ATTO DI FEDE, IL FILM SULLA FEDE CHE RACCONTA L'AMERICA VERA
Un ragazzo, promessa del basket, scherzando con i compagni sul lago ghiacciato finisce in acqua ma... solo la preghiera può salvarlo (VIDEO: trailer del film)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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IL PARADOSSO NORVEGESE: UN EFFICACE VIDEO PER SMENTIRE L'IDEOLOGIA GENDER
La Tv norvegese smaschera con i fatti la dottrina gender e chi ritiene che maschilità e femminilità siano solo stereotipi culturali (VIDEO: Il paradosso norvegese)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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IL VERO POTERE CE L'HA SEMPRE LA SINISTRA, ANCHE SE PERDE LE ELEZIONI
Vincere le elezioni serve a poco se hai contro i media, la maggior parte dei funzionari, l'immaginario collettivo e pure gli appoggi internazionali
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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UCCISO SADDAM, LE ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA NON FURONO MAI TROVATE
Film sulla storia vera della donna che denunciò le pressioni inglesi per attaccare l'Iraq di Saddam Hussein
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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SE IL NORDAMERICA FOSSE RIMASTO AI CATTOLICI
Ma la storia non si fa con i se: gli inglesi (protestanti) conquistarono tutte le colonie francesi del Nord America con la Guerra dei Sette Anni dal 1756 al 1763
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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LA STORIA DELL'AUSTRIA IN UN ROMANZO VIVACE
Usi, costumi, cibo, origine di ogni città, ecc. senza dimenticare di smentire gli storici politicamente corretti di oggi che deformano la realtà
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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GIOVANNI CANTONI, FONDATORE DI ALLEANZA CATTOLICA
È morto a Piacenza, sua città natale, a 82 anni, l'oratore eccezionale che ha salvato il cervello di tanti giovani
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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MA L'INQUISIZIONE HA FATTO ANCHE COSE BUONE?
Il nuovo libro di Rino Cammilleri dimostra che l'apologetica è necessaria ancora oggi
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Antidoti
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OMELIA PRESENTAZIONE DEL SIGNORE - ANNO A (Lc 2,22-40)
Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele
Autore: Benedetto XVI - Fonte: Sito del Vaticano
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ATTO DI FEDE, IL FILM SULLA FEDE CHE RACCONTA L'AMERICA VERA
Un ragazzo, promessa del basket, scherzando con i compagni sul lago ghiacciato finisce in acqua ma... solo la preghiera può salvarlo (VIDEO: trailer del film)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 07/10/2019
Quest'anno è uscito un film americano che allarga il cuore e che fa ben sperare. C'è un'America, infatti, che è quella che vediamo nei film hollywoodiani e nei video dei cantanti pop e rap. Ma ce n'è un'altra, quella che vota Trump tanto per intenderci, che, come proprio il caso Trump dimostra, è maggioritaria ed ha tutti gli anticorpi necessari per resistere alla tirannia ossessiva del politicamente corretto. Con la quale, come da noi, una minoranza giacobina autocooptata opprime il resto del Paese cercando in tutti i modi di plagiarlo. Il film in questione si intitola Atto di fede. Circola già doppiato in italiano, su internet ed ha un distributore di tutto rispetto, la 20th Century Fox. Gli attori sono, per forza di cose, di seconda fila, ma vi assicuro che non ve ne accorgerete.
UNA STORIA VERA Tratto da una storia vera (tenete presente questo particolare), narra del quattordicenne John Smith (nome comunissimo nel mondo anglosassone), promessa del basket, che un brutto giorno, scherzando con un paio di compagni sul lago ghiacciato St. Louis nel Missouri, finisce in acqua. Arrivano subito i soccorsi e salvano gli altri due, ma John non si vede più, è sotto. I pompieri che si tuffano, dato il ghiaccio che ricopre tutto il lago, non vedono il fondo e non possono fare altro che frugare con gli scandagli. Ormai è passato più di un quarto d'ora e i pompieri stanno per abbandonare quando uno di loro sente una voce dirgli di scandagliare alle sue spalle. Quello esegue e, sì, il ragazzo è lì. Viene agganciato e portato all'ospedale. Il pompiere che ha sentito la voce chiede ai colleghi chi sia stato. Ma nessuno ha fiatato. Lui si stupisce. È ateo e non crede agli spiriti e alle «voci». Intanto, John, in ospedale, è in arresto cardiaco. E' stato senza respirare un quarto d'ora, i medici scuotono la testa. Ma non la madre adottiva, obesa e diabetica, che comincia a pregare urlando verso Dio e lo Spirito Santo. E il cuore di John ricomincia a battere. Miracolo, miracolo. Sì, ma i medici avvertono che, dopo un'ora di cuore fermo, se sopravvive riporterà danni neurologici permanenti e gravi. Ed ecco spuntare l'America di Frank Capra, quello de La vita è meravigliosa: tutta la comunità, la scuola, la squadra di basket, i pompieri, i poliziotti, medici e infermieri si mettono a pregare, candele in mano, davanti alla clinica. Li anima il pastore di non si sa quale confessione protestante, uno che sta antipatico alla madre di John perché si veste e si pettina da rapper. Ricordiamo che si tratta di una storia vera e che è accaduta non ai tempi di Frank Capra ma nel 2015.
IL SECONDO MIRACOLO Insomma, tutto questo gran pregare ottiene il secondo miracolo: John si sveglia, sta benissimo in pochi giorni torna perfino al giocare a basket. Il pompiere ateo si converte, pure il primario che non ha mai visto niente di simile. Ma il ritorno di John alla vita non è tutto rose e fiori. C'è infatti chi gli chiede perché Dio abbia miracolato lui e non altri: chi ha la madre in fin di vita, chi ha perso il marito e non si dà pace, eccetera. John non sa spiegarlo, nemmeno il pastore. E neanche il film, del resto. Ma è una delle grandi domande del cristiano, destinate a restare senza risposta almeno su questa terra. Quel che qui ci interessa è notare come nel mondo protestante americano non si esita a metter mano al portafogli per produrre film del genere e che sono in grado di competere con quelli mainstream. La famosa attrice Sandra Bullock, per esempio, col suo The blind side, film cristianissimo, ha vinto l'Oscar. Film commoventi che, oltre a intrattenere, hanno anche il merito di riaccendere la speranza. Invece i cattolici sono troppo occupati con l'ecumenismo, l'accoglienza e l'ambiente. Sarà proselitismo, ma è un fatto che l'America latina sta diventando ex cattolica e protestante. Si dovrebbe prendere esempio da quella deputata abortista al parlamento texano che, un paio di anni fa, parlò per ventidue ore consecutive al solo scopo di fare ostruzionismo a una legge statale contro l'aborto. Scarpe di gomma perché il regolamento obbligava i relatori a parlare in piedi senza interruzioni. Infatti, si era messa il catetere col sacchetto per non dover andare in bagno. A quanti deputati cattolici avete visto fare una cosa del genere?
Nota di BastaBugie: nel seguente video si può vedere il trailer del film (che è disponibile in dvd doppiato in italiano).
https://www.youtube.com/watch?v=r5ss4rAJ5Xk
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 07/10/2019
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IL PARADOSSO NORVEGESE: UN EFFICACE VIDEO PER SMENTIRE L'IDEOLOGIA GENDER
La Tv norvegese smaschera con i fatti la dottrina gender e chi ritiene che maschilità e femminilità siano solo stereotipi culturali (VIDEO: Il paradosso norvegese)
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 09/02/2015
Le cose sono andate suppergiù così. C'è uno che vive nel Paese più avanzato del mondo e da poco una nuova scoperta sta invadendo i media e le scuole: la terra è piatta. Il tizio allora si mette in viaggio verso Ovest, per vedere quand'è che cadrà di sotto. Invece, viaggia che ti viaggia, si ritrova al punto di partenza. Così, pensa: ma come, qui ci insegnano la gran novità della terra piatta, e che l'idea che sia tonda, come si è sempre creduto fin dai tempi di Eratostene, ci viene in realtà inculcata fin dall'infanzia; ma allora com'è che viaggiando sempre a Ovest sono arrivato a Est? Ebbene, una cosa del genere è accaduta in Norvegia, il posto in cui la parità tra i sessi è massima. Il comico Harald Meldal Eia, star televisiva locale, si è incuriosito quando ha visto le statistiche nazionali, secondo le quali il 90% degli infermieri è femmina, mentre il 90% degli ingegneri è maschio. Secondo l'ideologia gender le cifre dovrebbero essere fifty-fifty in ogni mestiere. Invece, proprio dove l'accesso alle professioni è più libero e uno può scegliere quella che vuole, le femmine si indirizzano verso lavori classicamente femminili e i maschi verso lavori classicamente maschili. Avendone le possibilità, Harald ha confezionato un documentario intitolato (traduco): «Lavaggio del cervello. Il paradosso dell'eguaglianza di genere». Se avete quaranta minuti, guardatelo. [...]
INTERVISTE ALLA CACCIA DELLO STEREOTIPO Harald, con la faccia di Bertoldo ma in assoluta buona fede, è andato a chiedere lumi alla ricercatrice Cathrine Egeland, esperta di temi di lavoro, e a Jorgen Lorentzen del Centro di Ricerca Interdisciplinare sul Genere dell'università di Oslo. I due hanno risposto unanimi che gli studi sulla diversità biologica tra maschio e femmina sono da ritenersi superati e che, in realtà, lo «stereotipo» viene inculcato alle creature per via culturale. Stesso discorso una ex ministro per le pari opportunità. Harald, perplesso, intervista i suoi bambini, due femmine e un maschio, e quelli rispondono che loro sono nati così. Per riprova li porta in un negozio di giocattoli e chiede al bimbo perché la bambola non gli piace. Quello replica che lui non è mica una femminuccia. Sarà, pensa Harald, però gli esperti dicono che sono stato io a mettervelo in testa, anche se a me non risulta. Poiché ad Harald la tivù paga le inchieste, prende l'aereo e va a San Francisco e poi a Cambridge, dove interroga i massimi esperti mondiali di biologia umana. Di più: gli fa vedere il video delle interviste che ha fatto agli esperti norvegesi di gender. Visti e ascoltati i video, a san Francisco e a Cambridge restano allibiti. Gli fanno vedere gli studi «superati» e gli dicono che in verità sono i più recenti e accreditati. Dai quali risulta che un neonato di un giorno (avete letto bene: un giorno) è attratto dai giocattoli maschili, mentre una neonata della stessa età è attratta dalle facce delle persone. Gli mostrano bambini di nove mesi lasciati liberi di gattonare tra i giochi: stesso risultato.
IL DOCUMENTARIO SULLA TIVÙ NAZIONALE Harald fa perfidamente notare agli spettatori che dal Trinity College di Cambridge (dove è andato) sono usciti ben 32 premi Nobel. Poi torna in Norvegia e mostra agli esperti di prima i risultati della sua inchiesta. Questi, ovviamente, se ne fanno un baffo e rispondono con slogan. Anzi, si chiedono stizziti perché mai ci sia gente che insiste con la biologia, disciplina che è «superato» ritenere che abbia qualcosa a che fare con le differenze tra maschi e femmine. Harald saluta e se ne va. Però manda in onda il documentario sulla tivù nazionale. La quale è vista in tutta la Scandinavia. Ne è nato un dibattito che è durato mesi ed è finito così: nel 2011 i governi locali hanno sospeso i finanziamenti al Nordic Gender Institute, punta di lancia dell'ideologia omonima. Ma, come sappiamo, i sostenitori della terra piatta hanno soldi e appoggi internazionali potenti. La novità perciò verrà diffusa nelle scuole e sarà messo in galera chi oserà affermare che la terra è tonda. Personalmente, mi preoccuperei più per la seconda minaccia. Infatti, i pargoli, pur indottrinati, che la terra è sferica prima o poi lo scopriranno da soli.
Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 39 minuti) si può vedere il documentario "Il paradosso norvegese" di cui si parla nell'articolo. La qualità video è HD (molto migliorata rispetto al video che è stato diffuso anni fa). Ne consigliamo la proiezione con dibattito nelle scuole, ai professori di religione, nei gruppi di famiglie, nei gruppi giovanili, nei centri culturali, anche tra amici. Questo video fatto con ironia e simpatia, ma con una intelligenza acutissima ha messo in ginocchio le pretese di scientificità della teoria del gender.
https://www.youtube.com/watch?v=_50fAgQiMXg
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 09/02/2015
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IL VERO POTERE CE L'HA SEMPRE LA SINISTRA, ANCHE SE PERDE LE ELEZIONI
Vincere le elezioni serve a poco se hai contro i media, la maggior parte dei funzionari, l'immaginario collettivo e pure gli appoggi internazionali
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23/01/2020
Qualche cattolico ingenuo potrà indignarsi per l'ormai evidente predilezione di molto clero, anche vescovi e prelati, per la sinistra. Indignarsi e/o stupirsi. "Ma come!", si chiederà, "abbiamo partiti tutti Dio-patria-famiglia, contrari all'aborto e alla tracotanza Lgbt, e i vescovi e Famiglia Cristiana li snobbano?". Peggio: li demonizzano e, se potessero, li caccerebbero di chiesa? Che cos'è, un accecamento, un equivoco, un fraintendimento evangelico? Ci sentiamo di rispondere: no, per niente. I chierici, specie se altolocati, sono tutt'altro che sprovveduti, e sanno quel che il popolo bue, quello che vota, non sa. Quest'ultimo crede che basti vincere le elezioni per risolvere tutto, invece non è così. Proprio l'esperienza di Salvini dimostra che puoi avere tutte le maggioranze che vuoi, ma puoi finire lo stesso al tappeto se non in galera.
LA VICENDA DI CRAXI Circola in questi giorni nelle sale cinematografiche il film Hammamet sulla vicenda finale di Craxi. Chi ha una certa età sa bene che per qualche anno fu l'uomo più potente d'Italia e che addirittura, nella crisi di Sigonella, non temette di contraddire, con tanto di carabinieri schierati, l'«alleato» americano. Che a quel tempo era Reagan, conservatore, religioso e pro life, sì, ma pur sempre americano. Ebbene, Craxi finì come finì anche se aveva un consenso popolare quasi totale. Sorse, allora, Berlusconi, e anche lui ebbe un consenso strepitoso. E ancora oggi, dopo quasi trent'anni, deve continuare a presentarsi in tribunale (siamo al Ruby-ter, se non abbiamo contato male). Insomma, il vero potere, anzi i veri potentati, stanno altrove. E a poco serve aver vinto le elezioni se la maggior parte dei media li hai contro, se la maggior parte dei funzionari sono di nomina avversaria, eccetera (il resto mettetecelo voi, tanto è sotto gli occhi di tutti). Questo i chierici lo sanno, sanno che la narrazione è di sinistra, le parole d'ordine sono di sinistra, l'immaginario è di sinistra e pure gli appoggi internazionali. Guardate la Rai: il presidente è, sì, come si suol dire, in quota centrodestra, ma guardate anche la galleria degli ospiti di Sanremo, il cui conduttore si è praticamente dovuto scusare per avere ammesso Rita Pavone, in odore di «sovranismo».
PARAGONI STORICI Settant'anni di applicazione lenta, meticolosa, ossessiva e sistematica della dottrina gramsciana non si vanificano con una tornata elettorale. Neanche con due. E neppure con dieci. Tutto questo forse il semplice elettore non lo sa, ma un vescovo, per esempio, deve farci i conti tutti i giorni. Si tratta allora di un calcolo cinico? No, qualcuno ci crede davvero: pensiamo ai preti cosiddetti di strada o di frontiera, quelli delle stole arcobaleno o dei bellaciao in chiesa. Vadano in Internet e troveranno le foto storiche dei preti che sfilavano a braccio teso alle parate del Duce. No, il problema vero è un altro. Quante divisioni ha il Vaticano? La domanda sarcastica di Stalin è sempre valida e, con chi comanda (davvero), il clero deve confrontarsi nella pratica quotidiana. Se i paragoni storici servono a qualcosa, l'entente cordiale tra san Gregorio Magno e i longobardi d'Italia mandò su tutte le furie l'imperatore bizantino. Che era cattolico, mentre i longobardi erano ariani. Però, il papa i longobardi li aveva sotto casa, mentre i bizantini erano lontanissimi. Tuttavia, quel papa era, non a caso, un santo e, col tempo, riuscì a portare dalla sua la regina Teodolinda, che fece battezzare cattolico il figlio ed erede al trono Adaloaldo. Ripetiamo: gli esempi storici lasciano il tempo che trovano. Tuttavia, se vi chiedete perché tanti vescovi sembrano simpatizzare con le sinistre, queste righe servano da spunto di riflessione. Eccovene un altro: al tempo delle elezioni regionali in Umbria fece scalpore un candidato nero e massone in lista con la Meloni. Come, un massone tra i Dio-patria-famiglia? Venne fuori che a Perugia, dove quello abita, ci sono una trentina di logge. In una città di 160 mila abitanti. Una trentina.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23/01/2020
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UCCISO SADDAM, LE ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA NON FURONO MAI TROVATE
Film sulla storia vera della donna che denunciò le pressioni inglesi per attaccare l'Iraq di Saddam Hussein
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20/11/2019
C'è di buono che c'è sempre qualcuno che prima o poi ci fa un film. Ricordate le famose armi di distruzione di massa di Saddam? Dopo che quest'ultimo era stato praticamente solleticato a prendersi il Kuwait, e dopo che l'Iraq si era svenato per dieci anni in una guerra contro l'Iran, la mossa gli scatenò contro la più grande coalizione militare della storia ai tempi di Bush senior nel 1991. Poi, nel 2003, c'era da finire il lavoro e il segretario di stato Powell si presentò all'Onu con la storia delle armi di distruzione di massa. E il lavoro fu finito. Però, sul campo tali armi non vennero mai trovate e solo nel 2010 un film Green zone, del regista Paul Greengrass, con Matt Damon, insinuò che forse non c'erano mai state. Ma ormai le cose erano fatte. Peccato che non siano mai finite, da quelle parti. Senza la dittatura di Saddam l'Iraq è finito nel caos, così come la Libia senza la dittatura di Gheddafi. Stesso servizio doveva essere fatto con la Siria, ma qui le cose si sono rivelate più complicate.
IL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU Comunque, un fatto poco noto riguarda l'Inghilterra di Tony Blair, nel 2003 alleato di ferro degli Usa di Bush jr. In quell'anno una traduttrice inglese, Katharine Gun, lavorava all'ente governativo di comunicazioni per i servizi segreti GCHQ (Government Communications HeadQuarters, con sede a Cheltenham). La giovane donna intercettò un messaggio di tal Frank Koza, dell'NSA (National Security Agency) americano. In esso si raccomandava, ovviamente in via top secret, di far pressioni sui membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu perché autorizzassero l'intervento anglo-americano in Iraq. Il fatto era che il governo inglese aveva qualche difficoltà a far digerire la guerra sia al popolo che allo stesso apparato. Infatti, il procuratore generale, lord Goldsmith, aveva dato parere negativo: senza mandato Onu, la Gran Bretagna non aveva alcun diritto di attaccare l'Iraq. Goldsmith, però, viaggiò a Washington e al ritorno aveva cambiato misteriosamente idea. Ora, la traduttrice Katharine Gun era sposata con un curdo. Così, pensò bene di far pervenire quel che aveva scoperto alla redazione dell'Observer, quotidiano fin lì favorevole alla guerra. Da questa storia è stato tratto un film non ancora uscito in Italia, Official Secrets, del regista Gavin Hood, con Keyra Knightley nei panni della Gun e Ralph Fiennes in quelli dell'avvocato che l'assistette.
1 MILIONE DI IRAKENI UCCISI Sì, perché la Gun fu scoperta e processata per tradimento. Ma poi, a ridosso delle elezioni, le accuse a suo carico vennero ritirate per non dare ulteriore pubblicità alla faccenda. Il film è tratto da un libro, The Spy who tried to stop a War, di Marcia e Thomas Mitchell. L'unica variante è che la vera Gun è bionda, mentre nel film è mora. Intervistata sul perché avesse deciso di tradire il suo Paese rivelando quel che sapeva alla stampa (e rischiando, oltre al carcere, l'espulsione del marito), disse che non aveva tradito il Paese, bensì i suoi governanti del momento e che quella guerra non era solo a Saddam ma anche a 30 milioni di irakeni. In effetti, di questi ne morirono circa un milione, pare. Più, 4600 inglesi e americani. Il film non risparmia nemmeno i particolari grotteschi che la vicenda a un certo punto assunse. Per esempio, la stampa filogovernativa, per sostenere che si trattava di un falso, puntò i riflettori su certe parole del messaggio trafugato, parole che gli americani scrivono in modo leggermente diverso dagli inglesi, come recognise anziché recognize. Ebbene, venne fuori che la redattrice dell'Observer, nel batterle al computer, aveva fatto ricorso, meccanicamente, al correttore automatico.
Nota di BastaBugie: nel seguente video si può vedere il trailer del film (che è solo in inglese perché per ora il film non è stato doppiato in italiano).
https://www.youtube.com/watch?v=V3vIYy38Fys
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 20/11/2019
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SE IL NORDAMERICA FOSSE RIMASTO AI CATTOLICI
Ma la storia non si fa con i se: gli inglesi (protestanti) conquistarono tutte le colonie francesi del Nord America con la Guerra dei Sette Anni dal 1756 al 1763
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 28/04/2014
Nel 1754 l'ennesimo sconfinamento degli inglesi nei territori del Nordamerica sotto la sovranità francese partì dalla Virginia e si spinse verso il fiume Ohio allo scopo esplicito di provocare. Il comandante di Fort Duquesne, capitano Claude-Pierre Pécaudy de Contrecoeur, mandò un piccolo distaccamento agli ordini dell'alfiere Joseph Coulon de Villiers de Jumonville per convincere gli inglesi a ritirarsi. I trentaquattro uomini del distaccamento, appena giunti, vennero circondati dagli inglesi e dai loro alleati irochesi. Jumonville lesse al comandante inglese il testo dell'avviso ufficiale, che terminava con queste parole: «...poiché è volontà del Re di Francia continuare a mantenere un rapporto di amicizia con l'Inghilterra. In ogni caso, qualunque siano le Sue intenzioni, mi lusingo di credere che Ella riserverà al signore di Jumonville tutti i riguardi che gli spettano come ufficiale e come ambasciatore». Il comandante inglese, terminata la lettura, ordinò di fare fuoco. Jumonville e nove dei suoi uomini caddero fulminati, mentre gli altri venivano disarmati e catturati. Solo uno riuscì a scappare e, inseguito per sei giorni dagli irochesi nelle foreste, arrivò a Fort Duquesne scalzo e mezzo morto a dare la notizia.
L'AMERICA CHE NON FU Il comandante inglese responsabile dell'ignobile azione si chiamava George Washington (1732-1799), era colonnello e sarebbe diventato, com'è noto, il primo presidente degli Stati Uniti. L'«Incidente Jumonville» diede di fatto il via alla Guerra dei Sette Anni, che venne dichiarata ufficialmente solo due anni dopo e che fu la prima vera guerra mondiale. Infatti, inglesi e francesi la combatterono anche in tutte le loro colonie, in Africa, in India e in America, nonché su tutti i mari. Il Trattato di Parigi che la concluse nel 1763 vide la Francia sconfitta e consegnò agli inglesi l'India, la Guinea, l'intero Canada e la Florida, nonché le isole di Grenada, Tobago e quelle del golfo di San Lorenzo. La Francia ne uscì stremata finanziariamente e fu per questo che il re Luigi XVI dovette convocare quegli Stati Generali da cui sarebbe scaturita la Rivoluzione giacobina. Un libro di Alberto Rosselli dal significativo titolo "L'America che non fu. Il conflitto anglo-francese in Nord America 1756-1763" (Il Cerchio, pp. 178), analizza proprio la fase americana del conflitto anglo-francese e ci permette di riflettere, ucronicamente, su come sarebbe stata diversa la storia del mondo se almeno l'America fosse rimasta ai francesi. Questi ultimi, di tradizione cattolica, diedero fin dall'inizio via libera ai missionari nel continente: gesuiti, agostiniani recolletti, sulpiziani, le «suore grigie» di Madame d'Youville (primo ordine religioso autoctono), una santa indiana (Kateri Tekakwitha), eccetera. L'intera confederazione delle tribù Huron venne evangelizzata e i francesi, interessati solo al commercio delle pellicce, mantenevano buoni rapporti coi pellerossa.
IMMAGINARE COME SAREBBE STATA UN'AMERICA DEL NORD CATTOLICA Diversamente dagli inglesi, che subito si allearono con la confederazione Irochese, sfruttando la tradizionale inimicizia tra questa e quella Huron. Questi ultimi vennero sterminati completamente dagli irochesi, che martirizzarono anche diversi padri gesuiti (i beati Isaac Jogues e compagni), vanificando così tutto il lavoro missionario condotto nel continente. Ma agli inglesi interessavano solo spazi vuoti da riempire di immigrati, politica che fu poi continuata (e terminata) dagli statunitensi. La guerra anglo-francese in America innovò anche sul piano tattico e strategico, privilegiando la guerriglia e reparti speciali come i rangers inglesi e i couriers francesi. Non mancarono efferatezze, di cui specialmente gli inglesi si fecero volentieri contagiare dagli indiani (per esempio, l'abitudine di ornarsi le cinture con gli scalpi strappati anche ai e alle civili). Possiamo solo immaginare come sarebbe stata un'America del Nord francese e, dunque, cattolica, con gli indiani trattati alla pari e non confinati nelle riserve fino all'estinzione, come poi avvenne. Un'America del Nord meticcia, come quella spagnola del Sud. Infatti, la corona francese incoraggiava i matrimoni misti e in diverse occasioni inviava navi cariche di «Figlie del Re», ragazze povere e nubili fornite di una dote, per le colonie sprovviste di donne. I meticci (che i francesi chiamavano brulé) erano, anzi, molto considerati e spesso occupavano posti rilevanti per via della loro perfetta conoscenza delle due culture. Purtroppo, la storia, si sa, non si fa con i «se». Anche se qualche volta, in mancanza di meglio, è pur bello lavorare d'immaginazione.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 28/04/2014
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LA STORIA DELL'AUSTRIA IN UN ROMANZO VIVACE
Usi, costumi, cibo, origine di ogni città, ecc. senza dimenticare di smentire gli storici politicamente corretti di oggi che deformano la realtà
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 07/01/2020
Metto subito le mani avanti come il Ciampa pirandelliano: è uno dei più bei romanzi che mi sia capitato di leggere. Mi riferisco al libro Il Prato Alto. I-Alba (Solfanelli, pp. 424, € 25) di Emilio e Maria Antonietta Biagini. La coppia di scrittori è nota al pubblico kattolico per una lunga serie di saggi e opere di narrativa tutti pubblicati con editori di nicchia, la nostra.
DAL 7500 AVANTI CRISTO AL 1233 DOPO CRISTO L'opera di cui stiamo parlando racconta in forma romanzata la nascita dell'Austria, partendo nientemeno che dal 7500 avanti Cristo. Questo primo volume si ferma al 1233 dopo Cristo, si suppone perché gli autori abbisognano di (molto) tempo per documentarsi sul resto. Infatti, la bibliografia annessa è impressionante, anche perché il lavoro è filologicamente accuratissimo. Figuratevi che sono citati per esteso il Paternoster in gotico e in bavaro antico. Ma queste sono solo alcune delle chicche presenti. L'erudizione è spaventosa: quasi di ogni città o di ogni parola si espone l'origine, passando per tutte le modificazioni semantiche dei termini nella storia e secondo le varie influenze. Usi, costumi, cibo, tutto è esposto vividamente come se li si vedesse al cinema. Ma non si pensi a un mattone indigesto. Al contrario, lo stile è vivacissimo, sempre ironico, e non mancano le stilettate agli storici politicamente corretti odierni quando si mostra che le cose non erano affatto come costoro le hanno immaginate con intento cristofobico e al solo scopo di denigrare la civiltà cristiana. Né si indulge a edulcorare un passato duro, talvolta truce, ecologicamente scorretto e fatto più di peccatori che di santi. Il lettore attento, comunque, non potrà fare a meno di sorridere quando scoprirà che certi grassi amministratori romani, incompetenti quando non corrotti, rispondono ai nomi di Veltronius o Dalemium.
L'AQUILA, IL BIANCO E IL ROSSO Dal primo insediamento umano su quello che poi venne chiamato il Prato Alto già in fase preistorica, passando per il Norico dei romani, fino a un accenno di ducato d'Austria, si snoda la storia della famiglia Adler (aquila in tedesco), generazione dopo generazione, ramificazione dopo ramificazione, disegnando in brevi capitoletti vita, avventure, matrimoni e morte dei vari componenti. Dall'abitudine di incidere un'aquila stilizzata sull'architrave della capanna dei primi membri del clan fino allo stemma vero e proprio, passando per la camicia insanguinata che, alle crociate, divenne lo stendardo bianco e rosso, poi assunti a colori nazionali. Ma tutto il libro è un oceano di rivelazioni. Volete sapere com'era il rituale di iniziazione del culto di Mitra? Lo trovate da pagina 137 in poi. Volete spiegazioni ed esercizi in lingua, gotica, scira, vandalica, burgunda? Pagina 238. Chi è kuning Karl? È Carlo Magno. Cos'è un kapkhan? È il re degli àvari. E via così, con informazioni storiche di dettaglio che i libri di storia non forniscono, ma che, conosciute, fanno capire sul serio perché certe cose andarono come andarono e non diversamente. Per chi volesse saperne di più sugli autori, Emilio Biagini ha insegnato Geografia nelle università di Cagliari e Genova, e conosce i luoghi che descrive per esserci stato. L'altro autore è sua moglie. Che, ovviamente, lo ha seguito.
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 07/01/2020
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GIOVANNI CANTONI, FONDATORE DI ALLEANZA CATTOLICA
È morto a Piacenza, sua città natale, a 82 anni, l'oratore eccezionale che ha salvato il cervello di tanti giovani
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19/01/2020
Non si poteva essere uno studente brillante dell'ultimo anno di liceo nel 1968-69 senza rincretinire. E anch'io (come diceva Totò), modestamente, rincretinii. Giunto a Pisa per studiare Scienze Politiche mi ritrovai nel centro della rivoluzione e proseguii entusiasta nel rincretinimento. Ma poi qualcuno fece dire delle messe per la mia conversione (chi voglia saperne di più può leggersi il mio Come fu che divenni C.C.P., Lindau) e io, che della rivoluzione avevo imbroccato il ramo pannelliano, mi ritrovai c.c.p.: cattolico credente & praticante. Solo che cambiare vita in modo così repentino significava ritrovarsi soli. Già: tutta la gente che conoscevo era d'ambiente libertino. Gli unici cattolici, a mia scienza, erano i quattro che avevo conosciuto nel bar per studenti che frequentavo e che consideravo poco meno che scemi. Con la coda tra le gambe chiesi proprio a loro (non avevo altro) accoglienza e mi portarono a sentire un tizio dall'accento piacentino e dal look dannunziano, calvo, abito nero con bretelle bianche.
UN ORATORE APOLOGETICO ECCEZIONALE Ma era un oratore eccezionale, capace di tenerti incollato a pendere dalla sue labbra per due ore (mentre chi ha frequentato una c.d. scuola di comunicazione sa che l'attenzione crolla, fisiologicamente, dopo sedici minuti). Parlava di Chiesa, di Medioevo, di Risorgimento, di Rivoluzione Francese in maniera diametralmente opposta a quel che mi avevano insegnato sui banchi di scuola. Era, seppi poi, apologetica allo stato puro e al grado massimo. L'uomo, Giovanni Cantoni, aveva fondato un'associazione, in quel tempo, catatombale, Alleanza Cattolica, dove si studiavano libri introvabili e, oggi diremmo, politicamente scorretti come quelli di Cochin e di Gaxotte, di Servier e Schneider, di Sedlmayr e Del Noce, perfino Il Signore degli Anelli. Fu una folgorazione. Mi ci buttai a corpo morto, studiando come si dovrebbe studiare: non per dovere, ma per piacere. E non mi bastavano mai. Lo sprint fu tale che ebbi l'incoscienza di presentare una tesi di laurea su Donoso Cortés. A Scienze Politiche di Pisa negli anni di piombo.
LA NASCITA DEL KATTOLICO Per farla breve, fu così che nacque quel che molti di voi, lettori della Bussola, conoscono come Il Kattolico. E la sua ormai ultraquarantennale produzione di libri, articoli, conferenze e romanzi di contenuto esclusivamente apologetico (anche perché ormai non saprei fare altro). Tutto perché un uomo negli anni Sessanta cominciò a girare l'Italia con lo scopo di salvare il cervello di tanti giovani sprovveduti, sedotti dalle sirene del loro tempo, e formarli in vista del Regno dei Cieli. Pare che ciascuno di noi nasca con una missione, un progetto che Dio ha su ogni creatura, e che, nella nostra libertà, possiamo tradire condannandoci al fallimento o all'insignificanza. Giovanni Cantoni, a mio avviso, ha pienamente centrato la sua, di missione, della quale faceva parte anche la croce che dovette portare negli ultimi anni. Spero che il suo esempio dia anche a me, a noi, la forza di «conservare la fede» (come dice san Paolo) nella tempesta fino al traguardo.
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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 19/01/2020
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MA L'INQUISIZIONE HA FATTO ANCHE COSE BUONE?
Il nuovo libro di Rino Cammilleri dimostra che l'apologetica è necessaria ancora oggi
Autore: Rino Cammilleri - Fonte: Antidoti, 23/01/2020
Certo, guardandosi intorno, uno può dire: ma ormai a che serve l'apologetica? Osservazione plausibile, ma che non tiene conto di Lourdes, Medjugorje & C. Chi va in questi luoghi, non di rado torna radicalmente convertito. Ma non sa niente della fede, del cristianesimo e della sua storia. Va ricostruito di sana pianta. Il grosso del lavoro lo ha fatto la Madonna, il resto deve farlo l'apologetica. Ecco perché non smetto di lavorare. Perciò procuratevi la mia ultima fatica: «Ma l'Inquisizione ha fatto anche cose buone? Il Kattolico 5» (Fede & Cultura, pp. 146, €. 17).
Nota di BastaBugie: il mito della Sicilia tollerante sotto la dominazione araba, l'inquisizione criminale, le crociate portate dai cristiani cattivi, il medioevo delle streghe e dei roghi: miti che fanno parte di una "leggenda nera" ormai radicata e diffusa e di cui gli stessi cattolici parlano con imbarazzo, cercando addirittura di evitare l'argomento, quasi vergognandosene. Ma l'ignoranza della storia non serve a niente, anzi, è controproducente, tanto più che molto spesso le cose non sono come ci vengono raccontate. In questo libro Rino Cammilleri racconta le cose come stanno, o come sono sempre state, al di là della vulgata dominante, nella convinzione che i cattolici di oggi abbiano bisogno di essere nuovamente istruiti, nella storia come nella fede. Per acquistare il libro, pubblicato il 23 gennaio 2020, clicca qui!
Fonte: Antidoti, 23/01/2020
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OMELIA PRESENTAZIONE DEL SIGNORE - ANNO A (Lc 2,22-40)
Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele
Autore: Benedetto XVI - Fonte: Sito del Vaticano, 02/02/2013
Nel suo racconto dell'infanzia di Gesù, san Luca sottolinea come Maria e Giuseppe fossero fedeli alla Legge del Signore. Con profonda devozione compiono tutto ciò che è prescritto dopo il parto di un primogenito maschio. Si tratta di due prescrizioni molto antiche: una riguarda la madre e l'altra il bambino neonato. Per la donna è prescritto che si astenga per quaranta giorni dalle pratiche rituali, dopo di che offra un duplice sacrificio: un agnello in olocausto e una tortora o un colombo per il peccato; ma se la donna è povera, può offrire due tortore o due colombi (cfr Lv 12,1-8). San Luca precisa che Maria e Giuseppe offrirono il sacrificio dei poveri (cfr 2,24), per evidenziare che Gesù è nato in una famiglia di gente semplice, umile ma molto credente: una famiglia appartenente a quei poveri di Israele che formano il vero popolo di Dio. Per il primogenito maschio, che secondo la Legge di Mosè è proprietà di Dio, era invece prescritto il riscatto, stabilito nell'offerta di cinque sicli, da pagare ad un sacerdote in qualunque luogo. Ciò a perenne memoria del fatto che, al tempo dell'Esodo, Dio risparmiò i primogeniti degli ebrei (cfr Es 13,11-16). E' importante osservare che per questi due atti – la purificazione della madre e il riscatto del figlio – non era necessario andare al Tempio. Invece Maria e Giuseppe vogliono compiere tutto a Gerusalemme, e san Luca fa vedere come l'intera scena converga verso il Tempio, e quindi si focalizzi su Gesù che vi entra. Ed ecco che, proprio attraverso le prescrizioni della Legge, l'avvenimento principale diventa un altro, cioè la "presentazione" di Gesù al Tempio di Dio, che significa l'atto di offrire il Figlio dell'Altissimo al Padre che lo ha mandato (cfr Lc 1,32.35). Questa narrazione dell'Evangelista trova riscontro nella parola del profeta Malachia che abbiamo ascoltato all'inizio della prima Lettura: «Così dice il Signore Dio: "Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l'angelo dell'alleanza, che voi sospirate, eccolo venire … Egli purificherà i figli di Levi … perché possano offrire al Signore un'offerta secondo giustizia» (3,1.3). Chiaramente qui non si parla di un bambino, e tuttavia questa parola trova compimento in Gesù, perché «subito», grazie alla fede dei suoi genitori, Egli è stato portato al Tempio; e nell'atto della sua «presentazione», o della sua «offerta» personale a Dio Padre, traspare chiaramente il tema del sacrifico e del sacerdozio, come nel passo del profeta. Il bambino Gesù, che viene subito presentato al Tempio, è quello stesso che, una volta adulto, purificherà il Tempio (cfr Gv 2,13-22; Mc 11,15,19 e par.) e soprattutto farà di se stesso il sacrificio e il sommo sacerdote della nuova Alleanza. Questa è anche la prospettiva della Lettera agli Ebrei, di cui è stato proclamato un passo nella seconda Lettura, così che il tema del nuovo sacerdozio viene rafforzato: un sacerdozio – quello inaugurato da Gesù – che è esistenziale: «Proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova» (Eb 2,18). E così troviamo anche il tema della sofferenza, molto marcato nel brano evangelico, là dove Simeone pronuncia la sua profezia sul Bambino e sulla Madre: «Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te [Maria] una spada trafiggerà l'anima» (Lc 2,34-35). La «salvezza» che Gesù porta al suo popolo, e che incarna in se stesso, passa attraverso la croce, attraverso la morte violenta che Egli vincerà e trasformerà con l'oblazione della vita per amore. Questa oblazione è già tutta preannunciata nel gesto della presentazione al Tempio, un gesto certamente mosso dalle tradizioni dell'antica Alleanza, ma intimamente animato dalla pienezza della fede e dell'amore che corrisponde alla pienezza dei tempi, alla presenza di Dio e del suo Santo Spirito in Gesù. Lo Spirito, in effetti, aleggia su tutta la scena della presentazione di Gesù al Tempio, in particolare sulla figura di Simeone, ma anche di Anna. E' lo Spirito «Paraclito», che porta la «consolazione» di Israele e muove i passi e il cuore di coloro che la attendono. E' lo Spirito che suggerisce le parole profetiche di Simeone e Anna, parole di benedizione, di lode a Dio, di fede nel suo Consacrato, di ringraziamento perché finalmente i nostri occhi possono vedere e le nostre braccia stringere «la sua salvezza» (cfr 2,30).
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