BastaBugie n�618 del 26 giugno 2019

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1 GLI SCIENZIATI ITALIANI SMASCHERANO LA BUFALA DELL'UOMO RESPONSABILE DEL RISCALDAMENTO GLOBALE (FATE LEGGERE A GRETA!)
Un centinaio di scienziati rivolgono una petizione ai politici per non aderire alla propaganda ambientalista (tra i firmatari Uberto Crescenti e Antonino Zichichi)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 RAFFAELLA CARRA', DAL TUCA TUCA AL GAY PRIDE
La madre delle soubrette televisive in 50 anni di carriera ha messo il talento e il successo a servizio dell'ideologia nemica della donna e della famiglia
Autore: Luigi Piras - Fonte: Il Timone
3 GAY PRIDE: ORGOGLIO DI COSA?
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): la Consulta ribadisce il divieto alla fecondazione artificiale per coppie gay, un cardinale gay friendly alla Congregazione per l'educazione cattolica, Silvana De Mari dice che la lobby gay esiste (lo dicono loro stessi)
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
4 ORDINE DEGLI PSICOLOGI E DITTATURA DEL RELATIVISMO
Il tempo della post libertà, il nuovo libro in cui Giancarlo Ricci (accusato di aver difeso i ruoli di padre e madre, poi assolto sul filo di lana) racconta la sua persecuzione
Autore: Giuseppe Brienza - Fonte: Il Borghese
5 CONFERMATO IL FINANZIAMENTO A RADIO RADICALE CON I VOTI DELLA LEGA E DEI ''CATTOLICI'' DEL CENTRODESTRA
Una scelta scriteriata che premia il parassitismo e la cultura della morte... infatti Emma Bonino presenta subito le sue proposte anticattoliche
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 LA MAMMA DI DON POPIELUSZKO PERDONO' GLI ASSASSINI DEL FIGLIO
Il cappellano di Solidarnosc, proclamato beato nel 2010, a 37 anni fu picchiato e seviziato dal regime comunista in Polonia (VIDEO: La sfida di Don Popieluszko)
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone
7 IL RITORNO DEL SESSANTOTTO... ANZI, PER LA VERITA', NON SE N'ERA MAI ANDATO
Femministe sul piede di guerra, dichiarazioni d'odio e disprezzo verso Dio, patria e famiglia, niente regole, indulgenti coi trasgressori, intolleranti coi conservatori, bollano fascista chiunque non sia dalla loro parte
Autore: Marcello Veneziani - Fonte: La Verità
8 PREMIATA LA BLASFEMIA CONTRO GESU' E MARIA
In un concorso uno studente deturpa un dipinto di Botticelli facendo dare dall'Arcangelo Gabriele a Maria l'EllaOne, la pillola dei 5 giorni dopo: un invito ad abortire il Messia ed un oltraggio alla verginità di Maria
Autore: Chiara Chiessi - Fonte: Corrispondenza Romana
9 OMELIA XIII DOMENICA T. ORD. – ANNO C (Lc 9,51-62)
Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il Regno di Dio
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - GLI SCIENZIATI ITALIANI SMASCHERANO LA BUFALA DELL'UOMO RESPONSABILE DEL RISCALDAMENTO GLOBALE (FATE LEGGERE A GRETA!)
Un centinaio di scienziati rivolgono una petizione ai politici per non aderire alla propaganda ambientalista (tra i firmatari Uberto Crescenti e Antonino Zichichi)
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 25-06-2019

È di grande importanza la petizione firmata da decine di scienziati italiani che demolisce la teoria del riscaldamento globale antropico. Finalmente in tanti trovano il coraggio di sfidare il Potere e dire apertamente ciò che fino a poco tempo fa soltanto in pochi avevano il coraggio di affermare. La teoria del riscaldamento globale antropico è una truffa ideologica e segna l'asservimento della scienza alla politica.
Due sono gli aspetti che vale la pena sottolineare, oltre a quelle nozioni elementari che smontano la vulgata corrente sui cambiamenti climatici e che sono facilmente verificabili.
Il primo aspetto è la richiesta iniziale di serie politiche contro l'inquinamento. Seppure la lotta contro i cambiamenti climatici si combatta in nome della difesa dell'ambiente, la verità è che proprio queste battaglie danneggiano l'ambiente. Perché concentrano enormi risorse su obiettivi fasulli e così facendo si dimenticano i veri problemi ambientali. Ci sono conoscenze scientifiche disponibili per limitare l'emissione di veri inquinanti, ci dicono gli scienziati, ma vengono ignorate per questa caccia alla CO2. Trattare l'anidride carbonica (CO2) da pericoloso elemento inquinante è una grave distorsione della realtà, eppure oggi tutte le risorse, umane ed economiche, vengono concentrate su questo obiettivo nella convinzione (illusoria) che questo freni l'aumento delle temperature.
Si conferma cioè che questo ambientalismo è nemico dell'ambiente.
Il secondo aspetto da sottolineare si ricava dall'appello finale. Il principale obiettivo delle campagne contro i cambiamenti climatici sono i combustibili fossili, cioè la principale fonte energetica mondiale (costituiscono l'86% circa dell'energia consumata globalmente). Checché ne dica la propaganda ecologista, non c'è alcuna possibilità che queste fonti energetiche nei decenni a venire siano sostituite dalle energie rinnovabili, in particolare sole e vento. Una transizione energetica violenta, che si vorrebbe imporre brandendo la minaccia della catastrofe climatica, può solo provocare una crisi energetica mondiale. Il che vuol dire l'impoverimento dei paesi industrializzati e l'impedimento allo sviluppo dei paesi poveri. E non sarebbe un effetto collaterale, ma esattamente l'obiettivo che certi movimenti si prefiggono, perché considerano l'uomo una iattura per la Terra, per cui si fa di tutto per rendergli la vita difficile e sconsigliata.
Questo ambientalismo infatti, prima che nemico dell'ambiente, è nemico dell'uomo.
La cosa però più drammatica in tutto questo è constatare che la Chiesa o, meglio, i suoi attuali vertici, si sono messi alla guida di questo movimento distruttivo. La Chiesa, che fino a pochi anni fa, rappresentava l'ultimo baluardo a difesa della dignità umana contro la potenza e la violenza di un potere disumanizzante, oggi sembra passata armi e bagagli dall'altra parte, addirittura rappresenta la principale spinta morale all'adozione di politiche ecologiste estreme.
L'impostazione del prossimo Sinodo dell'Amazzonia è l'esempio più eclatante di questa deriva che lascia l'uomo indifeso e tradito.
Ben vengano allora iniziative come questa degli scienziati italiani, che peraltro si uniscono a tanti altri scienziati nel mondo che da anni stanno cercando di spiegare la follia di questo fanatismo climatico. Se c'è un grido di allarme da ascoltare è proprio questo.

Nota di BastaBugie: ecco il documento completo pubblicato a Roma il 17 giugno 2019. Alla fine il comitato promotore e i firmatari.

Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Senato
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Consiglio
 
PETIZIONE SUL RISCALDAMENTO GLOBALE ANTROPICO
I sottoscritti, cittadini e uomini di scienza, rivolgono un caloroso invito ai responsabili politici affinché siano adottate politiche di protezione dell'ambiente coerenti con le conoscenze scientifiche. In particolare, è urgente combattere l'inquinamento ove esso si presenti, secondo le indicazioni della scienza migliore. A tale proposito è deplorevole il ritardo con cui viene utilizzato il patrimonio di conoscenze messe a disposizione dal mondo della ricerca e destinate alla riduzione delle emissioni antropiche inquinanti diffusamente presenti nei sistemi ambientali sia continentali che marini.
Bisogna però essere consapevoli che l'anidride carbonica di per sé non è un agente inquinante. Al contrario essa è indispensabile per la vita sul nostro pianeta.
Negli ultimi decenni si è diffusa una tesi secondo la quale il riscaldamento della superficie terrestre di circa 0.9°C osservato a partire dal 1850 sarebbe anomalo e causato esclusivamente dalle attività antropiche, in particolare dalle immissioni in atmosfera di CO2 proveniente dall'utilizzo dei combustibili fossili. Questa è la tesi del riscaldamento globale antropico promossa dall'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazione Unite, le cui conseguenze sarebbero modificazioni ambientali così gravi da paventare enormi danni in un imminente futuro, a meno che drastiche e costose misure di mitigazione non vengano immediatamente adottate. A tale proposito, numerose nazioni del mondo hanno aderito a programmi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e sono pressate, anche da una martellante propaganda, ad adottare programmi sempre più esigenti dalla cui attuazione, che comporta pesanti oneri sulle economie dei singoli Stati aderenti, dipenderebbe il controllo del clima e, quindi, la "salvezza" del pianeta.
L'origine antropica del riscaldamento globale è però una congettura non dimostrata, dedotta solo da alcuni modelli climatici, cioè complessi programmi al computer, chiamati General Circulation Models. Al contrario, la letteratura scientifica ha messo sempre più in evidenza l'esistenza di una variabilità climatica naturale che i modelli non sono in grado di riprodurre. Tale variabilità naturale spiega una parte consistente del riscaldamento globale osservato dal 1850. La responsabilità antropica del cambiamento climatico osservato nell'ultimo secolo è quindi ingiustificatamente esagerata e le previsioni catastrofiche non sono realistiche.
Il clima è il sistema più complesso presente sul nostro pianeta, per cui occorre affrontarlo con metodi adeguati e coerenti al suo livello di complessità. I modelli di simulazione climatica non riproducono la variabilità naturale osservata del clima e, in modo particolare, non ricostruiscono i periodi caldi degli ultimi 10.000 anni. Questi si sono ripetuti ogni mille anni circa e includono il ben noto Periodo Caldo Medioevale, il Periodo Caldo Romano, ed in genere ampi periodi caldi durante l'Ottimo dell'Olocene. Questi periodi del passato sono stati anche più caldi del periodo presente, nonostante la concentrazione di CO2 fosse più bassa dell'attuale, mentre sono correlati ai cicli millenari dell'attività solare. Questi effetti non sono riprodotti dai modelli.
Va ricordato che il riscaldamento osservato dal 1900 ad oggi è in realtà iniziato nel 1700, cioè al minimo della Piccola Era Glaciale, il periodo più freddo degli ultimi 10.000 anni (corrispondente a quel minimo millenario di attività solare che gli astrofisici chiamano Minimo Solare di Maunder). Da allora a oggi l'attività solare, seguendo il suo ciclo millenario, è aumentata riscaldando la superficie terrestre. Inoltre, i modelli falliscono nel riprodurre le note oscillazioni climatiche di circa 60 anni. Queste sono state responsabili, ad esempio, di un periodo di riscaldamento (1850-1880) seguito da un periodo di raffreddamento (1880-1910), da un riscaldamento (1910-40), ancora da un raffreddamento (1940-70) e da un nuovo periodo di riscaldamento (1970-2000) simile a quello osservato 60 anni prima. Gli anni successivi (2000-2019) hanno visto non l'aumento previsto dai modelli di circa 0.2°C per decennio, ma una sostanziale stabilità climatica che è stata sporadicamente interrotta dalle rapide oscillazioni naturali dell'oceano Pacifico equatoriale, conosciute come l'El Nino Southern Oscillations, come quella che ha indotto il riscaldamento momentaneo tra il 2015 e il 2016.
Gli organi d'informazione affermano anche che gli eventi estremi, come ad esempio uragani e cicloni, sono aumentati in modo preoccupante. Viceversa, questi eventi, come molti sistemi climatici, sono modulati dal suddetto ciclo di 60 anni. Se ad esempio si considerano i dati ufficiali dal 1880 riguardo i cicloni atlantici tropicali abbattutisi sul Nord America, in essi appare una forte oscillazione di 60 anni, correlata con l'oscillazione termica dell'Oceano Atlantico chiamata Atlantic Multidecadal Oscillation. I picchi osservati per decade sono tra loro compatibili negli anni 1880-90, 1940-50 e 1995-2005. Dal 2005 al 2015 il numero dei cicloni è diminuito seguendo appunto il suddetto ciclo. Quindi, nel periodo 1880-2015, tra numero di cicloni (che oscilla) e CO2 (che aumenta monotonicamente) non vi è alcuna correlazione.
Il sistema climatico non è ancora sufficientemente compreso. Anche se è vero che la CO2 è un gas serra, secondo lo stesso IPCC la sensibilità climatica ad un suo aumento nell'atmosfera è ancora estremamente incerta. Si stima che un raddoppio della concentrazione di CO2 atmosferica, dai circa 300 ppm preindustriali a 600 ppm, possa innalzare la temperatura media del pianeta da un minimo di 1°C fino a un massimo di 5°C. Questa incertezza è enorme. In ogni caso, molti studi recenti basati su dati sperimentali stimano che la sensibilità climatica alla CO2 sia notevolmente più bassa di quella stimata dai modelli IPCC.
Allora, è scientificamente non realistico attribuire all'uomo la responsabilità del riscaldamento osservato dal secolo passato ad oggi. Le previsioni allarmistiche avanzate, pertanto, non sono credibili, essendo esse fondate su modelli i cui risultati sono in contraddizione coi dati sperimentali. Tutte le evidenze suggeriscono che questi modelli sovrastimano il contributo antropico e sottostimano la variabilità climatica naturale, soprattutto quella indotta dal sole, dalla luna, e dalle oscillazioni oceaniche.
Infine, gli organi d'informazione diffondono il messaggio secondo cui, in ordine alla causa antropica dell'attuale cambiamento climatico, vi sarebbe un quasi unanime consenso tra gli scienziati e che quindi il dibattito scientifico sarebbe chiuso. Tuttavia, innanzitutto bisogna essere consapevoli che il metodo scientifico impone che siano i fatti, e non il numero di aderenti, che fanno di una congettura una teoria scientifica consolidata.
In ogni caso, lo stesso preteso consenso non sussiste. Infatti, c'è una notevole variabilità di opinioni tra gli specialisti - climatologi, meteorologi, geologi, geofisici, astrofisici - molti dei quali riconoscono un contributo naturale importante al riscaldamento globale osservato dal periodo preindustriale ed anche dal dopoguerra ad oggi. Ci sono state anche petizioni sottoscritte da migliaia di scienziati che hanno espresso dissenso con la congettura del riscaldamento globale antropico. Tra queste si ricordano quella promossa nel 2007 dal fisico F. Seitz, già presidente della National Academy of Sciences americana, e quella promossa dal Non-governmental International Panel on Climate Change (NIPCC) il cui rapporto del 2009 conclude che «La natura, non l'attività dell'Uomo governa il clima».
In conclusione, posta la cruciale importanza che hanno i combustibili fossili per l'approvvigionamento energetico dell'umanità, suggeriamo che non si aderisca a politiche di riduzione acritica della immissione di anidride carbonica in atmosfera con l'illusoria pretesa di governare il clima.

COMITATO PROMOTORE
1. Uberto Crescenti, Professore Emerito di Geologia Applicata, Università G. D'Annunzio, Chieti-Pescara, già Magnifico Rettore e Presidente della Società Geologica Italiana.
2. Giuliano Panza, Professore di Sismologia, Università di Trieste, Accademico dei Lincei e dell'Accademia Nazionale delle Scienze, detta dei XL, Premio Internazionale 2018 dell'American Geophysical Union.
3. Alberto Prestininzi, Professore di Geologia Applicata, Università La Sapienza, Roma, già Scientific Editor in Chief della rivista internazionale IJEGE e Direttore del Centro di Ricerca Previsione e Controllo Rischi Geologici.
4. Franco Prodi, Professore di Fisica dell'Atmosfera, Università di Ferrara.
5. Franco Battaglia, Professore di Chimica Fisica, Università di Modena; Movimento Galileo 2001.
6. Mario Giaccio, Professore di Tecnologia ed Economia delle Fonti di Energia, Università G. D'Annunzio, Chieti-Pescara, già Preside della Facoltà di Economia.
7. Enrico Miccadei, Professore di Geografia Fisica e Geomorfologia, Università G. D'Annunzio, Chieti-Pescara
8. Nicola Scafetta, Professore di Fisica dell'Atmosfera e Oceanografia, Università Federico II, Napoli.

FIRMATARI
9. Antonino Zichichi, Professore Emerito di Fisica, Università di Bologna, Fondatore e     Presidente del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana di Erice.
10. Renato Angelo Ricci, Professore Emerito di Fisica, Università di Padova, già    Presidente della Società Italiana di Fisica e della Società Europea di Fisica;     Movimento Galileo 2001
11. Aurelio Misiti, Professore di Ingegneria sanitaria-Ambientale, Università LaSapienza di Roma, già Preside della Facoltà di Ingegneria, già Presidente del Consiglio Superiore ai Lavori Pubblici.
12. Antonio Brambati, Professore di Sedimentologia, Università di Trieste, Responsabile Progetto Paleoclima-mare del PNRA, già Presidente Commissione Nazionale di Oceanografia.
13. Cesare Barbieri, Professore Emerito di Astronomia, Università di Padova.
14. Sergio Bartalucci, Fisico, Presidente Associazione Scienziati e Tecnolgi per la Ricerca Italiana.
15. Antonio Bianchini, Professore di Astronomia, Università di Padova.
16. Paolo Bonifazi, già Direttore Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario, Istituto Nazionale Astrofisica.
17. Francesca Bozzano, Professore di Geologia Applicata, Università Sapienza di Roma, Direttore del Centro di Ricerca CERI.
18. Marcello Buccolini, Professore di Geomorfologia, Università Università G. D'Annunzio, Chieti-Pescara.
19. Paolo Budetta, Professore di Geologia Applicata, Università di Napoli.
20. Monia Calista, Ricercatore di Geologia Applicata, Università G. D'Annunzio, Chieti-Pescara.
21. Giovanni Carboni, Professore di Fisica, Università Tor Vergata, Roma; Movimento Galileo 2001.
22. Franco Casali, Professore di Fisica, Università di Bologna e Accademia delle Scienze di Bologna.
23. Giuliano Ceradelli, Ingegnere e climatologo, ALDAI.
24. Domenico Corradini, Professore di Geologia Storica, Università di Modena.
25. Fulvio Crisciani, Professore di Fluidodinamica Geofisica, Università di Trieste e Istituto Scienze Marine, Cnr, Trieste.
26. Carlo Esposito, Professore di Telerilevamento, Università La Sapienza, Roma.
27. Mario Floris, Professore di Telerilevamento, Università di Padova.
28. Gianni Fochi, Chimico, Scuola Normale Superiore di Pisa; giornalista scientifico.
29. Mario Gaeta, Professore di Vulcanologia, Università La Sapienza, Roma.
30. Giuseppe Gambolati, Fellow della American Geophysica Union, Professore di Metodi Numerici, Università di Padova.
31. Rinaldo Genevois, Professore di Geologia Applicata, Università di Padova.
32. Carlo Lombardi, Professore di Impianti nucleari, Politecnico di Milano.
33. Luigi Marino, Geologo, Centro Ricerca Previsione e Controllo Rischi Geologici, Università La Sapienza, Roma.
34. Salvatore Martino, Professore di Microzonazione sismica, Università La Sapienza, Roma.
35. Paolo Mazzanti, Professore di Interferometria satellitare, Università La Sapienza, Roma.
36. Adriano Mazzarella, Professore di Meteorologia e Climatologia, Università di Napoli.
37. Carlo Merli, Professore di Tecnologie Ambientali, Università La Sapienza, Roma.
38. Alberto Mirandola, Professore di Energetica Applicata e Presidente Dottorato di Ricerca in Energetica, Università di Padova.
39. Renzo Mosetti, Professore di Oceanografia, Università di Trieste, già Direttore del Dipartimento di Oceanografia, Istituto OGS, Trieste.
40. Daniela Novembre, Ricercatore in Georisorse Minerarie e Applicazioni Mineralogiche-petrografiche, Università G. D'Annunzio, Chieti-Pescara.
41. Sergio Ortolani, Professore di Astronomia e Astrofisica, Università di Padova
42. Antonio Pasculli, Ricercatore di Geologia Applicata, Università G. D'Annunzio, Chieti-Pescara.
43. Ernesto Pedrocchi, Professore Emerito di Energetica, Politecnico di Milano.
44. Tommaso Piacentini, Professore di Geografia Fisica e Geomorfologia, Università G. D'Annunzio, Chieti-Pescara.
45. Guido Possa, Ingegnere nucleare, già Vice Ministro Miur.
46. Mario Luigi Rainone, Professore di Geologia Applicata, Università di Chieti-Pescara.
47. Francesca Quercia, Geologo, Dirigente di ricerca, Ispra.
48. Giancarlo Ruocco, Professore di Struttura della Materia, Università La Sapienza, Roma.
49. Sergio Rusi, Professore di Idrogeologia, Università G. D'Annunzio, Chieti-Pescara.
50. Massimo Salleolini, Professore di Idrogeologia Applicata e Idrologia Ambientale, Università di Siena.
51. Emanuele Scalcione, Responsabile Servizio Agrometeorologico Regionale Alsia, Basilicata.
52. Nicola Sciarra, Professore di Geologia Applicata, Università G. D'Annunzio, Chieti-Pescara.
53. Leonello Serva, Geologo, Direttore Servizi Geologici d'Italia; Movimento Galileo 2001.
54. Luigi Stedile, Geologo, Centro Ricerca Revisione e Controllo Rischi Geologici, Università La Sapienza, Roma.
55. Giorgio Trenta, Fisico e Medico, Presidente Emerito dell'Associazione Italiana di Radioprotezione Medica; Movimento Galileo 2001.
56. Gianluca Valenzise, Dirigente di Ricerca, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma.
57. Corrado Venturini, Professore di Geologia Strutturale, Università di Bologna.
58. Franco Zavatti, Ricercatore di Astronomia, Univesità di Bologna.
59. Achille Balduzzi, Geologo, Agip-Eni.
60. Claudio Borri, Professore di Scienze delle Costruzioni, Università di Firenze, Coordinatore del Dottorato Internazionale in Ingegneria Civile.
61. Pino Cippitelli, Geologo Agip-Eni.
62. Franco Di Cesare, Dirigente, Agip-Eni.
63. Serena Doria, Ricercatore di Probabilità e Statistica Matematica, Università G. D'Annunzio, Chieti-Pescara.
64. Enzo Siviero, Professore di Ponti, Università di Venezia, Rettore dell'Università e- Campus.
65. Pietro Agostini, Ingegnere, Associazione Scienziati e Tecnolgi per la Ricerca Italiana.
66. Donato Barone, Ingegnere.
67. Roberto Bonucchi, Insegnante.
68. Gianfranco Brignoli, Geologo.
69. Alessandro Chiaudani, Ph.D. agronomo, Università G. D'Annunzio, Chieti-Pescara.
70. Antonio Clemente, Ricercatore di Urbanistica, Università G. D'Annunzio, Chieti-Pescara.
71. Luigi Fressoia, Architetto urbanista, Perugia.
72. Sabino Gallo, Ingegnere nucleare.
73. Daniela Giannessi, Primo Ricercatore, Ipcf-Cnr, Pisa.
74. Roberto Grassi, Ingegnere, Amministratore G&G, Roma.
75. Alberto Lagi, Ingegnere, Presidente di Società Ripristino Impianti Complessi Danneggiati.
76. Luciano Lepori, Ricercatore Ipcf-Cnr, Pisa.
77. Roberto Madrigali, Metereologo.
78. Ludovica Manusardi, Fisico nucleare e Giornalista scientifico, Ugis.
79. Maria Massullo, Tecnologa, Enea-Casaccia, Roma.
80. Enrico Matteoli, Primo Ricercatore, Ipcf-Cnr, Pisa.
81. Gabriella Mincione, Professore di Scienze e Tecniche di Medicina di Laboratorio, Università G. D'Annunzio, Chieti-Pescara.
82. Massimo Pallotta, Primo Tecnologo, Istituto Nazionale Fisica Nucleare.
83. Enzo Pennetta, Professore di Scienze naturali e divulgatore scientifico.
84. Franco Puglia, Ingegnere, Presidente CCC, Milano.
85. Nunzia Radatti, Chimico, Sogin.
86. Vincenzo Romanello, Ingegnere nucleare, Centro Ricerca, Rez, Repubblica Ceca.
87. Alberto Rota, Ingegnere, Ricercatore presso Cise e Enel.
88. Massimo Sepielli, Direttore di Ricerca, Enea, Roma.
89. Ugo Spezia, Ingegnere, Responsabile Sicurezza Industriale, Sogin; Movimento Galileo 2001.
90. Emilio Stefani, Professore di Patologia vegetale, Università di Modena.
91. Umberto Tirelli, Visiting Senior Scientist, Istituto Tumori d'Aviano; Movimento Galileo 2001.
92. Roberto Vacca, Ingegnere e scrittore scientifico.


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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 25-06-2019

2 - RAFFAELLA CARRA', DAL TUCA TUCA AL GAY PRIDE
La madre delle soubrette televisive in 50 anni di carriera ha messo il talento e il successo a servizio dell'ideologia nemica della donna e della famiglia
Autore: Luigi Piras - Fonte: Il Timone, febbraio 2019 (n.181)

Una vigilia di Natale un Babbo Natale che si aggira per le vie di una città portando in tre case un enorme pacco. Per una coppia di sposi anziani il regalo è una bambina, che si getta sul letto ad abbracciarli, forse la figlia che non hanno mai avuto o la nipote che non vedono mai. Per una ragazza affranta e sola è un gruppo chiassoso di amici. Per un ragazzo altrettanto solo è invece un bel giovane, l'amore perduto o sognato. Sullo sfondo, da uno schermo televisivo spunta il caschetto biondo platino della 75enne Raffaella Carrà, mentre il suo canto accompagna lo scorrere dei quadretti di vita. Si tratta del videoclip della canzone "Chi l'ha detto", che ha fatto da lancio al doppio cd della Carrà "Ogni volta che è Natale", uscito a fine del 2018 e che ripropone una miscela di elementi che ha caratterizzato la carriera della madrina di tutte le soubrette televisive: i buoni sentimenti, l'allegra bonomia da donna della porta accanto - agli inizi ragazza, poi donna matura, oggi
elegante anziana - e messaggi tossici in dosi omeopatiche.

ICONA GAY
«Canto il mio Natale per le famiglie omosessuali perché deve essere una cosa normale» si intitolava l'intervista rilasciata dalla Carrà al Corriere della Sera a fine novembre. «Ho cominciato a capire il mondo gay durante la prima Canzonissima», ha raccontato sempre la Carrà, «ricevevo lettere da ragazzi gay che non si sentivano accettati specialmente in famiglia. E mi sono chiesta: possibile che esista questo gap tra genitori e figli? Poi nel mondo dello spettacolo ci sono tante persone omosessuali e così sono diventata icona gay mio malgrado. Da anni mi chiedevano di prendere parte alle sfilate per l'orgoglio gay e così l'anno scorso sono andata a Madrid alla giornata mondiale del gay pride e li ho beccati tutti in una notte». In effetti la Raffaella nazionale, che da anni ormai lontani è stata eletta dal mondo Lgbt nostrano una sua icona, nel giugno del 2017 si è recata presso l'ambasciata italiana della capitale spagnola a ritirare il World Pride Award, che le ha dato lo status simbolico di ambasciatrice Lgbt a livello internazionale. «Quando si parla delle adozioni a coppie gay ma anche etero» ha commentato la Carrà in quell'occasione, «faccio un pensiero: ma io con chi sono cresciuta? Mi rispondo: con due donne, mia madre e mia nonna. Facciamoli uscire i bambini dagli orfanotrofi, non crescono cosi male anche se avranno due padri o due madri. Io le ho avute. Sono venuta male?».

DALLA ROMAGNA CON FURORE
Raffaella Carrà è il nome d'arte di Raffaella Pelloni. Nasce a Bologna il 18 giugno del 1943 da padre romagnolo, gestore di un bar di Bellaria, vicino a Rimini, e da madre di origini siciliane. I due si lasciano poco dopo le nozze: « Mia mamma Angela Iris fu una delle prime a separarsi nel dopoguerra. Non si risposò più. Nonna Andreina era rimasta vedova di un poliziotto di Caltanissetta. Mi vergognavo di non avere una figura maschile. Mio padre è stato un uomo buono e intelligente, ma inaffidabile. Non aveva alcun senso della famiglia». La piccola Raffaella segue avidamente la trasmissione Rai Il Musichiere, attratta dal mondo dello spettacolo, si sposta a Roma e a 17 anni consegue il diploma al Centro sperimentale di cinematografia, studiando anche presso l'Accademia nazionale di danza. Neanche ventenne inizia ad affacciarsi a teatro, in radio, al cinema. Ma il decollo arriva a 26 anni, tra il 1969 e il 1970, con la partecipazione al varietà televisivo Io, Agata e tu, dove la Carrà lancia un nuovo stile di presenza femminile, scattante, briosa e anche qualcosa di più. Il termine soubrette deriva dalla tradizione teatrale francese, per indicare ruoli femminili insieme brillanti, civettuoli e maliziosi. Il che si attaglia al nuovo personaggio che esplode sulla Rai, che segna uno stacco dalla femminilità algida di Mina, quella fanciullesca di Rita Pavone o da quella straniera, quindi vagamente irreale e irraggiungibile, delle gemelle Kessler. Scrive la critica d'arte e musicale Virginia Villo Monteverdi: «Raffaella balla, canta e si muove come una trottola e svela parti del corpo che normalmente in televisione venivano nascoste per pudore. A Canzonissima 70 si presenta con un corpo di ballo sulle note di Ma che musica maestro, e regala molti cambi d'abito estremamente sexy e poco coprenti che mettono in mostra l'ombelico, con scollature vertiginose». Fioccano le polemiche ma anche gli applausi compiaciuti.

IL SESSO LIBERO NAZIONALPOPOLARE
«Nel 1971, sempre a Canzonissima, la giovane ballerina e cantante si esibisce nel più famoso ballo erotico della televisione italiana: il Tuca Tuca, ballato in coppia con Enzo Paolo Turchi, dove lei indossa un mini abito sexy pieno di lustrini. Un tocca tocca generale con mosse maliziose, frasi piccanti «mi piaci ah ah, mi piaci... Mi piace! E quando mi guardi lo so cosa tu vuoi da me». Un successo inaspettato, che trasforma la canzone in un tormentone febbrile». Questa sensualità paesana e provocatoria, che sa di balera ma anche di pulsioni sessantottine, diventa come un filo rosso. «Il tema principale delle sue canzoni è l'amore libero e spensierato, quello fugace ed estivo della riviera romagnola, quello passionale che deve essere vissuto in modo un po' ingenuo, quello di "a far l'amore comincia tu" o di "come è bello far l'amore da Trieste in giù", senza rimpianti o paure perché se un uomo non va bene "trovi un altro più bello che problemi non ha". Raffaella invita la donna a essere libera di usare il proprio corpo come preferisce, sempre nei limiti della decenza ovviamente, ma emancipa la sessualità femminile rendendola simile a quella maschile, lasciando il tutto avvolto dalla speranza di un amore, breve o duraturo che sia».
Ancora, fa notare Villo Monteverdi: «Nella vastissima e poco conosciuta discografia di Raffaella non si possono dimenticare canzoni come Pedro, pezzo che ora spopola nei balli di gruppo ma che in realtà parla di un'avventura sessuale della cantante con un ragazzino minorenne conosciuto a Santa Fe ("Altro che ragazzino, che perbenino, sapeva molte cose più di me, mi ha portato tante volte a veder le stelle, ma non ho visto niente di Santa Fè"); oppure Maracaibo, anch'essa canzone da ballo di gruppo ma che racconta storie di prostituzione e traffico di droga con un vago sapore colombiano da telenovela. Brani come Si ci sto o Troppo ragazzina, canzoni con riferimenti al desiderio sessuale, mostrano sempre una certa disponibilità femminile alle avventure e ai piaceri del sesso, mettendo anche in luce le fantasie romantiche delle ragazze acqua e sapone. O ancora Male e Rumore che indicano anch'essi una presa di coscienza della libertà del corpo femminile dimostrando all'uomo che la donna non è sempre consenziente e può decidere lei quando e come provare piacere, con chi stare o non stare». Insomma la Carrà «è riuscita a trasformare il sesso libero e spensierato in una canzone ballabile, in una sigla orecchiabile, fatta di femminismo luccicante e televisivo a cui si unisce il buon senso popolare».

SATANA IN PRIMA SERATA
L'approdo al ruolo di ambasciatrice della causa Lgbt sarebbe stato solo l'ultimo passo di un balletto pluridecennale. Ma un balletto di cui la Carrà è stata davvero consapevole protagonista? Difficile dirlo. Come nella commedia francese, dove la soubrette è sì in primo piano, ma spesso giocata dagli eventi, così viene da pensare sia stato anche per la più famosa delle soubrette televisive italiane. Un passaggio chiave della carriera della Carrà e stato certamente la conoscenza di Gianni Boncompagni (1932-2017), autore radiofonico e televisivo, paroliere, pigmalione di lolite e avvenenti attrici, tra i principali iniettori di libertinismo e nonsense nei palinsesti per il grande pubblico. I due si conobbero nel 1969, proprio quando la Carrà fece il grande salto sul piccolo schermo, e rimasero sentimentalmente legati per 11 anni, con un sodalizio artistico che durò molto più a lungo.
La canzone Satana, che la Carrà nel 2008 cantò in prima serata sulla Rai, nel corso del fortunato programma Carramba! Che fortuna («Satana, volgarità, Satana, fatalità / Portami all'inferno, Pago per amore, lascio tutto e vengo via con te/ Magica divinità, Brivido di libertà, anima senza pietà, lasciami per carità!») aveva tra i suoi autori l'immancabile Boncompagni.

Fonte: Il Timone, febbraio 2019 (n.181)

3 - GAY PRIDE: ORGOGLIO DI COSA?
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): la Consulta ribadisce il divieto alla fecondazione artificiale per coppie gay, un cardinale gay friendly alla Congregazione per l'educazione cattolica, Silvana De Mari dice che la lobby gay esiste (lo dicono loro stessi)
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 22/06//2019

Adesso, a prescindere dal tipo di inclinazione sessuale - solo per un momento, facciamo finta che esista qualcosa di diverso dal sesso, maschio e femmina - a me pare che organizzare delle parate per celebrare l'orgoglio della propria inclinazione sia davvero surreale. Uno è orgoglioso perché ha fatto qualcosa di grande, qualcosa che non tutti fanno, o almeno non automaticamente.

I MOTIVI DELL'ORGOGLIO
Uno è orgoglioso perché ha dato la vita a dei figli o ha custodito altre persone, le ha sfamate o aiutate, perché si è speso per qualcosa in cui crede, perché ha combattuto per il bene del proprio paese o ha fatto qualcosa di serio, che ne so, con il suo impegno, nel lavoro, nello studio. Uno è orgoglioso perché ha vinto un oro olimpico, perché ha fatto una maratona sotto il suo tempo limite, ma anche perché ha vinto il torneo parrocchiale di ricamo o la selezione per l'ammaestratore di pulci, qualsiasi cosa, per carità, non è che tutti vincano il Nobel o il Pulitzer o l'Oscar o l'oro (io no per esempio), però per essere fieri di qualcosa bisogna FARE qualcosa. Come si fa a fare una parata per cercare di convincere la gente che si è fieri di una inclinazione, che è peraltro diventata quella più di moda, sponsorizzata da tutto il mondo della finanza, dai grandi marchi commerciali, dunque funzionale in fondo, banalmente, tristemente, a un modello di consumo che ci vuole pecoroni omologati? C'è qualcosa di cui essere fieri? C'è qualcosa che si è fatto, un risultato conseguito, un limite - fosse anche il proprio, personale - superato?

FARE QUELLO CHE TI PARE NON È EROICO
Il problema è che viviamo in un'epoca di confusione tragica, non dico dei valori, che saremmo già oltre, ma persino della logica elementare del ragionamento. Un mio amico la chiama la palude dell'inconscio, qualcun altro la dittatura del desiderio. Per cui si può chiamare "orgoglio" il fare quello che viene, la più banale delle scelte. Per secoli, millenni ci hanno insegnato che il desiderio andava giudicato ed educato (Ulisse, le colonne di Ercole, eccetera, insomma, l'uomo che supera se stesso, che si educa in un cammino di ascesi in senso lato, non necessariamente religioso, cioè che trascende la povera carne di cui è fatto, che va oltre il limite della morte, se non grazie a Cristo almeno grazie al proprio valore, come era nelle civiltà non cristiane, pensiamo ad Achille, Patroclo eccetera). Adesso invece ci insegnano che il desiderio va sempre e comunque assecondato, io sono l'unico arbitro del mio desiderio, e non solo ho il diritto di assecondarlo, ma ne vado fiero, come se fosse difficile.
C'è un piccolo particolare: assecondare i propri desideri è una cosa che sanno fare tutti, meglio di tutti i bambini, ancora ineducati, che sono desiderio puro senza ragione e senza giudizio. Insomma viviamo nell'epoca dell'infantilismo, nel paese dei balocchi; purtroppo, come insegna Pinocchio, non siamo uomini veri finché non riconosciamo di avere un padre. La differenza è che Lucignolo sapeva di non essere un eroe quando faceva i comodi suoi, faceva semplicemente quello che sanno fare tutti. Ma orgoglio di cosa?

Nota di BastaBugie: ecco altre notizie dal "gaio" mondo gay (sempre meno gaio).

LA CONSULTA RIBADISCE IL DIVIETO ALLA FECONDAZIONE ARTIFICIALE PER COPPIE GAY
Due giorni fa la Corte Costituzionale si è riunita in camera di consiglio e ha deliberato che le coppie omosessuali, così come prescritto dalla legge 40, non possono accedere alla fecondazione artificiale. Dunque quel divieto non è costituzionalmente illegittimo.
L'eccezione di incostituzionalità era stata sollevata dai tribunali di Pordenone e Bolzano e il caso riguardava una coppia lesbica che voleva accedere alla fecondazione extracorporea.
Una volta tanto il fronte LGBT ha perso la sua battaglia. Ma state pur certi che torneranno all'attacco.
(Gender Watch News, 20 giugno 2019)

UN CARDINALE GAY FRIENDLY ALLA CONGREGAZIONE PER L'EDUCAZIONE CATTOLICA
Il card. Joseph Tobin, arcivescovo di Newark, New Jersey, è diventato membro della Congregazione per l'Educazione cattolica. In una intervista al programma televisivo "Today Show" mons. Tobin ha affermato che le espressioni contenute nel Catechismo riferite all'omosessualità sono "un linguaggio molto sfortunato. Speriamo che alla fine quel linguaggio sia un po' meno doloroso".
Il 21 maggio del 2017 Tobin diede il suo consenso ad un "pellegrinaggio LGBT" nella cattedrale basilica del Sacro Cuore e accolse personalmente tutti coloro che entrarono in chiesa.
Mons. Tobin ha anche apprezzato il libro "Costruire un ponte" di padre Martin, libro in cui l'autore si dichiara a favore dell'omosessualità nella Chiesa: "in troppe parti della nostra Chiesa - ha affermato - le persone LGBT sono state fatte sentire sgradite, escluse e persino piene di vergogna. Il nuovo libro di Padre Martin, coraggioso, profetico e ispiratore, segna un passo essenziale per invitare i responsabili della Chiesa a svolgere il ministero con più compassione, e per ricordare ai cattolici LGBT che essi sono parte della nostra Chiesa come qualsiasi altro cattolico". Bene accogliere le persone omosessuali, male accogliere l'omosessualità. Inoltre parlare di "cattolici LGBT" è una contraddizione in termini perché l'orientamento omosessuale e le condotte omosessuali non hanno nulla di cattolico.
(Gender Watch News, 13 giugno 2019)

LA LOBBY GAY ESISTE (LO DICONO LORO STESSI)
I gay mettono la cravatta è il titolo dell'articolo di Edoardo Ballone pubblicato su La Stampa del 22 gennaio 1982 (numero 18, pagina 6), articolo in cui l'autore racconta il congresso nazionale del Fuori, dal nome appunto I gay mettono la cravatta.
Nel gennaio del 1982, a Vico Equense, in provincia di Napoli, si è tenuto l'ultimo congresso del Fuori (Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano), il movimento fondato nel 1971 da Mario Mieli e Angelo Pezzana. Questo congresso ha sancito lo scioglimento del Fuori, una fine voluta dallo stesso Pezzana che in un'intervista per il quotidiano La Stampa del 1982 aveva motivato la propria decisione affermando senza mezzi termini di voler trasformare la sua organizzazione in una vera e propria lobby:
Dopo dieci anni di lotte intense costellate di ingiurie, pugni nello stomaco e arresti nei nostri confronti, il FUORI ha deciso di non essere più un movimento e di trasformarsi in una lobby, cioè in un gruppo di pressione di tipo inglese. È decisamente una nostra crescita. Guai sopravvivere a se stessi, si rischierebbe di scomparire (...). Non più di cento persone che dovranno svolgere pressioni capillari negli ambienti industriali, politici, amministrativi e religiosi.
I movimenti Lgbt, quindi, sono una lobby: poche centinaia di persone, non elette da nessuno, che si arrogano il diritto di parlare a nome di decine di migliaia di persone che non li hanno eletti, che hanno fondi statali, che incidono enormemente.
Questa vicenda sembra anticipare di qualche anno il libro After the ball. How America will conquer its fear & hatred of Gays in the 90's, cioè: "Dopo il ballo. Come l'America sconfiggerà la sua paura e il suo odio verso i gay negli anni Novanta". Questo libro è stato pubblicato nel 1989 da Marshall Kirk, "ricercatore in neuropsichiatria, logico-matematico e poeta" (p. I), e da Hunter Madsen, "esperto di tattiche di persuasione pubblica e social marketing" (ibidem).
Il "ballo" a cui gli autori fanno riferimento è il baccanale provocatorio e oppositivo innescato dalla rivoluzione gay degli anni Settanta e Ottanta, lo stile volutamente "folle", alla Mario Mieli per intenderci, con continui riferimenti al marxismo più spinto. Questa prima strategia, fallita secondo gli autori, andava rimpiazzata da una strategia di gente normale con la cravatta, sfruttando l'AIDS:
Per quanto cinico possa sembrare, l'AIDS ci dà una possibilità, benché piccola, di affermarci come una minoranza vittimizzata che merita legittimamente l'attenzione e la protezione dell'America (p. XXVII). Stiamo parlando di propaganda (After the ball, p. 160).
A pagina 360 c'è un "Codice di autocontrollo sociale", che comprende "regole" per le relazioni con gli eterosessuali, con altri gay e con sé stessi:
Se sono un pedofilo o un masochista lo terrò nascosto e starò lontano dalle parate del Gay Pride [If I am a Pederast or a Sadomasochist I'll keep it under wraps and out of gay pride marches (ibidem)].
Nel libro si parla serenamente di Gay Rights National Lobby: che il movimento sia una lobby è detto e ripetuto più volte. I primi a parlare di lobby gay, in Italia ma anche all'estero, quindi, sono stati proprio gli attivisti gay, eppure molti parlano di complottismo quando si cita la lobby gay. Non c'è niente di male a essere una lobby, la politica funziona così. Chiunque voglia ottenere qualcosa deve diventare un movimento di pressione, in inglese lobby.
Qualcosa di sbagliato c'è invece a negarlo, forse per non perdere l'aurea di vittima indifesa, forse per negare le pressioni che stanno modificando ambienti industriali, politici, amministrativi e religiosi, ma soprattutto per negare il diritto ai propri avversari di battersi. È un diritto creare una lobby, un diritto appartenerle, un diritto altrettanto sacro avversarla. Alcuni amici hanno provato a riportare queste notizie, le parole di Pezzana, le affermazioni di After the ball, su Wikipedia, integrandola nella voce "Lobby Gay", dove è scritto che "Non si hanno prove dell'esistenza di questa organizzazione" ma la loro modifica è stata cancellata.
Angelo Pezzana ha avuto e ha molto coraggio nel battersi contro le persecuzioni terribili e mortali nei Paesi islamici, è un uomo molto onesto. Prediamo atto della sua affermazione. I movimenti Lgbt sono una lobby. "Non si hanno prove dell'esistenza di questa organizzazione", scrive Wikipedia. Non è vero, ci sono. Ringrazio anche per questo Angelo Pezzana, uomo onesto, avversario corretto.
(Silvana De Mari, La Nuova Bussola Quotidiana, 21 giugno 2019)

Fonte: Blog di Costanza Miriano, 22/06//2019

4 - ORDINE DEGLI PSICOLOGI E DITTATURA DEL RELATIVISMO
Il tempo della post libertà, il nuovo libro in cui Giancarlo Ricci (accusato di aver difeso i ruoli di padre e madre, poi assolto sul filo di lana) racconta la sua persecuzione
Autore: Giuseppe Brienza - Fonte: Il Borghese, giugno 2019 (n. 6)

Giancarlo Ricci, psicoterapeuta milanese con 40 anni di esperienza sulle spalle e autore di numerosi e apprezzati volumi, è noto per essere stato inquisito dal suo Ordine professionale (l'Ordine degli Psicologi della Lombardia) per aver difeso durante una trasmissione televisiva, «la funzione essenziale e costitutiva di padre e madre nella costituzione del soggetto».
Secondo quei "colleghi" che hanno deciso di instaurare un procedimento disciplinare nei suoi confronti (che si è concluso con l'archiviazione), questa frase lapalissiana sarebbe stata discriminatoria nei confronti delle cosiddette "famiglie arcobaleno" (cioè omosessuali).
Nel libro che significativamente ha intitolato Il tempo della post libertà Ricci rievoca l'intera vicenda, convincendoci come purtroppo il suo caso debba definirsi esemplificativo di un'epoca che, non a caso, Joseph Ratzinger ci ha insegnato a chiamare dittatura del relativismo.

NON C'È DA STARE ALLEGRI
I motivi per cui l'esito del procedimento disciplinare non rassicurano sono tanti. Il primo è che lo psicologo cattolico è stato "scagionato" solo dopo più di tre anni passati sulla graticola, un tempo lunghissimo e non giustificato dal contenuto degli "addebiti". Perché è durato così tanto un procedimento che poteva risolversi in soli pochi mesi?
Semplice, si è trattato di un modo per intimidire lui e le sue attività pubbliche ma, al tempo stesso, mandare un messaggio alla stragrande maggioranza dei professionisti che, come Ricci, ne condividono la visione naturale e realista dell'uomo, della famiglia e dell'educazione.
Secondariamente: i voti favorevoli all'assoluzione sono stati 7 a favore e 7 contrari. Un risultato quindi sul filo di lana che indica una spaccatura all'interno dell'Ordine. Infine: il testo sulle motivazioni è pieno di incongruenze, di omissioni, di affermazioni contraddittorie. Pur di non ammettere la natura ideologica delle accuse, la decisione finale afferma obliquamente che «permangono irrinunciabili perplessità in ordine a orientamenti dottrinali a cui le affermazioni del dott. Ricci potrebbero voler fare riferimento».
Dopo questo contorsionismo il Collegio di Disciplina lombardo conclude che «non sono emersi elementi sufficienti per ritenere il dott. Ricci responsabile per gli illeciti contestati». Insomma sembra un'assoluzione per insufficienza di prove…
Nel libro si descrive poi come, soprattutto dal Sessantotto ad oggi, il concetto di libertà sia totalmente cambiato in Occidente. Nel Novecento, infatti, il secolo delle ideologie, l'uomo doveva combattere per conquistarsi le libertà, era una questione di sopravvivenza. Con la globalizzazione e con il capitalismo neoliberistico la libertà diventa invece un'altra cosa: una sorta di merce che viene offerta per soddisfare il desiderio di varie categorie e gruppi sociali.

PERCHÉ ACCADE QUESTO?
La lettura di Ricci è la seguente: fra l'individuo atomizzato e il Sistema si attua una sorta di scambio: varie forme di libertà in cambio della (falsa) promessa di sicurezza e di benessere materiale. Ma, soprattutto, in cambio di una rinuncia ai doveri e alla responsabilità personale. Il cittadino sarà ricolmo di libertà a condizione che consegni l'istanza della responsabilità a qualcun altro che la gestirà come vuole. Il Grande Fratello, in pratica.
"Delegando" le responsabilità sociali ad altri, ai cittadini non resta che partecipare al mondo dell'ipnosi collettiva, della suggestione mediatica, al teatrino spettacolarizzato in cui altri mettono in scena le sorti di un possibile "bene comune". L'effetto più evidente è che sparisce il concetto di libertà come coscienza soggettiva, interiore, come critica morale, come lavoro di riconquista della propria soggettività. E tutto questo porta, nel caso italiano, alla fine di un Paese libero.
Quella che viviamo è, in pratica, una libertà condizionata. Se concordiamo con il Pensiero Unico e partecipiamo al gioco illusorio di una realtà artificiosa, tutto va bene; se incominciamo a fare delle domande in più, a scompigliare il Politicamente corretto, come ha fatto Ricci, allora le cose si complicano, inizia la gogna mediatica, l'isolamento, l'ostracismo e, nei casi più gravi, anche di peggio.
Ma il fatto che uno come lui, dopo averla patita, non si è fatto intimidire dal Sistema e continua a parlare della sua vicenda, avendo non pochi che lo ascoltano e lo seguono, significa evidentemente che nel nostro Paese funziona ancora un rimasuglio di libertà e coscienza civile.

Nota di BastaBugie
: per ordinare il libro di Giancarlo Ricci (Il tempo della post libertà. Destino e responsabilità in psicoanalisi, SugarCo Edizioni, Milano 2019, pp. 192, € 16,50, prezzo Amazon € 14,02), clicca qui!

Fonte: Il Borghese, giugno 2019 (n. 6)

5 - CONFERMATO IL FINANZIAMENTO A RADIO RADICALE CON I VOTI DELLA LEGA E DEI ''CATTOLICI'' DEL CENTRODESTRA
Una scelta scriteriata che premia il parassitismo e la cultura della morte... infatti Emma Bonino presenta subito le sue proposte anticattoliche
Autore: Riccardo Cascioli - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17-06-2019

Come volevasi dimostrare alla fine arriva sempre la manina che salva l'elargizione di soldi pubblici a Radio Radicale. Quanto successo giovedì scorso alle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera non sorprende perciò più di tanto: la Lega ha votato insieme alle opposizioni (incluse Fratelli d'Italia e Forza Italia) a favore di un emendamento proposto dal Pd che concede altri 7 milioni a Radio Radicale, 3 per il 2019 e 4 per il 2020. Certo, non sono più soldi per la convenzione relativa alla trasmissione delle sedute parlamentari, per cui si dovrà procedere a un regolare bando (dopo 25 anni!), ma è pur sempre un escamotage per continuare a finanziare l'organo della Lista Pannella. Si tratta di fondi devoluti per la digitalizzazione dell'archivio di Radio Radicale, che pare essere una sorta di tesoro della Repubblica, dal modo in cui ne parlano i politici che in qualche modo devono giustificare questa decisione.
Già alcune settimane fa, Stefano Fontana ha spiegato molto chiaramente ai nostri lettori perché nel caso di Radio Radicale non si possa parlare di servizio pubblico e tanto meno di sussidiarietà e perché quindi questo finanziamento, fatto con i soldi dei contribuenti, sia del tutto ingiustificato. Invitiamo perciò a rileggere quell'articolo, soprattutto per quei tanti cattolici che in questo periodo si sono sbattuti per sostenere Radio Radicale.

DUE ASPETTI CHE COLPISCONO: LA LEGA E GLI PSEUDO CATTOLICI DEL CENTRODESTRA
Qui però vogliamo mettere in risalto due aspetti della vicenda che colpiscono.
Il primo: abbiamo visto che la Lega di Matteo Salvini è capace di votare contro il governo, incurante delle conseguenze, se ritiene la materia importante. Ce ne rallegriamo. Evidentemente i soldi a Radio Radicale sono una materia importante per la Lega - anche se ci sfugge il motivo -, vedremo quindi prossimamente se, su temi come vita e famiglia, dimostrerà la stessa determinazione.
Il secondo aspetto è l'insistenza di cattolici ed esponenti del centro-destra nel difendere il finanziamento statale a Radio Radicale con il fatto che questa emittente dà conto delle posizioni di tutti: «È possibile seguire i nostri convegni, i nostri congressi - abbiamo sentito tante volte in questi giorni - solo grazie a Radio Radicale». Pare di capire dunque che i contribuenti dovrebbero essere felici di pagare questa emittente non solo per la possibilità di seguire le sedute del Parlamento (chissà quanti italiani poi sono davvero interessati a questa trasmissione) ma anche perché possiamo farci una playlist con l'intervento di Silvio Berlusconi alla Convention di Forza Italia del 1998 ad Assago, le performance di Matteo Renzi alla Leopolda, perfino il discorso con cui Gianfranco Fini scioglie Alleanza Nazionale nel 2009, confluendo nel Popolo delle Libertà. E chissà quanto altro ancora.
L'argomento è davvero curioso: perché un cittadino dovrebbe trovare giusto pagare un contributo affinché un soggetto privato - di cui non gli importa nulla - possa avere registrate le proprie conferenze e congressi su una radio che non ha alcuna intenzione di ascoltare? Certo, anche noi della Nuova BQ - che non viviamo di finanziamenti pubblici ma solo con il sostegno dei nostri lettori - troveremmo estremamente comodo che le conferenze che organizziamo fossero tutte registrate a spese del contribuente anziché nostre. Ma sarebbe giusto? Noi diciamo di no, non sarebbe servizio pubblico ma solo una forma di parassitismo, per non dire peggio.

IL VERO SCOPO DI RADIO RADICALE
L'altro aspetto che si trascura totalmente quando si propone questo argomento è il vero scopo di Radio Radicale. Ammettiamo anche che appartenga alla cultura radicale dare voce a tutti, ma l'obiettivo vero è portare avanti le proprie battaglie che, come sappiamo, promuovono la cultura della morte e puntano diritto alla demolizione della presenza cattolica in Italia. Cioè Radio Radicale non nasce per trasmettere esclusivamente le sedute parlamentari e le idee di tutti, ma per combattere le proprie battaglie e modellare la società secondo la propria ideologia, in cui è compreso anche far ascoltare il pensiero degli altri. C'è una bella differenza: in pratica da 25 anni, con la scusa di un presunto servizio pubblico, lo Stato finanzia le campagne ideologiche anti-vita e anti-famiglia di una radio-partito, con il plauso di gran parte del mondo cattolico, almeno di quello che conta. Come si può isolare un fattore, ignorando totalmente il contesto in cui è inserito? Ma allora allo stesso modo non si dovrebbe avere nulla da ridire se domani tale servizio dovesse essere garantito da, diciamo, Al Jazeera, che sostiene il fondamentalismo islamico; oppure da una improbabile Radio Corleone International, una copertura per la promozione della cultura mafiosa.
Ironia della sorte, i cattolici di cui sopra non hanno fatto in tempo a festeggiare il successo per i fondi a Radio Radicale che subito Emma Bonino - insieme ad altri parlamentari - ha presentato una mozione per: abolire l'ora di religione cattolica nelle scuole, rivedere i criteri di distribuzione dell'8xMille (per togliere fondi alla Chiesa cattolica), rivedere le norme sull'Imu degli immobili della Chiesa, recuperare l'Ici non pagata dalla Chiesa negli anni passati. [...]

Nota di BastaBugie: per approfondire i clamorosi finanziamenti a Radio Radicale, leggi i seguenti articoli che abbiamo pubblicato negli ultimi dieci anni cliccando sul link che interessa.

RADIO RADICALE VIENE FINANZIATA DAL PARLAMENTO OGNI ANNO CON 10 MILIONI DI EURO: SONO I NOSTRI SOLDI, I MIEI E I TUOI!
Vediamo i nomi dei politici cattolici (o presunti tali) che appoggiano ogni anno il finanziamento di Pannella, Bonino e compagni
di Danilo Quinto
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1865

RADIO RADICALE ATTACCA LA CHIESA E I CRISTIANI, MA POI RICEVE AIUTO DAI RAPPRESENTANTI DEL MONDO CATTOLICO
Clamoroso l'esempio di Eugenia Roccella (figlia del fondatore, insieme a Pannella, del Partito Radicale) la quale, pur essendo a tutt'oggi a favore del divorzio e dell'aborto è diventata portavoce del Family Day e poi editorialista di Avvenire e opinionista dell'Osservatore Romano
di Francesco Agnoli
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1864

IL PARLAMENTO CONFERMA ANCHE QUEST'ANNO 10 MILIONI DI EURO PER RADIO RADICALE: VI PARE GIUSTO?
Ecco come i nostri soldi finiscono per finanziare Pannella e Bonino senza che nessuno protesti (nemmeno i politici cattolici)
di Danilo Quinto
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3050

I MILLE TENTACOLI DEL PARTITO RADICALE: UNA LISTA INFINITA DI ISCRITTI
Franco Battiato, Giorgio Albertazzi, Tinto Brass, Francesco De Gregori, Edoardo Bennato, Dario Argento, Pippo Baudo, Liliana Cavani, Licia Colò, Luciano De Crescenzo, Marco Columbro, Loretta Goggi, Francesco Guccini, Sabina Guzzanti, Nino Manfredi, Michele Mirabella, Alba Parietti, Maurizio Costanzo, Ornella Vanoni, Luca Barbareschi, Gigi Proietti, Milva, Andrea Bocelli, Vittorio Gassman, Paolo Villaggio, Renato Zero, Renato Pozzetto, Renzo Arbore, Ennio Morricone, Corrado Guzzanti, Alberto Lattuada, Gianni Minoli, Sergio Castellito, Oliviero Toscani, Stefano Rodotà, Eugenio Scalfari, Gianni Vattimo, Eugenio Montale, Pier Paolo Pasolini, Domenico Modugno, Ilona Staller (in arte Cicciolina), ecc. ecc. ecc.
di Danilo Quinto
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1942

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17-06-2019

6 - LA MAMMA DI DON POPIELUSZKO PERDONO' GLI ASSASSINI DEL FIGLIO
Il cappellano di Solidarnosc, proclamato beato nel 2010, a 37 anni fu picchiato e seviziato dal regime comunista in Polonia (VIDEO: La sfida di Don Popieluszko)
Autore: Giuliano Guzzo - Fonte: Sito del Timone, 29/05/2019

Se sono purtroppo ancora pochi, perfino nello stesso mondo cattolico, quelli che conoscono bene la storia e la testimonianza di don Jerzy Popiełuszko (1947–1984), il sacerdote e martire polacco assassinato oltre tre decenni or sono e beatificato nel giugno 2010 sotto il pontificato di Benedetto XVI, decisamente meno, c'è da temere, saranno quelli che sanno qualcosa di Marianną Popiełuszko (1920-2013), sua madre. Ed è un peccato perché, come quella del figlio, anche la sua è una figura decisamente luminosa, contrassegnata da una testimonianza di fede autenticamente vissuta.

MADRE DI UN SANTO
Aiuta a colmare questo vuoto un bel libro di oltre 300 pagine intitolato Matka Świętego. Poruszające świadectwo Marianny Popiełuszko, traducibile come "Madre di un santo, commovente testimonianza di Marianną Popieluszko", a cura della giornalista e scrittrice polacca Milena Kindziuk. Grazie a quest'opera possiamo difatti scoprire di più di questa donna coraggiosa, morta pochi anni or sono alla veneranda età di 93 anni, non prima però di aver assistito alla beatificazione dell'amato figlio Jerzy.
Nata nella regione rurale di Bialystok quasi un secolo fa, Marianną si sposò giovane - aveva 22 anni -, diede alla luce cinque figli, tra cui il sacerdote divenuto un simbolo della resistenza durante i tempi bui del regime comunista, e fu sempre una donna di grande fede. A provarlo, le sue stesse parole. Come quando affermò: «La fede in Dio viene prima di tutto. Senza Dio, la vita non ha senso. Dobbiamo assicurarci che sia sempre presente in noi perché con la fede c'è sempre una vittoria».
Una chiara conferma dell'attaccamento al Signore, la signora polacca la diede anche quando aspettava il suo terzo figlio, Jerzy. Allora, infatti, Marianną pregò intensamente affinché Dio concedesse al piccolo che aveva in grembo la grazia della vocazione sacerdotale. Una richiesta che solo una madre di grande fede può fare e alla quale, evidentemente, l'Onnipotente non ha mancato di corrispondere, donandole il figlio che sognava ma anche, come sappiamo, un dolore immenso.

IL MIO PIÙ GRANDE DOLORE
Un dolore di cui la donna parlò anche il 6 giugno 2010, in occasione della beatificazione di suo figlio: «Il mio più grande dolore è stato la morte di Jerzy». Ciò nonostante, accanto a queste parole di comprensibile dolore, la signora Popiełuszko ne fece seguire altre a dir poco commoventi: «Io non giudico nessuno, perché Dio è l'unico giudice. La mia grande gioia sarà quando gli assassini di mio figlio si convertiranno». Una conversione per la quale l'anziana, ancora a decenni di distanza, confidava di «pregare ogni giorno», con l'intercessione di suo figlio, il quale - aveva aggiunto sempre la donna - «ben sapeva che non c'è nulla di più importante nella vita della presenza di Dio».
La conferma della grandezza della madre di Jerzy Popiełuszko ci arriva poi dalle parole di Milena Kindziuk, che ne ha curato il libro. La scrittrice ha infatti dichiarato: «Non avremmo mai avuto don Jerzy senza la fede e la fiducia della madre Marianna, la quale è giunta a perdonare gli assassini del figlio». È stata Marianną Popiełuszko», ha inoltre aggiunto la Kindziuk, «ad insegnare ai suoi figli la fede e la preghiera. Tanto che, quando il figlio Jerzy entrò in seminario, lei disse di aver dato con tutto il cuore suo figlio alla Chiesa. Al punto che approvò tutte le decisioni dei superiori del figlio, anche quelle che non la convincevano». Che dire, c'è davvero di che essere grati alla signora Popiełuszko. Per aver donato alla Chiesa una figura immensa come padre Jerzy e per aver essa stessa dato una testimonianza di fede grandiosa che, oggi più che mai, merita di essere riscoperta e presa come esempio.

Nota di BastaBugie: nel 2009 uscì doppiato in italiano il film "Popieluszko" che racconta la storia del cappellano di Solidarnosc che a 37 anni fu selvaggiamente picchiato e seviziato (e con un masso ai piedi fu gettato ancora vivo in un fiume) dal regime comunista in Polonia. Fu proclamato beato nel 2010.
Per leggere i commenti al film e vedere i trailer, clicca nel link qui sotto:
http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=23

VIDEO: LA SFIDA DI DON POPIELUSZKO
Tratto dalla trasmissione ''I militi ignoti della fede'' su Tv2000


https://www.youtube.com/watch?v=4gJUMfJMER4

Fonte: Sito del Timone, 29/05/2019

7 - IL RITORNO DEL SESSANTOTTO... ANZI, PER LA VERITA', NON SE N'ERA MAI ANDATO
Femministe sul piede di guerra, dichiarazioni d'odio e disprezzo verso Dio, patria e famiglia, niente regole, indulgenti coi trasgressori, intolleranti coi conservatori, bollano fascista chiunque non sia dalla loro parte
Autore: Marcello Veneziani - Fonte: La Verità, 21/03/2019

Femministe sul piede di guerra, dichiarazioni d'odio e disprezzo verso le famiglie anzi verso Dio, patria e famiglia, campagne d'odio contro carabinieri e poliziotti, lotte per l'aborto, il sesso libero e la droga legalizzata, rivolte planetarie contro i potenti della terra, contro il modello di sviluppo e scoperta dell'ecologia e dell'ambiente devastato, campagne contro le discriminazioni omosessuali e razziali, dichiarazioni d'amore per il terzo mondo, i neri, i "dannati della terra", porte aperte a tutti, società sconfinata, abbasso i muri e i freni, indulgenti con i trasgressori, intolleranti coi conservatori, accuse di fascismo a chiunque non sia dalla loro parte, anzi, elevazione del fascismo a categoria metastorica, pacifismo libertario, ma a chi non concorda tappiamogli la bocca...

UN FILM GIÀ VISTO
Ma questo film l'avevamo già visto, ricordo le sequenze. Tanto tempo fa. Eravamo adolescenti, ma io me li ricordo quegli slogan, quelle facce, quei cortei, quei cartelli, quei manifesti, quelle campagne... Ma si, certo. Eravamo nel '68 e paraggi. A giudicare la triplice mobilitazione dei nostri giorni contro i potenti della terra, contro i difensori della famiglia e contro i difensori dei confini, degli stati e delle nazioni, in favore degli sbarchi, mi accorgo che il filo conduttore è rimasto quello lì. I circoli viziosi della storia. Gira e rigira e siamo tornati a cinquant'anni fa, al tempo del bianco e nero. E infatti non c'è via di mezzo, non c'è sfumatura di colore, c'è una radicalizzazione tra quelli e questi, tra maggioranze silenziose e minoranze fragorose. C'è una separazione etnica tra i due mondi. Certo, nel frattempo la mentalità sessantottina è andata al potere, si è fatta Zeitgeist, Spirito del Tempo, domina le agenzie di comunicazione e di orientamento, controlla i due terzi del personale docente, gran parte del ceto intellettuale, la comunicazione. Nel frattempo, i sessantottini sono diventati sessantottenni, detengono largamente il potere mediatico, culturale, giudiziario. Gli estremisti dirigono i centri sociali, lavorano per le Ong. I comunisti si comprano bambini da uteri in affitto, abbandonano gli operai per sposare la causa gay-trans. Le femministe d'assalto sono diventate Vestali attempate, con le borse sotto gli occhi o il botulino sulle labbra, vegliano sull'ordinamento giuridico e biopolitico uscito da quel clima, da quell'epoca, e mordono se qualcuno osa rimettere in discussione i loro dogmi a norma di legge. Giù le mani, giù le mani...

DA RIBELLI A GENTE DI POTERE, MA L'IDEOLOGIA È LA STESSA
Insomma, il tempo è passato, le posizioni sono cambiate, da ribelli sono diventati gente di potere, i radical choc si sono fatti radical chic, ma il contenuto è rimasto lo stesso. È la sola tradizione riconosciuta in Italia, il Sessantotto, la sola ideologia che ha libero corso e valore legale, il solo passato che ha valore nei curriculum. Vi partecipano eredi consapevoli e inconsapevoli. Tra i primi la vecchia guardia della sinistra di lotta e da passeggio, più la generazione che ne segue le orme, di cui l'esempio più grottesco sono gli antifascisti in assenza di fascismo, le Anpi formate da post-partigiani usciti da fecondazioni artificiali della storia, uteri in affitto della storia, che ignorano tutto, eccetto l'eternità dello odio manicheo.
Tra i secondi, ci sono gli ignoranti enciclopedici del grillismo, quelli che si lanciano dalla piattaforma Rousseau, altro mito tardo-sessantottino, passato dalla natura al web. [...]
Rieccolo, il 68. Non è tornato, non se n'era mai andato, solo che ora esce allo scoperto e si sente nuovo, mentre si avverte che è rancido, inacidito, invecchiato male e andato a male.
Il '68 riciccia nella retorica dei diritti separati dai doveri e associati ai desideri, nella convinzione cosmica che l'uomo sia ciò che vuole essere e non ciò che è, nella certezza che chiunque decida di lasciare una terra, una famiglia, una responsabilità ha il diritto di farlo perché "lo sente" e gli altri hanno l'obbligo d'accoglierlo, a prescindere e di caricarsi degli effetti della sua scelta. Totale disprezzo dei meriti, delle responsabilità, delle capacità, primato delle intenzioni sui fatti, e per finire una bella spanzata di umanitarismo come lavatrice della propria coscienza. Rieccola, l'utopia di un mondo migliore, genere Imagine di John Lennon, un mondo fratelloso e ripulito, senza barriere, senza identità. Ecco, stiamo ancora lì. Siamo al modernariato sessantottino, al vintage degli anni Sessanta, con balcone sugli anni di piombo e affaccio sulle prove tecniche di guerra civile, ma pacifica, per carità. Abbasso la tolleranza repressiva dei gendarmi di ieri e dei salvini di oggi, viva l'intolleranza permissiva: tutto è permesso ma guai a chi dissente.

Nota di BastaBugie: per approfondimenti sul Sessantotto, clicca sul seguente link

UN'ULTIMA PAROLA SULLA RIVOLUZIONE CULTURALE DEL SESSANTOTTO
Il 2018 è stato il 50° anniversario dell'anno in cui con lo slogan ''vietato vietare'' iniziò la (presunta) liberazione dell'uomo dalla morale tradizionale per costruire una società basata su sesso e droga
di Roberto de Mattei
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5486

Fonte: La Verità, 21/03/2019

8 - PREMIATA LA BLASFEMIA CONTRO GESU' E MARIA
In un concorso uno studente deturpa un dipinto di Botticelli facendo dare dall'Arcangelo Gabriele a Maria l'EllaOne, la pillola dei 5 giorni dopo: un invito ad abortire il Messia ed un oltraggio alla verginità di Maria
Autore: Chiara Chiessi - Fonte: Corrispondenza Romana, 20/06/2019

La Società Medica Italiana per la Contraccezione (Smic) e l'Associazione culturale LaScelta, che da tre anni coinvolgono gli studenti di quarto superiore, hanno indetto un concorso rivolto agli studenti dei licei artistici di tutta Italia con in palio una borsa di studio da mille euro a testa, per sensibilizzare i giovani sulla contraccezione e le pillole abortive.
In questa massiccia opera di propaganda, il preservativo è stato presentato come un "supereroe", una "caramella" da tenere in borsa come fosse qualcosa di innocuo, al pari di un'aspirina. Gli effetti collaterali delle pillole e della contraccezione sono ben noti e comprendono tra gli altri cancro al seno, trombosi ed embolia.

LA BLASFEMIA VIENE PREMIATA
"Prevenire è meglio che cullare", questo è il motto che i ragazzi hanno portato avanti nel concorso "Informiamoci". Il progetto vincitore, che ha avuto più di 12mila like sui social ed è stato quello più votato da una giuria, è il progetto #Usalafamiracoli dell'Istituto Giorgi-Woolf di Roma.
In cosa consiste? Gli studenti hanno utilizzato il famoso dipinto dell'Annunciazione di Botticelli, immaginando però che l'Arcangelo Gabriele porgesse all'Immacolata l'ellaOne, il tutto accompagnato dalla frase "Usala, fa miracoli!"
Il secondo progetto vincitore si inserisce invece nell'opera di Tiziano "Adamo ed Eva", dove Satana offre ad Eva il preservativo al posto della mela. "Prendilo non è peccato" dice la scritta.
Sottolineiamo che il gruppo di studenti è stato coordinato da una docente. Un'adulta, che ha incoraggiato degli studenti non solo a ridicolizzare alcune delle più importanti opere d'arte italiane, ma a compiere un vero e proprio atto di blasfemia.
La giuria ha celebrato il progetto vincitore come "originale" e "creativo"; è abitudine di chi vuole veicolare determinate ideologie deformare il sacro (pensiamo al Cristo di Massa Carrara) per far passare le proprie idee.
Se riflettiamo sul significato del progetto realizzato dagli studenti, comprendiamo che è imperante in esso il rifiuto di Dio: l'Arcangelo offre a Maria la pillola contraccettivo-abortiva, come a dire che non c'è bisogno di Cristo, anzi ancora peggio: lo si rifiuta.
Il progetto è un invito ad abortire il Messia ed un oltraggio alla verginità di Maria.

LE REAZIONI
L'associazione "Non si tocca la famiglia" ha scritto al MIUR denunciando la diffusione di "contenuti che risultano in antitesi con i principi e i valori educativi del sistema scolastico" e definendo un "atto di vilipendio alla religione cattolica oltraggiare immagini di altissimo valore artistico e religioso".
Fortunatamente, anche sui social si sono levate molte proteste per la blasfemia dell'immagine.
Su questa triste e vergognosa vicenda possiamo fare molte considerazioni. La prima è che nelle scuole avevamo visto di tutto, ma non la blasfemia in cattedra, premiata e divenuta esempio per i giovani. Ormai da tempo la scuola ha abdicato al suo ruolo di educatrice dei giovani, che assomigliano sempre di più a poveri fantocci vittime dell'ideologia e di quello che viene propinato loro ogni giorno. Questi sono i risultati: ora la contraccezione viene inserita anche in progetti scolastici ed i ragazzi sono ipersessualizzati. [...]
All'apice di tutto c'è il grave problema della mancanza di fede del nostro mondo. Nostro compito è quindi quello di testimoniare la verità, anche a costo di gravi difficoltà e riparare la blasfemia con preghiera e penitenza, come disse la Madonna ai Pastorelli di Fatima.

Fonte: Corrispondenza Romana, 20/06/2019

9 - OMELIA XIII DOMENICA T. ORD. – ANNO C (Lc 9,51-62)
Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il Regno di Dio
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Con la pagina del Vangelo di oggi continuiamo ad imparare cosa significa seguire Gesù. La scorsa domenica abbiamo meditato insieme che seguire Gesù significa ripercorrere la via del Calvario per raggiungere la gloria della Vita eterna. Quest'oggi continuiamo il discorso dicendo che, per seguire Gesù, dobbiamo metterlo al di sopra di tutto, al di sopra anche degli affetti più cari e più santi come possono essere gli affetti familiari. Con questo non si vuole assolutamente dire che bisogna spezzare questi legami, ma si vuole unicamente affermare che al di sopra di queste relazioni vi è Dio, il quale deve essere amato con tutto il cuore e con tutte le nostre forze. Amare qualcosa o qualcuno al di sopra o anche alla pari di Dio, sarebbe un peccato contro il primo Comandamento.
A volte, poi, accade di trovarsi come ad un bivio. Da una parte ci sono questi legami umani molto forti; dall'altra vi è la Volontà di Dio che chiama a qualcosa di superiore. Cosa fare? Il cristiano non deve esitare a scegliere Dio e la sua gloria. Pensiamo a san Francesco d'Assisi. A un certo punto della sua vita si sentì chiamato da Dio a rinunciare a tutto per seguire Gesù in povertà e umiltà. A questo suo proposito si oppose tenacemente il padre che voleva fare di lui un ricco mercante. San Francesco non esitò un attimo e, pur con il comprensibile dolore di figlio affettuoso, seppe seguire la chiamata divina e divenne il grande Santo che tutti conosciamo. Se avesse ceduto alle insistenze paterne, noi oggi non saremo qui a parlare di lui.
Gesù insegna questa dottrina adoperando delle espressioni molto forti. A un giovane che voleva seguirlo ovunque, il Maestro dice: «Il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo» (Lc 9,58). Con queste parole Gesù voleva far comprendere a quel giovane il distacco dalle cose materiali, al punto che Egli, Gesù, non aveva niente su questa terra, nemmeno un guanciale per il riposo. Questo ci insegna a usare le cose di questo mondo senza attaccarci il cuore, perché in Paradiso non porteremo nemmeno uno spillo, ma soltanto le opere buone da noi compiute.
Ad un altro che chiedeva a Gesù il tempo di seppellire il padre, Gesù rispose: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va' e annuncia il regno di Dio» (Lc 9,60). Ad un altro, infine, che voleva accomiatarsi da quelli di casa sua, Gesù disse: «Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio» (Lc 9,62). Sono certamente parole molto forti che devono farci comprendere ancora una volta che al di sopra di tutto c'è Dio e la sua gloria.
Per comprendere meglio queste parole, pensiamo a tanti nostri fratelli che si sono convertiti al Cristianesimo provenendo da altre religioni. Per alcuni di loro, ricevere il Battesimo è equivalso a tagliare radicalmente con tutto il loro ambiente familiare, con la loro cultura, con tutti gli affetti che prima avevano nutrito. Essi hanno sentito fortemente che Gesù li chiamava e hanno trovato la forza anche di fuggire letteralmente dalle loro terre, senza speranza di tornarvi, pur di ricevere il dono del Battesimo e divenire cristiani. Preghiamo per loro e preghiamo per tutti quelli che desiderano fare altrettanto ma, per ora, non trovano la forza.
Di fronte ad esempi così eroici di fortezza, noi rimaniamo confusi. Sforziamoci perlomeno di dimostrare la nostra fedeltà a Dio, mettendolo sempre al primo posto con la preghiera quotidiana, non accontentandoci di dargli solo le briciole del nostro tempo, ma di iniziare e terminare le nostre giornate con una intensa preghiera, domandandogli sinceramente di indicarci la sua Volontà, come fece san Francesco d'Assisi.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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