LA DITTATURA IMPONE VACCINI OBBLIGATORI PER TUTTI
Sull'onda emotiva di una epidemia che non c'è, quella della meningite, stanno passando nuove vaccinazioni spesso inefficaci e immorali, come quella per il Papilloma virus
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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FA MANIFESTAZIONE ANTI-MIGRANTI A VICENZA: CONDANNATO AL CARCERE E 1.000 EURO DI MULTA
Intanto in Finlandia c'è razzismo contro i bianchi e infatti viene eletta Miss Helsinki una nera in quanto nera (la meno bella delle finaliste: avete presenti le finlandesi?)
Autore: Claudio Cartaldo - Fonte: Il Giornale
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PEPPONE E LA MINISTRA DELL'ISTRUZIONE SENZA LAUREA
La laurea honoris causa a Peppone dimostra il rapporto della sinistra con la cultura (VIDEO: comizio di Peppone)
Autore: Lorenzo Bertocchi - Fonte: Il Timone
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QUELLO CHE BOLDRINI & CIRINNA' SANNO, MA NON DICONO
Inventano l'emergenza femminicidio, ma è solo per distrarre l'attenzione dal suicidio (130 donne assassinate, 800 donne che si sono suicidate) e da un'accoglienza indiscriminata degli immigrati (che ci è costata 12 miliardi di euro)
Autore: Silvana De Mari - Fonte: Centro Cattolico di documentazione
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IL NAZISMO PERSEGUITO' I GAY? SI, MA L'OMOSESSUALITA' GODEVA DI NOTEVOLE PRESTIGIO TRA I NAZISTI
Il movimento aveva gay dichiarati tra i fondatori, molti dei quali amavano Hitler (inoltre veniva propagandato il nudismo)
Autore: Luigi Strippoli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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IL MASCHIO UMANO E' UNA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE
La sindrome del panda: intrigante manuale per maschi veri
Autore: Luca Marcolivio - Fonte: Il Timone
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LE RIDICOLE FEMMINISTE CHE MARCIANO CONTRO TRUMP
La verità è che i manifestanti anti-Trump radunano estremisti di sinistra, anti-clericali, filo islamici e persino satanisti
Autore: Costanza Miriano - Fonte: La Verità
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A FERRARA UN ADOLESCENTE UCCIDE I GENITORI CON L'AIUTO DI UN AMICO, MA SULLA VICENDA CALA IL SILENZIO PERCHE'... I DUE ASSASSINI PROBABILMENTE SONO GAY
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): festival di Sanremo gay con Mika, Ricky Martin e Tiziano Ferro; l'ultima folle campagna Lgbt+ affigge manifesti con ragazze con il pene e ragazzi con la vagina; una task force Lgbt anti-Trump
Autore: Cristiano Lugli - Fonte: Osservatorio Gender
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OMELIA V DOMENICA DEL TEMPO ORD. - ANNO A (Mt 5,13-16)
Ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato?
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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LA DITTATURA IMPONE VACCINI OBBLIGATORI PER TUTTI
Sull'onda emotiva di una epidemia che non c'è, quella della meningite, stanno passando nuove vaccinazioni spesso inefficaci e immorali, come quella per il Papilloma virus
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29/01/2017
Nelle ultime settimane, abbiamo assistito al diffondersi di una psicosi generalizzata riguardo le Meningiti. Un caso costruito sul nulla. La NBQ ne ha già parlato [leggi nota alla fine dell'ariticolo, N.d.BB], i massimi esperti di Epidemiologia sono più volte intervenuti a rassicurare attraverso i media che non c'è alcun aumento di casi, ma non c'è niente da fare: è partito il passa parola tra la gente, specialmente tra le mamme, e non si ferma più. "Ma come? Con tutto quello che si sente? Tuo figlio non l'hai ancora vaccinato?" e la povera mamma che teme di essere degenere si affretta a intasare le linee telefoniche dei Servizi Vaccinazioni per prenotare il vaccino. "Quale?" Ma sì, mi faccia quello che "copre contro tutto". Magari. Ancora una volta, dunque, le vaccinazioni diventano uno degli argomenti di maggiore discussione in ambito sanitario - più di tanti argomenti di salute pubblica altrettanto se non molto più importanti - e si scatenano anche le faide politiche. Come la NBQ aveva già annunciato, la Regione Emilia-Romagna ha approvato prima di Natale una legge regionale che prevede l'esclusione dalle scuole dei bambini che non hanno fatto le vaccinazioni dell'obbligo. Immediatamente questo esempio è stato seguito da regioni con analoghe amministrazioni di Sinistra, a cominciare dal Lazio e dalla Toscana. Il Ministro Beatrice Lorenzin ha dato già il suo consenso a queste misure legislative, e non ha escluso che lo stesso Governo centrale possa prendere un simile provvedimento.
CONTROVENTO Di fronte a questa prospettiva, ha preso posizione il sindaco Cinquestelle di Livorno, Filippo Nogarin, un ingegnere, che ha dichiarato che rendere obbligatori i vaccini per i bimbi che vogliono frequentare l'asilo è una forzatura insopportabile. Il sindaco ha peraltro precisato di non essere un fanatico anti-vaccinale, di credere nella vaccinazione come mezzo per debellare le malattie più gravi, ma la scelta - ha puntualizzato - deve essere individuale. "Se si trasforma in un'imposizione, si viola la libertà del singolo individuo da un lato e si finisce per dare ossigeno a complottisti e sostenitori di teorie pseudoscientifiche pericolose. Se vogliamo raggiungere un risultato serio, dobbiamo lavorare sulla prevenzione, l'informazione e la comunicazione. Altrimenti si deresponsabilizza l'individuo e questo è molto pericoloso". Parole equilibrate e sensate. Ma contro di lui si sono scatenati i social e i paladini delle vaccinazioni ad oltranza. Il sindaco, che appena eletto aveva riscosso i consensi del mondo radicalchic e politicamente corretto per essere stato uno dei primi ad accettare la trascrizione dei "matrimoni" tra persone dello stesso sesso avvenuti in altri Paesi, si è reso conto a sue spese di cosa succede quando su altre questioni si prova ad andare controcorrente e a toccare determinati interessi. Il quotidiano l'Unità, dal suo stato preagonico, ha levato un grido trionfante: per Nogarin una Caporetto. Così scrive il giornale diretto da Staino. La cosa che più fa sorridere, in questa polemica tra "obbligazionisti" e difensori delle libertà individuali, è che in realtà in Italia l'obbligo delle vaccinazioni esiste già. Riguarda quattro vaccinazioni: Difterite, Tetano, Poliomielite ed Epatite B. Si tratta di obblighi "storici", esistenti da molti anni. L'ultima obbligatorietà riguarda l'Epatite B, introdotta nel 1991, quando i drammatici (e mai divulgati) dati epidemiologici dicevano che in Italia c'era più di un milione di sieropositivi per l'Epatite B, un virus che si diffonde coi rapporti sessuali e con il contatto con sangue infetto.
SOLO ITALIA E FRANCIA HANNO L'OBBLIGO DI VACCINAZIONE Sarebbe stata necessaria anche una riflessione sugli stili di vita che portano alla diffusione di questo virus, ma si preferì puntare esclusivamente a tutelare le generazioni future, vaccinando tutti i nuovi nati. Dunque, l'obbligo esiste già. Un tempo ai genitori "inadempienti" questo obbligo venivano mandati a casa i Carabinieri, e i giudici dei Tribunali dei Minori potevano sospendere temporaneamente la patria potestà affinché si potesse effettuare le vaccinazioni. Misure francamente sgradevoli. In tempi più recenti, i giudici si limitano a verificare che le vaccinazioni non siano state evitate per trascuratezza dei genitori o stato di abbandono dei minori. Aggiungiamo che solo due Paesi in Europa hanno l'obbligo di vaccinazione: Italia e Francia. Due Stati, non a caso, con trascorsi giacobini. I Paesi più evoluti, dalla Scandinavia alla Gran Bretagna, alla Germania, non impongono, ma propongono. Il provvedimento legislativo adottato dall'Emilia-Romagna e che la Lorenzin vorrebbe fosse esteso a tutte le Regioni, è un grosso passo indietro, e bene ha fatto dunque il Sindaco di Livorno a prendere posizione, una facoltà che gli è concessa dalla Carta costituzionale che individua nel Sindaco il responsabile della salute pubblica nella propria comunità di competenza. Ma perché si invoca un provvedimento così draconiano come l'esclusione dei bambini non vaccinati dalle scuole? Per tutelare la salute degli altri bambini? No. Questi bambini non hanno nulla da temere - visto che sono vaccinati - dai piccoli inadempienti, che rischiano di essere tacciati di essere degli "untorelli". Semmai sono proprio loro ad essere a rischio, un rischio che evidentemente i loro genitori hanno deciso di assumersi.
TERRORISMO PSICOLOGICO Quello che è in gioco, un gioco dove la tattica adottata è quella della paura, è l'introduzione di molti altri nuovi vaccini, che la Lorenzin ha annunciato trionfalmente per il 2017, insieme ai nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea). E' il Piano Nazionale Vaccini, di cui si discuteva da molto tempo, e che è stato approvato sull'onda emotiva della fantomatica e inesistente epidemia di meningite. Non a caso prevede l'introduzione di diversi tipi di vaccini anti-meningite. Il numero di vaccinazioni che un bambino dovrebbe effettuare a partire dai 3 mesi fino ai quindici anni di età viene ad essere più che raddoppiato. Inoltre, ci vorrebbe un surplus di spesa di circa 100 milioni di euro, ma questo non sembra preoccupare il Governo. Potrebbe preoccupare - e molto - i cittadini. Ma - qualcuno afferma - tutto questo serve a salvare vite umane. Sulla letalità di malattie come la Varicella (è uno dei vaccini che verrebbero introdotti) ci sarebbe molto da discutere. Per non parlare del vaccino contro l'HPV, il Papilloma Virus, nei maschi. Questa vaccinazione è stata introdotta da pochi anni, non senza polemiche, e con numerosi Paesi che non l'hanno adottata, dubitando della sua efficacia e del rapporto costi-benefici. Si tratta di un vaccino contro alcuni agenti causali di infezioni dell'apparato genitale, che possono - col passare degli anni - portare a tumori. Il vaccino infatti - a livello popolare - è stato presentato come "il vaccino contro il tumore all'utero". Ora lo si vorrebbe proporre anche ai maschi, ed è facile immaginarsi la perplessità di molti genitori. Certo, le malattie a trasmissione sessuale sono in aumento, nonostante l'ormai capillare uso del preservativo, che doveva essere la salvezza da ogni infezione di questo tipo, e che evidentemente (ma questo gli esperti intellettualmente onesti lo sapevano e lo dicevano da molto tempo) ha un notevole tasso di fallibilità. Ma questo giustifica l'introduzione di tale vaccinazione? E' un dubbio che avranno tanti genitori. E allora una soluzione inquietante a quella che potrebbe essere una scarsa risposta alle offerte di tali vaccini sta nella coercizione. L'obbligo, dalle quattro vaccinazioni sopra citate, potrebbe essere esteso a tutte le proposte del Piano Vaccini. Un obbligo garantito dalle misure sanzionatorie come la non ammissione a scuola per i bambini o la radiazione dall'Ordine dei Medici per i sanitari che non vaccinano. Alla faccia della libertà e della democrazia. L'alternativa? Fare come in tutti gli altri Paesi europei: documentare, informare, educare alla salute. Senza diktat sgradevoli.
Nota di BastaBugie: Paolo Gulisano nell'articolo sottostante dal titolo "Il tribunale del popolo ha deciso: è meningitefobia" riflette sul fatto che non sia più la scienza che detta l'agenda dell'organizzazione sanitaria, ma la spinta emotiva del momento. Poco importa che l'evidenza scientifica ci dica che non c'è alcuna epidemia di meningite. Nel 2015 i casi segnalati in tutta Italia sono stati circa 120. Ma con un meccanismo strano di lettura emotiva e paranoica dei dati reali, si sta diffondendo questa paura. E improvvisamente il vaccino diventa la panacea. Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 6 gennaio 2017: Negli scorsi giorni due fenomeni - tra loro collegati - hanno caratterizzato il panorama sanitario. Da una parte un sovraffollamento spaventoso dei reparti di pronto soccorso degli ospedali, dall'altra parte un enorme richiesta rivolta ai servizi vaccinazioni delle aziende sanitarie di vaccini anti-meningite. Dicevamo che si tratta di fenomeni correlati perché una grande percentuale delle affluenze al pronto soccorso era motivata, sia per bambini che adulti, da sintomi di febbre alta. Il lettore si chiederà: che c'è di strano? Siamo in inverno, e siamo in piena stagione influenzale. Già, ma molta gente, di fronte alla presenza di febbre, va a pensare alla Meningite, che è decisamente la malattia del momento. Le notizie di casi di questa malattia verificatisi negli ultimi mesi hanno scatenato una vera fobia collettiva, e come si diceva sopra, oltre a pensare al peggio di fronte a banali influenze, si è scatenata una vera e propria caccia al vaccino, che per certi aspetti ha del paradossale. Fino a poche settimane fa infatti si parlava del problema della diminuzione dei tassi di copertura vaccinale, della disaffezione e dei sospetti di molti genitori di fronte alle vaccinazioni e ai loro possibili effetti collaterali, con conseguenti provvedimenti legislativi da parte di Regioni come l'Emilia Romagna, di cui la Nuova BQ ebbe modo di occuparsi. Oggi invece arrivano migliaia di richieste di vaccinazioni anti-meningococco, sia per i minori che per gli adulti. Improvvisamente i vaccini non provocano più autismo né altre svariate patologie, ma sono la panacea per questa infezione, la meningite, il cui solo nome provoca terrore. Come commentare tutto questo? In primo luogo con una valutazione sconsolante: nella nostra società è prevalente un approccio ai problemi della salute essenzialmente di tipo emotivo, e di una emotività molto irrazionale. Si tratta di una delle manifestazioni di quella che il teologo morale e bioeticista don Michele Aramini ha definito la cultura della post-durezza. Sono finiti i tempi della durezza del vivere, i tempi dei sacrifici. Siamo abituati al benessere, alle coccole. Di fronte ad un bambino con la febbre, il genitore appartenente a questa cultura che fa? Porta il bambino al pronto soccorso, pensando immediatamente al peggio. Non sa - o non vuole sapere - che il pronto soccorso è un servizio per pazienti con patologie gravi, serie. Non gli importa di andare ad intasare questi servizi primari, facendone un uso improprio e dannoso per la comunità. Non sa, o non vuole sapere che esiste il pediatra o il medico di base, il servizio di Guardia Medica e così via. Lui corre al pronto soccorso. Le nostre mamme, quelle della cultura della durezza, ci curavano dai febbroni con tutti i mezzi naturali e farmacologici che tutti ben conoscevano, e all'ospedale si andava davvero solo per casi importanti. La cultura della post durezza si atterrisce di fronte alla febbre, si smarrisce di fronte a qualche caso di meningite, ed invoca la panacea: il vaccino. Da qui le migliaia di telefonate ai centri vaccinali che stanno addirittura sortendo un effetto politico: la Regione Lombardia si sta apprestando in questi giorni a legiferare in materia di meningiti, offrendo il vaccino in co-pagamento a tutta la popolazione che ne farà richiesta. Non è più la scienza, l'evidenza scientifica, che detta l'agenda dell'organizzazione sanitaria, ma la spinta emotiva del momento. Poco importa che l'evidenza scientifica ci dica che non c'è alcuna epidemia di Meningite. Lo scorso anno i casi segnalati in tutta Italia - un Paese di 60milioni di abitanti - sono stati circa 120. Uno ogni 500.000 abitanti in un anno. Non sembra proprio un'epidemia. Tuttavia, con un meccanismo strano di lettura emotiva, parziale, quasi paranoica, dei dati reali, si sta diffondendo questa paura. C'è anche un altro aspetto su cui riflettere: "L'unica prevenzione è il vaccino", si sente dire. Non è vero. Diversi dei casi che si sono verificati recentemente erano di meningiti causate da batteri - come l'escherichiacoli - molto diffusi e per i quali non c'è vaccino. E se invece si cercasse di migliorare l'educazione basilare all'igiene? Un tempo se ne parlava nelle scuole, o erano le famiglie stesse ad insegnare certe regole elementari. Sempre più spesso si vede gente che starnutisce o tossisce senza mettere la mano davanti alla bocca, come appunto ci insegnava la nonna. I batteri che causano le meningiti sono quasi tutti trasmessi per via aerea, attraverso cioè le micro goccioline di saliva che noi emettiamo con tosse, starnuti, o altri modi molto maleducati. Sempre più spesso si vede in giro gente che sputa per terra, con un ritorno ad una barbarie sanitaria che si pensava appartenesse ad altri tempi. Perché allora non impegnarsi anche sul fronte dell'educazione sanitaria, della cara vecchia igiene oggi molto trascurata? Poi eventualmente si può anche parlare di vaccinazioni, vagliando attentamente l'offerta vaccinale, e anche le reali necessità di prevenzione, a partire dai dati epidemiologici. Questo può essere un buon modello di sanità nell'epoca della cultura della post-durezza, che a sua volta rappresenta una notevole minaccia per il benessere non solo fisico, ma soprattutto morale e spirituale.
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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 29/01/2017
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FA MANIFESTAZIONE ANTI-MIGRANTI A VICENZA: CONDANNATO AL CARCERE E 1.000 EURO DI MULTA
Intanto in Finlandia c'è razzismo contro i bianchi e infatti viene eletta Miss Helsinki una nera in quanto nera (la meno bella delle finaliste: avete presenti le finlandesi?)
Autore: Claudio Cartaldo - Fonte: Il Giornale, 03/01/2017
Cinque giorni di carcere e 1.310 euro di ammenda. È questa la pena cui è stato condannato Alex Cioni, leader del Comitato Prima Noi, dal Tribunale di Vicenza. La sua colpa è quella di aver realizzato una manifestazione di fronte ad un albergo indicato come futuro centro migranti per manifestare il dissenso all'arrivo dei profughi. I fatti risalgono al 17 luglio scorso, quando alcuni rappresentanti del Comitato Prima Noi affissero sulle vetrate dell'hotel Eden di Schio uno striscione e dei cartelloni per esprimere il proprio dissenso verso l'annunciato arrivo di un nutrito numero di richiedenti asilo. Una manifestazione non autorizzata, perché - secondo il giudice - non era stata formulata precedentemente richiesta alle autorità di pubblica sicurezza. E così Cioni è stato condannato, anche se la pena è stata sospesa perché incensurato. "La denuncia partita dagli uffici della Digos e la relativa condanna del tribunale vicentino - fa sapere il direttivo del Comitato - rappresentano in maniera inequivocabile un maldestro tentativo di intimidire la nostra attività". "Uno striscione in un posto privato non è una manifestazione per cui la condanna per manifestazione è assurda - ha spiegato l'interessato all'Alto Vicentino Online - Chiamare manifestazione un'iniziativa come la nostra, che tra l'atro è durata pochi minuti, non ha senso ed è chiaro che il fatto è stato strumentalizzato". Comunque Cioni farà ricorso. "Prescindendo dall'aspetto giuridico - spiega - siamo dinnanzi ad un abuso da parte di alcuni funzionari di polizia che con questa denuncia evidenziano logiche più politiche che di pubblica sicurezza. Comunque questo provvedimento non ci impedirà di proseguire nelle nostre attività di sensibilizzazione pubblica nel contrasto alle politiche immigrazioniste e il relativo affare milionario che ci gira attorno".
Nota di BastaBugie: Stefano Magni nell'articolo sottostante dal titolo "Miss Helsinki, vittima del nuovo razzismo" parla della nigeriana Sephora Ikalaba, eletta miss in un concorso di bellezza in quel di Helsinki. Il dubbio che il colore della pelle abbia contato più della bellezza è più che legittimo, anche per motivi storici. Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 10 gennaio 2017: In tempi di crisi degli immigrati, anche un concorso di bellezza in quel di Helsinki diventa oggetto di polemica su scala europea. E' stata eletta Sephora Ikalaba, nigeriana. E la rete si infiamma. L'aspetto curioso è che entrambe le parti si accusano di razzismo. In realtà la vicenda è molto più istintiva. Quando si è letta la notizia di una miss nigeriana a Helsinki, capitale della Finlandia, la prima reazione di tanti lettori sarà stata certamente quella di disorientamento, ma anche di sogno di una "Venere nera" dell'Africa occidentale. Attratti dall'enfasi con cui sono stati diffusi i risultati di un concorso di bellezza di cui non ci siamo mai occupati (almeno qui in Italia), le foto hanno provocato i primi grattacapi. I gusti saranno anche soggettivi, ma questa miss Helsinki, proprio, non riesce a piacere. Sarà poco fotogenica? Probabile. Ma quando sono circolate anche le immagini delle altre finaliste finlandesi, il "popolo della rete", in tutta Europa, è rimasto letteralmente basito. "Dovevano proprio scegliere l'unica nera, indipendentemente dal suo aspetto?" E allora è scoppiato il caso. I militanti anti-razzisti in servizio permanente effettivo, puntano il dito sui critici: chiunque esprime dubbi sulla scelta della giuria finlandese è un "razzista", anche se non lo sa o non lo dice. E allora reagiscono i razzisti veri, su forum di estrema destra, pronti a rievocare vecchi fantasmi: il "genocidio dei popoli europei", il "piano Kalergi" per realizzare il meticciato in Europa, il razzismo alla rovescia "voluto dalle multinazionali". Si è letta ogni teoria del complotto a disposizione sul mercato, oltre a ingiusti e volgari insulti alla vincitrice. Senza scomodare il conte Kalergi (che sognava il meticciato in Europa negli anni '20 pensando al defunto Impero Austro-Ungarico) e senza insultare una ragazza quasi ventenne che non ha alcuna colpa e ha diritto di godersi il suo premio, non è difficile credere che la giuria finlandese sia stata comunque influenzata dal colore della pelle. E' molto più probabile che abbiano reagito per riflesso condizionato. Per istinto. Per un istinto razziale (senza virgolette) che ormai condiziona ogni dibattito, dal micro al macro. Esempio macro: di Obama, sin dal 2008, si è parlato di "primo presidente nero", a prescindere dai contenuti delle sue proposte. A otto anni di distanza, è ancora difficile trovare delle critiche compiute sulla sua politica nazionale ed estera, sempre perché è considerato un presidente "storico". Non perché abbia compiuto azioni storiche (ben pochi riescono a citarne qualcuna che la sia veramente), ma perché è storico il semplice fatto che un nero sia diventato presidente degli Stati Uniti. L'Italia aveva eletto miss Denny Mendez, anch'ella di colore, nel 1996. E i Pitura Freska cantavano "Dopo miss Italia voglio un Papa nero". Per scherzo o seriamente, c'è comunque un innegabile chiodo fisso nella cultura popolare occidentale contemporanea: quello che l'emancipazione passi dalla promozione di chi ha il colore della pelle diverso dal bianco. E' lo stesso istinto che fa dire allo scrittore Roberto Saviano "sogno sindaci africani per il Sud". Un discorso puramente colonialista rivolto a un Sud che ricorda ancora le durezze della dominazione spagnola, non sempre vive bene il ricordo dei primi amministratori piemontesi e di sicuro non sogna sindaci di un continente, quale l'Africa, che non è conosciuto nel mondo per avere classi dirigenti di specchiata onestà ed efficienza. Questa mentalità è realmente razzista. Razzismo, infatti, non è solo dominio del bianco sul nero. Ma, per usare un'espressione cara a Martin Luther King, è la convinzione di dover giudicare in base al colore della pelle invece che sulla qualità del carattere. E' razzista chi assume il bianco, il nero o il giallo in quanto bianco, nero o giallo, non perché sia bravo o adatto a quel lavoro. Non è un caso che i razzisti di oggi sono gli stessi di ieri. Non è bizzarro che il partito più razzista della storia d'America, quello Democratico, passò dalla difesa della schiavitù del Sud alla promozione della segregazione, per poi "convertirsi" alle politiche di affirmative action: azione, meglio dire "discriminazione" positiva a favore delle minoranze. E' una conversione fatta con l'intento di compensare le minoranze per i torti subiti, ma ha ottenuto l'effetto di continuare a dividere la società in base al colore della pelle, impedendo una reale integrazione. E in Finlandia? La Finlandia, sin dal 1935, ha promosso e applicato l'eugenetica. Parallelamente alla Germania nazista e molto oltre la fine della guerra, i finlandesi hanno letteralmente scremato la loro popolazione, attraverso una strategia di sterilizzazioni coatte. Questo orrore è stato abrogato solo nel 1970. Si trattava di una ideologia darwinista pura, applicata in Finlandia, Svezia, Danimarca e Norvegia, per conservare solo coloro che erano preventivamente ritenuti "degni" di godere dei benefici dello Stato sociale. Di fatto è stata una gigantesca opera di selezione della razza. Non è un caso che, prima delle ultime ondate migratorie (che finora hanno interessato la Finlandia solo marginalmente), le popolazioni scandinave siano state fra le più omogenee d'Europa, da un punto di vista etnico. Oggi il messaggio che passa da quelle parti è l'opposto: accettare il diverso, chiunque sia. Sensi di colpa? Può darsi. Ma allora non possiamo che concludere che Miss Helsinki Sephora Ikalaba sia vittima del nuovo razzismo.
Fonte: Il Giornale, 03/01/2017
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PEPPONE E LA MINISTRA DELL'ISTRUZIONE SENZA LAUREA
La laurea honoris causa a Peppone dimostra il rapporto della sinistra con la cultura (VIDEO: comizio di Peppone)
Autore: Lorenzo Bertocchi - Fonte: Il Timone, gennaio 2017 (n.159)
"A Giuseppe Bottazzi, per l'impegno profuso con l'attività politica e sindacale, favorendo il processo di pacifica democratizzazione e distensione della società italiana". Il postino aveva consegnato al povero don Camillo una sorpresa che lo fece correre dal Cristo dell'altar maggiore. "Gesù, non c'è più cultura a questo mondo! Danno la laurea honoris causa a quel somaro di Peppone". "Don Camillo", rispose il Crocifisso, "non sarai mica invidioso della cultura altrui?". "No Signore, volevo dire che Peppone è un'intelligenza vivace, ma un po' a scoppio ritardato". "Se son rose fioriranno, don Camillo. E la cultura, alle volte, è più un male che un bene". L'invito arrivato dalle poste ardeva nelle mani del parroco, lo convocava alla serata che i compagni della sezione montanara avevano organizzato per il compagno Bottazzi, ormai prossimo dottore. Sul crinale tutti si preparavano all'evento e perfino la Desolina aveva alzato i giri del motore. "Lei don Camillo", sentenziò la perpetua, "non ha mai vinto un premio neanche alla pesca della festa di San Mamante. Per forza: è rimasto fermo come un paracarro senza favorire processi di aggiornamento e pacificazione sociale". Don Camillo, che aveva visto Peppone prendere la licenza elementare da privatista, stava bene nel suo ruolo di paracarro e lasciò la Desolina a bollire nel suo brodo. Certo, se la laurea honoris causa l'avevano ricevuta anche i due Rossi più Rossi d'Italia, il pluricampione motociclistico Valentino e il rocker Vasco, nella compagnia ci poteva stare anche un rosso come Peppone. Dopo la vittoria del "no" al referendum sulla riforma costituzionale Peppone aveva ripreso un certo colore e quella sera arrivò sulla piazza come ai vecchi tempi, circondato dalla banda dei suoi. Ma don Camillo che lo conosceva bene, notò che il colore di Peppone era sì più rosso, ma un rosso che tirava all'imbarazzo più che alla politica. "Buonasera dottore", disse don Camillo a Peppone mentre si avvicinava al comune. "I miei complimenti per la laurea. Adesso però non avrà più scuse, l'ignoranza non conta più per scansare la scomunica". "Lasci perdere Reverendo che alla scomunica non ci crede più neanche il Vaticano. E stia attento che il rosso è un colore che sta tornando alla moda in varie tonalità". "Ho visto", rispose don Camillo. "Anche al Governo la neo Ministra dell'Istruzione si fa notare per la sensibilità del suo parrucchiere nel seguire la moda. Il rosso però dà alla testa, alla Ministra si sono confuse un po' le idee sui titoli scolastici a curriculum...". "Ma cosa c'entra la cultura con la politica?", reagì il quasi-dottore honoris causa. "Ha proprio ragione onorevole professore, cosa vuole che sia la cultura: l'importante è l'onestà. La cultura è faccenda che può annebbiare la vista e le idee, perché va a finire che uno, invece di dire la verità e ciò che è, dice quello che gli fa più comodo". Peppone cominciò a diventare rosso fuoco: "Parliamo da uomo a prete: ma dove vuole arrivare il Reverendo?" "Oh nulla, una semplice equazione politica. Se si può fare un Ministro dell'Istruzione senza laurea, né diploma, allora può andare anche un Peppone somaro che diventa dottore. È un fatto di cultura".
Nota di BastaBugie: nel seguente video, tratto dagli immortali film di don Camillo, Peppone tiene un comizio pacifista (che in realtà è la solita accusa all'alleanza atlantica con gli Stati Uniti, mentre si esalta l'arrivo del socialismo). Ma il suo cuore sa di aver combattuto con onore per la difesa della patria e don Camillo con la canzone del Piave risveglia i sentimenti più veri di Peppone, il quale dimentica l'ideologia del partito...
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QUELLO CHE BOLDRINI & CIRINNA' SANNO, MA NON DICONO
Inventano l'emergenza femminicidio, ma è solo per distrarre l'attenzione dal suicidio (130 donne assassinate, 800 donne che si sono suicidate) e da un'accoglienza indiscriminata degli immigrati (che ci è costata 12 miliardi di euro)
Autore: Silvana De Mari - Fonte: Centro Cattolico di documentazione, 30/11/2016
Nel marzo del 2012 ha fatto molto scalpore un dato rivelato da Ritanna Armeni, secondo la quale la violenza sulle donne "è la prima causa di morte in tutta Europa per le donne tra i 16 e i 44 anni". Un paio di mesi dopo Barbara Spinelli, sul Corriere della Sera, aveva fatto una rivelazione simile: "La prima causa di uccisione [morte] nel mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l'omicidio (da parte di persone conosciute)". Nel giugno dello stesso anno è intervenuta sul tema Rashida Manjoo, special rapporteur dell'ONU sulla violenza contro le donne, secondo la quale "[…] in Italia la violenza domestica è la prima causa di morte per le donne fra i 16 e i 44 anni di età". A queste affermazioni se ne sono aggiunte innumerevoli altre. La Boldrini parla di strage continua e appende drappi rossi. La signora Cirinnà ha affermato a un corso di aggiornamento dell'ordine dei giornalisti ha affermato che padre e madre sono uno stereotipo e un pregiudizio e ha aggiunto che le donne assassinate da un uomo sono più numerose di quelle morte di cancro al seno.
MENTONO SAPENDO DI MENTIRE Dio, in cui credo profondamente, mi dia testimonianza del fatto che la mia stima per le capacità cognitive delle suddette signore sta a un granellino di sabbia come il granellino di sabbia sta all'universo, ma nemmeno loro possono credere alla veridicità di questi numeri. Per coloro che si siano persi le puntate precedenti le donne assassinate ogni anno sono circa 130, gli uomini assassinati 400, gli uomini suicidi circa 3200, non mille come ho scritto io sbagliando in un precedente post. Le donne suicide sono circa 800 e il suicidio è doppio nelle donne sole. L'emergenza di questo paese quindi è il suicidio, dovuto alla spaventosa situazione economica che strangola la gente, che obbliga uomini perbene a essere disoccupati, donne che vorrebbero essere madri a non osare farlo, famiglie a perdere la casa per pignoramento, imprenditori costretti a fallire per eccesso di crediti, anziani a cercare qualcosa nei cassonetti. Ci sono 240 pratiche mediche cui è stato tolto il carattere di gratuità: una di queste è la terapia antalgica per metastasi ossee e l'altra è la risonanza magnetica anche nei bambini a rischio di idrocefalo. L'emergenza è il suicidio di un paese morto, assassinato e venduto che sta chiaramente morendo senza un futuro. Perché hanno tutti mentito? Perché si sono tutti inventati che l'emergenza è il femminicidio e i medici obiettori? Per distrarre l'attenzione dal suicidio, dalla disperazione, dall'impossibilità di vivere, dai 12 miliardi di euro spesi in un'accoglienza indiscriminata che sta causando disastri e morti in mare, certo, ma non è solo questo.
LA DITTATURA RELATIVISMO Un regime per poter diventare in tutto e per tutto dittatoriale, anche a fronte di un'ancora apparenza di democrazia elettiva, deve scardinare di un popolo il passato e l'istituzione familiare. Contro il femminicidio la vera sfida è il cambiamento culturale, hanno affermato i geni: quindi la nostra cultura non va bene, va cambiata, la scuola, gli insegnanti, persone che eseguono le circolari del ministero spiegheranno il maschile e il femminile: l'etica dei figli amministrata dallo stato, mi viene la nausea solo a scriverlo. Quella che deve saltare è l'istituzione familiare, gli uomini che amano le donne, le donne che amano gli uomini. Una volta saltata la famiglia un popolo diventa spazzatura, lo zerbino. La vera violenza contro le donne è il suicidio. La vera violenza contro le donne è una tassazione talmente atroce che impedisce di diventare madri. La vera violenza contro le donne è la disoccupazione dei loro uomini. La vera violenza contro le donne sono i miserabili 4 mesi di congedo per maternità, il dover tornare al lavoro quando il piccolo ha 4 mesi e ha un disperato bisogno di mamma. La vera violenza contro le donne è la pornografia, la vera violenza contro le donne è la mostrosa nauseante foliazione di Vendola e Lo Giudice. Giù le mani dai nostri uomini. Giù le mani dalle nostre famiglie. Giù le mani dai nostri figli. Andate al diavolo.
Fonte: Centro Cattolico di documentazione, 30/11/2016
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IL NAZISMO PERSEGUITO' I GAY? SI, MA L'OMOSESSUALITA' GODEVA DI NOTEVOLE PRESTIGIO TRA I NAZISTI
Il movimento aveva gay dichiarati tra i fondatori, molti dei quali amavano Hitler (inoltre veniva propagandato il nudismo)
Autore: Luigi Strippoli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 21/06/2016
Se andiamo indietro nella storia, la tendenza di oggi è a falsificare. Vorrei fare un esempio: come viene raccontato dai media il rapporto tra nazismo e omosessualità? Dimentichi, in tanti, che sotto molti regimi comunisti gli omosessuali venivano condannati a morte solo pochi decenni orsono, di solito si presenta il nazionalsocialismo come un regime che ha fatto della persecuzione degli omosessuali una delle sue cifre più specifiche. Così, per miracolo, mentre dalla lista dei perseguitati dal nazismo scompaiono di norma i cattolici, vi compaino, al fianco degli ebrei, gli omosessuali. Dire che gli omosessuali sono stati sempre perseguitati, e dal nazismo in particolare, serve al disegno di farne una categoria protetta e privilegiata (cui spetterebbe il diritto, per dirne una, di affittare gli uteri delle donne e di bollare come omofobi i contrari a questa pratica).
RAPPORTO NAZISMO-OMOSESSUALISMO Ma cosa sappiamo dalla storia sul rapporto nazismo-omosessualismo? All'inizio del Novecento la Germania ha una caratteristica che la rende unica: godono di grande diffusione, ben più che altrove, astrologia, dottrine della reincarnazione, associazioni nudiste e vegetariane, e comunità omosessuali. Molti di questi ingredienti li ritroveremo, variamente combinati, nella vita di alcuni gerarchi. Hitler, per esempio, è vegetariano, crede nella reincarnazione e consulta maghi ed oroscopi; Rudolf Hess è un appassionato di magnetismo, ipnosi, medicamenti e droghe di natura omeopatica e pendoli divinatori... Nella città di Berlino l'omosessualità, scrive il grande storico ebreo ed omosessuale George Mosse, nel più celebre studio sul tema, Sessualità e nazionalismo (Laterza, Roma-Bari, 1996), è ostentata e "i bar per omosessuali passarono da quaranta nel 1914 a 80 nel 1929" (p. 150). L'omosessualità gode di notevole prestigio, insieme al nudismo, che sarà mantenuto nei campi delle giovani SS, in buona parte del mondo militare e nazionalista tedesco. Questo è certamente dovuto alle esperienze di cameratismo tra soli uomini, proprie dell'esercito e poi della Grande Guerra, ma anche alla convinzione, diffusa da alcuni scrittori omosessuali, secondo cui "lo spirito di cameratismo" degli omosessuali, fa di loro "i migliori soldati". Per questi sostenitori dell'orgoglio omosessuale, gli omosessuali costituiscono "il fiore della virilità"(p. 45-47), e il loro corpi nudi sono simbolo di forza, coraggio, sprezzo degli psuedo-valori borghesi e cristiani (pudore, riservatezza...). Movimenti nudisti ed omosessualisti tedeschi, nota il Mosse, si collocano per lo più a destra, predicano una visione anti femminile, propria di gran parte della cultura nazionalista, e professano dottrine razziste.
GAY NAZISTI Personalità come lo scrittore Hans Blüher, l'artista Elisar von Kupffer o il medico Karl-Günther Heimsoth (l'inventore del termine "omofilia"), simpatizzano apertamente per il partito nazista, che può allora contare su un braccio armato, le SA, guidato da personalità notoriamente omosessuali. Il capo delle SA, l'uomo più potente del partito insieme a Hitler, è Ernst Röhm: un omosessuale notorio, come molti altri capi delle SA. Scrive Mosse: "Nel 1932 Hitler aveva difeso con vigore Röhm quando costui era stato pubblicamente accusato di corrompere la gioventù abusando del grado di comandante per sedurre alcuni dei suoi uomini". Hitler sa perfettamente che tra i giovani infatuati di lui e pronti a seguirlo sino alla morte, vi sono, come annota anche Joachim Fest nel suo Il volto del Terzo Reich (Mursia, Milano, 2011) molti omosessuali. Fest, che è uno degli storici più famosi ed accreditati del nazismo, sottolinea l' "impronta tipicamente omosessuale delle SA", e mette in luce come i primi nazisti siano di norma apolidi e sradicati che disdegnano "i legami solidi e quindi anche quelli con la donna e con la famiglia", vedendo nella donna il mezzo per procreare, ma nell'amore omoerotico una dignità superiore (p. p. 228, 413-414). Questo legame tra omosessualità e nazismo, viene denunciato all'epoca sia da oppositori di sinistra, sia da polemisti cattolici, e sarà confermato dalla storiografia successiva (e da film come La caduta degli dei, di Luchino Visconti, notorio omosessuale, che però presenta degenerazione morale nazista e pratica dell'omosessualità come connessi tra loro).
PERCHÉ HITER "DIVORZIA" DAGLI OMOSESSUALI Se tutto questo è vero, cosa incrina questo rapporto? Gli storici conoscono bene la successione dei fatti: una volta giunto al potere il nazismo, tra Hitler e le SA che lo hanno accompagnato sin lì, si crea una forte rivalità. Ernst Röhm, l'uomo più forte del partito dopo Hitler, aspira ad un duumvirato, e vuole imporre la sua visione, meno cauta di quella dell'amico Adolf, sui rapporti con l'esercito regolare, l'economia, la borghesia tedesca... A questo punto, siamo nel 1934, Hitler decide di anticipare eventuali mosse dell'amico, utilizzando, per screditarlo, l'accusa infamante, che ha sino ad allora coperto. Dichiara: "Röhm e i capi delle SA sono omosessuali e pedofili". Quello che tutti nel partito sanno, viene ora denunciato da chi dalle SA ha ricevuto benefici, potere e l'aiuto per raggiungere il potere. Come scrive Wikipedia, alla voce "Storia degli omosessuali nella Germania nazista e durante l'olocausto", "l'omosessualità di Röhm, che non aveva costituito un ostacolo alla sua carriera fino a quando egli era stato in sintonia con le gerarchie naziste, divenne così all'improvviso un utile pretesto per giustificarne l'eliminazione fisica e la necessità della "purga" del suo "corrotto" entourage". Il quotidiano francese Le Temps, il 3 luglio 1934, annota: "Il boia (Hitler) diventa pudico. Non solo uccide: predica. Ha tollerato lo stupro e l'orgia e, quando ritiene di dover difendere se stesso, colpisce in nome della virtù...". Nella celeberrima "notte dei lunghi coltelli", regolamento di conti all'interno del partito nazista, molti capi delle SA vengono uccisi mentre, godendo di alcuni giorni di vacanza concessa dal capo Röhm, si stanno divertendo con alcuni commilitoni o con alcuni giovani ragazzi. Lo storico francese Max Gallo, ne La notte dei lunghi coltelli, (Mondadori, Milano, 1999), descrive una notte tipica di Röhm e degli altri capi delle SA, "scelti in base a criteri sessuali": dopo abbondanti bevute, "per tutta la notte ha partecipato all'orgia con i suoi Lustknaben, i suoi amati giovinetti".
DAGLI AL GAY, ABBIAMO DA VINCERE LA GUERRA Hitler, che è, dal canto suo, un perverso maniaco sessuale che ha spinto la nipote sino al suicidio, può dunque costruire, da questo momento, una nuova accusa, del tutto strumentale, per i suoi antichi amici, divenuti avversari: "omossessuali e pedofili!" L'accusa diventerà micidiale tra le mani di Himmler, che è stato un sabalterno di Röhm, che ha una visione politica diversa dalla sua, che ha un rapporto irrisolto con la sua stessa sessualità, e che ritiene l'omosessualità dannosa perchè porta all'estinzione della razza. Così, ricorda il Mosse, la storia stessa delle SA verrà poi riscritta e il nazismo, nonostante i suoi gerarchi siano spesso accaniti frequentatori di bordello, spregiatori della famiglia e della donna, comincia a tessere l'elogio della famiglia, e, con il tempo, a contemplare l'idea di incentivare le relazioni extramatrimoniali, il libertinaggio sessuale degli uomini, e la prostituzione, per permettere la nascita di un maggior numero di tedeschi, di futuri soldati. La persecuzione degli omosessuali, sino a qui ben rappresentati nel partito, si afferma soprattutto con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, per due motivi: la presenza di omosessuali tra le file del partito e dell'esercito è ora sentita come una minaccia per la forza numerica della nazione e perchè crea lobbies e legami sotterranei che pososno sfuggire al partito (non così il lesbismo, che non viene perseguito); l'accusa di omosessualità e di pedofilia diventa anche la più comoda per eliminare gli oppositori, senza tanti processi. Così, sotto l'accusa di omosessualità, cadono anche avversari politici e sacerdoti cattolici, da screditare anche agli occhi dei loro fedeli, perchè rei di essersi opposti al regime, e che quindi finiranno nei campi di concentramento, con un loro triangolo rosa cucito addosso, pur non essendo affatto omosessuali (Mosse, p. 188-189).
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 21/06/2016
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IL MASCHIO UMANO E' UNA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE
La sindrome del panda: intrigante manuale per maschi veri
Autore: Luca Marcolivio - Fonte: Il Timone, 12/01/2017
È possibile affrontare con leggerezza e, al tempo stesso, con rigore e profondità, il tema della crisi della famiglia contemporanea? Andrea Torquato Giovanoli, ancora una volta, ci è riuscito. Con il suo brillante volumetto La sindrome del panda. Manuale di maschilismo reazionario (Gribaudi, 2016), lo scrittore milanese completa una trilogia iniziata con Nel nome del padre (2014) e Non più due (2016), approfondendo il medesimo tema, sotto una diversa angolatura. Il punto di partenza proposto dall'autore è la crisi di identità del maschio odierno, che da almeno quarant'anni a questa parte, sta perdendo la sua autorevolezza e il senso del suo ruolo nella famiglia e nella società. In una cultura iperfemminilizzata, il maschio è diventato "homo inspiens", una sorta di "bambino troppo cresciuto, che vive ritirato nel suo monolocale in totale simbiosi col divano, compulsando con la playstation e nutrendosi di pizza e di birra (rigorosamente consegnate a domicilio". Specularmente, la donna ambisce sempre più a ruoli maschili, è spesso aggressiva e prevaricatrice, ma non per questo è felice o realizzata.
LA NATURA NON CONOSCE LA FALSITA' La natura, però, determina uomo e donna strutturalmente, biologicamente e psicologicamente diversi, eppure destinati ad avere bisogno l'uno dell'altra. Mentre l'uomo è "custode del Giardino" ed ha la vocazione alla conquista e all'autorità, la donna detiene la "signoria della relazione" e della generatività. Se il cervello maschile elabora in modo lineare, con limitati interscambi tra l'emisfero della razionalità e quello dell'affettività, nel cervello femminile, le interazioni tra i due emisferi sono più frequenti e ciò determina la proverbiale "complessità" della donna. Come nelle sue opere precedenti, Giovanoli riporta numerosi episodi attinti alla quotidianità della sua famiglia e lo fa con il consueto registro semiserio, oscillante tra l'ironia sferzante e la capacità di stupirsi e commuoversi. Ai confronti, anche vivaci, con la moglie, alle incomprensioni coniugali e le relative riappacificazioni, l'autore affianca l'attenta osservazione del comportamento dei tre figlioletti, con le inevitabili differenze che già emergono in tenerissima età: mentre i due maschietti sono concentrati sul gioco (ad esempio il lego) nella sua funzionalità e progettualità, la sorellina accoglie il momento ludico principalmente come occasione per relazionarsi con i fratelli, per guadagnarsi la loro attenzione.
LE VERITÀ ULTIME DELLA BIBBIA Dalle problematiche di ogni giorno, gradualmente l'autore risale alle verità ultime della Bibbia e ne coglie aspetti simbolici spesso poco trattati nelle catechesi: mentre l'uomo è creato dalla terra ed è quindi vocato a custodirla e fecondarla, la donna nasce dalla carne e privilegia lo sviluppo dell'affettività. Quando nella Genesi, Dio afferma: "Non è bene che l'uomo sia solo, voglio fargli un aiuto che gli sia simile" (Gen 2,18), troviamo una chiave di lettura fondamentale nella comprensione delle diversità tra i sessi. Il maschio viene creato da solo e parrebbe già accontentarsi della sua solitudine ed autonomia; egli però non sa di aver bisogno di un aiuto; ecco dunque la donna che, al momento della sua creazione è da subito al suo fianco, lieta di sacrificarsi per il compagno. È per questo che l'uomo, per imparare ad amare, deve vincere il suo naturale egoismo e "morire" per la propria sposa, mentre la donna deve contenere la sua inclinazione al controllo e rispettare la libertà d'azione del suo uomo. La sindrome del panda è un libro leggero, accessibile a chiunque, eppure rivela la robusta cultura dell'autore, assieme alla sua capacità di attualizzazione del Vangelo e delle Scritture rispetto alle sfide antropologiche attuali che, per quanto complesse ed aggressive, non potranno mai stravolgere del tutto il dato della diversità tra i due sessi e della reciproca vocazione all'amore. Un libro politicamente scorretto che, con ironia dissacrante, demolisce tanti totem mondani, prodotto della mentalità corrente, e restituisce il vero senso del sacro dell'esistenza umana, sul piano naturale, prima ancora che sovrannaturale.
Fonte: Il Timone, 12/01/2017
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LE RIDICOLE FEMMINISTE CHE MARCIANO CONTRO TRUMP
La verità è che i manifestanti anti-Trump radunano estremisti di sinistra, anti-clericali, filo islamici e persino satanisti
Autore: Costanza Miriano - Fonte: La Verità, 24/01/2017
Sono una di quei miliardi di donne che non hanno marciato contro Trump. Sono una sola e non so quante donne potrei rappresentare, di sicuro so che le marciatrici con simboli di genitali femminili in testa non rappresentano me, e credo che facciano una gran male alla vera causa delle donne. E vorrei sapere a che titolo si sono autonominate esponenti e difensori dei valori femminili. Ma prima ancora, sinceramente, vorrei scoprire per quale motivo abbiano manifestato. Davvero non l'ho capito. Lo volevo sapere così tanto che mi sono costretta a leggere gli articoli sulla manifestazione, infiorettati di luoghi comuni, tutti pieni di noicheinquantodonne e patriarcato (dov'è?) e diritti minacciati dai maschi cattivi. Quali diritti, e da cosa li difenderebbero queste signore? Qual è il capo d'accusa contro Trump? Pare che abbia definito oca una giornalista. Non so, magari è solo un maleducato. Magari la signora è oca davvero. Ma, sinceramente, è una cosa da provocare una marcia? Non ci sarà un uomo che è stato trattato poco gentilmente da un politico? Oppure un uomo si può trattare male, mentre una donna, un omosessuale e un nero sono intelligenti a prescindere?
SE HAI I SOLDI LE DONNE TI VENGONO DIETRO L'altro capo di imputazione è che una volta in un parcheggio hanno registrato di nascosto un video in cui Trump diceva a un amico, più o meno, che se hai i soldi le donne ti vengono dietro. Ora, non è una bella immagine, ma non si può negare che sia vero. Non è neanche una bella cosa, io per esempio non ho mai usato questo criterio con gli uomini, ma tante donne sì. Sono libere di farlo. Se lo fanno non è perché gli uomini sono cattivi, ma perché pensano che a loro convenga. E non posso neanche dire che non le stimo per questo, perché credo sia scritto nel profondo di una donna il desiderio di sentirsi protetta da un uomo forte, e a volte la ricchezza può rappresentare la protezione che qualche donna cerca. Se poi c'è qualche arrampicatrice sociale che vuole usare gli uomini per convenienza, ripeto, non è una cosa bella, ma casomai a comportarsi male è lei, o è un mutuo scambio tra due adulti consenzienti. Insomma, qualcosa che non ha niente a che vedere con il maltrattamento delle donne. Sarebbe stato bello vederle sfilare in Arabia Saudita o in Pakistan, lì sì che le donne non sono libere. Una bella marcia per Asia Bibi strappata ai suoi figli e in carcere dal 2009? Siccome non è in carcere per motivi di sesso sfrenato ma per la sua fede è meno donna?
L'ALTERNATIVA A TRUMP QUAL ERA? Non sto dicendo che Trump sia il mio uomo ideale, quello è san Giuseppe, silenzioso, virile, concreto, fattivo, casto, cioè capace di amare senza voler possedere, e non mi pare certo il tipo del 45° presidente degli Usa. Ma l'alternativa a Trump qual era? Una donna, sì. Ma innanzitutto una moglie di, tanto che ha scelto di candidarsi col nome del marito. Una donna guerrafondaia (come ha ampiamente provato da segretaria di stato) e finanziata coi soldi di Planned Parenthood, la più grande officina di aborti al mondo, pesantemente accusata di aver smerciato pezzi di bambini abortiti. Finanziata per il 20% da quell'Arabia Saudita dove l'uomo ha il potere assoluto sulla donna, su ogni singolo aspetto della sua vita: ma davanti ai soldi la paladina delle donne ha chiuso un occhio, anzi due. Una donna che ha proclamato a chiare lettere che il concepito non ha alcun diritto finché non nasce, favorevole all'aborto tardivo, cioè praticamente all'uccisione di bambini appena nati (basta tranciare loro il collo quando la testa è uscita dal canale del parto, ma una parte del corpo è ancora dentro la mamma), una donna sostenuta da tutto lo star system, in cui le donne volentieri e liberamente usano la loro bellezza e il loro corpo come vogliono loro, cioè accettando di farsi guardare quasi nude e di essere oggetto di desiderio sessuale, una donna sostenuta da una cantante che ha promesso di offrire fellatio gratuite in cambio di voti, una donna che considera la fede un retaggio di cui bisogna far liberare le masse, e guarda caso una donna finanziata con una montagna di dollari da Soros, ma qui andiamo fuori argomento.
FEMMINISTE RIDICOLE A me le marciatrici facevano tenerezza, per lo più. A vedere le foto di signore molto brutte, i loro cartelli "not my pussy" decisamente superflui (nessuno la vuole, quella pussy), per me balzava agli occhi con grande evidenza che la vera bellezza e la grandezza di una donna è nella sua capacità di offrire sostegno e aiuto, e se la donna diventa rivendicativa è una caricatura di se stessa, diventa insopportabile. E, onestamente, di quali diritti siamo private nel mondo occidentale? Abbiamo la vita sessuale più libera di tutta la storia dell'umanità, abbiamo contraccezione e aborto garantito, guidiamo stati e Fondi Monetari ed enormi aziende, ci possiamo candidare alla presidenza degli Stati Uniti, siamo libere dal fardello dei figli, non ne abbiamo mai fatti così pochi nella storia del mondo, possiamo prendere e lasciare uomini senza nessuno stigma sociale, possiamo dedicare soldi e tempo a essere belle, andare in palestra e comprare vestiti, certo non siamo tutte ricche ma molto più delle nostre nonne, perché lavoriamo e non dobbiamo render conto a nessuno. Cosa altro vogliamo? E, soprattutto, perché, allora, siamo così infelici, noi donne? Siamo infelici perché la nostra gioia e il talento più grande è nel dare la vita, e nel sostenerla e appoggiarla e aiutarla, e abbiamo smesso di farlo. E la colpa è solo nostra, non di Trump.
Nota di BastaBugie: Benedetta Frigerio nell'articolo sottostante dal titolo "Giudicate Trump dai suoi nemici" rivela chi sono i manifestanti anti-Trump. Una collezione di estremisti di sinistra, anti-clericali, filo islamici e persino satanisti "privati dei loro diritti". Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 24 gennaio 2017: "Se un uomo si giudica dai suoi nemici, non meno che dai suoi amici", come suggerì sapientemente lo scritto inglese Joseph Conrad, allora giudichiamo loro. Lasciamo da parte per un secondo le polemiche sul discorso inaugurale, sulle paure e i rischi della nuova presidenza americana per descrivere prima la folla che ha protestato nel fine settimana contro Donald Trump. Sì perché mentre la televisione italiana presentava l'evento, non solo gonfiando i numeri e usando foto di folle oceaniche di altri eventi, ma come una marcia democratica e pacifica di donne con indosso simpatici cappellini rosa, in realtà accadeva tutt'altro. Infatti, sebbene l'attrice Ashley Judd, abbia letto di fronte a una schiera di progressisti agguerriti il poema di una bambina che "sente la presenza di Hitler in queste strade", un video-amatore ha domandato ad alcuni manifestanti vestiti di nero: "Chi siete?". Risposta: "Siamo i Satanic Temple, siamo atei e satanisti, siamo contro Trump perché sta per toglierci la maggior parte dei nostri diritti". I Satanic Temple sono una setta divenuta nota in America negli ultimi anni grazie al potere acquisito durante la presidenza Obama di parlare contro Dio e che ha ottenuto la rimozione di simboli religiosi nelle istituzioni pubbliche rimpiazzati da quelli satanici. Di fronte agli adoratori del diavolo spaventati da Trump, basta chiedersi se avrebbero reagito allo stesso modo anche al cospetto di Hitler per rendersi conto che l'accostamento fra i due personaggi è quanto meno inopportuno. Ma per comprendere ancora meglio chi sia il nemico del 45esimo presidente Usa bisogna ascoltare quello che ha affermato la pop star Veronica Luisa Ciccone, lei che ha osato appropriarsi del nome della madre di Dio per salire sui palchi di mezzo mondo incarnando esattamente l'opposto della Nuova Eva: "Benvenuti nella rivoluzione dell'amore, nella ribellione di chi non vuole accettare questa era di tirannia (...) ci è voluto questo momento di tenebre per svegliarci (...) il bene non ha vinto in queste elezione. Ma alla fine il bene vincerà". Anche qui, per rendersi conto di quello che Trump rappresenta, è sufficiente domandarsi a chi la Ciccone, scimmiottatrice dell'unica Madonna, si è sempre voluta ribellare e quale sia il bene a cui ha richiamato generazioni di donne. Così si capirebbe facilmente il gioco degli avversari del presidente, che usano e sovvertono i termini biblici per confondere persino le menti cristiane. Infine, ovviamente, in nome dell'amore, la pop star ha dichiarato: "Ho pensato spesso a come far saltare in aria la Casa Bianca" e ha salutato il nuovo presidente con una canzone in cui gli dava del "testa di c..." ripetendogli più volte "vaff...". Con lei centinaia di manifestanti gridavano sguaiatamente con in testa un cappellino che simboleggia la vagina. E c'è chi è arrivato fino alla blasfemia più rivoltante con cartelli che rappresentavano la Madonna di Guadalupe sotto sembianze così gravi da non poter essere nemmeno descritte. Una manifestazione così preparata (basta il dettaglio dei centinaia di cappellini identici distribuiti ai presenti e dei fiumi di cartelli con richiami identici) da essere difficilmente catalogabile come spontanea. La stessa professoressa e giornalista Asra Nomani, femminista dichiarata, ha analizzato le 403 organizzazioni che hanno aderito pubblicamente alla manifestazione scoprendo che Soros "finanzia o ha relazioni strette con almeno 56 di queste", incluso il colosso Planned Parethood, che si oppone alla politica anti abortista di Trump. Per capirci Soros è quello che ha cercato di corrompere l'episcopato americano durante la recente visita del papa in Usa, perché convinto che per cambiare il mondo bisogna cambiare la dottrina della Chiesa cattolica. Anche qui non è difficile immaginare da che parte stia Trump se ad odiarlo ferocemente sono gli anticlericali e gli abortisti. Ovviamente erano presenti alla marcia anche tutte le lobby Lgbt (la sezione dei loro diritti è stata rimossa dal sito Casa Bianca) i cui adepti hanno sfilato in atteggiamenti sodomiti. Non solo, perché ad odiare il presidente ("We love trump's hate" recitava democraticamente uno dei tanti cartelli "pacifici") sono anche associazioni islamiche estremiste. Nomani, infatti, ha scoperto che fra gli organizzatori della marcia c'era anche Linda Sarsour, presidentessa dell'associazione Arab American di New York, vicina ad Hamas e al gruppo Council on American Islamic Relations, vicino alla Fratellanza Musulmana. Come lei ha parlato anche Angela Davis ex latitante e membro del Partito Comunista ed era presente pure l'anarchica texana Lisa Fithian che due giorni prima della manifestazione ha attaccato il vice presidente cristiano Mike Pence (insultato durante la marcia con cartelli di una volgarità imbarazzante) così: "Siamo qui per celebrare la liberazione queer (liberazione dello stile di vita arcobaleno, ndr)". Anche l'ex terrorista mai pentito Bill Ayers (amico di vecchia data di Obama) ha scritto sul suo blog che avrebbe partecipato alla marcia. Presenti le sigle e altri personaggi della sinistra più estrema. Il giorno prima, durante la cerimonia di insediamento, i "black bloc" avevano già spaccato le vetrine dei negozi come McDonald's e delle banche del paese (217 di loro sono stati arrestati). Ma se un uomo si giudica anche dagli amici, basti dire che a favore di Trump hanno invece parlato i patrioti, diversi pastori cristiani, i siti pro life, la classe media e la maggioranza dell'America profonda legata ai valori della tradizione americana che lo ha votato. Quella che ascoltando il discorso di Trump, che non ha citato un Dio generico, ma un Creatore a cui chiedere "aiuto per fare il presidente", ha tirato un sospiro di sollievo. Quella che sa che non c'è dialogo senza un'identità forte e che non esiste prosperità globale senza un'economia locale stabile. Quella che ha gioito nel leggere la lettera di Trump ai cattolici sul fatto che la libertà religiosa, seriamente messa in pericolo dai democratici, sarebbe stata protetta insieme alla vita nascente (ieri ha tolto i finanziamenti ai programmi internazionali di Planned Parenthood). Quella che ha sperato quando si è sentita promettere che alla Corte Suprema sarebbe stato nominato un difensore della legge naturale. Davanti a uno schieramento simile non sembra più tanto imprudente decidere da che parte stare. Perché, nel bene o nel male, non fosse per le mistificazioni mediatiche dovrebbe essere facilissimo, oltre che opportuno, scegliere. Infine, per rispondere a chi ha colto l'occasione del recente e subito ritrattato appoggio di Grillo a Trump (evidentemente opportunista visti gli attacchi al candidato repubblicano durante la campagna elettorale) per incasellare il presidente Usa fra i populisti disfattisti senza un'alternativa propositiva, occorre ammettere che la ricetta fino ad ora pennellata dal presidente pare solidale e tutt'altro che demagogica. Visto che, a differenza di Grillo, Trump non è mai andato a braccetto con la cultura di massa dei diritti che ha sfilato contro di lui. Per la stessa ragione a chi ha fatto il paragone con Mussolini che parlava di patria e religione per mantenere il potere, bisogna dire che l'accostamento è storicamente inaccettabile: parlare di Dio Creatore e di patria per accattivarsi un'Italia ancora cattolica è diametralmente opposto al farlo nell'America dell'era laicista, globalizzata ed ecologista.
DOSSIER "DONALD TRUMP" Il presidente nemico del politicamente corretto Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!
Fonte: La Verità, 24/01/2017
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A FERRARA UN ADOLESCENTE UCCIDE I GENITORI CON L'AIUTO DI UN AMICO, MA SULLA VICENDA CALA IL SILENZIO PERCHE'... I DUE ASSASSINI PROBABILMENTE SONO GAY
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): festival di Sanremo gay con Mika, Ricky Martin e Tiziano Ferro; l'ultima folle campagna Lgbt+ affigge manifesti con ragazze con il pene e ragazzi con la vagina; una task force Lgbt anti-Trump
Autore: Cristiano Lugli - Fonte: Osservatorio Gender, 28/01/2017
Sembra essere calato il silenzio sull'agghiacciante vicenda di Ferrara, dove i due coetanei adolescenti Riccardo e Manuel hanno ferocemente ucciso i coniugi Vincelli, genitori del primo. Le indagini vanno ovviamente avanti a spron battuto, poiché non appare assolutamente chiaro il movente legato ad una semplice amicizia che abbia spinto a questa folle complicità, o tuttalpiù motivi economici pari ad una cifra di mille euro, con la quale Riccardo Vincelli avrebbe "comprato" l'amico Manuel, esecutore della strage procurata con un'ascia. Già da alcune dichiarazioni rilasciate da Manuel potevano balzare alla mente ipotesi strane, specie quando questi ha esternato di avere un legame fortissimo con l'amico, che lo avrebbe spinto a fare qualsiasi cosa. Le ipotesi sono senz'altro tante, e i media hanno provveduto ad esporle tutte: tranne una. Sul settimane "Giallo", diretto da Andrea Biavardi, è stata pubblicata una notizia sconvolgente, la quale rivela che i due ragazzini sarebbero in realtà molto più che amici. Il movente potrebbe essere legato invece ad un rapporto omosessuale dei due e, proprio in seguito all'opposizione dei due genitori, il figlio sedicenne avrebbe deciso di eliminarli per sempre con l'aiuto di Manuel che avrebbe agito "per amore" e non per amicizia, come invece aveva dichiarato al padre in carcere. Un amore forse morboso e non accettato dal resto della famiglia e che probabilmente aveva indotto i due ad alimentare nel tempo un odio nei confronti dei coniugi Vincelli. Questo potrebbe seriamente spiegare il movente finora sconosciuto e in effetti si può supporre che solo un legame così morboso - come raccontavano alcun compagni di scuola - avrebbe potuto scatenare un qualcosa di così tremendo. Sul settimanale Giallo, sempre dedito ad occuparsi di casi come questo, si legge anche: «Nei giorni precedenti all'omicidio, Manuel aveva anche pubblicato un messaggio su Facebook in cui provava a svelare il suo amore segreto per Riccardo. Un messaggio ispirato al testo di una canzone del cantante rap Sac1: "Per sbaglio si sono innamorati"» Tutte supposizioni o "scoop" lanciati per attirare l'attenzione sulla propria rivista? Questo non possiamo dirlo, ma resta certamente curioso il fatto che le luci della ribalta mediatiche si siano improvvisamente spente, senza ipotizzare nemmeno la notizia. Non è nostro intento esternare giudizi temerari, ma l'ipotesi legata ad un rapporto omosessuale potrebbe prendere campo sulla pista delle indagini. Vero è che, se questa indiscrezione trapelata del settimanale risultasse veritiera, sarebbe il terzo caso in pochissimo tempo legato al movente omosessuale, spesso unito a veri e propri raptus di follia dettati da una vita ed un'identità sregolata. A confermarlo non sarebbero altro che i precedenti: il caso Varani e il caso di Gloria Rosboch.
Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal gaio mondo gay (sempre meno gaio).
IL FESTIVAL DI SANREMO GAY CON MIKA, RICKY MARTIN E TIZIANO FERRO Il 67° Festival della musica italiana che si terrà a Sanremo dal 7 all'11 febbraio si appresta ad essere il festival più gay di sempre. Condotto da Carlo Conti e Maria De Filippi, ideatrice del "Trono Gay" e nota sostenitrice della causa LGBT, il festival avrà infatti come super ospiti tre "big" della propaganda gay come Mika, Ricky Martin e Tiziano Ferro. I tre cantanti negli ultimi tempi hanno infatti fatto parlare di sé più, conquistando le copertine di riviste e quotidiani, per le proprie dichiarazioni sul tema dell'omosessualità che per le proprie prestazioni canore. Dopo i cartelloni gay e i braccialetti arcobaleno delle passate edizioni prepariamoci dunque ad un altro Festival in cui si salirà sul palco la "bellezza" e la "normalità" omosessuale attraverso tre icone del mondo LGBT come Mika, Ricky Martin e Tiziano Ferro. (Osservatorio Gender, 28 gennaio 2017)
SPAGNA: "CI SONO RAGAZZE CON IL PENE E RAGAZZI CON LA VAGINA", L'ULTIMA FOLLE CAMPAGNA LGBT+ Ancora una volta la Spagna si trova al centro di una folle iniziativa di stampo LGBT+ che se non ci fossero le foto dei manifesti a testimoniarne la veridicità si stenterebbe a credere. "Hay Niñas con pene y niños con vulva" (Ci sono ragazze con il pene e ragazzi con la vagina). Questo lo sconsiderato messaggio che si legge su enormi cartelloni pubblicitari affissi alle fermate degli autobus e della metropolitana delle città di Vitoria, San Sebastián e Pamplona, accompagnato per di più, da un'altrettanto oscena illustrazione che raffigura 4 bambini nudi con gli organi genitali invertiti che corrono tenendosi per mano. La campagna di "normalizzazione" della transessualità dei minori, promossa dall'associazione delle famiglie dei minori transessuali Chrysallis Euskal Herria con il permesso del governi di Navarra e Paesi Baschi, è stata possibile, si legge su infovaticana.com, grazie ad una generosa donazione di 30.000 euro proveniente da New York da una persona, di cui ancora non si conosce il nome, appartenente "all'alto mondo della finanza". L'associazione promotrice dell'iniziativa, della quale fanno parte personaggi come l'attore porno Nacho Vidal, che ha aderito ad una campagna di promozione dell'ideologia di genere, raccontando la storia della sua "figlia transessuale", è responsabile della creazione del primo materiale didattico sulla transessualità che si sta già diffondendo all'interno delle scuole pubbliche e private dei Paesi Baschi e della Navarra. Tali inaccettabili manifesti pubblicitari dimostrano l'abisso morale nel quale è drammaticamente sprofondata la Spagna post-Zapatero. L'obiettivo dichiarato dei suoi promotori consiste nel "normalizzare", dopo l'omosessualità, anche la transessualità in nome della libera e illimitata auto-determinazione del proprio "gender", al di là di ogni principio biologico… o patologico. (Rodolfo de Mattei, Osservatorio Gender, 11 gennaio 2017)
UNA TASK FORCE ANTI-TRUMP Il Washington DC Center for the LGBT Community è un gruppo di attivisti che si batte per le rivendicazioni della comunità omosessuale e transessuale. Il gruppo sta per mettere in piedi una task force anti-Trump chiamata "Alzati e resisti" pronta a scendere in strada a manifestare e ad inventarsi ogni altra forma di protesta. Un gruppo simile, nato però a New York, in autunno aveva già messo in scena una protesta contro l'allora candidato alla Casa Bianca Donald Trump facendo irruzione in un ristorante della Trump Tower. Aspettiamoci per i prossimi anni un fuoco di fila incessante contro il neo- presidente. (Gender Watch News, 26/01/2017)
Fonte: Osservatorio Gender, 28/01/2017
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OMELIA V DOMENICA DEL TEMPO ORD. - ANNO A (Mt 5,13-16)
Ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato?
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 5 febbraio 2017)
Ogni cristiano ha il dovere di mettere in pratica le parole di Gesù che abbiamo appena ascoltato: «Voi siete il sale della terra [...] voi siete la luce del mondo [...]. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,13-16). Insegnava san Giovanni Crisostomo che non ci sarebbe bisogno di parole se la nostra vita risplendesse in questo modo; non ci sarebbe bisogno di maestri, se noi predicassimo con le nostre opere; non ci sarebbe un pagano, se noi fossimo cristiani come si deve. Scriveva un santo missionario sul finire del XIX secolo dalla lontana Cina: «Se l'Europa fosse veramente cristiana, questa grande nazione si sarebbe già convertita al Vangelo». Il fatto è che, purtroppo, molti rifiutano il Vangelo a motivo del cattivo esempio che diamo. Sant'Antonio da Padova scriveva in un suo sermone: «Cessino, ve ne prego, le parole e parlino le opere». Proprio così: devono parlare le nostre opere! In questo modo saremo sale della terra e luce del mondo. In questo modo noi saremo dei piccoli missionari anche senza dire parola. Per chi, invece, è chiamato a predicare con la parola, si impone una legge: quella di mettere in pratica ciò che predica agli altri. È inevitabile che non venga accolta la predicazione quando questa non è seguita dall'esempio. Gli alunni infatti – diceva san Giovanni Crisostomo in una celebre omelia – osservano la condotta dei maestri e, se vedono che anche loro sono presi dagli stessi difetti, o addirittura da peggiori, come potranno ammirare il Cristianesimo? Questo grande Santo scriveva inoltre: «Quando io cerco in te i segni per riconoscerti cristiano, trovo segni del tutto opposti. Se volessi giudicare chi sei dai luoghi che tu frequenti, dalle persone corrotte con le quali ti trovi, dalle parole che niente hanno di serio e di utile, direi che nulla mi resta per riconoscerti cristiano». Queste parole, purtroppo, tante volte potrebbero essere dette di ciascuno di noi. Giustamente, san Francesco di Sales si chiedeva: «Che differenza passa tra il Vangelo e la vita di un santo?». Era poi lui stesso a dare la risposta: «È la stessa differenza che vi è tra una sinfonia scritta sul rigo musicale e una sinfonia eseguita!». Ed è così: nella vita di un santo, o perlomeno di un fervente cristiano, impariamo come si mette in pratica il Vangelo. Noi tutti, inoltre, dobbiamo sforzarci di essere questa "sinfonia eseguita" per tutti i fratelli che incontreremo sul nostro cammino. San Giovanni Crisostomo insegnava che, per questo motivo, dovremo rendere conto a Dio non solo delle nostre colpe, ma anche del danno che rechiamo agli altri con il nostro cattivo esempio. In che modo possiamo essere anche noi sale della terra e luce del mondo? Compiendo le buone opere di cui parla Gesù nel Vangelo di oggi. Per buone opere non si intendono solo le opere di misericordia le quali non devono mai mancare, ma anche tutte le singole virtù. Per essere concreti, ricordo ora brevemente quelle che sono le virtù e quelli che sono i vizi capitali. Tra le virtù più belle vi è la fede, la speranza, la carità; poi la pazienza, la purezza, l'umiltà, la mitezza, la semplicità. Sono tantissime le virtù e siamo chiamati ad esercitarle ogni istante della giornata. I vizi capitali, invece, sono sette: superbia, accidia, lussuria, ira, gola, invidia e avarizia. Ogni volta che ci facciamo prendere da questi vizi, noi diamo una contro-testimonianza e allontaniamo le anime dalla Verità; se, al contrario, eserciteremo le virtù e le buone opere, saremo luce che illumina, sale che dà sapore.
Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 5 febbraio 2017)
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