BastaBugie n�505 del 10 maggio 2017

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1 LE ONG VANNO A PRENDERE IN LIBIA I CLANDESTINI PER PORTARLI IN ITALIA (E FANNO AUMENTARE I MORTI IN MARE)
Il video di Luca Donadel, rilanciato da Striscia la notizia, è stato visto da mezzo milione di persone, ma ora è attaccato da tv e giornali, anche ''cattolici'' (VIDEO: La verità sui migranti)
Autore: Chiara Giannini - Fonte: Il Giornale
2 CHIESA TROPPO RIGIDA? A ME SEMBRA IL CONTRARIO
Non si tratta di capire il linguaggio dei giovani, ma di proporre loro qualcosa di grande per cui spendere la vita
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
3 FIEF, IL CLASSICO GIOCO AMBIENTATO NEL MEDIOEVO
L'importanza dei giochi da tavolo per capire lo spirito che animava quel periodo: feudi, battaglie, matrimoni per stringere alleanze, carriera civile ed ecclesiastica, costruzioni di cattedrali
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie
4 MACRON, LA COMPLETA VITTORIA DEI POTERI FORTI
Le elezioni francesi sono l'ennesima riprova che non si può cambiare il corso della storia rivoluzionaria con gli strumenti della rivoluzione stessa, ovvero all'interno del sistema democratico e dei partiti
Autore: Massimo Viglione - Fonte: Il Ponte Levatoio
5 GENITORI E SUOCERI ROVINANO IL MATRIMONIO (2° PUNTATA)
Atteggiamenti con probabili conseguenze disastrose per la famiglia: sfogarsi con la mamma delle mancanze del coniuge, abitare vicini ai genitori, usare ordinariamente i nonni come baby sitter, dare la chiave della propria casa ai genitori
Autore: Elsa Belotti - Fonte: Famiglia Insieme
6 BRUNO CORNACCHIOLA, IL PROTESTANTE CHE VOLEVA UCCIDERE IL PAPA, MA A ROMA...
Sulla Collina delle Tre Fontane gli appare la Vergine Maria che cambia la sua vita per sempre (VIDEO: Bruno Cornacchiola)
Autore: Matteo Carletti - Fonte: Libertà e Persona
7 PER L'EUTANASIA DI DJ FABO ARCHIVIATA L'AUTODENUNCIA DI CAPPATO
I giudici inventano il ''diritto alla dignità di morire'', quando invece la dignità viene distrutta dal suicidio
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
8 OMELIA V DOMENICA DI PASQUA - ANNO A (Gv 14,1-12)
Credete in me: io sono nel Padre e il Padre è in me
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - LE ONG VANNO A PRENDERE IN LIBIA I CLANDESTINI PER PORTARLI IN ITALIA (E FANNO AUMENTARE I MORTI IN MARE)
Il video di Luca Donadel, rilanciato da Striscia la notizia, è stato visto da mezzo milione di persone, ma ora è attaccato da tv e giornali, anche ''cattolici'' (VIDEO: La verità sui migranti)
Autore: Chiara Giannini - Fonte: Il Giornale, 28/04/2017

«I giornali di sinistra e quelli cattolici ce l'hanno con me, puntano a sminuire il mio lavoro»: Luca Donadel è il 23enne che un paio di mesi fa ha realizzato un video, poi diventato virale sui social, con cui, attraverso un sistema gps di rilevamento dei tracciati delle navi, è riuscito a ricostruire i movimenti dei natanti delle Ong attraverso il Mediterraneo verso le coste libiche.

UN NUMERO IMPRESSIONANTE
«Sono partito dal video di Gefira - spiega Luca -, che aveva fatto l'esperimento prima di me. Ma ho visto che era stato visto da poco più di 10mila persone, ho deciso che bisognava fare di più. Allora ho ricostruito le rotte e poi ho postato il risultato sulla mia pagina Facebook. In poco tempo è stato visualizzato da un numero impressionante di contatti». Luca ha raccontato ciò che già al Giornale avevamo sostenuto parlando delle navi delle Ong che entrano nelle acque territoriali libiche. «Solo che - prosegue - finché lo scrivono alcuni quotidiani nessuno dice niente perché, a volte, sulla versione cartacea passa inosservato. I video, invece, sui social prendono forza e questo per qualcuno costituisce un problema. L'unico modo che hanno per denigrare il mio lavoro è quello di attaccare a livello personale. Perché non fanno loro un video in cui provano a controbattere a ciò che ho detto? D'altronde - tiene a dire ancora - i tracciati di un gps non si possono smentire, sono inequivocabili visto che sono dati e numeri».

FATTI INCONFUTABILI
Il giovane, studente di scienze della comunicazione all'università di Torino, è stato preso di mira da più giornali, la maggior parte dei quali schierati dalla parte di chi pratica l'accoglienza e punta a far sì che in Italia arrivi sempre un maggior numero di migranti. In un articolo da Avvenire, il video del giovane è stato definito «immorale». l'Unità ha parlato di «video bufala che anche la destra cavalca», mentre il Manifesto ha titolato «La bufala rilanciata da Striscia prepara nuove stragi in mare». Insomma, ora un 23enne diventa, almeno per alcuni giornali, complice delle morti nel Mediterraneo per aver anche solo provato a denunciare che le Ong entrano nelle acque territoriali libiche per recuperare i migranti. Un controsenso non di poco conto, visto che da quando le organizzazioni non governative operano tra il canale di Sicilia e la Libia il numero dei migranti che arrivano sulle coste italiane è sensibilmente lievitato. I dati parlano di un'aspettativa di 250mila immigrati per il 2017 contro i 181mila del 2016.

MI AIUTANO I MIEI FOLLOWER
«Mi dà fastidio - specifica Luca - che molti dicano che il mio video è una bufala solo perché è apparsa su internet. Ricordo che ci sono le indagini aperte dalle varie procure siciliane a confermare ciò che ho detto. Peraltro, ho citato anche altri dati oltre ai rilevamenti gps, quali il numero dei morti in mare nel corso dei mesi passati, indicando un aumento, come confermato di recente anche dal procuratore di Catania Zuccaro». E poi chiarisce: «Ben vengano le critiche costruttive, se aiutano a migliorare un prodotto, ma che siano argomentate e non basate su attacchi personali. Cercano di sminuirmi dicendo che, in fondo, ho 23 anni e sono un blogger. Perché, invece, non provano a tirare fuori argomenti concreti?». Donadel assicura che continuerà a fare i suoi reportage. «Per adesso mi aiutano i miei follower - conclude -, qualcuno mi ha anche regalato un nuovo microfono. Un giorno vedremo. Fare il giornalista? Chissà» [leggi: LE ONG VOGLIONO DESTABILIZZARE L'ITALIA CON I MIGRANTI, clicca qui, N.d.BB].

Nota di BastaBugie: ecco il clamoroso video di Luca Donadel che ha costretto il mondo politico a parlarne e alla magistratura a indagare. Dura meno di dieci minuti e vale davvero la pena vederlo e diffonderlo.


https://www.youtube.com/watch?v=dP4rYgJKo_w

Fonte: Il Giornale, 28/04/2017

2 - CHIESA TROPPO RIGIDA? A ME SEMBRA IL CONTRARIO
Non si tratta di capire il linguaggio dei giovani, ma di proporre loro qualcosa di grande per cui spendere la vita
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 27/04/2017

Io non so quale Chiesa conoscano quelli che continuano a parlare delle rigidità da contrastare, da abbattere. Di certo non la Chiesa che scrive che Gesù Cristo e il Buddha hanno promosso la via della nonviolenza, come ha appena fatto il pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Leggo su wikipedia, confesso di non essermi mai interessata del tema, che il Buddha è uno che raggiunge un certo stato dopo avere trascorso varie vite non ho capito bene come. Ergo, il Buddha non esiste, perché la reincarnazione non esiste. Quindi dire che Gesù e Buddha hanno fatto qualcosa è una stupidaggine. Uno non esiste, l'altro non ha mai promosso la via della nonviolenza. Ma che è, la Justice League tipo quando i supereroi si sono uniti? Superman, Wonder Woman e Batman? Che, Gesù da solo non bastava? Ma ci crediamo almeno noi, almeno i Pontifici Consigli, che Dio è solo uno, Padre, Figlio e Spirito Santo? O ci mettiamo alla finestra ad aspettare, tante volte arrivasse il Grande Cocomero che ci dia una parola definitiva? Gesù e Buddha non hanno proposto nessuna via della nonviolenza semplicemente perché non c'è una via della nonviolenza, che brutta parola. C'è la via di Cristo, che è la Via. Se stiamo attaccati a lui abbiamo una qualche speranza di non essere violenti, falsi, doppi, avidi, vendicativi, dispotici, iracondi, cioè come siamo tutti noi nella nostra parte puramente animale, cioè quella umana senza Dio.

AUTOCONTROLLO E TECNICHE ZEN? NO, GRAZIE
Dio non si è fatto uomo e non è morto in croce per insegnarci l'autocontrollo, tecniche zen di estraniazione dalle passioni. Ci è venuto a dire che ci ama follemente, e che se lo chiediamo davvero se lo mendichiamo, se lo supplichiamo, ci dà lo Spirito Santo, e con quello la grazia trasformante. Di solito lo fa quando abbiamo l'occasione di una croce. Non perché sia sadico, ma perché senza croce la maggior parte di noi pensa di poter fare a meno di lui. Tutto il resto sono balle. Perché c'è il mistero del male, c'è il peccato originale, e le buone intenzioni vanno a lumache inevitabilmente (san Paolo nella lettera ai Romani lo dice un po' meglio, ma credo che mi capirebbe se leggesse il blog). Se smettiamo di annunciare che l'uomo è ferito dal peccato originale e ha bisogno di redenzione non abbiamo più niente da annunciare. La nostra fede non assomiglia a niente altro, perché noi siamo certi del fatto che Dio è morto in croce a causa del nostro peccato, e se togliamo il sacrificio di Cristo, le altre sono solo pie intenzioni. L'uomo senza redenzione non può fare nulla. A che serve il dialogo interreligioso? Serve a dire che se un islamico o un buddhista hanno bisogno di qualcosa noi ci siamo, senza mettere in mezzo discorsi di fede dobbiamo essere pronti a cedere il mantello o il pranzo. Che con la grazia di Cristo proveremo ad amare tutti gli uomini senza distinzioni preconcette, e a provvedere se serve al loro bisogno corporale prima di far loro la predica. Ma non che smetteremo di credere che Dio è uno solo, e non che smetteremo di dirlo.

TRANQUILLO, TE LO DICIAMO NOI CATTOLICI COME STANNO LE COSE
Allora, sono come minimo inutili le proposte che il Pontificio Consiglio fa per la festa di Vesakh: "studiare le cause della violenza (te la diciamo noi la causa: il peccato originale); insegnare ai nostri rispettivi seguaci come combattere il male nei loro cuori (preghiera a Dio e digiuno); liberare dal male sia le vittime sia coloro che commettono la violenza; formare i cuori e le menti di tutti, specialmente dei bambini, ad amare e vivere in pace con tutti e con l'ambiente (io farei una netta distinzione tra i due piani, e l'ambiente viene dopo); insegnare che non c'è pace senza giustizia, né vi è vera giustizia senza perdono (non c'è pace né giustizia senza Cristo); invitare tutti a collaborare alla prevenzione dei conflitti nella ricostruzione delle società frantumate; incoraggiare i mezzi di comunicazione sociale ad evitare e combattere il discorso dell'odio, e i rapporti di parte e provocatori; incoraggiare le riforme dell'educazione per prevenire la distorsione e la cattiva interpretazione della storia e dei testi scritturistici; e pregare per la pace nel mondo percorrendo insieme la via della non violenza (che bello, la preghiera è nominata!)". Sono solo pie intenzioni, che possono realizzarsi solo se l'uomo incontra Dio, si converte, fa un'esperienza vera e reale e concreta dell'amore di Dio. E le vie per farla sono la preghiera, i sacramenti, la Parola di Dio, l'ascesi. Tutto il resto è lavoretto dell'asilo, tutto il resto è suonare "Imagine" col piffero, togliendo riferimenti a Cristo nella poesia di Natale per non offendere nessuno (che ti festeggi il Natale, se non la nascita di Gesù Cristo? Trovati un'altra festa, tu che non ti vuoi scandalizzare, celebra il grande cocomero).

PROBLEMA DI RIGIDITÀ? A ME PARE IL PROBLEMA SIA LA LIQUIDITÀ
Io credo che chi dice che la Chiesa oggi ha il problema della rigidità non conosca la realtà occidentale, non quella di oggi almeno (io non conosco le altre realtà, ma di rigidità non ne vedo molta in giro). La Chiesa oggi non ha il problema della rigidità, ma della liquidità. Se mi proponi una vita uguale a quella di tutti, solo un po' più presentabile, io mi diverto di più a fare la mia vita come mi pare. Se tu proponi ai giovani lo spettacolino, lo svago, la proposta culturale solo leggermente ripulita, senza parolacce, io, giovane, me ne vado da un'altra parte, dove trovo sapori più forti. Non servono proposte poco attraenti per giovani uomini e donne che vogliono l'assoluto, vogliono qualcosa di grande per cui spendere la vita, odiano istintivamente la mediocrità, vogliono identità chiare e appassionanti, proposte esigenti, radicali. Non ne ho vista traccia nel documento preparatorio al sinodo, dove la preoccupazione più grande è quella di capire il linguaggio dei giovani. Dobbiamo essere originali, se abbiamo incontrato la Vita, non abbiamo bisogno di imitare il linguaggio del mondo per essere simpatici: la simpatia i ggiovani la trovano ovunque sui social. Parliamo ai ragazzi di morte. Di vita eterna. Della possibilità di risorgere.

Nota di BastaBugie: potrebbe interessare la sottostante conferenza del 21 aprile 2017di Padre François Dermine dal titolo "Budda in fila indiana" in cui il conduttore di una nota trasmissione su Radio Maria spiega che le tecniche di meditazione orientali sono pericolose.


https://www.youtube.com/watch?v=f_wwWewF6Yw

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 27/04/2017

3 - FIEF, IL CLASSICO GIOCO AMBIENTATO NEL MEDIOEVO
L'importanza dei giochi da tavolo per capire lo spirito che animava quel periodo: feudi, battaglie, matrimoni per stringere alleanze, carriera civile ed ecclesiastica, costruzioni di cattedrali
Autore: Giano Colli - Fonte: Redazione di BastaBugie, 9 maggio 2017

Tempo fa abbiamo parlato di Tabor, un gioco da tavolo che ha avuto molto successo tra i nostri lettori. Molti ci hanno scritto per avere altri consigli per passare bei momenti in famiglia o con gli amici, senza dimenticare l'aspetto educativo del gioco.
Ebbene, con questo articolo, vogliamo suggerire tre giochi veramente eccezionali che, oltre ad essere divertenti, sono senz'altro molto istruttivi.
Questi tre giochi hanno differenti complessità per cui, per la nostra esperienza, li consigliamo a seconda dell'età ed, ovviamente, secondo il vostro gusto e bravura:
1) Fief è per ragazzi delle superiori ed adulti, i quali lo troveranno davvero eccezionale per ambientazione storica e strategia;
2) Cathedrales è per ragazzi delle medie (oltre che per adulti), il regolamento si impara abbastanza facilmente;
3) Tabor è il più semplice di tutti per cui può essere giocato anche da bambini delle elementari, ma anche più grandi ed ovviamente possono giocare anche gli adulti.
Vediamo le caratteristiche e le potenzialità di ciascuno.

1) FIEF
Fief vuol dire Feudo ed è un gioco ambientato nella Francia durante il Medioevo. Il tabellone rappresenta dei villaggi collegati da strade facenti parte di feudi e di vescovati. Ogni giocatore rappresenta una nobile famiglia il cui scopo è l'acquisizione di cariche feudali ed ecclesiastiche per i suoi membri: in Fief è possibile diventare re, principi ereditari, regine e papa. È possibile vincere come giocatori singoli o in alleanze stipulate grazie al matrimonio tra i personaggi di due giocatori.
Ogni giocatore dispone di lord e lady i quali partiranno senza alcuno titolo. La mappa è caratterizzata dalla divisione in feudi: baronie, ducati e contee. Inoltre la mappa è divisa in vescovati: villaggi di feudi diversi compongono un vescovato. Durante il gioco è possibile ottenere titoli feudali e clericali. Le cariche feudali si ottengono conquistando tutti i villaggi facenti parte di un feudo ancora non assegnato oppure conquistando la capitale di un feudo avversario. È anche possibile ottenerlo per linea dinastica alla morte di un consorte blasonato e di tutta la sua famiglia o per concessione reale. È possibile ottenere la carica di vescovo per elezione per i maschi che non siano sposati. Un vescovo può diventare cardinale durante il gioco. I cardinali eleggono poi il Papa che, con la relativa espansione, può organizzare la crociata in Terra Santa allo scopo di liberare il Santo Sepolcro dai musulmani.
Molto importanti sono i mulini, che modellano l'evoluzione dell'economia. Un territorio in cui viene costruito un mulino garantisce introiti tripli di quelli guadagnati da quelli che ne sono sprovvisti. È facile intuire che i mulini diventano spesso l'oggetto del contendere delle inevitabili dispute territoriali.
Ogni carica feudale vale 1 punto vittoria (barone, duca, conte, re) così come anche la carica di Papa. Attraverso un matrimonio è possibile allearsi con un'altra famiglia. La partita finisce quando un giocatore ha 3 punti vittoria oppure quando due giocatori alleati con un matrimonio totalizzano 4 punti vittoria.
Una volta che il feudo risulta controllato, il relativo titolo nobiliare viene trasmesso per via ereditaria: se il possessore muore, subentra un altro membro della stessa famiglia, cioè un altro personaggio dello stesso giocatore.
Fief è un gioco incentrato sulla diplomazia. È inoltre possibile ordire omicidi, uccidere eredi, ricattare, prendere prigionieri, emettere una taglia sulla testa del Re o addirittura sul Papa. Insomma (quasi) tutto è permesso (con le ovvie conseguenze: ad esempio chi ha commesso un assassinio probabilmente verrà poi giustiziato).
Ogni giocatore ha a disposizione 3 tasselli ambasciata per poter scambiare con altri: carte, soldi, voti alle elezioni.
I matrimoni, su cui si basano le alleanze finiscono, ovviamente, alla morte di uno dei due coniugi. Se muore il re, gli succede il principe ereditario. Il matrimonio può finire anche se uno dei due chiede l'annullamento al Papa e questi glielo concede. Ovviamente se il matrimonio è stato consumato e i due hanno un figlio, nemmeno il Papa può annullare tale matrimonio. Oltre ad annullare il matrimonio, il Papa può anche scomunicare gli altri giocatori.
Il re ha potere di voto per altre cariche e guadagna qualche altro privilegio a lui riservato, tra cui quello di fare dono dei Feudi ancora non assegnati. Se il re è sposato, la sua consorte diventa immediatamente regina, guadagnando anch'essa una serie di benefici. Se re e regina hanno un figlio, questi è il principe, cioé l'erede al trono che diventa automaticamente re alla morte del padre.
Il re può imporre tributi in qualunque territorio, mentre gli altri titoli (baroni, conti, marchesi) lo possono fare solo nel loro territorio di competenza. I tributi possono causare rivolte dalle conseguenze disastrose. In tal caso il vescovo del luogo, se vuole, può tentare di arginare i rivoltosi, ma questi possono anche ucciderlo.
Interessante il personaggio di Giovanna D'Arco, la pulzella d'Orleans, che ha dei bonus negli spostamenti e in battaglia, ma non può sposarsi (pulzella, vuol dire appunto vergine).
La meccanica del gioco è un po' complessa perché ci sono molte cose da tenere a mente, ma dopo le prime partite il gioco scorre bene perché le regole sono molto rispondenti alla realtà per cui è facile capire il meccanismo. La grafica e i materiali sono decisamente ben fatti e gradevoli. Inoltre ci sono delle comodissime tabelle riassuntive per ciascun giocatore in modo che ognuno abbia chiaro in ogni momento le regole fondamentali.
Fief nel suo genere è uno dei migliori giochi da tavolo con ambientazione medievale, per capire lo spirito che animava quel periodo storico.

Per ordinare Fief (versione italiana), clicca qui sotto:
http://www.giochix.it/scheda.php?item=3700&lingua=1
Per vedere un video dimostrativo del gioco, clicca qui sotto (il video è in inglese, ma il gioco, con le relative istruzioni allegate, ordinabile al link precedente, è in italiano):
https://www.youtube.com/watch?v=5M7U6oypfng

2) CATHEDRALES
Cathedrales è un gioco da tavolo inventato da Antonino Calogero ed ambientato nell'Europa medievale. Ogni giocatore è un architetto costruttore di cattedrali che dovrà muoversi velocemente per l'Europa per trovare nuove chiese da costruire, procurandosi operai, attrezzi e materiali. Il vincitore sarà l'architetto che riuscirà a costruire più cattedrali.
Nel gioco si incrociano la capacità di muoversi sul tabellone e l'abilità commerciale del giocatore.
Infatti egli deve saper comprare le risorse necessarie nel modo e nel momento migliore. Deve scegliere itinerari e mezzi di trasporto, cercando di sfuggire alla peste e di muoversi velocemente. E poi bisogna ottenere informazioni riservate.
Un gioco da tavolo con una forte interazione tra i giocatori che possono contrattare tra di loro e costruire alleanze sfruttando il proprio intuito e la propria diplomazia. Un gioco in cui c'è da correre e lottare sino alla fine.
Cathedrales è di fatto un viaggio alla scoperta delle splendide cattedrali medievali che costituiscono ancora oggi uno straordinario patrimonio artistico, culturale e religioso dell'Europa. Frutto della fede cristiana dei sui popoli, della genialità artistica di alcuni e della fatica generosa di tanti. Molto belle le carte con l'immagine delle cattedrali vere. Un modo semplice di imparare.
Il titolo del gioco Cathedrales è in latino poiché nel medioevo la lingua internazionale nell'Europa occidentale era il latino.

Per ordinare Cathedrales scrivi a: antonino.calogero@teletu.it
oppure clicca qui sotto (il gioco e le istruzioni sono in italiano):
http://www.giochidatavolo.info/acquistare.html

3) TABOR
Il gioco è articolato secondo il classico schema del Gioco da tavolo. Ogni giocatore fa avanzare il suo contrassegno sulle caselle del percorso in base al numero uscito sul dado che ognuno lancia a turno. Le caselle riservano molte sorprese che rendono il gioco avvincente: dall'indovinare a quale episodio del Vangelo si ispiri il disegno della casella raggiunta, a pagare una penale se si incappa nel "pozzo delle tentazioni", ad avanzare (o arretrare) a seconda delle indicazioni della casella in cui si arriva. Vince chi arrivando al traguardo riuscirà a comporre la parola Tabor.
La confezione contiene un libretto con le regole e con le spiegazioni degli episodi illustrati nelle caselle, 100 carte con domande quiz 56 carte che riprendono i disegni delle caselle con nel retro la spiegazione dell'episodio del vangelo cui si riferiscono e le informazioni per procedere nel percorso. Completano il gioco un dado e sei segnaposti, possono giocare fino a sei concorrenti. Un gioco divertente e educativo che aiuta a ricordare e memorizzare tutti i principali episodi del Vangelo.

Per ordinare Tabor, clicca qui sotto (il gioco e le istruzioni sono in italiano):
http://www.mimep.it/catalogo/bambini-e-ragazzi/tabor/

Per vedere un video dimostrativo del gioco, clicca qui sotto:


https://www.youtube.com/watch?v=F1kSuYBhLuk

Fonte: Redazione di BastaBugie, 9 maggio 2017

4 - MACRON, LA COMPLETA VITTORIA DEI POTERI FORTI
Le elezioni francesi sono l'ennesima riprova che non si può cambiare il corso della storia rivoluzionaria con gli strumenti della rivoluzione stessa, ovvero all'interno del sistema democratico e dei partiti
Autore: Massimo Viglione - Fonte: Il Ponte Levatoio, 08/05/2017

Il risultato delle elezioni presidenziali francesi induce ad amare e ferme considerazioni.
È una vittoria completa dei "poteri forti", della finanza internazionale, mondialista, sinarchica, immigrazionista ed europeista. La vittoria consiste soprattutto nel fatto che hanno generato - novelli Frankenstein - dal nulla una sorta di "homunculus", perfettamente registrato all'uopo, esteticamente, emotivamente, psicologicamente e comportamentalmente impeccabile, e che questa "creatura" ha vinto come un treno in corsa.
Macron è un'epifania rivoluzionaria.
Naturalmente, ha potuto ottenere il suo risultato solo grazie all'immancabile appoggio dei "moderati", ovvero dei traditori geneticamente programmati della civiltà cristiana e occidentale. Fa impressione il fatto che la sera stessa della sconfitta al primo turno Fillon abbia dato indicazione di votare Macron: tutto era già programmato. Macron stesso, in fondo, è stato tirato fuori dal cilindro proprio perché era chiaro che Fillon non era in grado di creare quella muraglia di resistenza necessaria a "salvare" la Francia dalla "catastrofe" lepenista.
Macron è di "centro": che vuol dire tutto e non vuol dire niente. Presentandolo come candidato di centro, lo si è reso votabile dai conservatori fino ai comunisti, con la giustificazione dell'antilepenismo, appunto. Ed è quello che è avvenuto.

PANEM ET CIRCENSES
La verità banalissima e crudele è che gli europei, avendo ancora la pasta e il pane a tavola, e pure la carne, e pure la macchina, e parecchi ancora pure la casa prima e seconda, e i biglietti per le vacanze, preferiscono non pensare, non capire, non rischiare. Preferiscono far finta che tutto sia ancora come nei decenni del dopoguerra. Compresi coloro che sanno come stanno le cose, che le denunciano pure. Ma, al dunque, diventano restii ad operare in maniera profonda per fermare la catastrofe della nostra società e civiltà. Dinanzi alla pancia ancora piena e alla vita ancora relativamente "tranquilla" (tanto, i disoccupati, le donne violentate o gli uomini assassinati dagli immigrati, le vittime del terrorismo, i bambini rieducati al gender, sono sempre "gli altri"), il loro coraggio si annebbia: meglio non apparire "sgraditi" al sistema e mantenere quelle piccole "abbondanze" che ancora abbiamo. Finché durano.
Non stiamo dicendo che Marine Le Pen era il rimedio a tutti i suddetti mali. Anzi, Marine Le Pen, per molti di questi mali, a partire da quelli gravissimi di ordine morale (omosessualismo, genderismo, eutanasismo, abortismo, ecc.), non era affatto un rimedio, ma un'altra tragedia. D'altro canto, per l'aspetto invece dell'antieuropeismo, della guerra all'euro e all'immigrazionismo, di un rinnovato sovranismo, si presentava invece come un possibile (il carattere ipotetico rimane obbligatorio, visto anche il cambiamento repentino di un Trump) ostacolo alla corsa dissolutoria dei poteri forti sinarchici e mondialisti. Comunque, era un simbolo da abbattere.
E la Le Pen è stata duramente sconfitta. Le chiacchiere riduzionistiche stanno a zero. Riprova cogente è che ha già detto che vuole cambiare nome al partito: un modo per scaricare la colpa del fallimento sul padre. Cambierà anche il cognome e il proprio viso, visto che gli somiglia particolarmente?

CAMBIARE IL SISTEMA DALL'INTERNO? IMPOSSIBILE
Il problema non si risolve cambiando il nome dei partiti, il che presuppone poi, inevitabilmente, un progressivo cedimento di valori, fino a divenire pienamente accettati da quel sistema dei poteri forti che si voleva un tempo combattere (lo abbiamo già visto molte volte in Italia). Il problema è più profondo e risiede nel fatto che - dobbiamo ammetterlo con amarezza ma con chiarezza - oggi pensare di cambiare il corso della storia rivoluzionaria con gli strumenti usuali della Rivoluzione (ovvero all'interno del sistema democratico, a partire dai partiti) è impossibile e questo per tre ragioni inconfutabili:
1) già è difficilissimo creare un partito anti-sistema;
2) ancor più difficile è farlo decollare a livello nazionale, e comunque, ammesso che ci si riesca, questo richiede decenni (lo stesso Front National ha ormai quarant'anni);
3) ammesso anche che ci si riesca seriamente e abbastanza velocemente... arriva Macron.
E se non arriva Macron, arriva la magistratura. E se non arriva la magistratura, arriva qualcos'altro. Lo stesso inopinabile cambiamento di colui che in teoria è l'uomo più potente del mondo (e nella fattispecie odierna pure uno dei più ricchi in assoluto già per conto suo) sta a dimostrarlo chiaramente. Non mi meraviglierei se, piano piano, col tempo, si annacquasse pure la Brexit...

CHE FARE?
Disperazione assoluta? Resa incondizionata? Chi scrive non ha la soluzione, ma cerca solo ora di gettare un po' di lucidità per tenere ferma la speranza.
Il cattolico legato alla tradizione sa bene che per ogni evento della vita, specie per quelli più importanti e di natura sociale, vi sono sempre due vie di interpretazione e di operazione: la via sovrannaturale e quella naturale.
La via sovrannaturale non dipende da noi, se non in maniera indiretta: occorre pregare e fare tutto quanto possibile perché Dio intervenga al più presto e soccorra i suoi figli e la Chiesa (e l'Europa e l'Italia) dal trionfo delle forze della dissoluzione rivoluzionaria. Su questo piano, oggi, c'è molta aspettativa in chiave di profezie celesti (alcune - rarissime - vere, altre dubbie, la gran parte del tutto fantasiose): stiamo vivendo proprio il centenario delle apparizioni di Fatima in questi giorni. Possiamo solo pregare e aspettare, nella speranza che la promessa del 13 luglio 1917 divenga al più presto realtà.
Per quel che concerne la via naturale, credo che sarebbe giunta l'ora di smettere di sognare impossibili riscosse partitiche nel sistema democratico rivoluzionario in cui viviamo (è come rubare a casa dei ladri, o appiccare l'incendio a casa di Satanasso), il che però non esclude affatto, anzi, tutt'altro, l'impegno politico e culturale quotidiano e costante da parte di coloro che vogliono combattere la Rivoluzione gnostica, liberale, ugualitarista e mondialista. Questo impegno deve invece accrescersi, in quanto con la vittoria di Macron i pericoli disastrosi del gender, dell'omosessualismo, dell'abortismo, dell'eutanasismo, ma anche dell'invasionismo immigrazionista, dello strapotere pauperistico della finanza socialista, andranno ad accrescersi oltremisura. Insomma, ora saremo sempre più in mano ai Frankenstein dei nostri giorni, che ci vogliono far divenire sempre più bestie da soma sotto il loro controllo, distruggendo ogni nostro valore religioso, morale, etnico, culturale, civile, artistico, ecc. Vogliono "rivoluzionarci" antropologicamente". L'incubo ora è totale, non più pensabile, ma reale.

AGIRE IN UNIONE DI FORZE
Per questo occorre agire, più che mai. Ma occorre farlo in maniera molto ponderata e realistica, con chiara cognizione dei mezzi e dei fini e, ovviamente, in unione di forze. In questo senso, dinanzi alla catastrofe, sarebbe ora - lo ripetiamo per l'ennesima volta - che fossimo tutti capaci di superare le cause di divisione personale, ovvero l'aspetto meno grave (e quindi più colpevole) del nostro essere un'armata Brancaleone. Le divisioni ideologiche (e teologiche) e politiche non sono facilmente superabili: anzi, temo che col tempo si acuiranno sempre più, in quanto, specie a causa della devastante e sempre più radicale crisi della Chiesa, stiamo ogni giorno diventando di fatto due chiese differenti (ed è inutile, anzi, dannoso, nascondercelo: meglio dircelo...). Ma quelle di natura squisitamente personale possono essere superate con la carità e l'umiltà, almeno a livello funzionale per la battaglia comune. E in questo vi è più che mai necessità dell'appoggio materiale e concreto delle migliaia di cattolici, legati alla tradizione e al Bene, che si stanno svegliando ogni giorno di più: ricordiamoci sempre che più il demonio si mostra, più la sua bruttezza appare, più la gente ingenua comincia a capire. E a reagire.
La sconfitta di Marine Le Pen ci sia di insegnamento. La vittoria di Macron ci sia di sprone alla battaglia e all'unità. Per ottenere questa unità, è necessario averne lo spirito nell'anima e la disponibilità nella volontà: disponibilità a vincere la propria pigrizia o diffidenza e ad appoggiare chi ha la visione lucida delle cose e si impegna; disponibilità a incontrarsi; disponibilità ad aiutare le giuste e buone iniziative; disponibilità a creare struttura di buona battaglia comune.
Non è questa l'ora della disperazione. E nemmeno delle chiacchiere senza fatti. È l'ora dei guerrieri.

DOSSIER "LA FRANCIA DI MACRON"
Eletto presidente con il 15% dei voti

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Fonte: Il Ponte Levatoio, 08/05/2017

5 - GENITORI E SUOCERI ROVINANO IL MATRIMONIO (2° PUNTATA)
Atteggiamenti con probabili conseguenze disastrose per la famiglia: sfogarsi con la mamma delle mancanze del coniuge, abitare vicini ai genitori, usare ordinariamente i nonni come baby sitter, dare la chiave della propria casa ai genitori
Autore: Elsa Belotti - Fonte: Famiglia Insieme, 06/05/2001

Esiste un atteggiamento che può rovinare il matrimonio: i figli non lasciano stare i genitori, allora sono i genitori che devono allontanarli.
Si dice: "Oggi non posso proprio tenerti il bambino, devo andare via col papà", a meno che non sia una necessità. È logico che questo è il caso generale, se c'è un problema particolare, una necessità particolare, si aiutano i figli, altrimenti bisogna proprio staccarli anche da noi. Perché ci sono anche i figli che sono troppo invadenti e si fanno sempre tenere i figli, anche quando non c'è necessità. In questo caso i genitori devono dire: "Guarda la figlia è tua, devi tenertela un po' tu. Io ho anche la mia vita col papà, la figlia non è mica mia, l'hai fatta tu, quindi tienitela tu con tuo marito.".
Ripeto se non ci sono casi particolari.

LE MANIPOLAZIONI NON SI ACCETTANO
Quando ci sono le manipolazioni da parte dei genitori o da parte dei figli, vale sempre lo stesso principio: le manipolazioni non si accettano. Oppure il bisogno di chiacchierare tutte le domeniche pomeriggio con la mamma: si chiacchiera col marito o con la moglie, non con la mamma. Oppure con un'amica, ma non con la mamma. Tanto meno ci si sfoga con la mamma delle mancanze del marito. Lì per lì ti ascolta senza fiatare, ma al momento opportuno te le ricorderà, magari quando già sei arrabbiata con lui. Così alimenterà la tua rabbia. Oppure il bisogno, io lo dico sempre ai fidanzati, nel momento in cui si preparano al matrimonio, di andare a fare le spese con la mamma; ma dovrai passare tutta la vita con quell'uomo, cosa c'entra la mamma?
Che poi ci sono le mamme che mettono il naso dappertutto, anche nella scelta della camera da letto e pagano apposta così vogliono sceglierla loro, come se ci dovessero dormir loro!
Una coppia mi diceva: "Abbiamo cambiato le bomboniere perché non piacevano a mia mamma." Ma voi siete matti! Ma chi è che si sta sposando? Allora dico ai fidanzati: "Voi scegliete tutto, pagate tutto, arredate la casa, quando l'avete già pronta, chiamate contemporaneamente i quattro genitori, così non fate delle differenze, e fate vedere la vostra casa pronta.
Se sentiamo ancora questi bisogni vuol dire che indossiamo ancora il vestito di figli, dipendenti da nostra madre e se indossiamo ancora quel vestito, come facciamo a mettere il vestito di padri, di madri e - ancora prima - di marito e di moglie?
Prima dobbiamo toglierci il vestito di figli, poi possiamo metterci un vestito diverso, sennò stiamo con tre vestiti uno sopra l'altro e certamente non stiamo troppo bene.

TEST PER LA MATURITÀ DI COPPIA
Ammettiamo che mio marito dica un difetto della mia famiglia, della mia parentela. Se non è vero controbatto, però ricordiamoci che mio marito è molto più obiettivo di me sulla mia famiglia, così come io lo sono più di lui sulla sua. Per cui, quando l'altro dice qualcosa sulla nostra famiglia, ascoltiamolo con attenzione perché ci azzecca sempre.
Ma io come la prendo? Se la prendo serenamente dico: "Hai ragione, mia madre è proprio fatta così, la mia famiglia ha proprio questo difetto." Questa è maturità. Se invece mi dà fastidio sentir dire quella cosa lì, mi incavolo con mio marito perché osa toccare la mia famiglia e comincia il ping-pong: "...e allora nella tua famiglia, tua mamma, tua sorella ecc.", in quel momento cosa sta succedendo? Stiamo dando il potere alle nostre famiglie di origine di allontanarci, di separarci. Se vogliamo litigare, litighiamo su cose nostre, non sulle nostre famiglie che non c'entrano più.
Oppure comincio a giustificare: "Tu non conosci mia mamma, io so che mia mamma fa così perché...". La giustifico, ho su ancora il vestito di figlia, non abbiamo ancora lasciato il padre e la madre.

SECONDO TEST
Ammettiamo che andiamo a trovare i genitori e la mamma per esempio dica - perché i papà di solito stanno zitti: "Mi ha detto tuo marito che farete questa cosa qua". "Se te l'ha detto mio marito vale anche per me". Se poi non sono d'accordo dopo, a casa, litigo con mio marito perché ha detto una cosa sulla quale io non ero d'accordo ma davanti agli altri che mi chiedono conferma devo dire: "Sicuramente è così".
Se poi una coppia è unita questa cosa non succederà mai perché nessuno dei due si permetterà mai di dire qualcosa ad un altro, senza prima averla concordata con il coniuge. Per cui l'unico consiglio che dò sempre ai fidanzati è che vadano ad abitare lontano da tutti e se sono vicini, e questo è causa di litigi, immediatamente traslocare perché tante coppie si separano, hanno difficoltà quando sono vicine ai genitori; meglio andar lontano. E dico anche sempre ai fidanzati: "Se abitate vicino ai genitori, la sera delle nozze la porta si chiude a chiave, la mamma suonerà come qualsiasi altra persona.". Se la mamma dice: "Ma ieri sera ho suonato, come mai non mi avete aperto?". Risposta, sempre gentile: "Stavamo facendo cose nostre, noi non abbiamo sentito" anche se abbiamo sentito.

LA CHIAVE DELLA PORTA NON SI DÀ AI GENITORI
Anche se si offendono non si dà, si dice: "Io e mio marito riteniamo opportuno non darvi la chiave del nostro appartamento, se poi voi vi offendete, questo è un problema vostro". E date anche le spiegazioni ai genitori, perché i genitori dicono: "Ma se succede qualcosa, se piove ti tiro giù le tapparelle, ti ritiro il bucato" "Mi arrangerò".
Poi una coppia dice: "Ma se si rompe il tubo dell'acqua?" E che diamine! Si rompe il tubo dell'acqua tutti i giorni? Se si rompe il tubo dell'acqua chiamerai i vigili, anche se hai la chiave per entrare, cosa fai? Per il bucato mi arrangerò, laverò una volta di più se piove. Così si dà la spiegazione ai genitori.
Perché essere adulti significa fare il cavolo che vogliamo ma a nostre spese; se non siamo pronti per questo, non siamo pronti neanche per il matrimonio.

Nota di BastaBugie: per leggere la prima puntata dell'articolo cliccare sul link seguente

GENITORI E SUOCERI POSSONO ROVINARE IL MATRIMONIO
Alcuni consigli per salvarsi prima che sia troppo tardi: non idolatrare i genitori, abbandonare i sensi di colpa, telefonate brevissime, andare raramente a mangiare dai genitori e, finalmente... mandare al diavolo la mamma
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4650

Fonte: Famiglia Insieme, 06/05/2001

6 - BRUNO CORNACCHIOLA, IL PROTESTANTE CHE VOLEVA UCCIDERE IL PAPA, MA A ROMA...
Sulla Collina delle Tre Fontane gli appare la Vergine Maria che cambia la sua vita per sempre (VIDEO: Bruno Cornacchiola)
Autore: Matteo Carletti - Fonte: Libertà e Persona, 12/04/2017

È uscito nel febbraio 2016 ed è stato subito un successo, ristampato dopo neanche quattro settimane dalla pubblicazione. È il libro di Saverio Gaeta, che racconta per la prima volta l'incredibile e controversa apparizione della Beata Vergine a Bruno Cornacchiola in via Laurentina, sulla Collina delle Tre Fontane. Non entrerò nel merito dei segreti affidati dalla Madonna al Veggente, che lascio alla vostra (più o meno devota) curiosità. Quello che trovo particolarmente degno di riflessione è invece la vita di Cornacchiola ed il fatto che la Vergine sembra essersi rivolta a lui per annunciare uno delle più grandi aggressioni alla Chiesa di Cristo di tutti i tempi.

BRUNO CORNACCHIOLA
Bruno nasce e cresce povero, tra violenza domestica, furti e galera. Da giovane, però, si avvicina alle comunità evangeliche (durante la seconda Guerra Mondiale, a Saragozza, incontrò Otto, un soldato tedesco protestante che lo introdusse al luteranesimo). Dei colloqui con Otto Cornacchiola scriveva: "Noi protestanti siamo contrari alle affermazione della Chiesa cattolica, incominciando dalla confessione, che è invenzione dei preti per fare la spia, e poi siamo contro la Messa, l'Eucarestia, l'Immacolata...". Il Cornacchiola si convinse talmente tanto che il male del Cristianesimo s'incarnasse nella Chiesa cattolica romana e nel Pontefice che giorni dopo l'incontro con Otto acquistò un coltello sulla cui lama incise la scritta "A morte il Papa", giurando di ucciderlo se ne avesse avuto la possibilità. Entrato nella chiesa avventista del settimo giorno e nominato, grazie al suo temperamento e alla sua personalità energica, direttore della Gioventù missionaria avventista del Lazio, inizio la sua personale guerra contro la Chiesa cattolica, combattuta ogni giorno fuori dalle chiese lanciando strali contro i dogmi cattolici e incitando i suoi tre figli a sputare contro i preti che incontravano per strada.
Poi avvenne l'inusitato. Furono proprio i suoi figli a vedere la Madonna che appariva in una delle grotte alle Tre Fontane. Essi s'inginocchiarono tutte e tre con le mani giunte ripetendo in estasi: "Bella Signora, Bella Signora...". Il Cornacchiola pensò subito ad uno scherzo e s'infuriò. Ma la cosa che proprio non poteva sopportare è che i loro figli stavano imitando la preghiera cattolica (in ginocchio e a mani giunte), laddove gli avventisti pregano in piedi e senza unire le mani. Anni dopo, il 3 ottobre 1986, il veggente renderà note le parole della Vergine durante la conversazione con alcuni devoti, in cui c'è un riferimento diretto al protestantesimo: "La Vergine Madre [...] mi indicò la via della salvezza [...] che è il mondo con le sue false ideologie. E io lasciai la menzogna: il protestantesimo".

LA PROTESTANTIZZAZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA
Che il protestantesimo non sia proprio la verità per i cattolici non è certo una novità. San Pio X nella Pascendi infatti così si esprimeva: "Il protestantesimo o religione riformata [...] è la somma di tutte le eresie che furono prima di esso, che sono state dopo e che potranno nascere ancora a fare strage delle anime". Recentemente anche il Prefetto della Dottrina della Fede, Gerhard Müller, ha ricordato come si debba far attenzione affinché la Chiesa non si abbandoni ad una certa "deriva protestante". Singolare è proprio la scelta da parte della Madre di Dio di un veggente che, nel secolo a più alto rischio di deriva cattolica verso il protestantesimo, ne aveva abbracciato quasi fanaticamente la dottrina.
Come è singolare notare che molti elementi un tempo associati all'eresia luterana, oggi siano entrati di fatto nel culto cattolico. Lo stesso Ratzinger anni fa mise in guardia da tale deriva: "Chi oggi parla di "protestantizzazione" della Chiesa cattolica, - sosteneva - intende in genere con questa espressione un mutamento nella concezione di fondo della Chiesa, un'altra visione del rapporto fra Chiesa e vangelo. Il pericolo di una tale trasformazione sussiste realmente; non è solo uno spauracchio agitato in qualche ambiente integrista". Ma è ancora più singolare come qualche giorno fa il Predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa, in occasione della solenne celebrazione per il Venerdì Santo, abbia pronunciato affermazioni che non pochi hanno qualificato come azzardate. Per Cantalamessa "la giustizia di Dio è l'atto mediante il quale Dio rende giusti, a lui graditi, quelli che credono nel Figlio suo. Non è un farsi giustizia, ma un fare giusti. Lutero ha avuto il merito di riportare alla luce questa verità, dopo che per secoli, almeno nella predicazione cristiana, se ne era smarrito il senso. E' di questo soprattutto che la cristianità è debitrice alla Riforma". Eppure la dottrina luterana della Giustificazione è stata già condannata in quanto eterodossa. Per Lutero Dio non distrugge i peccati dell'uomo, ma gli imputerebbe la sua giustizia.

CONTEMPORANEAMENTE GIUSTO E PECCATORE?
Come ricorda don Alfredo Morselli per Lutero "il predestinato si ritrova ad essere simul iustus et peccator, nello stesso tempo giusto e peccatore", mentre la Dottrina cattolica tridentina afferma che "mediante la libera accettazione della grazia, l'uomo da ingiusto diventa giusto, da nemico amico, ed erede secondo la speranza della vita eterna". Prosegue don Morselli: "ogni qual volta chiediamo perdono a Cristo Nostro Salvatore, Egli distrugge radicalmente i nostri peccati, bruciandoli nel fuoco della fornace ardente della carità del suo Cuore". Va detto che padre Cantalamessa non è nuovo a queste posizioni. Nel dicembre scorso, auspicando un riavvicinamento fra cattolici e protestanti, indicò come ostacolo fra le due confessioni la nostra "sconsiderata" devozione alla Vergine. [leggi: PADRE RANIERO CANTALAMESSA DEFINISCE LA DEVOZIONE A MARIA ESAGERATA E SCONSIDERATA, clicca qui, N.d.BB]
Per Cantalamessa la via della riconciliazione passa "per un sincero riconoscimento da parte di noi cattolici del fatto che spesso, specialmente negli ultimi secoli, abbiamo contribuito a rendere Maria inaccettabile ai fratelli protestanti, onorandola in modo talvolta esagerato e sconsiderato e soprattutto non collocando tale devozione dentro un quadro biblico ben chiaro che ne facesse vedere il ruolo subordinato rispetto alla Parola di Dio, allo Spirito Santo e a Gesù stesso". [...]

Nota di BastaBugie: nel seguente video viene riassunta la vicenda delle apparizioni a Bruno Cornacchiola in due minuti e mezzo


https://www.youtube.com/watch?v=YumETIy6ckM

Fonte: Libertà e Persona, 12/04/2017

7 - PER L'EUTANASIA DI DJ FABO ARCHIVIATA L'AUTODENUNCIA DI CAPPATO
I giudici inventano il ''diritto alla dignità di morire'', quando invece la dignità viene distrutta dal suicidio
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03/05/2017

L'esponente radicale Marco Cappato a fine febbraio accompagnò Fabiano Antoniani, conosciuto come Dj Fabo, presso la clinica svizzera Dignitas. Lì Dj Fabo prese tra i denti un pulsante che permise ad una sostanza di condurlo a morte rapida. Il 29 febbraio, giorno successivo al decesso del 39enne tetraplegico, Cappato si autodenunciò presso i carabinieri di Milano per aiuto al suicidio, certo che l'avrebbe fatta franca.
Ieri infatti puntale è arrivata l'archiviazione da parte dei pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini. L'archiviazione per diventare definitiva dovrà passare il vaglio del gip. Vediamo le motivazioni che hanno spinto i due pm a non incriminare Cappato per aiuto al suicidio ex art. 580 cp. I giudici innanzitutto si sono rifatti ad alcune pronunce della Corte europea dei diritti dell'uomo, della nostra Corte Costituzionale e dei giudici che si sono pronunciati sui casi Eluana e Welby.

UNA VITA INDEGNA (?)
La Siciliano e la Arduini hanno concluso che "non pare peregrino affermare che la giurisprudenza anche di rango costituzionale e sovranazionale ha inteso affiancare al diritto alla vita tout court il diritto alla dignità della vita inteso come sinonimo dell'umana dignità". Cosa sarebbe questo diritto alla dignità che permette il suicidio? "Le pratiche di suicidio assistito - scrivono i giudici - non costituiscono una violazione del diritto alla vita quando siano connesse a situazioni oggettivamente valutabili di malattia terminale o gravida di sofferenze o ritenuta intollerabile e/o indegna dal malato stesso". In buona sostanza un paziente terminale o che soffre o che è affetto da qualche patologia ritenuta dallo stesso "intollerabile" vivrebbe una vita indegna e il suo diritto alla dignità verrebbe leso. Per difendersi da simili danni alla propria dignità l'unica soluzione è morire. Ne consegue che, secondo i pm, Cappato, accompagnando Antoniani in auto sino in Svizzera, non ha fatto altro che aiutare un soggetto in condizioni di "non vita" ad esercitare un diritto.
Alcune critiche. Prima di tutto valutiamo il provvedimento per quello che dice, senza far riferimento al nostro ordinamento giuridico. Apprendiamo grazie al duo Siciliano e Arduini che da ieri è spuntato un nuovo diritto nel nostro ordinamento: il diritto alla dignità. Tale diritto semplicemente non esiste e non può, per mancanza di competenza, essere istituito dai magistrati. In secondo luogo i giudici affermano chiaramente che una vita mancante di alcune qualità o funzioni non val più la pena di essere vissuta. I pm a chiare lettere ci dicono che, contrariamente a quanto afferma la Costituzione, la persona non vale più per se stessa, che la sua dignità non dipende dalla salute, dall'aspettativa di vita, etc. bensì dalla valutazione che compie il paziente o il disabile sulla propria vita. La dignità non è più un fatto da riconoscersi, ma diventa un valore da attribuire. Diventa opinabile.

UNA CONTRADDIZIONE EVIDENTE
Non solo, ma i giudici affermano che, al di là dell'apprezzamento soggettivo compiuto dal malato, esistono dei parametri oggettivi per dire che alcune vite è meglio terminarle: la fase terminale e la sofferenza. Porte aperte quindi sia all'eutanasia volontaria sia a quella involontaria su persona non consenziente. Curioso poi il modo per tutelare l'inesistente diritto alla dignità: morire. Ma così anche il diritto alla dignità muore con il paziente stesso. Una contraddizione evidente. Senza poi contare che è il suicidio ad essere un atto contrario alla dignità della persona.
Mettiamo ora a confronto questo provvedimento con ciò che dice il nostro ordinamento giuridico. Molte sono le norme per affermare che la vita è un bene giuridico indisponibile, cioè che non esiste il diritto a togliersi la vita. Ma nel caso specifico del Dj Fabo non si può che richiamare l'art. 580 cp che punisce l'aiuto al suicidio: "Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni".
Dunque chi aiuta un'altra persona a darsi la morte va in galera perché la vita è bene indisponibile. E' semplice: Cappato deve finire in carcere. C'è scritto forse in questo articolo che se il suicidio è volto a tutelare l'immaginifico diritto alla dignità l'aiuto al suicidio non è più reato? No. C'è forse scritto che se il suicidio è chiesto da paziente terminale o che soffre molto o che ritiene la propria esistenza non più degna di essere vissuta l'aiuto al suicidio non è più reato? No. Quindi i giudici, ancora una volta, non hanno applicato la legge: Cappato deve finire dietro le sbarre perché ha compiuto un reato. Bensì si sono inventati un nuovo diritto che appare essere una scriminante al reato di aiuto al suicidio: Cappato può tornarsene a casa perché ha aiutato Antoniani ad esercitare il diritto alla dignità.

L'ECCEZIONE COLTA AL VOLO
E che dire delle sentenze dei giudici sul fine vita? Forse che lì i due pm hanno trovato validi appigli? Ad oggi la giurisprudenza, mal interpretando l'art. 32 della Costituzione, permette solamente al paziente di rifiutare trattamenti terapeutici anche salvavita, ma non permette che un soggetto terzo aiuti un altro a morire. Puoi anche morire, ma non chiedere ad un altro che ti dia una mano, ci dicono i giudici.
Ma esiste l'eccezione e i pm Siciliano e Arduini l'hanno colta al volo: le pronunce dei giudici sui casi Eluana e Welby. Perfette per il caso di specie. Addirittura nel caso di Eluana si fece morire una persona non consenziente e vogliamo ora andare tanto per il sottile sul caso del Dj Fabo il quale chiese lui stesso, al pari di Welby, di poter morire? Ed anzi, rispetto a Welby fu lo stesso Antoniani a darsi la morte. E poi, mentre il Parlamento sta per partorire una bella legge sull'eutanasia vuoi proprio ora mettere il militante radicale in galera? Sarebbe una scelta di cattivo gusto giuridico.
Cappato insieme a Mina Welby è anche indagato dalla procura di Massa per aiuto al suicidio del 53enne Davide Trentini morto il 13 aprile sempre nella medesima clinica Dignitas. Secondo voi come andrà a finire?

Nota di BastaBugie: Riccardo Cascioli nell'articolo sottostante dal titolo "Cappato-Dj Fabo: cosa succede ad abbandonare i princìpi non negoziabili" spiega che la richiesta di archiviazione per Cappato riguardo al suicidio assistito di Dj Fabo dimostra la miopia di chi, anche fra i cattolici, snobba la battaglia per il diritto alla vita e per i princìpi non negoziabili in genere. Non si tratta di difendere valori cattolici, ma le fondamenta di una società che vuole avere un futuro. E dimostra in modo inequivocabile che l'obiettivo della legge sulle Dat è l'eutanasia.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 4 maggio 2017:
Dopo la puntuale analisi di Tommaso Scandroglio pubblicata ieri, vale ancora la pena ritornare sulla richiesta di archiviazione avanzata dai pubblici ministeri nei confronti del leader radicale Marco Cappato, responsabile del suicidio assistito di Fabiano Antoniani, in arte Dj Fabo. Il Giudice delle indagini preliminari (Gip) infatti, potrebbe ancora respingere questa richiesta: cosa non molto probabile ma certamente auspicabile.
Il fatto è che se si accetta l'introduzione nella giurisprudenza di principi quali il "diritto alla dignità" si compie un altro bel balzo verso la barbarie. Quello che infatti viene presentato sotto la veste positiva di un diritto individuale maggiormente rispettoso della dignità umana, nasconde in realtà la concezione per cui ci sono vite indegne di essere vissute, concetto che ci riporta direttamente al nazismo e ai suoi progenitori, ovvero le Società eugenetiche sviluppatesi nel mondo anglosassone e nord europeo a partire dall'inizio del '900.
La dignità citata dai pubblici ministeri (Pm) infatti fa esplicito riferimento alle condizioni di sofferenza dovute a malattie non necessariamente terminali: il malato o chi per lui, in prima istanza, è chiamato a decidere se quella vita sia degna o meno; in realtà sappiamo benissimo dall'esperienza di altri paesi che a decidere quando una vita sia degna è poi inevitabile che sia il potere.
È quello che succede quando si rinuncia a difendere i princìpi non negoziabili, in primis la vita. Chi afferma, anche tra i cattolici, che tutti i valori sono uguali e che non bisogna fissarsi sul diritto alla vita, se non ha ancora capito dopo la legge sull'aborto, quella sulla fecondazione assistita e l'ultima sulle unioni civili, dovrebbe almeno riflettere sulle motivazioni dei Pm che vogliono archiviare la posizione di Cappato. I princìpi non negoziabili non sono valori su cui una parte di cattolici sono ossessionati; sono invece il fondamento della società, di ogni società. Se si intaccano questi princìpi tutto l'edificio viene giù. Ed è quello che sta accadendo in Occidente.
Se il diritto alla vita non è assoluto, è giocoforza che a decidere della dignità della vita di ciascuno sia il potere, che abbia la forma dello Stato o meno. E infatti si allarga sempre più la fascia di popolazione che rientra tra le vite indegne: si è cominciato con i bambini appena concepiti, si è andati avanti con gli embrioni scartati nei procedimenti di fecondazione artificiale, ora si procede con l'eutanasia: prima con i malati terminali, poi si allargherà per comprendere tutta quella fascia improduttiva di popolazione che in una società sempre più vecchia e in crisi economica, diventa un fardello insostenibile.
A proposito di eutanasia, se si lasciano passare così le motivazioni dei Pm, avremmo una giustizia che è già andata molto più avanti della legge sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) attualmente in discussione in Parlamento. Si tratterebbe di un precedente cui potranno richiamarsi altri giudici per forzare, come da copione, la legge sulle Dat, qualsiasi sia il testo che verrà approvato.
Al riguardo si può notare che siamo di fronte alla solita battaglia dei radicali - quelli che qualche prelato incensa - che, quando è in discussione una legge che riguarda le loro campagne per i diritti (in)civili, alzano il tiro con qualche caso clamoroso. In questo caso ne ha fatto le spese Dj Fabo, ma il gioco di Cappato ha avuto ancora una volta successo. Potendo contare su magistrati fiancheggiatori, Cappato ottiene un pronunciamento giudiziario che con il suicidio assistito sdogana anche l'eutanasia.
La vicenda però dimostra anche qual è la vera ratio della legge sulle Dat: checché ne dicano i cattolici avveniristici, qualsiasi legge sulle Dat (anche fosse più restrittiva di quella attualmente in discussione) rappresenta una porta aperta sull'eutanasia. È solo questione di tempo. Cappato e i Pm di Milano hanno solo dato un'accelerazione.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 03/05/2017

8 - OMELIA V DOMENICA DI PASQUA - ANNO A (Gv 14,1-12)
Credete in me: io sono nel Padre e il Padre è in me
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia il 14 maggio 2017)

San Francesco, quando era alla ricerca della via da percorrere, quando voleva sapere cosa Dio voleva da lui, entrò nella chiesetta di San Damiano e pregò intensamente davanti ad un Crocifisso. Con tutto il suo cuore voleva sapere quella che era la volontà di Dio su di lui e, miracolosamente, Gesù parlò e disse: «Francesco, va', ripara la mia Casa, che, come vedi, va tutta in rovina» (FF 1334). San Francesco pensò che si trattasse della rovina materiale delle mura di quella chiesetta e, con tanta buona volontà, si mise a restaurarle. Poi si mise a restaurare altre due chiese, quella della Porziuncola e quella di San Pietro, nei pressi di Assisi. In seguito, san Francesco comprese che la missione a lui affidata da Dio era diversa, più profonda: era quella di restaurare la Chiesa di cui i cristiani sono le pietre vive. Allora egli non andò più in cerca di pietre materiali, ma si mise a predicare per città e villaggi, alternando periodi di ritiro negli eremi a periodi di intensa attività apostolica. In questo modo, san Francesco ricondusse molti a Cristo, risvegliando in altri il fervore che si era ormai spento. In poche parole, egli ridiede un volto cristiano a una società che si era allontanata dalla retta via.
Questo tema è messo in luce dalla seconda lettura di oggi. San Pietro lo afferma chiaramente: «Quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale» (1Pt 2,5). Gesù è la «pietra d'angolo» (1Pt 2,7), ovvero la pietra fondamentale per dare stabilità all'intera costruzione. Questa pietra era stata scartata dai costruttori ed ora è divenuta «sasso d'inciampo, pietra di scandalo» (1Pt 2,8) per tutti quelli che rifiutano il Vangelo. Per essere utilizzati nella costruzione di questo edificio, le pietre devono essere lavorate e ben squadrate. Questo lavoro è iniziato con il Battesimo, per mezzo di esso siamo divenuti pietre vive, e deve continuare durante tutta la nostra vita. Ogni giorno dobbiamo uniformarci a Gesù Cristo, dobbiamo assomigliargli sempre di più. Ogni pietra che non risponde a questi requisiti viene scartata: abbiamo tempo fino al termine della nostra vita.
Accogliendo la Parola di Dio e mettendola in pratica, noi siamo sempre più perfezionati e resi idonei ad essere utilizzati in questa costruzione. È necessaria la predicazione; per questo motivo, nella Chiesa primitiva, furono istituiti di Diaconi, i quali si impegnavano nel servizio della carità, dando così la possibilità agli Apostoli di dedicarsi interamente al servizio della Parola, ovvero alla predicazione, e alla preghiera. Furono scelti sette Diaconi. Gli Apostoli, vista la gran mole di lavoro che gravava sulle loro sole spalle, così dissero alla Comunità: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola» (At 6,1-7). Non è giusto che nella Chiesa vengano sacrificati gli aspetti della preghiera e della predicazione, che sono i più importanti, per una attività che rischia di diventare un "vuoto attivismo". Le parole che abbiamo ascoltate sono particolarmente valide ai nostri giorni, nei quali il valore della vita interiore non è molto compreso e, molto spesso, si apprezza solo l'attività sociale. Senza la preghiera, l'attività caritativa si trasforma in una promozione umana.
Nella Chiesa, la predicazione deve avere un obiettivo principale: quello di indicare al mondo Cristo che è l'unica via che conduce al Padre, è l'unica verità a cui aderire, ed è l'unica vita delle anime nostre. Gesù lo afferma chiaramente, dicendo ai suoi Apostoli: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14,6). Seguendo i suoi esempi non possiamo sbagliare strada, giungeremo al posto che Egli, il nostro Salvatore, è andato a prepararci, secondo quanto ci dice nel Vangelo: «Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi» (Gv 14,3). La morale cristiana consiste nel seguire le orme di Gesù, nell'imitarlo, nel comportarci come Lui si è comportato. Osservando la morale cristiana, insegnata infallibilmente dalla Chiesa, noi siamo certi di arrivare alla Vita eterna. Il Signore verrà a prenderci, secondo la sua promessa, e ci condurrà dove è la nostra dimora eterna.
Gesù, inoltre, è l'unica verità a cui credere. Non ci sono diverse verità, come se ciò fosse solo una cosa soggettiva. Gesù dice a ciascuno di noi e a tutti gli uomini del mondo: «credete in me: io sono nel Padre e il Padre è in me» (Gv 14,11). Per essere cristiani non basta comportarsi bene, bisogna pure credere a tutto quello che la Chiesa ci insegna nel suo Magistero.
In questo modo, osservando la morale evangelica e credendo ai dogmi di fede, noi realizzeremo le parole che Gesù disse agli Apostoli: «chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre» (Gv 14,12). Sembra incredibile, ma Gesù dice chiaramente che faremo opere più grandi di quelle da Lui compiute su questa terra. Ciò si spiega per il fatto che Gesù è andato al Padre, ovvero è stato glorificato, e agisce per mezzo dei cristiani con la potenza della sua divinità. Questo significa che, con l'Ascensione al cielo, Gesù non ha diminuito il potere di operare su questa terra, ma lo ha di molto aumentato.
Prima dell'Ascensione, quando era su questa terra, la sua azione era circoscritta ad un solo popolo, quello Ebraico; ora, per mezzo della Chiesa, Gesù raggiunge e abbraccia il mondo intero. Egli rende partecipe la Chiesa di quelli che sono i suoi poteri, continua ad operare miracoli e, soprattutto, continua a convertire i cuori, servendosi del servizio dei suoi ministri.
Quanto più saremo simili a Gesù, tanto più si realizzeranno le parole che abbiamo udito nel Vangelo: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9). Gesù è una sola cosa con il Padre, in quanto è il Figlio, della stessa sostanza del Padre, la seconda Persona della Santissima Trinità. Noi, creati ad immagine e somiglianza di Dio, rifletteremo la sua luce nella misura della nostra bontà. Un pellegrino che si era recato ad Ars per conoscere il parroco di quel paese che era san Giovanni Maria Vianney, dopo averlo incontrato, così esclamò: «Ho visto Dio in un uomo». Il Signore vuole che questo si possa dire anche di noi. Se saremo buoni di cuore, non mediocri ma santi cristiani, compiremo l'opera più bella ed importante: mostreremo Dio al mondo.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia il 14 maggio 2017)

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