LA LEZIONE DELLE ELEZIONI SVEDESI CHE TENTANO DI NASCONDERCI (COME PURE IN GERMANIA...)
E non dobbiamo dimenticare le espulsioni di massa di immigrati del governo Andreotti nel 1991 per 20mila clandestini albanesi (mentre nel 1997 Prodi e Napolitano ordinarono il blocco navale totale dall'Albania)
Autore: Gianandrea Gaiani - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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SIAMO HOBBIT IN UNA TERRA DOMINATA DA SAURON
Il vero orrore è lo spegnimento progressivo delle coscienze... eppure Mordor cadrà (VIDEO: Finale del Signore degli Anelli)
Autore: Giacomo Bertoni - Fonte: Blog di Costanza Miriano
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IL FIGLIO COMPRIAMOLO SU AMAZON... OPPURE, MEGLIO ANCORA, PRENDIAMO UN CANE
Il ragionamento è semplice e comodo: ''È meglio un cane come figlio: almeno non mi prosciuga il conto in banca, non mi rovina le vacanze e non mi toglie la mia libertà''
Autore: Alessandro Carli - Fonte: Centro Cattolico di documentazione
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IL PARTITO DEL GIORNALE UNICO
Giornali e televisioni italiani sono, nella maggior parte, anti italiani, idolatrano i mercati e l'Unione Europea e... vogliono abbattere Salvini
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
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VACCINI OBBLIGATORI SI, NO, FORSE, PERO'...
Continua la guerra santa dei vaccini malgrado l'intenzione del governo fosse solo di evitare l'obbligo del certificato per sottrarsi al ricatto della burocrazia (VIDEO: La guerra dei vaccini)
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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QUALI SAREBBERO LE VIRTU' EROICHE DEL SINDACO CATTOCOMUNISTA GIORGIO LA PIRA?
In occasione dell'incredibile proclamazione a venerabile, ricordiamo la sua vita spesa nella costante ricerca di compromesso tra la Fede e il Mondo
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana
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L'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA' CANCELLA I TRANSESSUALI DAI DISTURBI MENTALI
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): arriva Batwoman supereroina lesbica, se ''love is love'' voglio sposare il mio pc, espulso prete dall'università perché ha organizzato una preghiera di riparazione al gay pride
Autore: Doug Mainwaring - Fonte: Notizie Provita
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LETTERE ALLA REDAZIONE: ALLA SANTA CASA DI LORETO, CON TRISTEZZA, ABBIAMO SCOPERTO CHE...
... non solo viene negata la verità storica del trasporto angelico, ma viene anche impedita la secolare tradizione di pregare in ginocchio intorno alla Santa Casa
Fonte:
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OMELIA XXIV DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Mc 8,27-35)
Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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LA LEZIONE DELLE ELEZIONI SVEDESI CHE TENTANO DI NASCONDERCI (COME PURE IN GERMANIA...)
E non dobbiamo dimenticare le espulsioni di massa di immigrati del governo Andreotti nel 1991 per 20mila clandestini albanesi (mentre nel 1997 Prodi e Napolitano ordinarono il blocco navale totale dall'Albania)
Autore: Gianandrea Gaiani - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11-09-2018
"Gli svedesi hanno votato liberamente e democraticamente, e siamo fiduciosi che il Governo che emergerà continuerà nel forte impegno nei confronti dell'Ue". Lo ha detto ieri il portavoce del presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, commentando l'esito delle elezioni in Svezia. Elezioni per le quali la Ue aveva nei giorni scorsi espresso forti preoccupazioni legate all'affermazione del partito dei Democratici Svedesi (DS) di Jimmie Akesson. Al di là dei risultati elettorali, resta l'evidente contraddizione di una Commissione non eletta dai popoli europei ma determinata da alleanze e intese in seno ai gruppi parlamentari che esprime preoccupazioni ogni volta che negli Stati membri si tengono elezioni democratiche. Un così elevato e costante timore della volontà popolare la dice lunga sul deficit di credibilità democratica di cui soffre la Ue. A minarne la credibilità contribuisce anche la percezione che il suo obiettivo sia l'autoconservazione, mantenere il suo ruolo e autolegittimarsi nel perseguire politiche suicide verso gli europei (dalla finanza all'immigrazione), accentuando invece di risolverli i gravi problemi del Vecchio Continente. I commenti di ieri, quando in Svezia ancora era da ultimare lo spoglio di tutte le schede, sono stati anche in Italia improntati generalmente al sollievo per lo scampato pericolo. Democratici Svedesi è il terzo partito, è cresciuto raggiungendo il 17,7 per cento ma non ha sfondato quota 20%. Anche in Italia, come presso molti ambienti politici europei, si finge entusiasmo per il mancato trionfo dei sovranisti.
LA POLITICA DELLO STRUZZO Si continua a perseguire quindi la "politica dello struzzo" che da anni caratterizza i centri di potere comunitari e molti governi dell'Europa Occidentale. Si tende, anche per pigrizia mentale, a fingere di non vedere le cause dipingendo come tali gli effetti. Il problema non è infatti, in Svezia come altrove, l'esplosione di consensi per i partiti contrari ai flussi migratori ma il fatto che sia proprio questa immigrazione di massa, selvaggia e quasi sempre islamica, violenta e priva di ogni aspirazione all'integrazione a determinare il crescente rifiuto delle forze politiche che hanno consentito tutto questo. Così come nell'Est Europa si assiste al consolidamento di quelle forze di governo che rifiutano di mutuare le fallimentari politiche immigrazioniste dei partner occidentali. I Democratici Svedesi crescono e cresceranno ancora influenzando anche altre forze politiche svedesi non perché dilaghi il razzismo ma perché la Svezia ha 62 aree urbane (lo ammette la polizia) fuori controllo, in mano a gang islamiche armate di kalashnikov e bombe a mano che impongono la sharia in interi quartieri delle più importanti città. A Rinkeby, sobborgo a nord di Stoccolma è stato definito "zona di guerra" dalla responsabile delle unità anticrimine della polizia, Lise Tamm, come ha ricordato ieri il ministro italiano della famiglia, Lorenzo Fontana. L'Islam rappresenta già oggi la più grave minaccia alla libertà, alla democrazia, ai diritti umani e alla sicurezza tout court e a quella sociale in Europa. Una sfida che prima o poi molti paesi dell'Europa Occidentale (a cominciare da Svezia, Belgio, Francia, Gran Bretagna, Olanda...) dovranno affrontare indipendentemente dal colore politico del governo in carica. Anzi, più tempo si attende e più ardua e sanguinosa sarà la "riconquista" delle no go area di cui i governi europei hanno perso controllo e sovranità.
QUANDO ANDREOTTI ORDINAVA LE ESPULSIONI DI MASSA DI IMMIGRATI CLANDESTINI Vale la pena sottolineare che le uniche espulsioni di massa di immigrati clandestini attuate in Italia sono state ordinate e gestite ai danni dei clandestini albanesi nell'agosto 1991 dal governo guidati da Giulio Andreotti (ministro dell'Interno era Vincenzo Scotti). "Non siamo assolutamente in condizione di accogliere gli albanesi che premono sulle coste italiane e lo stesso governo di Tirana è d'accordo con noi che debbano essere rinviati nella loro nazione", rese noto il presidente del consiglio varando un'operazione segreta di rimpatrio che riportò a Tirana con 11 aerei militari, 3 aerei civili e 3 motonavi oltre 20 mila albanesi convinti di venire smistati da Bari in altri centri d'Italia. L'unico governo italiano a ordinare non solo il blocco dei porti ma, di fatto, un "blocco navale" davanti alle coste di un altro Stato, fu nel 1997 l'esecutivo di centrosinistra guidato da Romano Prodi, con Giorgio Napolitano ministro dell'Interno, per impedire lo sbarco di altri clandestini dall'Albania. In buona parte d'Europa, quando la situazione sarà ancora più critica, di fronte all'emergenza non saranno le sfumature politiche a fare la differenza. Per questo fa specie notare che la lezione svedese (come quelle precedenti) non sia stata recepita nel suo significato più profondo. I risultati elettorali vedono i Socialdemocratici restare primo partito nonostante un calo senza precedenti e anche unendosi con i Verdi non avrebbe i numeri per governare. Al tempo stesso la coalizione dei tre partiti di centrodestra potrebbe formare un governo solo unendosi ai DS anche se prima del voto aveva escluso una simile alleanza. Ulf Kristersson, che guida il centro-destra, ha detto che si attende un mandato per formare un nuovo governo e che il primo ministro uscente, il socialdemocratico Stefan Lofven, dovrebbe dimettersi. Il premier invece apre a un governo allargato al centrodestra. I risultati definitivi delle elezioni non arriveranno prima di mercoledì, quando si conoscerà l'esito del voto dei circa 200mila svedesi all'estero. Il blocco "rosso-verde" al potere fino ad oggi è accreditato per il momento di un seggio in più (144, con il 40,1%) rispetto all'opposizione conservatrice (143). Nessuno dei due gruppi è comunque vicino a ottenere il 50% dei 349 seggi in ballo al Riksdag, il Parlamento svedese. Tutti i giochi sono quindi aperti ma resta difficile dare torto ad Akkeson quando afferma che SD avrà un "peso enorme" nel futuro della Svezia. Proporzionale ai gravi problemi di sicurezza interna che Stoccolma dovrà affrontare.
Nota di BastaBugie: Lorenza Formicola nell'articolo seguente dal titolo "La Germania ha un problema. Ed è l'islam, non il nazismo" spiega che a leggere gli editoriali dei giornali tedeschi pare che siano tornati i nazisti. La Germania ha sì un problema, ma non il nazismo di ritorno. Il problema è l'arrivo di un'immigrazione islamica che non si integra e fa impennare gli omicidi. E' contro questo nuovo disordine che i tedeschi protestano a Chemnitz, dopo l'ennesimo delitto. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 4 settembre 2018: Si fa un gran parlare ultimamente di Germania, e a leggere gli editoriali sulla stampa internazionale pare che siano tornati i nazisti. È questo il vero problema che i media hanno estrapolato dalle manifestazioni che si stanno susseguendo in casa Merkel. Per recuperare un resoconto più lucido ed equilibrato di quanto sta avvenendo nei confini tedeschi bisogna, invece, sfogliare il Financial Times. Nella terza più grande città della Sassonia, a Chemnitz, da giorni, si susseguono manifestazioni e scontri. La goccia che ha fatto traboccare un vaso pieno da tempo è stato l'omicidio di un trentacinquenne tedesco per mano di due immigrati musulmani richiedenti asilo. La morte dell'uomo identificato come Daniel H., avvenuta nel centro cittadino domenica scorsa, ha così divelto gli argini. E gli scontri si sono fatti subito talmente prepotenti da lasciare la polizia incapace di fermare la violenza dilagante. Tra l'insofferenza, la disillusione e il senso di abbandono della popolazione verso i politici locali e nazionali della CDU, criticati aspramente per la loro ipocrisia e le politiche su immigrazione e sicurezza, è viva l'istantanea di un Paese che se non è già in pieno clima da guerra civile, respira un'amara aria di tempesta. Se, infatti, la stampa continua a ridurre i fatti a populismo, xenofobia e fake news, Chemnitz, è diventata nel frattempo il simbolo del malessere dell'intero Paese. E quando giovedì il primo ministro della Sassonia e stella nascente dell'Unione Cristiano Democratica (CDU) di Angela Merkel, Kretschmer, è andato proprio a Chemnitz per tenere un comizio e dimostrare attenzione ai problemi manifestati, sapeva di star entrando nella tana del leone, ma forse non aveva compreso quale fosse l'entità della situazione. È così che, completamente impreparato a fischi, grida e contestazioni in una città in ebollizione tra rabbia e dolore, ha dovuto lasciarla con la coda tra le gambe. "La Merkel parla di mantenere il diritto e l'ordine, ma la gente viene massacrata nelle strade. Se le cose continuano così, stiamo andando verso una guerra civile", gridavano i manifestanti come ha fatto notare proprio il principale giornale economico-finanziario della City. D'altronde le tensioni latenti sull'immigrazione, l'identità, la razza e la religione hanno intorbidito la Germania da quando la cancelliera ha inaugurato la politica delle porte aperte lasciando entrare oltre un milione di immigrati. I problemi che hanno iniziato a manifestarsi entro i confini nazionali hanno portato all'ascesa di Alternativa per la Germania (AfD), il partito di destra che ha guadagnato 92 seggi parlamentari nelle elezioni dell'anno scorso e che adesso, nonostante sia una forza politica nuova e giovane, è il più grande partito di opposizione al Bundestag. E le tensioni che le urne hanno manifestato per la prima volta lo scorso anno, adesso sono esplose al punto da trasformare una città in un campo di battaglia. Mai come oggi infatti ci si domanda se la Germania ha davvero un problema con l'islam importato e se sarà capace di sopravvivergli. Quesiti che sono al centro delle proteste e del dibattito pubblico, ma non politico, come denuncia anche Politico. Che, allo stesso tempo, condanna l'incapacità del governo di tenere a bada l'estrema destra e i neo-nazisti e di non autocelebrarsi a dovere sull'età dell'oro che in realtà starebbe vivendo la Germania. "A chi dovrebbe essere consentito entrare?", si chiedevano allo Spiegel, in copertina, la scorsa settimana. Mentre la copertina di questa settimana, dedicata alla Sassonia, lo stato teatro dell'omicidio e degli scontri, recita: "Quando la destra prende il potere". Thilo Sarrazin, ex funzionario della Bundesbank, ha scritto "Hostile Takeover" con l'intendo di interpretare il disagio della Germania per l'afflusso di rifugiati con una previsione di ciò che spetterà all'Europa. Nel descrivere l'islam come "un'ideologia della violenza mascherata da religione", Sarrazin sostiene che se l'Europa non intraprenderà azioni tempestive per fermare la migrazione musulmana verso l'Ue, la società europea alla fine sarà annichilita fino alla distruzione. Il volume ha debuttato al numero uno della classifica dei bestseller tedeschi. Sulle stesse frequenze ha deciso di sintonizzarsi anche Marco Wanderwitz, segretario di Stato del ministero dell'interno che in queste ore ha dichiarato, "per troppo tempo non abbiamo riconosciuto la dimensione del problema o non eravamo disposti a farlo". Qualcuno potrebbe domandare dell'opportunità di sovrapporre sempre rifugiati e immigrati all'islam. Ebbene la Germania che oggi protesta, lamenta proprio l'incompatibilità con l'islam importato. Persino sulle pagine di Politico, nel commentare la cronaca di questi giorni, si sono resi conto che il problema è tutto là e hanno aperto il pezzo con una domanda per loro retorica, "può la Germania sopravvivere all'islam?" Per non parlare, poi, del legame con l'epidemia di violenze sessuali. E' ormai noto che i carnefici rivendicano l'opportunità dei loro gesti sostenendo che le "donne bianche e occidentali meritano di essere violentate": è la visione islamica del mondo a parlare. E sebbene i media continuino a decantare la sicurezza tedesca, l'impennata di crimini violenti perpetrati da rifugiati e le percentuali di stupri ed omicidi stanno sconvolgendo il Paese. Peculiarità di casa Merkel è, per esempio, la crisi di stupri. Il rapporto trimestrale, pubblicato il 16 gennaio dall'ufficio federale della polizia criminale tedesca (BKA), dimostra che i 'zuwanderer' (richiedenti asilo, rifugiati, immigrati clandestini) hanno commesso esattamente 3466 reati sessuali nei primi mesi del 2017, circa tredici al giorno. Ma per avere un quadro completo occorrerà aspettare il secondo trimestre del 2018. Nel frattempo quel che è certo è che nel 2016 i migranti hanno commesso 3404 reati sessuali; nel 2015, 1683; nel 2014, 949 reati sessuali e nel 2013, 599, circa due al giorno. A giugno, lo stupro e l'omicidio di una ragazza di 14 anni, presumibilmente per mano di un richiedente asilo iracheno, hanno fatto infuriare la nazione. Detto ciò, il direttore della Criminal Police Association (Bund Deutscher Kriminalbeamter, BDK), Andrè Schulz, stima che addirittura fino al 90% dei reati sessuali commessi in Germania non compaiono nelle statistiche ufficiali. "Esiste un rigido ordine da parte delle autorità di non denunciare i crimini commessi dai rifugiati", ha detto alla Bild un alto funzionario della polizia di Francoforte. A gennaio è stato pubblicato un importante studio che ha rappresentato uno dei primi tentativi di misurare l'effetto che l'ondata di rifugiati del 2015 e del 2016 in Germania e il reale aumento, o meno, di crimini violenti. Condotto da Christian Pfeiffer, Dirk Baier e Soeren Kliem dell'Università di Scienze Applicate di Zurigo, lo studio commissionato dal governo utilizza materiale proveniente dal quarto stato più popoloso della Germania, la Bassa Sassonia. I ricercatori hanno richiesto dati che riguardavano specificamente i richiedenti asilo che erano arrivati nel 2015 e 2016. La polizia di Stato - in linea con il tabù del "non denunciare" - non aveva pubblicato tali statistiche, e si è scoperto allora per la prima volta che i richiedenti asilo avevano invertito la tendenza alla diminuzione di crimini violenti in Bassa Sassonia. E mentre era stata segnalata una diminuzione del 21,9% tra il 2007 e il 2014, le percentuali si sono ribaltate nel 2016 con un incremento di "violenza" del 10,4%. Lo studio ha rivelato che il 92,1% dei casi era da attribuire "ai nuovi arrivati". Tra il 2014 e il 2016, la percentuale di reati violenti risolti e attribuiti ai richiedenti asilo è aumentata al 13,3% dal 4,3% - una quota sproporzionatamente alta rispetto alla popolazione straniera dello stato. E se il governo tedesco avesse ammesso questa cruda realtà, fa notare Bloomberg, "la punizione politica della Merkel per la sua generosità verso i rifugiati avrebbe potuto essere più dura e l'AfD avrebbe potuto fare ancora meglio". Le agenzie governative tedesche non erano attrezzate a far fronte a un simile afflusso di richiedenti asilo e la società tedesca ne sta oggi pagando il prezzo. L'anno scorso i rifugiati erano sospettati di circa il 15% degli omicidi in Germania, secondo le statistiche ufficiali, e ciò sebbene rappresentino solo il 2% della popolazione. Molti dei sospettati, tra cui l'iracheno accusato di aver pugnalato la vittima di Chemnitz e il terrorista dei mercatini di Natale di Berlino nel 2016, godono di uno status di immigrati classificato come duldung, o "tollerato". Ciò significa che, nonostante le domande di asilo vengano negate, il governo permette di rimanere in Germania. Sarebbero oggi circa 170.000 gli immigranti duldung in Germania. Altre 350.000 persone risiedono nel paese senza alcuno stato di immigrazione ufficiale e molti di loro sono in attesa di una sentenza su una domanda di asilo. I critici affermano che la presenza di così tanti immigrati senza il diritto di rimanere nel paese dimostra che il sistema di asilo tedesco sia una messainscena. E come se non bastasse il giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung ha rivelato uno studio secondo il quale su oltre 280mila immigrati partecipanti ad un "corso di integrazione" promosso nel 2017 in Germania, il 52% non ha superato i requisiti minimi di conoscenza della lingua, cultura e valori tedeschi. E, allora, è vero o no che la Germania ha un problema con l'immigrazione islamica?
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 11-09-2018
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SIAMO HOBBIT IN UNA TERRA DOMINATA DA SAURON
Il vero orrore è lo spegnimento progressivo delle coscienze... eppure Mordor cadrà (VIDEO: Finale del Signore degli Anelli)
Autore: Giacomo Bertoni - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 27/08/2018
Come hobbit in una Terra di Mezzo soggiogata da Sauron. Piccoli, fragili, soli. La fotografia di Tolkien sembra scattata pochi giorni fa: Isengard pare dietro l'angolo, lì ogni giorno vengono forgiate nuove menzogne, e Mordor è ormai una città nella città. Nelle nostre città. Ma tutto questo avviene nel silenzio, quasi con dolcezza: nell'aria non risuonano i corni della battaglia, il cielo non è sconquassato da nuvole tempestose. Eppure l'avanzata di Sauron continua ineluttabile, mossa dall'obiettivo di trasformare le comunità in gruppi di pedine grigie, sconosciute e intercambiabili. Sull'altare del mondo, il dio profitto e il mito della produttività. Fuori, lontano dai riflettori, i vecchi, i deboli, gli improduttivi. Forse manca ancora un Sauron personificato, unico, riconoscibile, di certo non mancano i suoi seguaci. Ma non sono i vari Saruman di turno a fare paura: in ogni epoca, davanti a ogni ideologia c'è stato chi per interesse se ne è fatto servo un po' più degli altri convincendosi così di contare qualcosa. Certo, oggi paiono veramente tanti e dotati di un particolare potere vista l'appartenenza ai mondi dell'informazione, della comunicazione, dell'economia. Ma non sono loro la vera minaccia quotidiana. Il vero orrore è lo spegnimento progressivo delle coscienze. Anche in questo caso però, lo switch off è delicato e rispettoso: in quali altri momenti della storia si è parlato con maggiore diffusione di diritti, solidarietà, accoglienza? Ogni giorno è la giornata internazionale dei diritti di qualcuno, ogni settimana si scende in piazza, si organizza una manifestazione con gessetti colorati, bandiere arcobaleno e slogan ciclostilati in proprio. E mentre l'aria si riempie con le note di "Imagine", nella nostra civile Europa si diffonde l'ideologia mortifera che scarta i più deboli. Charlie Gard, Alfie Evans, Isaiah Haastrup, Melody Driscoll e decine di altre vite, soppresse perché "la loro qualità di vita non è alta". Quale maschera migliore dell'altruismo per l'eugenetica? Queste vite vanno tolte di mezzo perché sono l'ultimo ostacolo alla nuova dittatura del pensiero unico. Perché ci ricordano che siamo umani, esseri limitati e caduchi, e che abbiamo sempre bisogno degli altri. Perché ci insegnano che la vita non è solo lavoro, palestra e apericena, ma, grazie a Dio, qualcosa di più. Perché ai nuovi padroni del mondo servono soldatini ubbidienti, che abbiano in testa solo bisogni primari da consumare spasmodicamente. Non c'è spazio nel nuovo mondo per la dolcezza, la fragilità, la bellezza. Come puoi avere tanti burattini se questi hanno qualcuno che ricorda loro come senza relazione, senza cura, senza amore siamo condannati alla disperazione? Fai credere all'uomo di essere eterno, convincilo che tutto ciò che ottiene lo ottiene solo grazie a sé, nascondigli la paura, il dolore e la morte. Poi, quando tutto questo gli cadrà addosso all'improvviso e non avrà le forze per reggere l'urto, soccomberà. Ma quand'è che ci hanno attaccato dei pesi al mento per impedirci di guardare il Cielo? Lo ha scritto perfettamente Silvana De Mari sulla Verità di domenica 19 agosto: "Se aboliamo il sacro non vale la pena vivere". Tolto il sacro non rimane neanche l'umano, e le vicende abominevoli di Charlie e Alfie raccontano proprio questo: se la vita è solo ruotine ideologizzata io posso staccarti il ventilatore, sapendo che nelle prossime ore morirai perché i tuoi piccoli polmoni da soli non ce la fanno a garantirti l'apporto minimo di ossigeno necessario alla tua sopravvivenza. Per loro i gessetti colorati sono finiti e le chitarre non suonano più "Imagine". Del resto dai tanti Saruman contemporanei, spiaggiati davanti all'arrivo di un Cristiano Ronaldo qualsiasi, cosa potremmo aspettarci di degno di nota? Ma Sauron, che come tutti i dittatori non sa guardare il Cielo, sottovaluta il cuore dell'uomo. E non sa che piccoli hobbit indifesi possono attraversarla la Terra di Mezzo e arrivare fino a Mordor. Una compagnia dell'anello che al posto di Gandalf ha Mariella Enoc, che al posto della mappa ha gli scritti del cardinal Caffarra e cammina sul sentiero tracciato da San Giovanni Paolo II. Una compagnia che forse non saprà radunare milioni di combattenti, ma di sicuro non accetterà di tacere quando la dignità dell'uomo sarà calpestata. La tregua è momentanea, la pace non è vera e non durerà, la fede vacillerà ancora e il prezzo da pagare sarà alto. Ma Mordor cadrà.
Nota di BastaBugie: nel sottostante video (durata 4 minuti e mezzo) si può vedere il finale de Il Signore degli Anelli. Per comprenderne alcuni significati ecco tre riflessioni tratte da FilmGarantiti.it
1) Gandalf incorona Aragorn imperatore La scena ricorda l'incoronazione di Carlo Magno imperatore del Sacro Romano Impero da parte del Papa in San Pietro nella notte di natale dell'800. Del resto Gandalf è figura del Papa: vestito di bianco e ascoltato dai buoni di tutto il mondo. Ulteriore prova di questa verosimiglianza è il fatto che la residenza estiva del Papa è Castel Gandolfo, cioè il castello di Gandalf!
2) Matrimonio tra Aragorn e Arwen Lei in quanto mezzo elfo (come suo padre) sceglie la condizione umana (coloro che nascono dall'unione di un elfo e un uomo possono scegliere o la natura elfica o quella umana; in questo secondo caso scelgono la condizione mortale).
3) Inchino ai quattro hobbit "Ha rovesciato i potenti dai troni, ha esaltato gli umili": questa regola enunciata da Maria nel Magnificat si realizza nell'inchino di Aragorn e di tutti ai quattro hobbit (mezz'uomini). Anche Gesù stesso aveva preannunciato: "Chi si esalta sarà umiliato, chi si umilia sarà innalzato".
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IL FIGLIO COMPRIAMOLO SU AMAZON... OPPURE, MEGLIO ANCORA, PRENDIAMO UN CANE
Il ragionamento è semplice e comodo: ''È meglio un cane come figlio: almeno non mi prosciuga il conto in banca, non mi rovina le vacanze e non mi toglie la mia libertà''
Autore: Alessandro Carli - Fonte: Centro Cattolico di documentazione, 6 settembre 2018
Mancano condivisione, complicità e sacrificio. Non a me ma alle coppie di oggi. Ci ho pensato a lungo e per diversi mesi ho stretto gli occhi per mettere a fuoco le coppie di oggi che ho incontrato lungo le strade di San Marino e Rimini: sono decisamente miope, e lo sguardo "a fessura" fa parte della maschera quotidiana, ottimo per celare l'indagine. Niente pipa: quella si fuma davanti a Baker Street o in inverno quando hai il caminetto acceso e accompagni la dilatazione del tempo con una tazza di tè inglese - rigorosamente "Earl grey" della Ahmad Tea (dopo che lo hai provato, non lo abbandoni più) - o con un brandy. Sic et sempliciter, un camminare "slow" per provare a cogliere i frammenti della nuova società.
FIGLI? NON HO NÉ TEMPO, NÉ VOGLIA Oggi le coppie non figliano per pigrizia. Per compensare, "adottano" un cane che si trasforma (e viene trattato) come un pargolo. Coppie giovani, quindi di 30 anni. A salire con l'età è anche peggio. Coppie che convivono o che sono sposate di recente, quindi che vivono il miglior periodo della (r)esistenza: "mona" a disposizione quasi h 24 (cedo alla par condicio e concedo una quota rosa più o meno doverosa: "coa" a portata di mano in ogni angolo della casa e in ogni momento della giornata) e soprattutto (o è questo il freno?) la straordinaria possibilità di mettere al mondo una vita, provare a dargli un futuro, accompagnarlo lungo la strada che ti porta a diventare adulto. Il problema vero si chiama tempo: 9 mesi al buio, e poi 30 anni di foraggio, con tutti i limiti alla libertà che una creaturina comporta, quindi addio o un freno agli aperitivi, alle partita a calcetto, alle uscite con gli amici. La vocazione alla protezione appartiene al genere umano, quindi si sceglie una scorciatoia: adotto un animale, lo porto a bar prima di cena, se è cucciolo poi è sempre un'attrazione utile per fare nuove conoscenze e quando schiatta perlomeno non mi ha prosciugato il conto in banca. Se proprio ha le palle girate, il cane abbaia. Gli dai due croccantini e smette di rompere. [...] Il bimbo invece piange, ti fa passare notti insonni, lo devi allattare, vestire (anche se a dire il vero si fanno acquisti anche per l'outfit del quattro zampe) e se ha la febbre non puoi andare al mare nei weekend d'estate. Quando incontro le coppie che portano a spasso i cani penso a Elliott Erwitt, il fotografo. Con la differenza che quello che per lui poteva sembrare una bizzarra anomalia, oggi è diventata quotidianità.
UN DIALOGO VERO (PURTROPPO!) Chiedo a una coppia di conoscenti che hanno un Carlino. "Come si chiama?". "Roberto". "No, il cane dico". "Roberto. Ha anche un fratello che si chiama Carlo. Roberto ha già tre anni, sta diventando un ragazzo. A fine estate gli daremo un fratellino o una sorellina". La coppia è sposata da poco, più o meno dal 2016. Lui ha 35 anni, lei 30. "Sai Ale, non hai idea di che amore ti diano i cani. La mattina ci sveglia, sale sul letto e si fa fare le coccole". "Pensavo a un fratellino fatto da voi (in certi momenti l'aplomb british che cerco di imitare scompare) non a un cane". "Dì, ci pensi tu [...] a cambiargli i pannolini, a tirare su lo 'sbocco', ad alzarti dal letto in piena notte perché ha mal di pancia? E poi in estate non possiamo andare a fare le ferie". (Dialogo vero, lo giuro. Se non parola per parola, il concetto che è uscito è questo). Ma non finisce qui. [...] "Non sai quante coppie si sono mollate perché il figlio è diventato omosessuale". Dico la verità: non ci avevo pensato. La risposta mi ha sorpreso. Anche perché è complicato ragionare in maniera preventiva: non sforno perché il piatto potrebbe avere una serie di tare sociali. Un alibi apparecchiato per cena: le singole libertà non vengono intaccate, il cane prima di acquistarlo lo vedo e se è sano e mi piace lo prendo. Con una creatura in pancia che non posso vedere è più difficile: e se poi mi scappa fuori la sorpresa?
QUI E ORA Il consumismo bulimico e la necessità dell'hic et nunc hanno preso il sopravvento anche davanti alla magia del tempo: l'iper velocità e la connessione h 24 (nessuno ama più attendere: basti osservare gli occhi delle persone che fremono quando vedono su WhatsApp "sta scrivendo") sono diventati la vita, e non c'è tempo per l'attesa. [...] Qualcosa però non torna. A me, non a loro. Figliare è come fare un acquisto su Amazon: voglio la consegna in pochi giorni, pago con Paypal, fatica zero e aspetto il regalo. Mi informo: AdnKronos ha ribattuto la notizia che "in Italia nel 2020-25 ci saranno 4.600 pediatri in meno" a causa dei pochi medici che scelgono questa specializzazione. Non si figlia più, meglio dedicare gli studi ad altre branchie della salute. Ebay poi ha rimarcato che "cani, gatti e uccellini hanno ricevuto le attenzioni maggiori e per loro è stato davvero comprato di tutto, registrando in termini di vendita una crescita a doppia cifra. Il cane, amico dell'uomo per eccellenza, non poteva che attestarsi al primo posto in assoluto con un articolo venduto ogni 3 minuti (+30,5%)". Una fotografia che rispecchia le tendenze della nuova società. I cani hanno sostituito i figli e la genitorialità 4.0 è diventata antropomorfa: centauri, satiri, minotauri, tritoni e sirene. Animali trasformati, loro malgrado, in esseri umani. Mantenendo le fattezze naturali, si ritrovano a dover sostenere il peso di avere un padre e una madre non biologici. Le scuole si riempiranno di animali e i figli, pochi e stranieri, verranno portati a spasso con la pettorina e la museruola. Al parco, al mare, in città. "Scusi, di che razza è questo strano animale che cammina su due zampe e che tiene per mano?". "È mio figlio". "Ha il pedigree? Lo alimentate a riso soffiato e carne macinata di prima qualità?". "No, in realtà mangia come noi a tavola: piadina, strozzapreti, carnazza". "Purino...". Ci sarà un motivo per cui - al momento - ho scelto la mononuclearità sociale?
Fonte: Centro Cattolico di documentazione, 6 settembre 2018
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IL PARTITO DEL GIORNALE UNICO
Giornali e televisioni italiani sono, nella maggior parte, anti italiani, idolatrano i mercati e l'Unione Europea e... vogliono abbattere Salvini
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 3 settembre 2018
I media italiani, nella quasi totalità, sembrano una sorta di Giornale Unico scritto dal Giornalista Collettivo. Esso rappresenta il vero partito di opposizione a questo governo. Ma soprattutto è il Giornale Unico di opposizione, pregiudiziale e frontale, a Matteo Salvini. E' il Giornale Unico delle élite, dell'establishment che perde quote di potere, che tuona ogni giorno contro i barbari provinciali, che si dice ideologicamente cosmopolita e così amplifica la voce del Partito trasversale anti-italiano. Quello che idolatra l'Unione Europea e gli ineffabili Mercati, mentre sparge discredito sull'Italia e "dimentica" il nostro interesse nazionale. Le élite si professano globali. Lorsignori hanno l'orticaria a sentir parlare di nazione italiana e di patrie. Sono quelli che "il problema è il fascismo" e cosa volete che importi se dall'arrivo dell'euro abbiamo perso il 20 per cento di produzione industriale, se in otto anni hanno chiuso 158 mila saracinesche, sono raddoppiati i poveri assoluti, se in cinque anni sono arrivati 600 mila immigrati ed è schizzata al 35 per cento la disoccupazione giovanile. I nostri "progressisti" fanno pellegrinaggi alla nave Diciotti con i migranti, ma non si sono visti fra gli italiani ad Amatrice e nei luoghi del terremoto ancora sepolti dalle macerie (e poi si stupiscono se a Genova li fischiano). I giornali e la Sinistra, a proposito della nave Diciotti, non hanno attaccato i Paesi europei che si dicono umanitari come la Francia, ma hanno chiuso le frontiere e vogliono che i migranti riempiano l'Italia. No. Hanno attaccato il nostro governo che si rifiuta di fare dell'Italia l'immenso "campo profughi" dell'Europa. Ciò che mi preoccupa è il Pensiero Unico che viene veicolato dal Giornale Unico e il suo connotato anti italiano.
LONTANI DALLA GENTE Il Giornale Unico non sembra fatto per informare i cittadini (fra l'altro in pochi anni se ne sono andati quasi tre quarti dei lettori). Come la classe dirigente del PD, sembra vivere in una bolla d'aria a molti metri da terra, lontano dalla vita concreta della "plebe". Trovo insopportabile il coro anti italiano di tanti media. Invece di criticare i governi italiani che si sono sottomessi a tedeschi e francesi (la Ue), attaccano chi cerca di riprendersi la sovranità. Secondo questi illuminati dobbiamo accettare di farci governare dall'estero e dai mercati perché (a loro dire) così vuole la modernità (del resto, secondo loro, siamo un popolo incapace di governarsi). Nelle prossime settimane vedremo se il partito anti italiano tiferà spread nella speranza di dare una spallata al governo del cattivissimo Salvini. Magari per portare al potere un novello Monti come Cottarelli. Uno cioè non votato dagli italiani, ma votato dai "mercati". Infatti proprio Cottarelli ieri sulla "Stampa" rappresentava questi "mercati" come le capricciose divinità dell'Olimpo greco a cui bisognava sottomettersi e tacere senza urtarle per evitare fulmini e saette. In un Paese normale, dove vige ancora la democrazia, i governanti si chiederebbero cosa fare per gli italiani e come essere promossi dagli elettori. Nel mondo alla rovescia della nuova religione mercatista, Cottarelli si chiede invece "cosa serve per tranquillizzare i mercati finanziari?". E ricorda ciò che "avevamo promesso all'Europa" ed evoca "le sanzioni" europee. Insomma il governo dovrebbe rispondere non agli italiani, ma al dio mercato e alla UE. Tanto è vero che nei giorni scorsi Fitch ha confermato la valutazione dei titoli di stato italiano (il rating), ma ha rivisto l'outlook da stabile a negativo perché potrebbero esserci elezioni anticipate: i cittadini che votano sono diventati un rischio. Una variabile pericolosa.
IL DEBITO PUBBLICO Senza che agli italiani venisse spiegato, la sovranità è passata da loro ai mercati e alla Ue. Perché? Rispondono: a causa del debito pubblico. Ma il debito pubblico italiano è esploso dal 1981 proprio per la sottomissione ai mercati dovuta allo Sme (l'avvio del progetto della moneta unica) E non per i difetti degli italiani che vivrebbero al di sopra delle loro possibilità (come ripete il Giornale unico). Così ci siamo trovati il nodo scorsoio al collo. Non viene mai detto, ma l'Italia è uno dei paesi più virtuosi d'Europa nella finanza pubblica. E' dissanguata proprio dagli interessi che paga sul debito: più facciamo sacrifici lacrime e sangue più il debito aumenta (come è accaduto con il governo Monti). Nella narrazione del Giornale Unico ci sono tanti slogan luogocomunisti. Per esempio ieri nel solito editoriale anti-Salvini del "Corriere della sera", firmato da Franco Venturini, si leggeva ancora che l'Unione Europea "ci ha dato settant'anni di pace". Ma è così? L'Unione Europea è nata a Maastricht nel 1992, cioè 26 anni fa. Come fanno a diventare 70? Peraltro prima c'era la Comunità europea, che era altra cosa e che andrebbe bene pure ai sovranisti. E comunque dal 1945 al 1990 a garantire la pace all'Europa non è stata la Cee, ma l'equilibrio del terrore fra Nato e Patto di Varsavia. Che è costato varie guerre altrove (Corea, Vietnam, Africa) e repressioni all'Est (Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia). Con la caduta del Muro, mentre nasce l'Unione europea - al contrario di quanto dice il Corriere - sono tornate proprio le guerre in Europa: da quella jugoslava, combattuta per tutti gli anni Novanta, all'Ucraina e alla guerra degli europei alla Libia che ha destabilizzato tutto. Inoltre con l'Unione Europea è iniziata la guerra economica che la Germania sta vincendo mentre l'Italia ne è schiacciata. Questi sono i fatti.
Fonte: Libero, 3 settembre 2018
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VACCINI OBBLIGATORI SI, NO, FORSE, PERO'...
Continua la guerra santa dei vaccini malgrado l'intenzione del governo fosse solo di evitare l'obbligo del certificato per sottrarsi al ricatto della burocrazia (VIDEO: La guerra dei vaccini)
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 08-09-2018
La questione delle vaccinazioni continua ad essere al centro di scontri politici tra il nuovo Governo e le opposizioni, con qualche divergenza di azione anche all'interno della stessa maggioranza Lega-Cinque Stelle. Fin dagli esordi della nuova compagine governativa, era stato reso noto che la Legge Lorenzin che un anno fa ha reso obbligatorie dieci vaccinazioni con relativi provvedimenti coercitivi nei confronti delle famiglie, sarebbe stata sottoposta ad una revisione. Era bastato questo annuncio perché il PD - che di questa legge è stato il principale fautore - insorgesse con strepiti al limite dell'isteria da parte di alcuni suoi esponenti e degli "esperti" di parte gridando all'allarme, paventando possibili epidemie la cui responsabilità sarebbe ricaduta ovviamente su Matteo Salvini. In realtà il Governo non ha messo in discussione l'utilità delle vaccinazioni come importante pratica sanitaria preventiva. Semplicemente, la prima misura presa nei confronti del decreto Lorenzin è stata quella di alleggerire la morsa burocratica che l'anno scorso ha creato tante difficoltà alle famiglie, costrette a fare lunghe code presso le Aziende Sanitarie per ottenere una certificazione da presentare a scuola per poter vedere i propri figli ammessi. A fronte di tale iniziativa, si sono scatenati gli amministratori e i dirigenti scolatici che hanno annunciato una sorta di "disobbedienza" alle direttive dei Ministeri della Salute e dell'Istruzione. Così in varie realtà nostalgiche dei governi Renzi e Gentiloni è partito l'accanimento burocratico: niente certificazione? Fuori. Così a Bologna 90 piccoli alunni sono stati sospesi dalla scuola materna e altri 46 non potranno frequentare il nido perché non in regola. Non è però solo il PD a voler mantenere a tutti i costi la legge Lorenzin così com'è: il partito di Martina ha trovato un alleato anche in Forza Italia. In particolare Mara Carfagna ha pienamente sottoscritto le parole di fuoco scritte da Renzi nella sua e-news: "E' arrivato il momento di fare una durissima battaglia parlamentare, anche ricorrendo all'ostruzionismo se necessario". L'ora delle decisioni irrevocabili è dunque scoccata, e il patto d'acciaio PD-Forza Italia ha probabilmente un po' spaventato i grillini, che sembravano pronti a fare un passo indietro. Ci ha pensato la Lega a ricordare gli impegni presi da parte di questo esecutivo. E' intervenuto con determinazione il senatore Paolo Arrigoni - una vera e propria battaglia quella ingaggiata dal senatore Paolo Arrigoni - firmatario di una proposta di legge per modificare il decreto Lorenzin. Arrigoni ha denunciato i comportamenti al limite del persecutorio di coloro che stanno cercando di blindare la legge Lorenzin, come se fosse un pilastro della Costituzione e non una legge emendabile come tutte le altre. Il Senatore della Lega, che ieri ha lanciato l'hashtag #VacciniSIobblighiNO #tuttiascuola" per difendere i diritti dei bambini non in regola con il decreto di frequentare scuole e asili, ha polemizzato a distanza con il Presidente della Società Italiana di Pediatria, che ascoltato in Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio della Camera sulle misure del Milleproroghe (all'interno del quale è inserita proprio la norma sui vaccini) aveva tracciato un quadro apocalittico di quella che potrebbe essere la situazione epidemiologica in Italia se venisse riformata la legge Lorenzin. In realtà, è bene ricordarlo, prima di tale decreto la situazione epidemiologica per le malattie infettive non era tale da giustificare un tale allarmismo né l'attuazione di misure straordinarie. Il sanitario inoltre ha affermato che le "presunte reazioni da vaccinazione" sono in Italia inesistenti. Sono state proprio queste dichiarazioni a suscitare la reazione sdegnata del senatore leghista: "Le dichiarazioni di Villani, Presidente della Società Italiana di Pediatria, sono vergognose, offensive ed un insulto alle centinaia di persone, soprattutto bambini, che invece dai vaccini sono rimaste danneggiate in modo irreversibile. Così irresponsabilmente si mina ulteriormente la fiducia nei confronti della medicina e della scienza". Così, grazie a questa decisa presa di posizione, il Governo ha messo a punto un nuovo emendamento di maggioranza al decreto che proroga fino a tutto l'anno scolastico le autocertificazioni, fissando al 10 marzo prossimo il termine ultimo per presentare a scuola i documenti delle Asl. Per ora le famiglie sono dunque sfuggite alla tagliola della burocrazia, ma sicuramente la partita delle vaccinazioni obbligatorie con coercizione rimane aperta, e di non facile soluzione.
VIDEO: LA GUERRA DEI VACCINI E' giusto che lo Stato decida quali vaccinazioni deve fare tuo figlio? Nel seguente video Paolo Gulisano, autore del precedente articolo, spiega tutti i retroscena della guerra dei vaccini e la giusta posizione da assumere nei confronti dei vaccini.
https://www.youtube.com/watch?v=jPjz7Ak8y3o
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 08-09-2018
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QUALI SAREBBERO LE VIRTU' EROICHE DEL SINDACO CATTOCOMUNISTA GIORGIO LA PIRA?
In occasione dell'incredibile proclamazione a venerabile, ricordiamo la sua vita spesa nella costante ricerca di compromesso tra la Fede e il Mondo
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana, 11/07/2018
Il 5 luglio scorso Papa Francesco ha ricevuto in udienza il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e durante l'udienza il Pontefice ha autorizzato la Congregazione a promulgare i decreti riguardanti le «virtù eroiche del Servo di Dio Giorgio La Pira», ora, quindi, venerabile e prossimamente beato (l'Arcivescovo di Firenze Silvano Piovanelli avviò il processo di beatificazione il 9 gennaio 1986). «Bisogna tornare all'uomo, alla sua grandezza ed alla sua fatica; e col ritorno all'uomo si ritornerà anche a Cristo» oppure bisogna tornare a Cristo per comprendere che cosa sia l'uomo e a cosa è destinato? Giorgio La Pira pensava che la cosa giusta da fare fosse la prima. «I profeti del nostro tempo sono coloro che hanno protestato contro lo schiacciamento dell'uomo sotto il peso delle leggi economiche e degli apparati tecnici, che hanno rifiutato queste fatalità» oppure i profeti sono coloro che, in qualsiasi tempo storico, sono stati i portavoce di Dio? Giorgio La Pira pensava che i profeti di oggi fossero diversi da quelli di ieri e dovessero occuparsi di questioni economiche e sociali. «L'edificio della pace esige, anzitutto, la pace dei popoli con Dio» oppure esso esige, innanzitutto, la pace della singola anima con Dio? Giorgio La Pira è stato il portabandiera dell'utopica e irreale pace universale, della fratellanza, dell'uguaglianza, dei diritti di illuministica memoria. Non c'è da stupirsi, quindi, che lunedì 9 luglio il Consigliere PD Massimo Fratini, durante il suo intervento nel Consiglio Comunale di Firenze, abbia dichiarato: «Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il Decreto che riconosce le "virtù eroiche" di Giorgio La Pira [...] Per noi fiorentini questo decreto è solo una formalità. Quando era ancora in vita, ma soprattutto dal 1977 anno della sua morte, per tutti i fiorentini Giorgio la Pira è sempre stato il Sindaco santo [...] La politica - usava dire - dopo la mistica è la cosa che avvicina di più a Dio». La Pira rappresenta il cristianesimo liberale e sociale, la Democrazia Cristiana statalista, il cristianesimo pauperista, quello «delle periferie» (secondo l'accezione di Papa Bergoglio) ed ecumenico. Il suo modo di pensare la religione e l'amministrazione pubblica è pertanto in linea con il governo attuale della Chiesa. Se nel XIX secolo era esistito a Torino un sindaco santo e controrivoluzionario come il marchese Carlo Tancredi Faletti di Barolo, servo di Dio, nel XX secolo i salotti politici ed ecclesial modernisti formarono Giorgio La Pira.
DA POZZALLO A FIRENZE Nacque a Pozzallo (Ragusa), nel sud della Sicilia, il 9 gennaio 1904 e morirà a Firenze il 5 novembre 1977. Per proseguire gli studi si trasferì a Messina, dove venne a far parte di un gruppo di giovani oppositori dell'Italia di Giolitti e che si esaltavano per le imprese di D'Annunzio e Marinetti, modelli di ribellione. Diplomatosi in ragioneria nel 1921, La Pira fu invitato dal suo insegnante di italiano, Federico Rampolla Del Tindaro, a proseguire negli studi accademici, così si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza. Ebbe modo di incontrare Monsignor Mariano Rampolla Del Tindaro, fratello di Federico, e divenne la sua guida spirituale. Nel 1924, durante la Santa Messa di Pasqua decise di dedicare la sua vita a Dio non come religioso, bensì come laico nel mondo (lui stesso raccontò l'episodio, in una lettera all'amico Salvatore Pugliatti). Per laurearsi in Diritto Romano si trasferisce a Firenze, dove rimarrà fino alla fine dei suoi giorni. Qui rinnova l'adesione al Terz'ordine domenicano e sceglie come abitazione la cella VI del convento di San Marco, quel convento che, per le conseguenze a cui il Concilio Vaticano II ha condotto la Chiesa, qualitativamente e quantitativamente parlando, viene oggi abbandonato dai domenicani. Studia san Tommaso, ma in modo nuovo e originale, tanto che in La Pira del vero san Tommaso non troviamo granché traccia, perché rivisitato con la lente del personalismo e del pluralismo (leggasi relativismo) della reinterpretazione tomistica di Jacques Maritain. Ed ecco che lo scopriamo tra i fondatori, nel 1928, dell'Istituto dei Missionari della Regalità di Cristo, voluto dal modernista Padre Agostino Gemelli, un istituto secolare d'impostazione francescana, dove prenderà i voti di povertà, obbedienza, castità. Prende a frequentare sempre più spesso, fino a divenire loro amico, Giuseppe Dossetti, Giuseppe Lazzati, Amintore Fanfani: culturalmente cresciuti intorno all'Università Cattolica di Milano di Padre Gemelli, essi vengono chiamati i «professorini», interpreti di posizioni politiche di sinistra. Fra le persone che hanno maggiore influenza su La Pira ricordiamo anche don Giulio Facibeni, il Cardinale Elia Dalla Costa e don Raffaele Bensi, che diventa suo padre spirituale, confessore condiviso con David Maria Turoldo, Ernesto Balducci, Nicola Pistelli, Lorenzo Milani: formatore, dunque, di più generazioni di liberali e comunisti ammantati di religiosità cattolica.
PASSARE DALLA PREGHIERA ALL'IMPEGNO SOCIALE La Pira partecipa agli incontri clandestini che dal 1940 si svolgono nell'ambito dell'Università Cattolica, insieme a Dossetti, Lazzati, Fanfani e qui viene spesso invitato ai raduni del Movimento Laureati Cattolici e della FUCI. Così, nel 1943, partecipa attivamente all'elaborazione del «Codice di Camaldoli», vero e proprio manifesto di impegno politico elaborato da intellettuali d'impostazione antifascista e progressista. Nel 1939 fonda la rivista antifascista «Principi» (presentato come supplemento alla rivista dei domenicani di San Marco «Vita Cristiana», per eludere la censura del regime) e nel 1943, ricercato dalla polizia, si rifugia a Fonterutoli, poi a Roma, in casa di Monsignor Giovambattista Montini, futuro Paolo VI. Durante i corsi di dottrina sociale, che tiene all'Università Lateranense, sottolinea l'urgenza del laicato di passare dalla preghiera all'impegno sociale (le lezioni saranno raccolte nel libro La nostra vocazione sociale, Anonima Veritas Editrice, Roma 1944). Con la fine della seconda Guerra mondiale ritorna a Firenze ed è ormai uno degli intellettuali più in vista della dirigenza democristiana. Il 2 giugno del 1946 viene eletto nell'Assemblea Costituente, prendendo parte attiva ai lavori della prima sottocommissione, quella che scrisse i «Principi fondamentali». Fu tra gli artefici del dialogo tra gli esponenti democristiani, ovvero Dossetti, Lazzati, Fanfani, Aldo Moro, e quelli socialisti, come Lelio Basso e Piero Calamandrei, e comunisti, ossia Palmiro Togliatti. Poi De Gasperi lo chiama come sottosegretario al lavoro nel suo quinto governo.
COMUNISTELLO DI SACRESTIA Nel 1951 accetta, a seguito di forti pressioni esercitate anche da autorità religiose, di fare il Capolista per la Democrazia Cristiana nelle elezioni amministrative del 10 e 11 giugno. In seguito alla vittoria della coalizione quadripartita (DC, PLI, PRI, PSDI), La Pira viene eletto Sindaco di Firenze, città per la quale si spese molto in chiave progressista (pensiamo alla costruzione del nuovo ampio quartiere dell'Isolotto, dove agirà il parroco ribelle e sessantottino don Enzo Mazzi, che censurava dogmi e dottrina cattolica). Ma siederà ancora alla Camera dal 1958 al 1960 e sarà nuovamente eletto deputato nel 1976, un anno prima di morire. Poiché accusato di parteggiare per i comunisti, non sarà comunque esente dalle polemiche in seno alla stessa DC e pure con il fondatore del Partito Popolare, don Luigi Sturzo, mentre il quotidiano La Nazione lo definisce «comunistello di sacrestia». Nel 1959 andò a Mosca per "abbattere i muri", "costruire ponti", per realizzare, come primo politico occidentale a valicare la cortina di ferro, il suo sogno storico e teologico, oggi diremmo globalista, quello dell'unità della famiglia umana. Poi altri viaggi pacifisti, ecumenici, interreligiosi, in particolare in Medio Oriente. Affermava che non si sarebbe mai raggiunta la pace nel mondo finché non si fosse realizzata la pace fra cristiani, ebrei, musulmani, la «triplice famiglia di Abramo», come lui la chiamava. Gli anni del Concilio Vaticano II lo vedono attento nel seguire gli indirizzi della teologia moderna e rivoluzionaria, e pone la sua attenzione su due punti che ritiene essere chiave per una Chiesa attenta ai «segni dei tempi»: il dialogo ecumenico ed una maggiore presenza del laicato. Si fa interprete dei temi della «nuova cristianità» propugnata da Marita in e dell'orientamento etico-politico di Emmanuel Mounier, autore de Révolution personnaliste et communautaire (1935), nonché sostenitore dei diritti della persona in ambito sociale, in polemica contro la Tradizione cattolica. Giorgio La Pira abbandona totalmente il modello della civiltà cristiana europea e si connette con i temi della libertà religiosa e della libertà di coscienza, tesi laceranti della teologia moderna, introdotti nel Concilio che nulla condannerà (tutti i Concili precedenti avevano condannato errori ed eresie), ma tutto assolverà secondo gli auspici di Giovanni XXIII. Contrario alla legge sul divorzio e sull'aborto, Giorgio La Pira ha cercato di mettere insieme, con un compromesso accomodante, ciò che insieme non può realisticamente stare: la Fede e il mondo. Mise al centro l'uomo e la società del suo tempo, rinunciando, di fatto, a portare la verità posseduta dal fedele che recita il Credo, Cristo.
Fonte: Corrispondenza Romana, 11/07/2018
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L'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA' CANCELLA I TRANSESSUALI DAI DISTURBI MENTALI
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): arriva Batwoman supereroina lesbica, se ''love is love'' voglio sposare il mio pc, espulso prete dall'università perché ha organizzato una preghiera di riparazione al gay pride
Autore: Doug Mainwaring - Fonte: Notizie Provita, 21/06/2018
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha annunciato che non considera più la disforia di genere un disturbo mentale, ma una "incongruenza di genere". Questo è ciò che risulta nell'ultima classificazione internazionale delle malattie (Icd), che indica ai medici una codifica standardizzata per le diagnosi.
SECONDO L'OMS LA DISFORIA NON È UNA MALATTIA, MA RICHIEDE CURE... L'Oms ha paradossalmente affermato che «mentre è ormai chiaro che non si tratta di un disturbo mentale, e in effetti la classificazione come disturbo può causare uno stigma enorme per le persone transgender, restano significative esigenze di assistenza sanitaria che possono essere soddisfatte al meglio se la condizione è codificata sotto l'Icd», cioè: non va catalogata tra i disturbi, ma richiede cure (assistenza sanitaria).
SE PER L'OMS LA DISFORIA NON È UNA MALATTIA, LE COSTOSE CURE E I COSTOSI FARMACI CHE DEVONO PRENDERE I TRANS NON DEVONO ESSERE PAGATI DALLA PREVIDENZA SOCIALE! E così, si nega il fatto che le persone che soffrono di disforia di genere soffrono di una forma di malattia mentale, ma allo stesso tempo sono autorizzate a ricevere costosi trattamenti medici e psichiatrici per la loro "non malattia": l'American Psychiatric Association (APA) osserva infatti che le persone con disforia di genere sperimentano di solito un significativo disagio e/o problemi funzionali associati al conflitto tra il modo in cui sentono e il loro sesso biologico. Michelle Cretella, presidente dell'American College of Pediatricians, ha detto a LifeSiteNews che se la disforia di genere non è un disturbo mentale o fisico, la prescrizione di farmaci, ormoni e la chirurgica plastica sarà solo cosmesi? Le assicurazioni sanitarie, allora, non saranno più obbligate a pagare per tutto questo?
LA DISFORIA DI GENERE NON È INNATA: NON «SI NASCE COSÌ» La dottoressa ha aggiunto:«"Normale" è ciò che adempie alla sua funzione. Una delle funzioni del cervello è percepire correttamente la realtà fisica, inclusa la natura del proprio corpo. I pensieri in accordo con la realtà fisica sono normali; i pensieri contrari alla realtà sono anormali.
TUTTE LE DISMORFIE DEL CORPO VANNO CURATE, TRANNE LA DISFORIA DI GENERE? Non vi è alcuna differenza scientifica tra le dismorfie del corpo, come l'anoressia, il disturbo dell'identità di integrità del corpo e la disforia di genere. Alcuni affermano che le risonanze magnetiche funzionali del cervello dimostrerebbero che il transgenderismo è innato: balle. Nessuno studio del cervello ha mai documentato una struttura cerebrale presente alla nascita che rimane invariata nella vita di quel bambino per giustificare qualsiasi comportamento, figuriamoci le tendenze transgender. Inoltre, è un principio fondamentale della genetica comportamentale che i comportamenti umani complessi - che includono il pensiero e il sentimento - non sono semplicemente cablati dal Dna. Gli attivisti di genere del camice bianco possono inventare tutte le nuove categorie e parole false che vogliono, non cambierà il fatto che il transgenderismo non è normale, né innato, né immutabile. La convinzione che uno è qualcosa che non è, rimarrà sempre un segno di confusione o, nel peggiore dei casi, un'illusione totale».
LA DISFORIA DI GENERE È UN TERMINE CHE STA AD INDICARE TUTTA UNA SERIE DI DISTURBI CHE SONO ALLA RADICE DEL RIFIUTO DI SÉ Wlater Heyer, autore di unmerosi libri, come "Paper gender", denuncia il business saprofita che c'è intorno alle persone che soffrono di disforia. Chissà se all'OMS li hanno letti... Walt Heyer, un ex transessuale che ora offre aiuto e assistenza ai trans che - come lui - si pentono del "cambiamento" di sesso e cercano la "de-transizione", ha detto a LifeSiteNews che la disforia di genere è sempre stata semplicemente un termine "ombrello" per raccogliere tutta la serie di condizioni relative a persone che hanno un disturbo dissociativo dell'identità, ed è segno di comorbilità. Che sia etichettata come "disfunzione di genere" o "incongruenza di genere", Heyer ha spiegato che la disforia di genere comprende una serie di disordini sessuali, emotivi, psichiatrici e psicologici come ansia, depressione, disturbo ossessivo compulsivo, disordine dismorfico corporeo, schizofrenia, autoginefilia. In altre parole, sono queste le cause che innescano il desiderio per gli uomini di vivere come donne e per le donne di vivere come uomini. E tutto questo ha sempre alla radice una causa - comunemente un'esperienza infantile traumatica - che richiede attenzione psicologica, psichiatrica o spirituale.
I TRANSGENDER IN MASSIMA PARTE NON RISOLVONO I LORO PROBLEMI PSICOLOGICI CON L'OPERAZIONE DI RIASSEGNAZIONE DEL SESSO... «Le persone che lottano contro la loro identità - ha osservato Jeff McCall, un altro ex transgender - andrebbero aiutate a liberarsi della bugia in cui vivono, credendo di essere qualcos'altro rispetto a quello che sono. Nella comunità transgender il tasso di suicidi è molto alto e ciò è dovuto chiaramente a diffuse instabilità mentali».
Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal gaio mondo gay (sempre meno gaio).
ARRIVA BATWOMAN, SUPEREROINA LESBICA La Warner Bros lancerà sulla Tv americana a dicembre una supereroina lesbica: Batwoman. Il nome di Batwoman è Kate Kane, ragazza ebraica (omosessuale ed ebrea: il massimo del politicamente corretto), decisa a portare ordine a Gotham City. L'eroina era già stata disegnata nel 2006 ma ora avrà una serie tutta sua. Ormai non si contano più i supereroi omosessuali: Deadpool, Iceman, Harley Quinn, Northstar, Elektra, Phyla-Vell, Legs Weaver. Un modo furbo per indottrinare i ragazzi al credo gender. Infatti le modalità più efficaci per inculturare sono quelle che influenzano i costumi. E' così più efficace un solo fumetto che mille conferenze pro LGBT. (Gender Watch News, 27 agosto 2018)
SE "LOVE IS LOVE" IO VOGLIO SPOSARMI IL MIO PC Chris Levier, un giovane che vive nello stato dello Utah, ha chiesto alle autorità della cittadina dove vive di poter sposare il suo computer. Queste ultime hanno risposto che simile matrimonio non esiste. Il giovane non si è dato per vinto e ha sollevato il caso davanti al governatore dell'Utah, Gary Herbert, e al procuratore generale, Sean Reyes. Levier ha spiegato che se c'è il "matrimonio" omosessuale perché vietare altri tipi di matrimonio? Se ciò che conta è l'affetto, lui ama il suo pc e questo dovrebbe bastare per legittimare queste nozze tra persone e cose. Le conclusioni a cui arriva Levier sono assolutamente coerenti con le premesse, completamente erronee, proposte dall'ideologia gender, solo applicate ad un altro contesto. (Gender Watch News, 28 agosto 2018)
SCOZIA: ESPULSO PRETE DALL'UNIVERSITÀ PERCHÉ HA ORGANIZZATO UNA PREGHIERA DI RIPARAZIONE PER IL GAY PRIDE Padre Mark Morris, assistente spirituale cattolico della scozzese Glasgow Caledonian University, ha organizzato un momento di preghiera per riparare alle «gravi offese contro Dio» commesse durante il Gay Pride. L'ateneo lo ha rimosso dal suo incarico con queste motivazioni: «L'università è fortemente inclusiva ed impegnata a tutelare l'eguaglianza e la diversità nel campus». Gli studenti cattolici hanno invece espresso sui social la loro solidarietà: «Ci rattrista veramente notare come le opinioni e le convinzioni cattoliche non siano rispettate in quest'università». Un chiaro caso di discriminazione da parte di chi lotta per sedicenti discriminazioni ma a senso unico. (Gender Watch News, 30 agosto 2018)
Fonte: Notizie Provita, 21/06/2018
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LETTERE ALLA REDAZIONE: ALLA SANTA CASA DI LORETO, CON TRISTEZZA, ABBIAMO SCOPERTO CHE...
... non solo viene negata la verità storica del trasporto angelico, ma viene anche impedita la secolare tradizione di pregare in ginocchio intorno alla Santa Casa
articolo non firmato
Carissima redazione di BastaBugie, vorrei raccontarvi uno dei nostri ultimi viaggi che abbiamo compiuto come famiglia. Siamo stati per una giornata a visitare la Santa casa di Nazaret a Loreto. Abbiamo purtroppo riscontrato diverse cose "anomale" e molto cambiate rispetto alla nostra ultima visita, avvenuta solo otto anni fa. Tanto per iniziare i volantini "storici" di presentazione della casa, non fanno per nulla accenno al trasporto avvenuto ad opera degli angeli, ma piuttosto riportano solamente (senza citare fonti o altro) la falsa storia per cui la casa sarebbe stata trasportata per nave da una non meglio precisata famiglia Angeli. Purtroppo con troppa fiducia avevo acquistato il libretto di spiegazione e con imprudenza l'ho letto ai figli. Passa soltanto una settimana ed ecco che BastaBugie pubblica un articolo che fa riferimento a un libro di recente uscita sul ristabilimento della verità storica della traslazione angelica. La leggo come una risposta di Dio di ristabilimento di una verità sempre tramandata nella Chiesa e dai devoti della Santa Casa [leggi: LA SANTA CASA FU DAVVERO PORTATA A LORETO IN ARIA DAGLI ANGELI, clicca qui, N.d.BB]. Inoltre ricordavo che attorno alla casa si praticasse la bellissima devozione del rosario detto in ginocchio. Speravo di farlo vedere ai bimbi e magari di fare insieme almeno una decina. Speravo di poter fargli osservare il solco che tante persone nel tempo hanno creato nel marmo pregando e lodando Dio. Invece anche su questo aspetto abbiamo avuto un'amarissima sorpresa. Attorno alla Santa casa sono state create passerelle e transenne che ordinano le file e agevolano l'ingresso di carrozzine e passeggini a discapito della continuità del gradino di marmo su cui ricordavo tante persone in ginocchio a pregare. Oggi compiere in ginocchio il giro attorno alla casa non è più possibile perché il percorso è interrotto dalle suddette strutture. Ne sono rimasta dispiaciuta e un po' perplessa. Prima che venissero inserite le passerelle davvero i disabili e i bambini non potevano entrare? Siamo andati ad un orario di punta, la gente in fila era tanta ma non c'era nessuno in ginocchio attorno alla Santa Casa. Ho constatato che in poco tempo, una bella pratica umile e semplice, come il rosario in ginocchio è stata spazzata via da barriere architettoniche che tolgono gradini a pochi nella vita terrena, ma eliminano gradini di santità per la vita eterna a molti di più. Forse una soluzione differente si poteva trovare. È giusto tutto questo? Pongo questa domanda con timore e molto imbarazzo perché parrebbe che io non abbia cuore e carità nei confronti di disabili e bambini; quando invece anche noi avendo tanti figli giriamo costantemente con un passeggino. Grazie infinite della vostra risposta e del bel servizio che fate. Un abbraccio in Cristo Elena
Cara Elena, mi spiace davvero tanto che le tradizioni secolari relative alla Santa Casa siano oggi rese così difficoltose proprio all'interno della basilica sorta intorno alla casa di Maria a Loreto. Credere al trasporto degli angeli è stato da sempre una costante. Non posso quindi che consigliare ancora l'acquisto del libro riccamente illustrato e ben documentato sulla Santa Casa scritto da Federico Catani. Per averlo basta contattare il numero 06 85 352 164 (dalle 9.30 alle 18.00). Per approfondire con importanti filmati e commenti suggerisco di nuovo di ascoltare una conferenza sulla Santa Casa tenuta dal prof. Nicolini. In fondo a questa pagina trovate il video. Per quanto riguarda invece le barriere messe intorno alla Santa Casa che impedirebbero il tradizionale giro in ginocchio, non posso che restare perplesso e deluso. Eppure qualche anno fa fu pubblicato proprio sul sito ufficiale del Santuario di Loreto il seguente articolo che ricordava l'importanza dei "solchetti" della Santa Casa. Ecco dunque l'articolo completo che testimonia l'importanza storica e devozionale delle preghiere in ginocchio intorno alla Santa Casa: La recentissima lettera del 15 agosto scorso, inviata ai rettori dei santuari dalla Congregazione per il Clero, a firma del rispettivo prefetto, il cardinale Mauro Piacenza, offre nuove considerazioni, precise indicazioni e illuminanti piste operative sulla pastorale nei santuari. Tra l'altro vi si legge: «La pietà popolare è di grande rilievo per la fede, la cultura e l'identità cristiana di molti popoli». Le espressioni della pietà popolare nel santuario di Loreto sono numerose e antiche e sono state illustrate in alcuni saggi, come nel volume Tradizioni e leggende lauretane, giunto alla terza ristampa. Tra tutti i gesti, merita attenzione, per il significato e la vasta risonanza, il giro sui gradini del Rivestimento marmoreo fatto con le ginocchia dai pellegrini. Esso ha essenzialmente un valore penitenziale. Le prime notizie su questa singolare devozione popolare risalgono al secolo XVI. Il Riera, insigne storico del santuario lauretano, scrive di aver visto nel 1559 un gruppo di pellegrini provenienti dalla Croazia «girare intorno alla Santa Casa con le ginocchia» e ripetere, tra le lacrime: «Ritorna, ritorna a Fiume, o Maria!». Il gesto impressionò anche Johann Gaspar Goethe, padre del celeberrimo Wolfang, che mette in risalto come donne, vecchi e giovani facessero il giro in ginocchio, recitando il rosario o altre preghiere. Madame de Stäel, nel romanzo Corinne, portando la protagonista a Loreto, scrive: «tutto attorno alla cappellina il pavimento era consunto dai pellegrini che vi facevano il giro genuflessi». E immagina che vi si sia inginocchiata anche Corinne, intimamente commossa alla vista di quella scena, tanto da suscitare lo stupore del suo scettico accompagnatore. Anche illustri personaggi praticarono questo devoto esercizio. Si legge che Maria Casimira, regina di Polonia, pellegrina a Loreto nel 1689, deposte le vesti regali, «non arrossì» di fare il giro intorno alla Santa Casa con le ginocchia. Questa pia pratica fu approvata e assecondata dall'autorità ecclesiastica. Secondo una nota d'archivio, Clemente XIII, il 1° ottobre 1766, concesse l'indulgenza di sette anni e sette quarantene «a chi girava in ginocchio, nella parte esterna, intorno alla Santa Casa». I pellegrini compivano e compiono in genere questo devoto esercizio per due ragioni: o per esprimere la propria riconoscenza alla Vergine Lauretana in seguito a una grazia implorata e ottenuta, oppure per intercedere da lei una speciale protezione in casi di difficoltà fisiche e morali. Si leggono anche notizie di grazie ricevute durante lo svolgimento di questo atto penitenziale. Un anziano sammarinese assicurava, diversi anni fa, di essere stato liberato immediatamente da una grossa ernia al termine del terzo giro. Oggi il giro in ginocchio sui gradini del Rivestimento marmoreo viene fatto con frequenza e con intensa devozione da gruppi di pellegrini ortodossi, provenienti per lo più dalla Russia. Uomini e donne, con i candidi veli cadenti sul volto, procedono lentamente e faticosamente sulle ginocchia, chini e raccolti in profonda preghiera. Anche il visitatore più distratto, a tale vista, resta ammirato e, talora, turbato. Certo è che quei solchetti paralleli scavati sul marmo, «a guisa di binari di una ferrovia» - come scrive Antonio Stoppani ne Il Bel Paese - stanno a testimoniare una secolare tradizione di religiosità popolare unica e toccante.
https://www.youtube.com/watch?v=DiYv05yFaAI
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OMELIA XXIV DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Mc 8,27-35)
Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua
Fonte Il settimanale di Padre Pio
Nel Vangelo di oggi Gesù annuncia ai suoi Discepoli le sofferenze che dovrà sopportare per la salvezza del mondo, e fa loro comprendere che il dolore è la strada obbligatoria per tutti coloro che vogliono essere suoi discepoli. Lungo il cammino, Gesù domanda loro: «La gente, chi dice che io sia?» (Mc 8,27). I Discepoli rispondono che le folle pensano che Egli sia Giovanni Battista, Elia o un altro profeta. Infine, Gesù domanda: «Ma voi, chi dite che io sia?» (Mc 8,29). Allora Pietro, a nome di tutti, dice: «Tu sei il Cristo» (ivi), ovvero il Messia. La risposta è certamente giusta, si tratta solo di vedere in che senso i Discepoli intendono questo Messia. A quei tempi, in Israele, tutti attendevano il Messia, ma molti pensavano che il Messia promesso dovesse essere un uomo valoroso e vittorioso, un trionfatore che liberasse Israele dall'odiato dominio straniero. Forse nessuno si attendeva un Messia mite e pacifico che salva gli uomini dal peccato attraverso lo scandalo della sofferenza. Anche gli Apostoli non avevano ancora un'idea precisa. Per questo motivo, Gesù iniziò ad ammaestrarli e a dire «che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere» (Mc 8,31). Questo discorso risultò piuttosto ostico ai Discepoli, al punto che Pietro, preso in disparte Gesù, si mise a rimproverarlo, sembrandogli impossibile che il Messia dovesse soffrire così tanto. Pietro, che in precedenza fu così illuminato da dare la giusta risposta e da meritarsi l'elogio da parte del Signore stesso, ora riceve un aspro rimprovero: «Va' dietro a me - ovvero vattene -, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Mc 8,33). Anche noi tante volte ragioniamo secondo la sapienza di questo mondo e non sappiamo vedere nella croce l'espressione dell'amore di Dio. Anche noi vorremo entrare nel Regno dei Cieli senza passare attraverso il mistero della sofferenza redentrice. Anche a noi Gesù insegna che chi vuole essere suo discepolo deve seguire le orme del Maestro fino al Calvario: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuol salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà» (Mc 8,34-35). L'amore alla croce diventa una esigenza per tutti coloro che amano davvero Gesù. Se, infatti, si ama una persona, si vuole condividere tutto di questa persona, soprattutto le sue sofferenze. Se, talvolta, si può rimanere indifferenti di fronte alle gioie della persona amata, non si rimane mai insensibili di fronte ai suoi dolori. Per questo motivo i Santi, a volte, hanno domandato di essere resi partecipi, per quello che era possibile, del mistero della croce. Così fece san Francesco d'Assisi, il quale, salito sul monte della Verna per una quaresima di preghiera e penitenza, si sentì ispirato a domandare al Signore una grazia molto grande: quella di sentire nel suo cuore e nel suo corpo tutto l'amore e tutto il dolore che Lui ebbe quando pendeva dalla Croce. Il Signore accolse questa generosa preghiera e san Francesco, primo tra i Santi che si conoscono, ebbe il prezioso dono delle stigmate. Un altro Santo che ebbe le stigmate fu San Pio da Pietrelcina, il quale accolse con riconoscenza questo dono, domandando solo una cosa: che fossero tolti i segni esterni che la gente vedeva, che per lui erano motivo di molta confusione, ma che non gli fosse tolto il dolore che gli era molto caro in quanto lo rendeva ancora più simile a Gesù. Noi non siamo così generosi come san Francesco o come San Pio, tuttavia, anche se non abbiamo la forza di domandare simili grazie, cerchiamo sempre di accogliere il dolore nella nostra vita con sguardo di fede, scorgendo in esso il segno della misericordia di Dio che, in questo modo, ci dona la possibilità di scontare i nostri peccati, di offrire qualche cosa per la salvezza delle anime, e di essere maggiormente simili a Gesù. Nella nostra vita, il Signore non viene per toglierci la croce, ma per aiutarci a portarla generosamente dietro di Lui. Una croce rifiutata ci schiaccerà, una croce accolta diventerà più leggera. Infine, il segreto per portare generosamente le inevitabili croci della vita è quello di nutrire una tenera e costante devozione alla Madonna. Sulla via del Calvario, Gesù incontrò la Madre sua: sia così anche per noi. Sarà la Madonna a rendere dolci queste croci in modo che le possiamo portare sino alla fine, per amore di Dio e per una grande nostra gloria in Paradiso.
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