BastaBugie n�592 del 31 dicembre 2018

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1 VIOLENZA DOMESTICA: QUANDO LA VITTIMA E' LUI (1° articolo: 16.661 click)
Le donne possono essere vittime, così gli uomini... perché trattarli diversamente e parlare sempre e solo di femminicidio? (VIDEO: donne che odiano gli uomini)
Autore: Luca Scalise - Fonte: BastaBugie del 24 gennaio 2018
2 SANDRO PERTINI: IL PRESIDENTE VANITOSO, COLLERICO E FAN DI STALIN (2° articolo: 16.413 click)
Controritratto del mito agiografico a quarant'anni dalla sua elezione al Quirinale
Autore: Marcello Veneziani - Fonte: BastaBugie del 4 aprile 2018
3 LA SCUOLA INDOTTRINA I NOSTRI FIGLI (3° articolo: 15.535 click)
I libri invitano i ragazzi a farsi invadere dagli immigrati e a considerare normale l'omosessualità e la pederastia, mentre gli esercizi di inglese propagandano l'euro
Autore: Alessandro Rico - Fonte: BastaBugie del 7 marzo 2018
4 IL DRAMMA DI UNA GENERAZIONE CHE RIFIUTA LA FATICA (4° articolo: 14.831 click)
Tra i motivi, oltre all'incapacità dei genitori di tollerare la frustrazione, il limite, la sofferenza dei propri figli, c'è anche la tecnologia che offre tutto e subito senza fatica (VIDEO: chi sono i Millennials)
Autore: Costanza Miriano - Fonte: BastaBugie del 21 marzo 2018
5 LA MORTE CEREBRALE E' UN TRUCCO DELLA CULTURA DELLA MORTE (5° articolo: 14.357 click)
Il criterio della morte cerebrale fu inventato cinquant'anni fa (1968) dall'università di Harvard come scusa per giustificare i primi trapianti d'organi vitali
Autore: Alfredo de Matteo - Fonte: BastaBugie del 28 marzo 2018
6 I VANGELI SONO STORICAMENTE ATTENDIBILI (6° articolo: 13.991 click)
I manoscritti del Nuovo Testamento garantiscono una testimonianza sicura, dettagliata e affidabile (VIDEO: agente FBI dimostra con metodi investigativi scientifici l'autenticità storica dei vangeli)
Fonte: BastaBugie del 25 aprile 2018
7 OLTRE 3.000 STUPRI COLLETTIVI ALL'ANNO, LA VERGOGNA NASCOSTA DELLA GERMANIA (7° articolo: 12.319 click)
È la ''taharrush'', lo stupro collettivo perpetrato da islamici su ragazze europee, che la polizia e il governo minimizzano fino a tacere (VIDEO: 10 minuti sull'islam di Luca Donadel)
Autore: Lorenza Formicola - Fonte: BastaBugie del 4 aprile 2018
8 IN BELGIO SI PRESENTA IL PARTITO ''ISLAM'' CHE VUOLE IMPORRE LA SHARIA (8° articolo: 11.158 click)
Ecco i frutti della democrazia: il nuovo ''partito'' promette posti separati sugli autobus, cibo halal e il velo nelle scuole... intanto in Italia una musulmana viene uccisa dai suoi parenti perché voleva sposare un italiano (VIDEO: Belgistan, l'islam in Europa)
Fonte: BastaBugie del 2 maggio 2018
9 COSA DOVREBBE FARE IL NUOVO MINISTRO DELL'ISTRUZIONE (9° articolo: 10.964 click)
Il Corriere della Sera avanza dieci buone proposte (che il ministro Bussetti non accoglierà), ma che comunque non sono sufficienti per una vera inversione a U (VIDEO: A scuola senza smartphone)
Autore: Marco Lepore - Fonte: BastaBugie del 6 giugno 2018
10 LA VERITA' SUI MIGRANTI DELLA NAVE AQUARIUS (10° articolo: 10.327 click)
Inaccettabile la presenza di giornalisti sulla nave della ong con lo scopo premeditato di accusare gli italiani di essere un popolo egoista (VIDEO: Saviano sbugiardato sull'Aquarius da Luca Donadel)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: BastaBugie del 13 giugno 2018

1 - VIOLENZA DOMESTICA: QUANDO LA VITTIMA E' LUI (1° articolo: 16.661 click)
Le donne possono essere vittime, così gli uomini... perché trattarli diversamente e parlare sempre e solo di femminicidio? (VIDEO: donne che odiano gli uomini)
Autore: Luca Scalise - Fonte: BastaBugie del 24 gennaio 2018

In una società ormai da tempo abituata a ricondurre tutti gli episodi di violenza domestica al femminicidio, il nuovo libro di Barbara Benedettelli, 50 Sfumature di violenza, femminicidio e maschicidio in Italia (Cairo Editore), ci apre gli occhi nei confronti di una realtà pressoché ignorata dall'opinione pubblica.
Anticipato dal pamphlet Il maschicidio silenzioso - Perché l'amore violento è reciproco e le donne non sono solo vittime (Collana Fuori dal Coro, Il Giornale), uscito a marzo 2017, il libro si propone di aiutarci a superare l'equazione mentale, ormai familiare all'immaginario collettivo, secondo cui l'uomo sia in tutti i casi l'autore della violenza e la donna ne sia sempre la vittima.
Il testo - afferma un post tratto dal blog della stessa autrice, Una finestra sulla realtà - espone al suo interno una corposa inchiesta su decine di casi di cronaca «spesso nascosti nelle poche righe delle ultime pagine dei giornali locali e che meritano invece attenzione».
L'intento, a detta della scrittrice, attivista per i diritti delle Vittime, non è quello di sminuire la gravità degli innumerevoli casi di violenza di cui le donne sono state oggetto, bensì mostrare una realtà non meno grave che riguarda un numero di casi non troppo inferiore ma, piuttosto, sconosciuto.
Già nel pamphlet, l'autrice ha presentato i dati del rapporto Eures sulle Caratteristiche e profili di rischio del femminicidio del 2015, in cui emerge che nel quinquennio 2010-2014, in cui si registra un totale di 923 vittime di violenza domestica, le vittime siano 578 femmine e 345 maschi.
Un quadro, questo, senza dubbio inaspettato perché alterato dagli interessi di molti. Abbiamo già presentato in altre occasioni i dati reali dei casi di violenza sulle donne, rispetto al profilo ingigantito che ha dato loro il femminismo.
Nessuno vuole dare meno importanza alle vittime donne, ma quando a morire sono gli uomini tutto tace. Perché? Non sarà forse un modo per mostrare la famiglia naturale come un'istituzione maschilista pericolosa per la società?

Nota di BastaBugie: nel seguente video (di 8 minuti) dal titolo "Donne che odiano gli uomini" si parla della violenza ai maschi di cui nessuno parla.


https://www.youtube.com/watch?v=pxF3J5Q5A3Y

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Fonte: BastaBugie del 24 gennaio 2018

2 - SANDRO PERTINI: IL PRESIDENTE VANITOSO, COLLERICO E FAN DI STALIN (2° articolo: 16.413 click)
Controritratto del mito agiografico a quarant'anni dalla sua elezione al Quirinale
Autore: Marcello Veneziani - Fonte: BastaBugie del 4 aprile 2018

Ah, Sandro Pertini, il presidente della repubblica più amato dagli italiani. Il presidente della gente, dei bambini, il fumetto con la pipa, il presidente-partigiano che esce dal protocollo. L'Impertinente. Il Puro. A quarant'anni dalla sua elezione al Quirinale, in un diluvio celebrativo, uscirà domani al cinema un film agiografico su di lui. Noi vorremmo integrare il santino raccontando l'altro Pertini.
Alla morte di Stalin nel '53, il compagno Pertini, già direttore filo-sovietico dell'Avanti! e all'epoca capogruppo socialista celebrò il dittatore in Parlamento. Ecco cosa disse su l'Avanti!: «Il compagno Stalin ha terminato bene la sua giornata, anche se troppo presto per noi e per le sorti del mondo. L'ultima sua parola è stata di pace. (...) Si resta stupiti per la grandezza di questa figura... Uomini di ogni credo, amici e avversari, debbono oggi riconoscere l'immensa statura di Giuseppe Stalin. Egli è un gigante della storia e la sua memoria non conoscerà tramonto». Quell'elogio, mai ritrattato da Pertini, neanche dopo che si seppero tutti i crimini di Stalin, non fa onore a un combattente della libertà e dei diritti dei popoli.

PORZUS
Da Presidente della Repubblica il compagno Pertini concesse appena fu eletto, la grazia al boia di Porzus, l'ex partigiano comunista Mario Toffanin, detto "Giacca", nonostante questi non si fosse mai pentito dei suoi crimini per i quali era stato condannato all'ergastolo. Toffanin fu responsabile del massacro di Porzus, febbraio 1945: a causa di una falsa accusa di spionaggio, furono fucilati ben 17 partigiani cattolici e socialisti (la "Brigata Osoppo"), da parte di partigiani comunisti (Gap). Tra loro fu trucidato il fratello di Pasolini, Guido.
Dopo la grazia di Pertini a Toffanin lo Stato italiano concesse al criminale non pentito pure la pensione che godette per vent'anni, insieme ad altri 30mila sloveni e croati «premiati» dallo Stato italiano per le loro persecuzioni antitaliane. Pertini partecipò poi commosso al funerale del presidente jugoslavo Tito (1980), il primo responsabile delle foibe, baciando quella bandiera che destava terribili ricordi negli esuli istriani, giuliani e dalmati.
Pertini fu uno spietato capo partigiano. Il suo nome ricorre in molte vicende. Per esempio, quella della coppia di attori Valenti-Ferida. Luisa Ferida aveva 31 anni ed era incinta di un bambino quando fu uccisa dai partigiani all'Ippodromo di San Siro a Milano assieme a Osvaldo Valenti, il 30 aprile 1945, accusati di collaborazionismo, per aver frequentato la famigerata Villa Triste, a Milano, sede della banda Koch.
L'accusa si dimostrò infondata al vaglio di prove e testimonianze; lo stesso Vero Marozin, capo della Brigata partigiana che eseguì la loro condanna a morte, dichiarò, nel corso del procedimento penale a suo carico: «La Ferida non aveva fatto niente, veramente niente». I due attori, infatti, pagarono la loro vita tra lussi e cocaina ma non avevano responsabilità penali o politiche tali da giustificarne la fucilazione per collaborazionismo.
Nelle dichiarazioni rese da Marozin in sede processuale Pertini fu indicato come colui che aveva dato l'ordine di ucciderli: «Quel giorno – 30 aprile 1945 – Pertini mi telefonò tre volte dicendomi: "Fucilali, e non perdere tempo!"». Si veda al proposito «Odissea Partigiana» di Vero Marozin (1966), «Luisa Ferida, Osvaldo Valenti, Ascesa e caduta di due stelle del cinema» di Odoardo Reggiani (Spirali 2001). «Pertini si era rifiutato di leggere il memoriale difensivo che Valenti aveva elaborato durante i giorni di prigionia, nel quale erano contenuti i nomi dei testimoni che avrebbero potuto scagionare i due attori da ogni accusa. La casa milanese di Valenti e della Ferida venne svaligiata pochi giorni dopo la loro uccisione. Fu rubato un autentico tesoro (cani di razza inclusi) di cui si perse ogni traccia».

AL DI LÀ DELL'IMMAGINE BONARIA
È famoso l'episodio accaduto all'arcivescovado di Milano nel '45, quando Pertini incrociò sulle scale Mussolini, reduce da un colloquio col cardinale Schuster. Pertini disse poi di non averlo riconosciuto, «altrimenti lo avrei abbattuto lì, a colpi di rivoltella». Poi aggiunse: «come un cane tignoso». Pertini sosteneva la necessità di uccidere Mussolini, non arrestarlo: se si fosse salvato, disse, magari sarebbe stato eletto pure in Parlamento. Delle responsabilità di Pertini nella strage di via Rasella a Roma, ne scrisse William Maglietto in «Pertini sì, Pertini no» (Settimo Sigillo, 1990).
Al Quirinale, al di là dell'immagine bonaria del presidente che tifa Nazionale, gioca a carte, va a Vermicino per Alfredino, il bambino caduto nel pozzo, si ricorda il suo carattere permaloso. Ad esempio quando cacciò il suo capo ufficio stampa, Antonio Ghirelli, valoroso giornalista e galantuomo socialista. O quando chiese di cacciare Massimo Fini dalla Rizzoli in seguito a un articolo su di lui che non gli era piaciuto.
Così ne parlò lo stesso Fini: «Immediata rabbiosa telefonata al direttore della Domenica del Corriere Pierluigi Magnaschi, un gentleman dell'informazione, il quale ricoperto da una valanga di insulti cerca di barcamenarsi alludendo all'autonomia delle rubriche dei giornalisti, allo spirito un po' da bastian contrario di Massimo Fini. Il "nostro" San Pertini gli latra minacciosamente: "Non credere di fare il furbo con me, imbecille! Chiamo il tuo padrone Agnelli e vediamo qui chi comanda!". E infatti il giorno dopo mi si presenta il responsabile editoriale della casa editrice Lamberto Sechi...». Lo stesso Pertini disse a Livio Zanetti in un libro-intervista: «Cercai inutilmente di far licenziare uno strano giornalista italoamericano». Nenni nei suoi diari considerava Pertini un violento iracondo.
Quando l'Msi celebrò il suo congresso a Genova nel 1960, fu proprio Pertini ad accendere il fuoco della rivolta sanguinosa dei portuali della Cgil col discorso del «brichettu» (il cerino). E vennero i famigerati «ganci di Genova», coi quali un governo democratico di centro-destra, a guida Tambroni, con l'appoggio esterno del Msi, fu abbattuto da un'insurrezione violenta nel nome dell'antifascismo.

PROVERBIALE ERA LA POI SUA VANITÀ
Ghirelli riferì uno sferzante giudizio di Saragat: «Sandro è un eroe, soprattutto se c'è la televisione». E i suoi abiti firmati, le sue scarpe Gucci mentre predicava il socialismo e il pauperismo... Fiorirono poi tante maldicenze su di lui, capo partigiano e poi leader socialista che vi risparmio, circolavano giudizi dell'Anpi, di Marco Ramperti... Francesco Damato ricordò: «Nel 1973 Pertini mi comunicò di avere appena cacciato dal proprio ufficio di presidente della Camera il segretario del suo partito, Francesco De Martino. Che gli era andato a proporre di dimettersi per far posto a Moro, in cambio del laticlavio alla morte del primo senatore a vita».
Poi fu proprio l'onda emotiva dell'assassinio Moro e l'asse Dc-Pci sulla non-trattativa che portò a eleggerlo due mesi dopo al Quirinale.
Infine va ricordato il Pertini che agli operai di Marghera, nel pieno infuriare del terrorismo rosso con larghe scie di sangue, disse: «Sono stato un brigatista rosso anch'io» per poi negare che le Br fossero rosse, giudicandoli solo «briganti», così da recidere il filo rosso tra Br e partigiani. Il Presidente di una Repubblica flagellata in quegli anni dal terrorismo rosso, si definiva orgoglioso «un brigatista rosso».

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Fonte: BastaBugie del 4 aprile 2018

3 - LA SCUOLA INDOTTRINA I NOSTRI FIGLI (3° articolo: 15.535 click)
I libri invitano i ragazzi a farsi invadere dagli immigrati e a considerare normale l'omosessualità e la pederastia, mentre gli esercizi di inglese propagandano l'euro
Autore: Alessandro Rico - Fonte: BastaBugie del 7 marzo 2018

Educare non è indottrinare, bensì trasmettere agli studenti gli strumenti critici e la capacità di ragionamento perché imparino a pensare con la propria testa. A leggere certi testi adottati nelle scuole italiane, però, sembra che questa missione sia stata soppiantata dalla propaganda a favore dell'Europa, della moneta unica, dell'immigrazione e del multiculturalismo.
Si pensi a un testo di geografia destinato alle scuole medie. Geo Green 2 di Carlo Criguolo, edito da Paravia. È stato un consigliere regionale friulano di Forza Italia. Roberto Novelli, ad additare pubblicamente un passaggio del libro in cui, dopo una serie di allarmi sull'«invecchiamento medio» e la diminuzione dei «giovani europei», si legge: «Gli immigrati extraeuropei (africani, asiatici, sudamericani) rappresentano già oggi una parte consistente della popolazione giovane d'Europa. La vera sfida sociale e demografica del continente consiste nel "passare il testimone": gli immigrati devono poter entrare nella società e nell'economia europee a ogni livello professionale e civile: solo accettando gli immigrati l'Europa anziana (che detiene la ricchezza economica e le radici culturali europee) permetterà l'esistenza dell'Europa futura».
Pare di sentire la «presidenta» della Camera Laura Boldrini, che nel marzo 2016, a Palermo, aveva invocato l'arrivo di 300-400.000 immigrati all'anno per impedire che la popolazione italiana scenda «al di sotto dei 45 milioni».

IUS SOLI
Molto simili i toni del volume In prima! che fa parte della collana Zoom. Geogrqfia da vicino dell'editore Loescher. Ai ragazzi di prima media il testo spiega che «gli immigrati sono una presenza indispensabile, soprattutto in alcuni settori lavorativi come l'edilizia, il lavoro domestico, l'assistenza a bambini e anziani». Per dirla con Emma Bonino: senza gli immigrati, chi raccoglierebbe i pomodori?
Nel libro non manca il tema dello ius soli: gli autori Luca Brandi. Guido Corradi e Monica Morazzoni lamentano che «i figli di stranieri nati in Italia continuano a non aver diritto alla cittadinanza italiana».
Non è un caso che i più piccoli siano il bersaglio privilegiato dei tentativi di manipolazione: è più facile deformare la mentalità di chi non ha ancora una personalità ben strutturata. E gli effetti nefasti della geografia «militante» si fanno sentire.

SCARSA PREPARAZIONE
Secondo una ricerca di Skuola.net condotta su 1.500 ragazzi dalle medie all'università, metà degli studenti non sa che in Italia ci sono 20 regioni, il 46% pensa che il Gran Sasso faccia parte della catena delle Alpi e il 43% non sa che Crotone si trova in Calabria. In compenso, tutti scopriranno, leggendo II mondo domani di Elisabetta Sergio (Garzanti), che gli immigrati «costituiscono per l'Europa una preziosa risorsa economica, sociale e culturale. Inoltre contribuiscono a mantenere positivo il saldo demografico».
Al che uno si chiede se abbiano ragione quei «complottisti» che parlano di «sostituzione etnica» o se gli istituti di statistica, i quali registrano un calo della natalità anche tra gli stranieri approdati nelle opulente società occidentali, non smentiscano il mantra dell'Africa che salva il Vecchio continente dall'estinzione.
Nelle pagine di Fare geografia insieme, edito dal Capitello, si assiste alla celebrazione della società europea «ormai diventata multietnica», ma gli autori Renzo De Marchi. Francesca Ferrara e Giulia Dottori ammettono che nemmeno «l'arrivo di nuovi migranti» basterà a fermare l'inverno demografico italiano. Nonostante ciò, l'immigrazione viene dipinta come «una grande risorsa per l'Italia».
Addirittura, il testo afferma che «numerose fabbriche e importanti settori dell'agricoltura chiuderebbero senza i lavoratori stranieri». Non sono mica imprenditori e partite Iva a tenere in piedi il Paese; è la manodopera subsahariana a basso costo.
La stessa mistificazione si trova in Kilimangiaro 1, edito da Laltes, in cui si elogia la «preziosa manodopera» degli immigrati, i quali accettano «lavori che molti europei ritengono troppo umili» e «hanno il diritto di essere accolti in Paesi sicuri». D'altronde, neppure gli insegnanti sono al riparo dal martellamento immigrazionista: Il contributo dei rifugiati e dei migranti nella costruzione di una società interculturale è l'altisonante titolo di un compendio delle Edizioni scientifiche italiane dedicato ai docenti.

INVASIONI BARBARICHE
È ormai arcinoto il caso del libro Il racconto dello storico di Silvio Paolucci, Giuseppina Signorini e Luciano Marisaldi (Zanichelli) per le scuole medie, in cui quelle che un tempo si chiamavano «invasioni barbariche» sono state ribattezzate «grandi migrazioni», basate sull'«idea chiave» dell'integrazione. Ma forse in pochi immaginano che persino quando studiano le lingue i ragazzi siano bombardati dalla propaganda.
Nel volume English Plus di Ben Wetz, edito da Oxford university press e adottato da molte scuole superiori, compare un esercizio di grammatica con frasi che inneggiano al multiculturalismo, all'abolizione dei confini, all'euro e persino all'anarchia: «Perché non lasciare che i cittadini di tutti i Paesi attraversino i nostri confini ogni volta che vogliono?». Oppure: «Nella mia società ideale non ci sono leggi, perciò alle persone è consentito fare quello che vogliono». E, infine, la tirata prò euro: «Perché ci sono valute diverse? Dovremmo fare in modo che tutti usino la stessa moneta».
Il Performer B1 di Zanichelli, invece, include un esercizio con proposizioni in cui si argomenta che, dall'introduzione dell'euro, i prezzi sono diminuiti e i servizi bancari sono diventati più semplici. Insomma, il globalismo e l'esaltazione di Unione europea e moneta unica sono temi piuttosto diffusi. Tesi che paiono riprese quasi letteralmente dall'opuscolo didattico messo a disposizione da Bankitalia, secondo il quale l'euro avrebbe avvantaggiato i consumatori (distruggendo la domanda interna?) e favorito le «transazioni commerciali» (già, quelle della Germania).
Ora, a colpire non è soltanto l'immoralità degli scopi perseguiti da quei manuali, ossia fare proselitismo tra gli studenti di scuole medie e superiori. Meraviglia specialmente la carrellata di inesattezze, distorsioni e omissioni che finiscono per privare i ragazzi di elementi utili a valutare autonomamente gli argomenti. Una galleria degli orrori e degli errori contro la quale esistono due antidoti: insegnanti seri e famiglie vigilanti. E. magari, una strigliata del ministero ad autori ed editori.

Geo green di Carlo Griguolo, Paravia
«La vera sfida sociale e demografica del continente consiste nel "passare il testimone": gli immigrati devono poter entrare nella società e nell'economia europea a ogni livello»

Il mondo domani di Elisabetta Sergio, Garzanti
«Gli immigrati «costituiscono per l'Europa una preziosa risorsa economica, sociale e culturale. Inoltre contribuiscono a mantenere positivo il saldo demografico»

English Plus di Ben Wetz, Oxford university press
«Perché ci sono valute diverse? Dovremmo fere in modo che tutti usino la stessa, moneta»

Il fattore umano 2 di Maurizio Bettini, Mario lentano, Donatella Puliga, Paerson
«Variano da civiltà a civiltà le norme sociali o giuridiche che definiscono l'incesto, l'aborto, l'infanticidio, l'adozione, il divorzio»

L'acero rosso di Barbara Greppi, Annalisa Vada, Stefano Bordiglioni, Elena Rizzo Licori, Mondadori
«Si può essere adottati o avere due mamme e due papà. [...] il legame che unisce la famiglia non è il sangue: è il cuore che ci rende genitori e figli»

Le parole le cose di Romano Luperini, Pietro Cataldi, Lidia Marchiani, Franco Marchese, Palumbo editore
«Nel mondo greco e romano l'omosessualità - sia maschile sia femminile - era ammessa come normale: in particolare, essa aveva una forma codificata, la pederastia, che consisteva nel rapporto amoroso che legava il maestro al discepolo adolescente»

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Fonte: BastaBugie del 7 marzo 2018

4 - IL DRAMMA DI UNA GENERAZIONE CHE RIFIUTA LA FATICA (4° articolo: 14.831 click)
Tra i motivi, oltre all'incapacità dei genitori di tollerare la frustrazione, il limite, la sofferenza dei propri figli, c'è anche la tecnologia che offre tutto e subito senza fatica (VIDEO: chi sono i Millennials)
Autore: Costanza Miriano - Fonte: BastaBugie del 21 marzo 2018

Qualche tempo fa, in una gelida mattina invernale, a Perugia, ho incontrato un gruppo di ragazzini delle medie. Correvano in un bosco - come me, peraltro -, incuranti della pioggia, del freddo, degli schizzi di fango. Da madre ho avuto un sussulto, poi mi sono ricordata che per tutta l'adolescenza, e a dire il vero per tutta la vita, l'ho fatto anche io: prendere freddo, bagnarmi, sudare, correre tra radici e rami sporgenti; le mie ginocchia piene di cicatrici lo testimoniano, ma insomma sono sopravvissuta.
Immersa in quei ricordi, quando ho visto sotto la pioggia il mio vecchio allenatore di atletica, non ho potuto fare a meno di violare il primo comandamento della corsa - mai fermarsi per nessun motivo al mondo, neanche in caso di rottura di arti -: ho dovuto abbracciarlo e scambiare due parole con lui. Così, ho avuto la conferma di ciò che vado pensando e dicendo da quando sono madre, e cioè che i ragazzi di oggi hanno una tolleranza alla fatica enormemente inferiore a quella delle precedenti generazioni. In certi momenti, a dire il vero, mi veniva il dubbio di essere vittima del disturbo che affligge un po' tutti gli adulti di una generazione, la sindrome "aimieitempi" (aimieitempi sì che la vita era dura, aimieitempi sì che si studiava), e che a volte mi porta ad esagerare le asprezze della vita nei miei maldestri tentativi educativi (io non lasciavo mai avanzi sul piatto, io apparecchiavo e sparecchiavo sempre, io mi facevo il letto da sola: ragazzi, non è proprio esattamente vero, ma si chiamano bugie bianche).

PRESTAZIONI ATTUALI INFERIORI AL PASSATO
Però quanto mi ha detto il mio allenatore mi ha confermato, in modo concretamente misurabile, quanto dicevo. Tra i ragazzi del suo team, alla stessa età che noi avevamo trenta anni fa, le prestazioni attuali sono di molto inferiori. E il cronometro dà dati oggettivi. Lo conferma il fatto che sono stati alzati i minimi per accedere alle gare nazionali di atletica. I record mondiali, è vero, si abbassano sempre di più, ma la massa dei praticanti - sempre più sottile, almeno in Italia - a livello agonistico serio, corre in media più lentamente, salta più corto e più basso, lancia più vicino. A parte che non siamo sostenitori delle teorie di Darwin, qui comunque non si tratta di evoluzione della specie, ma semplicemente di un fatto culturale. I ragazzi sono più sedentari, hanno meno voglia di muoversi e di faticare. E' un dato di fatto oggettivo, con cui fare i conti.
Le cause? Non so, probabilmente una serie di elementi. Intanto adulti troppo protettivi: il mio allenatore ci lasciava a volte in un posto nel nulla, e ci diceva di andare a un paese a venti chilometri di distanza. Superfluo ricordare che non esistevano i cellulari, né i navigatori, né gli integratori salini. Si chiedeva la strada al contadino (senza fermarsi, urlando di corsa), e se era molto caldo magari gli si domandava il permesso di bere dal tubo con cui annaffiava. Se cadevi ti rialzavi e andavi avanti per rimanere attaccata al gruppo, sennò eri persa. I nostri genitori neanche sapevano dove fossimo, e l'allenatore ci aspettava all'arrivo col cronometro (e comunque ci avevamo sempre messo troppo tempo). Il criterio per stabilire se ti fossi allenato bene o no era il vomito: se ne sentivi lo stimolo, allora probabilmente ti eri allenato abbastanza. Ai miei interessava solo che mantenessi alta la media a scuola, non si preoccupavano troppo se prendessi freddo o caldo: finché ero in salute, significava che potevo farcela.

L'ILLUSIONE DELLA TECNICA E DELL'IPERCONTROLLO
I genitori di oggi ipercontrollano la salute e ogni movimento dei figli: tutto deve essere vagliato dal loro filtro, nell'illusione che la tecnica, l'informazione, il benessere economico possano proteggere da tutto questi bambini e poi ragazzi, sin dal grembo materno, con gravidanze continuamente esaminate (salvo eliminare i bambini se malati). Lo stesso atteggiamento protettivo i genitori ce lo hanno nei confronti della scuola: il professore è il nemico, non l'alleato, gli ostacoli vanno rimossi, la fatica evitata. Le interrogazioni vengono quasi sempre programmate, in modo che i ragazzi, se lo vogliono possano studiare solo per quel giorno, o comunque limitare al massimo la fatica. A una mia protesta una professoressa mi ha spiegato che è costretta a farlo pur di avere qualcuno all'interrogazione: l'alternativa è che tutti si giustifichino. "Le prometto che se lei rifiuta le giustificazioni e mette 2 a mio figlio io non protesto. Rimandate, bocciate se necessario. Io sono con voi qualunque cosa decidiate di fare". La prof mi ha guardato come si guarda un elefante verde in una sala professori.
Quali sono le cause di questo cambiamento epocale? Oltre all'incapacità dei genitori di imporre o di tollerare la fatica, la frustrazione, il limite, anche la sofferenza a volte dei propri figli, aggiungerei anche altri elementi, come il modello di consumo nel quale viviamo immersi, e la cultura che ne consegue (suscitare bisogni falsi e convincerci che è necessario soddisfarli tutti, anche velocemente), e l'enorme peso che ha la tecnologia nelle nostre vite, e molto di più in quelle dei nostri figli, nativi digitali. Insomma, è sempre più difficile scollarli dai divani, dai letti, da tutte le superfici orizzontali sulle quali istintivamente si sdraierebbero se potessero, se attraverso quel coso che hanno in mano possono vedere di tutto, leggere, comunicare, scambiare una mole di informazioni che le precedenti generazioni neanche immaginavano pensabile.

UN PROBLEMA DI SENSO
Ma al fondo di tutto, il problema è un problema di senso. E' il modello di uomo che ci viene proposto da tutti i canali che formano le nostre coscienze: la cultura, l'informazione, la scuola, l'intrattenimento, la comunicazione, e anche, dobbiamo dirlo, parte della Chiesa. Siamo immersi in una cultura che considera l'uomo come non bisognoso di cura, redenzione, salvezza. E' la cultura che considera come degni di approvazione e giustificati tutti i moti interiori, viviamo nella palude, dove tutto è molle, modificabile, plasmabile, contrattabile, aggiustabile. La fatica è un'obiezione: se ti fa fatica fare una cosa, non è buona per te. Mentre per secoli anche la letteratura ci ha consegnato le immagini degli eroi che facevano viaggi pericolosi, affrontavano imprese, scommettevano - e a volte perdevano - la vita in prove rischiose, pur di ottenere l'obiettivo, oggi i libri, i film, le storie che popolano il nostro immaginario raccontano piccoli piaceri, piccole soddisfazioni, comode cucce calde che ci siamo aggiustati per vivere. Purtroppo anche in tante realtà della Chiesa si propone un Cristo amico che ti dà una pacca sulla spalla, e sostanzialmente ratifica la tua vita e le tue scelte. Dimenticando che la vita di un cristiano è un combattimento, una milizia nella quale si suda sangue anche, a volte. Anzi, se non succede, se non ti giochi tutto, vuol dire che Cristo non è tutto per te. Un combattimento nel quale il nemico è prima di tutto interiore: è il nostro peccato, che viene dalla nostra responsabilità e dalla ferita del peccato originale. So che sono discorsi fuori moda, che a certe orecchie suonano assurdi come lasciar correre dei ragazzini nel fango sotto la pioggia gelata, ma in gioco c'è la vita eterna, e se non combattiamo più ci prendiamo molto più che una febbriciattola (che poi a correre non viene mai, fidatevi!).

Nota di BastaBugie: perché le nuove generazioni sono difficili da gestire? Simon Sinek parla dei Millennials con una chiarezza spiazzante. Il seguente video è doppiato in italiano (cioè non sottotitolato, ma ha l'audio in italiano) in modo da poter seguire bene il discorso. Da vedere, rivedere e far vedere ai Millennials e a chi ha a che fare con loro.


https://www.youtube.com/watch?v=hJi1uW1EGFc

Ecco il link ad alcuni articoli da noi rilanciati in passato sul tema dell'uso del cellulare

CELLULARE E WHATSAPP DANNO L'ILLUSIONE DI ESSERE CONNESSI, MENTRE SIAMO DISCONNESSI DALLA REALTA'
Se dal telefonino alzassimo lo sguardo su volti, tramonti, santi, cattedrali, i nostri genitori, i nostri figli, ci renderemmo conto che il messaggio che attendevamo è già arrivato e ce lo siamo persi (VIDEO: disconnessi per essere connessi)
di Antonio Socci
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4262

WHATSAPP: COMODO, MA RISCHIOSO (SOPRATTUTTO PER GLI UNDER 16)
I presidi delle scuole medie e superiori di Parma e provincia affermano che limita le ore di sonno, riduce l'attenzione e la concentrazione, disturba lo studio, incide sulle relazioni sociali
da Blog di Costanza Miriano
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3729

MILLENNIALS: UNA GENERAZIONE IMPAZIENTE, E PER QUESTO INSODDISFATTA
I ragazzi di oggi sono pigri, social-dipendenti e incapaci di raggiungere una vera gratificazione
di Nadia Ferrigo
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4861

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Fonte: BastaBugie del 21 marzo 2018

5 - LA MORTE CEREBRALE E' UN TRUCCO DELLA CULTURA DELLA MORTE (5° articolo: 14.357 click)
Il criterio della morte cerebrale fu inventato cinquant'anni fa (1968) dall'università di Harvard come scusa per giustificare i primi trapianti d'organi vitali
Autore: Alfredo de Matteo - Fonte: BastaBugie del 28 marzo 2018

Quest'anno ricorrono i cinquant'anni (1968) della prima definizione del criterio di morte cerebrale, ad opera di una commissione medica creata ad hoc dall'università di Harvard per giustificare eticamente i primi trapianti d'organi vitali. Sull'Avvenire del 4 febbraio è uscita un'interessante intervista, a firma di Lucia Bellaspiga, alla ricercatrice del Centro neurolesi di Messina, Silvia Marino.
L'occasione è un meeeting internazionale che si è svolto a Milano il 2 febbraio scorso sui disordini della coscienza, organizzato dalla Fondazione Irccs Istituto Neurologico Carlo Besta.
La neurologa Marino si occupa da diversi anni di scandagliare i residui più nascosti della coscienza attraverso le tecniche di neuroimaging e di studiare le reazioni del cervello stimolato da suoni, odori ed immagini. Ai pazienti apparentemente privi di contatto con il mondo esterno e immobili da mesi o anni nel loro letto, spiega nell'intervista la ricercatrice, somministriamo stimoli di ogni genere, soprattutto grazie alla fondamentale collaborazione dei familiari. Mentre ciò avviene, attraverso la risonanza magnetica funzionale possiamo vedere se si attivano le aree del cervello del paziente.
Abbiamo così studiato 27 persone con diagnosi di minima coscienza e 23 in stato vegetativo, e tra questi ultimi ben 10 sono passati ad uno stato di minima coscienza. Pertanto, ribadisce la neurologa, la parola irreversibile applicata ai disturbi della coscienza, stato vegetativo compreso, non è più utilizzabile.

IL 40% DELLE DIAGNOSI DI STATO VEGETATIVO RISULTANO ERRATE
Del resto, pochi mesi fa la rivista Current Biology ha reso noto un importante esperimento scientifico condotto dalla neuroscienziata italiana Angela Sirigu, la quale è riuscita a recuperare la coscienza di un paziente in stato vegetativo attraverso una serie protratta nel tempo di elettrostimolazioni del nervo vago. Secondo la comunità scientifica almeno il 40 per cento delle diagnosi di stato vegetativo risultano errate, ma la particolarità del caso del paziente sottoposto all'esperimento della Sirigu riguarda il fatto che la certezza della diagnosi sembrava fuori discussione, dal momento che egli non aveva più alcun contatto con il mondo esterno da 15 anni e la sua condizione sembrava effettivamente irreversibile.
Fino agli anni Sessanta la tradizione giuridica e medica occidentale riteneva che l'accertamento della morte dovesse avvenire tramite il riscontro della definitiva cessazione di tutte le funzioni vitali: respirazione, circolazione, attività del sistema nervoso. Appunto cinquant'anni or sono, nel 1968, un comitato istituito dalla Harvard Medical School propose un nuovo criterio di accertamento della morte fondato sulla definitiva cessazione delle sole funzioni cerebrali, il cosiddetto coma irreversibile. Da allora, la morte cerebrale è il criterio che consente di effettuare legalmente la pratica dei trapianti degli organi vitali nella maggior parte degli Stati del mondo.

MORTE CEREBRALE INAFFIDABILE
Ora, se l'ormai raggiunta consapevolezza dell'inaffidabilità del parametro di morte cerebrale o coma irreversibile ci spinge a denunciare la tendenza in atto tesa a ridurre l'uomo ad un semplice agglomerato di organi, senza coscienza né anima, come avviene ad esempio per l'eutanasia, perché essa non ci dovrebbe spingere a denunciare con eguale determinazione la pratica della cosiddetta donazione di organi?
Non si fonda anch'essa, a ben vedere, sui medesimi principi che hanno portato all'assassinio per sentenza di Eluana Englaro o di Terry Schiavo e che hanno portato i giudici inglesi a "staccare la spina" al povero Charlie Gard?
In effetti, il criterio ultimo sulla base di cui, oggi, si decide la sorte degli esseri umani è meramente utilitaristico e prevede la distinzione del tutto arbitraria tra vite degne e indegne di essere vissute, tra esistenze utili e inutili (a qualcosa o qualcuno). Anche la donazione degli organi non sfugge al medesimo principio filosofico che sottende le altre condotte contro la vita e in più poggia totalmente sul criterio antiscientifico della morte cerebrale. Si potrebbe obiettare che essa permette però di salvare vite umane altrimenti destinate a morte certa. Ma a quale costo? Quante sono le persone a cui sono stati espiantati gli organi che, se lasciate vivere, avrebbero potuto risvegliarsi o migliorare le loro condizioni di vita? E soprattutto, quanti di questi pazienti erano profondamente coscienti ma impossibilitati a comunicare?
Tutte domande a cui non è possibile dare una risposta sicura. Quel che è certo è che la battaglia in difesa della vita e contro la cultura della morte non può essere condotta in maniera parziale, ossia condannando talune pratiche e al contempo elogiandone oppure non condannandone altre, che soggiacciono ai medesimi criteri antiumani ed antiscientifici propagandati dalla modernità.

DOSSIER "DONAZIONE DI ORGANI"
L'inquietante concetto di "morte cerebrale"

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Fonte: BastaBugie del 28 marzo 2018

6 - I VANGELI SONO STORICAMENTE ATTENDIBILI (6° articolo: 13.991 click)
I manoscritti del Nuovo Testamento garantiscono una testimonianza sicura, dettagliata e affidabile (VIDEO: agente FBI dimostra con metodi investigativi scientifici l'autenticità storica dei vangeli)
Fonte BastaBugie del 25 aprile 2018

A volte le persone credono che i Vangeli e le altre fonti cristiane non siano storicamente attendibili. Invece...
In epoca antica i documenti (di qualsiasi natura... religiosi, storici, letterari ecc.) erano scritti su papiri o pergamene, tali materiali sono però facilmente deteriorabili, anche per questo era usuale il lavoro di ricopiatura dei testi originali, al fine di non "smarrire" nel corso del tempo le varie documentazioni.
Per valutare l'attendibilità storica dei documenti è necessario osservare il numero dei manoscritti giunti sino a noi e la loro antichità. Perché un manoscritto sia attendibile deve possedere anche altre caratteristiche, comunque sempre presenti nei Vangeli canonici, cioè nei Vangeli ufficiali della Chiesa.
Vediamo, nel caso di qualche autore dell'antichità pagana, quanti manoscritti sono giunti sino a noi:
Virgilio: poco più di 100 manoscritti (codici)
Platone: poco più di 10 manoscritti (codici)
Euripide e Tacito: 2 - 4 manoscritti (codici)
Orazio è l'autore dell'antichità pagana che "ha fatto giungere" sino a noi il maggior numero di manoscritti (codici)...250 circa.
Se spostiamo la nostra attenzione al Nuovo Testamento (4 Vangeli, gli Atti degli Apostoli, le lettere canoniche), i manoscritti (codici) salgono a 5300! Tale numero, già eccezionale, viene raggiunto solo considerando gli scritti in lingua greca, mentre se aggiungessimo i manoscritti in lingua latina e le varie traduzioni antiche in lingua copta, siriaca, gotica... i manoscritti salirebbero a circa 15.000!
Ma quanto sono antichi questi manoscritti? E' naturale che più il manoscritto è vicino, per data di composizione, allo scritto originale e più sarà attendibile.
Parliamo, naturalmente, sempre della storia antica.
Virgilio ha il manoscritto più antico... scritto 350 anni dopo la sua morte.
Il manoscritto più antico "di Orazio" è stato scritto circa 800 anni dopo la sua morte.
Il manoscritto più antico "di Cesare" è stato scritto 900 anni dopo l'originale.
Il manoscritto più antico "di Platone" è stato scritto 1300 anni dopo l'originale.
E così via...
Varie centinaia di manoscritti del Nuovo Testamento risalgono ai primissimi secoli del cristianesimo e varie decine sono distanti dall'originale solo pochissime decine di anni!
Una documentazione incomparabile per la sua attendibilità!

LO DICONO GLI STORICI
Eppure alcuni hanno il coraggio di mettere in dubbio l'attendibilità storica dei documenti (riconosciuti dalla Chiesa) su Gesù, magari propagandando le loro bizzarre (per non dire altre parole) idee, ben sapendo intanto che la gente solitamente non si interessa di storiografia o archeologia o storia antica o papirologia ecc., ben sapendo che la gente solitamente non legge libri di professori universitari, ricercatori, archeologi, i quali conoscono benissimo la STRAORDINARIA attendibilità storica dei documenti cristiani su Gesù. Sanno benissimo che mettendo in dubbio la storicità di Gesù, bisognerebbe, a maggior ragione, dubitare di tutta quanta la storia antica.
Invece spesso si fa strada l'idea, o quantomeno il dubbio, che quello che sappiamo su Cristo non sia poi vero. Un' erronea concezione non raramente veicolata dai mass media, non raramente sponsorizzata addirittura in vari supermercati, mentre i veri studi e le vere ricerche rimangono perlopiù confinate fra gli specialisti e gli accademici, ben lontane dal vivere quotidiano delle persone. Così, ad esempio, è più comodo, più semplice, più invitante acquistare un libro "commerciale" in Autogrill, che recarsi in una libreria specializzata, in una biblioteca universitaria, è molto meno comodo fare un'approfondita ricerca nel mare di libri "non commerciali" scritti da affermati (e non pregiudiziali) docenti e ricercatori universitari.
È così Virgilio con "i suoi" 100 manoscritti è sicuramente attendibile, Gesù con "i suoi" 5300 (o 15.000, valutando quanto scritto sopra) non è invece attendibile.
E così varie centinaia di documenti (si parla sempre di documenti riconosciuti dalla Chiesa cattolica) dei primissimi secoli del cristianesimo, o addirittura separati dall'originale solo poche decine di anni non sono attendibili, ma i documenti di Cesare, di Virgilio, di Platone distanti dagli originali circa 900, 350, 1300 anni... sono invece attendibili.
Che vi sia in questa concezione un pochino di pregiudizio?
Che vi sia un pochino la volontà di screditare il cristianesimo e la Chiesa perché mi sono tanto antipatici?
Che vi sia la volontà di scrivere qualche libro "scandalistico", "ad effetto", perché tali libri fanno guadagnare tanti soldini?
Nooo... figuriamoci... perché bisogna sempre pensare male....
Ritorniamo in noi...alla storia antica.

STRAORDINARIA DIGNITÀ STORICA
Sono, come già detto, i criteri di attendibilità a confermare la straordinaria dignità storica dei documenti cristiani su Gesù...si sottolinea come i Vangeli apocrifi non riescano a soddisfare questi criteri o, nelle migliori delle ipotesi, li soddisfano alquanto limitatamente e mai sufficientemente.
Sono solamente i documenti riconosciuti dalla vecchia, cara Chiesa cattolica a risultare storicamente attendibili, a superare l'esame della storiografia,
Alcuni criteri li abbiamo già visti, accenniamo brevemente gli altri.
Il criterio di contestualità. Le notizie riportate dai documenti devono risultare compatibili con il contesto sociale/storico/culturale del tempo.
I testimoni diretti. I testimoni oculari sono più attendibili delle testimonianza per "sentito dire".
La coerenza di narrazione. La sequenza dei fatti raccontati deve permettere di comprendere le cause degli eventi, garantendo la concatenazione logica del racconto.
La molteplice attestazione. I documenti sono più attendibili se provenienti da fonti indipendenti.
I quattro Vangeli si sono affermati perché gli unici ad essere veramente credibili...mentre i Vangeli apocrifi sono stati chiaramente scritti per perseguire particolari fini religiosi e per propagandare determinate concezioni.

LA GNOSI
Non si può parlare di Vangeli apocrifi senza parlare della gnosi.
La gnosi (religione antica) aveva una concezione dualistica del mondo e della vita; il mondo materiale era considerato il male, solo lo spirito era considerato positivo. Conseguentemente bisognava evitare ad ogni costo la materia e la procreazione era considerata negativa, perché responsabile di imprigionare le anime nei corpi. La donna era quindi, per la gnosi, un essere negativo, perché generatrice di vita materiale, perché partorisce figli.
Citiamo solo due esempi di invenzione narrativa, realizzata al solo fine di sostenere le proprie concezioni.
Nel vangelo (apocrifo) copto di Tommaso vengono riportate le parole di Gesù, le quali anziché rimproverare Pietro che aveva appena detto: "le donne non sono degne di vita", affermano: "Ogni donna che diventerà maschio potrà entrare nel Regno dei Cieli".
Un Vangelo totalmente inventato per convincere le persone della "verità" della gnosi.
Oltretutto questo scredita, come mille altre volte ancora, quanto scritto da Dan Brown, circa l'esaltazione del principio divino femminile presente nei Vangeli apocrifi.
Naturalmente, affermava la gnosi, se la materia/il corpo è negativo, Cristo non si è incarnato, ha preso solo l'apparenza di un uomo, mai il divino può compromettersi con la carne, con il corpo.
Così, sempre secondo la gnosi, sulla croce non c'era Cristo ma solo un'apparenza... vale a dire la passione di Cristo è stata solo teatro, Gesù ha fatto del cinema, ha fatto il prestigiatore.
Questo pensava la gnosi, ed ecco allora un vangelo inventato apposta per propagandare queste idee; è l'Apocalisse copta di Pietro, nella quale Cristo afferma che colui che sta soffrendo sulla croce è un suo sostituto, non il Gesù Vivente.
Ricordiamo che tali Vangeli non sono credibili alla luce di oggettivi e laici criteri di attendibilità storica (citati in precedenza).
Ad esempio i più antichi di questi documenti, fra le altre cose, non possono vantare un'antichità simile a quella di numerosissimi documenti cristiani.
Ad esempio, spesso questi scritti evidenziano come gli autori, al contrario di quanto volessero far credere, non avessero una minima conoscenza degli usi, delle tradizioni, della quotidianità ebraica, quindi non solo non erano testimoni diretti (non erano certamente gli apostoli o gli evangelisti) della vita di Gesù, non solo non conoscevano dei testimoni diretti, ma non erano nemmeno di origine semitica.
Si può sintetizzare in questo modo: i Vangeli apocrifi sono successivi alla nascita della filosofia/religione gnostica, inventati per diffonderne e difenderne le concezioni.
L'esatto contrario della religione cristiana, la quale è nata da particolari avvenimenti, avvenimenti imprevedibili, avvenimenti che si opponevano agli iniziali desideri materiali degli stessi testimoni, avvenimenti descritti nei Vangeli canonici, nel Nuovo Testamento.
Inoltre nei quattro Vangeli della Chiesa c'è tutta una serie di racconti e fatti che nessun scrittore avrebbe mai inventato, se avesse voluto fondare su delle menzogne una nuova religione. Se tali fatti sono stati raccontati è solo perché sono realmente avvenuti.
Non esiste un'altra motivazione.

AD ESEMPIO
Gli evangelisti (appartenenti al popolo ebraico) non avrebbero mai scritto che Gesù aveva ridimensionato il giorno del sabato (la festa per eccellenza degli ebrei!) sarebbe stato un terribile autogoal. Come se un politico, per convincere le persone ad eleggerlo, promettesse di ridimensionare il campionato di calcio in Italia;
Non avrebbero mai detto che Gesù era morto in croce, perché era un assurdo, una bestemmia, che un fondatore di religione, il Messia, Dio stesso muoia in croce... lo avrebbero taciuto a tutti i costi, soprattutto considerando che la morte in croce era una delle morti più umilianti in assoluto...una morte da scarto della società;
Non avrebbero mai detto che i primi testimoni della resurrezione erano state delle donne, perché esse non godevano di quasi nessuna attendibilità nei processi, come testimoni ecc. Affermare che i primi testimoni a vedere il Risorto sono state delle donne è come portare a testimoniare, al giorno d'oggi, dei bambini di 3-4 anni. Nessuna persona, se volesse diffondere bugie, sceglierebbe di agire in questo modo;
Non avrebbero raccontato che sono scappati a gambe levate quando Gesù è stato imprigionato, non avrebbero raccontato il rinnegamento di Pietro ecc. Proprio loro che dovevano diffondere la nuova religione, perché mai avrebbero dovuto parlare male di se stessi, dei testimoni della nuova religione? E' un assurdo, è darsi la zappa sopra i piedi;
Non avrebbero mai detto che Gesù amava, perdonava, miracolava anche i romani, gli odiati conquistatori...come posso pensare di convincere i miei compatrioti, (o anche altre popolazioni sottomesse) che il loro Dio faceva del bene anche ai loro oppressori? E' un altro assurdo, un controsenso, soprattutto pensando alla mentalità dei popoli antichi.
E si potrebbe andare avanti con altri esempi.
Infine molti degli apostoli/dei discepoli e molti di quelli che credevano (spesso per aver visto il Gesù Risorto) alla risurrezione di Gesù, alla sua divinità, sono stati torturati e uccisi per la loro fede, potevano abbandonare, rinnegare la loro fede, ma hanno preferito morire.
Nessuno ha tratto materiale beneficio dalla propria testimonianza...niente soldi, niente potere, nessuna donna, niente prestigio... forse allora quello che raccontavano era proprio vero!
Ricordiamo inoltre, anche se questo può far parte di un altro discorso, che ci sono fonti non cristiane che testimoniano l'esistenza storica di Gesù (fonti romane ed ebraiche), e fondamentali documenti ebraici (Talmud babilonese) che affermano come egli facesse miracoli. In tali documenti, provenienti da una religione/un popolo non credente nella divinità di Cristo, questi fatti straordinari sono chiamati stregonerie e sono considerate negativamente, ma testimoniano, loro malgrado, la soprannaturalità e la verità delle azioni raccontate nei Vangeli.

Nota di BastaBugie: nello stupendo film God's not dead 2, uscito in Italia nel 2017, un'insegnante di storia viene licenziata per aver parlato di Gesù in classe e si deve difendere in tribunale. Lei preferisce stare con Dio ed essere giudicata dal mondo, piuttosto che stare con il mondo ed essere giudicata da Dio. E così inizia il suo processo. Tra i vari testimoni, ci sarà anche James Warner Wallace, agente FBI del dipartimento di casi irrisolti... ma la cosa sorprendente è che non è un attore, ma una persona reale che recita la parte di "se stesso" dimostrando l'autenticità storica dei vangeli. Assolutamente imperdibile il seguente video di cinque minuti con lo spezzone tratto appunto dal film.


https://www.youtube.com/watch?v=w68e-7iqDMs

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Fonte: BastaBugie del 25 aprile 2018

7 - OLTRE 3.000 STUPRI COLLETTIVI ALL'ANNO, LA VERGOGNA NASCOSTA DELLA GERMANIA (7° articolo: 12.319 click)
È la ''taharrush'', lo stupro collettivo perpetrato da islamici su ragazze europee, che la polizia e il governo minimizzano fino a tacere (VIDEO: 10 minuti sull'islam di Luca Donadel)
Autore: Lorenza Formicola - Fonte: BastaBugie del 4 aprile 2018

La settimana di Pasqua, in Germania, è iniziata con l'ennesima aggressione sessuale a una ventenne. E' la stampa inglese a riportare l'accaduto. La donna, ventiquattro anni, è stata accoltellata da un diciassettenne accorso in aiuto di due ragazzini ultra minorenni - profughi - per via di un litigio. E' tutto quel che si sa, oltre al fatto che la donna è in fin di vita.
Aggressioni e stupri in cui vengono coinvolte donne bianche, soprattutto giovani, sono la quotidianità, ormai, in una Germania multiculturale. Ma non solo. Il sogno di un'Europa 'melting pot culturale' - a patto che un'identità, quella nazionale, qualunque essa sia, purché europea, e quindi cristiana, sia evanescente - va avanti da anni indisturbato. La subalternità dei media rispetto al politicamente corretto ha costruito una cornice narrativa in cui difficilmente si riesce ad inserire la realtà di un'Europa che paga gli effetti collaterali della nuova islamizzazione.
E, allora, la peculiarità di casa Merkel, è la crisi di stupri. Anche se poco ve lo raccontano. Le ultime statistiche preliminari mostrano chiaramente che gli immigrati da quelle parti hanno commesso oltre una dozzina di stupri e violenze sessuali ogni giorno nel 2017. L'anno appena passato ha fatto registrare, dunque, un aumento di aggressioni di quattro volte superiore al 2014. Esattamente l'anno prima che la cancelliera più famosa del mondo inaugurasse la stagione delle "porte aperte".

IL 90% DEI REATI SESSUALI NON COMPAIONO NELLE STATISTICHE UFFICIALI
Il rapporto trimestrale pubblicato il 16 gennaio dall'ufficio federale della polizia criminale tedesca (BKA), dimostra che i 'zuwanderer' (richiedenti asilo, rifugiati, immigrati clandestini) hanno commesso esattamente 3466 reati sessuali nei primi mesi del 2017, circa tredici al giorno. Per avere un quadro completo occorrerà aspettare il secondo trimestre del 2018. Nel frattempo quel che è certo è che nel 2016 i migranti hanno commesso 3404 reati sessuali; nel 2015, 1683; nel 2014, 949 reati sessuali e nel 2013, 599, circa due al giorno. Detto ciò, il direttore della Criminal Police Association (Bund Deutscher Kriminalbeamter, BDK), Andrè Schulz, stima che addirittura fino al 90% dei reati sessuali commessi in Germania non compaiono nelle statistiche ufficiali.
La polizia tedesca tende ad omettere qualsiasi riferimento all'origine dei migranti, e meno che mai osa connotare gli aggressori per quello che sono, islamici. Interviene, sempre più spesso, solo dopo le reiterate segnalazioni della stampa locale. Perché è soprattutto ai giornalisti che ormai le vittime preferiscono denunciare: sanno che lì ci sarà qualcuno pronto a fare eco. O utilizzano i social. Come il caso di una ragazzina che dopo aver denunciato gli atti osceni in pubblico di un immigrato sull'autobus, e dopo che il pubblico ministero aveva fatto cadere le accuse, aggiungendo che l'uomo si stava semplicemente 'grattando', ha deciso di pubblicare il video su YouTube. E solo allora ha ottenuto giustizia, per forza di cose. La vittima era una quindicenne.
"Esiste un rigido ordine da parte delle autorità di non denunciare i crimini commessi dai rifugiati", ha detto alla Bild un alto funzionario della polizia di Francoforte. "Solo le richieste specifiche dei media su tali atti vengono risolte." E c'è poco da aggiungere.

STUPRI, CALCI E PUGNI
Nonostante il crescente numero di vittime, la maggior parte dei crimini vengono minimizzati come incidenti isolati (einzelfall). Perché? Per evitare che vengano alimentati sentimenti anti-immigrazione.
I protagonisti sono uomini giovani, robusti, a cui pare impossibile dire di no. "Dalla pelle", dicono, o dall' "aspetto del meridionale", a cui piace agire in particolare sui mezzi di trasporto pubblici. Il 4 marzo, per esempio, un trentenne di origini egiziane è stato accusato di aver violentato quattro donne nei pressi delle varie stazioni della metropolitana di Berlino. L'11 gennaio un uomo non identificato ha aggredito sessualmente due ragazze di 15 anni su un treno della metropolitana di Monaco. Una delle ragazzine è riuscita a fotografare l'uomo, ma la polizia si è rifiutata di diffondere la fotografia. L'unica cosa che è stata diffusa è la descrizione: "maschio, 170 cm, 20 anni, magro, soprabito rosso, pantaloni scuri, scarpe nere".
A fine gennaio, ancora quattro siriani, a Eberswald, hanno cercato di aggredire sessualmente una ragazza di 14 anni. Quando il padre è intervenuto per difenderla, è stato preso a calci e pugni e lasciato a terra. Il 18 febbraio, invece, una donna di 33 anni è stata violentata nel cimitero di Bochum. L'aggressore le ha teso un'imboscata, l'ha colpita alla testa con una pietra e priva di sensi l'ha violentata ripetutamente. La polizia di Bochum ha taciuto sul tremendo episodio fino a quando un giornale locale non ha insisto a documentare i suoi lettori. E in breve è persino è emerso che lo stupratore era già stato condannato per reati sessuali e aveva partecipato a un programma di "riabilitazione" per essere poi rilasciato dopo poco.
Si potrebbero riempire ancora pagine e passare in rassegna tutti gli episodi, ma sono davvero troppi. I crimini sessuali in Germania sono esacerbati da un sistema legale indulgente e da un'impunità di fatto. I bollettini, che raccontano come spesso la polizia sia costretta a riaprire i casi, riguardano tutti i sedici stati federali della Germania. E non esiste luogo, dai cimiteri agli autobus, dalle spiagge ai ristoranti, che pare sicuro.
Intanto, la taharrush, termine arabo che designa la 'molestia collettiva', il genere di violenza in cui una donna viene circondata da un gruppo di islamici e violentata a turno, è diventato lo stigma di quest'Europa islamizzata, delirante e inetta.

Nota di BastaBugie: qui sotto il video "10 minuti sull'ISLAM" di Luca Donadel, il ragazzo che con un suo precedente video [per vederlo: clicca qui] svelò lo scandaloso comportamento delle ONG che vanno a prendere gli immigrati in Libia facendo aumentare l'immigrazione clandestina e, contemporaneamente, i morti in mare.
Questo suo nuovo video sull'islam è veramente incisivo e molto lucido sulla situazione reale. Da non perdere. E da diffondere.


https://www.youtube.com/watch?v=fieiF2D_v_M

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Fonte: BastaBugie del 4 aprile 2018

8 - IN BELGIO SI PRESENTA IL PARTITO ''ISLAM'' CHE VUOLE IMPORRE LA SHARIA (8° articolo: 11.158 click)
Ecco i frutti della democrazia: il nuovo ''partito'' promette posti separati sugli autobus, cibo halal e il velo nelle scuole... intanto in Italia una musulmana viene uccisa dai suoi parenti perché voleva sposare un italiano (VIDEO: Belgistan, l'islam in Europa)
Fonte BastaBugie del 2 maggio 2018

Raccontava ieri un articolo della Stampa che in Belgio si dibatte molto se si debba permettere a un partito che si ispira alla sharia di partecipare alle elezioni. Accade infatti che la lista "Islam" (il cui acronimo sta per Integrità, Solidarietà, Libertà, Autenticità e Moralità) voglia presentare 28 suoi candidati alle elezioni amministrative del 14 ottobre. Il programma ha chiari riferimenti alla sharia, una "sharia occidentale" come la chiamano loro. Abdelhay Bakkali Tahiri, presidente di Islam, dice che «la Costituzione belga coincide all'80 per cento con il Corano» e sharia significa giustizia sociale: «La sharia è come un sacco. Prende la forma di ciò che mettiamo al suo interno».
Aveva proprio ragione il senatore Alain Destexhe, quando spiegò a Tempi che sull'integrazione «in Belgio negli ultimi vent'anni abbiamo sbagliato quasi tutto».
Le promesse elettorali degli esponenti di Islam non sono esattamente rassicuranti. «Secondo le stime demografiche, nel 2030 saremo la maggioranza» dice Redouane Ahrouch, tesoriere e cofondatore che, essendo un conducente di mezzi pubblici, ha lanciato la proposta di posti separati sugli autobus. «Gli uomini davanti e le donne dietro». Una misura di buonsenso «contro le molestie. Nelle ore di punta alcuni uomini, soprattutto di origine straniera, ne approfittano per "appoggiarsi" alle donne e "palpeggiarle"». Lo stesso Ahrouch ha anche altre idee: «Il nostro obiettivo finale è uno Stato islamico al 100 per cento, il velo potrà essere portato in tutti i luoghi pubblici e nelle scuole dovrà essere servito il cibo halal».
Diversi deputati, in particolare di destra, hanno protestato, chiedendo la messa la bando della lista. Theo Francken, segretario di Stato all'Immigrazione (Nva, partito della destra fiamminga), ha detto: «Da loro, dove regna la sharia, le donne non hanno diritti. Qui vogliono iniziare con la segregazione sui mezzi pubblici. Questo partito è rivoltante». Medesime preoccupazioni sono state espresse dal deputato federale Richard Miller del movimento liberale. Ma c'è anche chi difende il diritto della lista a presentarsi al voto. «Soltanto nelle dittature si proibiscono le opinioni», ha scritto De Standaard. «Non si arresta un'idea fermandone il veicolo politico» ha aggiunto Het Nieuwsblad.
È questo il risultato di anni e anni di predicazione multiculturalista?

Nota di BastaBugie: un esempio delle conseguenze denunciate in questo articolo è il Belgio, una delle nazioni europee a più alta percentuale di musulmani. Più il numero dei musulmani aumenta più le libertà dei belgi iniziano a diminuire ed essere attaccate.
Questo percorso non è un caso. Il Corano stesso invita i musulmani ad essere amichevoli (ma non amici) degli infedeli finché i musulmani sono in inferiorità numerica, ma una volta ottenuto il potere devono imporre l'islam ed eliminare qualsiasi forma di miscredenza.
Ecco il clamoroso servizio della CBN sulla situazione in Belgio:


https://www.youtube.com/watch?v=t51wYGE0KH4

SANA E LE ALTRE, UCCISE PERCHÉ TROPPO INTEGRATE
Lorenza Formicola nell'articolo sottostante dal titolo "Sana e le altre, uccise perché troppo integrate" commenta la triste vicenda di Sana Cheema che viveva nel bresciano e voleva sposare un ragazzo italiano. I suoi parenti l'hanno assassinata, perché si ribellava al matrimonio combinato. La stessa sorte è toccata a tante altre ragazze pakistane e musulmane, come Hina, Nosheen, Samia e la marocchina Rachida che provò a convertirsi.
Ecco dunque l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 22 aprile 2018:

Gujrat è una città del Pakistan, nella regione del Punjab. Una città che vive di agricoltura e artigianato, e da cui arrivano gran parte dei narghilè tanto di moda in Occidente, espressione della possibilità di culture lontane che si fondono, almeno così pare. Ma qualche giorno fa Gujrat è stata anche teatro dell'ennesima tragedia che enfatizza, piuttosto, le distanze.
Sana Cheema era nata proprio a Gujrat venticinque anni fa e con la famiglia era emigrata in Italia, a Brescia, poco più che bambina. La sua famiglia dopo diversi anni aveva scelto di emigrare nuovamente e questa volta in Germania in cerca di un futuro migliore. Sana invece in Italia ci era voluta rimanere, e con la scusa di aver trovato un lavoro in un'attività commerciale glielo avevano persino concesso. Ma la motivazione più importante era il fidanzato. Un giovane italiano che l'avrebbe sposata. Qualcosa che non può e non deve essere contemplato in una famiglia pakistana dove i matrimoni sono combinati. E quando Sana è tornata a Gujrat, giusto per qualche giorno, per fare visita alla famiglia, quella voglia di vivere all'occidentale e sposare un italiano, il padre e il fratello hanno deciso di fargliela passare una volta e per sempre: l'hanno sgozzata.
La tragica vicenda di Sana ricorda quella di Hina Saleem. Pakistana anche lei, che all'alba dei suoi vent'anni venne barbaramente uccisa nel 2006 a Sarezzo, sempre nel bresciano. Anche Hina vestiva troppo all'occidentale e aveva un fidanzato italiano. Il padre, lo zio e i cugini la sgozzarono con un coltello da cucina (i carabinieri ne sequestrarono alcuni, almeno due erano sporchi di sangue), scavarono una buca in giardino, calarono il corpo dalla finestra e la seppellirono con la testa rivolta verso la Mecca. "Non volevo che diventasse come le ragazze di qui. Le avevo chiesto di cambiare vita, ma lei non voleva", confesserà più tardi il padre, con il tono di chi ha fatto solo il suo dovere.
Come quella di Sana e Hina è stata la storia di Nosheen Butt. Pakistana trasferitasi con la famiglia a Modena. Il padre aveva quasi tutto pronto per il suo matrimonio combinato, ma Nosheen non ha intenzione di sposare un uomo - suo cugino - che nemmeno conosceva, la mamma è dalla sua parte. Nel 2010, in un giorno qualunque, Nosheen verrà presa a sprangate dal padre e dal fratello - ma sopravviverà - la mamma verrà lapidata e morirà poco dopo.
A Samia Shadid, pakistana, ventotto anni, toccò una sorte simile nel 2016. Scappata da un matrimonio combinato, si era trasferita in Gran Bretagna. Aveva deciso di andare a trovare i genitori a Islamabad per cercare di appianare le tensioni, ma anche lei venne uccisa dal padre. Colpevole, pergiunta, di essersi convertita allo sciismo.
E se questo è il destino riservato alle donne che tentano di sottrarsi alla pratica dei matrimoni forzati, figuriamoci quale tipo di persecuzione può toccare a chi si macchia del reato di apostasia. Come Rachida - la cui storia ha raccontato Souad Sbai in un libro -, che si stava convertendo al cattolicesimo. Una marocchina residente in provincia di Reggio Emilia che aveva iniziato a frequentare una parrocchia di nascosto e che a colpi di martello è stata massacrata dal marito quando è stata scoperta.
Destini che s'intrecciano nella strana trama del politicamente e islamicamente corretto, dove l'attenuante culturale è il ritornello, il multiculturalismo lo spartito da suonare, l'integrazione la battuta finale dal ghigno amaro.

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Fonte: BastaBugie del 2 maggio 2018

9 - COSA DOVREBBE FARE IL NUOVO MINISTRO DELL'ISTRUZIONE (9° articolo: 10.964 click)
Il Corriere della Sera avanza dieci buone proposte (che il ministro Bussetti non accoglierà), ma che comunque non sono sufficienti per una vera inversione a U (VIDEO: A scuola senza smartphone)
Autore: Marco Lepore - Fonte: BastaBugie del 6 giugno 2018

Tra le mille emergenze che questo nuovo governo "di cambiamento" - il governo della "strana coppia" - dovrà affrontare e, ci auguriamo, risolvere, ce n'è una che emerge più delle altre. Relativamente pochi se ne rendono conto, perché nella mentalità comune odierna le urgenze sembrano essere tutt'altro, ma si tratta di una questione davvero grave. Parliamo di scuola, o per essere più precisi, di educazione.
L'editoriale di Ernesto Galli della Loggia, pubblicato ieri sul Corriere della Sera, ne dà la misura esatta. È una lettera indirizzata con toni accorati al nuovo ministro Bussetti; una lettera che i più, soprattutto tra i progressisti e gli irriducibili novatori (quelli che parlano ogni due per tre di una scuola digitale 4.0 e "libera" da ogni dogma del passato) reputeranno retrograda, improntata ad un tradizionalismo becero che mal si concilia con "le magnifiche sorti e progressive" (internet, realtà virtuale, plurilinguismo, etc...) cui vogliamo che aspirino le nuove generazioni.

DIECI SEMPLICI PROPOSTE
Eppure, le dieci semplici proposte che Galli della Loggia propone di adottare, "perché esse darebbero subito l'idea che qualcosa sta veramente per cambiare nella scuola italiana", o quantomeno l'idea della "direzione verso cui la scuola italiana deve andare", sono a mio parere assolutamente condivisibili.
Ne citiamo alcune:
- reintroduzione in ogni aula scolastica della predella, in modo che la cattedra dove siede l'insegnante sia di poche decine di centimetri sopra il livello al quale siedono gli alunni;
- reintroduzione dell'obbligo per ogni classe di ogni ordine e grado di alzarsi in piedi in segno di rispetto (e di buona educazione) all'ingresso nell'aula del docente;
- divieto deciso nei confronti di tutte le «occupazioni» più o meno simboliche e delle relative autogestioni che ormai si celebrano da decenni come un tempo la «festa degli alberi»;
- divieto assoluto agli studenti (pena il sequestro) di portare non solo in classe ma pure all'interno della scuola lo smartphone;
e altre ancora, per le quali rimandiamo, per chi lo volesse, alla lettura integrale dell'articolo.
Appare evidente che si tratta di un ritorno al passato, a un pre-sessantotto, a quel tempo in cui la scuola era considerata ancora istituzione autorevole (talvolta quasi autoritaria) e gli insegnanti godevano di un certo prestigio sociale. Una scuola in cui, a giudicare dalle conoscenze acquisite e ancora vive nella memoria delle passate generazioni, si studiava davvero e si imparava davvero.
È realistico pensare di fare una inversione a U di tal fatta? Non lo so, ma a mio parere dobbiamo assolutamente provarci, perché la situazione della scuola sta sfuggendo di mano (disinteresse, assenteismo, bullismo, violenza verso i docenti, conflittualità generalizzata, etc...) e, se non ci si muove rapidamente, le conseguenze saranno danni incalcolabili per diverse generazioni.

NON BASTA
Mi permetto, però, di suggerire altri due-tre questioni, tra cui si trovano anche le condizioni di fondo senza delle quali gli altri punti, oggi, sarebbero irrealizzabili.
Il primo punto è la ripulitura da tutte quelle pseudo-educazioni che non hanno nulla a che fare con la mission della scuola ma che l'hanno abbondantemente deteriorata negli ultimi decenni: educazione alla salute; educazione alla legalità; educazione sessuale; educazione all'ambiente; educazione finanziaria; educazione alla parità di genere (paravento per l'introduzione di quella devastante e ripugnante ideologia gender che rischia di rovinare intere generazioni di bambini e adolescenti), e chi più ne ha più ne metta.
La scuola deve tornare al suo compito "semplice" e originario: far crescere la persona attraverso lo studio delle discipline scolastiche, che sono il patrimonio di conoscenza e di scoperta della realtà che le passate generazioni ci hanno trasmesso. Se si fa davvero bene questo, se la persona cresce e si sviluppa integralmente –nella collaborazione con le altre agenzie educative, tra cui in primis la famiglia- tutto il resto verrà da sé. Basterebbe, per esempio, uno studio serio, approfondito e ben guidato della Divina Commedia per imparare cosa vuol dire il rispetto della persona, la cura della propria e altrui sessualità, la gestione dei beni terreni, l'attenzione al proprio e all'altrui destino...
Ci sono, inoltre, un paio di punti preliminari. Se è vero che la scuola ha bisogno di tornare "al passato", come propone Galli della Loggia, è anche vero che tutto questo non potrà realizzarsi se non si attuano quelle condizioni previe per cui gli insegnanti possano riappropriarsi del gusto e dell'autorevolezza che permette di essere testimoni credibili di fronte ai giovani, e alle famiglie di collaborare davvero con la scuola, non da controparte come accade oggi (fino allo scontro fisico...), ma come vero partner educativo.
Autonomia e parità: ecco cosa serve oggi, a monte delle proposte di Galli della Loggia. Non so perché se ne sia dimenticato, forse non fanno parte del suo patrimonio culturale, ma voglio dirgli che senza questo passo avanti non si potrà nemmeno tornare indietro.
Non lo si potrà fare perché la scuola continuerà ad essere territorio indifeso per le scorribande sindacali e per la burocrazia, che hanno demotivato gli insegnanti sino allo sfinimento, quando non li hanno trasformati in asettici e solerti funzionari dell'amministrazione periferica dello Stato, intoccabili qualsiasi cosa facciano (o non facciano...).
Non lo si potrà fare perché senza una vera libertà di scelta educativa, le famiglie continueranno a essere costrette a mandare i figli in scuole che non hanno scelto, senza condividerne idealità e metodi educativi, dovendo sottostare ai diktat di un ministero che organizza e gestisce dall'alto l'educazione delle giovani generazioni, cambiando rotta, tra l'altro, ad ogni cambio di governo (cosa che nel nostro paese accade frequentemente...). Oppure costrette a pagare due volte (con le tasse e con la retta) per la frequenza di scuole paritarie con le quali possono davvero condividere il cammino educativo dei propri figli.
Condividiamo allora, in conclusione, l'invito al Ministro Bussetti espresso nell'editoriale del Corriere: "Gentile signor ministro, lei si trova oggi alla testa di un dicastero importante nel quadro di un governo che ama definirsi del «cambiamento»... E allora coraggio, cambi! Cambi subito almeno qualche piccola cosa: che poi, dia retta, piccola non sarebbe proprio per nulla".
Soprattutto, se, aggiungiamo noi, si tratta di autonomia e parità. Buona fortuna, signor Ministro.

Nota di BastaBugie: l'istituto San Benedetto a Piacenza con un sistema speciale impedisce l'uso del telefonino, incluso durante la ricreazione. Nel seguente video (durata: 2 minuti) in un servizio andato in onda su TG2000 si vede come funziona la particolare tecnologia per impedire agli studenti l'uso del telefonino a scuola con interviste a studenti, professori e preside della scuola di Piacenza.


https://www.youtube.com/watch?v=Gfn68vyWSws

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Fonte: BastaBugie del 6 giugno 2018

10 - LA VERITA' SUI MIGRANTI DELLA NAVE AQUARIUS (10° articolo: 10.327 click)
Inaccettabile la presenza di giornalisti sulla nave della ong con lo scopo premeditato di accusare gli italiani di essere un popolo egoista (VIDEO: Saviano sbugiardato sull'Aquarius da Luca Donadel)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: BastaBugie del 13 giugno 2018

Vicende come quella della nave Aquarius e dei porti italiani bloccati dal ministro Salvini ci vengono presentate, con un ricatto morale, come questioni personali di coscienza di ognuno di noi. Come se fossimo su una spiaggia calabra o siciliana e vedessimo all'improvviso un profugo che, sbracciandosi, ci chiede aiuto. É evidente che continuare a passeggiare sulla spiaggia o prendere il sole mentre l'altro grida aiuto è un atteggiamento immorale e disumano. Un discorso simile viene fatto per la nave Aquarius, come se gli italiani fossero un popolo spensierato ed egoista steso a prendere il sole sulla spiaggia e non volesse rispondere alla richiesta di aiuto di un gruppo di poveri naufraghi.
Posta così, la questione si configura come un ricatto morale. Ed anche come un ricatto religioso, quando gli ecclesiastici, come ha fatto per esempio il cardinale Ravasi, se la cavano con un tweet di citazione evangelica su "ero straniero e mi avete accolto" per condannare come anticristiana qualsiasi politica seria di governo dell'immigrazione.
Questo tipo di impostazione morale è una forzatura. Nel caso della Aquarius (e non solo, come sperimentiamo ormai da tempo), i richiedenti aiuto non sono naufraghi come nell'esempio fatto sopra, ossia non sono persone che hanno subito una disgrazia improvvisa in mare dopo la quale ci si sono presentati davanti per chiedere aiuto. Essi sono stati portati lì, davanti alla nostre coste, come sono stati portati lì tanti altri prima di loro.

LE DOMANDE A CUI NESSUNO RISPONDE
Sono stati portati lì da Organizzazioni non governative sulla cui connivenza con la criminalità organizzata lo stesso Governo ha espresso sospetti. In molti casi convogli di questo genere che puntavano su altre spiagge diverse da quelle italiane, per esempio le coste spagnole, sono stati dirottati da quelle autorità verso le nostre coste. Ora il neopresidente del consiglio spagnolo Sánchez si dichiara pronto ad accogliere la Aquarius a Valencia, ma in passato i suoi predecessori hanno fatto il contrario.
Si può essere certi che solo una minima parte del carico umano della Aquarius è fatta di profughi (nonostante i giornali li chiamino tutti così per realizzare meglio il ricatto morale) ossia di persone che scappano da una guerra o da una persecuzione politica e che nel loro Paese erano a rischio della vita. Gli altri perché si sono imbarcati? Chi e perché ha organizzato il loro viaggio? Perché le autorità delle sponda meridionale del Mediterraneo li hanno fatti partire? Una volta accolti faranno tutti domanda d'asilo, noi impiegheremo tre anni per vagliare le domande e nel frattempo loro se ne saranno andati qui o là a discrezione. Si dice che sulla nave ci siano 124 minori non accompagnati. Chi ce li ha messi? Chi ha pagato il trasporto? Cosa è stato loro promesso e da chi? Che fine faranno? Una seria politica dell'immigrazione non può trascurare questi aspetti. Se lo facesse sarebbe immorale, mentre viene accusata di essere immorale se lo fa.
Ogni azione morale ha il fine in se stessa. Ciò vuol dire che non si deve fare il bene per qualche scopo particolare, per raggiungere qualche obiettivo o conseguire qualche risultato. Ciò però non vuol dire che l'azione morale debba essere cieca, impulsiva o sentimentale e che non tenga conto della situazione precedente e di quella successiva all'azione morale stessa. Ciò vale soprattutto a livello di etica pubblica, di cui si occupa appunto l'attività politica.

MOTIVI INCONFESSABILI
La politica delle immigrazioni non è come l'azione di chi sta sulla spiaggia e vede il naufrago agitare le braccia e gridare. L'azione politica, per essere buona, deve tenere presente il bene comune in tutti i suoi aspetti. Se gruppi di malviventi debitamente pagati per farlo portano ogni giorno davanti a casa mia delle persone che si fingono profughi e non lo sono, se i miei vicini di casa anziché accoglierne qualcuno, mandano davanti alla mia porta anche quelli che hanno bussato alla loro e ormai davanti alla mia c'è sistematicamente la fila mentre davanti alla sua non c'è nessuno, se in questa fila vengono infiltrate ad arte persone poco raccomandabili, minori non accompagnati destinati poi ad esiti poco felici, donne per il traffico umano dei mercati della prostituzione o giovani destinati al lavoro nero per due euro al giorno... continuare ad aprire la porta e ad ospitare in casa mia tutta la fila non sarebbe moralmente e politicamente responsabile. E' vero che il nostro prossimo non ce lo possiamo scegliere noi, ma non possiamo nemmeno permettere che ce lo scelga qualcun altro per motivi inconfessabili.
Considerare cosa c'è dietro questi imbarchi avventurosi e non assecondare le manovre politiche e gli interessi che li animano è un dovere morale che non può essere sottaciuto nel momento di decidere le politiche di assistenza in mare o di accoglienza a terra. L'applicazione del diritto umanitario in mare deve essere esercitata da tutti i Paesi rivieraschi del Mediterraneo e senza che ciò copra e giustifichi i traffici illeciti di persone spacciate poi per profughi.

Nota di BastaBugie: vi proponiamo la visione del video di Luca Donadel (durata: 7 minuti) che dice quello che Saviano non vi ha detto sull'Aquarius.


https://www.youtube.com/watch?v=KpOazjANMuQ

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Fonte: BastaBugie del 13 giugno 2018

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