DIETRO LE MASCHERINE UN ESERCITO DI SERVI SOTTOMESSI
Molti italiani tengono la mascherina anche se la legge non lo impone più e non ci sono motivi sanitari per farlo (sono i tipici seguaci degli aspiranti tiranni, contenti di obbedire senza doversi prendere la responsabilità di sé)
Autore: Claudio Risé - Fonte: La Verità
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IL VIDEO DEL CORAGGIOSO SACERDOTE CHE NON HA PAURA DI DIRE LA VERITA' SUL REATO DI OMOFOBIA
Prima che sia approvata la legge Zan-Scalfarotto (che prevede il carcere per chi dice queste cose) scatta la gogna mediatica per Don Calogero D'Ugo (VIDEO VIRALE: l'omelia integrale e la risposta alle critiche)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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L'EMENDAMENTO ''SALVA-IDEE'' NELLA LEGGE ZAN E' UNA TRAPPOLA PER CATTOLICI CREDULONI
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): via il seno a 15 anni ma a 16 cerca fondi per ricostruirlo, un ex trans censurato da YouTube, il rapporto ONU sulle terapie di conversione
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
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L'INGANNO DEL RINNOVO DELL'ACCORDO SEGRETO TRA CHIESA E CINA
Ad esempio: lo schiavismo oggi è targato Cina comunista, ma fa paura dirlo... le ragazze vengono rasate per il look dei ricchi occidentali (perché nessuna femminista protesta?)
Autore: Aldo Maria Valli - Fonte: Radio Roma Libera
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COSA CI INSEGNA GENTILE QUANDO STRAPPO' LA MAGLIA A ZICO NEI MONDIALI DI SPAGNA DEL 1982
Non si possono sempre gettare ponti, ma bisogna anche costruire muri per respingere i nemici, nel calcio, nella vita e... anche nella fede (VIDEO: Italia Brasile 3-2)
Fonte: I Tre Sentieri
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PROFANATA LA TOMBA DI FRANCO: IL VATICANO SMENTISCE IL GOVERNO ANTICRISTIANO SPAGNOLO
Il premier Pedro Sanchez profana il luogo sacro dove sono sepolti vincitori e vinti della guerra civile risolta da Francisco Franco che sconfisse le forze di sinistra che massacravano i cattolici con odio e sistematicità
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: Sito del Timone
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CORONAVIRUS: IL PERICOLO DI UN VACCINO SENZA SPERIMENTAZIONI
C'è il rischio di aumentare gli effetti del virus anziché evitarli e anche di incorrere in gravi danni cerebrali
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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CON IL CORONAVIRUS L'ITALIA HA FATTO DA CAVIA PER UN CLAMOROSO ESPERIMENTO SOCIALE
Lo stato d'eccezione ha fatto capire che la democrazia può trasformarsi in totalitarismo senza che la gente se ne accorga (VIDEO IRONICO: I progetti di Conte)
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
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OMELIA XVIII DOM. TEMPO ORD. - ANNO A (Mt 14,13-21)
Voi stessi date loro da mangiare
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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DIETRO LE MASCHERINE UN ESERCITO DI SERVI SOTTOMESSI
Molti italiani tengono la mascherina anche se la legge non lo impone più e non ci sono motivi sanitari per farlo (sono i tipici seguaci degli aspiranti tiranni, contenti di obbedire senza doversi prendere la responsabilità di sé)
Autore: Claudio Risé - Fonte: La Verità, 19 luglio 2020
Diciamo la sgradevole verità: a diversi nostri compatrioti, a parte le ragioni o sragioni sanitarie, mettersi una maschera in questi mesi piace, anche molto. Non però per mostrare la propria autentica personalità, nascosta dalle convenzioni abituali, come accadeva nella Commedia dell'arte italiana ma per nasconderla del tutto, anzi fingere di non averne alcuna. Neppure per innovare coraggiosamente, con nuove idee e volti, ma per obbedire al supponente capo, l'«avvocato degli italiani». Si vedono così giovani e anziani in ottima salute avanzare guardinghi in territori a zero Covid 19, nascosti dietro alle loro cupe e impersonali maschere d'ordinanza. Pronti a reagire a nuove «esplosioni infettive» come dicono i media pro-emergenza. Non risulta che siano i medici a stimolare questi comportamenti ansiogeni e clinicamente privi di senso. Certo, le settimane di trasmissioni televisive con aggiornamento in tempo reale del numero dei morti da parte di commissari in maglione scuro con stampato sopra il logo dell'emergenza e il tono di voce dolente e preoccupato, hanno avuto il loro effetto sugli utenti confinati in casa, impensierendoli a dovere. La paura della morte, una volta risvegliata, diventa una compagna più assidua e insistente della stoica tranquillità, che si lascia sloggiare dall'ansia senza opporre troppa resistenza. Il fatto che a più di un mese dalla fine della fase attiva dell'epidemia la paura della morte la faccia ancora da padrona dimostra comunque l'ambigua gestione psicologica che ad essa è stata data dal governo. Fa inoltre capire come nel caso di eventuali future emergenze non convenga affidarsi a persone e istituzioni che in poche settimane hanno trasformato un Paese attivo e operoso in una nazione spaventata e disorientata, a rischio fallimento. Condizione psicologica questa, che, per governanti spregiudicati e senza veri programmi, ha però il pregio di essere molto più principi né idee.
MOLTE PERSONE NON VEDONO L'ORA DI OBBEDIRE Come mai allora molti sono disponibili a indossare la maschera, come chiede il potere costituito? Il fatto, banale, è che purtroppo molte persone non vedono l'ora di obbedire a qualcuno che le comandi, senza doversi prendere la responsabilità di sé. Che poi costui, oltre a dire di portare la mascherina perché siamo in emergenza, faccia altri e contraddittori discorsi, non pesa granché, anche perché sono frasi sconnesse, che cambiano anche più volte al giorno e la gente non le segue. Ma l'indicazione che rimandano gli obbedienti mascherati sembra chiara: va bene, dicci cosa fare e lo faremo. Molti dei famosi fan di Giuseppi, sbandierati dai sondaggisti, sono anche in ciò tipici seguaci degli aspiranti tiranni: persone contenti di obbedire a qualcuno che ami esercitare il potere su di loro, esigendo qualcosa di molto personale e significativo come addirittura coprirsi il volto. Pronti a nascondere perfino l'impronta della loro identità, unica e irripetibile: la faccia. Mostrarla è ormai diventato un atto di coraggio. L'identità personale ha così ricevuto una mazzata durissima nell'umiliante esperienza del terrorismo sanitario, praticato per continuare l'emergenza e lasciare in piedi il governo. Una situazione apprezzata dai fan della mascherina, cugini delle sardine e spesso sardine essi stessi: persone che (per ora) non vogliono tanto aderire o presentare programmi definiti, quanto obbedire a un potere che si presenta come salvifico e, come prima misura, ne cancella il volto, li fa sparire con i loro specifici connotati. Liberandoli così della responsabilità di essere sé stessi e gratificandoli dell'appartenenza a una massa indistinta, un intero banco di individui indifferenziati, in cui sardinamente confondersi. Può sembrare strano, ma quella di appartenere a qualcuno che ti sollevi dalle responsabilità e scelte personali è una delle pulsioni più' costanti dell'uomo, presenti lungo tutta la sua storia.
DISCORSO SULLA SERVITÙ VOLONTARIA Il testo che la descrive più lucidamente è il Discorso sulla servitù volontaria, scritto nel 1576 da Etienne de la Boetie, grande amico del filosofo Montaigne. Vi si racconta come - da sempre - non tutti amino essere padroni di sé: molti preferiscono essere servi di un padrone che si occupi di loro impartendo ordini e compiti e così li aiuti a vivere, in un modo o nell'altro (Hegel approfondirà poi il tema, due secoli dopo). Lo Stato moderno anzi, nasce anche per rispondere adeguatamente a questa esigenza. Il bisogno di guida e di comando era però già presente fin dalla notte dei secoli, come mostrano le narrazioni più antiche dell'umanità. Un bisogno, quello di essere posseduti e diretti, che continua anche, in modo diverso, nelle democrazie industrializzate. In Italia, oggi, la maggioranza delle persone lavora in modo diretto o indiretto per lo Stato, che (come il governo giallo-rosso sa benissimo, e ne approfitta), li rappresenta ma è anche, in parte, il «padrone» loro e dei loro voti. Il confino obbligatorio nelle case e la sostanziale sospensione di ogni attività per un lungo periodo, assieme al potere statale gestito in chiave dark, per far crescere la paura e l'obbedienza nelle persone, ha così prodotto una sorta di collasso nel senso di Sé, nell'autonomia degli individui. Molti sono così divenuti incapaci di sciogliersi dall'abbraccio appiccicoso con un potere malato che ha come unica prospettiva per rimanere in sella la continuazione dell'emergenza. Anche se in realtà quella sanitaria era ormai finita, sostituita però da un'altra, gravissima e reale (anche se poco menzionata): la rovina economica provocata dalla dissennata gestione della pandemia, con l'arresto per quasi due mesi di ogni vita e attività nel Paese, e dalla mancanza di conoscenza reale dei problemi in campo. La maschera sanitaria, divenuta quasi obbligatoria nel governo dell'emergenza infinita, ha dunque un'importanza storica, anche se i Giuseppi forse lo ignorano (come tutto il resto). Nella lunga storia della Maschera-Persona ciò che ci si mette addosso e in faccia, il «vestito», ha sempre rappresentato dalla cultura romana in poi la carta d'identità, il segno che dice chi siamo e quindi quali sono i nostri diritti. La maschera, come spiega il filosofo stoico Panezio, rivela «il significato della personalità individuale», sottraendola all'uniformità della massa informe, e attribuendo ad ognuno la sua fisionomia e le sue specifiche particolarità (da qui le maschere di guerrieri, animali, e altro). Il governo giallorosso è il primo ad aver imposto una Maschera-Persona che, invece di rivelare chi sei o a chi o cosa ti ispiri, cancella la tua identità dietro quella del conformista sanitario, pronto a dimenticare, come gli chiede il capo, ogni fede, identità e entusiasmo pur di salvare la pelle (che peraltro nessuno minaccia, per ora). Una maschera di paura e viltà, per cancellare ogni possibilità di sviluppo come persona libera.
Nota di BastaBugie: per smorzare un po' i toni dell'articolo riproponiamo il seguente video (durata: 4 minuti e mezzo) dal titolo "Le mamme ai tempi del coronavirus" dove si fa un po' di ironia sulle mascherine.
https://www.youtube.com/watch?v=eWtfx9WCkyc
DOSSIER "CORONAVIRUS" Sì alla prudenza, no al panico Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!
Fonte: La Verità, 19 luglio 2020
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IL VIDEO DEL CORAGGIOSO SACERDOTE CHE NON HA PAURA DI DIRE LA VERITA' SUL REATO DI OMOFOBIA
Prima che sia approvata la legge Zan-Scalfarotto (che prevede il carcere per chi dice queste cose) scatta la gogna mediatica per Don Calogero D'Ugo (VIDEO VIRALE: l'omelia integrale e la risposta alle critiche)
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23-07-2020
Alla faccia della clausola salva idee: la legge sull'omofobia sta lentamente mietendo le sue vittime anche senza essere approvata. Il carcere ancora non c'è, ma la gogna è già garantita. E se riguarda un prete c'è più gusto a prenderlo di mira. Don Calogero D'Ugo, per tutti don Lillo, è un vulcanico e preparato sacerdote della diocesi di Palermo. Domenica ha pronunciato una vibrata omelia commentando il Vangelo della zizzania nel campo. «Zizzania sociale» che alimenta anche il Ddl Zan-Scalfarotto sul quale «il demonio sta lavorando molto» ha esordito nel passaggio don Lillo per poi denunciare la legge bavaglio secondo la quale io se «esprimo un parere contrario ai gruppi omosessualisti potrei andare in galera». Don Lillo ha denunciato il pesante clima di intimidazione che in tanti si trovano a vivere per il solo fatto di contestare le "politiche Lgbt friendly" e ha concluso che «anche questa predica» potrebbe essere passibile di denuncia. E l'omelia non poteva passare inosservata. Appena pubblicata sul profilo Facebook della parrocchia, si sono scatenati i gruppi Lgbt che hanno segnalato il sacerdote, come Gayburg che accusa don Calogero di usare l'omelia per un comizio a sostegno dei crimini d'odio. A Gayburg è seguita la segnalazione direttamente all'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice dell'omelia di don Calogero da parte della Federazione Giovani Socialisti di Palermo - Libertà Obbligatoria, che ha accusato il sacerdote di «aver spudoratamente mentito all'uditorio distorcendo ideologicamente e propagandisticamente la realtà dei fatti e dei contenuti del disegno di legge». Dai social la notizia è passata a Repubblica che ieri pomeriggio l'ha messa in cima ai video di giornata. E da lì è stato tutto un profluvio di condivisioni "democratiche": «Perfetto stile cazzaro», «questa gente è pericolosa», «uno schifo», «un prete delirante», i commenti più teneri. Subito dopo è la volta dei Giovani democratici di Palermo: «Assistere a veri e propri comizi di uomini di chiesa che si pongono dalla parte dell'oppressore piuttosto che dell'oppresso, fa rabbrividire». Insomma, in poche ore per don Lillo il clima si è fatto infuocato tanto che nel corso della giornata ha preferito non commentare l'improvvisa notorietà. Il clima dunque è questo: appena si parla della legge Zan in termini critici e mettendo l'accento sul rischio di perdita di libertà, ecco che il sistema mediatico è già pronto a diffondere con il solito stile canzonatorio tutte le volte che si parla del demonio: la notizia circola, i commenti si sprecano e il nome del malcapitato è sulla bocca di tutti, esposto al rischio dell'accusa di omofobia. Nessuno - politici, giornali, influencer, a parte tante persone comuni - si è precipitato a difenderlo dalle manifestazioni d'odio di cui è bersaglio e a difendere la sua sacrosanta libertà di denunciare quello che secondo Dottrina è il male. Non sarà una clausola salva-idee a preservare sacerdoti, giornalisti, insegnanti e genitori cattolici dalle accuse che pioveranno e stanno già piovendo su chi manifesta contro questa legge liberticida. Le parole dell'attivista Lgbt Massimo Battaglio sulle veglie e le preghiere come quella di Lizzano suonano come una minaccia dichiarata: «Fateli pure i vostri Rosari blasfemi: saranno gli ultimi». Don Calogero l'ha capito e non ha avuto paura di esporsi, ma la gogna alla quale saranno esposti in tanti d'ora in avanti è ormai sotto gli occhi di tutti. Che cosa diranno i vescovi quando vedranno i loro preti esposti per le parole di verità pronunciate? Aspettiamo di vedere la reazione del vescovo di Palermo che è stato sollecitato a tal proposito.
Nota di BastaBugie: Stefano Fontana nell'articolo seguente dal titolo "Don Lillo, il prete refrattario che non si piega al potere" parla di don Lillo che ha mostrato il dovere morale di opporsi al potere quando questo emana leggi ingiuste come la futura legge Zan-Scalfarotto. Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 24 luglio 2020: Il sacerdote palermitano don Lillo D'Ugo, che ha tenuto un'omelia diventata un caso nazionale, può essere paragonato a un prete refrattario. Nel 1791, l'Assemblea nazionale costituente - un organo, come si disse da allora in avanti e come si direbbe anche oggi, "democratico" - stabilì che i sacerdoti diventassero funzionari pubblici stipendiati dallo Stato e che sottoscrivessero per accettazione la Costituzione civile del clero. Coloro che firmarono furono detti costituzionali e quelli che non firmarono vennero chiamati refrattari. Chi firmava si impegnava ad esercitare il proprio ministero secondo le leggi dello Stato e se questo vietava di suonare le campane e di fare le processioni i preti costituzionali non suonavano campane e non facevano processioni. Come racconta il Gaxotte, un giorno una quarantina di preti refrattari furono fatti salire su un barcone sulla Senna, furono incatenati e poi al barcone furono fatti dei buchi. I preti morirono tutti annegati dopo essersi assolti i peccati l'un l'altro. I sacerdoti italiani ricevono lo stipendio tramite l'otto per mille, ossia dallo Stato. Non hanno firmato una Costituzione civile del clero ma molti di essi si attengono scrupolosamente alle leggi emanate dal potere e nessuno dice dall'ambone cose che potrebbero dare disturbo al potere politico. Si può dire, quindi, che siano di fatto preti costituzionali. Se qualcuno canta fuori dal coro e diventa prete refrattario, non lo si mette su un barcone incatenato e pronto per annegare, ma non gli si risparmia la gogna e il linciaggio mediatici. Questo è il caso di don Lillo che, da prete refrattario, non giura su nessuna Costituzione civile del clero, come sarà - se approvata - la legge Zan-Scalfarotto, ma come avviene già nella prassi e con l'ausilio della legislazione attuale. Nel caso degli attacchi violenti che egli sta subendo, non è sufficiente parlare di limitazione della libertà di espressione. Fa un certo ribrezzo vedere il silenzio di tanti paladini di questo moderno diritto individuale. Ma c'è molto di più. Prima di tutto c'è in ballo il dovere morale di opporsi al potere quando questo emana leggi ingiuste. Ogni persona ragionevole e, ancor più, ogni fedele della Chiesa cattolica, deve sapere che il potere in sé è pura forza e in quanto tale è incapace di legittimarsi da solo. Anche se la legge Zan fosse approvata all'unanimità rimarrebbe ingiusta e il potere che l'ha approvata ed emanata non avrebbe nessuna autorità né politica né morale. Il potere è legittimato dal fatto di essere strumento dell'autorità e questa è legittimata dall'agire per il bene comune, un fine che precede la politica e che ne è la misura. Quando gli uomini di ragione e la Chiesa stessa non hanno più la forza di porre il problema della legittimità del potere, allora la dittatura è già in corso. Don Lillo si è opposto alla "democrazia totalitaria", come si intitolava un famoso libro di Jacob L. Talmon degli anni Cinquanta del secolo scorso. La democrazia, intesa come prevalenza del numero, non è legittimata, è pura forza di fatto, ossia violenza. La violenza infatti è l'uso illegittimo (non solo illegale) della forza. Quando la democrazia approva una legge ingiusta, come è la legge Zan e come era la legge Cirinnà e tante altre leggi italiane degli ultimi cinque anni, fa un atto di violenza e chi tace collabora a questa violenza. Secondariamente don Lillo ha difeso la libertà della Chiesa, non solo dei singoli individui, siano laici o ecclesiastici, ma della Chiesa. Tale libertà consiste nel diritto che consegue al dovere di svolgere un ruolo pubblico dichiarando la visione trascendente della vicenda umana. Nella sua omelia don Lillo ha detto che noi uomini vediamo solo le cose apparenti, non vediamo tutto. Ha aggiunto che alla nostra lotta per il bene partecipano anche i Santi e gli angeli buoni, naturalmente fanno la loro parte anche gli angeli cattivi. La Chiesa ha diritto (fondato sul dovere) di comunicare al mondo la sua teologia della storia, ossia che i giochi non si fanno solo quaggiù, ma anche in Cielo. Credo che questa sia stata la parte più indigeribile dell'omelia di don Lillo agli occhi dei poteri mondani di oggi. Senza il fondamento trascendente, la dimensione naturale dell'uomo si trasforma in spontaneismo: come diceva Rousseau: «Ciò che sento essere bene è bene..., ciò che sento essere male è male». Questo spontaneismo per cui il bene per me lo decido io e le leggi devono permettermi di deciderlo io, è nemico del diritto e della politica. Anzi, così viene meno la stessa possibilità della comunità politica, rimangono solo gli individui e lo Stato, il quale è solo lo strumento per garantire il bene pubblico, inteso come la soddisfazione di quanto i cittadini vogliono. Non c'è criterio per i loro desideri, non c'è criterio per la trasformazione di questi desideri in diritti da parte dello Stato. Contro una simile prospettiva tutta la Chiesa italiana si sarebbe dovuta alzare in piedi. Lo ha fatto un sacerdote palermitano. La Chiesa lo abbandonerà a se stesso o lo difenderà? Noi, intanto, lo difendiamo.
https://www.youtube.com/watch?v=6aXxoSxnsbI
LA RISPOSTA DI DON CALOGERO A CHI LO ATTACCA Per vedere il video dove Don Calogero risponde ai gravi attacchi alla sua persona e alla sua famiglia, clicca qui!
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 23-07-2020
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L'EMENDAMENTO ''SALVA-IDEE'' NELLA LEGGE ZAN E' UNA TRAPPOLA PER CATTOLICI CREDULONI
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): via il seno a 15 anni ma a 16 cerca fondi per ricostruirlo, un ex trans censurato da YouTube, il rapporto ONU sulle terapie di conversione
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 26 luglio 2020
Fino a ieri tutti si dicevano liberali. Ma oggi che sarebbe necessario dimostrarlo di fronte al progetto di legge Zan, definito da molti "legge bavaglio", d'improvviso sembra che analisti e intellettuali liberali siano spariti, lasciando soli i cattolici a difendere la libertà di tutti. Vittorio Feltri, fra i pochi laici controcorrente, ha avuto il coraggio civile (perché oggi ci vuole coraggio) di criticare questo disegno di legge illiberale. Ha dato voce così a quella tradizione di giornalismo laico, allergica a censure e bavagli, che ebbe in Indro Montanelli e Oriana Fallaci i punti di riferimento, nella battaglia contro il conformismo e la sinistra intollerante. Ma fra gli altri grandi nomi del giornalismo di cultura liberaldemocratica (Paolo Mieli, Pierluigi Battista, Ernesto Galli della Loggia, Angelo Panebianco) chi è intervenuto? O mi è sfuggito (in questo caso me ne scuso) o nessuno se n'è occupato. Eppure è in gioco un principio liberale fondamentale. Anche un giurista insigne come Pietro Dubolino ha scritto che con questa legge avremmo "una ulteriore compromissione della già abbondantemente compromessa possibilità di un libero e incondizionato confronto", in questo caso sulla sessualità e la famiglia, "a scapito (...) di quel valore primario che nel nostro ordinamento è costituito dalla libertà di manifestazione del pensiero solennemente presidiata e garantita dall'articolo 21 della Costituzione".
UN'ABERRAZIONE Ieri il professor Marco Gervasoni, sul "Giornale", ha definito questo progetto di legge "un'aberrazione" sia per la cultura cattolica (come hanno lamentato i vescovi), sia per la cultura conservatrice ("perché tende a imporre un modello di società individualistica e disgregata, dove la tradizione è cancellata e persino combattuta"), sia per la cultura liberale che - scrive Gervasoni - "dovrebbe inorridire... un liberale la deve combattere proprio perché essa censura le opinioni". In queste ore è intervenuto anche Silvio Berlusconi, appunto in questa direzione, correggendo la tentazione, presente in Forza Italia, di pensare che una tale legge si possa migliorare. In realtà - come dice Gervasoni - "non è emendabile perché volendone togliere la parte 'liberticida' non ne resterebbe nulla". Lo ha dimostrato l'emendamento appena approvato che già nella sua formulazione fa accapponare la pelle: "Ai sensi della presente legge, sono consentite la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte". È un emendamento inutile perché non si dice chi, quando e come decide se una certa condotta si può ricondurre al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte. Ma soprattutto è emblematico che si "consenta" la libertà di opinione. Come ha notato Alfredo Mantovano, "la libera espressione di convincimenti è un diritto costituzionalmente fondato, non è 'consentito' da nessuno. L'ordinamento che 'consente' la fruizione di diritti fondamentali, affidando la delimitazione della condotta lecita allo Stato, tramite il giudice, è tratto proprio dello Stato totalitario. Anche se per strada non ci sono le autoblindo".
LE CONFERENZE STAMPA DI CONTE: "NOI CONSENTIAMO" Come si ricorderà una polemica simile scoppiò quando il premier Conte, durante le sue conferenze stampa del lockdown, se ne usciva con l'espressione "noi consentiamo". Il presidente emerito della Corte costituzionale Antonio Baldassarre commentò: "Specchio della arbitrarietà generale e del pensiero autoritario del presidente del Consiglio sono espressioni apparentemente marginali, ma ieri da lui frequentemente usate, come 'noi consentiamo', 'noi permettiamo' ". Ancora più assurdo è il punto dell'emendamento dove si legge che "sono consentite... le condotte legittime". Perché finora erano vietate? Le deve "consentire" la legge Zan? Anche "questa frase, clamorosamente grottesca" ha commentato Gianfranco Amato "mostra una concezione totalitaria e assolutista del potere. Sembra di essere passati dallo Stato liberale, per cui è consentito tutto ciò che non è vietato, allo Stato autoritario, in cui tutto è vietato a meno che il potere te lo consenta". I liberali hanno qualcosa da dire in proposito?
Nota di BastaBugie: ecco altre notizie sul "gaio" mondo gay (sempre meno gaio).
VIA IL SENO A 15 ANNI MA A 16 CERCA FONDI PER RICOSTRUIRLO La storia di Penny: a 11 anni, influenzata da ciò che leggeva in internet, crede di essere transgender, a 13 inizia un trattamento ormonale, a 15 si fa togliere il seno e a 16 cerca fondi per ricostruirlo perché l'assicurazione non le paga la detransizione. In tutto questo c'è un crollo psicologico che la porta in ospedale. «Durante il ricovero ospedaliero ho compreso il mio errore. La transizione non era la soluzione di cui avevo bisogno e non poteva eliminare i miei problemi di salute mentale», spiega Penny. Poi aggiunge: ««I miei medici non hanno tenuto conto del mio autismo», diagnosticatole dopo il trattamento ormonale e l'intervento chirurgico, «dei problemi del corpo o di altre malattie mentali quando mi hanno permesso la transizione. Il mio terapista concorda sul fatto che ero troppo giovane in quel momento e che prendere una simile decisione che avrebbe modificato per sempre la mia vita ha portato dei grossi cambiamenti in me. [...] Provo ora grande disagio per l'aspetto del mio corpo e voglio solo sistemare il disordine in cui mi sono trovata. Non ho mai saputo che avrei potuto essere una ragazza ed essere me stessa senza essere giudicata. [...] Dopo avere ricuperato il mio nome femminile e aver confessato il mio stato alla mia famiglia, ero completamente sconvolta per il mio intervento chirurgico. Ho iniziato a sentirmi meglio con la mia identità, essendo una donna mi sentivo molto più a mio agio. Tuttavia, avevo ancora cicatrici giganti sul petto e una parte del mio corpo era sparita». Per sempre. (Gender Watch News, 27 luglio 2020)
UN EX TRANS CENSURATO DA YOUTUBE Walt Heyer nel 1983 e dopo 14 anni di matrimonio decise di "diventare" donna. La moglie chiese il divorzio. Poi Walt per otto anni visse da Laura, ma si pentì e tornò sui suoi passi. Da allora Walt denuncia le mistificazioni del transessualismo che ha definito «la più grande frode medica della storia». Ha creato anche il sito SexChangeRegret.com per venire incontro alle molte richieste di aiuto di persone che si sono pentite della loro scelta di "cambiare" sesso. Heyer in un recente video ha affermato che «i bambini che soffrono di disforia di genere non dovrebbero essere incoraggiati a provare ormoni e a sottoporsi a interventi chirurgici sperimentali». Ha aggiunto che sottoporre a tutto questo dei minori «non è un abuso fisico, ma è un abuso psicologico. È un abuso emotivo. Ed è un abuso sessuale. Non possiamo più prenderci in giro». Inoltre la riassegnazione del sesso «è distruttiva; non è un trattamento. È un ulteriore abuso Tagliare le parti del corpo e riempire qualcuno di ormoni sono alcune delle cose più distruttive che puoi fare. E non è più riparabile. Ci sono cose che non possono più essere ripristinate». Ha infine così concluso: «Le scuole sono diventate il luogo di indottrinamento degli attivisti per i bambini. [Il transgenderismo] è un problema che sta lacerando le famiglie e lacerando le vite». Recentemente Heyer ha partecipato al Summit on Protection Protection Children from Sexualization e in quell'occasione ha affermato che i bambini «non sono nati transgender. Questo è un disturbo dello sviluppo dell'infanzia». Per colpa di questa affermazione YouTube ha rimosso l'intero video di tre ore perché ritenuta affermazione "d'odio". Affermare l'evidenza in effetti pare a molti odioso. (Gender Watch News, 1° luglio 2020)
IL RAPPORTO ONU SULLE TERAPIE DI CONVERSIONE Victor Madrigal-Borloz del Costa Rica, consulente tecnico dell'ONU, ha pubblicato il "Rapporto sulla terapia di conversione" che mira a mettere al bando quegli psicologi e psicoterapeuti i quali vogliono aiutare le persone omosessuali egodistoniche – persone a cui non piace la propria omosessualità - ad uscire da questa loro condizione. Sono almeno due i punti deboli di questo report. Il primo sta nel fatto che l'aiuto del professionista riguarderebbe solo quelle persone che liberamente hanno scelto di farsi aiutare perché liberamente vogliono abbandonare qualsiasi inclinazione omosessuale. Il secondo inciampo sta nel fatto che questo report presuppone che l'omosessualità sia una condizione irreversibile, quando proprio i sostenitori della teoria gender affermano che orientamenti, condizioni e sentimenti sono sempre fluidi e cangianti. (Gender Watch News, 8 giugno 2020)
https://www.youtube.com/watch?v=xSMLGxHjkqU
Fonte: Libero, 26 luglio 2020
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L'INGANNO DEL RINNOVO DELL'ACCORDO SEGRETO TRA CHIESA E CINA
Ad esempio: lo schiavismo oggi è targato Cina comunista, ma fa paura dirlo... le ragazze vengono rasate per il look dei ricchi occidentali (perché nessuna femminista protesta?)
Autore: Aldo Maria Valli - Fonte: Radio Roma Libera, 25 Luglio 2020
Voci insistenti parlano di un possibile incontro a Roma tra una delegazione vaticana e una cinese per il rinnovo dell'accordo provvisorio sulle nomine dei vescovi, firmato dalle due parti il 22 settembre 2018 e in scadenza fra due mesi. In attesa di sapere se l'incontro effettivamente ci sarà, AsiaNews pubblica una testimonianza che va letta con attenzione. Arriva da uno studioso del Nord della Cina che si firma con uno pseudonimo, Li Ruohan, e che mette in rilievo tutta la negatività dell'accordo, da lui definito una vera e propria trappola. E non potrebbe essere diversamente visto che il Partito comunista cinese è espressione di un'ideologia che vuole distruggere la dimensione religiosa dell'uomo. Ma la Chiesa, si chiede lo studioso, conosce davvero il suo interlocutore nel negoziato?
LA VISIONE MARX-LENINISTA SULLA RELIGIONE Ora, è fuori discussione che secondo Karl Marx, fondatore del Partito comunista, "la religione è il sospiro della creatura oppressa, è l'anima di un mondo senza cuore, di un mondo che è lo spirito di una condizione senza spirito. Essa è l'oppio del popolo". Anche Lenin ricorda ai comunisti che "l'ateismo è una parte naturale e inseparabile del marxismo, della teoria e della pratica del socialismo scientifico". È bene allora aver sempre presente che "il Partito comunista cinese, come fedele successore e discepolo del marxismo-leninismo, accetta in modo totale la visione marx-leninista sulla religione", tanto che "fin dal 1949 la persecuzione non si è mai fermata". E come dimenticare che "il regime comunista ha organizzato e promosso un gran numero di movimenti contro tutte le religioni in Cina, specie contro i cristiani"? Basti ricordare che nel 1958 il cosiddetto "movimento delle offerte di templi e santuari" intimò alle chiese di offrire le loro proprietà per sostenere la costruzione e lo sviluppo del Paese. Centinaia di chiese furono così confiscate o demolite per far posto a industrie e fabbriche. E in seguito, durante la Rivoluzione culturale (1966 -1976) tutte le religioni furono bandite. Anche nel corso degli anni Ottanta del secolo scorso, quella che fu presentata come la "politica dell'apertura" fu utilizzata in realtà dal governo cinese per ingannare gli stranieri. La libertà religiosa, infatti, sulla carta è garantita dalla Costituzione, ma tutto ciò fa parte della trappola.
LA STRATEGIA DEL FRONTE UNITO È LA DISTRUZIONE DI TUTTE LE RELIGIONI "Nella storia della Chiesa cinese - ricorda lo studioso - migliaia di missionari stranieri, di differenti congregazioni, hanno lavorato in Cina e hanno offerto il loro amore appassionato e i loro sacrifici per il popolo cinese e per la Chiesa. I loro contributi rimarranno sempre presenti nella memoria dei cristiani cinesi. Purtroppo, però, al presente alcuni missionari stranieri sono stati presi all'amo della propaganda politica" e in questo modo offrono "una base a coloro che desiderano approntare una Chiesa cinese indipendente". In una parola, "questi missionari sono divenuti uno strumento della strategia del Fronte Unito". "Il Fronte Unito opera per unire e per dividere. Dividere i nemici significa indebolirli e distruggerli, e allo stesso tempo guadagnare alleati. La strategia del Fronte Unito per la libertà religiosa è diversa dal concetto che si ha di essa nelle altre nazioni. Lo scopo finale del Fronte Unito non è il rispetto e la protezione della libertà di religione, ma la distruzione di tutte le religioni. Proprio come Mao Zedong disse una volta al Dalai Lama: 'La religione è veleno'." Il dialogo resta uno strumento di confronto e conoscenza, ma a patto che dall'altra parte ci sia sincerità e trasparenza. Non va dimenticato l'insegnamento della Chiesa. Pio XI disse: "Il comunismo è per sua natura antireligioso, e considera la religione come l'oppio del popolo perché i princìpi religiosi, che parlano della vita d'oltre tomba, distolgono il proletario dal mirare al conseguimento del paradiso sovietico, che è di questa terra" (Divini Redemptoris, n. 22). Anche san Giovanni Paolo II ammonì i cristiani, quando raccomandò: "Non abbiate alcuna illusione sul comunismo". Commenta Li Ruohan: "Se vogliamo rimanere ancora eccitati sui cosiddetti risultati del dialogo, per favore, stiamo almeno attenti! Ci è posta davanti una trappola e, se vi cadiamo, il disastro è vicino!". Parole quanto mai chiare e sensate.
Nota di BastaBugie: Lorenza Formicola nell'articolo seguente dal titolo "Lo schiavismo oggi è targato Cina comunista, ma fa paura dirlo" racconta lo scandalo dei capelli umani prelevati da internati in uno dei campi di concentramento cinesi. Ecco l'articolo completo pubblicato su Radio Roma Libera il 7 luglio 2020: Pochi giorni fa le autorità federali di New York hanno sequestrato un'importante spedizione di prodotti di bellezza. L'Associated Press ha svelato il contenuto della portata di 13 tonnellate: capelli umani prelevati da internati in uno dei campi di concentramento cinesi. Un carico illegale del valore stimato di 800.000 dollari. Le donne che amano le extension ai capelli dovrebbero iniziare a chiedersi da dove provengono. Oggi, le ciocche più costose, arrivano sicuramente dalla moderna schiavitù che il regime comunista impone alle minoranze religiose nei confini nazionali. Cristiani e musulmani in testa. Siamo nella regione autonoma che oggi i cinesi chiamano Xinjiang - "nuovo possedimento" - dove giocano esattamente il ruolo della potenza coloniale. Una regione che conta più di venti milioni di abitanti e conquistata, con una guerra che ha provocato un milione di morti, dalla dinastia cinese Qing nel 1757. Là giù non ci sono cinesi, la maggioranza è di turco-mongoli, ma anche tibetani e russi, e non amano parlare di Xinjiang, ma di Turkestan Orientale. La politica di repressione non contempla solo i campi di concentramento, ma anche il controllo demografico con la sterilizzazione, i lavori forzati per le donne per impedire le gravidanze, farmaci anticoncezionali imposti e aborti coatti fino al nono mese. Benché non manchi tra gli indipendentisti qualche infiltrato nel terrorismo islamico. E benché il Movimento Islamico del Turkestan Orientale sia considerato un gruppo terroristico legato ad al-Qa'ida dagli stessi Stati Uniti, ci si domanda come mai per lo schiavismo e il colonialismo del regime comunista nessuno si metta mai in ginocchio. Il rispetto dei diritti umani degli uiguri e della loro identità culturale e politica non viene rivendicato da nessuno. Ma soprattutto ci si domanda dove siano i paladini della lotta all'islamofobia e le femministe a tutela delle giovani donne che in Cina vengono rasate a zero - chissà se solo questo per davvero! - per compiacere le velleità dei ricchi occidentali.
DOSSIER "L'ACCORDO CINA-VATICANO" Il disastro della nuova Ostpolitik Per vedere tutti gli articoli,clicca qui!
Fonte: Radio Roma Libera, 25 Luglio 2020
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COSA CI INSEGNA GENTILE QUANDO STRAPPO' LA MAGLIA A ZICO NEI MONDIALI DI SPAGNA DEL 1982
Non si possono sempre gettare ponti, ma bisogna anche costruire muri per respingere i nemici, nel calcio, nella vita e... anche nella fede (VIDEO: Italia Brasile 3-2)
Fonte I Tre Sentieri, 4 luglio 2020
5 luglio 1982: Spagna, Barcellona, lo stadio è quello meno famoso dove gioca l'Espanyol. È pomeriggio, un pomeriggio proprio iberico: caldo torrido. Devono affrontarsi il Brasile e l'Italia ai Mondiali di Calcio. Ai sudamericani basterebbe un pareggio per accedere alla semifinale, all'Italia occorrerebbe invece un'impossibile vittoria. Impossibile, perché si tratta di giocare contro uno squadrone. Leggendo i nomi della compagine verde-oro se ne capisce la portata: Zico, Cerezo, Falcao, Socrates... Inizia la partita e il Brasile... inizia subito a danzare, così com'era da sempre abituata a giocare. La sua filosofia calcistica era inequivocabile: non pensare a difendersi, ma fare un gol in più degli avversari. Gli Azzurri sanno che non potranno competere sul piano del gioco e del palleggio. Decidono per un'altra tecnica: la difesa e la furbizia. Per la difesa un marcamento ad uomo asfissiante, per la furbizia l'opportunismo di Paolo Rossi. E andò bene: Italia 3, Brasile 2. Un risultato che letto così, senza aver visto la partita, farebbe pensare ad un match aperto, sbarazzino, in cui non ci sia stato nessuno a pensare di curare la difesa. Invece, l'Italia la difesa la curò, eccome. Un segno su tutti che è passato alla storia: la maglia strappata che indossava il funambolico Zico. L'autore: il mastino Gentile che non mollò nemmeno per un secondo l'astro carioca, tant'è che questi non riuscì a segnare nemmeno un gol. Qualcuno potrebbe pensare: poco onore a vincere una partita difendendo e marcando con i denti. Tutt'altro. Solo chi non conosce la vita, meglio: chi non la vuole conoscere, può pensare che essa abbia bisogno solo di proposte, di affermazioni, di costruzioni. No, la vita principalmente ha bisogno di alt, di negazioni, e anche di capacità di distruggere. Certo, la verità va annunciata, ma non basta. Ma, accanto all'annuncio del vero, c'è bisogno della condanna dell'errore, cioè di ciò che verità non è. Qualsiasi saggio educatore non si limiterebbe a dire cosa è vero, indicherebbe anche ciò da cui guardarsi, ciò che c'è da evitare, gli ostacoli da superare, i pericoli da riconoscere e scansare. Un errore tipico dei nostri tempi, ubriachi di relativismo, è stato proprio quello di eliminare la condanna dell'errore. D'altronde in questo clima di dittatura del politicamente corretto, guai ad affermare che esiste la verità e guai ad affermare che esiste l'errore. È successo anche nella Chiesa. Lo testimonia la voluta dimenticanza dell'apologetica [la difesa delle ragioni della fede, N.d.BB]. Tornando a quel 4 luglio 1982 e a quella partita, la lezione per i Carioca fu tale, che da allora anche loro capirono quanto occorresse curare la difesa. E fu da allora che iniziarono a sfornare anche ottimi difensori e ottimi portieri. Cosa che non avevano mai fatto. La difesa non è una sciocchezza: è sapienza. Si racconta che quando l'allora cardinale Joseph Ratzinger era vescovo di Monaco di Baviera, in occasione di un'udienza alla squadra del Bayern, avrebbe dato un consiglio all'allenatore: ... mi raccomando, va un po' registrata la difesa.
Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 9 minuti) si possono vedere le principali azioni della partita Italia Brasile. Grazie al 3-2 gli italiani andarono in semifinale dove batterono la Polonia e poi in finale dove vinsero sulla Germania per 3-1 vincendo il loro terzo mondiale (poi nel 2006 l'Italia vinse il quarto mondiale contro la Francia, ma questa è un'altra storia e ve la racconteremo in un altro articolo).
ITALIA BRASILE 3-2 (durata: 9 minuti)
https://www.youtube.com/watch?v=fser8knw8Ws
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VIDEO SUL CALCIO Playlist con 10 video Per vedere tutti i video, clicca qui!
Fonte: I Tre Sentieri, 4 luglio 2020
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PROFANATA LA TOMBA DI FRANCO: IL VATICANO SMENTISCE IL GOVERNO ANTICRISTIANO SPAGNOLO
Il premier Pedro Sanchez profana il luogo sacro dove sono sepolti vincitori e vinti della guerra civile risolta da Francisco Franco che sconfisse le forze di sinistra che massacravano i cattolici con odio e sistematicità
Autore: Andrea Zambrano - Fonte: Sito del Timone, 23 luglio 2020
Il Vaticano ha smentito il premier spagnolo che aveva attribuito alla Santa Sede un ruolo nell'esumazione della salma di Francisco Franco dal Valle de los Caidos. Ufficialmente si tratta di una smentita ad un capo di Stato e come tale va considerata. Però, i retroscena e gli interrogativi sul destino del Santuario presso il Valle de los caidos di Madrid sono ancora tutti aperti. Ecco perché il comunicato di ieri della Santa Sede non contribuisce a chiare tutto, ma di fatto alimenta il giallo. Una cosa è certa, ed è arrivata con l'ufficialità vaticana ieri, quando il portavoce della Sala Stampa d'oltretevere ha smentito il premier spagnolo Pedro Sanchez, negando così un ruolo della Chiesa nella polemica vicenda dell'esumazione del corpo di Francisco Franco come invece affermato da Sanchez in un'intervista al Corsera l'8 luglio. «Nella vicenda del corpo di Franco (Papa Francesco ndr.) mi ha aiutato. Nel Valle de los Caídos c'era una comunità di benedettini contrarissima all'esumazione. Ho chiesto l'intervento del Vaticano. E tutto si è risolto».
LA REPLICA DELLA SANTA SEDE Questa la replica della Santa Sede arrivata 15 giorni dopo: «Riguardo alle dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Governo spagnolo, il Signor Pedro Sánchez, si precisa che la Santa Sede, sulla questione dell'esumazione di Francisco Franco, ha ribadito in varie occasioni il suo rispetto per la legalità e le decisioni delle autorità governative e giudiziarie competenti, ha sollecitato il dialogo tra la famiglia e il Governo e non si è mai pronunciata sull'opportunità dell'esumazione né sul luogo della sepoltura, perché non rientra nelle sue competenze». Valle de los caidos è il nome che comunemente si dà alla Basílica de la Santa Cruz del Valle de los caidos, dunque, prima di addentrarsi in vicende politico-ideologiche è sempre bene tenere presente che si tratta di un luogo sacro. Luogo sacro dove, per volere del dittatore Francisco Franco vennero sepolti tutti i morti della terribile guerra civile, i vincitori e i vinti, che ha insanguinato la Spagna e che Franco ha di fatto pacificato sconfiggendo le forze comuniste che - giova sempre ricordarlo - stavano massacrando i civili e i religiosi con un odio e una sistematicità che poche altre volte si è visto nel '900. Vincitori e vinti, dunque: tutti accomunati nella sepoltura come - direbbe Totò - una livella. E tra questi anche il caudillio, il quale non previde né decise lui di essere sepolto lì, dato che fu portato al Valle soltanto dopo una decisione politica del governo che succedette al dittatore e che era presieduto dal Re Juan Carlos.
ANTICATTOLICESIMO Sul Valle del los caidos si sono accesi i riflettori negli ultimi anni quando dopo il governo Zapatero sono tornati a farsi vive spinte antifranchiste che però celano un anticattolicesimo di fondo. Ora arrivano le parole dal Vaticano a prendere le distanze da quell'esumazione che nei fatti è stata una profanazione. Ma il vero obiettivo del governo non è propriamente Franco, la cui presenza in quel luogo assumeva per molti nostalgici di destra una bandierina politica. Profanando la tomba di Franco, che volle il Valle de los caidos proprio per pacificare una Spagna dilaniata, cosa che il Governo anticristiano Podemos-Socialisti non accetta, si è dato il primo colpo di accetta alla presenza cristiana nel luogo. Prova ne è che subito dopo l'esumazione di Franco, sono uscite subito due notizie che sanno di lavoro da finire: la prima è che i benedettini, i soli ad opporsi alla profanazione del corpo di Franco e come ammesso da Sanchez i suoi nemici numero uno, sarebbero in procinto di lasciare la custodia della Basilica. La seconda sono le proposte di legge depositate in Parlamento e sposate dal governo, di trasformare il Santuario in un mausoleo generico, privo soprattutto della Basilica e della Grande croce che oggi svetta sul valle. Se il Vaticano non ha avuto alcun ruolo nella vicenda dell'esumazione di Franco, per la cacciata dei benedettini e la riduzione del santuario a mausoleo, qualche parola sarebbe bene che arrivasse. Nota di BastaBugie: per approfondire il profondo significato anticattolico della riesumazione del caudillio, leggi un nostro precedente articolo cliccando sul seguente link
AL DITTATORE BUONO (E CATTOLICO) FRANCISCO FRANCO RIESUMATO IL CORPO PER SPREGIO Il governo socialista fa una macabra mossa elettorale... e i vescovi spagnoli tacciono dimenticando che fu lui a salvarli (eppure il papa San Giovanni XXIII disse: ''Franco fa leggi cattoliche, aiuta la Chiesa, è un buon cattolico, che cosa gli si può chiedere di più?'') di Gabriel Ariza https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5863
Sui martiri e più in generale sulla Guerra di Spagna consigliamo l'approfondimento dei seguenti film:
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CORONAVIRUS: IL PERICOLO DI UN VACCINO SENZA SPERIMENTAZIONI
C'è il rischio di aumentare gli effetti del virus anziché evitarli e anche di incorrere in gravi danni cerebrali
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17-07-2020
Il noto scienziato americano Anthony Fauci lo ha annunciato due giorni fa: un vaccino per il coronavirus dovrebbe essere pronto "entro il prossimo anno, anno e mezzo". Lo riportano i media Usa. L'immunologo ha riferito di aver avuto rassicurazioni dalle aziende produttrici che saranno in grado di realizzare sino ad un miliardo di dosi, consentendo di distribuirlo in tutto il mondo. In Europa tuttavia c'è ancora più urgenza: negli scorsi giorni l'Agenzia europea del farmaco ha dato delle anticipazioni sulla ricerca in atto in Inghilterra, che sarebbe a buon punto. "Il vaccino funziona", è stato annunciato. "L'obiettivo è distribuirlo senza sperimentazione". Ovvero ottenendo dall'Unione Europea un'autorizzazione speciale per poter mettere in commercio un vaccino fin dal prossimo inverno. Si tratta quindi di forzare tutte le normali procedure attraverso le quali si arriva all'approvazione di un farmaco. Si tratta di saltare tutta una serie di passaggi tecnici ritenuti normalmente indispensabili. Quello dell'agenzia europea appare come un atteggiamento quantomeno strano: tutti ricordano come si sono comportate alcune agenzie nazionali (tra cui l'italiana Aifa) nei confronti dei farmaci anti-Covid: un'intransigenza assoluta, per esempio nel caso della Clorochina o della terapia con il plasma, con richieste di studi, di trials clinici, di prove incontrovertibili di efficacia. Nel caso del vaccino invece si richiede di trascurare fondamentali passaggi, di introdurre un farmaco privo delle necessarie sperimentazioni, che normalmente richiedono tempo, mesi, anni.
FARE IN FRETTA È LA SCELTA SBAGLIATA Per il vaccino anti Covid la parola d'ordine è una e netta: fare in fretta. Non a caso tra gli addetti ai lavori si parla di "corsa al vaccino". Ma in Medicina, come in altre scienze, la fretta è un atteggiamento anti-scientifico. Questa fretta viene giustificata dallo stato di emergenza, ma ormai è chiaro che i vari focolai epidemici hanno un decorso tipico, che porta in conclusione all'azzeramento dei morti e dei contagi. Ma è in corso - lo sappiamo bene - una fortissima campagna propagandistica tendente a mantenere uno stato di paura del ritorno del virus. Per questo, si dice, bisognerebbe fare in fretta a trovare il vaccino, trascurando tutte le altre ipotesi terapeutiche che pure vengono sostenute da vari scienziati. Solo pochi giorni fa abbiamo presentato l'interessante tesi del professor Robert Gallo, uno dei più grandi virologi al mondo, che sembra essere totalmente ignorata. Ormai sembra tutto scritto e deciso: si deve arrivare al vaccino anti Covid. Una scelta che lascia molto perplessi. E i dubbi sono di ricercatori e di scienziati, non di sedicenti "No Vax". Questo termine, tra l'altro, sta diventando una categoria ideologica con cui screditare a priori coloro che si pongono dele domande sull'efficacia e sulla sicurezza delle vaccinazioni. Una parola magica, come "fascista" o "razzista". In realtà anche molti ricercatori impegnati nello sviluppo di vaccini vogliono proteggere i pazienti, senza però innescare un fenomeno immunologico che è noto da tempo e che in seguito alla vaccinazione potrebbe esacerbare la malattia invece di combatterla. Questo serio e grave problema, di cui né Fauci né tantomeno gli eurocrati impazienti di avere un vaccino parlano, si chiama ADE.
GRAVISSIMI DANNI ALL'ORGANISMO Se alcuni degli anticorpi prodotti dall'organismo in risposta alla vaccinazione non si legano abbastanza bene al virus - o non sono presenti nella giusta concentrazione - possono "aggrapparsi" a esso ed esacerbare la malattia tramite un processo noto come potenziamento dipendente da anticorpi (antibody-dependent enhancement, ADE). Nell'ADE, che tra l'altro era l'antica divinità greca degli Inferi, i virus rivestiti di anticorpi ottengono un ingresso tramite i recettori anticorpali sui macrofagi e su altre componenti delle difese immunitarie, neutralizzando le cellule stesse che avrebbero invece eliminato quei virus. In alcuni casi, inoltre, questo processo può innescare una forte reazione infiammatoria, che come abbiamo visto negli scorsi mesi, grazie ai reperti delle autopsie, è estremamente pericolosa perché può innescare fenomeni di vasculite e di tromboembolie diffuse. Tramite l'ADE il virus può avviare una sovrapproduzione di proteine di segnalazione infiammatoria chiamate citochine, portando a "tempeste di citochine" che possono promuovere la sindrome da distress respiratorio acuto e danneggiare il tessuto polmonare. Quindi, non basta che un vaccino possa indurre la produzione di anticorpi, ma si deve trattare di anticorpi "giusti", e per arrivare a questo obiettivo ci vuole molto tempo e molta prudenza. Al contrario, un vaccino che determinasse l'ADE porterebbe a danni anche gravissimi all'organismo. L'ADE è già emerso come un problema anche per altri vaccini. Ci sono ormai chiare evidenze che il Covid-19 è un virus neurotrofico, cioè che svolge un'azione sul sistema nervoso centrale. Se un vaccino venisse realizzato senza criteri di assoluta sicurezza, i meccanismi che abbiamo sopra descritto potrebbero portare a danni cerebrali in un numero imprecisato di persone. Un vero disastro umanitario. Ma se nonostante tutto un vaccino del genere fosse messo in commercio, e la gente decidesse di sottoporvisi, spinta dalla paura di dover prendere una polmonite da Coronavirus - peraltro curabile con molti tipi di terapie - ritenendola preferibile ad una encefalopatia, crediamo che tuttavia questa scelta debba essere libera e personale, e non obbligatoria e coercitiva.
DOSSIER "CORONAVIRUS" Sì alla prudenza, no al panico Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 17-07-2020
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CON IL CORONAVIRUS L'ITALIA HA FATTO DA CAVIA PER UN CLAMOROSO ESPERIMENTO SOCIALE
Lo stato d'eccezione ha fatto capire che la democrazia può trasformarsi in totalitarismo senza che la gente se ne accorga (VIDEO IRONICO: I progetti di Conte)
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 12 luglio 2020
È uscito il libro di Giorgio Agamben, "A che punto siamo?" (Quodlibet) dove il filosofo raccoglie i suoi interventi, così controversi, scritti durante e contro il lockdown, e dove aveva previsto che lo stato d'eccezione sarebbe stato prolungato. Agamben è uno dei filosofi italiani più tradotti e stimati all'estero. Infatti è stato intervistato da diversi giornali stranieri e (sebbene sia, da sempre, culturalmente "di sinistra") è stato ignorato dai nostri media che non sopportano pensieri difformi. Quello che vorrebbe farci vedere è "la trasformazione di cui siamo testimoni" nella vita politica e sociale, che "opera attraverso l'istaurazione di un puro e semplice terrore sanitario e di una sorta di religione della salute". Il pensatore denuncia la trasformazione dello stato d'eccezione in una prassi che diventerà sempre più normale, finendo per liquidare la democrazia borghese parlamentare così come l'abbiamo finora conosciuta, trasformandola in un'altra cosa che non è ancora definita. Certo, si può obiettare che la situazione per il Covid, a febbraio-marzo, era allarmante. Secondo i suoi critici, non si poteva fare diversamente: il filosofo dimentica il grave pericolo da cui eravamo minacciati. Ma la risposta di Agamben a questa obiezione, fa riflettere. Anzitutto - spiega - si è limitato senza motivo il primo dei diritti umani: "il diritto alla verità". Egli parla di "una gigantesca operazione di falsificazione della verità". Si può obiettare che forse è stata più superficialità e dilettantismo che falsificazione. O almeno si spera. Però quando Agamben scrive che "i dati sull'epidemia sono forniti in modo generico e senza alcun criterio di scientificità", che "dare una cifra di decessi senza metterla in relazione con la mortalità annua nello stesso periodo e senza specificare la causa effettiva della morte non ha alcun significato", bisogna riconoscere che solleva un problema vero. Dice: "non si tiene alcun conto del fatto, pur dichiarato, che viene contato come deceduto per Covid-19 anche il paziente positivo che è morto per infarto e per un'altra causa qualsiasi" (e non si ricordano mai le cifre annuali dei morti per le diverse cause e patologie, effettivamente superiori a quelle per Covid). Bisognerebbe aggiungere la mancanza di verità sulle origini del virus e sui tempi della sua diffusione (di cui ha colpa il regime cinese), poi le indicazioni delle autorità date e poi capovolte (per esempio sulle mascherine), infine il grande punto interrogativo sulle terapie e i farmaci. È mancata perfino la verità su ciò che ha portato ai tagli alla sanità degli anni scorsi.
DIRE LA VERITA' Per decidere una così drastica sospensione dei diritti fondamentali - dice in sostanza Agamben - le autorità potevano e dovevano prima spiegare esattamente, con estrema precisione e accuratezza, tutti i termini del problema al popolo e ai suoi rappresentanti e solo valutando l'autentica realtà dei fatti si potevano poi assumere certe misure di protezione, con tempi e modalità democraticamente deliberate e controllate (magari anche informando giorno per giorno sull'efficacia delle diverse terapie in corso). In effetti così non è stato. E non si dica che non se n'è avuto il tempo, perché lo stato d'emergenza è stato decretato dal governo a fine gennaio e per più di un mese non è stato fatto praticamente nulla, passando da una sostanziale sottovalutazione a un improvviso allarme apocalittico. Nella genericità dell'allarme si è poi prodotto un panico collettivo che ha reso accettabile tutto ("la diffusione del terrore sanitario ha avuto bisogno di un apparato mediatico concorde e senza faglie"). Così - spiega Agamben - si è potuto verificare che per la paura della morte "gli uomini sembrano disposti ad accettare limitazioni della libertà che non si erano mai sognati di poter tollerare, né durante le due guerre mondiali né sotto le dittature totalitarie". Questo stato di eccezione, secondo il filosofo, "sarà ricordato come la più lunga sospensione della legalità nella storia del Paese, attuata senza che né i cittadini né, soprattutto, le istituzioni deputate abbiano avuto nulla da obiettare". Agamben dà un giudizio durissimo su ciò che è accaduto (agli storici futuri "questo periodo apparirà come uno dei momenti più vergognosi della storia italiana") ed è ancora più duro su "coloro che lo hanno guidato e governato come degli irresponsabili privi di ogni scrupolo etico". Forse eccede, si può pensare che vi sia stata semmai improvvisazione e carenza di sensibilità democratica e di senso delle istituzioni, ma ai posteri l'ardua sentenza: l'aspetto più importante della riflessione di Agamben è un altro. Egli sostiene che "dopo l'esempio cinese, proprio l'Italia è stata per l'Occidente il laboratorio in cui la nuova tecnica di governo è stata sperimentata nella sua forma più estrema".
LIQUIDAZIONE DELLA DEMOCRAZIA Il fatto stesso che un totalitarismo sia stato il modello è emblematico, secondo Agamben, che poi scrive: "Se i poteri che governano il mondo hanno deciso di cogliere il pretesto di una pandemia - a questo punto non importa se vera o simulata - per trasformare da cima a fondo i paradigmi del loro governo degli uomini e delle cose, ciò significa che quei modelli erano ai loro occhi in progressivo, inesorabile declino e non erano ormai più adeguati alle nuove esigenze". Possiamo dissentire, ma è chiaro da anni che il liberismo non è più sinonimo di liberaldemocrazia, che il mercatismo e il grande potere finanziario che domina sugli stati hanno devastato l'economia reale, il tessuto produttivo industriale dell'occidente e la borghesia, quel ceto medio che era sempre stato il pilastro delle democrazie. Ed è chiaro da anni che il mercatismo (propagandato da gran parte dei media in tutte le sue forme: non ultima quella dell'Europa maastrichtiana) ha sempre più in odio le democrazie, i parlamenti, le sovranità popolari e gli stati nazionali che rappresentano tanti ostacoli a un suo incontrastato dominio. In Italia è lampante da anni che il Parlamento e gli elettori contano sempre meno e sempre più si cerca di commissariarci, di comandarci per interposta persona e che in nome del vincolo esterno finiranno per governarci totalmente da Berlino e Bruxelles (o dalle Borse). C'è dunque di che riflettere. Infine si segnalano due pensieri di Agamben. Il primo: "la biosicurezza si è dimostrata capace di presentare l'assoluta cessazione di ogni attività politica e di ogni rapporto sociale come la massima forma di partecipazione civica. Si è così potuto assistere al paradosso di organizzazioni di sinistra, tradizionalmente abituate a rivendicare diritti e denunciare violazioni della costituzione, accettare senza riserve limitazioni delle libertà decise con decreti ministeriali privi di ogni legalità e che nemmeno il fascismo aveva mai sognato di poter imporre". Viene da chiedersi: che avrebbero fatto se a decidere quelle misure fosse stato il centrodestra? Il secondo pensiero: "La pandemia ha mostrato senza possibili dubbi che il cittadino si riduce alla sua nuda esistenza biologica. In questo modo egli si avvicina alla figura del rifugiato fin quasi a confondersi con essa". È stato chiesto al filosofo di sinistra se è imbarazzato dal fatto che sono stati leader di destra come Trump e Bolsonaro i più critici del lockdown alla maniera cinese. Risposta: "Anche in questo caso si può misurare il grado di confusione in cui la situazione di emergenza ha gettato le menti di coloro che dovrebbero restare lucidi, come anche a che punto l'opposizione fra destra e sinistra si sia completamente svuotata di ogni contenuto politico reale. Una verità resta tale sia che sia detta a sinistra che se viene enunciata a destra".
Nota di BastaBugie: nel seguente ironico video (durata: 4 minuti) il comico Maurizio Crozza pone in risalto le mancate realizzazioni dei progetti annunciati dal governo Conte.
https://www.youtube.com/watch?v=D8R26V0mL9E
Fonte: Libero, 12 luglio 2020
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OMELIA XVIII DOM. TEMPO ORD. - ANNO A (Mt 14,13-21)
Voi stessi date loro da mangiare
Fonte Il settimanale di Padre Pio
Le folle seguirono Gesù, ed Egli sentì compassione e per loro compì uno dei suoi più strepitosi miracoli, quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci. C'è un particolare molto importante nel racconto di questa pagina del Vangelo: Gesù, per operare questo miracolo, si servì del piccolo contributo di cinque pani e due pesci. Questo è il modo di agire di Dio. Egli potrebbe far da solo, certamente; ma, nella sua bontà, Egli si vuole servire della collaborazione delle sue creature. Per sfamare le folle, Gesù disse ai discepoli: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mt 14,16). Così, con questo piccolo contributo, Egli sfamò cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. Se tutti gli uomini sapessero mettere a disposizione di Dio quello che possono dare, il mondo andrebbe certamente meglio. Non possiamo dire: è poco quello che posso offrire. Se noi daremo il poco che abbiamo, il Signore metterà il resto. In un certo senso, possiamo dire che Dio condiziona l'elargizione delle sue grazie al nostro umile e modesto contributo. Prima di tutto, Egli condiziona le grazie alla nostra preghiera, per cui, se preghiamo otterremo i favori divini; in secondo luogo, Egli vuole pure la nostra fattiva collaborazione. Pensiamo all'esempio luminoso di Madre Teresa di Calcutta: ella seppe mettere nelle mani di Dio tutto quella che era, e il Signore, servendosi di lei, compì delle meraviglie a favore di tanti poveri sventurati. Il Signore non vuole agire senza di noi. Per cui, se il mondo va male, incolpiamo noi stessi. Egli, l'Onnipotente, moltiplicherà i nostri poveri mezzi per realizzare delle grandi opere. Dio ama servirsi di piccoli contributi, per far risaltare ancora di più la sua onnipotenza. Diversi anni fa, un giovane fece questa domanda ad un sacerdote: «Perché Dio non fa niente, quando molti muoiono di fame?». Il sacerdote, dopo aver brevemente riflettuto, diede questa bella risposta: «Il Signore ha fatto qualcosa, ha fatto te!». Questa risposta fu come un fulmine che rischiarò le tenebre della coscienza di quel giovane, il quale, da quel giorno, comprese che Dio agisce nel nostro sforzo. Di fronte a tante persone che muoiono di fame, Dio dice a ciascuno di noi: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mt 14,16). Non lasciamo mancare il nostro contributo, e Dio non lascerà mancare il suo aiuto onnipotente. Sant'Ignazio di Loyola insegnava che dobbiamo agire come se tutto dipendesse da noi, ma dobbiamo attendere il buon esito dei nostri sforzi unicamente da Dio. Comunemente si dice: "Aiutati, che il Ciel t'aiuta"; ma, se manca il nostro sforzo, non possiamo pretendere l'aiuto di Dio. Il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci ci mostra la sollecitudine di Gesù per tutti i nostri bisogni, anche quelli materiali, e la compassione del suo Cuore divino. Egli ha compassione anche di noi e ci sostiene. Confidiamo sempre nella Provvidenza, pensando che in Cielo c'è Qualcuno che si prende cura di noi. Quanto più grande sarà la nostra confidenza in Dio, tanto più sperimenteremo il suo aiuto. Tuttavia, il miracolo del Vangelo di oggi, prima di tutto, voleva preannunciare il Mistero dell'Eucaristia. Per sfamare le anime, Gesù dice ai sacerdoti: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mt 14,16). Ripetendo il gesto dell'Ultima Cena, i sacerdoti consacrano il pane e il vino che diventano il Corpo e il Sangue di Gesù. L'Eucaristia è il Pane disceso dal Cielo, con il quale Redentore stesso è il cibo dell'anima fedele. Nella prima lettura, per bocca del profeta Isaia, il Signore dice a ciascuno di noi: «O voi tutti assetati, venite all'acqua» (Is 55,1). Egli ci invita ad andare a Lui che è la Sorgente infinita dell'amore. Questa fonte sempre viva è Gesù nel Santissimo Sacramento dell'altare, è l'Eucaristia. Attingiamo avidamente a questa fonte e non rimaniamo mai privi di un dono così grande. L'Eucaristia è tutto l'amore di Cristo; con l'Eucaristia, Gesù ci dona tutto il suo cuore, e nulla potrà mai separarci da questo immenso amore del nostro Redentore. San Paolo, nella seconda lettura, con parole vibranti di commozione, afferma con forza che niente potrà separarci dall'amore di Cristo (cf Rm 8,38-39). Purtroppo, tante volte siamo noi ad allontanarci ogni volta che, all'amore di Dio, preferiamo il peccato. Così facendo, con la nostra libera volontà, ci allontaniamo dalla Sorgente della vita e ci ribelliamo al nostro Creatore. Questa è la più grande disgrazia che possa capitarci. San Paolo diceva che né la tribolazione, né l'angoscia, il pericolo e la spada ci potranno separare dall'amore di Dio. In tutte queste difficoltà, noi siamo più che vincitori; solo il peccato ci distacca dal Signore e ci allontana dall'Eucaristia. Per questo motivo, i Santi lottarono energicamente contro il male, per vivere sempre uniti a Dio e per cercare unicamente la sua gloria. Proponiamoci anche noi di accostarci spesso all'Eucaristia, di accostarci in grazia di Dio; e, se siamo consapevoli di aver peccato gravemente, confessiamoci prima di accostarci alla Comunione. In questo modo, non saremo mai separati dall'amore di Gesù.
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