nel suo piccolo, il progetto era questo.
LA ROGNA È PRIMA DI TUTTO NEL CUORE DELL'UOMO (PECCATO ORIGINALE) Una storia vecchia, quindi, che ogni tanto ripropone il proprio fallimento, perché la rogna è prima di tutto nel cuore dell'uomo. Rousseau e i Grillini - mi si perdoni l'accostamento temerario - negano il peccato originale e quindi pensano che il male venga sempre dal di fuori e mai dal di dentro. A dire il vero questo è l'errore di tutta la modernità, che assomiglia molto al rinnovamento del peccato dei nostri Progenitori. Negare il peccato originale pensando che l'uomo sia naturalmente buono significa infatti rinnovarlo, peccando appunto di nuovo di superbia. Per questi motivi ho sempre pensato che non avrei mai dato il mio voto a chi me lo chiedesse presentandosi come "migliore". Avrei visto in lui uno Gnostico, uno che pensa o di essere già salvo o di potersi salvare da solo. Uno che pensa di potersi dare ciò che non ha. Non che io ami votare i disonesti, ma so che l'onestà non garantisce la capacità politica. Inoltre chi vanta una propria superiorità morale alla fine rende inutile la politica. In un mondo di buoni e di santi come i Grillini la politica non serve più. Essa ha bisogno della morale, ma la morale ha bisogno che l'uomo lotti prima di tutto con se stesso. I buoni per natura o per vocazione pensano di non doverlo fare, così la politica rimane quello che è. Fino a che un nuovo partito non vanterà una nuova superiorità morale.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 08/09/2016
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A PALERMO UN PRETE GAY-FRIENDLY DISCRIMINA CHI NON E' OMOSESSUALE
Il parroco alla Messa ha presentato una coppia di lesbiche che avrebbe contratto unione civile esprimendo rammarico per non poter benedire i loro anelli come si fa con gli sposi
Autore: Rodolfo Casadei - Fonte: Tempi, 08/09/2016
La cronaca di Palermo di Repubblica ha dato grande risalto alla notizia: padre Cosimo Scordato, parroco a San Saverio dell'Albergheria, nel corso della Messa domenicale ha presentato alla comunità una coppia di donne che di lì a pochi giorni avrebbe contratto unione civile davanti al sindaco Leoluca Orlando, e ha pubblicamente espresso il proprio rammarico per non poter benedire i loro anelli come si fa con gli sposi. Le due signore non sono praticanti abituali, ma alla vigilia dell'unione civile hanno sentito improvvisamente l'impellente bisogno di una benedizione divina sul loro connubio. Padre Scordato ha raccontato la vicenda così: «Qualche giorno fa sono venute da me per chiedermi di benedire gli anelli. La Chiesa non ammette questo sacramento per le coppie omosessuali ma le ho invitate comunque a venire a Messa per presentarle alla Comunità, perché la Chiesa deve accogliere tutti. Il mio auspicio è che un giorno la Chiesa accetti di benedire anche queste relazioni omosessuali. Le cose si cambiano poco a poco, un passo per volta».
UNA BELLA CONFUSIONE Che dire? Beh, prima di tutto che questo padre Cosimo sarà anche docente della Facoltà di Teologia di Palermo, ma fa una bella confusione fra sacramento del matrimonio e benedizione degli anelli che simboleggiano l'unione, che sono due cose diverse. Anche molti cattolici non lo sanno o erano distratti quando la questione veniva spiegata nel corso degli incontri di preparazione al matrimonio, ma sacramento del matrimonio e benedizione degli anelli nuziali sono due cose ben diverse. Non è il prete che celebra il matrimonio, ma i due sposi: sono loro i ministri del sacramento. Il sacerdote è uno dei testimoni della celebrazione, ed è quello che ha il potere di pronunciare la benedizione della Chiesa sull'unione, simbolizzata dagli anelli. Un'altra cosa che il docente della Facoltà di Teologia di Palermo non ha ben chiara, è che la Chiesa non riconosce valore sacramentale a un'unione omosessuale e non la benedice (ricordiamoci sempre che sono due cose distinte) non perché vuole discriminare le persone in base alle loro preferenze sessuali, ma per il semplice fatto che quell'unione è intrinsecamente infeconda. Il sacramento del matrimonio è centrato sul fatto che il connubio fra uomo e donna è l'unico capace di trasmettere la vita. Anche quando i figli non vengono, quell'unione è strutturalmente aperta alla vita, ed è l'unico rapporto pienamente umano (non piegato a logiche tecniche) entro il quale può avvenire la generazione.
LOVE IS LOVE? Potrei però anche pensare che Repubblica abbia citato in modo approssimativo e virgolettato in modo abusivo il pensiero di padre Cosimo, e questa non sarebbe un'ipotesi peregrina, considerati i precedenti della testata, una di quelle abituate a confondere l'Immacolata Concezione col concepimento verginale di Gesù nel grembo di Maria, anche per la penna del suo direttore eterno Eugenio Scalfari. Forse il parroco docente di teologia fa parte più semplicemente di quel gruppo di uomini di Chiesa che pensano che un'unione omosessuale non potrà mai essere un sacramento come l'unione fra uomo e donna, ma merita tuttavia una benedizione perché le due persone sono impegnate a farsi del bene: si aiutano, si assistono, si soccorrono, si fanno carico l'una dell'altra. In una parola: si amano. E la Chiesa non deve mai essere insensibile all'amore, come non lo è nessun essere umano (tranne, dicono alcuni, certi fondamentalisti cattolici). Il problema di questa posizione è la sua natura discriminatoria. Nel mentre che afferma di voler cancellare una discriminazione, quella contro l'amore fra persone dello stesso sesso, in realtà ne istituisce una molto pesante nei confronti di tutti coloro che omosessuali non sono. L'amore oblativo, infatti, non è una realtà confinata alle coppie omosessuali che chiedono il riconoscimento pubblico legale della loro unione, ed eventualmente una bella benedizione in chiesa. C'è l'amore della madre e del padre per i loro figli, l'amore del bambino per la mamma, l'amore fraterno, quello fra amici, quello della maestra nei confronti degli allievi, dell'educatore nei confronti dei ragazzi e delle ragazze in condizioni di disagio sociale e/o esistenziale. Ci sono donne che assistono con sacrificio per anni una madre, un padre, una sorella malati; genitori che fanno di tutto per un figlio in difficoltà; persone capaci di prestare grosse somme di denaro senza interessi a un amico per la forza dell'amicizia; educatrici che fanno 300 chilometri in treno a loro spese per visitare in carcere una loro assistita finita dietro le sbarre per rapina e violenza. Un amico del mio nonno paterno rischiò la vita per disseppellirlo dalla trincea che gli era franata addosso a causa di un bombardamento durante la Prima Guerra mondiale. Senza quell'atto coraggioso di amicizia accaduto tanti anni fa io non sarei nemmeno nato. Avendo frequentato un seminario maggiore, padre Cosimo saprà sicuramente che le parole amico ed amicizia vengono dal latino amicus e amicitia, entrambe le quali rimandano al verbo amare. L'amicizia è amore, non ci sono dubbi.
DISCRIMINATI I NORMALI Allora la mia domanda è: perché l'amore delle due signore prossime ad accasarsi in una unione civile avrebbero secondo lui diritto a una benedizione solenne come quella che si riserva agli sposi, e invece tutte le altre forme di amore no? Per quale ragione sostanziale l'amore di quelle due donne dovrebbe essere più meritevole di benedizione pubblica durante la Messa di quello di due amici pronti a rischiare la vita l'uno per l'altro, o di una figlia che assiste premurosamente i genitori malati se necessario per anni, o di un padre che sacrifica le sue tentazioni narcisistiche alla crescita e alla solidità umana e affettiva dei suoi figli? Sembrerebbe allora che due omosessuali abbiano diritto a una benedizione privilegiata per il fatto che il loro amore comprende anche contenuti erotici, che quell'amore è fatto anche di passione fisica coi relativi contatti fra le parti sessuali dei loro corpi. Io e il mio amico fedele di una vita non possiamo essere benedetti da padre Cosimo e applauditi dai suoi parrocchiani, perché non abbiamo intenzione di andare a letto insieme. Se invece decidessimo di farlo, padre Cosimo ci benedirebbe, Repubblica ci pubblicherebbe un articolo e Rai Due ci inserirebbe nel documentario che sta preparando sull'argomento. Beh, è evidente che una spiegazione logica e razionale al privilegio che il parroco palermitano vorrebbe concedere ad alcuni a scapito di altri non c'è. Io sospetto che le motivazioni siano altre. Il problema è che oggi nella Chiesa comincia ad esserci un po' troppa gente che ama essere alla moda, che vuole piacere al mondo, che vuole sentirsi accettata dalla cultura dominante, che vuole conformarsi alla mentalità corrente [...] e poiché il mondo non vuol venire sulle posizioni della Chiesa, allora vede come unica soluzione che la Chiesa si identifichi con le posizioni del mondo. Ma vendere l'anima per un po' di potere terreno non è mai stato un buon affare.
Fonte: Tempi, 08/09/2016
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OMELIA XXV DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 16,1-13)
Chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 18 settembre 2016)
L'evangelista Luca, di cui è la pagina del Vangelo di oggi, ha tra i suoi argomenti preferiti il pregio della povertà e il pericolo della ricchezza, al punto che il suo Vangelo potrebbe essere definito il Vangelo dei poveri. Come spiegare allora la parabola di oggi, che effettivamente, è tra le più difficili di tutto il Nuovo Testamento? Apparentemente, sembra che Gesù lodi la disonestà di quell'amministratore che si era procurato amici imbrogliando. Nella parabola si legge che «il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza» (Lc 16,8). Gesù non loda la disonestà, bensì la scaltrezza. In poche parole, noi dobbiamo imitare quella scaltrezza, non certo per essere disonesti, ma per fare il bene. Purtroppo, tante volte, «i figli di questo mondo [...] sono più scaltri dei figli della luce» (ivi) e ci mettono più impegno nel fare il male di quello che ci mettono i figli della luce a compiere il bene. L'espressione «figli di questo mondo» indica coloro per i quali gli orizzonti della vita si chiudono sugli interessi terreni; mentre l'espressione «figli della luce» designa quelli che vivono in funzione della Vita eterna. L'insegnamento della parabola risulta ora chiaro, esso ci esorta a procurarci il nostro autentico bene, quello spirituale. Secondo l'insegnamento della Bibbia, i beni della terra sono proprietà di Dio dati in amministrazione agli uomini, i quali devono servirsi di essi non per alimentare il loro egoismo, ma per fare il bene. Nel Vangelo di oggi, Gesù chiama "disonesta" la ricchezza ed è realmente disonesta quando viene sfruttata per il solo tornaconto personale. Un mezzo per utilizzare bene la ricchezza è quello di farne parte ai poveri, in modo che, «quando questa verrà a mancare, essi [i poveri] vi accolgano nelle dimore eterne» (Lc 16,9). Il discorso di Gesù continua con una frase abbastanza difficile da comprendere. Egli dice: «Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti. E chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti» (Lc 16,10). Cosa intendeva Gesù per «cose di poco conto» e per «cose importanti»? Le cose di poco conto sono i beni materiali; le cose importanti sono invece i beni spirituali, la grazia di Dio. Davanti a Dio, per quello che riguarda i beni spirituali, nessuno è povero: tutti hanno ricevuto, in misura più che abbondante, delle grazie, dei talenti, che dovranno amministrare con fedeltà e avvedutezza. Dobbiamo "corrispondere" alla grazia di Dio, ovvero farla fruttificare. Gesù, però, ci mette in guardia e ci dice che l'attaccamento smodato ai beni di questo mondo è pericoloso e non si possono servire due padroni: o si utilizzano le ricchezze terrene per il bene autentico, oppure se ne diventa schiavi. Con parole molto precise, Gesù afferma: «Non potete servire Dio e la ricchezza» (Lc 16,13). Guardiamo l'esempio dei Santi: alcuni di essi sono stati favoriti di grandi ricchezze, come santa Elisabetta d'Ungheria, ma tutto veniva utilizzato per la Gloria di Dio e il bene dei fratelli. Per non farci però dominare dalle ricchezze, bisogna amare Dio con tutto il cuore: quanto più lo ameremo, tanto più ci distaccheremo dalle ricchezze terrene e riusciremo a fare molto del bene. Si può ricavare un altro insegnamento dalle parole che prima abbiamo ascoltato: «Chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti» (Lc 16,10). L'insegnamento è molto importante ed è questo: chi si abitua alle piccole infedeltà, prima o poi cadrà anche nelle grandi infedeltà. Dobbiamo dunque prestare attenzione anche ai peccati che a noi sembrano piccoli e insignificanti e dobbiamo combatterli prontamente, per non cadere prima o poi nei più grandi peccati.
Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 18 settembre 2016)
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