LE CONTRADDIZIONI DEL PENSIERO UNICO
I conformisti si adeguano ai luoghi comuni per evitare la fatica e il pericolo di andare controcorrente (esempio: Le iene di Italia 1)
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
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LA GUERRA SANTA DELLA TURCHIA CONTRO L'EUROPA
Le minacce del presidente turco Erdogan che invita i turchi immigrati a fare 5 figli a coppia (sono turchi la metà dei musulmani in Europa!) e la timida risposta dell'Europa, tutta impegnata a combattere il populismo
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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PER LO STATO ITALIANO LA DISTRUZIONE DELLE SCUOLA E' UN OBIETTIVO, NON UN INCIDENTE DI PERCORSO
Chi si stupisce che la scuola dia sempre meno una formazione culturale deve sapere che questo è considerato un obiettivo (ed è ovvio che non lo possano dire chiaramente)
Autore: Enzo Pennetta - Fonte: Critica Scientifica
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TRE IMPERDONABILI FESSERIE DI TRIBUNALI E PSICOLOGI
Per capire che un figlio non è frutto di due uomini non servono ricerche scientifiche o pareri degli ''esperti'', basta il buon senso (VIDEO: Fedez e J-Ax insultano il popolo del Family Day)
Autore: Silvana De Mari - Fonte: Libertà e Persona
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SAN GIUSEPPE, PATRONO DELLA CHIESA E DELLA FAMIGLIA
Oggi più che mai occorre pregare ed implorare la sua intercessione per l'una e per l'altra realtà
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana
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LO STATO COSTRINGE A FARE IL MALE: CI VUOLE UNA NUOVA ARCA DI NOE'
La soglia del totalitarismo è stata superata: bisogna creare iniziative ed opere libere, cioè al di fuori dello Stato
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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CARD. MULLER: LA VERITA' NON SI NEGOZIA
Testo integrale dell'intervista esclusiva che il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede ha rilasciato al Timone sui temi più scottanti, come ad esempio l'Amoris Laetitia
Autore: Riccardo Cascioli e Lorenzo Bertocchi - Fonte: Il Timone
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LETTERE ALLA REDAZIONE: IL CAMPIONATO DI CATECHISMO
Le formule da imparare a memoria e il regolamento del torneo (da personalizzare a piacere)
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
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OMELIA IV DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO A (Gv 9,1-41)
Né lui ha peccato né i suoi genitori
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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LE CONTRADDIZIONI DEL PENSIERO UNICO
I conformisti si adeguano ai luoghi comuni per evitare la fatica e il pericolo di andare controcorrente (esempio: Le iene di Italia 1)
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 17/03/2017
Piccolo vademecum del "pensiero unico" liberamente ispirato al "Dizionario dei luoghi comuni" di Gustave Flaubert. Ecco alcune sintetiche norme di comportamento e di giudizio ad uso dei conformisti per evitare la fatica (e il pericolo) di pensare controcorrente e per essere perfettamente nel mainstream.
PATRIOTI Il patriottismo? Se è italiano bisogna definirlo deprecabile sovranismo, sospetto di fascismo e di razzismo. Se è Europeo giudicarlo lodevole, segno di apertura mentale. Ritenerlo obbligatorio. I confini e gli ideali europei sono da difendere, celebrare e proteggere, quelli nazionali italiani vanno bollati come "muri" e barbara xenofobia. Nel caso in cui i sovranisti prevalgano nella polemica, fingere grande erudizione citando Samuel Johnson (che tanto nessuno sa chi sia): "il patriottismo è l'ultimo rifugio delle canaglie" (eventualmente ricordare il riciclaggio della battuta in "Orizzonti di gloria" di Stanley Kubrick per mostrarsi pure moderni cinefili).
BREXIT La scelta del popolo britannico di uscire dal mercato unico europeo va aspramente condannata come sciocco isolazionismo e disastroso nazionalismo. Dire - scuotendo la testa - che hanno votato per la Brexit solo i vecchi e la gente ignorante e rozza. Poi accennare alle conseguenze devastanti che avrà quel voto nei prossimi anni. Lamentare la sorte dei giovani italiani che fanno i pizzaioli a Londra. Evocare con commozione la "generazione Erasmus" (evitando di parlare del tasso di disoccupazione giovanile in Italia). Far capire con severità che, nelle trattative con la Ue, gli inglesi dovranno pagar cara la loro stupida Brexit. Invece elogiare l'indipendentismo della Scozia che chiede un nuovo referendum per "restare in Europa". Va definito illuminato segno di civiltà, "patriottismo europeo". Evocare il film "Braveheart" a chi dice che "la Scozia vuole separarsi dalla Gran Bretagna per sottomettersi ai diktat dell'eurocrazia tedesca". Per i titolisti dei giornali si raccomanda di definire sempre un "incubo" la Brexit e un "sogno" il referendum indipendentista scozzese. Fare spallucce o fingere amnesie se qualcuno ricorda che il referendum scozzese per l'indipendenza di tre anni fa (perso dagli indipendentisti) fu applaudito dai leghisti e fu guardato come pericoloso da coloro che oggi lo acclamano contro la Brexit. Cambiare discorso e - alle brutte - dire che avete un appuntamento dal dentista.
CONTRADDIZIONI Attenzione però a non far confusione. Rapido ripasso. Naturalmente resta sempre validissima la condanna del secessionismo leghista del Nord Italia: nel caso venisse prospettato mostrare la faccia inorridita e definirlo un attentato all'unità nazionale. Pure per il referendum autonomista di Lombardia e Veneto - voluto da Maroni e Zaia - si raccomanda il rifiuto totale e si consiglia di ignorare la notizia, seppellendola in un tombale silenzio in modo che il popolo non sia turbato dal dover scegliere. Prepararsi invece - fra poco - a lodare anche l'indipendentismo nord-irlandese, finora deprecabile. Nel caso elogiare pure il secessionismo della California - se andasse avanti - in funzione anti Trump. Sull'indipendenza del Tibet, invaso dal regime comunista cinese 60 anni fa, glissare, fare i vaghi e prendere tempo, tenendo presente che il Dalai Lama era "trendy" quando ci piaceva fare i buddisti, ma oggi è passato nella categoria "rompiscatole". La sua stessa semplice presenza irrita i cinesi e provoca le reazioni di quel regime. Chiedere con sussiego: vogliamo forse ostacolare il dialogo? C'illudiamo di fermare la globalizzazione? Vogliamo lo scontro di civiltà? Non sia mai.
NWO Tenere bene a mente - senza mai dirlo - che non ci sono principi e valori, ma solo interessi. Quindi ogni situazione deve essere giudicata in base alla convenienza del Nuovo Ordine Mondiale così obamianamente democratico, cosmopolita, gender, ecumenico, interculturale, interreligioso e globalizzato. Tutto questo "ambaradan" va definito "la civiltà". Ripetere che oggi l'Unione europea è per il mondo il faro della civiltà contro la barbarie di Trump e Putin (mostrare un'espressione disgustata e sprezzante quando vengono nominati) e contro i leader nazionalisti e sovranisti (accennare una reazione irritata ai loro nomi come se vi avessero personalmente rigato la macchina con un chiodo e ammazzato il cane con una polpetta avvelenata). Perciò riassumiamo un rapido quadro storico per dimostrarsi "civili" e saper emettere sempre la giusta sentenza con democratica consapevolezza. Per stare sempre dalla parte della ragione.
STORIA RECENTE Ottimi sono da considerare il secessionismo e l'indipendentismo degli stati della ex Jugoslavia (Kosovo compreso) e quelli che hanno fatto esplodere la Russia in quindici repubbliche (alcune delle quali assorbite dalla Nato e dall'Unione europea). Vanno considerati tutti luminosi esempi di autodeterminazione dei popoli. Cosa che non vale però per la Crimea. Anzi, in questo caso bisogna dire che è una violazione del diritto internazionale e che sono giuste le sanzioni alla Russia perché ha riconosciuto - a sua volta - l'autodeterminazione della Crimea stessa. L'indipendentismo catalano è ancora in sospeso perché non è chiaro se convenga o no alla causa "illuminata" e globalizzata del Bene. Condannare l'azione del governo siriano e dei russi per liberare Aleppo e la Siria dai jihadisti definendola "massacro" o "bagno di sangue". Invece elogiare la nobile azione umanitaria dell'esercito iracheno e di quello americano che - con bombe identiche - fanno la stessa cosa a Mosul e in Iraq. Questa va definita "liberazione". Per le elezioni nei paesi europei dei prossimi mesi, mettere sempre in guardia dal pericolo mortale rappresentato dai - non meglio identificati - hacker russi, facendo sempre capire che (anche se non esistono) sono entità al servizio di Putin. Invece nel caso in cui vi vengano ricordate le prove schiaccianti sulla Cia (e le altre agenzie Usa) scoperte a spiare davvero tutto e tutti negli anni di Obama, fare gli gnorri, mostrare noncuranza o - alla disperata - dire che ci hanno spiato per il nostro bene. Dire che anche l'Unione europea ci bastona e ci punisce "per il nostro bene". Come una madre severa, ma giusta. Dire che dobbiamo cedere tutta la nostra (residua) sovranità a Bruxelles (cioè Berlino) e quando saremo definitivamente in ginocchio come la Grecia - mentre la Germania stapperà lo spumante per i suoi trionfali dati economici - commentare: ce lo siamo meritati. In effetti ci avrà rovinato il luogocomunismo.
Nota di BastaBugie: Caterina Giojelli nell'articolo sottostante dal titolo "La Iena paracula" parla dell'ondivaga linea dei raddrizzatorti televisivi. Se scoperchi il caso Unar poi devi attaccare il Family Day. Se prendi la cantonata con Stamina poi devi rimediare coi vaccini. Le clamorose cantonate della trasmissione di Italia 1 e le conseguenti sterzate riparatorie per adeguarsi al pensiero unico. Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su Tempi il 21 marzo 2017: Senz'altro le Iene hanno fatto molto per la nobile dottrina della paraculata. Data la venerabile età della trasmissione e la lista di cantonate e rattoppi collezionati dai suoi inviati, saremmo quasi quasi tentati di dare loro sempre ragione, con la stessa indulgenza con cui mostriamo la mano alla zia appassionata di chiromanzia o ci sorbiamo le messe cantate da Repubblica nel dì di festa. Di questo dovremmo quasi essere grati: sollevate dall'azzeccare un abbinamento giacca-cravatta, l'ottimo lavoro delle Iene al soldo del mainstream non richiede sforzi per riconoscere concentrati in esso tutte le più citrulle contraddizioni del circo informativo. Dopo le dimissioni del presidente Unar in seguito allo scandalo "Anddos" denunciati dalla iena Filippo Roma, ecco, puntuali, i tentativi di pareggiare i conti con la comunità lgbt: l'immancabile intervista a Luxuria, quindi, ma anche la storia della famiglia che esorcizza il figlio gay e la bellissima favola dell'Italia omosessualista che affitta uteri e adotta bambini elogiata dai due rapper Fedez e J-Ax, che hanno salutato gli amici del Family Day mostrando un dito medio tra le risate della conduttrice Nadia Toffa. Peccato che il copione della parabola del buon seminatore di favole, di zizzania e del metterci la pezza sia continuamente da aggiornare, quindi ecco che anche il gestaccio viene ammantato di cencio riparatorio. E che cencio: basta caricare un video ad alto tasso di lacrime e viralità, con Fedez vittima di uno scherzo delle Iene in combutta con l'altro "comunista col rolex" J-Ax (che gli hanno fatto credere di essere implicato in zozze vicende di bagarinaggio e casi sospetti di secondary ticketing) per ricompattare le scimmiette della rete: "È la conferma che sei una bella persona", "hai un cuore puro", e chiuso il caso dito medio [leggi: TRE IMPERDONABILI FESSERIE DI TRIBUNALI E PSICOLOGI (VIDEO: Fedez e J-Ax insultano il popolo del Family Day), clicca qui, N.d.BB]. Tutto regolare, no? A deragliare in campo gay si rischia sempre la sbandata e cos'altro poteva affrettare gli inviati un gradino sopra di dio a rimettere i puntini arcobaleno sulle i se non il peregrino sospetto che dopo la vicenda Anddos poteva succedere qualcosa di peggio delle storie di prostituzione, pedofilia e malasanità da cui trarre spunto con le proprie omelie raddrizzatorti serali? Tipo passare da fustigatori a fustigati e venire additati come "omofobi"? [leggi: L'UNAR FINANZIA CIRCOLI GAY, clicca qui, N.d.BB] Paraculaggine, ovviamente, ma purissima come il cuore di Fedez e quel pregiudizio verso chiunque disponga di sale in zucca che fascia le Iene come un pannolino sin dalla tenera età. Come dimenticare quei capolavori di disinformazione acrobatica che sono stati i tanti servizi a favore del metodo Stamina, venti almeno firmati da Giulio Golia - sceso anche in piazza assieme alle famiglie e contro le decisioni del Governo di fermare il trattamento - di cui il nostro settimanale conosce l'arte del rattoppamento? «Se solo uno dei nostri spettatori si è convinto che il metodo Stamina funzioni scientificamente o che secondo noi funzioni, gli chiediamo scusa. Non è questa la nostra convinzione e non è questo che volevamo comunicare», è stata la pecetta di Golia incerottata poi da Davide Parenti, autore della trasmissione, a mezzo Stampa: «C'è una sola parola per descrivere quello che noi abbiamo fatto: abbiamo raccontato (...) Cercavamo di capire, di spiegare. Siamo un varietà, certo, ma un varietà anomalo», così anomalo da voler insegnare le staminali a un plotone intero di scienziati italiani, stranieri e un premio Nobel per la medicina [leggi: STAMINA: UNA GRANDE TRUFFA, clicca qui, N.d.BB]. E come dimenticare ancora i servizi sul veleno di scorpione omeopatico o sulla dieta vegana a base di succhi di verdura che potrebbero curare il cancro, il microfono prestato alla bocca degli sciamani contro le malvagie case farmaceutiche, rottamati poi magicamente da un ditino alzato contro l'indifendibile Eleonora Brigliadori (seguace delle sciagurate teorie della Nuova medicina germanica), a cui Toffa fa notare che «è pericoloso dire a una persona malata che deve smettere di fare la chemio»? Le stesse Iene che ieri alzavano il dito contro i medici che osteggiavano Davide Vannoni trattati come una casta di delinquenti e che oggi endorsano la campagna contro le bufale indetta dalla presidente della Camera Laura Boldrini? Quelle stesse Iene sempre a caccia di santoni, sciamani e cure salvavita che dopo averci propinato strazianti girotondi e appelli per la salvezza di poveri malati perseguitati dagli scienziati e dai medici cattivi, ora cambiano genere: «Se vostro figlio stesse morendo, giorno dopo giorno, a causa di una malattia gravissima e l'istituzione che dovrebbe garantire il diritto alla salute di vostro figlio vi impedisse di accedere all'unica terapia che forse può salvarlo, voi, che cosa fareste?», chiedeva Golia in un servizio del 3 marzo 2013 su Stamina. Sostituite "terapia" con "eutanasia" e "salvarlo" con "ucciderlo" e trovate grossomodo il senso del servizio su Dj Fabo "Libero fino alla fine" e sul compassionevole Cappato realizzato sempre da Golia. Montato senza lesinare sul pathos tutto fermo immagini e musiche lacrimevoli con il quale un anno fa le Iene mostrarono in diretta la morte di una scrittrice francese per mano della "dolcissima Erika", anziana svizzera addetta al "suicidio" che somministrò il veleno accompagnato da una tavoletta di cioccolato. Sembrerebbe tutto giusto, buono e bello, anche morire grazie all'eutanasia compassionevole. Così come giusto, buono e bello sembrava vivere con la cura compassionevole Stamina. Questa volta però, l'attesa dell'immancabile rattoppo post cantonata presa dalla iena paracula mette i brividi.
Fonte: Libero, 17/03/2017
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LA GUERRA SANTA DELLA TURCHIA CONTRO L'EUROPA
Le minacce del presidente turco Erdogan che invita i turchi immigrati a fare 5 figli a coppia (sono turchi la metà dei musulmani in Europa!) e la timida risposta dell'Europa, tutta impegnata a combattere il populismo
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20/03/2017
«Fate cinque figli a coppia, voi siete il futuro dell'Europa», «La guerra santa in Europa è vicina». Davanti a queste minacce del presidente turco Recep Tayyip Erdogan e dei suoi ministri, la tentazione è quella di ridurre il tutto a semplici esternazioni elettorali, ma sarebbe un gravissimo errore. È vero, il 16 aprile in Turchia si terrà un importante referendum che - se passasse la riforma costituzionale voluta da Erdogan - garantirebbe all'attuale presidente altri dieci anni di potere. E molti paesi europei vi si trovano loro malgrado coinvolti, a causa della numerosa minoranza turca presente. Al punto che Germania e Olanda hanno deciso di negare l'ingresso a ministri turchi decisi a fare comizi tra gli immigrati, attirandosi così le ire di Erdogan. Ma l'intensità e la violenza delle parole del leader turco e di altri membri del governo, lasciano piuttosto intendere che il rischio di una "guerra santa" lanciata nel cuore dell'Europa comincia a farsi drammaticamente concreto. E le armi non saranno necessariamente quelle dei terroristi legati all'Isis. Il 19 marzo intanto ha visto una ulteriore escalation della tensione tra Turchia e Germania, ma anche l'inserimento della Danimarca nella contesa: dopo che nelle scorse settimane il leader turco aveva dato dei nazisti ai tedeschi, ora ha accusato il governo di Angela Merkel di coprire i terroristi: motivo, la manifestazione dei curdi svoltasi sabato a Francoforte in cui sarebbero venuti fuori cartelli e bandiere inneggianti al Pkk, il partito curdo accusato di terrorismo in Turchia. Rappresaglia immediata: ad Ankara è stato infatti convalidato l'arresto del giornalista turco-tedesco Deniz Yucel, corrispondente del Die Welt, accusato di essere una spia. Inoltre è stato anche convocato l'ambasciatore tedesco ad Ankara. Su un altro fronte è stato il ministro degli esteri danese a convocare l'ambasciatore turco all'Aja per chiedere ragione delle minacce di cui sarebbero stati fatti oggetto dei cittadini turco-danesi.
PRESTO IN EUROPA INIZIERÀ LA GUERRA SANTA Ma se questi possono anche essere considerati scontri contingenti, che possono risolversi a referendum avvenuto, una diversa attenzione meritano le uscite degli ultimi giorni dei leader turchi. Aveva cominciato il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu il 15 marzo. Riferendosi all'Olanda e affermando che la sconfitta dell'anti-islamico Wilders non dice nulla perché tutti i partiti maggiori condividono le stesse idee riguardo all'islam, Cavusoglu aveva detto: «Questa mentalità sta portando l'Europa alla rovina; l'Europa sta collassando (...), presto in Europa inizierà la guerra santa». Passano due giorni ed ecco l'affondo di Erdogan, con un appello ai turchi in Europa: «Andate a vivere nelle migliori aree; guidate le auto migliori; abitate le case più belle; fate non tre, ma cinque figli. Perché voi siete il futuro dell'Europa. Questa sarà la migliore risposta alle ingiustizie contro di voi». Non sono parole campate in aria: l'Europa è effettivamente avviata verso il baratro, ma non per il suo presunto anti-islamismo. Due fattori sono decisivi in questa crisi: anzitutto, la mancanza di identità - o meglio sarebbe dire il rifiuto della sua identità cristiana - che la rende debole e inadeguata davanti a qualsiasi cultura forte, come si presenta oggi quella islamica; poi, la crisi demografica su cui non a caso fa leva Erdogan. Soprattutto su questo aspetto vale la pena soffermarsi. Tutti i paesi europei sono abbondantemente sotto il livello necessario a mantenere l'equilibrio demografico, e ormai da decenni. E le donne immigrate, seppure tendano nel medio-lungo periodo ad avvicinarsi ai tassi di fecondità delle donne europee autoctone, mantengono livelli decisamente più alti. Secondo le stime del Pew Research Center, mentre il tasso di fertilità medio europeo è oggi di 1,5 figli per donna, per le islamiche in Europa il livello è di 2,2. Uno scarto notevole, destinato a produrre effetti importanti soprattutto nella popolazione giovanile. Già oggi l'età media dei musulmani in Europa è di 32 anni contro i 40 degli europei non islamici e il divario è destinato ad allargarsi.
LA GUERRA SANTA? HANNO GIÀ VINTO Dati ancora più interessanti se si tiene anche conto che i musulmani nell'Unione Europea sono sì una minoranza ma non certo di poco conto: sono circa 20 milioni, il 4% della popolazione, ma sono anche la minoranza religiosa che cresce più rapidamente. Sempre il Pew Research Center calcola che saranno il 6% nel 2030. Germania, Francia e Inghilterra sono i paesi che ospitano le comunità islamiche più numerose, in valori assoluti ma sostanzialmente anche in valori percentuali (superati solo da Cipro e Bulgaria, e appaiati da Olanda, Belgio e Austria). Ma possono i musulmani europei, data la loro eterogeneità, essere sensibili agli appelli di Erdogan e soci? Dare una risposta precisa è impossibile, però non si può non rilevare che sono turchi la metà dei musulmani presenti nei paesi Ue: circa 4 milioni sono in Germania (il 65% degli islamici, un milione e mezzo voteranno per il referendum costituzionale in Turchia), un milione in Francia. E poi: 600mila in Olanda, 500mila in Austria, 250mila in Belgio. Il voto che verrà dai turchi residenti in Europa il 16 aprile già darà una prima risposta. Sono numeri comunque che spiegano la pericolosità dello scontro in atto tra i paesi europei e il governo di Ankara. Ma i numeri non dicono tutto, perché il problema più grave è la difficoltà o la mancanza di volontà per gli islamici di integrarsi nei paesi che li accolgono. E per questo motivo appelli che fanno leva su presunte ingiustizie subite possono facilmente accendere le comunità islamiche, dove una voglia di rivalsa contro l'Occidente - alimentata anche dai numerosi imam radicali - già cova sotto la cenere. E spinge anche iniziative politiche: in Francia già l'anno scorso si è presentato alle amministrative un partito islamico; e un partito islamico si presenterà per la prima volta nel 2018 in Austria; in Italia è invece di questi giorni la notizia dei primi passi di un soggetto politico islamico. E sono solo alcuni esempi. Non ci si illuda sul fatto che gli islamici sono ancora una piccola minoranza: sono una minoranza ma ben determinata che ha davanti a sé il vuoto assoluto di proposta; paesi e governi senza volto e senza identità, intenti soltanto a distruggere la famiglia e la vita e a salvare cinghiali e lupi. E non parliamo del tappeto rosso che una parte importante della Chiesa stende davanti a chi deve ancora dimostrare le intenzioni pacifiche. Stanti così le cose, la "guerra santa" non avranno neanche bisogno di combatterla [guarda: VIDEO: ECCO PERCHE' L'EUROPA SARA' ISLAMICA IN POCHI ANNI, clicca qui, N.d.BB].
Nota di BastaBugie: Stefano Fontana nell'articolo sottostante dal titolo "Populismo, adesso è questo il peccato più grave" parla della crescita del "populismo" anche nella benestante Olanda. E' il prodotto del vuoto lasciato dal multiculturalismo. I cattolici sono meglio attrezzati di altri per capire il fenomeno, ma preferiscono aggregarsi al coro anti-populista (che è anche anti-cattolico) di chi oggi festeggia per l'esito delle elezioni olandesi. Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 17 marzo 2017: Sembra ormai che per i cattolici il più grave peccato sia essere "populisti", quella di "populista" la più grande infamia, pari forse solo a quella di "fascista" negli anni Settanta. I commenti cattolici all'esito delle elezioni olandesi sono stati tutti di questo genere: "Fermata la deriva del populismo", "Allontanato lo spettro del populismo", "L'Europa respira": così Avvenire di ieri, 16 marzo. Le elezioni olandesi hanno messo in luce un forte disagio che a modo suo anche il populista Wilders ha espresso. Ma populista è semmai il modo di evidenziare il disagio, non il disagio stesso. L'Olanda è un paese ricco e benestante. Ha un crescita del 2% e una disoccupazione scesa al 6%. Ha il bilancio statale in pareggio e il rapporto tra deficit e Pil all'1,4%. Ha servizi sociali efficienti, un sistema sanitario avanzato e una popolazione istruita. Eppure gli olandesi sono a disagio, al punto da aver dato in modo consistente, anche se non maggioritario, il voto ad un partito "populista" che vuole mettere fuori legge le moschee e vietare la vendita del Corano. Da dove viene questo disagio? La società olandese ha ormai accolto per legge tutti i diritti individuali e una società che riconosce tutti i diritti è una società che non crede più in nulla. In Olanda il cristianesimo non esiste più, il matrimonio è un ricordo lontano, le leggi sull'aborto, le convivenze, l'omosessualità sono le più avanzate al mondo. Gli olandesi girano il mondo in roulotte, amano la natura, si prendono cura degli animali, certi loro quartieri sembrano giardini, ma praticano l'eutanasia a grandi numeri e vivono un profondo vuoto di senso. Essi sanno che il sorpasso degli immigrati rispetto agli autoctoni è vicinissimo. Tra poco l'Olanda non sarà più l'Olanda. Il recente atteggiamento di Erdogan li ha svegliati. Si erano illusi di poter "importare" così tanti Turchi senza che poi la Turchia venisse in Olanda a fare campagna elettorale. Si sono accorti di avere un gran numero di cittadini maggiormente fedeli alla Turchia - uno stato straniero - che alla loro patria acquisita. Si sono accorti che la fedeltà e il senso di appartenenza non dipendono automaticamente da una "green card". Il tema dell'identità non è solo egocentrismo e nazionalismo, è anche il problema del senso. Città e quartieri olandesi sono in mano islamica. L'Olanda è uno degli esempi di multiculturalismo peggio riusciti. Multiculturalismo voluto, per la maggior parte, ma anche imposto dall'Unione Europea e dalla situazione geopolitica internazionale che spinge in modo programmato, e spesso finanziato, i flussi migratori. Il populismo usa parole sconvenienti, adopera un linguaggio da piazza o da caserma, è rozzo e poco elegante, però in qualche modo veicola il senso di smarrimento del cittadino occidentale medio davanti alla cappa di piombo di un sistema fortemente unitario e impositivo: da Soros all'ideologia liberal, dagli apparati europei all'immigrazione incontrollata, dal sistema corporativo delle banche alle questioni della moneta e dell'euro, dalle periferie invivibili delle grandi città alla concorrenza degli immigrati, dalla crisi dell'idea di nazione al divieto di parlare di identità nazionale pena l'esecrazione da parte dell'ideologia mondialista, dalla decostruzione sistematica dei valori tradizionali al nuovo permissivismo morale di Stato, imposto mediante il consenso guadagnato dai grandi media. Perché anche i cattolici, anziché adeguarsi ciecamente al coro anti-populista, non contribuiscono a chiarire il concetto, a distinguere tra i populismi e, soprattutto, a mettere in luce le molte ragioni di un forte disagio diffuso in Europa? E' più grave dire di voler uscire dall'Unione Europea o approvare una legge che permette l'eutanasia come sta facendo il Parlamento italiano? E' più grave pronunciarsi contro la società multiculturale o distruggere con leggi e politiche la famiglia, facendo sparire lo stesso concetto di padre, madre e figli? E' più grave voler governare le migrazioni in entrata o estendere il diritto di aborto fino all'ottavo mese e fare a pezzetti, a spese del servizio sanitario nazionale, un bambino che sta per nascere? E' più grave porre il problema dell'islam - perché l'islam, lo si voglia o no, fa problema - o ridurre le nascite mediante pianificazione governativa, incentivare gli aborti fai da te delle minorenni o insegnare le tecniche omosessuali nelle scuole? Gli apparati anti-populisti come i partiti della borghesia illuminata, le nomenklature europee, le grandi fondazioni internazionali, i padroni della stampa e della televisione, il jet set dello spettacolo che alza il dito medio in disprezzo e offesa delle nostre famiglie, i ricchi che vorrebbero estendere il loro stile di vita edonista anche ai poveri lasciandoli però poveri... perché mai costoro dovrebbero essere migliori dei "populisti"? e perché per evitare l'appellativo dispregiativo di populista i cattolici dovrebbero stare comunque dalla loro parte e contribuire al mantenimento del loro sistema?
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20/03/2017
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PER LO STATO ITALIANO LA DISTRUZIONE DELLE SCUOLA E' UN OBIETTIVO, NON UN INCIDENTE DI PERCORSO
Chi si stupisce che la scuola dia sempre meno una formazione culturale deve sapere che questo è considerato un obiettivo (ed è ovvio che non lo possano dire chiaramente)
Autore: Enzo Pennetta - Fonte: Critica Scientifica, 05/02/2017
«Gli studenti non sanno l'italiano» La denuncia di 600 prof universitari, così titolava il Corriere della Sera del 4 febbraio scorso, una notizia che giunge pochi giorni dopo quella dell'abbassamento dei requisiti minimi per l'ammissione all'esame di maturità, come leggiamo infatti su Repubblica del 17 gennaio: "Esame maturità, basterà la media del 6 per essere ammessi", il primo atto della neo ministra Fedeli. Questo significa che ad esempio per essere ammessi alla maturità scientifica si potrebbe avere 4 in matematica, 4 in fisica e 4 in italiano e 4 in scienze ma avere 10 in condotta e 10 in educazione fisica. La legge precedente prevedeva molto più giustamente che ci fosse il 6 in tutte le materie. Ma adesso i prof. universitari lanciano l'allarme sull'ignoranza degli studenti che arrivano dalle scuole superiori, un allarme che sorprende solo chi finora stava guardando da un'altra parte o dormendo, un analfabetismo funzionale (quello di chi legge ma non capisce il testo) pari al 70% [...]. I colpi inferti alla scuola sono molti, ma chi pensa che si sia trattato di incidenti di percorso in cui è incappato in buona fede chi cercava di migliorarla è un ingenuo, nella società liquida anarco capitalista l'istruzione è un male da eliminare. Lo aveva detto chiaramente Aldous Huxley nel suo romanzo programmatico "Il Mondo Nuovo" del 1932, nella distopia i bambini venivano spaventati con scoppi e scosse elettriche quando si avvicinavano ai libri e ai fiori: «Essi cresceranno con ciò che gli psicologi usavano chiamare un odio 'istintivo' dei libri e dei fiori. I loro riflessi sono inalterabilmente condizionati. Staranno lontano dai libri e dalla botanica per tutta la vita.» Il Direttore si rivolse alle bambinaie: «Portateli via». Uno degli studenti alzò la mano; e benché capisse molto bene perché non si poteva permettere alle caste inferiori di sprecare il tempo della Comunità coi libri, e che c'era sempre il rischio che essi leggessero qualcosa capace di alterare in modo non desiderabile uno dei loro riflessi, tuttavia... ebbene, non riusciva a comprendere la faccenda dei fiori. La spiegazione della fobia dei fiori la lasciamo alla lettura del libro, cosa che si raccomanda fortemente. Intanto mettiamoci bene in testa che siamo tutti considerati caste inferiori. Sono pochi gli individui alfa della distopia huxleyana e loro non frequentano le scuole degli altri, loro studiano quello che a noi dicono di non studiare. Non sorprende che anche Orwell indicasse nella sua distopia la distruzione della scuola come mezzo per governare, ricordiamo che uno dei tre slogan del suo romanzo era "L'ignoranza è forza". La risposta da dare è quindi quella di Gramsci: "istruitevi perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza." Oggi studiare le materie tradizionali è l'atto più rivoluzionario che si possa compiere.
Nota di BastaBugie: Federica Galvan nell'articolo sottostante dal titolo "Tutti in classe. Oggi scuola di omologazione" parla della situazione della scuola in Italia. Ecco dunque l'articolo completo pubblicato sul blog di Costanza Miriano il 17 marzo 2017: A chi bazzichi minimamente la scuola pubblica, per avere dei figli che la frequentano, non suonerà strano quello che sto per dire. E cioè che mai come oggi la scuola pubblica italiana - a causa dei programmi ministeriali imposti ai docenti di stampo matematico-tecnicistico (al bando le suggestioni umanistiche, please!) con griglie entro le quali far rientrare (anche con la forza) tutto e tutti (voti, valutazioni, puntini, punteggi e mezzi punti) e che portano, necessariamente, ad una piatta valutazione ragioneristica dei ragazzi, nonché per la dittatura culturale impostaci dall'alto che trova un humus perfetto nelle macerie di una scuola ancora di stampo post-sessanttottino - è fucina di polli in batteria (i nostri figli) che devono omologarsi agli schemi ed essere allenati a non pensare. Aggiungiamoci, pure, che la scuola è lo specchio dell'alienazione della nostra società (moltiplicata al cubo in quanto ristretta in un piccolo spazio e scaricata da adulti su minori in una fase delicata della loro crescita nella quale assorbono come spugne questo disagio). Sono, peraltro, impressionata dal numero di docenti con problemi psichici, anche gravi, che manifestano in classe in vario modo, usando il loro potere sugli alunni, per sfogare le loro frustrazioni. Ciò mi è confermato non solo dalla frequentazione diretta delle scuole e dalla mia esperienza professionale, ma pure da quanto testimoniatomi da insegnati e dirigenti scolastici che spesso non sono in grado di gestire tali dinamiche. E non sono da meno i genitori, ovviamente, con le loro nevrosi e ansie paranoiche proiettate sui figli. Il quadro che ne esce è oppressivo e di tipo orwelliano, dove tutti sono controllati da qualche entità non meglio definita. Il perfetto specchio di una società impostata sulla paura e sull'omologazione.
LIBERTÀ DI... Ci si dovrebbe davvero trovare dinanzi ad un docente con i c.d. "attributi" (cosa rarissima) per fare veramente bingo! Ma avere la grandezza della libertà non è cosa da tutti, in particolare oggi. Libertà di valutare un ragazzo al di là delle griglie e degli schemi, specie se è uno curioso che fa domande e non si fa comprimere nei programmi e contenuti ministeriali. Libertà di imporsi per il bene dei ragazzi dinanzi ai colleghi e non cedere ai compromessi, perdendo la faccia. Libertà di difendere i bullizzati dalla crudeltà di maschi e femmine (è in aumento il bullismo femminile) dovuta alle sofferenze di una generazione senza padri, con famiglie spesso disgregate e mamme evanescenti in prevalenza vegane (l'ossessione dell'alimentazione è ormai diffusissima come forma catartica di purificazione) che, sempre più di frequente, per risolvere conflitti e delusioni della mezza età, si rivolgono in massa ai centri benessere (dove spesso si trovano pericolose dottrine new age, come il reiki) finendo per ottundere definitivamente la coscienza. Libertà di non usare i primi della classe (quelli che rispondono perfettamente alle prove invalsi!) come longa manus del docente (autorizzati persino al controllo sui compagni) ma trattare tutti equamente. Libertà di fermarsi in classe e farli ragionare e scoprire la bellezza di diventare uomini e donne di domani, di dire che il loro destino non è quello di topolini da laboratorio programmati ad attraversare percorsi obbligati (peraltro mediocri, quanto a stimoli culturali) e, il tutto, per fare bella figura nel confronto con le benedette griglie ministeriali. Libertà di metterli nella condizione di amare il sapere ed imparare la dignità ed il rispetto per quello che sono. Libertà di rispettare (anche se non si condivide lo stesso credo) lo studente che manifesti il suo appartenere (vera trasgressione moderna!) a Cristo, ad esempio.
LA SITUAZIONE ATTUALE Invece, si pretende di ridurli ad automi robotizzati che devono scrivere, parlare, pensare, reagire e forse respirare allo stesso modo. Fino ad annichilirli e togliergli qualsiasi identità. Pensate stia esagerando? Uhm...vediamo: un po' di retorica post-sessantottina, la storia vista ancora in chiave marxista, educazione sessuale con intervento dell'esperto della asl con tanto di spiegazione degradante di come usare il preservativo (e, in extremis, si consiglia persino l'aborto!), corso antibullismo (dove entra di tutto, anche il monopolio di associazioni che promuovono l'ideologia gender), trionfo del tecnicismo, come se non bastasse la dipendenza da smartphone - se sai usare il computer e sei bravo in matematica in fondo non importa se scrivi "a senza h" e se il congiuntivo ti è del tutto alieno - e, ovviamente, un'abbondante dose di visione extra materialista circa l'identità dell'uomo che da scimmia è divenuto un'entità liquida ....e la ricetta è pronta. Qui a Roma, ad esempio, a studenti che vanno dai 6 ai 16 sedici anni, il prossimo 18, 19 e 20 marzo (alla faccia della quaresima e della festa del papà - 19 marzo S. Giuseppe) verrà proposto il seguente spettacolo teatrale: "Fa'afafine - Mi chiamo Alex e sono un dinosauro" che insegna ai bambini come non identificarsi in un sesso o nell'altro e viene così proposto un "gender creative child" un bambino-bambina, un vero e proprio terzo sesso. Vi suggerisco di leggere con attenzione la trama (scaricabile da vari siti reclamizzanti lo spettacolo che sta girando in varie regioni d'Italia) perché emblematica della volontà di traviare e confondere le anime candide dei bambini/ragazzi, inserendo dinosauri e travestitismi che vogliono richiamare al gioco, ma che gioco non sono affatto. E' una vera e propria violenza ai danni di questa generazione. Prossima tappa della scuola italiana, si sa, è l'abbattimento degli stereotipi di genere con una imminente formazione dei docenti in merito. Forse si arriverà (come avvenuto in alcuni stati esteri) ad eliminare persino il genere maschile e femminile dal vocabolario e sparirà il lui e lei dal lessico grammaticale per far posto ad un generico "esso". Tutto uguale tutto omologato. Il bello è che, quando accenni il problema alle maestre e alle professoresse, ti rispondono che no, c'è un errore, è solo una politica per il rispetto della donna e delle diversità. Beh, magari! No, no signore maestre e professoresse, non è così purtroppo. Basta vedere il contenuto di "Fa'afafine - Mi chiamo Alex e sono un dinosauro" e i tanti progetti simili già svolti nelle scuole materne.
CREIAMO UNA GENERAZIONE DI FOLLI SCHIZZATI Ecco, che bella scuola! Abbattiamo gli stereotipi di genere! Creiamo una generazione di folli schizzati che non sanno chi sono, ma che sono perfettamente manipolabili in quanti schiacciati e oppressi nella loro libertà di coscienza e nel loro intelletto. Questo non vuol dire che tutti i docenti e dirigenti scolastici si adeguino a tale andazzo. Le eccezioni esistono, eccome! Il sistema, però, è omologato ed omologante. E pensare che abbiamo ancora negli occhi i volti sorridenti e un po' spauriti dei nostri figli al loro primo giorno di scuola. Hanno ricevuto il nostro incoraggiamento: "non temere, andrai a scuola, un luogo bello dove imparare a crescere, rispettare i compagni e stare sereno!" Poi, a loro spese, apprenderanno che a scuola vige l'appiattimento delle valutazioni ragionieristiche e delle etichette. Che conta prima di tutto essere ingozzato di nozioni (a gloria degli invalsi!) senza alcuna speculazione o libertà di pensiero ( vero peccato e tabù che può esporti al rischio di essere bollato come tipo particolare non omologato) e senza approfondire di fatto nulla. Questa scuola promuove i peggiori istinti e dice a questa generazione che devono filare dritto secondo codici già scritti ed essere "homo homini lupus" e si salvi chi può! Non viene detta loro una parola sulla bellezza della vita, del sapere, dell'amicizia e della lealtà. Anzi, il commento più frequente che sento fare dai genitori è quello che debbano imparare a fortificarsi, intendendo con questo che debbano farsi furbi seguire le vie dell'opportunismo e dell'adeguamento a quanto passi il convento. Ma quando poi la scuola arriva a confondere bambini ed adolescenti anche sulla loro identità biologica, allora ditemi voi che razza di scuola è? Confesso che questa generazione di bambini ed adolescenti suscita in me una tenerezza e un desiderio di cura che non sospettavo così profondo ed urgente; di dare loro cose alte, che li edifichino e che gli mostrino un po' di cielo.
LA CAPPELLA SISTINA E ALTRE QUISQUILIE Io piuttosto a Roma porterei le scolaresche, d'obbligo, a vedere la cappella Sistina, per mostrare a quale dignità e grandezza l'uomo è stato chiamato, a visitare tutte le meraviglie dell'antica Roma, i capolavori barocchi e chi più ne ha ne metta, visto che la capitale è un museo a cielo aperto, altro che "Fa'afafine". Purtroppo per noi, sono veramente poche le realtà dove si trovi ancora il lusso del vero sapere e della libertà di espressione. Invidio moltissimo gli abitanti di Bergamo dove è stata fondata una scuola meravigliosa diretta dal prof. Franco Nembrini (famoso dantista e rettore del Centro scolastico La traccia di Calcinate). O le mamme di S. Benedetto del Tronto che possono accedere allo scuola "Chesterton" fucina del libero pensiero. Mi trovo a Roma purtroppo. La città sciatta e cattocomunista, buonista e del sì che te frega famoselopiacè, dei quartieri degradati, delle buche e degli escrementi per terra (non solo di cane) dove vale più un cagnolino o un rottweiler che un bambino; ma anche la città eterna bella che ti mozza il fiato, dove la sconvolgente bellezza delle antiche vestigia si sposa con la culla del cristianesimo e tutto testimonia il kalòs kai agathòs. E allora, come dicono gli autoctoni, "a ridatece la gloria di Roma"! Non la squadra, intendo, - sebbene il problema dello stadio della Roma appassioni i tanti romanisti (!) - ma la grandezza di una civiltà e cultura che aveva cura del fanciullo fin dal grembo della mamma (esisteva già in epoca precristiana il curatore del ventre materno e, quindi, del nascituro) perché il bambino, fin dal seno della mamma, era apprezzato e custodito come futuro cittadino! Oggi, invece, più che cittadini responsabili si incoraggiano cloni possibilmente asessuati e non pensanti. Si impone, insomma, un'educazione all'omologazione stereotipata. Ma non si dovevano abbattere gli stereotipi?
Fonte: Critica Scientifica, 05/02/2017
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TRE IMPERDONABILI FESSERIE DI TRIBUNALI E PSICOLOGI
Per capire che un figlio non è frutto di due uomini non servono ricerche scientifiche o pareri degli ''esperti'', basta il buon senso (VIDEO: Fedez e J-Ax insultano il popolo del Family Day)
Autore: Silvana De Mari - Fonte: Libertà e Persona, 13/03/2017
Ci saremmo preoccupati se non fosse arrivata la missiva dello psicologo, anzi della psicologa. Avevamo anche scommesso che sarebbe stata femmina. Negli Ordini degli Psicologi, organismi tragicamente politicizzati, hanno una certa capacità di marketing a individuare chi è il più adatto a dire le solite quattro fesserie, che fanno audience. Chi scrive l'articolo per difendere lo scempio fatto da due uomini, deve essere una donna: sarebbe inelegante il contrario. Lo scempio: hanno inseminato la Donna con il seme di un uomo talmente deficitario da non essere in grado di amarla, che deve inseminarla a distanza sostituendo il gesto di amore e piacere con un'odiosa e dolorosa e pericolosa pratica medica. Dopo i nove mesi in cui la Donna ha portato la gravidanza, è stato fatto lo scempio di togliere il bambino. Di gravidanza e parto si può morire, e il corpo della Donna ne porta il segno. Anche dell'orrida pratica della "donazione" di ovuli si portano i segni, gravissimi, invecchiamento, rischio di sterilità, rischio di emoperitoneo, e si può morire, di coagulazione intravasale disseminata: do per scontato che la psicologa che ha scritto l'articolo non sappia che cosa sia.
FIGLIO DI DUE PADRI? La Donna ha incassato il prezzo, pagata come una prostituta, il bambino piange disperato: ha imparato a riconoscere la voce di sua madre al quinto mese di vita intrauterina, strappato da lei e dal suo latte ha un ferita primaria, gli ormoni da strass altissimi. Quando nasce un bambino ha nove mesi di vita, nove mesi di vita all'interno di un corpo che ha imparato a conoscere. I due uomini hanno lasciato la Donna nove mesi con una vita che le cresceva dentro, poi lei è sola. La psicologa che ha scritto questo articolo ha qualche idea nella condizione psicologica delle donne che portano un figlio e lo perdono? Probabilmente ne sa quanto ne sa di coagulazione intravasale disseminata. Un figlio quindi secondo la "scienza" può essere figlio di due padri, la Donna non conta, non esiste, ha detto un giudice, sotto l'influsso di un potentissimo gruppo maschile e la psicologa applaude. Psicologa femmina. Ripeto. Fosse stato un maschio a calpestare la Donna, sarebbe stato inelegante. Se lo fa un'altra donna il colpo di fioretto è perfetto. Questo ha offeso chiunque sia stata madre, questo ha offeso chiunque sia stato figlio, non esiste creatura umana non offesa. E vediamo le quattro fesserie, anzi tre.
PRIMA FESSERIA: LA PSICOLOGIA È UNA SCIENZA Ma Popper ve lo siete mai letto? E nel caso di risposta positiva avete capito che accidente c'era scritto? Evidentemente no, altrimenti sapreste che la psicologia non è una scienza, né può esserlo. La psicologia ha senso solo se è, e tale dovrebbe restare, una branca della medicina che, essendo priva di possibilità di riscontro scientifico, analisi istologica, autopsia, esame di laboratori, doppio cieco etc, non può essere considerata una scienza. Il solo considerarla una scienza dimostra un'ingenuità che rasenta il ridicolo. La psicologia non è una scienza, ma un'arte basata sul buon senso, e può essere nelle mani giuste un'arte meravigliosa, che cerca di curare il dolore, di prevenirlo. Uomini di buon senso e saggezza come Bowlby hanno studiato il dolore primario, la ferita primaria del bambino sottratto alla madre, il bambino che ha perso la madre, persone di grande intuito hanno scoperto pratiche veloci per la risoluzione del trauma. Esiste per fortuna una meravigliosa psicologia etica che si muove con buon senso e saggezza.
SECONDA FESSERIA: QUALE RICERCA? La psicologa felice continua la sua missiva al mondo. Tranquilli: il vetrino non ce l'abbiamo, le analisi di laboratorio non le sappiamo leggere, ma abbiamo le ricerche. Che sono scientifiche. Una vera scienza. Gesù Bambino, che tenerezza! Le ricerche non sono, mai sono state, mai potranno essere prove scientifiche, perché sempre sono influenzate dal ricercatore. L'unico tipo di ricerca accettabile come prova scientifica è in doppio cieco, una ricerca dove né il paziente né il ricercatore sanno a chi è stato somministrato il farmaco vero e a chi il placebo, infattibile in psicologia. Di quali ricerche si parla nell'articolo? Si tratta di 59 ricerche commissionate dall'APA, associazione psichiatri americani. "Commissionate": quindi già inficiate sull'oggettività sono già state demolite in quanto il campionamento statistico ridicolamente piccolo. Il mancato uso sistematico di campioni di controllo: complimenti, una vera scienza. Disomogeneità fra campione e campione di controllo: figli di donne lesbiche della borghesia ricca messi a confronto con i figli delle periferie disperate. Dati contraddittori aree di benessere psicologico indagate sono settoriali e non spaziano su tutte le tematiche mancanza di dati su studi longitudinali. Traduzione: sono dati inattendibili. Queste affermazioni non hanno garanzia di esser state empiricamente provate, sono già state contraddette da altri studi contrari con numeri ben più grandi, ma soprattutto sono contraddetti dai protagonisti, sono contraddetti dalle dolenti voci delle vittime di questo esperimento umano che ormai adulti di parlano del loro dolore. La psicologia etica sa che le ricerche sono difficilissime, devono essere fatte su numeri enormi, ricontrollate a distanza di dieci, venti, trenta, quaranta anni e poi nella generazione successiva e anche così sono solo indicative. L'ingenuità degli psicologi che potremmo definire dogmatici è davvero così totale? Loro pensano veramente che le loro ricerche, fate su numeri piccoli, non controllate nel tempo, siano oggettive? Veramente non sanno che le ricerche finanziate dai produttori di tabacco hanno "scientificamente! dimostrato che la nicotina fa bene? Veramente gli psicologi non si sono mai lette tutte le ricerche che dimostrarono "scientificamente" la superiorità della razza ariana? Che le ricerche siano inattendibili, tragicamente influenzabili, in medicina e farmacologia lo sappiamo talmente bene, per tragiche esperienze precedenti, che consideriamo valide solo quelle fatte in doppio cieco. Chiunque abbia una qualche idea di cosa sia la scienza e cosa sia la statistica si sbellica di risate davanti alle ricerche commissionati dalla corrotta e politicizzata APA, l'associazione degli psichiatri americani, su quanto stia bene un bambino non solo con un genitore mancante, ma con un genitore negato. Una di queste ricerche è stata fatta da un tizio che telefonava a tizie amiche sue e chiedeva: vero che il bambino che fate crescere senza padre sta bene? Loro rispondevano che stava benone e questa era la ricerca. Mio suocero era orfano di madre, morta di parto. È stato allevato dal padre e da un fratello maggiore di venti anni: due adulti responsabili che lo amavano moltissimo. La sua ferita è stata terribile. Ora la psicologa ci dice che il suo dolore è un'invenzione culturale.
TERZA IMPERDONABILE FESSERIA "Cioè che era necessaria la presenza di una mamma-femmina e di un padre maschio. L'atavico ritardo con cui la società italiana si confronta con i cambiamenti della società", scrive la psicologa. Poverina: non ha mai dato l'esame di ostetricia, non sa seguire un parto, e forse crede veramente che il fatto che un figlio nasca da una madre sia un costrutto culturale. Ora la mia domanda è un'altra. Ognuno di noi è figlio di una madre. Ognuno di noi, se sano di mente, capisce come lo scempio che è stato ratificato a Trento è un affronto atroce, una profanazione alla propria madre, al proprio essere figlio. Questa signora che con la sua laurea in una non scienza, che con le sue piccole ricerche smonta il preconcetto atavico che ci voglia una madre, che nega la Madre e quindi la Donna, quale rapporto ha con la propria madre? Questa donna sta negando sua madre. Questa donna sta negando la sua stessa umanità. Firmato: Silvana De Mari medico, ma soprattutto madre, ma soprattutto figlia, moglie. Silvana De Mari Donna. Silvana De Mari essere umano.
Nota di BastaBugie: nel seguente video i cantanti Fedez e J-Ax insultano pesantemente il popolo del Family Day in una nota trasmissione televisiva col silenzio assenso del resto dei media
https://www.youtube.com/watch?v=dvbFjVOzSoQ
Riccardo Cascioli, direttore della nuova Bussola Quotidiana, nota che invece la dottoressa Silvana De Mari, medico chirurgo, viene coperta di insulti, intimidazioni e sin anche denunce, per aver descritto la cruda realtà dei rapporti omoerotici e le possibili conseguenze dal punto di vista clinico. E’ la dittatura del politicamente corretto. Si può tornare indietro da questo terribile scenario? Certo che si può. Dipende da quanto siamo disposti a pagare per affermare e testimoniare la verità. Siamo disposti?
https://www.youtube.com/watch?v=lZ29RAYt4Ag
Fonte: Libertà e Persona, 13/03/2017
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SAN GIUSEPPE, PATRONO DELLA CHIESA E DELLA FAMIGLIA
Oggi più che mai occorre pregare ed implorare la sua intercessione per l'una e per l'altra realtà
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana, 15/03/2017
Celebrare la festa di san Giuseppe del 19 marzo (i primi furono i monaci benedettini nel 1030, seguiti dai Servi di Maria nel 1324 e dai Francescani nel 1399; venne infine promossa dagli interventi dei papi Sisto IV e Pio V e resa obbligatoria nel 1621 da Gregorio XV) significa rendere onore liturgico al Patrono universale della Chiesa e all'avvocato di ogni famiglia. Oggi più che mai occorre pregare ed implorare la sua intercessione per l'una e per l'altra realtà. Alla Vergine Maria si tributa il culto di iperdulia (al di sopra di tutti i Santi), mentre a san Giuseppe il culto di proto dulia (primo fra tutti i Santi).
SANTA TERESA D'AVILA E FATIMA Santa Teresa d'Avila affidò sempre a lui la risoluzione dei suoi problemi e dei suoi affanni e mai San Giuseppe la deluse. Lasciò scritto la mistica spagnola: «Ad altri Santi sembra che Dio abbia concesso di soccorrerci in questa o in quell'altra necessità, mentre ho sperimentato che il glorioso san Giuseppe estende il suo patrocinio su tutte. Con ciò il Signore vuol farci intendere che a quel modo che era a lui soggetto in terra, dove egli come padre putativo gli poteva comandare, così anche in cielo fa tutto quello che gli chiede». Perciò, «qualunque grazia si domanda a S. Giuseppe verrà certamente concessa, chi vuol credere faccia la prova affinché si persuada», infatti, «ho visto chiaramente che il suo aiuto fu sempre più grande di quello che avrei potuto sperare» (Vita, VI, 5-8). Come implorarlo per le necessità? La Chiesa invita a pregarlo, in particolare, praticando la devozione del Sacro Manto di San Giuseppe (risalente al 22 agosto 1882, data in cui l'Arcivescovo di Lanciano, Monsignor Francesco Maria Petrarca, la approvò: orazioni da recitarsi per 30 giorni consecutivi in ricordo dei 30 anni del casto sposo di Maria Santissima a fianco e a tutela di Gesù). Un Manto che molto potrebbe ottenere nell'anno del centenario di Nostra Signora di Fatima, perché, proprio a Fatima, anche san Giuseppe apparve. Era il 13 ottobre 1917, ultima delle apparizioni mariane alla Cova d'Iria. [...] Mentre la Madonna si elevava congedandosi, il riflesso della sua luce continuò a proiettarsi nel sole. E accanto al sole apparvero ai veggenti: san Giuseppe, il Bambino Gesù, la Madonna, vestita di bianco, con il manto azzurro. San Giuseppe e il Bambino benedicevano il mondo: la Sacra Famiglia si presentò nel suo splendore celeste per assicurare la protezione in terra. Poi Maria Vergine divenne Addolorata, con aspetto simile alla Madonna del Carmine. In seguito iniziò il miracolo danzante del sole.
PATRONO DELLA CHIESA UNIVERSALE Padre premuroso e sollecito, san Giuseppe, a differenza di una certa letteratura modernista che lo tratteggia soltanto come uomo di tenerezza, fu assai forte e coraggioso (si pensi all'aver preso in sposa, contro il suo pubblico onore, la Vergine Maria in attesa di Gesù, oppure alla fuga in Egitto) e fu uomo mistico, visto che in più occasioni gli fu dato il privilegio di conoscere la volontà di Dio attraverso gli angeli. San Giuseppe, che ebbe così alta dignità e così alta responsabilità di capo della Sacra Famiglia, proteggendo la sua sposa e il Figlio di Dio, se invocato dai credenti e, principalmente, dai puri di cuore e, dunque, in grazia di Dio, non abbandonerà la Sposa di Cristo ai peccati e agli errori dei nostri tempi, sia clericali che civili. Ricorrere a lui significa affidarsi al giusto difensore celeste. Il beato Pio IX, l'8 dicembre del 1870, quando proclamò san Giuseppe patrono della Chiesa universale, disse: «In modo simile a come Dio mise a capo di tutta la terra d'Egitto quel Giuseppe, figlio del patriarca Giacobbe, affinché immagazzinasse frumento per il popolo, così, all'arrivo della pienezza dei tempi, quando stava per mandare sulla terra suo Figlio unigenito Salvatore del mondo, scelse un altro Giuseppe, del quale il primo era stato tipo e figura, che rese padrone e capo della sua casa e del suo possesso e lo scelse come custode dei suoi principali tesori». Allo stesso modo Leone XIII, nell'enciclica Quamquampluries del 15 agosto 1889, afferma: «è affermata l'opinione, in non pochi Padri della Chiesa, concordando su questo la sacra liturgia, che quell'antico Giuseppe, nato dal patriarca Giacobbe, aveva abbozzato la persona e i destini di questo nostro Giuseppe e aveva mostrato col suo splendore, la grandezza del futuro custode della sacra famiglia». La stessa interpretazione venne espressa da Pio XII quando istituì la festa di san Giuseppe artigiano nel 1955. Possa il paterno discendente del Re Davide infondere nei responsabili terreni della Chiesa e nei genitori un poco del suo virile coraggio proveniente dalla sua indefettibile Fede.
DOSSIER "SAN GIUSEPPE" Patrono della Chiesa Universale Per vedere tutti gli articoli,clicca qui!
Fonte: Corrispondenza Romana, 15/03/2017
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LO STATO COSTRINGE A FARE IL MALE: CI VUOLE UNA NUOVA ARCA DI NOE'
La soglia del totalitarismo è stata superata: bisogna creare iniziative ed opere libere, cioè al di fuori dello Stato
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 06/03/2017
La definitiva approvazione in Francia della legge che punirà chi cercherà di distogliere le donne dall'aborto è un nuovo segno che la soglia del totalitarismo è stata superata. [leggi: LA FRANCIA INVENTA IL REATO DI INTRALCIO ALL'ABORTO, clicca qui, N.d.BB] Questa soglia viene superata quando lo Stato non solo permette il male ma anche obbliga a farlo e considera reato fare il bene. Quando lo Stato non solo ammette per legge deviazioni dal diritto naturale ma le impone, obbligando ad un diritto innaturale o contro-naturale. Quando diventano non negoziabili i principi contrari a quelli non negoziabili. Tutti vedono che questa soglia è stata superata ormai in molti casi. Lo era stata, per esempio, quando la Corte suprema americana aveva obbligato tutti gli Stati federati a contemplare per legge il matrimonio tra persone omosessuali. Lo era stata quando il Parlamento francese aveva approvato la legge Taubira sul "matrimonio per tutti" senza concedere l'obiezione di coscienza ai sindaci. Lo abbiamo anche visto quando in Italia è stata approvata la legge Cirinnà sulle unioni civili. Da quel momento, infatti, qualsiasi politica familiare sarebbe andata anche a vantaggio delle unioni civili. Nessuna amministrazione pubblica, da allora, può esimersi dal fare il male: tutte vi erano obbligate. Lo è stata, di recente in Italia, quando l'Ospedale San Camillo di Roma ha indetto un concorso per soli medici abortisti [leggi: IL (FALSO) DIRITTO ALL'AUTODETERMINAZIONE CONTRO IL (VERO) DIRITTO ALL'OBIEZIONE DI COSCIENZA, clicca qui, N.d.BB] e quando una Asl di Treviso ha indetto un concorso per due posti di biologo che non facciano obiezione alla fecondazione artificiale.
UNO STATO CHE IMPONE DI FARE IL MALE E' da tempo che ci si è messi su questa strada. Nella storia le cose possono cambiare. Ma questo non ci esime da valutare le tendenze in atto che, da questo punto di vista, sono molto preoccupanti. Ammettiamo che vadano in porto le leggi attualmente giacenti al Parlamento italiano. Ne uscirebbe uno Stato che impone di fare il male: ai giornalisti, agli insegnanti, ai dipendenti pubblici, ai medici, ai farmacisti, agli infermieri... Pensiamo, per esempio, al disegno di legge sull'eutanasia attualmente in discussione alla Camera. Il medico sarebbe costretto a rispettare le Disposizioni anticipate di trattamento del paziente anche se il paziente stesso avesse cambiato nel frattempo idea, dimenticandosi di revocare la DAT, e se lui stesso, il medico, fosse eticamente contrario. Saremo obbligati ad uccidere, a diseducare i nostri ragazzi nelle scuole, a presentare l'omosessualità come cosa normale. Saremo obbligati. Lo saremo dal nostro Stato ed anche dall'Unione europea e dagli organismi internazionali. Nei giorni scorsi il Parlamento europeo ha chiesto di aumentare il finanziamento dell'aborto nel mondo per compensare i tagli della nuova amministrazione americana.
COSA FARE Volgiamo lo sguardo attorno, ma non vediamo una grande presa di coscienza della situazione. Veramente si crede di far fronte a questa situazione con il dialogo? Non ci è dato di sapere se ci sarà e quale sarà il livello oltre il quale i cattolici diranno di no e si tireranno fuori. Quale soglia dovrà essere superata perché si dica no allo Stato oppure no all'Europa? Molti si chiedono cosa fare. Certamente la prima cosa da fare è tornare a fare quello che si sarebbe dovuto fare; impegnarsi e battersi per i principi non negoziabili. A seguito del "caso San Camillo" ricordato sopra, il generale atteggiamento dei cattolici è stato di protestare perché così "viene snaturata la legge 194". In questo modo i cattolici si sono atteggiati a difensori della legge che permette l'aborto. I cattolici hanno smesso da molto tempo di combattere contro quella legge ed ora se ne fanno paladini. E' la logica del male minore che presenta il conto. I cattolici hanno anche ormai cessato di lottare contro lo stravolgimento della legge 40 sulla fecondazione assistita. Lo stesso dicasi per la Cirinnà. Ora, la prima cosa da fare è ricominciare a combattere. Oltre a stare "dentro" combattendo, i cattolici dovrebbero però cominciare a pensare anche a costruire scialuppe di salvataggio e arche di Noè. Iniziative ed opere - scuole prima di tutto - libere, perché viventi al di fuori dello Stato. Come fecero dopo l'Unità d'Italia, ma in forme nuove. Se l'obbligo a fare il male diventa istituzionale, bisogna tirarsi fuori il più possibile dalle istituzioni.
Nota di BastaBugie: i Radicali non solo hanno ottenuto la morte di dj Fabo in Svizzera, architettando con estremo cinismo una sceneggiatura fin nei minimi particolari. No, c'è di più. Sono riusciti ad imporre un dibattito sull'eutanasia censurando tutta la domanda di significato che nasce in ogni uomo di fronte ad un caso drammatico come quello di Fabiano. In questi giorni sembrava che l'unico problema fosse: legge si, legge no, legge quando e legge in quali circostanze. Eppure la vera domanda è un'altra: la vita ha un senso? E se ha un senso, ce l'ha anche nella sofferenza che inevitabilmente la vita porta con sé? Riccardo Cascioli, direttore de La nuova Bussola quotidiana ne parla nel seguente video della durata di tre minuti:
https://www.youtube.com/watch?v=WOmRsfVWhxE
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 06/03/2017
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CARD. MULLER: LA VERITA' NON SI NEGOZIA
Testo integrale dell'intervista esclusiva che il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede ha rilasciato al Timone sui temi più scottanti, come ad esempio l'Amoris Laetitia
Autore: Riccardo Cascioli e Lorenzo Bertocchi - Fonte: Il Timone, febbraio 2017 (n° 160)
Amoris Laetitia? "Va letta nel suo insieme, in ogni caso un adulterio è sempre peccato mortale e i vescovi che fanno confusione su questo si studino la dottrina della Chiesa. Dobbiamo aiutare il peccatore a superare il peccato e a ravvedersi". L'unità dei cristiani? "Importante ma non può diventare relativismo, non si possono svendere i sacramenti istituiti da Gesù". Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, entra con estrema chiarezza sugli argomenti più caldi nel dibattito ecclesiale e non solo. Lo incontriamo nelle stanze da cui dirige quello che fu il Sant'Uffizio, luogo di custodia della sana dottrina. Veniamo accolti con grande cordialità. Il ruolo di difensore dell'ortodossia cattolica, unito al fisico imponente e l'origine teutonica generano una certa riverenza che viene però ben presto annullata dalla simpatia e dalla disponibilità del cardinale. Ci sediamo intorno al tavolo; il tema è la dottrina, il ruolo che ha nella vita cristiana, sapendo di affrontare un argomento poco alla moda. Eminenza, andiamo subito al cuore della questione. Cos'è la dottrina? Aristotele dice, all'inizio della sua Metafisica, che tutti cercano la verità. La natura dell'intelletto è l'amore per la verità. Per cui Dio ci ha dato l'intelligenza e la volontà, l'una rivolta verso la verità e l'altra verso l'amore come centro della esistenza di tutto l'essere, di Dio stesso nella sua natura. Per noi Dio è l'origine e il fine della nostra esistenza, per questo è necessario sapere ciò che Dio ha rivelato: è la cosa più importante per la creatura umana. Sapere da dove vengo e dove sono diretto, qual è il senso della sofferenza, della morte. È segno di una speranza che va al di là dei limiti che sperimentiamo nella nostra vita finita e debole. Il Catechismo ci dice cosa credere nel Simbolo, cosa fare nei comandamenti, come unirci a Dio nella fede, speranza e amore, mediante la preghiera (Padre nostro), come ricevere la grazia santificante nei sette sacramenti. Dio si è rivelato nella Sua Parola incarnata, Gesù Cristo, e questo significa che noi possiamo partecipare della conoscenza che Dio ha di se stesso: conoscere Dio è la prima dimensione fondamentale della fede, perché la fede non è solo un sentimento religioso, una fiducia irrazionale, ma la fede è innanzitutto una conoscenza di Dio. Questo non significa vuoto intellettualismo, perché c'è sempre una unità tra il conoscere Dio e amare Dio. Si tratta quindi di conoscere una persona intimamente, con la volontà di accettare ciò che è l'Altra Persona, ciò che Dio è nella Sua realtà Trinitaria, comunione di amore del Padre, Figlio e Spirito Santo. Per tutta la vita abbiamo bisogno di una catechesi, di una introduzione permanente - intellettuale e con il cuore - ai misteri divini che sono i misteri della vita. La dottrina dunque è la base per tutta la vita della Chiesa, altrimenti la Chiesa rimane solo una Onlus, una organizzazione caritativa come tante. L'identità della Chiesa invece è di essere Corpo di Cristo, chiamata a condurre tutti gli uomini verso I'incontro con Dio in questa vita e anche nella vita eterna. Per questo la dottrina è assolutamente necessaria per la salvezza e per l'eterna felicità dell'uomo in Dio. Negli ultimi decenni la "dottrina" non ha avuto quella che possiamo definire "una buona stampa". Spesso viene presentata come una serie di leggi, pesi insopportabili sulle spalle degli uomini, moralismo su ciò che si può o non si può fare. Quello che lei dice ribalta la questione. Questa brutta nomea della dottrina è una eredità del razionalismo del XVIII secolo. La pretesa della ragione di capire tutto del mondo, ma di essere impotente nei confronti del trascendente, ha ridotto la fede a un semplice sentimento valido per i semplici. Oppure la fede è vista come un giudizio soggettivo che arriva solo dopo che la ragione ha riconosciuto il suo limite. La filosofia di Immanuel Kant, per esempio, ha negato la dimensione razionale della fede riducendola soltanto a un punto di riferimento per la morale. E la Rivelazione diviene così sostanzialmente superflua. Per rispondere a queste derive filosofiche già il Concilio Vaticano I nella Costituzione "Dei Filius" ha chiaramente esposto la mutua relazione tra la ragione e la fede, a partire da una ragione capace del soprasensibile. Quindi, nella teologia cattolica dobbiamo ribadire che la fede è una partecipazione del Logos di Dio, e per questo è sempre necessario sottolineare la razionalità dell'atto di fede. Si tratta di una esigenza importante per il nostro tempo che pretende di sapere tutto della materia e sembra quasi orgoglioso di essere ignorante per ciò che riguarda gli interrogativi capaci di dare un senso all'esistenza. La fede ci fa credere in Dio alla luce del Verbo incarnato e in forza dello Spirito Santo mediante la testimonianza della Chiesa (Bibbia, Tradizione e Magistero). Purtroppo sappiamo che gli uomini di Chiesa non sempre riflettono questa verità. Vi sono scandali anche molto gravi. Come distinguere tra il "tesoro del Vangelo" e i "vasi di creta" che lo portano? Ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre scandali. Come ha detto Gesù: "È impossibile che non avvengano scandali", ma ha anche aggiunto: "Guai a colui per cui avvengono!" (Lc 17,1). Occorre innanzitutto distinguere tra gli scandali che derivano dalla vita morale e quelli intellettuali, quando uno si comporta come eretico o scismatico, contro la verità e l'unità. In generale, nella nostra maturità di fedeli noi crediamo in Dio anche quando il ministro della Parola si mostra indegno rispetto alla sua missione. Nel secolo III vi sono state grandi discussioni nel caso di Agostino (354-430) contro i donatisti, i quali ritenevano che i sacramenti non avessero una dignità di per sé, ma che la loro validità dipendesse dalla dignità di chi li amministrava. Una grande sfida per la fede: come è possibile che uno che non è "santo" nella sua vita morale o intellettuale possa trasferire la grazia? Agostino, con tutta la Chiesa, ha sostenuto che la grazia di Dio non dipende da noi che siamo i suoi strumenti. L'altro estremo sarebbe, come per alcune correnti della riforma protestante, di negare totalmente la mediazione umana della Chiesa. San Tommaso ha detto che come Dio trasmette a noi la sua grazia attraverso semplici segni - come ad esempio l'acqua per il Battesimo - cosi Egli trasmette la sua grazia per lo strumento dell'uomo e non di un angelo. Questo ha a che fare con la nostra natura che è corporea, sociale, storica. Perciò dobbiamo accettare l'umiltà di Cristo che è venuto nella nostra carne e ha voluto trasmettere la sua grazia tramite la "carne" degli apostoli e i loro successori, vescovi e sacerdoti. Siamo chiamati ad accettare questa concretezza della grazia. Non possiamo pretendere di scegliere un Papa, un vescovo o un parroco da una specie di catalogo, come se vi fosse un desiderio personale da soddisfare. Dobbiamo vivere la concretezza della realtà così come ci è data e accettare la contingenza della esistenza umana. Eppure oggi nella Chiesa si pone spesso l'accento sul fatto di essere credibili... La credibilità è certamente necessaria, ma in cosa consiste la credibilità della Chiesa? La Chiesa non perde la credibilità quando alcuni sacerdoti cadono in un peccato, tutti possiamo cadere in un peccato, ma quando questi abusano della loro autorità per peccare. Così danneggiano volontariamente la missione della Chiesa, ma non si tratta di una credibilità autoreferenziale: i ministri di Dio sono solo strumenti e sono chiamati ad essere fedeli ad una missione per cui Dio stesso li ha chiamati. Si dice spesso, giustamente, che il fedele deve essere in ascolto della Parola. Ma comunemente si tende a identificare la Parola con la Sacra Scrittura. Non è una visione riduttiva della Parola di Dio? Certo. Noi non siamo una religione del libro, ma si tratta della Parola predicata in Gesù Cristo e della Parola di Dio nella Sua Persona. Gesù non ha scritto la Sacra Scrittura, Lui è la Parola viva di Dio. La Sacra Scrittura è il primo e fondamentale testimone della Parola di Gesù Cristo, ma nel contesto della testimonianza di fede degli apostoli e della Chiesa primitiva. La Chiesa è l'auditrice della Parola, e questa Parola adesso è presente nella coscienza della fede della Chiesa, intesa però non come un semplice archivio, ma come una ricerca dentro al cuore vivo della Chiesa che ritrova, nel passare delle generazioni, quella stessa Parola. Una Parola intesa solo come Sacra Scrittura è riduttiva e non cattolica. Purtroppo il protestantesimo ha voluto sottovalutare il valore della viva tradizione della Chiesa. La Rivelazione è certamente presente nella Bibbia in modo unico e fondamentale, ma anche nella vita della Chiesa, negli scritti dei Padri, nei grandi concili, nella vita sacramentale. I sacramenti non sono semplicemente una memoria, lì Cristo è presente, realmente e concretamente. Se le cose stanno così, nella prospettiva dell'unità dei cristiani, la dottrina sembra diventare un ostacolo. Basti pensare ai sette sacramenti... Per noi i sette sacramenti non sono un problema. Certamente non dobbiamo giustificarci perché abbiamo questi sette sacramenti, in quanto il loro riconoscimento è venuto dalla vita della Chiesa. Per la Chiesa cattolica questi sette segni non solo significano la grazia, ma causano la grazia. Quelli che devono giustificarsi sono i protestanti che hanno negato tutto questo. Non si può dire di accettare la tradizione solo fino a una certa data, come se lo Spirito Santo dopo il Concilio di Calcedonia fosse sparito dalla vita della Chiesa. Dobbiamo dire che oggi vi sono anche movimenti ecumenici che hanno in qualche modo superato questo "isolamento" della Bibbia, ma noi dobbiamo sempre ricordare che senza il contesto vivo della Chiesa che è guidata dallo Spirito Santo, la Scrittura finisce per essere solo un documento archivistico. La fede non si costruisce dagli archivi. Per conoscere la fede rivelata occorre rivolgersi alla Chiesa, non all'archivio. Quindi le differenze tra la Chiesa Cattolica e le altre confessioni cristiane non sono, per così dire, vuote rigidità apologetiche? La riforma protestante non deve essere semplicemente intesa come una riforma da alcuni abusi morali, ma bisogna riconoscere che andava a incidere sul nucleo del concetto cattolico di Rivelazione. Come è possibile che la Chiesa abbia insegnato per 1500 anni che questi sacramenti sono necessari per la fede e ci si accorge, invece, che la Chiesa avrebbe guidato milioni di fedeli all'errore? Il fondatore della Chiesa l'ha abbandonata per secoli e secoli nel buio? La Chiesa avrebbe guidato le persone all'inferno, questo non può darsi. Si può sempre riformare la vita morale, le nostre istituzioni, università, le strutture pastorali, è necessario anche sbarazzarsi di una certa "mondanizzazione" della Chiesa: tutto questo possiamo accettarlo dalle istanze della riforma protestante ma dobbiamo dire che per noi ci sono errori dogmatici fra i riformatori che mai possiamo accettare. Con i protestanti il problema non sta solo nel numero dei sacramenti, ma anche nel loro significato. L'ecumenismo non può avanzare con il relativismo o nell'indifferenza verso i temi dottrinali: per cercare l'unità non possiamo accettare di "regalare" due o tre sacramenti, o accettare che il Papa sia una specie di presidente delle diverse confessioni cristiane. Un altro argomento oggi di attualità è il rapporto tra dottrina e coscienza personale. Tutti devono seguire la loro coscienza, ma la coscienza è un termine che esprime un rapporto, una relazione. Non con me stesso, ma verso l'Altro. La coscienza sta davanti a un altro e per noi, chiaramente, questo altro può essere solo Dio che è nostro Creatore e Salvatore, e che ci ha donato i comandamenti non per farci arrabbiare, o per controllarci, ma per illuminare il cammino. I comandamenti sono un orientamento per il Bene, per raggiungere il nostro fine: sono la via, ma anche il traguardo. Ciò vale per la morale, ma anche per la dottrina, perché abbiamo la coscienza della verità quando noi come uomini capiamo che dobbiamo ob-audire (ascoltare stando di fronte) la Parola di Dio che illumina. Si tratta di verità trascendenti che vanno al di là della nostra capacità, ma con l'aiuto della grazia abbiamo questa capacità di comprendere ciò che Dio ha detto a noi e che illumina il cammino. Io so di essere chiamato al rapporto eterno della mia persona con la Persona di Dio. Questo confronto, ovviamente, c'è anche nella vita morale. Gli uomini sono chiamati a scegliere tra bene e male. Anche gli animali uccidono altri animali, ma noi siamo posti davanti alla domanda se questo è bene o male. Io so che per la natura della mia coscienza devo fare il bene e fuggire il male, questo è il giudizio fondamentale della legge inserita naturalmente nell'essere e, per noi cristiani, questa è espressamente dichiarata nei dieci comandamenti e nelle beatitudini evangeliche. Questo ci dice lo Spirito Santo, effuso nei nostri cuori, che illumina la mente e conforta la volontà. Quindi non si può dare una contraddizione tra dottrina e coscienza personale? No, è impossibile. Ad esempio, non si può dire che ci sono circostanze per cui un adulterio non costituisce un peccato mortale. Per la dottrina cattolica è impossibile la coesistenza tra il peccato mortale e la grazia giustificante. Per superare questa assurda contraddizione, Cristo ha istituito per i fedeli il Sacramento della penitenza e riconciliazione con Dio e con la Chiesa. È una questione di cui si discute molto a proposito del dibattito intorno all'esortazione post-sinodale Amoris laetitia. La Amoris laetitia va chiaramente interpretata alla luce di tutta la dottrina della Chiesa. Il sacramento della penitenza può accompagnarci verso la comunione sacramentale con Gesù Cristo, ma sono parte essenziale del sacramento della penitenza alcuni atti umani, guidati dallo Spirito, che devono essere rispettati: la contrizione del cuore, il proposito di non peccare più, l'accusa dei peccati e la soddisfazione. Quando manca uno di questi elementi, o il penitente non li accetta, il sacramento non si realizza. Questa è la dottrina dommatica della Chiesa, indipendentemente dal fatto che la gente possa accettarla o meno. Noi siamo chiamati ad aiutare le persone, poco a poco, per raggiungere la pienezza nel loro rapporto con Dio, ma non possiamo fare sconti. Non mi piace, non è corretto che tanti vescovi stiano interpretando Amoris laetitia secondo il loro proprio modo di intendere l'insegnamento del Papa. Questo non va nella linea della dottrina cattolica. Il magistero del Papa è interpretato solo da lui stesso o tramite la Congregazione per la Dottrina della Fede. Il Papa interpreta i vescovi, non sono i vescovi ad interpretare il Papa, questo costituirebbe un rovesciamento della struttura della Chiesa Cattolica. A tutti questi che parlano troppo, raccomando di studiare prima la dottrina sul papato e sull'episcopato nei due concili vaticani, senza dimenticare la dottrina sui sette sacramenti (il Concilio Lateranense IV, di Firenze, di Trento e il Vaticano II). Il Vescovo, quale Maestro della Parola, deve lui per primo essere ben formato per non cadere nel rischio che un cieco conduca per mano altri ciechi. Così la lettera a Tito: "Il Vescovo deve essere fedele alla Parola, degna di fede, che gli è stata insegnata, perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare i suoi oppositori" (Tt 1,9). Però a questo proposito si parla spesso della possibilità di sviluppo del dogma. Come deve intendersi questo sviluppo? La Chiesa è un corpo vivo, lo sviluppo è un movimento per comprendere meglio le profondità dei misteri. Però non è possibile superare dichiarazioni del magistero quando si tratta di dichiarazioni che riguardano la fede divina cattolica rivelata. La Rivelazione è compiuta in Gesù Cristo ed è presente nel depositum fidei degli apostoli. Abbiamo tante riflessioni sul tema dello sviluppo del dogma, come ad esempio quella del Beato J.H. Newman, o quella offerta dallo stesso Joseph Ratzinger. Qui possiamo trovare espresso il significato dello sviluppo del dogma in senso cattolico, per difendersi dal modernismo evoluzionista da una parte e dal fissismo dall'altra. Si deve dare uno sviluppo omogeneo nella continuità e non nella rottura. Ciò che è definito dogmaticamente non può essere smentito in alcun modo: se la Chiesa ha detto che ci sono sette sacramenti, nessuno, nemmeno un concilio potrebbe ridurre o modificare il numero o il significato di questi sacramenti. Chi vuole unirsi alla Chiesa Cattolica deve accettare i sette sacramenti come mezzi della salvezza. Il fondamento per la omogeneità dello sviluppo del dogma è la preservazione dei principi di base: l'arianesimo non è sviluppo sul dogma dell'incarnazione, ma è corruzione della fede. Così la Chiesa ha chiaramente espresso il riconoscimento del matrimonio con una unione indissolubile tra un uomo e una donna. La poligamia, ad esempio, non è uno sviluppo della monogamia, ma ne è la sua corruzione. Per questo possiamo dire che la Amoris laetitia vuole aiutare le persone che vivono in una situazione che non è in accordo con i principi morali e sacramentali della Chiesa cattolica e che vogliono superare questa situazione irregolare. Ma non si può certo giustificarli in questa situazione. La Chiesa non può mai giustificare una situazione con non è in accordo con la volontà divina. L'esortazione di san Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, prevede che le coppie di divorziati risposati che non possono separarsi, per poter accedere ai sacramenti devono impegnarsi a vivere in continenza. È ancora valido questo impegno? Certo, non è superabile perché non è solo una legge positiva di Giovanni Paolo II, ma lui ha espresso ciò che è costitutivamente elemento della teologia morale cristiana e della teologia dei sacramenti. La confusione su questo punto riguarda anche la mancata accettazione dell'enciclica Veritatis Splendor con la chiara dottrina dell'intrinsece malum. Diciamo in generale che nessuna autorità umana può accettare ciò che è contro l'evidente volontà di Dio, dei suoi comandamenti e della costituzione del sacramento del matrimonio. Ricordiamo che il matrimonio è un vincolo sacramentale che si imprime quasi come il carattere del battesimo: fino a quando i coniugi sono vivi questo vincolo matrimoniale è indelebile. In questo le parole di Gesù sono molto chiare e la loro interpretazione non è una interpretazione accademica, ma è Parola di Dio. Nessuno può cambiarla. Non bisogna cedere allo spirito mondano che vorrebbe ridurre il matrimonio a un fatto privato. Oggi vediamo come gli Stati vogliano introdurre una definizione di matrimonio che nulla ha a che vedere con la definizione del matrimonio naturale, e dobbiamo anche ricordare che per i cristiani vale la prescrizione di sposarsi nella forma della Chiesa: dicendo sì per sempre e solo a un tu esclusivo. Per noi il matrimonio è l'espressione della partecipazione dell'unità tra Cristo sposo e la Chiesa sua sposa. Questa non è, come alcuni hanno detto durante il Sinodo, una semplice vaga analogia. No! Questa è la sostanza del sacramento, e nessun potere in Cielo e in Terra, né un angelo, né il Papa, né un concilio, né una legge dei vescovi, ha la facoltà di modificarlo. Come si può risolvere il caos che si genera a causa delle diverse interpretazioni che vengono date di questo passaggio di Amoris laetitia? Raccomando a tutti di riflettere, studiando prima la dottrina della Chiesa, a partire dalla Parola di Dio nella Sacra Scrittura che sul matrimonio è molto chiara. Consiglierei anche di non entrare in alcuna casuistica che può facilmente generare malintesi, soprattutto quello per cui se muore l'amore, allora è morto il vincolo del matrimonio. Questi sono sofismi: la Parola di Dio è molto chiara e la Chiesa non accetta di secolarizzare il matrimonio. Il compito di sacerdoti e vescovi non è quello di creare confusione, ma quello di fare chiarezza. Non ci si può riferire soltanto a piccoli passaggi presenti in Amoris laetitia, ma occorre leggere tutto nell'insieme, con lo scopo di rendere più attrattivo per le persone il Vangelo del matrimonio e della famiglia. Non è Amoris laetitia che ha provocato una confusa interpretazione, ma alcuni confusi interpreti di essa. Tutti dobbiamo comprendere ed accettare la dottrina di Cristo e della sua Chiesa e allo stesso tempo essere pronti ad aiutare gli altri a comprenderla e a metterla in pratica anche in situazioni difficili. Il matrimonio e la famiglia sono la cellula fondamentale della Chiesa e della società, per ridare speranza a un'umanità affetta da un forte nichilismo occorre che questa cellula sia sana [leggi: NON SI PUO' DARE LA COMUNIONE AI DIVORZIATI RISPOSATI, clicca qui, N.d.BB].
Fonte: Il Timone, febbraio 2017 (n° 160)
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LETTERE ALLA REDAZIONE: IL CAMPIONATO DI CATECHISMO
Le formule da imparare a memoria e il regolamento del torneo (da personalizzare a piacere)
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 20 marzo 2017
Gentile redazione di BastaBugie, leggo regolarmente il vostro "bollettino" e lo trovo molto interessante. Lo consiglio sempre ai miei amici e soprattutto nella mia famiglia a fine cena leggo ogni giorno un articolo tratto dal vostro sito. Poi lo commento con mia moglie e i miei figli (ormai sono quasi maggiorenni, ma sono abituati da anni a questa bella tradizione familiare). Vengo alla domanda. Ho letto nell'ultima edizione di BastaBugie di quel parroco che fa il campionato di catechismo nella sua parrocchia. Mi farebbe piacere sapere un po' meglio come funziona. Grazie per il vostro prezioso lavoro (anche se immagino sia puro volontariato). Franco
Caro Franco, ci fa piacere sapere che leggi BastaBugie in famiglia. E' molto bello che il capofamiglia si incarichi di dare alla propria famiglia una lettura dei fatti alla luce di una sana controinformazione. Per quanto riguarda la tua curiosità rispetto al campionato di catechismo, in effetti diversi lettori ci hanno chiesto maggiori informazioni ed allora ci siamo attivati per averne. Le abbiamo già riportate in fondo all'articolo in questione che puoi trovare al seguente link:
LA DOTTRINA COME DIO COMANDA Con il ''campionato di catechismo'' si stimolano i bambini a imparare a mente le nozioni che gli rimarranno per tutta la vita di don Stefano Bimbi https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4613
In ogni caso eccole riportate anche qui sotto:
CAMPIONATO DI CATECHISMO Formule di Dottrina Cattolica
I DUE COMANDAMENTI DI CARITÀ 1. Amerai il Signore tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente 2. Amerai il prossimo tuo come te stesso
LA REGOLA D'ORO (Mt 7,12) Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
I QUATTRO NOVISSIMI 1. Morte 2. Giudizio 3. Inferno 4. Paradiso
I DIECI COMANDAMENTI Io sono il Signore Dio tuo: 1. Non avrai altro Dio all'infuori di me 2. Non nominare il nome di Dio invano 3. Ricordati di santificare le feste 4. Onora il padre e la madre 5. Non uccidere 6. Non commettere atti impuri 7. Non rubare 8. Non dire falsa testimonianza 9. Non desiderare la donna d'altri 10. Non desiderare la roba d'altri
I CINQUE PRECETTI DELLA CHIESA * 1. Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate e rimanere liberi da lavori e da attività che potrebbero impedire la santificazione di tali giorni 2. Confessare i propri peccati almeno una volta all'anno 3. Ricevere il sacramento dell'Eucaristia almeno a Pasqua 4. Astenersi dal mangiare carne e osservare il digiuno nei giorni stabiliti dalla Chiesa 5. Sovvenire alle necessità materiali della Chiesa, secondo le proprie possibilità
LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE 1. Dar da mangiare agli affamati 2. Dar da bere agli assetati 3. Vestire gli ignudi 4. Alloggiare i pellegrini 5. Visitare gli infermi 6. Visitare i carcerati 7. Seppellire i morti
LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALE 1. Consigliare i dubbiosi 2. Insegnare agli ignoranti 3. Ammonire i peccatori 4. Consolare gli afflitti 5. Perdonare le offese 6. Sopportare pazientemente le persone moleste 7. Pregare Dio per i vivi e per i morti
LE TRE VIRTÙ TEOLOGALI 1. Fede 2. Speranza 3. Carità
LE QUATTRO VIRTÙ CARDINALI 1. Prudenza 2. Giustizia 3. Fortezza 4. Temperanza
I QUATTRO PECCATI CHE GRIDANO VENDETTA AL COSPETTO DI DIO 1. Omicidio volontario 2. Peccato impuro contro natura 3. Oppressione dei poveri 4. Frode nel salario agli operai
I SETTE VIZI CAPITALI (S.A.L.I.G.I.A.) 1. Superbia 2. Avarizia 3. Lussuria 4. Ira 5. Gola 6. Invidia 7. Accidia (Pigrizia)
I SEI PECCATI CONTRO LO SPIRITO SANTO 1. Disperazione della salvezza 2. Presunzione di salvarsi senza merito 3. Impugnare la verità conosciuta 4. Invidia della grazia altrui 5. Ostinazione nei peccati 6. Impenitenza finale
I SETTE DONI DELLO SPIRITO SANTO 1. Sapienza 2. Intelletto 3. Consiglio 4. Fortezza 5. Scienza 6. Pietà 7. Timor di Dio
* Per i cinque precetti della Chiesa, se vuole, il catechista può accettare come valide anche le risposte che esprimano il concetto senza che siano imparate esattamente a memoria (negli altri casi invece le risposte giuste sono SOLO quelle perfettamente ESATTE)
REGOLAMENTO DEL CAMPIONATO DI CATECHISMO
1) TORNEO A COPPIE Si mettono i ragazzi in coppia (preferibilmente uno bravo con uno non bravo, in modo che possa anche vincere chi non è bravo).
2) SCONTRI A ELIMINAZIONE DIRETTA Si fa il tabellone del torneo alla lavagna (o su un foglio, se non c'è la lavagna); gli scontri sono tutti a eliminazione diretta; per occupare i posti vuoti basta fare dei ripescaggi (con sorteggio).
3) SI PASSA IL TURNO CON DUE RISPOSTE ESATTE La gara si fa chiamando le due coppie che si scontrano una a destra e una a sinistra della cattedra (o comunque del catechista); si comincia da una coppia con la prima domanda: se risponde fa un punto, altrimenti la domanda passa all'altra coppia; chi arriva prima a due vince lo scontro; in caso di parità si va avanti a oltranza; chi perde è eliminato, a meno che non sia ripescato.
4) ALBO D'ORO SUL REGISTRO La coppia che vince il torneo in quel giorno sarà segnata nell'albo d'oro, scritto nel registro del catechista.
5) FINALE DEL CAMPIONATO Alla fine sarà fatto il torneo finale alla presenza del sacerdote. I vincitori della finale sarebbe bene ricevessero un premio anche simbolico. Se la parrocchia lo ha, si possono pubblicare i nomi dei vincitori sul giornalino parrocchiale.
DOSSIER "LETTERE ALLA REDAZIONE" Le risposte del direttore ai lettori Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!
Fonte: Redazione di BastaBugie, 20 marzo 2017
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OMELIA IV DOMENICA DI QUARESIMA - ANNO A (Gv 9,1-41)
Né lui ha peccato né i suoi genitori
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 26 marzo 2017)
La quarta domenica di Quaresima ci presenta l'episodio evangelico della guarigione del cieco nato. Secondo la mentalità dell'epoca, ogni malattia o sciagura era conseguenza di un peccato. Ora, dato che quell'uomo era cieco dalla nascita, due erano le possibilità: o egli aveva peccato fin dal grembo materno, oppure, scontava i peccati dei suoi genitori. I Discepoli domandarono infatti a Gesù: "Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori?" (Gv 9,2). Gesù rifiutò tutte e due le possibilità e affermò che quella cecità era occasione perché gli uomini riconoscessero Lui come l'Inviato dal Padre, venuto a salvare l'umanità. Quella cecità, dunque, è simbolo della condizione dell'uomo peccatore: mentre la luce degli occhi rappresenta il dono di grazia donatoci da Gesù. Ogni volta che Gesù compie un miracolo, sono due i motivi che lo spingono ad operarlo. Il primo motivo, quello più ovvio, è quello di andare incontro alle miserie dell'uomo, è la misericordia che si commuove di fronte alle sofferenze umane. Ma vi è un altro motivo, anch'esso molto profondo: ogni miracolo è anche un segno che rimanda a qualcosa di superiore, ad un insegnamento molto importante. Qual è l'insegnamento del miracolo del cieco nato? L'insegnamento è quello che Gesù è venuto a salvarci, è venuto a dissipare le tenebre del peccato e a donarci la luce della fede e della grazia. L'episodio del cieco nato si inserisce nella catechesi battesimale della Quaresima, e, fin dal terzo secolo, questa pagina evangelica era utilizzata nella preparazione di tutti quelli che desideravano diventare cristiani. Come il cieco guarisce dopo l'immersione nelle acque di Siloe - Siloe era una piscina posta nei pressi del Tempio -, così Gesù Cristo continua ad illuminare gli uomini per mezzo del Sacramento dell'acqua, ovvero il Battesimo. Il cieco nato riceve due grazie: la prima è quella della vista; la seconda è quella della fede. Infatti, dopo essere stato miracolato, alla domanda di Gesù: "Tu credi nel Figlio dell'uomo?" (Gv 9,38), ovvero in Gesù, egli risponde: "Credo Signore!" (Gv 9,38). La vista materiale che aveva ottenuto era segno di un dono ancora più grande che aveva ricevuto per l'anima: il dono della fede. Il 20 Gennaio 1842 si convertì al Cattolicesimo Alfonso di Ratisbonne, un ebreo caduto nell'ateismo che odiava il cattolicesimo. Un giorno, durante una visita a Roma, per non far dispiacere ad un amico, accettò per pura cortesia una piccola medaglia della Madonna e se la mise al collo. Era la famosa Medaglia Miracolosa fatta coniare in seguito alle apparizioni mariane del 1832. Improvvisamente, durante una visita ad una chiesa fatta solo per vedere se vi era qualche opera d'arte degna di nota, cadde in ginocchio e si convertì all'istante. In quel momento egli vide come delle bende che gli caddero dagli occhi e, finalmente, capì quella che era la verità. Egli stesso poi diede questa testimonianza: "All'improvviso, mi sentii preso da uno strano turbamento e vidi come scendere un velo davanti a me. La chiesa mi sembrò tutta oscura, eccettuata una cappella come se la luce si fosse concentrata tutta lì. Non posso rendermi conto di come mi sia trovato in ginocchio davanti alla balaustra di quella cappella. Levai comunque gli occhi verso la luce che tanto risplendeva e vidi, in piedi sull'altare, viva, grande, maestosa, bellissima e dall'aria misericordiosa, la Santa Vergine Maria, simile nell'atto e nella struttura all'immagine della Medaglia che mi era stata donata perché la portassi. Cercai più volte di alzare gli occhi verso di Lei, ma il suo splendore e il rispetto me li fecero abbassare, senza impedirmi però di sentire l'evidenza dell'apparizione. Fissai lo sguardo, allora, sulle sue mani e vidi in esse l'espressione del perdono e della misericordia. Con quelle stesse mani, mi fece segno di restare inginocchiato. Ma una forza irresistibile mi spingeva verso di Lei. Alla sua presenza, benché Ella non abbia detto alcuna parola, compresi di colpo l'orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del peccato, la bellezza della religione cattolica: in una parola, compresi tutto, di colpo". Quando vi è una conversione, vi è sempre il lavoro nascosto di Maria che ottiene ai suoi figli la grazia più grande: la grazia di incontrare Gesù, Via, Verità e Vita. Preghiamola per rafforzare sempre di più la nostra fede e per la conversione di tanti nostri fratelli che vivono ancora nelle tenebre del peccato e dell'errore.
Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 26 marzo 2017)
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