DATI GONFIATI SUI MORTI DA CORONAVIRUS
Casi sospetti vengono classificati come Covid ed inoltre il Ministero della Sanità obbliga a conteggiare anche chi dopo la malattia, dalla quale era guarito, è poi deceduto per altra causa (VIDEO: tutta la verità sul Coronavirus)
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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LIBERATE I VOSTRI FIGLI DALLE GRINFIE DELLA AZZOLINA: FATEGLI SCUOLA VOI A CASA!
Informate il dirigente scolastico che avete intenzione di fare homeschooling (sempre più genitori in Italia scelgono una scuola parentale, non parificata)
Autore: Silvana De Mari - Fonte: Blog di Silvana De Mari
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CARD. SARAH: BASTA MESSE IN STREAMING E SOTTOMISSIONE AI GOVERNI
Con una lettera della Congregazione per il Culto Divino (approvata dal Papa) ai presidenti delle conferenze episcopali del mondo si prova a ripartire dopo mesi di abusi e attenzione solo alle norme igienico-sanitarie
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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SALVINI FASCISTA... OPPURE LA SOLITA BECERA DEMONIZZAZIONE DELL'AVVERSARIO?
Fare gli antifascisti di professione nel 2020, in assenza di regime fascista, non è facile... eppure la sinistra non si smentisce mai
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero
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IL FOLLE REGOLAMENTO PER IL PREMIO OSCAR
I grandi giornali sono scandalizzati dalle norme anti discriminazione che... discriminano i maschi bianchi eterosessuali (ma gli stessi giornali fin'ora dove erano?)
Fonte: Tempi
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IL SACERDOTE CHE FU UCCISO PERCHE' SI RIFIUTAVA DI VIOLARE IL SEGRETO DELLA CONFESSIONE
Il martire San Matteo Correa Magallanes si rifiutò di dire i peccati dei Cristeros messicani che si erano confessati da lui
Autore: Gianpiero Pettiti - Fonte: Santi e Beati
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TRUMP E LA COMMISSIONE GLENDON CONTRO I NUOVI DIRITTI UMANI
Un atto di grande coraggio politico, ma privo di un solido fondamento basato sul diritto naturale
Autore: Don Samuele Cecotti - Fonte: Osservatorio Card. Van Thuân
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I SETTE MIGLIORI LIBRI USCITI NEL 2020
Gli ultimissimi libri scritti da Jason & Crystalina Evert, Silvana De Mari, Aldo Maria Valli, Costanza Miriano, ecc.
Fonte: Redazione di BastaBugie
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OMELIA XXV DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 20,1-16)
Tu sei invidioso perché io sono buono?
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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DATI GONFIATI SUI MORTI DA CORONAVIRUS
Casi sospetti vengono classificati come Covid ed inoltre il Ministero della Sanità obbliga a conteggiare anche chi dopo la malattia, dalla quale era guarito, è poi deceduto per altra causa (VIDEO: tutta la verità sul Coronavirus)
Autore: Paolo Gulisano - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30-08-2020
Sono in corso grandi manovre nella Sanità italiana, manovre che dovrebbero portare a radicali trasformazioni dell'assistenza sanitaria, in particolare quella ospedaliera. Per operare una rivoluzione di questo tipo, è necessaria una giustificazione incontrovertibile, e questa si chiama Covid. Per questo l'epidemia non deve finire. Per questo si è arrivati a fare 100.000 tamponi al giorno, un numero impressionante. Un numero che garantisce - avendo una percentuale di positivi dell'1 per cento, di arrivare alla soglia - molto significativa dal punto di vista psicologico - dei mille "contagiati" al giorno enfatizzati a dovere dai media di regime. Il Covid - ha detto qualcuno - è l'unica malattia dove sono i medici (o meglio il sistema sanitario) a cercare i malati e non viceversa. I numeri garantiscono il perpetrarsi della paura. Paura di una malattia curabilissima, che fa pochissime vittime. Già, potrebbe dire qualcuno, ma in precedenza le ha fatte: 35.000 morti. La guerra delle cifre vede in posizione dominante chi detiene le leve principali dell'informazione, ma verità scomode sembrano emergere come un fiume carsico.
IL GRANDE CALDERONE DEL COVID Da tempo si discute di quanti siano effettivamente i morti a causa del Covid, rispetto a coloro che sono deceduti con il Covid come concausa, magari in una situazione di pregresse gravi patologie croniche. Stanno ora emergendo altri aspetti problematici, legati anche alle modalità con cui vengono redatti i certificati di morte: casi semplicemente sospetti, non confermati da test sierologici o da tamponi, vengono comunque classificati come Covid (come documentiamo con questa foto di un certificato di morte redatto dall'Asl 4 di Genova). Su che base? Di sintomi "suggestivi" di infezione da Covid. Insomma, qualunque polmonite, provocata da altri agenti microbici, finisce nel grande calderone del Covid. Nelle scorse settimane il presidente dell'Istat, l'ente nazionale di statistica, aveva sottolineato che i morti di Covid nel mese di marzo erano di numero inferiore a quello dei deceduti nei due anni precedenti per altre polmoniti. Insomma: il sospetto, più che giustificato, è che si siano voluti gonfiare i dati del Covid "rinforzandoli" con quelli di altre patologie respiratorie, e non solo. Ora si sta cercando di aumentare ulteriormente queste cifre: il Ministero della Sanità infatti ha dato l'indicazione di annoverare tra i morti di Covid anche coloro che mesi dopo la malattia, dalla quale erano guariti, sono poi deceduti per altra causa. Insomma: ad una persona viene un infarto, un ictus, ma se a marzo aveva fatto il Covid la causa di morte deve essere considerata questa.
PRESSIONE PSICOLOGICA SULLA POPOLAZIONE Il mantenimento di uno stato altissimo di pressione psicologica sulla popolazione ha diversi obiettivi, tra i quali - dicevamo - quello di cambiare il volto della Sanità pubblica. Da mesi nei nostri ospedali interi reparti sono chiusi, l'attività chirurgica sospesa o ridotta, la diagnostica ridimensionata. Sono indicazioni che vengono dal governo: tenere liberi migliaia di posti letto in vista di potenziali aumentati afflussi di pazienti. In realtà, con la politica del terrore, ciò che accadrà a breve, a cominciare dai primi raffreddori di inizio autunno, sarà un assalto agli ospedali, ai Pronto Soccorso, di persone affette da patologie banalissime ma che avranno il terrore, con un po' di rialzo febbrile o qualche colpo di tosse, di avere il Covid. E dovranno essere comunque visitati, trattenuti in osservazione qualche ora, sottoposti a tampone. Un dispendio enorme di tempo del personale e di risorse economiche. E intanto le attività cliniche e diagnostiche per patologie importanti subiranno rallentamenti e difficoltà con conseguenze gravissime. Sicuramente il sovraffollamento - si badi bene, dei Pronto Soccorso, non dei reparti- verrà usato mediaticamente in un circolo vizioso della paura, che utilizzerà le fasce più deboli, più spaventate, più impressionabili della popolazione per far vedere che il virus è ancora in agguato, pronto a diventare seconda, terza, ennesima ondata. Gli ospedali si trasformeranno in enormi poliambulatori dedicati a quelli che saranno, nella stragrande maggioranza, dei "codici bianchi" che potrebbero essere trattati dalla rete di Medicina territoriale, dai Medici di Medicina Generale. Avremo ospedali trasformati in "Covid Centers", che metteranno a rischio l'eccellenza raggiunta con fatica e tempo dall'assistenza ospedaliera. Uno scenario da incubo, che dovrebbe essere assolutamente evitato.
Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, il dott. Paolo Gulisano, svela tutto quello che non ci hanno detto sul Coronavirus nel seguente video (durata: 1 ora e 46 minuti) dal titolo "Hai paura del Coronavirus?".
https://www.youtube.com/watch?v=yUpkkwPY_D0
DOSSIER "CORONAVIRUS" Sì alla prudenza, no al panico Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 30-08-2020
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LIBERATE I VOSTRI FIGLI DALLE GRINFIE DELLA AZZOLINA: FATEGLI SCUOLA VOI A CASA!
Informate il dirigente scolastico che avete intenzione di fare homeschooling (sempre più genitori in Italia scelgono una scuola parentale, non parificata)
Autore: Silvana De Mari - Fonte: Blog di Silvana De Mari, 14 Settembre 2020
Lo spiego in parole povere. Voi mandate vostro figlio a scuola, dove imparerà essere fobico e sottomesso all'autorità più folle, e non imparerà nulla d'altro perché nelle condizioni ipotizzate da madama Azzolina e messer Arcuri non è pensabile di poter imparare qualcosa. Avrà un livello di stress altissimo. Sarà terrorizzato dal contagio o sarà terrorizzato dall'idiozia di chi gli sta vendendo una mortalità di un'influenza (il covid è un virus influenzale, non è negazionismo, è scienza) dello 0,06% come un'epidemia da film di fantascienza distopico. In entrambi i casi il cortisolo che fabbricherà come reazione allo stress abbatterà il suo sistema immunitario, e abbatterà anche la capacità di concentrazione e la memoria. Dovrete curarlo per anni per l'ipocondria e gli attacchi di panico. Il covid 19 è un virus che ha avuto i suoi momenti più tragici a febbraio e marzo, quando era il momento di far qualcosa, quando lo si sarebbe potuto fermare, mentre il negazionista Zingaretti prendeva l'aperitivo a Milano, mentre il negazionista Burioni affermava in televisione che il virus non stava circolando, mentre il negazionista Sala dichiarava che a Milano tutto sarebbe restato uguale, mentre il racconta storie Conte cinguettava in televisione che eravamo pronti, mentre non avevamo mascherine, non c'era amuchina nei reparti, le rianimazioni erano insufficienti. Lo stesso raccontatore di fiabe ha affermato, insistendo, che in virus ha ucciso 135000 persone: i morti sono 35000. Non importa! Goebbles, ministro della propaganda di Hitler, diceva: mentite, mentite e qualcosa resterà. Ha fatto scuola.
L'INCREDIBILE PRASSI, DISAPPROVATA ANCHE DALL'OMS Supponendo che il compagno di classe di vostro figlio abbia un banale raffreddore, fanno il tampone anche a vostro figlio. Non si capisce perché, dato che il virus non colpisce sotto i venti anni e solo i "sintomatici", cioè i malati, possono contagiarlo. Gli "asintomatici", cioè i sani, quelli che chiamano ampollosamente "contagiati" non lo possono trasmettere, perché non hanno la carica sufficiente. C'è anche la possibilità che il tampone risulti positivo, perché è già positivo prima, come dimostrato in Svezia. Per un bambino può essere un trauma qualcuno che ti pianta una roba in gola mentre gli dice, mentendo, che potresti essere malato di una malattia potenzialmente mortale. Supponendo che vostro figlio sia uno dei tanti tamponi falso positivi, il risultato è che sia lui che tutta la famiglia saranno in quarantena per 15 giorni, o anche di più se qualcuno vuol applicare l'incredibile prassi, disapprovata anche dall'OMS, di aspettare a liberare la gente il tampone negativo. Voi non potrete andare a lavorare. Se avete un negozio dovrete chiuderlo. Se siete un dentista dovrete disdire tutti i vostri appuntamenti. Se in famiglia c'è un malato grave che necessita di terapie continuative, per esempio un malato di cancro che deve fare la chemio, un malato di infarto che deve fare il controllo cardiologico, non avrà accesso all'ospedale.
DOMANDE IMBARAZZANTI A mio sommesso avviso bisognerebbe che qualcuno rispondesse ai quesiti: Se lo stesso inventore dei tamponi, il premio Nobel Kay Mullis, raccomanda di non usarli come mezzo diagnostico, perché noi li usiamo come mezzo diagnostico? Gli strumenti denominati tamponi, dove sono fabbricati, specie quelli a risposta veloce? Se vengono dall'estero da dove? I tamponi sono made in China? Come il virus e come le finanziarie che stanno acquistando le nostre imprese svenduta a causa del virus, quando si dice la combinazione. Quanto sono realisticamente affidabili specie sugli asintomatici, detti volgarmente sani da noi bifolchi cafoni complottisti sporchi brutti e cattivi? Possono essere fabbricati in Italia? È realistico pensare che possano essere fabbricati in Italia, per esempio dallo stabilimento chimico farmaceutico militare di Rifredi (Firenze)? Quanto costa un tampone? Quanto costa l'oggetto in sé, lo stipendio all'operatore che lo usa e quanto costa il laboratorio che lo legge? Quanti soldi si sprecano facendo inutili tamponi a gente sana? E ora parliamo dei banchi, i ridicoli banchi che per il fatto di avere le rotelle fermano i virus. Non possono contenere libri, sono un disastro per i bambini mancini e per i bambini sovrappeso.
UNA FOLLIA TOTALE I banchi ridicoli di madama Azzolina e messer Arcuri impediscono la socializzazione. Nota Rachele Sagramoso, blogger, opinionista, ostetrica e madre di sette bimbi, che l'incredibile è che i genitori che hanno scelto l'educazione parentale sono sempre stati messi in croce perché i loro bambini rischiano di rinunciare alla socializzazione, anche se in realtà la maggioranza dei pedagogisti ha sottolineato come fino ai 3, 4 anni non ci sia la spinta verso l'altro bambino, in quel periodo il bambino deve socializzare con mamma e papà. Soprattutto mamma. I seggioloni voluti dal ministro signor Azzolina non sono più i banchi nei quali i bambini incontravano il compagno di banco, il primo incontro sociale importante della propria vita, il primo sforzo a accettare un altro e anche la prima collaborazione, era una maniera per addestrarsi alla cooperazione, al sostegno reciproco all'empatia se vogliamo, perché, ovviamente, se vedevi il compagno in difficoltà gli davi la dritta corretta per arrivare alla fine compito. Con i banchi della premiata ditta Azzolina/Arcuri il bambino non è solamente da solo, isolato, non coopera, non guarda gli altri, non condivide, non impara l'empatia, ma è addestrato a pensare solo per sé e a guardare gli altri con sospetto come potenziali nemici. Imparerà a denunciare compagno che non ha la mascherina. Un piccolo delatore terrorizzato. "Non voglio aggiungere un altro inutile parere a quello delle migliaia di esperti che in questi mesi ci hanno detto tutto e il contrario di tutto. Dico solo che mi sembra di vivere in un romanzo distopico, una follia totale", commenta la giornalista scrittrice Costanza Miriano, madre di 4 figli.
HOMESCHOOLING: LA SCUOLA FATTA IN CASA Daniela Reina, referente per il Friuli Venezia Giulia dell'associazione La Scuola Che Accoglie, si pone il problema, che nessuno ha posto dei bambini diversi: Come si può pensare ad un efficace e sereno ambiente di apprendimento, se gli insegnanti di sostegno, come da indicazione del CTS, dovranno relazionarsi con loro muniti di mascherina chirurgica, guanti in nitrile e dispositivi di protezione per occhi, viso e mucose? Per gli alunni con disabilità il contatto, la relazione sono necessari affinché conoscano il mondo. Come può esserci vera relazione, vero contatto, comunicazione empatica se davanti all'alunno sta un'astronauta? E pensando a ciò che dicono le Linee guida per la Didattica Digitale Integrata, la scuola deve giustamente garantire la frequenza scolastica in presenza agli alunni con disabilità, perché per loro diventa difficoltoso relazionarsi con uno schermo, ma magari il resto della classe o buona parte di essa sarà a casa a fare la didattica a distanza! Ed anche in tal caso non ci sarà vera relazione!" La signora Azzolina sa che esistono i bambini con disabilità? Sa che esistono i bambini? Nel frattempo che qualcuno risponda, non mandate i vostri figli a scuola. Non firmate il patto di corresponsabilità che vi chiederanno di firmare per iscrivere il figlio a scuola. Questo patto prevede le regole covid, tampone in faringe, stanza di isolamento se il bambino ha il raffreddore, che il bambino sia visitato dal cosiddetto medico covid senza il parere dei genitori. Se non lo firmate il bambino non potrà andare a scuola. Magnifico. Informate il dirigente scolastico che lo tenete a scuola parentale, non parificata, parentale e informatevi su come si fa una scuola parentale. Potete farcela.
Nota di BastaBugie: per leggere gli articoli del nostro dossier sull'educazione parentale (14 articoli), clicca qui!
Oppure clicca sul link del seguente articolo: ISTRUZIONI PER APRIRE UNA SCUOLA PARENTALE Una scuola parentale può nascere quando famiglie amiche si mettono d'accordo per creare un ambiente educativo comunitario per i loro figli (queste ''regole'' valgono anche per chi intende fare homeschooling) di Maria Bonaretti https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5663
TOP TEN 2020 Gli articoli più letti dell'anno Per vedere tutti gli articoli, clicca qui!
Fonte: Blog di Silvana De Mari, 14 Settembre 2020
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CARD. SARAH: BASTA MESSE IN STREAMING E SOTTOMISSIONE AI GOVERNI
Con una lettera della Congregazione per il Culto Divino (approvata dal Papa) ai presidenti delle conferenze episcopali del mondo si prova a ripartire dopo mesi di abusi e attenzione solo alle norme igienico-sanitarie
Autore: Luisella Scrosati - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14-09-2020
Sabato 12 settembre è stata resa pubblica "Torniamo con gioia all'Eucarestia!", la lettera scritta il 15 agosto e indirizzata dal cardinal Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e i Sacramenti, a tutti i presidenti delle conferenze episcopali del mondo; lettera approvata da papa Francesco, in occasione dell'Udienza concessa al cardinale lo scorso 3 settembre. Oggetto dell'importante comunicazione è il ripristino della normalità nelle celebrazioni liturgiche. Una lettera attesa, dopo mesi di disorientamento e di iniziative più o meno arbitrarie, che hanno cercato di rendere le chiese e le celebrazioni più che sicure, letteralmente asettiche, con un inevitabile contraccolpo negativo sul linguaggio proprio della liturgia. «La dimensione comunitaria - esordisce il Cardinal Sarah - ha un significato teologico: Dio è relazione di Persone nella Trinità Santissima; crea l'uomo nella complementarietà relazionale. [...] Per descrivere la vita eterna la Scrittura usa l'immagine di una città: la Gerusalemme del cielo (cfr. Ap 21); una città è una comunità di persone che condividono valori, realtà umane e spirituali fondamentali, luoghi, tempi e attività organizzate e che concorrono alla costruzione del bene comune». È dunque impossibile ridurre la preghiera della Chiesa alla preghiera personale, sostituire il «culto pubblico integrale» (SC, 7) con una religiosità domestica o individuale. Per questa ragione, Sarah ricorda ai vescovi la necessità e l'urgenza di «tornare alla normalità della vita cristiana, che ha l'edificio chiesa come casa e la celebrazione della liturgia, particolarmente dell'Eucaristia, come "il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e insieme la fonte da cui promana tutta la sua forza"» (SC, 10).
SENZA DOMENICA NON POSSIAMO VIVERE A sfolgorare in tutta la sua attualità è l'esempio dei «fratelli martiri di Abitene (inizi del IV secolo), i quali risposero ai loro giudici con serena determinazione, pur di fronte a una sicura condanna a morte: "Sine Dominico non possumus"». Quel non possumus è un assoluto, e l'ablativo neutro (Dominico), non indica semplicemente la domenica, ma tutto quello che è del Signore. La comunità cristiana non può dunque vivere «senza la Parola del Signore, che nella celebrazione prende corpo e diventa parola viva, [...]; senza partecipare al Sacrificio della Croce in cui il Signore Gesù si dona senza riserve per salvare, con la sua morte, l'uomo che era morto a causa del peccato» e neppure «senza il banchetto dell'Eucaristia». Non possiamo dunque vivere senza il giorno del Signore, senza la comunità cristiana, «senza la casa del Signore, che è casa nostra, senza i luoghi santi dove siamo nati alla fede». È dunque impensabile continuare a seguire la celebrazione eucaristica via streaming dal salotto o dalla camera da letto: «Nessuna trasmissione è equiparabile alla partecipazione personale o può sostituirla. Anzi queste trasmissioni, da sole, rischiano di allontanarci da un incontro personale e intimo con il Dio incarnato che si è consegnato a noi non in modo virtuale, ma realmente, dicendo: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui" (Gv. 6, 56). Questo contatto fisico con il Signore è vitale, indispensabile, insostituibile». È perciò urgente richiamare in chiesa quei tanti, troppi fratelli «scoraggiati, impauriti, da troppo tempo assenti o distratti». Oltre a questo appello generale, Sarah, in qualità di Prefetto del Dicastero da lui presieduto, intende «ribadire alcuni principi e suggerire alcune linee di azione per promuovere un rapido e sicuro ritorno alla celebrazione dell'Eucaristia».
IMPROVVISATE SPERIMENTAZIONI RITUALI Anzitutto, è necessario comprendere che «la dovuta attenzione alle norme igieniche e di sicurezza non può portare alla sterilizzazione dei gesti e dei riti, all'induzione, anche inconsapevole, di timore e di insicurezza nei fedeli». Il gesto e il rito liturgico devono essere rispettati nella loro integralità, anche in quegli aspetti che possono apparire "minimi", ma che spesso racchiudono più di quanto immaginiamo. A riguardo, il Cardinale mette in guardia da «improvvisate sperimentazioni rituali» ed esorta al «pieno rispetto delle norme, contenute nei libri liturgici, che ne regolano lo svolgimento. Nella liturgia, esperienza di sacralità, di santità e di bellezza che trasfigura, si pregusta l'armonia della beatitudine eterna: si abbia cura quindi per la dignità dei luoghi, delle suppellettili sacre, delle modalità celebrative». È un'attenzione dovuta a Dio, alla fede del suo popolo, ma anche all'umanità di questo popolo, così disorientata ed avvilita dai continui segnali di paura e ansia, che sta incessantemente ricevendo anche nelle nostre chiese. Il secondo aspetto riguarda la relazione con le autorità civili, un punto particolarmente delicato, dove molte conferenze episcopali sono capitolate: «Si confida nell'azione prudente ma ferma dei Vescovi perché la partecipazione dei fedeli alla celebrazione dell'Eucaristia non sia derubricata dalle autorità pubbliche a un "assembramento", e non sia considerata come equiparabile o persino subordinabile a forme di aggregazione ricreative. Le norme liturgiche non sono materia sulla quale possono legiferare le autorità civili, ma soltanto le competenti autorità ecclesiastiche (cfr. SC, 22)». Terzo aspetto: «Si riconosca ai fedeli il diritto di ricevere il Corpo di Cristo e di adorare il Signore presente nell'Eucaristia nei modi previsti, senza limitazioni che vadano addirittura al di là di quanto previsto dalle norme igieniche emanate dalle autorità pubbliche o dai Vescovi». Ed aggiunge: «i fedeli nella celebrazione eucaristica adorano Gesù Risorto presente; e vediamo che con tanta facilità si perde il senso della adorazione, la preghiera di adorazione. Chiediamo ai Pastori di insistere, nelle loro catechesi, sulla necessità dell'adorazione».
BASTERÀ? È evidente che Sarah ha presenti gli spettacoli che abbiamo dovuto vedere in questi mesi: Comunioni negate, perché si voleva ricevere l'Ostia consacrata in bocca e non in mano; sacerdoti richiamati dai propri vescovi per aver concesso la Comunione nella forma universale prevista dalla Chiesa; chiese ove veniva proibito di inginocchiarsi, etc. Un ultimo fondamentale appello, rivolto ai presidenti delle conferenze episcopali, è quello di non cedere alle sirene delle ideologie, di non lasciare che eventuali decisioni dovute all'emergenza rispondano al principio materialista ed immanentista del pensiero dominante: «La Chiesa [...] ricorda che l'esistenza terrena è importante, ma molto più importante è la vita eterna: condividere la stessa vita con Dio per l'eternità è la nostra meta, la nostra vocazione. Questa è la fede della Chiesa, testimoniata lungo i secoli da schiere di martiri e di santi, un annuncio positivo che libera da riduzionismi unidimensionali, dalle ideologie: alla preoccupazione doverosa per la salute pubblica la Chiesa unisce l'annuncio e l'accompagnamento verso la salvezza eterna delle anime». La lettera è dunque più che benvenuta. Ma basterà a far ripartire la comunità cattolica? Dopo mesi in cui sono state prese decisioni che hanno di fatto mostrato una preoccupazione per la nuda vita biologica decisamente superiore al bisogno delle anime. Dopo centinaia, migliaia di malati lasciati morire senza sacramenti, in ottemperanza alle norme anti-covid. Dopo che abbiamo accettato che l'accesso al supermercato per reperire il pane materiale, o quello alle tabaccherie per soddisfare un vizio, fosse più importante della possibilità di nutrirsi del Pane di vita eterna, basterà?
Nota di BastaBugie: l'autrice dell'articolo, Luisella Scrosati, ha citato l'esempio dei martiri di Abitene. Per leggere la loro commovente storia, clicca nel seguente link.
SE L'AUTORITA' CIVILE VIETA LE MESSE E IL VESCOVO UBBIDISCE, COSA DEVONO FARE SACERDOTI E FEDELI? I martiri di Abitene risposero che senza la messa il cristiano non può vivere... e affrontarono torture indicibili e la morte da Aleteia https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6170
FAMILIARI E AMICI POSSONO PARTECIPARE ALLA MESSA ACCANTO IN UNA STESSA PANCA Lo dice la Nota del Ministero dell'Interno del 14 Agosto 2020 in risposta ai quesiti della CEI: "Durante lo svolgimento delle funzioni religiose, non sono tenuti all’obbligo del distanziamento interpersonale i componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi/congiunti, parenti con stabile frequentazione; persone, non legate da vincolo di parentela, di affinità o di coniugio, che condividono abitualmente gli stessi luoghi e/o svolgono vita sociale in comune".
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14-09-2020
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SALVINI FASCISTA... OPPURE LA SOLITA BECERA DEMONIZZAZIONE DELL'AVVERSARIO?
Fare gli antifascisti di professione nel 2020, in assenza di regime fascista, non è facile... eppure la sinistra non si smentisce mai
Autore: Antonio Socci - Fonte: Libero, 11 settembre 2020
Fare gli antifascisti di professione nel 2020, in assenza di regime fascista, non è facile. E' un duro lavoro che richiede impegno diuturno e spesso una fervida fantasia. Infatti bisogna anche saper vedere quello che non c'è e magari avere una propensione al sospetto che finisce nel romanzesco (o nella barzelletta). Un esempio di questo tipo di "vigilanza antifascista" ce lo fornisce il collega Sandro Ruotolo, una colonna storica delle trasmissioni di Michele Santoro. Sebbene sia da poco diventato senatore della repubblica, Ruotolo continua la sua missione salvifica e in questi giorni ha fatto un clamoroso scoop antifascista, riuscendo a individuare un pericolosissimo "micro segnale per fascisti" nascosto diabolicamente in un manifesto della Lega che pubblicizza un comizio del segretario Salvini a Napoli. Il vigilante Ruotolo ha lanciato (o rilanciato, non si capisce bene) questo messaggio tweet: "Piazza della Posta non esiste a Napoli. A meno che tu non abbia cento anni. Si chiama piazza Giacomo Matteotti ucciso dai fascisti. Sono micro segnali per fascisti. Ma noi li notiamo e siamo qui, pronti a svelarli e non lasciarli senza spiegazione. Ciro Pellegrino (giornalista)". In pratica Ruotolo accusa il manifesto leghista di localizzare il comizio di Salvini in Piazza della posta, cancellando il nome moderno della piazza intitolata a Matteotti, il politico socialdemocratico che fu ucciso dai fascisti. Ma non è affatto così. Infatti nel manifesto sta scritto, a caratteri cubitali, proprio "Piazza Matteotti" (sotto, in piccolo, fra parentesi, si legge anche Piazza della posta perché così è popolarmente conosciuta dai napoletani). Qualcuno su twitter glielo fa notare: "Ma avete problemi di vista?". Però Ruotolo non sente ragioni. Per l'antifascista di professione, evidentemente, non conta quello che c'è scritto, ma quello che ci vede lui. E anche molti suoi seguaci sono d'accordo. Infatti, ieri, il tweet aveva 5900 "mi piace" e 1500 rilanci.
I LEONI DA TASTIERA I commenti poi sarebbero da studiare in un corso universitario che analizza le conseguenze dell'ideologia: "Salvini non perde occasione per strizzare l'occhio ai fasci", "si rivolge ai suoi camerati", "Altro che 'microsegnali'... Sono anni che questo losco figuro parla in codice a beneficio dei camerati", "Chiaviche legaiole", "Il capitone è un grandissimo stronzo", "sono infami anche nei cartelli pubblicitari. Non sono micro segnali, sono atti concreti di demolizione della memoria democratica", "fanno schifo", "Prendetelo a pomodori marci in faccia", "Uno così non dovrebbe proprio mettere piede in Campania", "Questa lega è una vergogna", "Salvini è davvero una vergogna", "Non ha più scusanti......... basta", "esseri ignobili", "fascisti di m....", "Bravo Sandro!", "spudorati", "I fascisti perseverano nella loro dichiarazione di disumanità". Tutto questo sotto il manifesto della Lega, riprodotto da Ruotolo stesso, che porta scritto, in grande: "Piazza Matteotti". A dire il vero è intervenuto anche qualche napoletano che, con buon senso, ha fatto notare che questa polemica è "una cazzata" perché "quella è conosciuta come la piazza delle Poste Centrali... brutta bestia l'ignoranza". Poi ha precisato: "A proposito io sono antifascista...". Anche altri napoletani commentano: "Ma noi Napoletani la indichiamo come: piazza della Posta centrale". Un altro fa vari esempi di questa toponomastica di uso comune che raddoppia i nomi di piazze e vie: "Piazza Bovio che diventa piazza Borsa o semplicemente Università, Corso Umberto che diventa il Rettifilo, Nicola Amore diventa i 4 Palazzi... suvvia, ja. Che poi il nome della piazza ci sta, quella tra parentesi è solo un'indicazione... Pure io dico 'piazza delle poste centrali'". Un altro scrive: "anche Piazza Cosimo Fanzago per la gran parte dei napoletani, soprattutto vomeresi, è e sarà sempre Piazza Bernini". Perfino qualche fan di Ruotolo obietta: "Secondo me è una polemica inutile. Sandro Ruotolo, che stimo, essendo napoletano come me, sa bene che a Napoli quella piazza è per gran parte dei napoletani 'Piazza della Posta' ma non per offendere la memoria di un martire del fascismo né perché i napoletani siano fascisti". E altri ancora: "Sono d'accordo. Sempre chiamata la Posta", "Io fino a una certa età non sapevo manco qual era piazza Matteotti (niente fascisti in casa mia)".
LA MINACCIA ALLA DEMOCRAZIA Anche a Siena, città per settant'anni rossa, c'è Piazza Matteotti che è più conosciuta, nel gergo popolare, come Piazza della Posta e, per decenni, a nessun compagno che ha detto "Piazza della Posta" è mai venuto in mente di ammiccare al fascismo. Tuttavia al tweet di Ruotolo si è aggiunto pure il commento arguto dell'intellettuale che ieri sul "Foglio", pur scrivendo che in effetti nel manifesto di Salvini c'è scritto "Piazza Matteotti", rileva che "è accompagnato da una parentesi, apparentemente innocua (Piazza della Posta)". Per i comuni mortali è "innocua", ma a questo giornalista (come a Ruotolo) non la si fa. Lui spiega che "in realtà si tratta di uno sberleffo cifrato e di una strizzatina d'occhio al mondo dell'estrema destra". Poi aggiunge che "rifiutare la toponomastica è una strategia elementare per rifiutare la storia. Una strategia che dimostra quanto nella destra, a venticinque anni da Fiuggi, sia ancora viva la simpatia per il fascismo e il rifiuto della Repubblica". Ogni commento è inutile. In realtà, per chi ha davvero a cuore la democrazia, i pericoli da combattere attualmente non stanno nella toponomastica, ma sono il progressivo restringimento delle libertà personali, la crescente intolleranza, l'umiliazione del Parlamento per lo strapotere dell'esecutivo. La minaccia attuale alla democrazia è quella indicata da Pierluigi Battista in un recente commento: "Oggi, al posto del dibattito, dello 'spazio di discussione pubblica', c'è l'apologia del bavaglio, la cultura del sospetto, il processo alle intenzioni, l'ipersemplificazione demonizzante, la caricaturizzazione delle tesi diverse...". Sembra la perfetta descrizione dell'episodio del manifesto di Napoli. Purtroppo però questi sono i vizi della Sinistra.
Nota di BastaBugie: l'autore del precedente articolo, Antonio Socci, nella sua newsletter commenta ulteriormente la notizia. Ecco cosa ha scritto: Dopo la pubblicazione di questo articolo su Libero ho scoperto che perfino nell'account twitter dei "Deputati Pd" è stato fatto lo stesso attacco a Matteo Salvini. Ecco il tweet dei Deputati Pd: "Nessuno scrupolo, nessuna correzione. Per Salvini piazza Matteotti non esiste, la chiama ancora con la terminologia del Ventennio. Quell'ideologia fascista che uccise Matteotti. Un insulto a Napoli, alla sua storia. Combatteremo ogni rigurgito guidati dai valori dell'antifascismo". Come si può vedere nel tweet sono state fatte tre frecce proprio sulla scritta "Piazza Matteotti"... Sopra i "Deputati Pd" scrivono "Per Salvini Piazza Matteotti non esiste". Evidentemente il pregiudizio somiglia a due grosse fette di prosciutto sugli occhi... Ma che politica è quella che arriva a questi livelli grotteschi? Che politica è quella che ha una tale ossessione dell'avversario, quella che vive di pregiudizio, demonizzazione, odio ideologico?
Fonte: Libero, 11 settembre 2020
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IL FOLLE REGOLAMENTO PER IL PREMIO OSCAR
I grandi giornali sono scandalizzati dalle norme anti discriminazione che... discriminano i maschi bianchi eterosessuali (ma gli stessi giornali fin'ora dove erano?)
Fonte Tempi, 11 settembre 2020
Tutti d'accordo. Tutti d'accordo nel dire che le regole preparate dall'Academy per l'assegnazione dell'Oscar nel 2025 come miglior film sono una scemenza pazzesca (l'altro giorno il Post ha spiegato bene tutti i dettagli). E ieri tutti i giornali erano unanimi nel bollare il nuovo regolamento come un «canone ideologico» dettato dalla «polizia del karma». Cosa vi si prevede? Repubblica lo ha descritto così: «Nelle pellicole candidate come miglior film è indispensabile la presenza almeno di un attore a scelta tra queste categorie: "asiatico, ispanico, nero non americano, afro-americano, nativo-americano, abitante dell'Alaska, mediorientale, nord-africano, hawaiano e un rappresentante delle isole del Pacifico". Non solo: nei ruoli secondari è indispensabile scritturare, oltre ad un appartenente a un qualunque tipo di minoranza, almeno uno a scelta tra un interprete Lgbtq+ o affetto da disabilità, e gli studios saranno tenuti ad assumere almeno il 30% del loro staff secondo questo stesso criterio, anche per quanto riguarda ad esempio gli uffici marketing. Negli anni che ci separano dal 2024 sarà inoltre necessario esibire, per il momento in maniera confidenziale, un documento che testimonia di aver rispettato gli inclusion standards».
UN ESCHIMESE NEL PADRINO Su tutti i quotidiani, ed è raro che sia così, il giudizio è stato unanime: follia. «Solo per fare un esempio - ha scritto Antonio Monda su Repubblica ("Un po' di Alaska nel Padrino") -, secondo questi criteri un capolavoro come Il Padrino non sarebbe eleggibile e forse neanche possibile, e per citare la passata edizione degli Oscar, almeno due delle pellicole candidate come miglior film, The Irishman e 1917, non sarebbero state al loro volta eleggibili». Ma la lista dei capolavori che non supererebbero l'esame è lunga: «Alcune delle pellicole che in questi anni hanno vinto l'Oscar come miglior film, nel 2024 potrebbero essere chiamate a restituire l'ambita statuetta: "II caso Spotlight", "Il discorso del re", "Non è un paese per vecchi", "II gladiatore", "A beautiful mind", "American Beauty", "Titanic", "Braveheart", "Il paziente inglese", "II silenzio degli innocenti", "Schindler's List"... Questo per andare indietro solo agli anni Novanta. Non si salveranno certo "Ben Hur", "Il cacciatore", "Il Padrino"...» (Giulio Meotti, Il Foglio) È stato quindi corale il giudizio di tutti i critici e osservatori nel definire come anti-creativa e anti-liberale la scelta dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences. Anche un critico come Paolo Mereghetti, che di certo non può essere messo nella lista degli eterodossi rispetto a un certo politically correct, ha scritto sul Corriere: «Che la stupidità non smette mai di far capolino tra i paladini di ogni tipo di ortodossia perché nonostante il bizantinismo delle regole (...) niente potrà garantire che i film saranno davvero degni di essere premiati. Né portatori di valori progressisti e inclusivi. Dopo la decisione del festival di Berlino di abolire le distinzioni per i premi d'interpretazione (come se darne uno per genere fosse in qualche modo offensivo), l'uscita dell'Academy per favorire una presunta "equity and inclusion" fa tornare alla memoria le discussioni sul sesso degli angeli, le stesse che serviranno per decretare quale community avrà diritto al titolo di sottorappresentata».
IL POLITICAMENTE CORRETTO HA GIÀ VINTO Sulla vicenda esistono almeno tre osservazioni da fare. La prima è che, al di là degli annunci di voler aumentare l' "inclusività", il regolamento prevede che per correre alla più ambita tra le statuette degli Oscar devono essere soddisfatte almeno due richieste su quattro. Dunque basterà inserire un po' di stagisti nella troupe, et voilà, "equity and inclusion" saranno soddisfatte. Che ipocrisia. La seconda è che, già adesso, basta guardare un qualsiasi film hollywoodiano o serie tv, si sta molto attenti a rispettare quelle "regole" ora formalizzate dall'Academy: l'omosessuale, il nero, la donna indipendente, l'ispanico, il pellerossa, l'orientale... e così via. Per fare un esempio: Avete visto The Old Guard? Protagonista: donna bianca forte e indipendente. Co-protagonisti positivi: donna nera, uomo bianco omosessuale, uomo musulmano omosessuale, uomo bianco (che tradirà come un Giuda). I cattivi? Uomo nero che diventerà buono e uomo bianco che rimarrà cattivo fino alla fine. La terza è che il politicamente corretto ha già vinto da un pezzo. I grandi film sponsorizzati prodotti da Hollywood è da anni che "rispondono" alla sensibilità della presunta inclusione E tutte quelle firme dei grandi giornali che ora si scandalizzano perché "così si uccide la creatività" sono le stesse che in questi anni hanno applaudito e sostenuto pellicole che di quella mentalità erano megafono.
Fonte: Tempi, 11 settembre 2020
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IL SACERDOTE CHE FU UCCISO PERCHE' SI RIFIUTAVA DI VIOLARE IL SEGRETO DELLA CONFESSIONE
Il martire San Matteo Correa Magallanes si rifiutò di dire i peccati dei Cristeros messicani che si erano confessati da lui
Autore: Gianpiero Pettiti - Fonte: Santi e Beati, 19 settembre 2010
Mateo Correa Magallanes nasce nel 1866 in Messico, in una famiglia povera, così povera che non potrebbe mai permettersi il lusso di farlo studiare. E lui, che invece vuole diventare sacerdote, va a lavorare nella portineria del seminario per guadagnare quanto basta per andare a scuola. Per capacità, merito e buona condotta vince poi una borsa di studio, che gli permette di continuare a studiare senza dover anche lavorare. Viene ordinato prete a 26 anni e subito lo aspetta un intenso lavoro pastorale in varie parrocchie. La persecuzione contro i cattolici lo sorprende mentre è a Valparaíso, una parrocchia vivace in cui l'Azione Cattolica sta diffondendo e raccogliendo adesioni al "Manifesto" con cui si chiede al Governo l'abrogazione delle leggi anticlericali in vigore. La situazione deve essere troppo effervescente e l'iniziativa cattolica deve raccogliere troppi consensi, se a livello centrale si decide di mandare a Valparaíso il generale Eulogio Ortíz, non a caso soprannominato "El Cruel" (= il Crudele). Come a dire: a mali estremi, estremi rimedi. In pochi giorni Ortiz riesce a dimostrare quanto gli sia appropriato quel soprannome e dispiega tutta la sua azione repressiva, soprattutto nei confronti dei giovani cattolici.
IL PROCESSO E LA LIBERAZIONE Riesce anche ad arrestare e a mandare sotto processo Padre Matteo e il suo collaboratore, insieme ad alcuni giovani, ritenuti i rappresentanti delle associazioni cattoliche locali, ma il giudice li assolve "perché il fatto non sussiste". Quelli vengono accolti in parrocchia come trionfatori, mentre il generale se lo lega al dito, come un affronto personale di cui prima o poi vuole vendicarsi. Il suo livore è soprattutto nei confronti di Padre Matteo, che sta utilizzando il periodo a lui favorevole per rianimare e rafforzare i suoi cristiani, in attesa della nuova ondata di persecuzioni che, lui sente, non tarderà di certo. Il 30 gennaio 1927, mentre sta andando a portare gli ultimi sacramenti ad una malata accompagnato dal figlio di questa, incrocia una pattuglia di militari: riconosciuto da uno di loro e immediatamente arrestato, ha appena il tempo di consegnare ad una persona fidata la sua teca con l'ostia consacrata. Per strada gli riesce perfino di familiarizzare con i soldati e la serata finisce con la recita del rosario, guidato da lui ed al quale essi rispondono in coro. La musica, però, cambia il giorno dopo, quando è davanti al generale Ortíz, al quale non sembra vero di aver messo le mani su colui che è la sua spina nel fianco: "El Cruel" non può dimenticare lo smacco subito per colpa di quel prete, che in parrocchia è venerato come un santo e di cui la gente si fida ciecamente. Ormai gli è chiaro che è per colpa di Padre Matteo se a Valparaíso la politica anticlericale del governo non riesce ad attecchire e se le associazioni cattoliche stanno così spavaldamente alzando la testa: tutti stanno prendendo esempio da quel prete, dalla fede salda e dal coraggio inossidabile, coerente e limpido, che riesce a catalizzare tutta la parrocchia e ad infiammare i cuori.
IL CRUDELE Con la perfidia che gli è propria e che si addice alla sua fama di "cruel", ordina a Padre Matteo di andare a confessare in cella i "banditi" che il giorno dopo saranno fucilati e di venirgli poi a riferire quanto da essi saputo in confessione. I "banditi" altro non sono che "cristeros": messicani, cioè, che anche attraverso la lotta armata rivendicano il diritto di professare liberamente la loro fede, opponendosi all'azione anticlericale del governo, e per questo condannati a morte. "El Cruel" spera così di ottenere informazioni utili per arrestare altre persone e smantellare la rivolta dei cattolici, ma forse ha sottovalutato il coraggio di Padre Matteo. Che, sacerdote fino in fondo, va subito a confessare e a preparare alla morte quei poveri condannati, ma al ritorno, si rifiuta ovviamente di riferire quanto ascoltato in confessione. La furia del generale Ortíz, che si sente beffato, esplode violenta. Minacciato di morte, Padre Matteo risponde con fermezza: "Lei può anche uccidermi, ma non sa che un sacerdote è obbligato a conservare il segreto della confessione". E così il mattino del giorno dopo, 6 febbraio, lo fa giustiziare con la propria pistola d'ordinanza nei pressi del cimitero, regalando alla Chiesa un nuovo martire della Confessione, beatificato da Giovanni Paolo II nel 1992 e canonizzato dallo stesso papa il 21 maggio 2000.
Nota di BastaBugie: se il sigillo del sacramento della confessione vieta al sacerdote di rivelare quanto conosciuto durante la confessione, però anche il penitente è in qualche modo tenuto al medesimo segreto del sacerdote. Infatti se dicesse qualche cosa che può mettere in cattiva luce il confessore, deve stare zitto, tanto più che il sacerdote in questo caso non può difendersi, essendo tenuto al segreto. Insomma, almeno, per un dovere di rispetto verso il sacerdote, il fedele deve rispettare il silenzio su ciò che il confessore, confidando nella sua discrezione, gli manifesta all'interno della confessione sacramentale. Per approfondire i motivi di questa delicata questione si può leggere l'articolo seguente, cliccando sul link.
CHI SI CONFESSA E' TENUTO AL SEGRETO SU CIO' CHE GLI HA DETTO IL SACERDOTE Il fedele, per correttezza verso il sacerdote, deve mantenere il silenzio su ciò che il confessore (o padre spirituale) gli ha detto, confidando nella sua discrezione di Padre Angelo Bellon https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6273
Fonte: Santi e Beati, 19 settembre 2010
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TRUMP E LA COMMISSIONE GLENDON CONTRO I NUOVI DIRITTI UMANI
Un atto di grande coraggio politico, ma privo di un solido fondamento basato sul diritto naturale
Autore: Don Samuele Cecotti - Fonte: Osservatorio Card. Van Thuân, 9 settembre 2020
La Commission on Unalienable Rights, istituita nel luglio 2019 dal Segretario di Stato USA Michael R. Pompeo allo scopo di definire i diritti umani inalienabili ai quali si dovrà attenere il Dipartimento di Stato USA nella sua politica estera, ha svolto i suoi lavori sotto la presidenza della professoressa Mary Ann Glendon, giurista cattolica della Harvard Law School, già presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali (nominata da san Giovanni Paolo II), già membro del President's Council on Bioethics (nominata dal presidente George W. Bush), già ambasciatrice statunitense presso la Santa Sede. [...] La Commissione Glendon ha avuto l'esplicito mandato di distinguere i "veri" diritti umani inalienabili da quella proliferazione di presunti diritti umani andati moltiplicandosi negli ultimi decenni attraverso interpretazioni e giurisprudenze varie. [...] L'intento della Commissione è stato da più d'un osservatore giudicato come espressione d'un rinnegamento del liberalismo da parte degli USA (almeno da parte dell'Amministrazione Trump) e come azione contro-rivoluzionaria. Entrambi i giudizi debbono essere vagliati criticamente. Certamente l'istituzione della Commission on Unalienable Rights, l'esplicito mandato affidatole da Pompeo e il lavoro svolto dagli esperti guidati da Mary Ann Glendon meritano il massimo interesse, ben più di quanto dimostrato dalla stampa e dall'intellighenzia (anche cattolica) in Italia.
UN ATTO DI GRANDE CORAGGIO POLITICO Nel clima ideologico oggi dominante l'intenzione dell'Amministrazione Trump di distinguere nettamente i veri diritti umani inalienabili da i così detti "nuovi diritti" (diritto all'aborto, diritti LGBT, diritto all'eutanasia e al suicidio assistito, etc.) è certamente un atto di grande coraggio politico, decisamente in controtendenza. In questo il lavoro della Commissione Glendon, specialmente se Trump sarà confermato presidente per altri quattro anni, potrà rappresentare un punto di svolta riguardo l'azione USA in sede internazionale e riguardo l'ingerenza statunitense nelle legislazioni degli altri Paesi del mondo. Da decenni ormai (l'Amministrazione Obama ha rappresentato il culmine di questa politica) gli USA svolgono una potente azioni corruttrice degli ordinamenti giuridici promuovendo in tutto il mondo i così detti diritti riproduttivi, i così detti diritti di genere, i così detti diritti all'autodeterminazione assoluta dell'individuo. Ovvero aborto, contraccezione, sterilizzazione, divorzio, unioni civili, matrimonio gay, eutanasia, transessualismo etc. sono potentemente promossi dagli USA, come diritti, in tutto il mondo. All'inserimento negli ordinamenti nazionali di questi presunti diritti sono spesso subordinati aiuti diretti e indiretti degli USA e delle Organizzazioni internazionali con un vero e proprio ricatto ai Paesi bisognosi d'aiuto (poveri, colpiti da calamità, martoriati da guerre) o semplicemente vincolati militarmente-politicamente-economicamente agli USA. Se i risultati della Commissione Glendon divenissero effettivamente criterio di giudizio e d'azione per il Dipartimento di Stato avremmo una vera svolta nella politica USA che cesserebbe così dall'essere il primo sponsor mondiale dei così detti "nuovi diritti".
BASTA CIÒ PER PARLARE DI FINE DELL'ORDINE LIBERALE? O PER PARLARE DI AZIONE CONTRO-RIVOLUZIONARIA? In realtà, esaminando tanto il mandato conferito da Pompeo quanto il lavoro svolto dalla Commissione, si deve riconoscere che non si è mai usciti dal quadro liberale, al più si è rifiutato l'esito liberal-radicale del liberalismo in nome di una lettura classica (ma anche liberal-democratica) dello stesso liberalismo. I pilastri sui quali si è voluta fondare questa chiarificazione circa i diritti umani inalienabili sono in ciò espliciti: 1) la mens dei Padri Fondatori consegnata nei Testi fondativi degli USA e fatta vivere attraverso le sue riattualizzazioni lungo i due secoli americani; 2) la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948. Entrambe le fonti pongono più d'un problema, primo dei quali il non andare mai oltre un fondamento convenzionale che dunque resta un non-fondamento o, almeno, un non-fondamento-ultimo essendo solo spostato il problema dal fondamento del presunto diritto al fondamento della convenzione che si vuole fondamentale-fondativa. Dire che un diritto è tale (e per di più inalienabile) perché così dichiarato dai Padri Fondatori o perché così è scritto nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani non prova nulla circa la fondatezza di quel diritto, la sua inalienabilità e la sua universalità (diritto dell'uomo, di ogni uomo). Prova solamente che alcuni uomini (siano essi i firmatari della Dichiarazione d'Indipendenza, della Costituzione o della Dichiarazione del '48) in un certo tempo così dichiararono. Per la stessa ragione altri uomini in altro tempo o altro contesto potrebbero dichiarare diversamente emendando, estendendo, cancellando, contraddicendo quanto precedentemente dichiarato inalienabile diritto umano. Se ciò che si dichiara sia il vero o il falso resta questione senza risposta.
DIRITTI NATURALI GARANTITI DA DIO È pur vero che i diritti fondamentali sono nella mens dei Padri Fondatori (richiamata dalla Commissione Glendon perché tale mens ha rilevanza costituzionale e, specie per la scuola originalista, tale mens è vincolo insuperabile per tutto l'ordinamento giuridico statunitense) diritti naturali dati e garantiti da Dio stesso. E questo è già un punto di contraddizione con la cultura filosofico-giuridica occidentale odierna che si dà senza fondamento in Dio e tacendo l'idea stessa di diritto naturale. E tuttavia non basta affermare un generico giusnaturalismo per risolvere il problema del fondamento e della natura dei così detti diritti umani inalienabili. Neppure è sufficiente un vago riferimento a Dio. Resta dunque il problema del fondamento e della natura che si specifica, dato il quadro giusnaturalista di riferimento, nel problema di cosa si debba intendere per diritto naturale. La risposta non è scontata e tantomeno univoca. [...] La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è poi manifestamente in continuità con la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789, ovvero con quell'illuminismo giuridico duramente condannato dalla Chiesa, ad esempio da papa Pio VI nel breve Quod aliquantum. È possibile leggere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 in senso giusnaturalista classico-cristiano? È possibile leggere i così detti "diritti umani" come "diritti naturali dell'uomo" nel senso di diritti inscritti nella natura (normativa) dell'uomo e dunque diritti impressi dal Creatore nella natura stessa? Sono questioni aperte. Il quadro giusnaturalista che la Commissione Glendon ripropone, come si vede, non è chiaro e non certo esente da contraddizioni e problemi. Resta l'impressione che l'Amministrazione Trump abbia voluto, con questa mossa, togliere ai "nuovi diritti" e alle forze ideologiche che se ne fanno promotori la copertura data dall'ombrello del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto costituzionale (diritti fondamentali).
OPERAZIONE MERITEVOLE DI ELOGIO, MA NON BASTA L'operazione è politicamente interessante e certamente meritevole di elogio per il coraggio nell'andare in controtendenza rispetto alla rivoluzione radical in corso da decenni in tutto l'Occidente. È una operazione schiettamente conservatrice nel voler fissare la mens dei Padri Fondatori e la ratio della Dichiarazione ONU del '48 rifiutando invece la deriva relativista e nichilista del liberal-radicalismo e la sua espressione più tipica, la dissoluzione del diritto nella proliferazione di sempre "nuovi diritti". Tuttavia, come ogni opzione conservatrice (e non integralmente restauratrice dell'ordine giuridico classico-cristiano), è debole dal punto di vista filosofico, giusfilosofico e giuridico perché priva di un solido fondamento teoretico. Per disinnescare il processo dissolutore proprio del liberal-radicalismo non è affatto sufficiente riandare al liberalismo classico o al liberal-democratismo, è invece necessario ristabilire il primato del Reale affermando il realismo metafisico-gnoseologico come conditio sine qua non del diritto perché solo dalla conoscenza (metafisica) della natura umana è possibile ricavare quella normatività naturale che fa inalienabili quei diritti inscritti dal Creatore nell'uomo. Si tratta cioè di rifondare l'ordinamento giuridico sul diritto naturale così come inteso da san Tommaso d'Aquino e dalla Cristianità medievale. Si tratta di ristabilire il primato, capovolgendo l'assioma di Rawls, della filosofia (metafisica realista) sulla democrazia perché fondamento della legge deve essere il diritto naturale ovvero l'ordine obiettivo di giustizia impresso dal Creatore e dall'uomo conosciuto con la sua ragione contemplativa. L'uomo può conoscere la Realtà, conoscendo la propria natura e la natura delle cose conosce l'ordine finalistico impresso dal Creatore e quell'ordine si impone razionalmente come ordine morale e giuridico. I così detti "diritti inalienabili dell'uomo" o sono espressione di questo ordine obiettivo di giustizia, naturale e perenne, oppure non saranno affatto "diritti inalienabili dell'uomo" ma piuttosto prodotto convenzionabile convenzionalmente estendibile, emendabile, abrogabile, etc... Se l'obiettivo, benemerito, dell'Amministrazione Trump è bloccare la deriva nichilistica del liberal-radicalismo, il lavoro della Commissione Glendon segna certamente un punto importante in senso politico-culturale osando mettere in discussione il dogma laico dei "nuovi diritti" ma resta debolissimo sotto l'aspetto filosofico, giusfilosofico e giuridico. L'apporto della Tradizione Cattolica - della Dottrina sociale della Chiesa - alla comprensione del diritto (e dei diritti dell'uomo in specie) si rivelerà così sempre più prezioso agli occhi di chi onestamente ricerchi le ragioni per opporsi alla deriva radical. La lezione dell'Aquinate, in questo, si rivelerà decisiva.
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Fonte: Osservatorio Card. Van Thuân, 9 settembre 2020
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I SETTE MIGLIORI LIBRI USCITI NEL 2020
Gli ultimissimi libri scritti da Jason & Crystalina Evert, Silvana De Mari, Aldo Maria Valli, Costanza Miriano, ecc.
Fonte Redazione di BastaBugie, 16 settembre 2020
COME TROVARE L'ANIMA GEMELLA... SENZA PERDERE LA PROPRIA ANIMA 21 segreti che ogni donna dovrebbe conoscere Jason & Crystalina Evert - Ares - pagine 392 - € 18,05 (prezzo Amazon) - Luglio 2020 Come faccio a sapere se mi ama? Vale la pena tenere in piedi questa relazione? Non sarò troppo esigente? Il problema sono gli altri o sono io? Ha senso attendere? E rischiare? Ma soprattutto, l'amore vero esiste? Qualche volta, di fronte a domande come queste, le ragazze si sentono sole. Sognano un amore che duri per sempre, ma temono di non trovarlo. Hanno grandi aspettative, ma spesso si accontentano. Alcune, deluse o impazienti, si buttano in storie senza futuro. Questo libro è un aiuto a riconoscere il bene di ciascuno e intorno a noi convogliandolo in relazioni autentiche; legittimando la speranza che l'amore vero esiste, la certezza di meritarlo e qualche suggerimento per trovarlo. Jason e Crystalina Evert, sposati dal 2003, vivono in Arizona con i loro 8 figli. Specializzati sul tema dell'«amore per sempre», tengono conferenze in tutto il mondo e, negli ultimi dieci anni, hanno incontrato oltre un milione di ragazzi. Hanno scritto diversi libri sull'argomento, molto diffusi in America e in vari Paesi d'Europa. Questo è il primo tradotto in italiano. Per ordinare il libro, clicca qui!
L'ULTIMO MAGO L'epilogo della Saga degli Ultimi Silvana De Mari - Ares - pagine 396 - € 18,05 (prezzo Amazon) - Luglio 2020 L'ultimo Mago, nuova edizione del fortunato L'ultima profezia del mondo degli Uomini (Fanucci 2010), è un romanzo completamente autonomo benché si inserisca perfettamente come epilogo nella Saga degli Ultimi, di cui fanno parte Arduin il Rinnegato (Ares 2017), L'ultimo Elfo (Salani 2004), L'ultimo Orco (Salani 2005) e Gli ultimi incantesimi (Salani 2008). Il protagonista è Rankstrail, il Re "bastardo" degli Uomini, concepito sulle frontiere dalle violenze degli Orchi. Disperso durante un'inondazione Rankstrail viene trovato solo, senza insegne e mezzo annegato, da un gruppo di nemici, che non lo riconoscono e lo catturano: uno dei tanti schiavi, uno dei tanti Uomini rubati alla loro vita perché con la loro forza e il loro dolore costruiscano il mondo degli Orchi. Il cuore di Rankstrail è pieno di odio. La sua anima attende solo il momento in cui potrà saldare i conti, ma il dolore è troppo e la disperazione lo travolge. L'unica cosa che ancora riesce ad attendere è la morte, nella speranza che non sia troppo dolorosa. La sua anima si disperde nelle tenebre e in questa notte infinita che lo circonda da tutti i lati giunge fino a lui, grazie all'antico incantesimo dei "Maghi del Fuoco", la fiamma delle candele, le migliaia di candele con cui il suo popolo piange la sua scomparsa. Quella luce dolcissima e potente gli permette di ricordarsi che lui è il Capitano, il comandante che non lascia mai nessuno indietro, il Re bastardo degli Uomini nel cui sangue scorre il sangue degli Orchi. Anche gli Orchi sono il suo popolo e lui dovrà assumersi la responsabilità di liberare la loro anima, di liberarla dalla ferocia e dalla barbarie, perché gli Orchi esistono e possono essere salvati. Per ordinare il libro, clicca qui!
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GLI STRANI CASI Storie sorprendenti e inaspettate di fede vissuta Aldo Maria Valli - Fede & Cultura - pagine 112 - € 14,00 - Giugno 2020 Dallo sportivo all'attore, dal disabile alla mamma, dal marito alla suora. C'è il quindicenne che ha brandito il crocifisso davanti al gay pride, la scultrice che rende omaggio ai bambini non nati, e ancora l'anonimo fedele che faceva compagnia al medico abortista. Una raccolta di storie curiose e sorprendenti di cattolici che, in giro per il mondo, senza fare rumore, danno testimonianza concreta della loro fede. I loro casi possono apparire "strani" agli occhi di un mondo secolarizzato e indifferente alla fede, ma sono molto graditi agli occhi di Dio, che infatti li ripaga con una grande serenità. Per ordinare il libro, clicca qui!
IL ROSARIO DI NAGASAKI Un fiore nella desolazione atomica Takashi Nagai - Fede & Cultura - pagine 96 - € 14,00 - Marzo 2020 Ammalato e costretto a letto a causa della leucemia, il dottor Takashi Nagai, "il Santo di Urakami", rievoca i momenti intimi della sua famiglia, la guerra, le difficoltà e la nascita dei figli. Soprattutto, ricorda quel giorno dell'agosto 1945 quando la cattedrale e il quartiere cattolico di Nagasaki furono ridotti a cumuli di macerie dall'esplosione della bomba atomica. Per Nagai la tragedia significò la morte della moglie, accanto alla quale fu trovato fuso un pezzo della corona del rosario. Ed è proprio il rosario una delle armi da usare "in ogni luogo, in tutti i tempi, in tutte le necessità" per aprirsi al perdono e non permettere all'odio e alla vendetta di prendere possesso della propria vita. Per ordinare il libro, clicca qui!
NIENTE DI CIÒ CHE SOFFRI ANDRÀ PERDUTO Mistica della vita quotidiana Costanza Miriano - Sonzogno - pagine 224 - € 14,25 (prezzo Amazon) - Settembre 2020 Arrivi a un punto della vita in cui ti sembra che i giochi siano fatti, che nulla possa più migliorare, che tutto sia andato storto, che non sia ciò che avevi sognato. Quello è il tuo matrimonio, quello è il tuo lavoro, quelli i tuoi figli, quella, insomma, è la tua realtà, e vorresti solo scappare via. E invece no. È proprio nel momento del dolore e della delusione più nera che avviene l'incontro più bello, un incontro che indica la strada della salvezza, per noi e per chi ci sta vicino, e che ci insegna a non fuggire dalla fatica di vivere, ma a benedirla come un dono. Costanza Miriano, scrittrice che non teme di andare contro le idee correnti, racconta esperienze di sofferenza e di bellezza. Con la sua leggerezza nell'affrontare i temi più duri dell'esistenza, ci offre una raccolta di storie morali a lieto fine: dalle ferite che si nascondono in un matrimonio alle umiliazioni dell'adulterio, dalle mortificazioni che accompagnano la povertà fino al dramma delle malattie gravi, proprio quando sembra di avere toccato il fondo, nasce l'occasione per conciliarsi con il proprio destino e amare senza condizioni. Per ordinare il libro, clicca qui!
Fonte: Redazione di BastaBugie, 16 settembre 2020
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OMELIA XXV DOMENICA T. ORD. - ANNO A (Mt 20,1-16)
Tu sei invidioso perché io sono buono?
Fonte Il settimanale di Padre Pio
La parabola riportata nel Vangelo di oggi non è di facile comprensione e urta contro il nostro modo di pensare e di giudicare. Davvero, come dice la prima lettura di oggi, «i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie [...] quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri» (Is 55,8-9). La parabola di oggi, prima di tutto, ci insegna che Dio chiama tutti a lavorare alla sua vigna che è la Chiesa. Ognuno di noi, secondo le proprie capacità e doni ricevuti, è tenuto a collaborare per la diffusione del Regno dei cieli. Questo vale per i sacerdoti, per i religiosi, e anche per i laici. Ciascuno deve vivere secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri (cf 1 Pt 4,10). Servire il Signore qui in terra significherà regnare con Lui in Cielo. Dio non ha bisogno di noi; ma, per un mistero della sua Misericordia, Egli si vuole servire delle creature per compiere le sue meraviglie. Dobbiamo ringraziare Dio per questo suo dono, ritenendoci sempre dei servi inutili, per nulla indispensabili. Se riusciamo a fare del bene, pensiamo che Dio poteva servirsi di mille persone diverse per compiere la stessa cosa; anzi, poteva fare benissimo da solo. La parabola del Vangelo presenta però delle difficoltà. Apparentemente, sembra che il padrone della vigna abbia fatto un'ingiustizia retribuendo allo stesso modo gli operai dell'ultima ora e quelli che invece avevano affrontato il peso di tutta la giornata. Non è un'ingiustizia. Tale parabola ci insegna che davanti a Dio nessuno può pretendere dei diritti. La ricompensa di Dio è un dono, non un diritto. La parola "grazia" indica proprio il dono gratuito di Dio. Per comprendere il modo di agire di Dio bisogna comprendere la logica dell'amore e non quella della nostra pretesa giustizia. Al termine della parabola, a chi mormorava contro di lui, il padrone della vigna disse: «Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?» (Mt 20,15). Queste parole ci fanno comprendere la sovrana libertà di Dio. Egli è Padrone della sua grazia e la dona alle sue creature come vuole, quando vuole, e nella misura che Lui vuole. L'atteggiamento della creatura deve essere quello dell'umile riconoscenza e non quello dell'arrogante pretesa. Ricordiamo sempre che i nostri pensieri non sono i suoi pensieri, le nostre vie non sono le sue vie. Il secondo insegnamento che riceviamo da queste parole riguarda quello che, forse, è il più brutto di tutti i vizi, quello che maggiormente si oppone alla virtù della carità, ovvero l'invidia. L'invidia è l'unico vizio che non dà proprio nulla. Gli altri vizi, apparentemente, danno qualcosa; l'invidia è solo tristezza e rancore. È invidioso chi si rattrista per il bene che vede negli altri, soprattutto quando invidia la grazia di cui uno è arricchito. L'invida della grazia altrui è un peccato contro lo Spirito Santo. Non è invidioso chi invece si rallegra per il bene onesto che vede negli altri, anche se lo vorrebbe anche per se stesso. Chi fa così sarà premiato da Dio e sperimenterà la sua Provvidenza. Il Vangelo di oggi è un invito rivolto a ciascuno di noi ad esaminare la nostra coscienza e a togliere ogni traccia di questo brutto peccato. Anche noi saremo premiati da Dio se gioiremo per il bene altrui; anche noi riceveremo le grazie che ammiriamo nelle anime buone, che amano il Signore e lo servono con generosità. In Paradiso si gioirà della gloria che vedremo brillare in tutti i nostri fratelli e sorelle. Ne gioiremo come se fosse nostra. La carità farà sì che ci rallegreremo nello scoprire tutte le meraviglie che Dio avrà operato negli altri. Fin da ora impariamo a comportarci così e la nostra vita diventerà un anticipo di Paradiso. Passiamo ora alla seconda lettura che riporta le parole che san Paolo rivolse ai Filippesi, parole che ci rivelano quello che è stato il suo dramma interiore. Egli, che aveva lavorato alla vigna del Signore forse più di tutti gli altri Apostoli, da una parte desiderava morire «per essere con Cristo» (Fil 1,23), e dall'altra parte sentiva l'importanza di rimanere ancora sulla terra, per il bene dei fratelli. Non si sentiva certamente necessario, ma l'amore per il prossimo lo spingeva a spendere tutte le sue energie per illuminare e confortare i fratelli nella fede e per guadagnarne a Cristo un numero ancora più grande. Di se stesso affermò: «Per me vivere è Cristo e morire un guadagno» (Fil 1,21). Ormai era impensabile vivere senza Gesù, Egli era tutta la sua vita. Il suo desiderio era quello di lasciare al più presto questa terra per esser eternamente con Lui. Lo tratteneva solo il bene delle anime, per le quali consumava volentieri la sua vita. Impariamo da san Paolo ad essere generosi nella nostra dedizione al Signore, e a sentire l'esigenza di lavorare per la salvezza eterna di tante anime.
Nota di BastaBugie: lo sai che familiari e amici possono partecipare alla Messa accanto in una stessa panca? Lo dice la Nota del Ministero dell'Interno del 14 Agosto 2020 in risposta ai quesiti della CEI: "Durante lo svolgimento delle funzioni religiose, non sono tenuti all’obbligo del distanziamento interpersonale i componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi/congiunti, parenti con stabile frequentazione; persone, non legate da vincolo di parentela, di affinità o di coniugio, che condividono abitualmente gli stessi luoghi e/o svolgono vita sociale in comune".
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