BastaBugie n�536 del 13 dicembre 2017

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1 LA BUFALA DELLE INTERFERENZE RUSSE IN ITALIA... DIMENTICANDO QUELLE DI OBAMA
Facciamo invece un elenco completo delle fake news della sinistra e dei media
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
2 LA PORTAVOCE DELLE FEMEN PREMIATA A PARIGI
La sindacA ha consegnato il ''Gran Premio internazionale della Laicità'' ad Inna Shevchenko, protagonista di violenze, degradazioni, ingiurie, scandali, provocazioni immorali, blasfemie anticattoliche, ecc.
Autore: Enrico Maria Romano - Fonte: Libertà e Persona
3 TRUMP RIMETTE GESU' AL SUO POSTO
Si torna a celebrare il Natale alla Casa Bianca (inoltre Trump impone al Senato un taglio sulle tasse per 1500 miliardi e finalmente vengono davvero avvantaggiate le famiglie ''roccia su cui poggia la nazione'' tra l'altro favorendo chi fa home schooling)
Autore: Marco Respinti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
4 FEDELI ALLA VERA DOTTRINA, NON AI PASTORI CHE SBAGLIANO
Testo integrale della ''Promessa di fedeltà all'insegnamento autentico della Chiesa'' sottoscritta dai leader dei principali movimenti pro-vita e pro-famiglia di tutto il mondo
Fonte: Movimenti pro-vita e pro-famiglia
5 PERICOLO FASCISTA? INDIGNAZIONE A SENSO UNICO
Invece nessuno si indigna per il trattamento riservato alle Sentinelle in piedi che semplicemente manifestano in silenzio la loro contrarietà alle leggi contro la vita
Autore: Raffaella Frullone - Fonte: Blog di Costanza Miriano
6 LA STRAMPALATA RICORRENZA DELLA ''FESTA DELLA DONNA''
Donne per l'8 marzo fate sciopero: non abortite (e non lo fate nemmeno gli altri 364 giorni)
Autore: Silvana De Mari - Fonte: Blog di Silvana De Mari
7 EDITTO SOVIETICO DEL VESCOVO DI MODENA
Conferenze proibite a giornalisti e intellettuali fedeli alla dottrina della Chiesa, mentre sono offerti pulpiti delle chiese per Enzo Bianchi, Emma Bonino, Laura Boldrini
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
8 GLI ANGLICANI APRONO AL GENDER NELLE SCUOLE
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): le strutture turistiche amiche dei gay, l'Università di Siena apre lo sportello LGBT, film Lgbt ''La battaglia dei sessi'' più ideologia che tennis
Fonte: Gender Watch News
9 OMELIA III DOM. DI AVVENTO - ANNO B (Gv 1,6-8.19-28)
Rendete diritta la via del Signore
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - LA BUFALA DELLE INTERFERENZE RUSSE IN ITALIA... DIMENTICANDO QUELLE DI OBAMA
Facciamo invece un elenco completo delle fake news della sinistra e dei media
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 10/12/2017

I media, in gran parte Giornale Unico del conformismo nazionale, sintonizzati sulle frequenze del Pd, hanno creduto e hanno fatto credere (per dirne solo alcune degli ultimi anni): che l'euro sarebbe stato il migliore dei mondi possibili e che - rinunciando alla sovranità monetaria - saremmo vissuti in un'Europa dove scorre latte e miele; che era doveroso andare a fare la guerra in Libia e il caos lì scatenato - da Francia, Inghilterra e Stati Uniti - sarebbe stato salutare; che lo spread del 2011 era di colpo salito alle stelle a causa del bunga bunga; che Monti e la Fornero hanno salvato l'Italia; che con i nostri soldi (tanti) hanno salvato la Grecia (ma chissà perché a gioire sono state le banche tedesche e francesi) e che la Grecia ora scoppia di salute; che l'eurocrazia di Bruxelles pretende il nostro dissanguamento, ma lo fa per il nostro bene, per farci diventare più civili; che la Germania la fa da padrona in Europa e ci mette i piedi in testa, ma solo perché loro sono nobili e generosi europeisti; che l'Italia è oggi in piena ripresa economica anche se non ce ne accorgiamo e anche se la povertà sta aumentando; che per colpa di Trump moriremo tutti di caldo a causa del riscaldamento globale per cause umane, anche se quest'anno la neve è arrivata a novembre e da decenni la temperatura media è stabile.

BALLE, BALLE E ANCORA BALLE (O, SE PREFERITE, FAKE NEWS)
E poi, ancora, hanno creduto (e fatto credere): che sbaraccare le frontiere per far entrare centinaia di migliaia di migranti è una botta di vita e di salute per l'Italia e che è razzista chi si oppone; che è giustissimo spendere circa 4,6 miliardi di euro (nostri) per accogliere migliaia di stranieri nello stesso anno in cui si tocca il fondo delle nascite in Italia, arrivando al dato minimo da 500 anni a questa parte, perché i nostri giovani non hanno lavoro e soldi per mettere su famiglia (e il governo riduce al lumicino il bonus bebè).
E ancora media e politici del "pensiero unico" hanno creduto e fatto credere che lo spezzettamento secessionistico dei paesi dell'Est era democratico, mentre l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue era un pericoloso rigurgito di nazionalismo; che la Brexit sarebbe stata bocciata nel referendum; che altrimenti la Gran Bretagna sarebbe sprofondata nel Terzo Mondo; che alle presidenziali americane avrebbe vinto la Clinton; che gli Stati Uniti - se mai avesse vinto Trump - sarebbero implosi il giorno dopo; che la Clinton era la candidata della sinistra e della pace; che la Merkel e Macron sono progressisti di sinistra; che se avesse vinto il no al referendum renziano del 4 dicembre 2016 lo spread sarebbe esploso, ci sarebbe stata una fuga di capitali, il Pil sarebbe sprofondato, si sarebbero persi migliaia di posti di lavoro, un mare di investimenti e - forse - saremmo stati commissariati dalla Troika.
E poi hanno creduto (e fatto credere): che se Trump ha vinto la Casa Bianca, se la Brexit è passata e la riforma costituzionale di Renzi è stata bocciata, è tutta colpa dei post dei "figli di Putin" su Facebook (ma chi li ha visti?), da cui gli elettori allocchi si sarebbero fatti abbindolare nonostante che la quasi totalità dei media fosse schierata accanitamente contro Trump, contro la Brexit e a favore delle riforme renziane.

LE INTERFERENZE DI OBAMA NELLA CAMPAGNA REFERENDARIA
In particolare per l'Italia tutti, per la verità, ricordavamo le pesantissime ed esplicite interferenze nella campagna referendaria del 4 dicembre 2016 dell'amministrazione Obama, della UE e della stampa internazionale, ma il fatto che nessuno invece si sia accorto delle diaboliche interferenze della Spectre russa è considerato un segno della loro pericolosa insidia.
Infine, negli ultimissimi giorni, credono (e fanno credere) che sia in corso un pericolosissimo attacco fascista che sta seminando il terrore in tutta Italia, tanto che ieri "Repubblica" titolava in prima pagina: "Fascisti, un italiano su due ha paura".
E' un'emergenza davvero eccezionale: se andate al supermercato o alla fermata del tram la gente non parla d'altro che della minaccia fascista. Prendi la metropolitana e vedi tutti guardinghi e tesi, pronti a scappare per sottrarsi al pericolo nero.
Va pure detto che in questo caso la "paura" (sdoganata dal titolo di "Repubblica") è diventata di colpo un sentimento positivo, democratico, europeista e politically correct.
Nel caso invece in cui la "paura" sia verso i tanti immigrati che sono arrivati fra noi e - in diversi casi - delinquono, allora no, è xenofobia e razzismo. [...]

PERICOLO FAKE NEWS: QUALI?
Dopo aver creduto e fatto credere tutto ciò (e anche altro su cui qui, per mancanza di spazio, sorvoliamo) questi stessi media (e politici) ci avvertono, allarmatissimi, che c'è il terribile pericolo delle fake news, ovvero della balle (quali?) da cui gli italiani si farebbero raggirare.
Balle da cui, però, ci difendono loro con la loro occhiuta vigilanza antifascista ed europeista. Balle da cui le autorità devono proteggerci imbavagliando la rete, quindi limitando la nostra libertà, ma sempre per il nostro bene, ovviamente.
Balle che una qualche famigerata Spectre sotterranea sta diffondendo per danneggiare il Pd e il governo. Cosa peraltro del tutto inutile, soldi sprecati (se eventualmente qualcuno li spende) perché il Pd e il governo riescono benissimo a danneggiarsi da soli. Basta lasciarli lavorare.
Ma anche in questo caso c'è un contrordine compagni: fino a ieri la paranoia complottista era fustigata come demenziale (le scie chimiche eccetera) e "di destra", oggi è sdoganata come democratica, europeista e antifascista. Oggi si può e anzi si deve credere al grande complotto putiniano per avvantaggiare Grillini e Lega e danneggiare l'Europa, Renzi e il Pd. "Gomblotto! Gomblotto!"
Peccato che sia difficile trovare tracce del "gomblottone". Ieri, per esempio, sui social - il luogo delle pericolose interferenze putiniane - dilagavano le polemiche e le ironie sul brutto albero di Natale che l'amministrazione della Raggi ha allestito a Roma davanti all'Altare della patria.
Volendo credere ai complotti verrebbe da pensare che qualcuno parla tanto di "Spelacchio" (così è stato soprannominato l'abete sfigato) come arma di distrazione di massa, cioè per deviare l'attenzione dai dati sulla povertà in Italia, che vanno sempre peggio (è un "successo" piddino). O per non parlare delle brutte figure internazionali che il nostro governo rimedia. Ma allora non è Putin che manovra i social. Come si spiega?
Se davvero le forze oscure del putinismo dominano i social ci si deve aspettare che corrano subito in soccorso della Raggi, spedendo, dalla Siberia, un immenso abete alto 50 metri. Ma per ora nulla di nulla. Neanche una bottiglia di vodka o un colbacco.
Tuttavia bisogna stare in guardia. A leggere i giornali Mosca sobilla, trama e fomenta con messaggi diabolici contro il governo e l'Europa. Tutte le cattiverie che si dicono sul conto del governo e dell'Europa sono "fake news" sospette di putinismo.
Certo, poi c'è pure chi manda al diavolo queste baggianate, spernacchia le presunte fake news e continua a criticare. Anche a sinistra.
Come il sindacalista Giorgio Cremaschi che ieri su Twitter commentava: "La Gran Bretagna pagherà circa 50 miliardi rateizzati in molti anni per uscire dalla Ue e Fiscal Compact; l'Italia pagherà 50 miliardi l'anno per restarci e continuare il massacro sociale".
Una fake news o piuttosto una delle news che non vengono fatte circolare? La risposta giusta è la seconda.

Fonte: Libero, 10/12/2017

2 - LA PORTAVOCE DELLE FEMEN PREMIATA A PARIGI
La sindacA ha consegnato il ''Gran Premio internazionale della Laicità'' ad Inna Shevchenko, protagonista di violenze, degradazioni, ingiurie, scandali, provocazioni immorali, blasfemie anticattoliche, ecc.
Autore: Enrico Maria Romano - Fonte: Libertà e Persona, 28/11/2017

Anne Hidalgo, sindaco.a di Parigi (secondo i canoni della cosiddetta scrittura inclusiva e anti-maschile) ha consegnato il 14 novembre, in pompa magna, il Gran Premio internazionale della Laicità ad Inna Shevchenko, militante delle Femen e protagonista in prima persona di violenze, degradazioni, ingiurie, scandali, provocazioni senza limiti, etc.
Ma andiamo con ordine. Vi ricordate delle Femen?
Secondo l'agiografia dei mass media del progressismo, le Femen sarebbero delle giovani militanti femministe ucraine che, riunitesi nel 2008 dietro Anna Hutsol (1984), vorrebbero cambiare il mondo e la società, abolendo i privilegi maschili, patriarcali e religiosi.
Finora, con un crescendo triste e spettacolare, hanno agitato i loro seni (rifatti) in tutte le principali capitali d'Europa: Mosca, Londra, Madrid, Berlino, Roma...
Varie volte se la sono presa, con violenza, al presidente democraticamente eletto Vladimir Putin e alle religioni, sia l'islam che l'ebraismo, ma in modo tutto speciale, al cristianesimo e alla Chiesa cattolica. Se nell'Islam hanno criticato il fondamentalismo e il moralismo del Corano e di Maometto, un po' sulla falsariga delle celebri vignette di Charlie Hebdo, la lotta contro il Vaticano è per loro una lotta davvero senza quartiere e senza prigionieri.

UNA LOBBY COCCOLATA DAI PADRONI
Il 13 gennaio 2013 si sono fatte vive, in Piazza san Pietro, per rivendicare i diritti dei gay e il matrimonio omosessuale. Il 12 febbraio seguente hanno invaso, durante una celebrazione, la basilica di Notre Dame a Parigi, commettendo vari delitti censurati dalla legge francese, come violenza in un luogo di culto, manifestazione non autorizzata, interruzione di pubblica assemblea (la messa), oltraggio al pudore davanti a minori, etc. Per tutte queste infrazioni sono state denunciate dai responsabili della basilica, col sostegno del cardinal André Vingt-Trois, ma le Femen, quale tipica lobby coccolata dai padroni, sono state assolte con formula piena...
Durante il Conclave del 2013 dopo le dimissioni di Benedetto XVI, una loro attivista si è spogliata presso san Pietro, mostrando sul petto la scritta minacciosa di No more Pope.
Il 14 novembre del 2014 hanno superato ogni decenza e hanno intavolato un teatrino horror sexy a pochi passi dal Vaticano. Tre Femen con un crocifisso ben riconoscibile in mano si sono messe a terra mimando un rapporto sessuale, mentre sulla schiena avevano scritto, in riferimento al simbolo numero 1 del cristianesimo, "Keep it inside". Bloccate dalla Polizia, tra lo sdegno dei passanti e la rabbia dei pellegrini, hanno dichiarato, candide come colombe: "I nostri diritti sono in pericolo: siamo qui per rivendicare la laicità, la separazione tra Stato e Chiesa"!
Ogni azione penale si è bloccata, prima ancora di iniziare.
Già nel 2012, al top della notorietà, le est-europee Femen avevano aperto il loro quartier generale proprio a Parigi, la Ville Lumière, palesando così la volontà di fare un salto di qualità e di sfondare in Occidente. Al Guardian hanno dichiarato che la sede parigina serviva loro per allenarsi e formarsi alla battaglia: "Devi essere in buona forma perché magari nelle proteste potresti avere necessità di scappare via, o di attaccare la polizia, o di arrampicarti su un edificio" (22.9.2012).

DIVENIAMO RIBELLI E MAI PIÙ SCHIAVE (?!)
La cosa realmente piccante in questa storia di volgare lobbing e di "servitù volontaria" ai potenti sta nel fatto che alcune pseudo-rivoluzionarie, non avendo alcuna moralità, ora si stracciano le vesti (o stracciano quelle delle ex compagne di barricate), accusando il movimento di arrivismo, desiderio di soldi e di carriera, di spionaggio e doppiogiochismo. Come dimostra il libro appena uscito che un giornalista francese ha scritto (a sei mani) con due delle principali protagoniste della setta laicista e anticristiana (cf. Olivier Goujon, FEMEN. Histoire d'une trahison, Max Millo, 2017).
D'altra parte, il.la sindaco.a di Parigi, la specchiatissima madame Hidalgo non è da meno, e proprio di recente è stata completamente messa a nudo (si fa per dire...) e screditata da un'inchiesta al vetriolo che mostra tutta la sua partigianeria femminista, laicista e immigrazionista (cf. Airy Routler e Nadia Le Brun, Notre Dame de Paris, Albin Michel, 2017).
Inna Schevchenko, ricevendo il Gran Premio della Laicità 2017, in una sala elegantissima del Comune di Parigi, si è dichiarata onorata del riconoscimento, poiché esso "celebra la libertà di coscienza e di espressione": "i nostri valori (?!) sono più forti di quelli dell'estrema destra xenofoba che combatte la diversità e rifiuta le minoranze". Ha poi concluso con pathos gridando verso la platea: "Femministe, laiche, umaniste, il momento è venuto, diveniamo ribelli e mai più schiave". Il che, detto da una vittima sacrificale del consumismo e dell'immoralismo contemporaneo, non si sa se faccia più ridere o piangere.

DOSSIER "FEMEN"
Il delirio del femminismo

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Fonte: Libertà e Persona, 28/11/2017

3 - TRUMP RIMETTE GESU' AL SUO POSTO
Si torna a celebrare il Natale alla Casa Bianca (inoltre Trump impone al Senato un taglio sulle tasse per 1500 miliardi e finalmente vengono davvero avvantaggiate le famiglie ''roccia su cui poggia la nazione'' tra l'altro favorendo chi fa home schooling)
Autore: Marco Respinti - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 10/12/2017

Jesus Christ is comin' to town. La versione di quest'anno del classico swing natalizio composto nel 1932 da Haven Gillespie e J. Fred Coots è finalmente questa. Lo sfratto imposto per otto anni da Barack Obama è finito e Gesù Bambino nascerà ancora una volta nella mangiatoia anche alla Casa Bianca.
Mentre ancora una volta il mondo ne inventa una più di Bertoldo per vergognarsi in pubblico di quella Nascita (presepi surreali o disinvoltamente buttati nel cesto, parodie blasfeme della Sacra Famiglia), giovedì 30 novembre il presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump e signora hanno accesso il tradizionale albero di Natale che svetta davanti alla Casa Bianca. Si chiama "National Christmas Tree". Negli Stati Uniti un mucchio di cose si chiamano così, e molte di queste sono belle cose. "National Shrine", "National Prayer Breakfast", "National Catholic Prayer Breakfast", persino le "National Holiday". Sono quei momenti e quei gesti pubblici che simboleggiano una nazione intera, un popolo vivo, una storia. Momenti e gesti in cui non c'è partigianeria (in realtà c'è, ma la si sospende pour cause e gentlemanship), in cui il Paese non "si sente" unito ma lo è davvero. Momenti e gesti nazionali, appunto, con un senso e un gusto che molti di noi hanno invece tristemente perso, addirittura bandiere, emblemi, l'american way of life al suo meglio.

TRUMP HA RIMESSO GESÙ AL SUO POSTO
C'è dunque appunto anche l'Albero di Natale Nazionale. È inconfondibilmente lui. Lo si potrebbe persino chiamare per nome. Svetta nel quadrante di nordest dell'Ellisse, ovvero il parco di poco più di 200mila metri quadrati che si estende oltre il cancello sud della Casa Bianca. Ovvero davanti a essa, sul marciapiede opposto. Settimana scorsa, come di rito, la coppia presidenziale lo ha inaugurato. E, come aveva promesso in pubblico parlando al Value Voter Summit il 13 ottobre, Trump ha rimesso Gesù al suo posto, cioè al centro di tutto, in barba al politicamente corretto, alle molte sedie vuote per polemica sterile, ai commentucci scontati dei soliti noti.
Le parole pronunciate da Trump giovedì scorso le riporta integralmente LifeSite News, uno dei più lucidi e combattivi siti Internet di sana controinformazione a difesa della vita umana nascente e della famiglia naturale. «Per i cristiani questo è un tempo santo», ha detto Trump: «la celebrazione della nascita di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. La storia del Natale inizia 2mila anni fa con una madre, con un padre, con il loro bambino e con il dono più straordinario di tutti: il dono dell'amore di Dio a tutta l'umanità. Quale che sia il nostro credo, noi sappiamo che la nascita di Gesù Cristo e il racconto di quella vita incredibile hanno mutato per sempre il corso della storia umana. Non vi è un solo aspetto delle nostre esistenze che quella vita non abbia toccato: l'arte, la musica, la cultura, il diritto e il rispetto che abbiamo per la dignità sacra di ogni persona in qualsiasi luogo del mondo. Ogni anno a Natale riconosciamo che lo spirito autentico del Natale non è ciò che abbiamo, bensì ciò che siamo: ognuno di noi è figlio di Dio. È questa la fonte vera della gioia di questo periodo dell'anno. È questo ciò rende ogni Natale "buono". Ed è questo ciò che ricordiamo con la bella cerimonia di oggi: che siamo chiamati a servirci gli uni gli altri, ad amarci gli uni gli altri e a perseguire la pace nei nostri cuori e nel mondo intero».

IL PRESIDENTE CHE HA RIDATO LEGALITÀ AL NATALE
Trump potrebbe passare alla storia come il presidente che negli Stati Uniti ha ridato legalità e corso all'espressione «buon Natale». È prevedibile che l'astio già enorme nei suoi confronti aumenti a dismisura. Il «buon Natale» del presidente si muta del resto subito in ringraziamento esplicito a coloro che si spendono affinché il Natale sia davvero sempre buono per milioni di americani, persone che mettono ogni giorno a diposizione la propria vita per gli altri onde garantire sicurezza, pace e stabilità a tutti, vale a dire i soldati e le forze dell'ordine. Ma il «buon Natale» presidenziale raggiunge esplicitamente anche i leader religiosi che hanno insegnato e che insegnano. Prevedibili rovesci eccezionali di accuse di lesa laicità dello Stato sul capo di Trump, anche perché il presidente si è spinto ancora più in là ringraziando «[...] specialmente le famiglie americane».
Il Natale, ha detto, «[...] ci ricorda più di ogni altro tempo dell'anno che la famiglia è la roccia su cui poggia la società statunitense»; per questo ha aggiunto, pubblicamente: «[...] dunque questo Natale chiediamo la benedizione di Dio sulle nostre famiglie e sulla nostra nazione. E preghiamo affinché il nostro Paese possa essere il luogo dove ogni bambino abbia una casa colma di amore, una comunità ricca di speranza e una nazione benedetta dalla fede». Qui Trump non dice "blessed", ma "blest": usa una forma antica, atavica, avita, arcaica nel migliore dei significati. Per fare il vecchio trombone? No, per riecheggiare la fede dei padri, il senso di una storia che continua, la musicalità di un suono che riproduce la bellezza primigenia. Il Natale, appunto, inizio di tutto. Quando chiude con il classico «God bless America» nessuno ha la sensazione che sia una forma vuota di circostanza, per primi quelli che Trump lo odiano. La notizia del giorno è che negli Stati Uniti Gesù è tornato libero.

Nota di BastaBugie: Stefano Magni nell'articolo sottostante dal titolo "Trump vince al Senato: 1500 miliardi di tasse in meno" parla della riforma fiscale negli Stati Uniti, voluta da Donald Trump e approvata dal Senato, pur con una maggioranza risicata. 1500 miliardi di tasse in meno nei prossimi 10 anni. Sinistra scandalizzata: si aiutano i ricchi. In realtà vengono avvantaggiate le famiglie, anche sullo home schooling, la libertà di educazione finalmente riconosciuta alle famiglie.
Ecco dunque l'articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 3 dicembre 2017:
Con pochi, ma significativi, aggiustamenti nel testo, il Senato degli Stati Uniti ha votato riforma fiscale più incisivo dagli anni '80. Tecnicamente è solo il primo di tre voti, perché adesso spetta alla Camera far passare il proprio piano, simile ma non identico a quello del Senato. E poi si passerà all'ultimo voto in Senato per l'approvazione definitiva. Entro Natale, il presidente Trump potrebbe firmarlo per la promulgazione. Da un punto di vista politico, tuttavia, si è passato lo scoglio più grande e i Repubblicani al Congresso hanno tutte le ragioni del mondo per festeggiare di già la vittoria. Si tratta di un taglio di tasse immenso, pari a circa 1500 miliardi di dollari (al netto delle maggiori entrate dovute alle minori deduzioni fiscali) in dieci anni.
I dettagli di questa riforma fiscale li avevamo già visti su queste colonne, quando il testo della riforma era stato presentato in Senato. La sua versione definitiva è stata approvata, con una maggioranza risicata (51 voti a favore e 49 contrari) dopo la votazione di quattro emendamenti. Due di questi sono stati bocciati, due promossi e inclusi nella riforma. L'emendamento bocciato nel modo più schiacciante avrebbe leggermente alzato l'aliquota sull'utile delle imprese, da 20 a quasi 21% e aumentato l'esenzione fiscale per i bambini, ma solo per le famiglie con reddito più basso. Emendamento bocciato con 71 voti contrari e 29 favorevoli, nonostante il sostegno di alcuni big del mondo conservatore, quali Ted Cruz e Marco Rubio, oltre che di una piccola pattuglia di 9 senatori democratici. Gli altri tre emendamenti sono tutti stati promossi o bocciati con votazioni al fotofinish.
E' passato quello di Ted Cruz, sulla libertà di educazione, con il quale l'uso dei fondi di risparmio "529" (quelli con cui i genitori risparmiano somme esentasse per permettersi la retta del college per i figli) viene esteso anche alle scuole private, religiose e allo home schooling. L'emendamento rischiava di non passare a causa della diserzione di due repubblicane, Susan Collins e Lisa Murkowski, ma alla fine è stato approvato con una maggioranza di un solo punto. Quello del vicepresidente Mike Pence, che ha rotto l'impasse esercitando il suo diritto di voto. [...]
La riforma fiscale è passata con appena 2 punti di maggioranza, 51 voti contro 49.
Cosa comporta un taglio fiscale di queste dimensioni? La stampa liberal, a partire dal New York Times, punta il dito contro una riforma che "arricchisce i ricchi" e "non aiuta la classe media". Questa è tuttavia una spiegazione tipica di chi ragiona in termini di classi sociali. Se la riforma dovesse avere l'effetto che ebbe quella di Reagan, nei prossimi anni rimetterà in moto l'ascensore sociale. Dunque molti di coloro che sono "ceti medi", un domani potrebbero essere membri dei ceti più alti, più facilmente di quel che sono ora. Con la riforma, si avvantaggia chi realizza più utili aziendali, dunque è un incentivo a produrre. E paga meno tasse chi mette in piedi una famiglia con figli, per cui si alza l'esenzione standard. Anche grazie agli emendamenti aggiunti, la riforma è innegabilmente una manna dal cielo per le famiglie, anche per quelle che vogliono provvedere direttamente all'educazione dei figli.
Dove fa acqua? Nella copertura di bilancio. Sicuramente è questa la critica (mossa da Corker, fra gli altri) più fondata al nuovo sistema fiscale. Perché senza adeguate coperture rischia di gravare interamente sul debito pubblico. I Repubblicani forse mostrano un troppo leggero ottimismo quando affermano che la crescita economica, generata da una tassazione più leggera, sarà sufficiente a colmare il buco. Nemmeno con Reagan funzionò così: il presidente simbolo degli anni 80 lasciò in eredità un debito molto superiore rispetto a quello che aveva trovato nel 1981. E il debito pesa inevitabilmente sulle generazioni successive. Certo, scagli la prima pietra chi, finora, fra i Democratici, ha sempre difeso Obama, un presidente che il debito pubblico l'ha letteralmente raddoppiato, non tagliando le tasse, ma alzando la spesa pubblica.
Da un punto di vista strettamente politico, si tratta della prima vera vittoria dei Repubblicani. Pur avendo il presidente dalla loro e la maggioranza sia alla Camera che al Senato, non avevano fatto passare nemmeno una riforma importante dal gennaio del 2017, quando si è insediato il nuovo Congresso, più che per l'opposizione dei Democratici, soprattutto per faide interne. Adesso hanno ottenuto un risultato e lo slancio che cercavano, così da avviare con più determinazione un anno elettorale: nel novembre 2018 si voterà alle elezioni di Medio Termine proprio per il rinnovo di gran parte del Congresso. Più che un banco di prova per Trump, sarà un test per la maggioranza repubblicana.

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 10/12/2017

4 - FEDELI ALLA VERA DOTTRINA, NON AI PASTORI CHE SBAGLIANO
Testo integrale della ''Promessa di fedeltà all'insegnamento autentico della Chiesa'' sottoscritta dai leader dei principali movimenti pro-vita e pro-famiglia di tutto il mondo
Fonte Movimenti pro-vita e pro-famiglia, 12/12/2017

Il numero di bambini innocenti uccisi dall'aborto nel corso del secolo scorso è maggiore di quello di tutti gli esseri umani che sono morti in tutte le guerre della storia umana. Gli ultimi cinquant'anni hanno testimoniato una continua escalation di attacchi alla struttura della famiglia come è stata progettata e voluta da Dio, capace di creare il miglior ambiente per una sana e vigorosa crescita dell'uomo e soprattutto per l'educazione e la formazione dei bambini. Il divorzio, la contraccezione, l'accettazione di atti e di unioni omosessuali e la diffusione dell'"ideologia di genere" hanno causato danni incommensurabili alla famiglia e ai suoi membri più vulnerabili.
Negli ultimi cinquant'anni il movimento pro-vita e pro-famiglia è cresciuto in dimensione e portata per far fronte a questi gravi mali, che minacciano sia il bene temporale che quello eterno dell'umanità. Il nostro movimento comprende uomini e donne di buona volontà provenienti da una grande varietà di ambiti religiosi. Siamo tutti insieme uniti nella difesa della famiglia e dei nostri fratelli e sorelle più vulnerabili, attraverso l'obbedienza alla legge naturale, impressa in tutti i nostri cuori (cfr Rm 2,15). D'altronde, in questa ultima metà di secolo il movimento pro-vita e pro-famiglia si è affidato in modo particolare all'insegnamento immutabile della Chiesa cattolica, che afferma la legge morale con la massima chiarezza.

DOTTRINE CONTRARIE ALLA LEGGE NATURALE
È quindi con grande dolore che negli ultimi anni abbiamo dovuto constatare che la chiarezza dottrinale e morale, su questioni legate alla tutela della vita umana e della famiglia, è stata sempre più sostituita da dottrine ambigue e persino direttamente contrarie all'insegnamento di Cristo e ai precetti della legge naturale.
Una Supplica filiale consegnata a Papa Francesco nel settembre 2015, è stata firmata da circa 900.000 persone provenienti da tutto il mondo; nel 2016, è stata presentata una Dichiarazione di fedeltà all'insegnamento immutabile della Chiesa sul matrimonio. Il 19 settembre 2016 quattro cardinali hanno sottoposto cinque dubia a Papa Francesco e alla Congregazione per la Dottrina della Fede chiedendo chiarimenti su alcuni punti dottrinali contenuti nell'Esortazione Apostolica post-sinodale Amoris laetitia. Nel giugno 2017, i cardinali hanno reso pubblica la loro richiesta di essere convocati in udienza, presentata al Papa dal Cardinale Carlo Caffarra il 25 aprile 2017, ma, come i dubia, non hanno ricevuto alcuna risposta. Il 23 settembre 2017 una Correctio filialis de haeresibus propagatis è stata elaborata da 62 teologi e accademici cattolici "in merito alla propagazione di eresie causata dall'esortazione apostolica Amoris laetitia e da altre parole, atti e omissioni" di Papa Francesco. Il 4 novembre 2017, 250 teologi, sacerdoti, professori e studiosi di tutte le nazionalità hanno sottoscritto il loro sostegno alla Correctio. Le turbolenze in seno alla Chiesa sono in aumento, come testimonia una lettera inviata di recente a papa Francesco da un prominente teologo, che afferma: "C'è caos nella chiesa e Vostra Santità ne è una causa".

I PROBLEMI
Come leader cattolici pro-vita e pro-famiglia, siamo tenuti a sottolineare numerose ulteriori dichiarazioni e azioni che hanno avuto un impatto particolarmente dannoso sul nostro lavoro per la protezione dei bambini non nati e della famiglia negli ultimi anni. Esempi rappresentativi includono:
- dichiarazioni e azioni che contraddicono l'insegnamento della Chiesa sul male intrinseco degli atti contraccettivi
- dichiarazioni e azioni che contraddicono l'insegnamento della Chiesa sulla natura del matrimonio e sul male intrinseco degli atti sessuali al di fuori dell'unione matrimoniale
- l'approvazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, che richiedono fortemente agli Stati membri la realizzazione di un accesso universale all'aborto, alla contraccezione e all'educazione sessuale entro il 2030
- l'approccio adottato riguardo l'educazione sessuale, in particolare nel capitolo 7 di Amoris Laetitia e nel programma The Meeting Point elaborato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia.

LA RESPONSABILITÀ DI FRONTE ALLE POSIZIONI MORALI FONDAMENTALI
Come leaders di movimenti pro-vita e pro-famiglia, o dirigenti di movimenti laici che riguardano la difesa e la diffusione dell'insegnamento morale e sociale cattolico, siamo testimoni di prima mano del danno e della confusione causati da tali insegnamenti e azioni. Al fine di rispettare le nostre responsabilità verso coloro che abbiamo promesso di proteggere, in particolare i bambini non nati e quelli particolarmente vulnerabili a causa dello sfascio della famiglia, dobbiamo chiarire la nostra posizione su questi temi. Dobbiamo anche fornire una leadership a coloro che, all'interno del nostro movimento, fanno riferimento a noi per avere guida e consigli.
Per questo motivo desideriamo ribadire la nostra immutabile adesione alle posizioni morali fondamentali di seguito descritte:
- esistono certi atti intrinsecamente malvagi e che è sempre proibito commettere
- l'uccisione diretta di un essere umano innocente è sempre gravemente immorale. Di conseguenza, l'aborto, l'eutanasia e il suicidio assistito sono atti intrinsecamente malvagi
- il matrimonio è l'unione esclusiva e indissolubile di un uomo e di una donna e tutti gli atti sessuali al di fuori del matrimonio e tutte le forme di unione contro-natura sono intrinsecamente negativi e gravemente nocivi per gli individui e la società
- l'adulterio è un grave peccato e coloro che vivono in adulterio non possono essere ammessi ai sacramenti della Penitenza e della Santa Comunione, fino a quando non si pentono e non modificano la loro vita
- i genitori sono gli educatori primari dei loro figli e l'educazione sessuale deve essere svolta dai genitori o, in determinate circostanze, "nei centri educativi scelti e controllati da loro"
- la separazione del fine procreativo e univoco dall'atto sessuale attraverso metodi contraccettivi è intrinsecamente negativa e ha conseguenze devastanti per la famiglia, per la società e per la Chiesa
- i metodi di riproduzione artificiale sono gravemente immorali in quanto separano la procreazione dall'atto sessuale e, nella maggior parte dei casi, portano direttamente alla distruzione della vita umana nelle sue prime fasi
- ci sono solo due sessi, maschio e femmina, ognuno dei quali possiede le caratteristiche complementari e le differenze che sono loro proprie
- gli atti omosessuali sono intrinsecamente cattivi e nessuna forma di unione tra persone dello stesso sesso può essere approvata in alcun modo.

PIENA SOTTOMISSIONE A DIO E ALLA CHIESA
Come leaders cattolici pro-vita e pro-famiglia dobbiamo restare fedeli a Nostro Signore Gesù Cristo, che ha affidato il deposito della fede alla Sua Chiesa. Noi "siamo obbligati, per fede, a rendere a Dio rivelatore piena sottomissione dell'intelletto e della volontà". Aderiamo pienamente a tutte quelle cose "che sono contenute nella parola di Dio e si trovano nella Scrittura e nella Tradizione e che sono proposte dalla Chiesa come principi a cui credere perché divinamente rivelati, sia in base a suo solenne giudizio, sia per suo magistero ordinario e universale".
Dichiariamo la nostra completa obbedienza alla gerarchia della Chiesa cattolica nel legittimo esercizio della sua autorità. Tuttavia, nulla potrà mai convincerci od obbligarci ad abbandonare o contraddire qualsiasi articolo della fede e della morale cattolica. Se esiste conflitto tra le parole e gli atti di qualsiasi membro della gerarchia, compreso il Papa, e la dottrina che la Chiesa ha sempre insegnato, rimarremo fedeli all'insegnamento perenne della Chiesa. Se dovessimo abbandonare la fede cattolica, ci separeremmo da Gesù Cristo, a cui vogliamo essere uniti per tutta l'eternità.
Noi, sottoscritti, promettiamo di continuare ad insegnare e propagare i principi morali sopra elencati e ogni altro insegnamento autentico della Chiesa cattolica e che mai, per nessuna ragione, ci allontaneremo da essi.

Nota di BastaBugie: questo documento (per leggere le note per le citazioni dai documenti della Chiesa, clicca qui) è stato pubblicato sul seguente sito con la firma di oltre trentacinque organizzazioni di tredici nazioni diverse. Per l'Italia:
Giorgio Celsi, President of Associazione "Ora et Labora in Difesa della Vita";
Virginia Coda Nunziante, President of Associazione Famiglia Domani;
Corrado Gnerre, National Director of Il Cammino dei Tre Sentieri;
Vittorio Lodolo D'Oria, President of Famiglie Numerose Cattoliche;
Samuele Maniscalco, Director of Generazione Voglio Vivere;
Roberto de Mattei, President of Fondazione Lepanto;
Marisa Orecchia, President of Federvita Piemonte;
Diego Zoia, Director of SOS Ragazzi;
Per l'elenco completo vai al seguente link:
https://www.fidelitypledge.com/it/firmatari/

Fonte: Movimenti pro-vita e pro-famiglia, 12/12/2017

5 - PERICOLO FASCISTA? INDIGNAZIONE A SENSO UNICO
Invece nessuno si indigna per il trattamento riservato alle Sentinelle in piedi che semplicemente manifestano in silenzio la loro contrarietà alle leggi contro la vita
Autore: Raffaella Frullone - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 12/12/2017

La miglior descrizione dell'indignazione a reti unificate degli ultimi giorni l'ha fatta Assuntina Morresi mettendo nero su bianco quanto andato in onda nei Tiggì dell'altra sera: «"C'era una signorina che leggeva le notizie, e diceva che in Italia c'è un grande pericolo fascista, tanto che la sinistra tutta insieme si era trovata a sfilare a Como, per protesta. Si erano trovati proprio a Como perché qualche giorno fa un pericolosissimo gruppetto di nazisti o fascisti o comunque rappresentanti della cupa onda nera che sta invadendo l'Italia, sono entrati - erano circa una decina - nella sede di una associazione, hanno letto un volantino piuttosto ridicolo contro il "turbocapitalismo" e gli "pseudoclericali" che favoriscono l'immigrazione, e se ne sono andati via mentre i membri dell'associazione pro-migranti gli intimavano (evidentemente in preda al terrore) "vedete di uscire in silenzio", come a degli scolaretti"».
In realtà quella citata è solo l'ultima puntata della saga "pericolo onda nera in Italia". Pericolo che ha portato lo stesso giorno Repubblica aprire con il titolo "Fascisti, un italiano su due ha paura". In effetti basta andare al bar, al supermercato o all'ufficio postare e ascoltare le conversazioni della gente comune per sentire l'incubo peggio dei nostri concittadini è proprio il fascismo. Uno degli episodi più allarmanti è avvenuto a Roma quando un gruppetto di militanti di Forza Nuova (dieci o dodici persone?) si è guadagnato una notevole dose di isterismo collettivo con tanto di dichiarazioni in tono grave dalle massime cariche dello Stato per aver lanciato due fumogeni contro la sede di Repubblica e dell'Espresso, cosa di fronte a cui giustamente i miei cugini faranno una class action per tutti i raudi e che hanno lanciato nel giardinetto del vicino tra il 1985 circa e il 1989 senza che nessuno gli regalasse un solo minuto di notorietà.

INDIGNAZIONE A SENSO UNICO
Ma in effetti che c'è di male, con l'indignazione è sempre meglio abbondare, meglio prevenire che curare, se non fosse che l'indignazione è sempre e solo nella stessa identica direzione. Non mi pare di aver visto alcuna reazione per esempio al fatto che a Matteo Montevecchi, consigliere comunale a Sarcangelo nel riminese, sia stata frantumata con violenza la bacheca (forse perché non fa parte della sinistra antifascista che si è radunata a Como?), o sul fatto che il giorno della Festività dell'Immacolata a Roma nelle bacheche dell'Atac siano apparsi dei manifesti blasfemi il cui contenuto è irriferibile o ancora sul fatto che le Sentinelle in Piedi – Brescia siano state confinate nella piazza più nascosta della città, rinchiusi da transenne e circondati da poliziotti come se un gruppo di cittadini che stanno in piazza per un'ora immobili e silenziosi leggendo un libro costituisse una minaccia pubblica. Cosa sarebbe accaduto se un tale trattamento fosse stato riservato a qualunque gruppo o associazione di quelle presenti sabato a Como?
Ma tant'è, questa è l'Italia e tutto questo potrebbe anche avere del comico, se non fosse tragico. Se non fosse che tutti gli antifascisti così preoccupati per il ritorno dell'onda nera nel nostro paese non fossero totalmente indifferenti di fronte al fatto che giovedì in Senato verrà discusso un testo che apre all'eugenetica. Perché questo è. Da giovedì o forse venerdì nel nostro paese l'eutanasia potrebbe essere legale. Nell'indifferenza totale. Non solo dei cosiddetti antifascisti - che la promuovono presentandola come una conquista per la civiltà - ma anche di tutti gli altri. Non una sola voce autorevole si è levata per dire no ad una legge che è profondamente anti umana, prima di essere anti cristiana, non una sola voce importante si è levata per dire che LA VITA E' SACRA. Pastori, dove siete? Cattolici dove siete? E dire che noi non dovremmo riuscire a dormire la notte per questo testo, ma evidentemente il Potere ha lavorato così bene che l'abbiamo già assimilato e pure digerito, ci siamo abituati così bene che non reagiamo più, tutto appare normale, e anche se non siamo proprio d'accordo siamo rassegnati all'idea che comunque accadrà.

CHARLIE GARD È MORTO INVANO
Invece dovremmo avere quella sete di giustizia che diventa istinto irrefrenabile e interrompere qualsiasi attività stiamo svolgendo, dovremmo voler solo prendere un treno, andare a Roma e piazzarci in migliaia fuori dal Senato immobili fino a che non avremo rassicurazione che questo testo non passerà, ma siamo tutti impegnati in altro, il lavoro, gli impegni, i regali di Natale, e quella rassegnazione di fondo che ci fa pensare che tanto passerà, indipendentemente da cosa faremo noi. Qualcuno spera che con le elezioni le cose cambieranno, ma la storia ci dice che nessuna legge mortifera nel nostro paese è mai stata abrogata e probabilmente anche questa passerà. Il punto però non è l'esito, ma se questa legge vogliamo lasciarla passare nell'indifferenza generale, il punto è se vogliamo essere complici di un provvedimento che rende legale il diritto di morire, svilisce la professione del medico e lede la dignità umana.
Dove è finito il popolo che si è mobilitato in massa per Charlie Gard? Dove si è nascosto? Charlie, che con la sua innocenza ci aveva scatenato un moto del cuore è forse morto invano? Non ci ha ribadito con la sua breve esistenza che la vita è indisponibile sempre e comunque, inviolabile anche quando non rispetta i canoni di questo mondo? E allora cosa aspettiamo a muoverci? Questa legge eliminerà decine di Charlie Gard italiani, nostri figli, nipoti, pronipoti e dopo sarà troppo tardi per dire no. Perché qualcuno ci risponderà che è legale e quindi si può fare. Perché funziona così, la legge fa mentalità, ecco perché è impossibile modificare questi testi a posteriori e ancor meno abrogarli, perché nella mente delle persone scatta l'equazione "legale=giusto", tant'è che nessuno si sogna di dire che il divorzio è un male, "perché ormai la legge c'è", e nessuno propone di abrogare la legge sull'aborto, "perché ormai c'è", nessuno pensa di togliere la legge sulle cosiddette unioni civili, sempre perché "ormai c'è".
Questa società malata ha bisogno di sapere che c'è qualcuno che non ci sta. Certo ci si potrebbe affidare agli hacker russi, dato che "ha stato Putin" a fare eleggere Trump, a far trionfare la Brexit, a far fallire il referendum del 4 dicembre 2016, magari se glielo chiediamo fa nevicare per mezza giornata pure a Roma così nessuno riesce ad arrivare a Palazzo Madama. Ma forse nel frattempo è meglio che ciascuno di noi si ingegni e faccia tutto quello che può.
Questo mondo ha bisogno di sapere che c'è una minoranza che non smette di considerare sacra ogni vita, soprattutto quella più debole e fragile perché è lì che risplende la potenza redentrice di Gesù Cristo. Questo mondo ha bisogno di vedere e di sentire quel "Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana viene minacciata" di San Giovanni Paolo II. E "ogni volta" è oggi.

Nota di BastaBugie: come giustamente notato da Raffaella Frullone, nessuno si indigna per il trattamento riservato alle Sentinelle in piedi che semplicemente manifestano in silenzio la loro contrarietà alle leggi contro la vita e la legge naturale scritta nel cuore di ogni uomo (credente o non credente che sia).
Pubblichiamo qui sotto il comunicato diffuso dalle Sentinelle in piedi il 2 dicembre 2017 dal titolo "Di fronte a progetti di morte noi ci alziamo in piedi. No al biotestamento, ddl fake news, leggi l'omofobia":
Ci vogliono togliere la vita, in nome della qualità della vita.
A poche settimane dal Natale, a pochi mesi dal termine naturale di questa legislatura, assistiamo ad una diabolica corsa per approvare il testo di legge sul cosiddetto biotestamento. Politici vestiti di politicamente corretto, ecclesiastici confusi e promotori di morte si affannano a occupare ogni spazio mediatico per convincerci che il testo di legge in discussione è per il bene degli ammalati, che si tratta di una conquista, di un diritto civile, di un passo avanti per la nostra civiltà. Ebbene, non ci convinceranno di una cosa falsa. Questo testo apre all'eutanasia omissiva, svilisce le persone ammalate che contano meno della cosiddetta qualità della vita, mortifica il medico che deontologicamente è chiamato a salvare la vita non a toglierla, violenta la libertà di tutti perché legittima il disinteresse verso le persone che non sono sane, giovani e produttive. Questa non è libertà, è imbarbarimento di una società: per questo noi scendiamo in piazza.
Ci vogliono togliere l'identità, in nome del rispetto.
Ormai non si contano più gli episodi nelle scuole italiane in cui si insegna ai bambini che il maschile e il femminile non sono dati biologici immodificabili e che ciascuno di noi può definirsi in base a come si sente in un determinato momento. Non si tratta di episodi fuori controllo, anzi. Le recenti Linee guida emanate dal ministero dell'Istruzione hanno ribadito - se mai ce ne fosse stato bisogno - che il perno della scuola italiana oggi è una visione dell'uomo come individuo solo che si autodetermina, tutto ruota attorno al femminismo radicale e gronda gender da tutti i pori. Non sarà possibile sottrarsi perché, col pretesto della lotta alla discriminazione e alla prevenzione della violenza, tutto il processo educativo sarà permeato dall'ideologia gender.
Questa ideologia è la stessa che si cerca di imporre introducendo il reato di opinione: dopo vari tentativi di legge a livello nazionale (ddl Scalfarotto sulla cosiddetta "omofobia", ddl su bullismo e cyberbullismo, ddl 2688 sulle fake news), oggi si tenta la strada di imbavagliare una regione alla volta attraverso leggi locali sull'omofobia. Così, dopo Umbria e Campania, adesso la Puglia si appresta a varare un provvedimento legislativo analogo. Questo non è rispetto, è indottrinamento ideologico sulla pelle dei bambini, per questo noi scendiamo in piazza. Ci vogliono impedire di ragionare, in nome della verità.
Non passa poi giornata senza gli allarmi sulle cosiddette fake news, che vengono presentate come false notizie così pericolose da necessitare di essere bloccate; esponenti delle istituzioni le presentano come uno dei più grandi mali odierni e lo denunciano minacciando di punire, chiudere, censurare. Ma che cosa vogliono realmente fermare? Il riferimento ovviamente non è affatto alle false notizie, come si vuol far credere, bensì alla controinformazione resa possibile dallo sviluppo del web che permette a ciascuno di cercare informazioni, approfondire, e farsi una idea eventualmente anche diversa da quella proposta dai grandi media. Dietro all'allarme sulle fake news dunque non c'è amore per la verità bensì la volontà di mistificare la realtà, per questo noi scendiamo in piazza.
E lo facciamo alzandoci in piedi, perché non vogliamo vivere nella menzogna.
TRIESTE, venerdì 15 dicembre ore 16.30 in piazza Unità d'Italia
PISA, sabato 16 dicembre ore 10.30 in piazza del Pozzetto
GENOVA, sabato 16 dicembre ore 16.00 in via Fiasella
MILANO, domenica 17 dicembre ore 17.30 in piazza San Carlo
VERONA, venerdì 22 dicembre ore 18.00 in piazza Bra

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 12/12/2017

6 - LA STRAMPALATA RICORRENZA DELLA ''FESTA DELLA DONNA''
Donne per l'8 marzo fate sciopero: non abortite (e non lo fate nemmeno gli altri 364 giorni)
Autore: Silvana De Mari - Fonte: Blog di Silvana De Mari, 08/03/2017

L'8 marzo è la strampalata ricorrenza che in nome di un rogo di operaie mai successo, uno dei tanti esempi di storia creativa del defunto (ma non del tutto) comunismo, le donne vengono dichiarate un gruppo etnico, separate dagli uomini, loro vittime permanenti, creature antropologicamente superiori ai maschi, più intelligenti, più buone. Noi non siamo un gruppo etnico: gli armeni sono un gruppo etnico, gli ebrei sono un gruppo etnico. Noi siamo la parte femminile di un'unica specie, quella umana, noi e gli uomini, profondamente diversi per completarci a vicenda, incompleti e inutili senza l'altro.
Donne! Per l'8 marzo fate sciopero: non abortite, il bimbo che portate dentro di voi non buttatelo a pezzi nel bidone delle garze sporche, smembrato da vivo e senza anestesia. E già che ci siete, non lo fate nemmeno gli altri 364 giorni, riprendiamo il nostro ruolo di donne, domine, padrone della vita, madri, potenza ancestrale e totale.
Donne! Per l'8 marzo fate sciopero: non vendete neonati a qualunque essere umano non abbia gli attributi per portare la gravidanza. Anzi: non vendeteli nemmeno gli altri 364 giorni. Che le donne che rubano la gravidanza ad altre donne se ne vadano al diavolo e ancora di più ci vadano gli uomini che fanno questo scempio, che hanno inseminato la Donna con il seme di un uomo talmente deficitario da non essere in grado di amarla, che deve inseminarla a distanza sostituendo il gesto di amore e piacere con un'odiosa e dolorosa e pericolosa pratica medica, che dopo nove mesi in cui la Donna ha portato la gravidanza, le ha tolto il bambino. La Donna ha incassato il prezzo, pagata come una prostituta, il bambino piange disperato.
Lasciarla nove mesi con una vita che le cresce dentro. Un figlio può essere figlio di due padri, la Donna non conta, non esiste, ha detto un giudice, sotto l'influsso di un potentissimo gruppo maschile. Questo ha offeso chiunque sia stata madre, questo ha offeso chiunque sia stato figlio, non esiste creatura umana non offesa.
Donne! Per l'8 marzo fate sciopero, fate sciopero dalla follia che ci ha diviso. Amiamo i nostri uomini, perdoniamo le loro colpe, loro in cambio perdoneranno le nostre Che gli uomini amino le donne e le donne gli uomini. Ritorniamo invincibili. Per l'8 marzo amiamo i nostri uomini, sosteniamoli e già che ci siamo facciamolo anche gli altri 364 giorni.

Fonte: Blog di Silvana De Mari, 08/03/2017

7 - EDITTO SOVIETICO DEL VESCOVO DI MODENA
Conferenze proibite a giornalisti e intellettuali fedeli alla dottrina della Chiesa, mentre sono offerti pulpiti delle chiese per Enzo Bianchi, Emma Bonino, Laura Boldrini
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26/10/2017

Lo chiameremo l'Editto di Modena, per distinguerlo dal più celebre Editto di Milano o rescritto di tolleranza del 313 d.c. con il quale l'imperatore Costantino, perfezionando il lavoro del suo predecessore Galerio, concedeva ampia libertà di culto ai Cristiani e metteva fine alle persecuzioni all'interno dell'impero romano.
Il vescovo di Modena Erio Castellucci ha pubblicato invece un provvedimento al contrario, dal sapore quasi sovietico, che sembra adombrare un meccanismo di censura preventiva verso il cosiddetto dissenso. O meglio, verso quello che dovrebbe essere il parlare franco e in libertà prescritto evangelicamente dato che la parola dissenso non appartiene alla cultura cattolica.

CENSURA PREVENTIVA
Un editoriale dell'Arcivescovo sul settimanale diocesano Nostro Tempo informa i fedeli che i sacerdoti sono invitati a non ospitare in parrocchia alcune categorie di persone. Vediamole di seguito come descritto dalla cronaca del Resto del Carlino di Modena. Si tratta di "veggenti, carismatici, giornalisti e intellettuali che manifestano un dissenso 'sottile o aperto' verso la Chiesa ufficiale e soprattutto verso Papa Francesco".
Ora, per quanto riguarda i primi due, effettivamente la materia è di quelle che scottano: si sa che nell'orbe cattolica non mancano tutti quei fenomeni presunti di esperienza mistica che per loro natura sono difficili da inquadrare. Nella storia della Chiesa molti mistici e veggenti sono stati letteralmente osteggiati, se non perseguitati dalle gerarchie ecclesiastiche e per accertarne la buona condotta e la veridicità delle parole sono serviti a volte anche secoli di indagini, alla luce soprattutto dei frutti scaturiti. Non stupisce dunque che il vescovo attui un criterio di prudenza nei confronti di chi può anche essere un perfetto ciarlatano. Non è una novità che la gerarchia veda con sospetto certe esperienze e le tratti con estrema prudenza.
Ma non è questo aspetto a catturare l'attenzione. A destare qualche preoccupazione e a costituire una novità è invece il riferimento alle altre due categorie, quelle dei giornalisti e degli intellettuali. Ma non di giornalisti ed intellettuali qualsiasi, bensì di coloro che "manifestano un dissenso 'sottile o aperto' verso la Chiesa ufficiale e soprattutto verso Papa Francesco".

I NEMICI DELLA CHIESA DI FRANCESCO
Qui la materia di fa più intricata. Di chi stiamo parlando? E soprattutto a che cosa ci riferiamo se si parla di Chiesa ufficiale? Il giornale, per tagliare corto sintetizza così: "I nemici della Chiesa di Francesco". Peccato che non esista una Chiesa di Francesco, come non esista una chiesa di Giovanni Paolo II o una Chiesa di Pietro né di Paolo: esiste una Chiesa di Cristo e il fatto stesso che un giornale si senta autorizzato a trarre queste conclusioni dalle parole di un vescovo dovrebbe indurci ad accendere più di un campanello di allarme. Perché la questione non è di lana caprina, né di rivendicazione politica, bensì sembra essere un preciso diktat che parte da chissà quale alta sfera per impedire che nella Chiesa ospedale campo, nella chiesa della Misericordia non si eserciti il diritto libero a parlare secondo retta coscienza di ciò che ogni battezzato sente in dovere di fare per amore della Chiesa.
Prendiamo ad esempio l'espressione su chi manifesta un sottile dissenso verso Papa Francesco. La vicenda dei noti dubia su Amoris laetitia, estesa da 4 cardinali anche a una nutrita schiera di intellettuali e giornalisti, può essere considerato un dissenso verso il Papa? Ma da quando una richiesta filiale di chiarimento è annoverata tra gli atti di lesa maestà? Semplice: da quando un'altra nutrita schiera di giornalisti e intellettuali, categoria nella quale possono essere inclusi anche molti ecclesiastici, si è messa a fare il guardiano della rivoluzione e ha iniziato a impartire patenti di cattolicità agli altri, spesso strumentalizzandone le parole o, peggio ancora, le intenzioni.
Si potrebbe proseguire con molti altri esempi per mostrare come la definizione di dissenso verso Papa Francesco sia decisamente arbitraria e affidata ad un sentire emozionale e quasi "giurisprudenziale" non privo a volte di pregiudizi, una specie di reato di concorso esterno in associazione mafiosa applicato alla vita della Chiesa. Una volta la Chiesa definiva i suoi nemici in base a nomi e cognomi ben precisi: massoni, comunisti, nazisti, atei anticlericali, eretici. Per ognuna di queste categorie venivano spiegati i motivi per i quali non potevano essere accolti a parlare alle masse. Oggi invece il nemico sembra essere individuato genericamente e arbitrariamente contro un solo Papa, come se tutti gli altri invece fossero meritevoli di attacchi.

PORTE APERTE AGLI ERETICI
A Modena ad esempio proprio Castellucci non più tardi di dieci giorni fa si è trovato a conversare pubblicamente all'interno di una iniziativa diocesana, con Andrea Grillo, liturgista tra i più influenti ultimamente, il quale non ha mai lesinato critiche spesso personali non solo all'attuale prefetto del Culto divino il cardinale Robert Sarah, ma anche al magistero di Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II. Secondo il ragionamento e gli atti pubblici di Castellucci, dovremmo intendere dunque che i "nemici" dei papi precedenti invece possono avere le porte aperte?
Chi stabilisce allora che il tal articolo o il tal pensiero sia scritto da un nemico di Papa Francesco? Nel suo articolo Castellucci dice di non avere in simpatia la figura degli inquisitori, ma questa sembra più una misura da Politburo che dà le indicazioni alle diocesi trasformate in soviet, dove le domande, i dubbi, i timori ragionati, la responsabilità personale e le osservazioni filiali acquisiscono il marchio infame del dissenso, che in quanto tale deve essere censurato, represso e proibito.
Insomma, l'espressione "nemico di Papa Francesco" acquisisce così la stessa valenza soggettiva che nei regimi comunisti aveva il "nemico del popolo": bastava una delazione, una interpretazione malevola di una parola, per far scattare l'accusa dalla quale non ci si poteva difendere.
E questo va di pari passo con il riferimento a "chi manifesta dissenso verso la Chiesa ufficiale". Posto che l'unica espressione di Chiesa ufficiale che si possa riconoscere è quella che è fatta nel Magistero perenne della Chiesa e non nelle opinioni personali o nelle interviste dei pontefici, anche qui viene qualche dubbio. Il cardinal Sarah, che recentemente è stato corretto pubblicamente dal Papa per una vicenda che attiene alla liturgia, appartiene o no alla Chiesa ufficiale? I parroci di Modena potranno invitarlo in canonica per parlare che so, di culto mariano, o dovranno considerare che, dato che ha avuto alcune divergenze di natura liturgica con il Papa, non meriti di essere considerato per quello che è, cioè il prefetto in carica della Congregazione del Culto Divino?

OK PER ENZO BIANCHI, EMMA BONINO, LAURA BOLDRINI
E Enzo Bianchi, uomo dalle tesi sempre più eterodosse? Ha chiuso un evento proprio con il vescovo Castellucci e partecipato a vari incontri nelle parrocchie. Eppure è lo stesso che tra le altre cose rifutava l'idea di prendere la Madonna come modello per le donne di oggi. Perché il priore emerito di Bose sì e altri no?
La domanda è legittima e urgente, anche perché lo stesso Castellucci, non più tardi di martedì scorso ha presenziato all'apertura dell'anno accademico dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose dell'Emilia Romagna che aveva come relatore d'apertura il professor Fulvio Ferrario. Chi è? E' docente di teologia sistematica presso la Facoltà valdese di Roma. Insomma: a tenere la prolusione d'inaugurazione di una facoltà teologica cattolica, di cui Castellucci è moderatore, è stato chiamato un protestante, i quali una volta venivano definiti eretici, più che dissenzienti. Ma si vede che fa lo stesso.
E che dire del peana che ancora oggi compare sul sito del settimanale diocesano di Modena dove un entusiastico sacerdote, reduce dal concertone di Vasco Rossi di quest'estate, dice che il Modena Park ha fatto cadere pregiudizi e chiusure su Vasco Rossi, che "avevamo raccontato come vate della trasgressione, della vita spericolata e dell'individualismo spericolato e gaudente". Dunque Vasco Rossi è diventato un estensore della Chiesa ufficiale e pertanto se ne può lodare la poetica sul sito diocesano?
Ma è chiaro che il problema non riguarda soltanto Modena, forse Modena ha messo nero su bianco un tentativo di ingabbiare secondo regole e schemi dettati da logiche politiche e di potere la fraterna ricerca della verità dei figli di Dio. Anche perché non si vedono editti di stampo contrario in giro. A Biella la pluri abortista Emma Bonino ha potuto parlare tranquillamente in chiesa senza che il vescovo dicesse "bau", così come sempre in chiesa è stata invitata a parlare la presidente della Camera Laura Boldrini nel corso della festa di Avvenire organizzata dalla Diocesi di Monreale, in Sicilia. Anche loro espressione della Chiesa ufficiale?

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 26/10/2017

8 - GLI ANGLICANI APRONO AL GENDER NELLE SCUOLE
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): le strutture turistiche amiche dei gay, l'Università di Siena apre lo sportello LGBT, film Lgbt ''La battaglia dei sessi'' più ideologia che tennis
Fonte Gender Watch News, 15/11/2017

L'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ha presentato alcune linee guida per gli insegnanti delle scuole di confessione anglicana. In esse si può leggere che i bambini «dovrebbero essere liberi di esplorare le possibilità di chi potrebbero essere senza giudizio o derisione» dato che «sono in una fase di sperimentazione della vita e non è necessario fissare delle etichette». Inoltre «occorre evitare di definire irregolare, anormale o problematico il comportamento dei bambini solo perché non si conforma agli stereotipi di genere». Ovviamente è necessario condannare «ogni bullismo, incluso quello omofobico, bifobico o transfobico».
Tra tutti gli ambiti in cui l'anticultura gender si può infiltrare, di certo quello ecclesiale è il privilegiato: se anche i capi religiosi accettano la teoria del gender per la massa è segno inequivocabile che tale teoria è cosa buona.

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal gaio mondo gay (sempre meno gaio).

"GAY FRIENDLY ITALY": PER CERTIFICARE LE STRUTTURE TURISTICHE AMICHE DEI GAY
Si chiama Gay Friendly Italy ed è una piattaforma per certificare le strutture turistiche italiane gay friendly. Il bollino arcobaleno viene dato quando la struttura aderisce ad una Carta dei valori promettendo così di non mettere in atto condotte discriminatorie.
Il sito offre anche guide turistiche, coupon, offerte commerciali dedicate, bollettino informativo sulle iniziative gay friendly e percorsi di formazione per gli operatori turistici.
Un altro esempio per dimostrare che l'omosessualità da tempo non è più solo un orientamento sessuale, ma fenomeno sociale strutturato, realtà che fa gola anche agli imprenditori i quali vorranno il bollino arcobaleno più che per convinzione ideologica per scopi lucrativi perché così allargheranno il bacino di utenza della loro clientela.
(Gender Watch News, 20 novembre 2017)

ALL'UNIVERSITÀ DI SIENA APRE LO SPORTELLO LGBT
E' stato inaugurato a Siena, in collaborazione col Comune e con la Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, denominata READY, lo sportello LGBT dell'Università di Siena.
"Un punto di riferimento informativo - commenta l'assessore alle Pari Opportunità, Tiziana Tarquini – che va ad aggiungersi a quelli del Movimento Pansessuale Arci Gay Siena e delle associazioni "DonnachiamaDonna" e "Serenamente - Centro Dedalo" nell'ambito del network Orientiamoci alle differenze, nato allo scopo di fornire una rete di primo orientamento e una help-line sulle tematiche di genere. Si tratta di un servizio competente e qualificato, in quanto gli operatori sono stati debitamente formati sulle conoscenze specifiche in ambito di orientamento sessuale, affettivo e di identità di genere, oltre che nelle tecniche di counseling nella relazione di supporto".
"Una città che è in grado di offrire certe opportunità di sostegno e di approfondimento - afferma il sindaco Bruno Valentini - è senz'altro una città più attenta e sensibile nella tutela dei diritti delle persone. Il contrasto all'omofobia e a qualsiasi tipo di discriminazione basata sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere deve essere visto come una battaglia di civiltà e superare, quindi, ogni distinzione di natura politica".
"Lo sportello che inauguriamo oggi - aggiunge il professor Alessandro Donati, delegato alla Cittadinanza Studentesca - è un altro servizio che l'Ateneo aggiunge grazie alla sinergia con il Comune e con il Movimento Pansessuale. Speriamo che tale esperimento possa aiutare studenti e studentesse a risolvere piccoli e grandi questioni personali legate all'identità di genere".
Non è chiaro, però, a cosa servirà lo sportello in questione, se non ad allineare l'Università di Siena all'ideologia gender oggi dominante ed a fornire consigli in materia di orientamento sessuale sui quali, date le premesse, ci permettiamo di avanzare fin d'ora forti riserve. La notizia dimostra piuttosto ancora una volta quanto il movimento LGBT, pur essendo espressione di un pensiero debole, trovi sponda in ambienti accademici ed istituzioni che fanno a gara nel rincorrere il politically correct.
(Tommaso Monfeli, Osservatorio Gender, 7 novembre 2017)

LA BATTAGLIA DEI SESSI, PIÙ IDEOLOGIA CHE TENNIS
Una partita di tennis può avere un'influenza che va molto oltre il rettangolo di gioco, come emerge da La battaglia dei sessi, film con Emma Stone e Steve Carrel attualmente nelle sale cinematografiche italiane.
La pellicola prende spunto da fatti realmente accaduti. Siamo negli anni Settanta negli Stati Uniti, in un contesto sociale segnato dalle rivendicazioni femministe e dalla rivoluzione sessuale. Nel 1972 un gruppo di tenniste, tra le quali spiccava il nome della campionessa mondiale Billie Jean King, decide di fondare la Women's Tennis Association (WTA), con l'intento di ottenere un'uguaglianza di compenso tra uomini e donne, a parità di pubblico attirato alle competizioni.
Una rivendicazione accolta con scetticismo negli ambienti sportivi, dove la differenza fisica tra i due sessi è evidenza comprovata, ma che viene invece sfruttata dell'ex campione di tennis maschile Bobby Riggs, cinquantacinquenne vittima del gioco d'azzardo e nel pieno di una crisi coniugale.
Riggs contatta dunque la King, proponendole di sfidarsi pubblicamente: la tennista tuttavia rifiuta, temendo che una sua eventuale sconfitta nel match potesse andare a discapito della causa che lei e le sue compagne portavano avanti. Non fu dello stesso avviso però la campionessa in carica - nonché neomamma - Margaret Court, che accetta la sfida di Riggs: il 13 maggio 1973 venne così giocata a Ramona (California) la prima "Battaglia dei sessi", che vide una facile vittoria di Bobby Riggs.
A questo punto la ventinovenne Billie Jean King non poteva più sottrarsi alla sfida: era lei l'unica atleta che poteva risollevare la posizione delle donne, battendo l'ex campione maschile.
Ed eccoci quindi alla partita entrata nelle antologie. Un match preparato nei minimi dettagli dalla giovane tennista, e che viene invece preso sottogamba dal baldanzoso Bobby, il quale non impiega il suo tempo nel tentativo di recuperare la vecchia forma perduta, bensì si diletta in scenette dai connotati ostentatamente misogini.
La seconda "Battaglia dei sessi" fu una partita avvincente, sudata, che - come si diceva in apertura - ha avuto il merito di stimolare un confronto pubblico sul ruolo delle donne all'interno della società, nella salvaguardia della peculiarità dei due sessi. E tutto questo di certo anche grazie alla determinazione e al coraggio della giovane Billie Jean King, nonché delle altre atlete della WTA.
Questo quindi il resoconto della vicenda sportiva, così come si è svolta. Un pezzo importante di storia che, nei suoi aspetti positivi e in quelli negativi, non nega un dato di fatto: uomini e donne sono diversi, sia nel fisico, sia nel cervello. E il fatto che la partita sia poi stata portata a casa da Billie Jean King non nega l'evidenza della differenza di età e di condizione fisica tra i due atleti, così come il fatto che una precisa preparazione mentale e l'elaborazione di una tattica capace di esaltare i propri punti forti e - di contro - di andare a colpire l'avversario sui suoi punti deboli, sia importantissima. La sola forza fisica non basta nello sport.
Ma veniamo ora alle criticità del film diretto da Jonathan Dayton e Valerie Faris, che presenta un importante carattere di propaganda ideologica pro-LGBT e anti-famiglia. Infatti, pur prendendo spunto dalla realtà, più che al tennis La Battaglia dei sessi dà moltissimo spazio alla vicenda d'amore omosessuale tra Billie Jean King e Marilyn Barnett, concretizzatasi proprio nella primavera del 1973 e nonostante la King fosse sposata dal 1965. Una storia di tradimento che nel film viene rappresentata senza filtri - dando così l'ennesimo schiaffo al più basilare senso del pudore - e che, anzi, viene posta in maniera tale da portare lo spettatore a legittimare le due donne "innamorate".
Una propaganda ideologica che alla fine della pellicola si fa palese, almeno in due frangenti. Il primo subito dopo la vittoria di King su Riggs, quando il responsabile "stilistico" - chiaramente con tendenze omosessuali - vedendo la giovane tennista in crisi rispetto alla presenza del marito e a quella della sua amante, le sussurra in un orecchio che ora è il momento di godersi la vittoria sportiva, mentre la battaglia per ottenere la possibilità di "amare chi si vuole" è di là da venire. E la storia ci conferma che fu effettivamente così: solo negli anni Ottanta la King uscì allo scoperto e divenne la prima atleta statunitense a riconoscere apertamente di aver intrattenuto una relazione omosessuale.
Il secondo spot pro-LGBT lo si ha invece nei titoli di coda, dove si legge che qualche anno dopo Billie Jean King divorziò dal marito per fare coppia con una donna. Donna con la quale fece poi - ovvio, no? - da madrina per i due figli dell'ex marito.
Concludendo, quindi, la Battaglia dei sessi è un film che lascia poco spazio allo sport e molto all'ideologia.
(Teresa Moro, La Nuova Bussola Quotidiana, 13 novembre 2017)

Fonte: Gender Watch News, 15/11/2017

9 - OMELIA III DOM. DI AVVENTO - ANNO B (Gv 1,6-8.19-28)
Rendete diritta la via del Signore
Fonte Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 17 dicembre 2017)

Possiamo riassumere in tre parole l'insegnamento delle letture di oggi: luce, gioia e umiltà.

1) LUCE
Prima di tutto, questa terza domenica d'Avvento ci presenta la luminosa figura di san Giovanni Battista, il Precursore del Signore. Di lui l'evangelista Giovanni dice che «non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce» (Gv 1,8). In un altro passo di questo Vangelo, Gesù afferma che il Battista «era una lampada che arde e risplende» (Gv 5,35). La lampada non è la luce, ma porta in sé la luce, che illumina tutti quelli che sono nella casa. Così era san Giovanni Battista che preparò le vie al Signore, predisponendo i cuori ad accoglierlo con fede. Così è ogni cristiano, quando riesce a dare buona testimonianza.
In questo periodo d'Avvento siamo chiamati a rivedere tutta la nostra vita, per renderla sempre più un segno vivente dell'amore di Dio. La luce di Cristo brillerà in noi se allontaneremo da noi le tenebre del peccato. San Paolo, nella seconda lettura, invita pertanto tutti i cristiani a tendere alla perfezione. Egli dice: «Pregate ininterrottamente [...] astenetevi da ogni specie di male. Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo» (1Ts 5,17-23).
Un giorno, un pellegrino volle andare a conoscere san Giovanni Maria Vianney. Dopo averlo incontrato, così testimoniò: «Ho visto Dio in un uomo». Un santo è come una spugna imbevuta di Dio, o, per meglio dire, è come una lampada che irradia la luce divina.

2) GIOIA
Quanto più uno farà risplendere in sé la luce di Gesù Cristo, tanto più egli vivrà nella gioia. San Paolo, nella seconda lettura, dice: «Siate sempre lieti» (1Ts 5,16). La gioia, quella autentica, sgorga sempre da un cuore puro, da un cuore che ama Dio al di sopra di ogni cosa.
San Leonardo da Porto Maurizio, ad un certo punto della sua vita, così affermò: «Ho settantadue anni e non sono stato un solo giorno triste»; al contrario, un famoso personaggio di questo mondo disse: «Ho settantadue anni e non sono stato un solo giorno felice». Solo chi è nell'amicizia con Dio gioisce. Possiamo dire con certezza che i Santi sono stati le persone più felici di questo mondo, proprio perché avevano Dio nel cuore e, con Lui, godevano di una profonda letizia interiore, pur in mezzo alle grandi prove che hanno dovuto affrontare. Aggiungeva santa Bertilla Boscardin: «Vi è un'unica felicità: essere santi; e vi è un'unica tristezza: non esserlo».
La gioia si raggiunge dopo un serio cammino spirituale che ci fa esclamare con il profeta Isaia: «Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza» (Is 61,10). Questo canto di esultanza del profeta Isaia si riferiva a Gerusalemme, salvata e ricostruita dopo l'esilio di Babilonia. Questo inno deve diventare anche il nostro grido, che nasce da un cuore liberato dal peccato.

3) UMILTA'
A questa prima lettura fa eco il cantico del Magnificat, uscito dal cuore e dalle labbra della Vergine Maria. Il Magnificat è il canto della gioia, con il quale la Madonna ringrazia Dio e lo riconosce come suo Salvatore. Vera umiltà è quella che ci fa riconoscere tutti i benefici ricevuti dal Signore e ci fa attribuire unicamente a Lui la causa di tutto il bene che è in noi. Quanto più un'anima è umile, tanto più il Signore si compiace di compiere in essa delle meraviglie. Per questo, la Madonna esclamò: «Perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome» (Lc 1,47-48). L'umiltà è la base della santità. Se vi è questo solido fondamento, allora Dio potrà anche in noi operare grandi cose e riversare la sua misericordia nei nostri cuori.
Quanto più un'anima è umile, tanto più glorifica il Creatore e tanto più esulta in Lui. Per questo, la Madonna esclamava: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore» (Lc 1, 46).
Questa umiltà la possiamo ammirare anche in san Giovanni Battista. A chi lo interrogava su chi egli fosse, il Precursore così rispondeva: «In mezzo a voi – e si riferiva chiaramente a Gesù – sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non son degno di slegare il laccio del sandalo» (Gv 1,26-27).
La Madonna, stella luminosa che illumina questo periodo d'Avvento, e san Giovanni Battista, il Precursore di Gesù, ci insegnano la via dell'umiltà, la sola che conduce alla gioia. Sia questa anche la nostra via che ci conduca al Natale ormai vicino.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio, (omelia per il 17 dicembre 2017)

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