VIDEO VIRALE: L'ABORTO E' COME L'OLOCAUSTO
Per la Giornata della Memoria padre Bruno de Cristofaro pubblica un video e scatta il linciaggio mediatico, ma il sacerdote ripete quanto detto da tutti i Papi (VIDEO: Aborto e Olocausto)
Autore: Enzo Vitale - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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ATTENZIONE: PUOI FINIRE NELLA LISTA DEGLI ODIATORI
Chi crede nel matrimonio fra un uomo e una donna o vota per un certo politico può essere incluso nell'elenco e questo non solo è ingiusto, ma determina gravi conseguenze... vediamo quali
Autore: Aldo Maria Valli - Fonte: Radio Roma Libera
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DON MILANI E MONTESSORI? MEGLIO DON BOSCO!
Il metodo educativo di don Bosco era fondato su ragione, religione e amorevolezza (ben diverso il pensiero massonico e femminista della Montessori o quello sessantottino e socio-politico di Don Milani)
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana
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IL SEGRETO DEI MATRIMONI FELICI
Il marito e la moglie, sforzandosi di rendere felice il coniuge, realizzano una unione armonica e così le differenze diventano un arricchimento reciproco
Autore: Pierre Dufoyer - Fonte: I Tre Sentieri
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IL GOVERNO DRAGHI E' IDEOLOGICO E PERICOLOSO
Sembra impossibile, eppure rischia di fare più danni dei precedenti governi (VIDEO: Chi comanda il mondo)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
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IL BELLO DI SCRIVERE UNA LETTERA CON BUSTA E FRANCOBOLLO
Un tesoro da riscoprire per i bambini della Generazione Alpha abituati a interagire con uno schermo fin dai primi mesi di vita
Autore: Aldo Maria Valli - Fonte: Radio Roma Libera
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SANTA GIUSEPPINA BAKHITA, DA SCHIAVA A FIGLIA DI DIO
Bakhita era schiava ed è stata liberata da Gesù, ma in realtà siamo tutti schiavi, prima che la nostra relazione con Dio diventi la più importante di tutte
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano
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OMELIA MERCOLEDI' DELLE CENERI (Mt 6,1-6.16-18)
Il Padre tuo, che è nel segreto, ti ricompenserà
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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OMELIA I DOM. DI QUARESIMA - ANNO B (Mc 1,12-15)
Convertitevi e credete nel Vangelo
Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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VIDEO VIRALE: L'ABORTO E' COME L'OLOCAUSTO
Per la Giornata della Memoria padre Bruno de Cristofaro pubblica un video e scatta il linciaggio mediatico, ma il sacerdote ripete quanto detto da tutti i Papi (VIDEO: Aborto e Olocausto)
Autore: Enzo Vitale - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31-01-2021
Lo scorso 27 gennaio, Giornata della Memoria, un giovane sacerdote, padre Bruno de Cristofaro, ha raccontato in un video un episodio accaduto ad Auschwitz: un giorno, il dottor Mengele, l'"angelo della morte", tracciò una linea su un muro alta circa un metro e mezzo; chi la superava in altezza viveva, gli altri dovevano andare nelle camere a gas. Il delirio furioso con il quale un uomo poneva un criterio arbitrario per definire chi dovesse vivere e chi no - ha aggiunto padre Bruno nel video - è lo stesso di una legge che applica una linea del tutto arbitraria all'età gestazionale di tre mesi. La stessa arbitrarietà con la quale tanti giustificano l'aborto ponendo la stessa linea dove gli pare a seconda del momento: a volte all'annidamento nell'utero, altre volte al 14° giorno, altre alla nascita, altre al primo respiro, etc. L'evidenza scientifica inoppugnabile dice che l'essere umano è tale dal concepimento; eppure, ha concluso il sacerdote, se solo nel 2020 ci sono stati 42 milioni di aborti in tutto il mondo val la pena chiedersi cosa abbiam capito dalla Giornata della Memoria. Apriti cielo: è scattato il linciaggio mediatico da parte dei soliti animi avvelenati (guai a chi tocca la 194!). Ovviamente, nessuna argomentazione logica è stata posta in essere contro il limpido ragionamento di padre Bruno (che non è di così difficile comprensione, in fondo). Sono arrivati solo strali di indignazione per un paragone definito "vergognoso", insulti gratuiti e perfino l'invocazione di un intervento disciplinare pontificio (non scherzo).
SAN GIOVANNI PAOLO II Ora, vorrei notare alcune cose. La prima è che nell'accostamento fra Olocausto e Aborto volontario, padre Bruno è in ottima compagnia. Scriveva l'immenso San Giovanni Paolo II nel libro Memoria e identità: «Dopo la caduta dei regimi costruiti sopra le ideologie del male, in quei Paesi [Germania nazista e Russia comunista, ndr] le forme di sterminio nominate poc'anzi sono di fatto cessate. Permane tuttavia lo sterminio legale degli esseri umani concepiti e non ancora nati. E questa volta si tratta di uno sterminio deciso addirittura da Parlamenti eletti democraticamente, nei quali ci si appella al progresso civile delle società e dell'intera umanità. È lecito e anzi doveroso porsi la domanda se qui non operi ancora una nuova ideologia del male, forse più subdola e celata, che tenta di sfruttare, contro l'uomo e contro la famiglia, perfino i diritti dell'uomo». Più avanti il Pontefice polacco insiste: «Fu un parlamento regolarmente eletto ad acconsentire alla chiamata di Hitler al potere nella Germania degli anni Trenta; fu poi lo stesso Reichstag che, con la delega ai pieni poteri a Hitler, gli aprì la strada per la politica d'invasione dell'Europa, per l'organizzazione dei campi di concentramento e per l'attuazione della cosiddetta "soluzione finale" della questione ebraica, cioè l'eliminazione di milioni di figli e figlie d'Israele. È proprio in questa prospettiva, come ho già rilevato, che ci si deve interrogare, all'inizio di un nuovo secolo e di un nuovo millennio, circa alcune scelte legislative decise nei parlamenti degli odierni regimi democratici. Il riferimento più immediato è alle leggi abortiste. Quando un parlamento autorizza l'interruzione della gravidanza, consentendo la soppressione del nascituro, commette un grave sopruso nei confronti di un essere umano innocente e privo, oltre tutto, di qualsiasi capacità di autodifesa. I parlamenti che approvano e promulgano simili leggi devono essere consapevoli di spingersi oltre le proprie competenze».
PAPA FRANCESCO Ma veniamo a Papa Francesco, invocato dagli abortisti che sono a completo digiuno di magistero pontificio. Il Santo Padre ha avuto contro l'aborto legale parole di gran lunga più infuocate di quelle di padre Bruno. Ne cito solo alcune: «È lecito affittare un sicario per risolvere un problema? A voi la risposta. Questo è il punto. Non andare sul religioso su una cosa che riguarda l'umano. Non è lecito mai, mai eliminare una vita umana né affittare un sicario per risolvere un problema». E ancora: «I ginecologi abortisti sono killer prezzolati». A chi si scandalizza solo a giorni alterni, direi di rileggere con attenzione - e scandendo bene le sillabe - le suddette affermazioni di Papa Francesco. Aggiungo due note storiche per chi non ha tollerato il riferimento al nazismo in tema di aborto. È bene ricordare agli smemorati che le prime due nazioni della storia a legalizzare l'aborto sono state l'Unione Sovietica negli anni Venti e la Germania nazista negli anni Trenta. E lo hanno fatto usando gli stessi identici sofismi usati poi negli anni Settanta in Italia: la salute e i diritti della donna, gli aborti clandestini, i bambini nati malati. Di più, chi ha colto l'occasione del video per sciorinare la biografia di Mengele ha dimenticato un particolare importante: fuggito in Argentina dopo la caduta del nazismo, il medico delle SS, per mantenersi si diede (guarda caso) a praticare aborti. Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 2 minuti) dal titolo "Padre Bruno de Cristofaro su Mengele e l'aborto" si può vedere il video diventato virale di cui ha parlato l'articolo.
https://www.youtube.com/watch?v=qvst24Et2KI
DOSSIER "ADOLF HITLER" Era vegetariano e voleva distruggere la Chiesa Per vedere tutti gli articoli,clicca qui!
Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 31-01-2021
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ATTENZIONE: PUOI FINIRE NELLA LISTA DEGLI ODIATORI
Chi crede nel matrimonio fra un uomo e una donna o vota per un certo politico può essere incluso nell'elenco e questo non solo è ingiusto, ma determina gravi conseguenze... vediamo quali
Autore: Aldo Maria Valli - Fonte: Radio Roma Libera, 6 Febbraio 2021
Attenzione. Se credete nel matrimonio fra un uomo e una donna, se pensate che i bambini abbiano bisogno di un papà e di una mamma, se ritenete che mascolinità e femminilità siano non solo conseguenze culturali ma dati di natura, se non siete in linea con il pensiero politicamente corretto, potreste essere catalogati come pericolosi odiatori. Questo, per lo meno, è quanto avviene regolarmente negli Stati Uniti, dove anche quest'anno il Southern Poverty Law Center, nel rapporto annuale Year of Hate and Extremism, nel quale sono elencati i “gruppi d'odio" presenti nel paese, ha compreso nella lista, accanto a organizzazioni neonaziste, nazionaliste e di suprematisti bianchi, anche associazioni [...] che, pur non avendo nulla in comune con gli estremisti di varia tendenza e colore, sono finiti nell'elenco dei “cattivi" perché ritenuti “anti-Lgbtq", cioè ostili alle persone omosessuali, bisessuali, pansessuali, asessuali, intersessuali, transessuali, transgender eccetera. Ma in che senso ostili? Semplicemente, perché hanno manifestato perplessità e obiezioni circa i “matrimoni" tra persone dello stesso sesso. Alliance Defending Freedom (dal 1993 impegnata nel campo dell'assistenza legale) ha risposto all'inclusione nella lista spiegando che alla base della sua attività, a difesa delle libertà fondamentali di parola, religione e coscienza, non c'è alcuna forma d'odio, bensì la convinzione che tutte le persone siano create a immagine di Dio e che tutti gli esseri umani, nella loro dignità, siano meritevoli di rispetto. Quanto al matrimonio, la famiglia, la sessualità e la santità della vita, l'associazione afferma di basarsi sull'insegnamento delle Sacre Scritture e di rispettare tutti, anche coloro che la pensano in altro modo. Ma, nonostante ciò, l'Alliance si è ritrovata nella lista degli odiatori.
CONSEGUENZE NEGATIVE Stesso discorso per il Ruth Institute, che propone strumenti educativi per sostenere le persone e le famiglie danneggiate dal divorzio e da altre forme di dissoluzione della famiglia. L'obiettivo principale del Ruth Institute, spiegano i responsabili dell'organizzazione, è combattere la disgregazione familiare e il suo impatto sui bambini: ognuno può giudicare se tutto ciò possa significare essere “un gruppo di odio". Il problema è che essere inclusi nell'elenco non solo è ingiusto, ma determina conseguenze pesantemente negative per il lavoro che si svolge (per esempio sotto il profilo della raccolta fondi o della possibilità di partecipare a programmi di assistenza), ma questo tipo di discriminazione non sembra interessare i paladini del politicamente corretto. “Condanniamo la violenza e l'odio e non sosteniamo alcuna persona o gruppo che sostenga o promuova la violenza o l'odio" si legge espressamente nel sito del Liberty Counsel, ma, nonostante ciò, anche questa organizzazione di ispirazione apertamente cristiana è finita nell'elenco degli “odiatori". A volte finire nella lista degli odiatori comporta conseguenze che non riguardano soltanto la raccolta fondi. Nel 2012, per esempio, un uomo armato entrò nella sede del Family Research Council di Washington, altro gruppo definito “di odio", e fece fuoco contro una guardia disarmata, che rimase ferita. In seguito, l'assalitore confessò di aver agito dopo aver visto che il Family Research Council faceva parte dell'elenco stilato dal Southern Poverty Law Center con l'etichetta di gruppo “anti-gay".
GLI ODIATORI DI PROFESSIONE ACCUSANO GLI ALTRI DI ODIO Il Southern Poverty Law Center, fondato nel 1971, originariamente aveva lo scopo di segnalare persone e gruppi che combattevano contro il movimento per i diritti civili. Dagli anni Ottanta incominciò a segnalare gruppi razzisti, di suprematisti bianchi e di neonazisti, come nel caso degli affiliati al Ku Klux Klan, ma da qualche anno inserisce nella lista anche gruppi “anti-immigrati", “anti-musulmani" e “anti-Lgbtq". “Un'organizzazione - specificano i curatori dell'elenco - per essere etichettata come un gruppo di odio non ha bisogno di essersi impegnata in una condotta criminale o di aver dato seguito al proprio discorso con azioni illegali effettive... Le organizzazioni che compaiono sulla nostra lista di gruppi d'odio diffamano gli altri a causa della razza, della religione, dell'etnia, dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere, pregiudizi che colpiscono il cuore dei nostri valori democratici". Insomma, quelle perseguite sono le opinioni, le idee. E chi non è in linea con il pensiero politicamente corretto è automaticamente dipinto come diffamatore, anche se non lo è. Comportandosi in questo modo, dice Jeremy Tedesco, consigliere della Alliance Defending Freedom, il Southern Poverty Law Center, che un tempo era una rispettata organizzazione per i diritti civili, “si è trasformato in un gruppo che attacca e diffonde menzogne su organizzazioni e persone che non sono d'accordo con il suo programma di estrema sinistra". Come spesso succede, i più alti tassi di odio si registrano proprio tra coloro che stilano liste di odiatori.
Fonte: Radio Roma Libera, 6 Febbraio 2021
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DON MILANI E MONTESSORI? MEGLIO DON BOSCO!
Il metodo educativo di don Bosco era fondato su ragione, religione e amorevolezza (ben diverso il pensiero massonico e femminista della Montessori o quello sessantottino e socio-politico di Don Milani)
Autore: Cristina Siccardi - Fonte: Corrispondenza Romana, 3 Febbraio 2021
Il 31 di gennaio è stata la ricorrenza di san Giovanni Bosco (1815-1888), occasione per riflettere, in questi malaugurati tempi di trascuratezza, per usare un eufemismo, sull'educazione della gioventù e per comprendere il peso della pedagogia negativa, sempre più distante dai valori fondativi di una formazione equilibrata e stabile delle creature umane. La vincente e salutare pedagogia preventiva di don Bosco, fondata su tre colonne, Ragione, Religione e Amorevolezza, è stata sostituita, perlopiù, dai sistemi rivoluzionari inaugurati da Maria Montessori (1870-1952) da un lato e da don Lorenzo Milani (1923-1967) dall'altro, la cui amalgama si è trasformata in una caotica e deleteria cultura della diseducazione, priva dei connotati autorevoli della sana gerarchia dei ruoli: il maestro zelante (non l'amico) e l'allievo (fatto di anima e di corpo). Il Metodo preventivo della vincente pedagogia di don Bosco era fondato su tre colonne: la Ragione, la Religione, l'Amorevolezza. La Ragione era basata sul diritto naturale e sul diritto divino e, dunque, ricca di buon senso, di armonia e di ferma consapevolezza del creato e della sfera trascendente. La Religione era Cattolica, unita, quindi, alle verità evangeliche, trasmesse da Santa Madre Chiesa, senza contaminazioni ateiste, liberali, massoniche, socialiste, relativiste... L'Amorevolezza che il fondatore dei Salesiani esigeva per i suoi educatori era determinante per capire al meglio l'alunno, quanto quest'ultimo, come persona fatta di anima e di corpo, fosse importante per Dio e, dunque, per la missione educativa dell'insegnante.
IL SISTEMA PREVENTIVO DI SAN GIOVANNI BOSCO San Giovanni Bosco desiderava il bene totale dei suoi ragazzi, destinati alla Salvezza eterna grazie al Sacrificio in Croce di Nostro Signore Gesù e per questo li voleva liberare dai peccati. Non c'era competizione con il mondo, né lotta di classe nella metodologia preventiva, che, dunque, non provocava stati di odio, invidie, rancori, ma soltanto solida preparazione spirituale e istruttiva per permettere ai giovani di diventare «buoni cristiani e buoni cittadini» - sintesi mirabile dell'essere persona, rispettata e stimata - qualsiasi mestiere avrebbero poi esercitato. La gioventù, emigrata nell'Ottocento dalle campagne in cerca di fortuna a Torino, era per la maggior parte in balia della strada e della delinquenza, fu così che il sacerdote piemontese ne salvò a migliaia e migliaia, presentando loro la Via, la Verità, la Vita di Cristo; preparandoli a vivere nel mondo istruiti e professionalmente competenti; consegnando loro le armi della preghiera e dei sacramenti. La moltitudine dei suoi figli, sia sacerdoti che laici, diedero così nel mondo intero la possibilità di costruire, generazione dopo generazione, innumerevoli famiglie cattoliche. Scrisse l'autore ne Il Sistema Preventivo nell'educazione dei giovani, testo fondamentale per gli educatori salesiani, pubblicato per la prima volta nell'agosto 1877: «Esso [il Sistema preventivo] consiste nel far conoscere le prescrizioni e i regolamenti di un Istituto e poi sorvegliare in guisa che gli allievi abbiano sempre sopra di loro l'occhio vigile del Direttore o degli assistenti, che come padri amorosi parlino, servano di guida ad ogni evento, diano consigli e amorevolmente correggano, che è quanto dire: mettere gli allievi nella impossibilità di commettere mancanze [...]. Il sistema Preventivo rende avvisato l'allievo in modo che l'educatore potrà parlare con il linguaggio del cuore sia in tempo dell'educazione, sia dopo di essa. L'educatore, guadagnato il cuore del suo protetto, potrà esercitare sopra di lui un grande impero, avvisarlo, consigliarlo, e anche correggerlo allora eziandio che si troverà negli impieghi, negli uffici civili e nel commercio».
IL PESSIMO METODO MONTESSORI E DON LORENZO MILANI Ben diverso il pensiero massonico, laico e femminista della Montessori, che percepisce l'educazione come libera spontaneità del bambino, concepito come un agente dell'evoluzione cosmica dell'umanità, non come fragile creatura di Dio, limitata dopo il peccato originale e, dunque, sempre in lotta, dentro e fuori di sé, fra ciò che è bene e ciò che è male. La pedagogia montessoriana si prefigge di stimolare l'energia del minore, considerata particella del fuoco della vita universale, idee acquisite quando aderì al femminismo e all'esoterismo della Theosophical Society, fondata da Helena Blavatsky (1831-1891), filosofa, teosofa, saggista occultista e medium russa, naturalizzata statunitense, e dal colonnello Henry Steel Olcott (1832-1907). Don Lorenzo Milani, che si può ascrivere a buon diritto nell'alveo della teologia della liberazione, forgiò una pedagogia di carattere squisitamente socio-politico. Le sue polemiche inerenti alla lotta classe, di marxiana impostazione, diedero vita ad un sistema incentrato sulla cosiddetta «presa di coscienza» da parte dei ragazzi della loro disagiata condizione proletaria. I suoi giovani dovevano vivere a scuola 365 giorni all'anno: erano bandite le ricreazioni (tanto care a don Bosco e tanto proficue per la proverbiale gioia dei suoi ragazzi) e persino l'attività fisica perché non dovevano distarsi dalle attività intellettive, le uniche a poterli salvare dalla loro vessata condizione. E dalle aule, dove si indottrinavano le fresche menti, si parlava in circolo ed erano assolutamente prive di immagini sacre, perché la fede era una questione di «cuore», come per l'abate Ferrante Aporti (1791-1858), falsamente proclamato fondatore degli asili in Italia mentre in realtà fu il cattolico Marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo (1782-1838).
UMILIAZIONI PUBBLICHE Don Milani era disposto, come provano le testimonianze, ad umiliare pubblicamente coloro che non pensavano esclusivamente a formarsi per poter competere con le forze del potere. Gli studenti non erano da Milani considerati degli scolari, bensì dei pari agli altri e, dunque, dovevano confrontarsi con gli intellettuali. Non a caso la concezione milaniana verrà presa a modello dal pensiero sessantottino: ogni settimana il prete classista invitava a tenere conferenze oratori come i magistrati Gian Paolo Meucci e Marco Ramat, il direttore del Giornale del mattino Ettore Bernabei, lo storico Gaetano Arfé. Era necessaria, perciò, un'educazione finalizzata a trasmettere gli strumenti per sovvertire il modello dei valori tradizionali in vista di un'emancipazione incisiva nella società italiana in sviluppo. Il suo libro Esperienze Pastorali, inizialmente dotato dell'imprimatur ecclesiastico, fu oggetto di un decreto del Sant'Uffizio del 1958 contenente la proibizione di stampa e di diffusione, direttive che decaddero solo nel 2014. Il testo, spalleggiato all'epoca da Giorgio La Pira (1904-1977) e da don Primo Mazzolari (1890-1959), venne con decisione contrastato da La Civiltà Cattolica (20 settembre 1958), dove il gesuita Angelo Perego commentò in termini negativi l'opera, ritenuta carica di ossessioni e di contraddizioni. Le testate giornalistiche laiche di quel tempo vedevano di buon occhio le proposte di don Milani e ne presero a parlare in lungo e largo sulle loro colonne. Don Milani [...] disseminava malessere e turbamenti, senza contare che ebbe deleteri rapporti con i suoi studenti (lui stesso denunciò di provare attrazione fisica nei loro confronti) e scrisse di aver tolto la pace, di aver portato contrasti, dissapori e «zizzania». Il maestro della famosa scuola di Barbiana, che divenne punto di riferimento della Rivoluzione culturale sessantottina, nemica di tutto ciò che era tradizione, delle gerarchie, dei doveri di stato, dei valori cattolici, e che abbracciò mortalmente la libertà di impronta illuminista, rivoluzionaria e secolarizzatrice, è totalmente all'opposto di ciò che beneficamente ha rappresentato, in ogni continente, il santo missionario e mistico Giovanni Bosco, protetto di Maria Ausiliatrice, per la quale fece erigere il magnifico Santuario di Valdocco.
Nota di BastaBugie: nei seguenti articoli si possono approfondire gli errori educativi di Don Lorenzo Milani e quelli di Maria Montessori.
DON LORENZO MILANI, UN CATTIVO MAESTRO Il parroco della Barbiana ha contribuito alla devastazione della scuola italiana (che non premia i meriti, toglie autorevolezza al docente, non prepara alla vita, non educa, anzi devasta i ragazzi) di Marcello Veneziani https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4294
IL METODO MONTESSORI E' DISEDUCATIVO PERCHE' NEGA IL PRINCIPIO DI AUTORITA' Nata 150 anni fa, Maria Montessori nega il peccato originale e quindi basa il suo metodo educativo sulla spontaneità (il successo è dovuto al fatto che si adatta perfettamente a pacifismo, ambientalismo, gender, ecc.) di Vincenzo Sansonetti https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6271
LA FICTION DI PAOLA CORTELLESI SULLA MONTESSORI DIMENTICA DI DIRE CHE APPOGGIAVA L'EUGENETICA, LA MASSONERIA E L'ESOTERISMO Lo sceneggiato in due puntate fa della pedagogista un ritratto da eroina, ma la realtà è molto diversa di Rino Cammilleri https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5594
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Fonte: Corrispondenza Romana, 3 Febbraio 2021
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IL SEGRETO DEI MATRIMONI FELICI
Il marito e la moglie, sforzandosi di rendere felice il coniuge, realizzano una unione armonica e così le differenze diventano un arricchimento reciproco
Autore: Pierre Dufoyer - Fonte: I Tre Sentieri, 13 febbraio 2021
Occupiamoci dei fini che la Provvidenza ha assegnato al matrimonio e che gli sposi debbono quindi realizzare nella loro vita. Dio ha voluto assicurare la procreazione e la educazione dei figli attraverso l'unione dell'uomo e della donna, che ha dotati di corpi biologicamente adatti, di ricca vita interna dell'anima, e particolarmente dell'istinto materno e paterno. Questa è una verità tanto lampante che nessun uomo di buon senso può dubitarne. [...] Questo è il fine primario del matrimonio. Un altro scopo che Dio Creatore ha perseguito attraverso l'unione dell'uomo e della donna, e che nel matrimonio è più o meno consapevolmente cercato dagli sposi, è il vicendevole completamento. Senza dubbio alcuni egoisti sono portati al matrimonio da interessi particolari che sperano così di conseguire. Se tuttavia non si sono ridotti ad un egoismo integrale, ma conserveranno un po' di vero amore, anch'essi cercheranno la felicità e il perfezionamento del coniuge. Lo sposo e la sposa hanno eguale valore umano, come persone della stessa natura; perciò soltanto il bene armonico della coppia può essere il giusto fine del matrimonio e non il bene dell'uno con danno dell'altro. Il tendere al bene vicendevole è una legge naturale e fondamentale del matrimonio, e a quel fine lo sposo e la sposa debbono dedicarsi volonterosamente e risolutamente. L'uomo e la donna sono persone autonome, e tuttavia bisognose di completamento. Questa asserzione non è vera solo per la procreazione, ma vale, sino ad un certo punto, anche nel campo dello spirito. Esiste un modo di sentire, di pensare, di agire tipicamente maschile, come vi è pure un modo tipicamente femminile di pensare, sentire e agire. Uno in parte coincide con l'altro e in parte lo completa.
DIFFERENZE CHE ARRICCHISCONO Il modo di vedere la vita ed i suoi avvenimenti è generalmente più sintetico nell'uomo; egli afferra meglio l'essenziale e le linee generali. È inoltre più freddo e costante poiché la ragione gli consente giudizi meno influenzati dal sentimento. All'uomo è dato di creare, di formare e costruire "il mondo". Non gli rimane quindi molto tempo per le "persone"; è meno sensibile, meno portato alla compassione e alla pietà. La visione della vita nella donna è più analitica, più ricca di sfumature; essa vede e si occupa più dei particolari. Essendo dotata di maggior sentimento e sensibilità, il suo modo di vedere la vita è più caldo e più propenso verso gli esseri umani, in special modo i deboli e i sofferenti. Ha maggiore intuizione e comprensione, ed è perciò più facilmente commossa ma, nel contempo, è più volubile. Tali tratti della psicologia normale maschile e femminile, a cui se ne potrebbero aggiungere tanti altri, mostrano chiaramente che questi due esseri umani possono completarsi vicendevolmente. Un uomo può arricchire una donna con la larghezza di vedute, caratteristica della sua personalità, come nessun'altra donna potrebbe mai fare, e viceversa. Tale differenza e tale possibilità di arricchirsi nei reciproci rapporti stanno alla base della forza universale di attrazione che agisce sui giovani d'ambo i sessi appena inizia per loro la primavera della vita, e che li spinge a cercare la reciproca compagnia e a gustarne il profumo delicato e misterioso. Ora su queste basi nasce anche l'amore propriamente detto, cioè quel sentimento straordinario e intenso che conduce il giovane e la fanciulla a scegliersi tra mille altri, a legarsi l'un l'altro in modo che ogni altra persona viene quasi completamente dimenticata e solo sussiste la gioia e la inesprimibile felicità della reciproca attrazione. "Entrambi sono esseri viventi, incompleti, inesplorati, straordinari" (Chardonne); e lo sono in misura tanto maggiore quanto più grande è la loro istruzione, l'educazione e la ricchezza d'animo; potrà così rinnovarsi continuamente il reciproco completamento.
UNA VITA GIOIOSA E SEMPRE NUOVA Gli avvenimenti della loro vita, come la paternità e la maternità, i problemi costanti sollevati dall'educazione dei figli, le numerose prove che rivelano reazioni fino allora sconosciute, conducono a scoprire nuovi aspetti nell'anima dell'amato, offrono la possibilità di confrontare idee, di osservare lati sconosciuti di concezioni, sentimenti ed inclinazioni. Nelle mutevoli condizioni di vita attuali, marito e moglie possono mettere continuamente in comune le proprie possibilità, arricchirsi comunicandosi i diversi modi di vedere, sostenersi e rinforzarsi con l'amore e la tenerezza, e aiutarsi così a sopperire alle loro necessità e ad adempiere coraggiosamente la loro missione. [...] Il matrimonio può elargire tutto questo ai coniugi. Dio stesso, che gli ha dato tali possibilità, vuole che siano realizzate, e impone perciò agli sposi l'impegno necessario come un dovere di stato. Se la donna vuole attenersi ai piani della Provvidenza, deve considerare il matrimonio come una "missione" da compiere: quella di ottenere un reale arricchimento benefico dello sposo. È necessario che ella compia uno sforzo cosciente e deliberato perché questo arricchimento si realizzi, superando le difficoltà inevitabili e vincendo il proprio egoismo. L'amore l'aiuterà nel suo compito; sappia tuttavia diffidare dell'amore basato sul sentimento spontaneo, che può diventare tiepido per l'abitudine e le delusioni. È perciò necessario che, sin dall'inizio, attinga la sua forza da una chiara visione di quella che è la sua missione nel matrimonio e l'accresca sempre più nel corso della vita coniugale. Così, la risoluta volontà di adempire la sua missione trionferà su tutte le difficoltà. Essa deve "volere" il perfezionamento del coniuge. Innanzi tutto, cercherà quindi di comprenderne bene la psicologia, la concezione dell'amore, come pure quello che egli spera e si aspetta dalla sposa e dal matrimonio. Cercherà di accordare i propri desideri e le proprie speranze a quelle del marito, e lo amerà come egli desidera di esserlo. La donna che così si affatica, troverà nel marito, se ha sposato un uomo dal cuore retto, il sostegno che attendeva e, almeno in parte, la tenerezza che desiderava. [...] Il miglior mezzo per la riuscita del matrimonio, consiste innanzi tutto nello sforzarsi per rendere felice il proprio coniuge. Questo è il segreto delle famiglie felici.
(tratto da: Pierre Dufoyer, La donna nel matrimonio, Edizioni Paoline, 1958)
Fonte: I Tre Sentieri, 13 febbraio 2021
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IL GOVERNO DRAGHI E' IDEOLOGICO E PERICOLOSO
Sembra impossibile, eppure rischia di fare più danni dei precedenti governi (VIDEO: Chi comanda il mondo)
Autore: Stefano Fontana - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14-02-2021
Il governo Draghi non promette niente di buono. Anzi, con la scusa della solidarietà nazionale (attuata tuttavia e come sempre con il manuale Cencelli) e con la retorica dei competenti, rischia di fare ancor più danni dei precedenti. Naturalmente, tutto dipende da cosa uno vuole da un governo in generale e da questo governo in particolare. Ma per chiarirci le idee basta che ci poniamo alcune semplici domande: sarà ancora possibile criticare l'Unione europea, l'euro e la moneta a debito? Rivendicare un briciolo di sovranità nazionale e di identità? Chiedere il controllo delle migrazioni e lo sbarramento dei porti? Aprire alla scuola non statale? Promuovere la famiglia naturale? Chiedere politiche ambientali libere dall'ideologia ambientalista? Pensare ad una digitalizzazione senza controllo centralistico? Diminuire drasticamente le tasse e difendere la proprietà privata? Pensare ad una lotta al Covid non soggiogata alla ideologia vaccinista? Chiunque si faccia queste domande e cerchi una risposta scorrendo i nomi che compongono il nuovo governo deve concludere con un no: su questi temi fondamentali non ci si può attendere nulla da questo governo, anzi ci si deve attendere il contrario di quanto sarebbe giusto e bello fare. Il presidente Draghi ha distribuito le poltrone “politiche" secondo il bilancino del peso dei partiti e, tirando di qua e mollando di là, ha voluto accontentarli tutti. Peccato che la cosa pesi non solo sul metodo poco innovativo e inadeguato alla grandezza messianica del personaggio, ma anche sui contenuti. Il bilancino di Draghi ha lasciato al loro posto la Lamorgese agli Interni, Speranza alla Sanità e la Bonetti alla Famiglia. La politica dei porti attuata dalla prima non ha soddisfatto per niente. Durante la pandemia ne sono entrati tanti e poi tanti.
LASCIATE OGNI SPERANZA VOI CHE ENTRATE Nemmeno la politica anti-pandemica di Speranza può essere considerata soddisfacente: improvvisazioni terapeutiche, lentezze sulle cure domiciliari e sulle protezioni, esclusione inspiegabile di terapie, uso strumentale della scienza: c'è chi propone la sua denuncia alla Corte internazionale di giustizia. Senza contare poi della liberalizzazione voluta da Speranza della pillola abortiva. Del resto un esponente della sinistra comunista al ministero della sanità in questi tempi nevralgici per le tante questioni etiche in ballo non può che produrre disastri per motivi ideologici. La politica della famiglia della Bonetti non si è nemmeno vista, le sue convinzioni personali in proposito lasciano molto a desiderare e, per di più, il suo ministero si chiama “per le Pari opportunità e la Famiglia", ossia la famiglia è collocata dentro le pari opportunità che tutti sappiamo essere oggi non solo quelle tra maschio e femmina ma anche quelle relative ad altri generi. Il quadro ideologico di fondo di questo governo è uguale al precedente: un socialismo illuminato, uno statalismo individualista, un tecnicismo centralistico, un paternalismo costituzionale, un europeismo ideologico. Gli innesti non lo hanno cambiato, semmai lo hanno rafforzato rendendolo ancora più preoccupante. Il nuovo ministro della Pubblica istruzione Patrizio Bianchi ha già fatto affermazioni di dedizione, sostegno e rilancio della scuola statale. Niente di male, ma in Italia non c'è - né deve esserci - solo la scuola statale. Per avere il centralismo educativo dello Stato bastava la Azzolina e l'ideologia neo-giacobina 5Stelle-Pd. E siccome Bianchi è più competente della Azzolina forse potrà fare anche di peggio, dal punto di vista di chi crede nella scuola libera delle famiglie.
LE TRANSIZIONI ECOLOGICA E DIGITALE Poi ci sono le due “transizioni", quella ecologica e quella digitale. Qui stiamo parlando di ambiti pericolosissimi per il bene dell'uomo. La transizione digitale può trasformarci tutti in ultimi terminali di una rete. Può anche renderci dipendenti da un forte controllo centrale e impedire la nostra libertà, quella di pensiero prima di tutto. Può fornire al potere la possibilità di creare dei database su tutti noi, se già non è avvenuto. Che garanzie offre Colao, il nuovo ministro della transizione digitale, su questo delicatissimo fronte? La competenza tecnica? Non è certo sufficiente perché è proprio la tecnica a dover essere guidata. La transizione ambientale è ugualmente preoccupante. L'idea era venuta da Grillo - e la fonte non depone a favore dell'idea - e Draghi l'ha subito accolta. Questo ministero - guidato da Roberto Cingolani - sarà il principale tra tutti, non solo perché assorbirà l'ambito dell'energia ma soprattutto perché guiderà un comitato interministeriale essendo la transizione ambientale trasversale a tutti i ministeri e a tutte le politiche governative. Ora, siccome l'ambientalismo è una nuova ideologia e una nuova religione che si fonda su molti dogmi, poco brilla di buon senso ed è funzionale al grande reset mondiale, c'è molto da preoccuparsi. Se il governo precedente assomigliava a dei concorrenti allo sbaraglio, questo invece ha maggiori pretese che non solo sopravvivere, è più ideologicamente determinato, più autorevole si dice in gergo. e quindi lascerà aperte meno fessure in cui potersi insinuare o forse nessuna fessura. È un governo blindato e funzionale a far transitare il Paese secondo le esigenze dominanti oggi. Che non sono le nostre.
Nota di BastaBugie: Mario Draghi era presente nel seguente video di Povia "Chi comanda il mondo" in qualità di uomo delle èlite dell'Unione Europea. Questa canzone fu pubblicata il 5 marzo 2015. All'epoca Mario Draghi era Presidente della BCE (Banca Centrale Europea).
https://www.youtube.com/watch?v=K-ecOmENIhM
RICHIEDI IL CD Nuovo Contrordine Mondiale La canzone "Chi comanda il mondo" è contenuta del cd "Nuovo Contrordine Mondiale" (19 canzoni) che può essere richiesto a: giuseppepovia@vodafone.it
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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 14-02-2021
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IL BELLO DI SCRIVERE UNA LETTERA CON BUSTA E FRANCOBOLLO
Un tesoro da riscoprire per i bambini della Generazione Alpha abituati a interagire con uno schermo fin dai primi mesi di vita
Autore: Aldo Maria Valli - Fonte: Radio Roma Libera, 8 Febbraio 2021
I miei nipotini milanesi amano ricevere lettere dai nonni di Roma. Intendo lettere vere e proprie, di carta, infilate dentro una busta con il francobollo e impostate. Come si faceva una volta, nel mondo pre-informatico, quando la posta non era ancora elettronica. E al nipotino più grande, di cinque anni, piace anche scriverle, le lettere. In stampatello, con il pennarello blu o viola. E abbondanza di disegni. Vedremo se è infatuazione passeggera o vero amore. Intanto, mi rincuora questa passione per la lettera scritta, con la ritualità e l'investimento che comporta in termini di tempo e di fatica: prendere il foglio, scegliere il pennarello, pensare le parole, scriverle cercando di andare dritti e di non fare troppi errori (nel caso di errore, rifare tutto), pensare il disegno, allegarlo, prendere una busta, scrivere l'indirizzo, appiccicare il francobollo, farsi accompagnare alla buca delle lettere. Il nipotino non scrive solo ai nonni, ma anche alla cuginetta romana, sua coetanea. La quale a sua volta ha deciso subito di rispondere nello stesso modo: carta, pennarello, busta, francobollo eccetera. Parlandosi al telefono, i due cugini si sono confidati un segreto: quando ricevono una lettera non la aprono immediatamente, ma la portano nella loro cameretta, la appoggiano sul cuscino e, prima di aprirla, la lasciano lì un po', come un tesoro da scoprire piano piano e gustare per bene.
LA GENERAZIONE ALPHA Ho letto che i bambini nati dopo il 2010 appartengono alla Generazione Alpha, che sarebbe la prima generazione nata interamente nel ventunesimo secolo. Figli dei Millennials (come sono definiti i nati fra i primi anni Ottanta e la metà degli anni Novanta del secolo scorso), i bimbi Alpha sono stati abituati a interagire con uno schermo fin dai primi mesi di vita. In pratica, sono nati già connessi alla Rete, tanto che per loro avere a che fare con un pc, uno smartphone e la tecnologia touch screen è del tutto naturale, come afferrare il ciuccio e metterselo in bocca. Il sottoscritto lo verifica tutti i giorni col nipotino più piccolo, un pupattolo di tredici mesi che davanti al computer o al cellulare del nonno non mostra alcun tipo di imbarazzo ma, semplicemente, si mette a digitare e a far scorrere immagini con la perizia di un navigatore esperto. Molti studi, in tutto il mondo, sono in corso sulla generazione Alpha e, nel mio piccolo, anch'io osservo con curiosità. Confesso comunque di essere rimasto sorpreso da questo amore per le lettere di carta. Può essere che un bambino di cinque anni, connesso fin dalla nascita, si sia già stancato di tanta digitalizzazione e avverta il bisogno di qualcosa di più solido, più concreto e più personale? Non so. Intanto mi diverto un mondo. Non solo a leggere, ma anche a scrivere. Non basta infatti buttare giù qualche frase di circostanza. I nipotini esigono che i nonni si impegnino. E dunque vai con disegni e disegnini, faccette, animaletti, abbondanza di colori, punti esclamativi come se piovesse. Quando poi si è trattato di inviare il manufatto, sono stato costretto a chiedere lumi a mia moglie: “Scusa, ma tu sai se dalle nostre parti c'è una buca delle lettere?". Erano anni che non la usavo.
UNA MISSIVA ANCORA PIÙ FANTASMAGORICA Di recente, la sorella minore del nipotino grafomane (bimba di quasi tre anni), durante un videocollegamento, ha chiesto ai nonni romani di poter ricevere una lettera tutta per lei, con il suo nome sulla busta. Desiderio che è stato prontamente soddisfatto con una missiva ancora più fantasmagorica. Per i nonni lavoro doppio, ma anche doppia gioia. Riuscirà la fantasia dei nonni a rispondere alle sorprendenti esigenze di questi bimbi Alpha? Staremo a vedere. Nel frattempo, noi vecchi babyboomers, che pensavamo di essere stati ormai definitivamente e inesorabilmente superati dalle nuovissime applicazioni tecnologiche, e debitamente rottamati, ci godiamo questa piccola rivincita della parola scritta sulla carta. Davvero, io che ho imparato a scrivere intingendo un dispositivo chiamato “pennino" in un preparato chiamato “inchiostro", utilizzando un supporto chiamato “quaderno" e avvalendomi di un'attrezzattura chiamata “carta assorbente" (queste erano le nostre app), non avrei mai immaginato di riscoprire l'arte del manoscritto in tarda età. Un vecchio modo di comunicare che, a quanto pare, non vuole morire. Forse perché esprime meglio l'amore?
Fonte: Radio Roma Libera, 8 Febbraio 2021
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SANTA GIUSEPPINA BAKHITA, DA SCHIAVA A FIGLIA DI DIO
Bakhita era schiava ed è stata liberata da Gesù, ma in realtà siamo tutti schiavi, prima che la nostra relazione con Dio diventi la più importante di tutte
Autore: Costanza Miriano - Fonte: Blog di Costanza Miriano, 8 febbraio 2021
Bakhita [...] era una bambina nera che viveva in un villaggio africano e che a sei anni venne rapita dai mercanti di schiavi, e portata al mercato. Strappata dalle braccia della mamma e separata dai fratelli e dalle sorelle (aveva anche una gemellina), incatenata e frustata a sangue, è talmente impaurita che dimentica tutto, persino il suo nome e quello della sua mamma. Assiste a crudeltà inenarrabili, come alla scena di una madre che non riesce a far tacere il suo bambino attaccato al seno svuotato di latte dalla marcia estenuante, e che si vede strappare dalle braccia il piccolo. Il mercante di schiavi lo prende per i piedi, lo fa roteare in aria e lo lancia contro una roccia, dove la sua testa si sfracella. La madre, pur stremata, in quel momento diventa una iena e si lancia contro il mercante, che la ammazza a calci, pugni e frustate. Bakhita - che vuol dire "felice", e che è un nome assegnatole per scherno da un guardiano - ha molte di queste immagini scolpite negli occhi. Lei stessa subisce percosse di ogni tipo, passando di mano in mano per vari padroni. La sua pelle viene anche incisa per fare dei disegni decorativi sul corpo che era sempre nudo, come toccava a tutte le schiave, solo per un capriccio della padrona. Dopo l'incisione, dentro la ferita fatta col rasoio, viene messo e stropicciato del sale, affinché si formino delle cicatrici più grosse e indelebili, poi le schiave vengono buttate sulle stuoie in preda alla febbre per l'infezione, al delirio, sanguinanti.
I NUOVI PADRONI Molte muoiono. Bakhita si riprende, dopo due mesi, così "decorata", e si rimette in piedi a servire, subendo molto altro nella casa di un generale turco dove è finita a servizio. Infine viene comprata dal console italiano: è finalmente in una vera famiglia, le danno per la prima volta in vita sua, a diciotto anni, una tunica per coprirsi (fino ad allora aveva vissuto nuda). Riceve per la prima volta gesti umani, non viene più picchiata. Non è certo trattata da donna libera, ma almeno da persona, conosce per la prima volta una sorta di dignità. Così, quando il console rientra nel suo paese, chiede di partire con lui e la moglie e, arrivata in Italia, viene "regalata" a una famiglia di amici. I nuovi padroni hanno una bambina piccola, la quale si affeziona moltissimo a Bakhita, che dorme con lei nella stessa cameretta, e le fa da mamma. Dopo tre anni la famiglia decide di trasferirsi in Africa, ma prima sono necessari dei preparativi, e diversi sopralluoghi: per molti mesi Bakhita e la bambina vengono lasciate da alcune suore a Venezia. E qui succede il miracolo: per la prima volta sente parlare di Dio, e quando le dicono che attraverso il battesimo anche lei può diventare figlia di Dio, «anche mi, povera negra!», impazzisce di gioia. Lei, proprio lei che aveva subito le più atroci torture e le più totali umiliazioni, era figlia del padrone dell'Universo? Se quello era suo padre, lei era dunque una principessa? Questa notizia per Bakhita diventa la cosa più importante di tutte, capisce che è la cosa più preziosa della vita e non la vuole più perdere. Quando i suoi padroni tornano in Italia dall'Africa, dove avevano aperto un albergo, per portarci lei e la bambina e assegnarle il ruolo di barista, lei, che pure in qualche modo sarebbe stata "promossa" e avrebbe finalmente avuto un lavoro retribuito, dignitoso, non vuole lasciare le suore che per prime le hanno parlato di suo Padre, il Re dei re, e di sua madre, la Madonna, versione celeste e potenziata di quella mamma per cui aveva tanta nostalgia, pur non ricordando nulla di lei.
FELICE E PIENA DI GRATITUDINE, NONOSTANTE LE UMILIAZIONI Il resto della sua vita - ottiene di rimanere in Italia, dove la schiavitù non esiste, e trova il coraggio di chiedere di essere ammessa tra le suore - trascorrerà nello stupore e nella riconoscenza, rinnovata ogni giorno per cinquant'anni, di essere considerata degna non solo di essere trattata come un essere umano, ma addirittura dell'amore di Dio, morto per lei. Come le invidio questo stupore, io che mi addormento alle messe (ho sviluppato una tecnica mimetica ma, se mi vedete con la testa fra le mani, voi ormai lo sapete, non sto riflettendo), e come le invidio l'umiltà con cui diceva dei suoi aguzzini che «non erano cattivi, solo che non conoscevano Dio», io che mentre prego in macchina e mi sento al massimo dell'ascesi, se solo uno non fa lo stop, desidero profondamente inchiodargli davanti e scendere a picchiarlo con il cric. Bakhita è finalmente felice e piena di gratitudine, anche se per lei continuano le umiliazioni: era raro ai primi del Novecento vedere in Italia una donna di colore. I suoi piccoli allievi dell'asilo la schifavano, all'inizio, e se lei li toccava correvano a lavarsi. Una volta una donna in treno le chiese se i palmi delle mani le si fossero schiariti a forza di lavarle, e lei rispose che sì, e che comunque le si sarebbero schiariti anche i dorsi, col tempo. Era una donna veramente libera, libera da tutti i condizionamenti e dagli sguardi degli altri, perché le interessava uno sguardo solo. Dimenticavo di dire che con il battesimo ha preso il nome di Giuseppina, ed è diventata santa Giuseppina Bakhita.
Fonte: Blog di Costanza Miriano, 8 febbraio 2021
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OMELIA MERCOLEDI' DELLE CENERI (Mt 6,1-6.16-18)
Il Padre tuo, che è nel segreto, ti ricompenserà
Fonte Il settimanale di Padre Pio
È iniziata la Quaresima. Questo tempo che dura quaranta giorni è il "tempo favorevole" per la nostra conversione, per prepararci nel modo migliore alla celebrazione della Pasqua. Le letture ci offrono diversi spunti di meditazione. La prima lettura ci invita a una profonda conversione. Il signore così ci dice per bocca del profeta Gioele: "Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso" (Gl 2, 12-13). Dobbiamo convertirci e dobbiamo pregare per la conversione dei nostri fratelli. Infatti, poco più avanti, il Profeta così scrive: "Tra il vestibolo e l'altare piangono i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano: "Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al ludibrio e alla decisione delle genti"" (Gl 2,17). Tutti noi, certamente, abbiamo bisogno di conversione, ma non possiamo disinteressarci di tanti nostri fratelli e sorelle che vivono come se Dio non esistesse e vanno verso la loro perdizione. Per loro dobbiamo innalzare continuamente le nostre preghiere, come i sacerdoti di cui parla Gioele, e implorare per tutti misericordia. Cogliamo l'invito di San Paolo apostolo che così ci dice: "Lasciatevi riconciliare con Dio" (2Cor 5,20). Ci riconcilieremo con Dio ogni volta che ci accosteremo al sacramento al sacramento della Confessione che è l'incontro tra la Misericordia di Dio e l'umiltà dell'uomo pentito. Prepariamoci con cura a questo incontro, con un buon esame di coscienza, con vivo dolore, fermo proposito tra la Misericordia di Dio e l'umiltà dell'uomo pentito. Prepariamoci con cura a questo incontro, con un buon esame di coscienza, con vivo dolore, fermo proposito e una accusa sincera di tutti i nostri peccati. Infine il Vangelo ci dà tre preziosi insegnamenti. Il primo riguarda la preghiera, una preghiera fatta con il cuore, una preghiera che deve diventare un dialogo d'amore con Dio. Gesù, infatti, dice: "Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che è nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,6). Il secondo insegnamento si riferisce all'elemosina, ovvero alla carità fraterna che riveste tante forme diverse. Gesù ci insena a praticare queste opere di misericordia non per essere lodati dagli uomini, ma unicamente per fare del bene. Riguardo a quelli che fanno del bene per essere approvati dagli altri, Gesù dice: "Hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra" (Mt 6,2-3). Il terzo insegnamento è quello del digiuno. Il digiuno è una forma di penitenza che in questa Quaresima non dovrà mancare. Digiunare significa togliere qualcosa dalla nostra tavola per darla a che non ne ha. In senso ampio significa rendere più sobria la nostra vita, eliminando sprechi e spese inutili, per favorire la preghiera e la carità fraterna. Se la nostra preghiera sarà accompagnata dall'elemosina e dal digiuno, diverrà molto potente presso il Cuore di Gesù e ci otterrà tutto ciò di cui abbiamo bisogno, noi e i nostri cari.
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Fonte: Il settimanale di Padre Pio
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OMELIA I DOM. DI QUARESIMA - ANNO B (Mc 1,12-15)
Convertitevi e credete nel Vangelo
Fonte Il settimanale di Padre Pio
Da pochi giorni è iniziata la Quaresima. Il Vangelo di questa prima domenica ci presenta un episodio tra i più misteriosi della vita di Gesù: le tentazioni nel deserto. Il Signore si era ritirato nel deserto per pregare e digiunare, e satana lo tentò. Si trattava, ovviamente di tentazioni esterne, in quanto Gesù è la santità stessa e non poteva avvertire interiormente gli stimoli del male: in Lui era impossibile il peccato. Per quale motivo Gesù ha permesso che il demonio lo tentasse? Sant'Agostino, con la solita chiarezza, disse che Gesù prese da noi la nostra debolezza, mentre noi prendiamo da Lui la sua vittoria. In poche parole, Gesù ha voluto fare sue le nostre tentazioni per donarci il suo trionfo. Egli permise quella prova per farci comprendere che il demonio esiste, che continuamente tenta gli uomini per allontanarli dalla Volontà di Dio. E, sottoponendosi a quelle tentazioni, Gesù ha dato a noi la forza di resistere e di trionfare sul maligno tentatore. Il demonio fa di tutto per non essere scoperto, ci fa credere che lui non esiste, per agire indisturbato, ma noi dobbiamo aprire bene gli occhi e difenderci con le armi della preghiera. Dai passi paralleli degli altri Evangelisti, sappiamo che Gesù fu provato con tre tipi diversi di tentazione, e queste tre tentazioni fanno leva sui tre punti deboli dell'uomo decaduto: a) la ricerca del benessere materiale. Gesù risponde con queste parole: non di solo pane vive l'uomo; b) il desiderio di potere terreno, che diventa idolatria. Gesù dice: a Dio solo ti prostrerai, Lui solo adorerai; c) la presunzione di avere un Dio a nostro capriccio, che faccia la nostra volontà e compia miracoli a nostro piacimento. Questa tentazione arriva al punto di giudicare lo stesso operato di Dio. Gesù risponde con queste parole: non tenterai il Signore tuo Dio, facendoci comprendere che siamo noi a dover fare la Volontà di Dio, e non viceversa. A differenza di Gesù noi tutti siamo inclinati verso il male e dobbiamo continuamente lottare contro i nostri vizi. Ma, se rimarremo uniti a Gesù, supereremo ogni prova. Abbiamo tre nemici: a) il nostro io, cioè l'egoismo. È il nemico più pericoloso che continuamente ci accompagna; b) il mondo, che oggi come mai è lontano da Dio e trascina verso l'abisso; c) il demonio, che soffia sul fuoco, ci studia e trova il nostro lato più debole e fa leva su quello per rovinarci. Come difendersi? a) Con la preghiera. Chi prega vince il male, chi trascura la preghiera è vinto dal male. b) Con la prudenza. Il demonio è come un cane furioso legato a una catena. L'importante è non avvicinarsi. Diceva san Filippo Neri che, di fronte al pericolo, di fronte alla tentazione, chi è forte scappa, chi è debole invece non fugge e cade. c) Con la mortificazione. Non dobbiamo accarezzare troppo "frate asino" (così san Francesco d'Assisi chiamava il suo corpo), altrimenti poi scalpita. Una vita sobria è una difesa contro il male. Mortificazione soprattutto degli occhi, poi della gola, di certi divertimenti pericolosi, della lingua... d) Con la carità e l'umiltà, che mettono in fuga il demonio. Questa è la più grande difesa. Amare Gesù con tutto il cuore e servirlo nei nostri fratelli. e) Con la devozione alla Madonna, a Colei che è la Vincitrice del demonio. Il Signore si è servito di Lei per schiacciare la testa al serpente infernale, proprio per la sua profonda umiltà. Ed è sempre grazie a Lei che si vincono le tentazioni. Invochiamola con fiducia. San Carlo da Sezze, in un certo periodo della sua giovinezza, fu tormentato da un pensiero molto brutto contro la purezza. Lui combatteva, resisteva, ma intanto il pensiero continuava a molestarlo. Pregava tanto, ma quel pensiero non se ne andava; faceva molta penitenza, ma quel fastidio continuava con più insistenza. Non gli rimaneva che un'arma: l'umiltà. Si umiliò manifestando questa tentazione a un amico spirituale e da quel giorno fu liberato da quella ossessione. Questo episodio ci fa capire l'importanza della Confessione: Dio potrebbe rimettere i peccati anche direttamente, ma si vuole servire del sacerdote perché ama gli umili. Confessare i propri peccati a un sacerdote è infatti un atto di umiltà e nel Magnificat si legge come Dio innalza gli umili e resiste ai superbi. Sia questo il proposito per questa Quaresima: riscoprire la bellezza della Confessione che è l'incontro tra la misericordia di Dio e l'umiltà dell'uomo pentito. Infine, confessandoci, noi realizzeremo le parole con cui si conclude il Vangelo di oggi: «Convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,15).
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