BastaBugie n�730 del 18 agosto 2021

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1 KNOCK, OVVERO IL TRIONFO DELLA MEDICINA... A SPESE DEL MALATO
Per il dottor Knock la parola ''salute'' va eliminata dal dizionario perché, secondo la sua idea di medicina, ''i sani sono dei malati che non sanno di esserlo'' (VIDEO: Trailer del film del 1951 e sceneggiato tv del 1966)
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
2 LE STATISTICHE UFFICIALI CONFERMANO CHE IL VACCINO NON SERVE A BLOCCARE IL CORONAVIRUS
I cosiddetti vaccini anti-covid sono farmaci in fase sperimentale che sono stati imposti grazie alla massiccia propaganda dei media di regime (VIDEO IRONICO: Se non fai il vaccino, muori)
Autore: Silvana de Mari - Fonte: Blog di Silvana De Mari
3 LA FESTA PER IL 60° COMPLEANNO DI OBAMA... SENZA MASCHERINE E DISTANZIAMENTO
Vietato diffondere foto del mega evento di tre giorni perché il popolo bue non deve accorgersi che le regole valgono solo per alcuni... come in Italia il clamoroso via libera alle Feste dell'Unità (VIDEO: L'Obama party 2021)
Autore: Valerio Pece - Fonte: Sito del Timone
4 NON ESISTE LA SCUOLA DELL'OBBLIGO: AI TUOI FIGLI PUOI INSEGNARE TU
Intervista a Stefano Fontana: ''Consegniamo allo Stato i nostri figli dall'asilo nido all'università senza nemmeno chiedere cosa esso ne voglia fare''
Autore: Giulia Tanel - Fonte: Pro Vita & Famiglia
5 IL CATTOLICO OMISSIVO, MAESTRO NEL NON FARE NULLA CON LA SCUSA CHE NON E' IL MOMENTO
Il cugino ha divorziato? ''Non è opportuno ora andargli a parlare...'' L'amica vuole abortire? ''Sono situazioni delicate...'' Una coppia di amici sta per fare la fecondazione artificiale? ''Poi li chiameremo...''
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana
6 LE VITTORE DELLA BATTAGLIA CONTRO L'ABORTO
Dagli Stati Uniti giungono le novità più incoraggianti, nonostante Biden e l'Organizzazione Mondiale della Sanità remino contro
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana
7 LA MESSA IN TELEVISIONE NON ADEMPIE IL PRECETTO
E' peccato mortale non andare alla Messa la domenica e le feste comandate, a meno che non ci sia un serio motivo di salute o altro (ad esempio la cura dei lattanti)
Autore: Pierfrancesco Nardini - Fonte: I Tre Sentieri
8 OMELIA XXI DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Gv 6,60-69)
Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna
Fonte: Il settimanale di Padre Pio

1 - KNOCK, OVVERO IL TRIONFO DELLA MEDICINA... A SPESE DEL MALATO
Per il dottor Knock la parola ''salute'' va eliminata dal dizionario perché, secondo la sua idea di medicina, ''i sani sono dei malati che non sanno di esserlo'' (VIDEO: Trailer del film del 1951 e sceneggiato tv del 1966)
Autore: Don Stefano Bimbi - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 09-08-2021

«I sani sono dei malati che non sanno di esserlo». È questa la lezione del dottor Knock. O, meglio, è la sua vocazione: farci capire che non stiamo bene, anche quando crediamo il contrario. Il dramma è che questo medico nato nel 1923 dalla penna di Jules Romains, protagonista della commedia in tre atti "Knock o il trionfo della medicina", riesce nel suo intento.
Quando prende servizio in un paesino di montagna dimenticato dal mondo, il dottor Knock si trova davanti a una situazione per lui disarmante: tutti gli abitanti sembrano godere di ottima salute. Passano poche settimane e la situazione cambia, grazie alla collaborazione con il maestro e il farmacista, alla pubblicità esercitata tramite il banditore del paese e l’esempio di una ricca nobildonna. Knock apre il suo ambulatorio e il lunedì visita gratuitamente i pazienti. Crea un bisogno e, a quel bisogno, risponde insinuando in chiunque gli capiti a tiro il sospetto della malattia. Non importa quale, ma meglio quella di natura virale.
Improvvisamente, tutti si scoprono malati e tutti vogliono sentirselo dire dal dottor Knock. Per il medico di questa fortunata commedia la "salute" è un concetto sorpassato, che non può resistere di fronte all’avanzare della scienza moderna. È solo una parola che, senza alcun danno, potrebbe essere eliminata dal nostro dizionario. Afferma infatti il dottor Knock: «Quanto a me, conosco solo individui più o meno affetti da malattie più o meno disparate e con esiti più o meno rapidi. Naturalmente, se dite loro che stanno benissimo, non chiedono di meglio che credervi. Ma così li ingannate. L'unica scusante può essere quella d’avere già troppi malati per caricarvene di nuovi».

CONTAGI DA VIRUS
E sui contagi da virus il dottor Knock sembra anticipare quello che un secolo dopo i virologi hanno detto in tutte le trasmissioni televisive in merito alla pandemia da Coronavirus del 2020: «...si può anche andare in giro con una faccia rubiconda, una lingua rosea, un appetito eccellente e covare, in tutti i meandri del proprio organismo milioni di bacilli di estrema virulenza, capaci di infettare un dipartimento intero».
Jules Romains fa capire che il virus inoculato da Knock è la fiducia cieca nella "scienza". Che ovviamente è soltanto quella del medico più moderno e aperto alle nuove conquiste del progresso e non certo il buon dottore che, fedele al giuramento di Ippocrate, curava solo in caso di malattia e nell'interesse esclusivo del malato.
Il dottor Knock opera quindi un vero e proprio ribaltamento della medicina. Al collega che ha sostituito e che gli rimprovera che nel suo agire «l’interesse del malato è subordinato a quello del medico», il dottor Knock risponde: «Lei dimentica che c'è un interesse superiore a questi due: quello per la medicina... è il solo di cui io mi preoccupi. Lei mi dà un comune popolato da migliaia di individui neutri e indeterminati e il mio compito è quello di determinarli, di indurli all'assistenza medica. Non c'è niente che mi urti come quell'essere né carne né pesce che lei definisce individuo sano».
Il racconto venne scritto nel 1923 e ha avuto ben quattro versioni cinematografiche. Dire che è stato profetico è dir poco: ha anticipato la nascita della propaganda di massa che verrà utilizzata nelle dittature di mezza Europa e anche la propaganda pubblicitaria che dall'America faceva ingresso nel Vecchio Continente. Ma vediamo soprattutto che profetizzava la società del terzo millennio, dove gli unici negozi sempre affollati di gente sono le farmacie e gli studi medici dei dottori. La medicina è diventata semplice affarismo e non più riguardo per la salute; mentre la psicoanalisi freudiana inculcava nelle menti delle persone che qualsiasi stato d’animo naturale, in passato considerato normale, era malessere: tristezza, stanchezza, inappetenza, vecchiaia, divenivano nuove malattie che rendevano indispensabili l’uso delle medicine, o il ricovero in ospedale.

OTTIMI FILM (ECCETTO QUELLO DEL 2017)
Il film del 1951 "Knock, ovvero il trionfo della medicina", con la stupenda interpretazione di Louis Jouvet, è stato prodotto nel 2021 dalla DNA Srl in un Dvd e facilmente reperibile in Internet. Assolutamente da acquistare, vedere e far vedere. Oltre al Dvd suddetto si può vedere su YouTube il pregevole sceneggiato televisivo del 1966 trasmesso dalla Rai dove il dottor Knock è interpretato da Alberto Lionello. Alcune scene del film sono commentate in un altro video, anch'esso disponibile su YouTube, con il documentario dal titolo "Inventori di malattie" dove il giornalista Silvestro Montanaro, conduttore del programma Rai "C'era una volta", racconta di come l’industria farmaceutica "crea" le malattie. Il video inizia con un’intervista all'ex vicepresidente del settore marketing della Pfizer.
Assolutamente da sconsigliare è invece il remake cinematografico del 2017 dove Omar Sy interpreta un improbabile dottor Knock di colore che ribalta totalmente la vicenda risultando l'eroe che porta la medicina a trionfare sulla religione. Ovviamente la religione criticata è quella cattolica, oscurantista e nemica del progresso impersonata dal sacerdote del paese che accusa il dottore pubblicamente durante un funerale usando addirittura informazioni avute nel segreto della confessione e risultate poi false. Un vero e proprio rovesciamento della commedia originale di Jules Romains. Molto meglio le versioni del 1951 e del 1966 che aiutano a capire perché siamo finiti nella situazione odierna dove la medicina ha smarrito la sua missione originaria pensata da Ippocrate e sviluppata negli ospedali medioevali fondati dalla Chiesa.

Nota di BastaBugie: per vedere il trailer del film sul dottor Knock del 1951 e lo sceneggiato televisivo del 1966 (versione integrale) guarda i video qui sotto.
Per acquistare il dvd con il film del 1951 (prezzo Amazon € 11,04), clicca qui!
Per approfondimenti sul dottor Knock e per vedere due video su come si creano i malati nel terzo millennio, clicca qui!

TRAILER DEL FILM DEL 1951 (durata: 1 minuto)


https://www.youtube.com/watch?v=ry8vtmVaQGo

SCENEGGIATO TELEVISIVO DEL 1966 (durata: 1 ora e 25 minuti)


https://www.youtube.com/watch?v=WGhG9Q5Y_PE

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 09-08-2021

2 - LE STATISTICHE UFFICIALI CONFERMANO CHE IL VACCINO NON SERVE A BLOCCARE IL CORONAVIRUS
I cosiddetti vaccini anti-covid sono farmaci in fase sperimentale che sono stati imposti grazie alla massiccia propaganda dei media di regime (VIDEO IRONICO: Se non fai il vaccino, muori)
Autore: Silvana de Mari - Fonte: Blog di Silvana De Mari, 11 agosto 2021

Prendiamo un giorno a caso. Il 3 agosto del 2020, prima che il meraviglioso "vaccino" salvavita comparisse nel mondo, abbiamo avuto: 41 pazienti in terapia intensiva, 734 pazienti ricoverati, 12 morti. il 3 agosto del 2021 con metà della popolazione italiana inoculata doppia dose i dati sono: 258 pazienti in terapia intensiva, 2.196 pazienti ricoverati, 27 morti. Gli altri giorni sono più o meno uguali.
Da questi dati, dati ufficiali, si deducono due cose. Primo: non esiste nessuna condizione di emergenza. Secondo: i cosiddetti vaccini non sono certo risolutivi, anzi, si potrebbe avere l'impressione che forse non facciano questa montagna di bene. L'identificazione del vaccino con il Messia è stato molto accentuata in Italia da una spettacolare scenografia.
Fino alla prima metà del secolo scorso il potere apparteneva a chi aveva in pugno le produzioni: petrolio, ferro, carbone, industrie, grano, bestiame. Oggi il potere appartiene a chi ha in pugno la comunicazione. L'importanza della comunicazione, della propaganda, del cosiddetto marketing, della sceneggiatura in parole povere, è già stata intuita dalle grandi dittature del secolo scorso.

AVEVA RAGIONE FANTOZZI, ERA PROPAGANDA DI REGIME
Sia Hitler che Stalin intuiscono che hanno bisogno di registi. Hitler stesso commissionò il film Il trionfo della volontà alla regista Leni Riefenstahl, classico della propaganda politica, che nessuno oggi si sognerebbe di mostrare per qualcosa di diverso di quello che è, un documento per comprendere i meccanismi psicologici necessari per instaurare una dittatura atroce.
Il regista di Stalin è Ejzenstejn, con il quale si sono ammorbati cineforum degli anni 70 fino all'indimenticabile urlo del ragionier Fantozzi sul fatto che la mitica corazzata fosse una boiata pazzesca. Aveva ragione il ragionier Fantozzi: si tratta di un film di regime fatto mentre milioni di creature umane venivano uccise o agonizzavano in Siberia in condizioni atroci.
Attualmente la propaganda è molto più globale e sottile di quella che avevano in pugno i dittatori del XX secolo. Per subire la propaganda di Hitler o di Stalin bisognava andare al cinema, o anche ascoltare la radio, certo, ma la potenza delle immagini sul nostro cervello non è paragonabile e quella delle parole. La mente umana è stata stravolta dall'arrivo del cinema e poi ancora di più della televisione.
Il nostro cervello non è programmato nelle sue parti arcaiche a distinguere il vero dal falso se lo sta vedendo e la televisione è in salotto, è in casa. Qualsiasi propaganda somministrata per immagini ha una potenza che anche i cervelli più smaliziati non sempre riescono a controllare. Ogni immagine che vediamo finisce nel nostro subconscio e lì resta per sempre. Non mettiamo in bocca tutto quello che capita: alla stessa maniera dobbiamo cominciare a fare attenzione a non lasciar entrare nella testa e nel subconscio tutto quello che capita. Se proprio stiamo guardando qualcosa, dobbiamo guardarlo "da svegli", essendo consci che è possibile che ci venga somministrata propaganda.

LA PROPAGANDA DI OGGI TRAMITE FILM E SERIE TELEVISIVE
Propaganda ci viene somministrata da decenni con i film e con le serie televisive. In due generazioni sono state distrutte le concezioni sulla famiglia e sui rapporti umani. Se in una serie divertente come Friends o The sex and the city i partner vengono cambiati più o meno come si cambiano le scarpe, è evidente che San Paolo che condanna l'adulterio è un superato svanito. Se in tutte queste serie tutte le persone che hanno l'altro stile di vita condannato da San Paolo sono belli, simpatici e approvati, è evidente che San Paolo ha torto, e che va vietato. Al momento delle nazioni dove è stata approvata una legislatura simile a ddl Zan, San Paolo è di fatto vietato, e chi osa leggere la famosa lettera ai romani, si può trovare fisicamente in prigione.
Nel momento in cui noi stiamo davanti alla televisione il nostro cervello, se non stiamo attenti, ma proprio attenti, finisce in ritmo alfa, ritmo più lento del beta, che è quello abituale. Questo il motivo per cui davanti alla televisione è più facile addormentarsi. Davanti alla televisione siamo talmente rilassati che il nostro metabolismo rallenta, questo è uno dei motivi per cui, spesso, i forti guardatori di televisione sono obesi. Il secondo è che, se mangiamo guardando uno schermo, siamo tropo distratti per percepire il senso di pienezza e per renderci conto del quantitativo di cibo che introduciamo: le cosiddette confezioni famiglia di popcorn, patatine, coca cola e gelato fingono di essere state concepite per le ormai inesistenti famiglia, ma in realtà sono per il guardatore solitario di televisione. Detto in parole povere la televisione ha un potere ipnotico.
I cosiddetti vaccini sono farmaci in fase sperimentale ai quali ne la FDA statunitense, né l'EMA europea né l'AIFA italiana hanno mai dato piena approvazione. Questi farmaci sono "consentiti" solo dove ci sia emergenza e dove non ci siano altre cure. La televisione con il suo potere ipnotico ha nascosto queste informazioni, e ha reso i vaccini messianici. Le due sceneggiate, l'effetto Bergamo, i funerali vietati, le bare lasciate accumulare e poi spostate con camion militari di notte a passo d'uomo per essere cremate e l'arrivo dei vaccini il giorno di Natale, scortati da mezzo esercito hanno creato le due menzogne, malattia peggiore della peste nera e vaccino salvatore nella mente di moltissimi. Ora i cosiddetti vaccini non sono più consentiti, ma obbligatori, con una violazione tragica di costituzione e trattati internazionali. Ricevo mail disperate di persone messe con le spalle al muro, che si sommano alle mail disperate di persona che mi segnalano danni tragici da vaccino.

I TRUCCHI DELLA PROPAGANDA
Tutta la comunicazione, con poche sparute eccezioni, ha propagandato le stesse menzogne, fino alla frase folle di Draghi sulla morte certa dei non vaccinati.
Per rendere la Covid 19 una malattia con alta letalità, l'INPS ha stabilito che ogni paziente con tampone positivo debba essere calcolato come malato covid. Sono scomparsi i morti per comune influenza e sono scomparsi i 40000 morti uccisi tutti gli anni da quella tragica malasanità che sono i batteri antibiotico resistenti contratti in ospedale: tutti classificati come morti covid? Lo stesso Fauci nelle sue mail dichiara che i dati sono enormemente gonfiati.
Tutte le cure sono state demonizzate e bloccate, in quanto non abbastanza sperimentate a favore dei cosiddetti vaccini in fase sperimentale somministrati anche a donne gravide e minori, contrariamente elle indicazioni delle case farmaceutiche, donne incinte e minori che sono in tutto e per tutto cavie.
È stato elegantemente ignorato dai media italiani il durissimo attacco dell'OMS alle nazioni dell'Europa, ogni allusione a Italia e Francia è assolutamente intuibile, che violando le indicazioni delle case farmaceutiche somministrano i cosiddetti vaccini sotto i 20 anni, a una popolazione immune alla malattia ma non certo immune agli effetti collaterali del virus, in massima parte ancora ignoti.
Lo stesso Crisanti ha riconosciuto che il green pass serve solo a spingere al vaccino, lo stesso Ricciardi ha riconosciuto che è la vaccinazione che seleziona le varianti. Tutti dichiarano che sarà necessaria una terza dose, che non è stata sperimentata dalle case farmaceutiche.
Eppure la distruzione della più elementare libertà, non farsi vaccinare contro la propria volontà, procede. Il più grande fenomeno di ipnosi di massa è sotto i nostri occhi.

Nota di BastaBugie: nel seguente video ironico (durata: 2 minuti) in una celeberrima scenetta Totò risponde a Mario Draghi che vuole imporre il vaccino a tutti gli italiani con il ricatto del green pass.


https://www.youtube.com/watch?v=9Fj1uFFvJAQ

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Fonte: Blog di Silvana De Mari, 11 agosto 2021

3 - LA FESTA PER IL 60° COMPLEANNO DI OBAMA... SENZA MASCHERINE E DISTANZIAMENTO
Vietato diffondere foto del mega evento di tre giorni perché il popolo bue non deve accorgersi che le regole valgono solo per alcuni... come in Italia il clamoroso via libera alle Feste dell'Unità (VIDEO: L'Obama party 2021)
Autore: Valerio Pece - Fonte: Sito del Timone, 12 agosto 2021

«Mentre il resto d'America lotta con l'incertezza del lavoro, le riaperture scolastiche, le disposizioni mutevoli riguardo alle mascherine, l'ansia per le vaccinazioni e per le varianti, la salute dell'economia e in generale delle persone, Obama si è lanciato in un'enorme, epica, tre giorni di festa di compleanno a Martha's Vineyard». Così scrive Maureen Callahan sul New York Post. La faraonica festa nella villa da quasi 12 milioni di dollari sull'isola del Massachusetts (la stessa dove avevano casa i Kennedy e dov'è sepolto John Belushi) non ha per nulla giovato all'ex Presidente USA, un uomo che ha fatto dell'empatia di stampo progressista-umanitario il suo personale vanto.
La festa di vip, ridimensionata rispetto alle intenzioni iniziali (era stata pensata per 600 persone), ha comunque richiamato sull'isola frotte di star coi loro entourage, tutte rigorosamente senza mascherina. Tra gli attori, Tom Hanks, George Clooney e Don Cheadle. Poi l'ex giocatore Nba Dwyane Wade, il regista Steven Spielberg (che proprio a Martha's Vineyard girò Lo squalo), John Kerry, oggi guru del clima alla Casa Bianca, ma già Segretario di Stato proprio sotto l'amministrazione Obama. Tra i cantanti, Beyoncé, Jennifer Hudson, Erykah Badu, il rapper Jay-Z. E ovviamente Bruce "The Boss" Springsteen, ormai intimo di Barack Obama.

NO OBAMA, NO PARTY
Un ospite è riuscito furtivamente a scattare foto della festa scatenata e a condividerle con i follower di Instagram. Si tratta del rapper Trap Beckham, che le ha subito cancellate a causa del divieto di fotografare l'evento (non prima però di immortalarsi, insieme al suo manager TJ Chapman, in un selfie mentre fuma cannabis, che in Massachusetts è legale). Beckham, che alla festa di Obama si è anche esibito in una sua hit, ha rilasciato questa dichiarazione: «Ho dovuto cancellare tutto a causa delle regole. Obama ha ballato tutto il tempo, nessuno l'ha mai visto così». L'immagine di Obama che balla con look hawaiano è stata cancellata anche da Erykah Badu, così come un video dell'animato palco della discoteca. Non è difficile provare a immaginare cosa sarebbe successo se la stessa festa fosse stata organizzata da Trump.
Il New York Post, che ha indagato molto da vicino i lunghi festeggiamenti, ha pubblicato anche alcune lettere arrivate in redazione. Per Peter Boeko la festa per i 60 anni di Obama è stata una «tripletta di ipocrisia». «In primo luogo - scrive - non c'erano protocolli COVID, anche se i Democratici spingono per maggiori restrizioni su individui e imprese. In secondo luogo, l'inquinamento. Gli ospiti volavano su jet privati da tutto il mondo: al diavolo il cambiamento climatico. Terzo, pensate ai milioni di dollari sprecati solo per accarezzare l'ego dell'ex presidente [...]. Totalmente vergognoso». Sulla stessa linea S.Kane da Brooklin: «Solo quelli del Partito Democratico possono lanciare un party super-diffusore di virus e non essere condannati. E se uno degli ospiti in seguito risultasse positivo, sono sicura che le informazioni sul caso non sarebbero rese disponibili». Il lettore Michelle Graham prima rimarca con amarezza il "doppio standard": «le cosiddette "élite" partecipano a una festa di compleanno [...] che se uno di noi potesse ospitarla verrebbe descritta come un evento super-diffusore del virus», e poi esorta: «Svegliati: scrivi, telefona e invia un'e-mail alle persone che ti rappresentano», perché - continua il disilluso lettore - «quando due diversi tipi di regole ci vengono sbandierate così sfacciatamente in faccia, una per i pochi privilegiati e l'altra per le masse brulicanti, siamo di fronte a qualcosa di antiamericano e di inaccettabile».

BLACK LIVES MATTER, GAY PRIDE E... FESTA DELL'UNITÀ? ALLORA TUTTO A POSTO
Esattamente nello stesso fine settimana della festa "epica" per i 60 anni di Obama, si svolgeva il noto raduno annuale di motociclette a Sturgis, in South Dakota. Evento per il quale il dott. Antony Fauci ha espresso forte preoccupazione riguardo un'altra possibile ondata di contagi. «Potrai sempre partecipare in futuro, ma teniamo sotto controllo la pandemia prima di iniziare a comportarci come se nulla stesse accadendo. Sta succedendo qualcosa di brutto. Dobbiamo rendercene conto», queste le sue parole. L'omissione di Fauci al chiacchieratissimo mega party di Obama potrebbe anche essere non intenzionale, sta di fatto che fa riemergere puntualmente una differenza di trattamento già vissuta nel recente passato e di cui gli americani sembrano stanchi: le affollate proteste targate BLM o i grandi Pride LGBTQ sono esentati da qualsiasi critica legata alla pandemia. Le incongruenze sembrano seguire uno schema preciso: quando per l'evento simpatizza il bel mondo liberal, non vi è nessuna preoccupazione per la diffusione del Covid, quando invece l'evento si rivolge ad un pubblico più conservatore, si aprono dibattiti infiniti.
Se ci spostiamo nel nostro Paese la musica non cambia. Anzi. Se il decreto-legge n.105 del 23 luglio ha stabilito il Green pass obbligatorio per accedere a «sagre e fiere», «convegni e congressi», sta suscitando non poco scalpore la nota del Viminale del 9 agosto (subito ribattezzata "salva Pd") che ha permesso che alla Festa dell'Unità di Bologna si possa entrare senza passaporto verde. Ora, al di là delle battute che piovono in rete a motivo delle "inconguenze mirate" (si va dal «Dev'essere un virus molto "politico"», all'orwelliano «Come sempre alcuni sono più uguali degli altri»; dal caustico «E chi ci andrebbe sennò? Già vanno deserte regolarmente», fino al «Ma se faccio la tessera del PD, vale anche come Green pass?»), uno strabismo di questo tipo non può che avere ricadute anche sullo scetticismo che accompagna le misure anti-pandemia. Che si tratti di affollate feste americane di vip o di raduni di partito nostrani, il rischio è l'eterogenesi dei fini. O il Covid-19 è un problema serio (sempre), o non lo è.

https://video.gazzetta.it/video-obama-festa-60-anni-ballo-scatenato/0947f19e-f8d9-11eb-8583-3105c3f50d32

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Fonte: Sito del Timone, 12 agosto 2021

4 - NON ESISTE LA SCUOLA DELL'OBBLIGO: AI TUOI FIGLI PUOI INSEGNARE TU
Intervista a Stefano Fontana: ''Consegniamo allo Stato i nostri figli dall'asilo nido all'università senza nemmeno chiedere cosa esso ne voglia fare''
Autore: Giulia Tanel - Fonte: Pro Vita & Famiglia, gennaio 2021

In questo particolare periodo storico, segnato dall'emergenza Covid-19, vediamo un considerevole aumento di genitori che decidono di non mandare i propri figli "a scuola", bensì che optano per l'homeschooling o che si riuniscono con altre famiglie per dare vita a una scuola parentale. Come legge questo fenomeno?
Lo leggo positivamente. E' un fenomeno promettente ma nello stesso tempo devo notare che può essere dettato da motivi contingenti. Ritengo che l'occasione vada sfruttata per rafforzare le motivazioni e permettere quindi al fenomeno di avere una consistenza e una durata che vada ben oltre l'emergenza. Le difficoltà legate al Covid e ai ritardi della scuola di Stato sono il motivo pressante al momento, la critica allo statalismo nell'educazione e il recupero dei motivi fondanti la responsabilità educativa dei genitori permetteranno di proseguire anche se in futuro l'emergenza Covid dovesse (ammesso e non concesso) finire.
Alla luce della Dottrina sociale della Chiesa, tuttavia, il diritto/dovere dei genitori di educare i propri figli non può essere disgiunto dal diritto/dovere "sopraeminente" della Chiesa di educare. Nella pratica, cosa significa?
Vediamo prima di tutto il rapporto tra il diritto dei genitori ad educare i propri figli e il loro dovere di farlo. Cominciamo dal diritto. I figli sono dei genitori e non dello Stato, si dice giustamente. Questo principio è vero perché è il diritto naturale a dirci che la procreazione dei figli continua con l'educazione, sicché i genitori che li hanno procreati sono per natura anche i primi responsabili di quella "seconda nascita" che si fa con l'educazione. La famiglia - come insegnava già la Rerum novarum - è una società vera che precede lo Stato e ha quindi compiti propri nei cui confronti eventualmente lo Stato deve essere sussidiario.
Il diritto dei genitori, però, non si fonda su se stesso, perché il diritto naturale non dà ai genitori il diritto di educare i figli in qualsiasi modo essi vogliano, ma per il loro bene morare e religioso, in modo che raggiungano il loro fine naturale e soprannaturale.
Il punto decisivo è quindi questo: il diritto è fondato sul dovere, il dovere naturale è fondato sul dovere soprannaturale. Non i genitori e meno che meno lo Stato, ma la Chiesa ha il primordiale dovere/diritto pubblico di educare. Pio XI nell'enciclica "Divini illius magistri" parlava di un dovere/diritto "sopraeminente" della Chiesa.
Quindi, dei genitori che oggi decidessero di dare vita a una scuola parentale o di fare homeschooling in ottica cattolica, quali punti fermi dovrebbero considerare imprescindibili?
Dovrebbero secondo me non pensare solo di esercitare un diritto, magari appellandosi alla Costituzione, ma andare al dovere che ne sta alla base e al suo fondamento ultimo che è Dio. In altre parole dovrebbero pensare che attraverso la loro azione di educatori è la Chiesa stessa che si riappropria di una sua funzione essenziale che la secolarizzazione le ha sottratto. La Chiesa esercita una "maternità soprannaturale" che le assegna un compito educativo pubblico essenziale. Pubblico, non privato e nemmeno come espressione di una agenzia sociale. So bene che oggi la Chiesa stessa non la pensa più così e che i vescovi spagnoli - per fare un esempio di questi giorni - hanno chiesto allo Stato di inserire la religione cattolica nella materia della educazione ai valori. Ma ormai capita spesso che i laici cattolici debbano fare scelte per la Chiesa anche se non hanno il sostegno ecclesiastico.
Tuttavia, ancora oggi, per molti, la scolarizzazione promossa dallo Stato rimane l'unica via percorribile. Quali sono i principali limiti di questa visione? E quali quelli della scuola di Stato in sé?
Purtroppo la mentalità comune è che all'educazione deve provvedere lo Stato. Oggi consegniamo allo Stato i nostri figli dall'asilo nido all'università senza nemmeno chiedere cosa esso ne voglia fare. Si pensa che l'educazione sia buona in quanto statale e statale in quanto pubblica. Come mai la massa la pensa così? Perché da quanto, due secoli fa, lo Stato sottrasse alla Chiesa l'educazione si è formato un centralismo statale in molti campi, e non solo in quello educativo, per cui i cittadini sono abituati al fatto che le leggi, il fisco, l'assistenza al disagio, la sanità e così siano servizi in capo allo Stato. Ma non è sempre stato così e non è giusto che sia così. Lo Stato è a servizio della comunità politica la quale viene prima dello Stato ed è articolata al proprio interno in società naturali come la famiglia, in corpi sociali intermedi, in comunità territoriali che hanno il dovere di operare in prima persona per il loro bene comune e non devono essere sostituiti, semmai aiutati a farlo, dallo Stato.
A inizio ottobre, dalla Francia, è arrivata la notizia che il presidente Emmanuel Macron sarebbe intenzionato a vietare le scuole parentali e la homeschooling. In molti hanno commentato soffermandosi sul venir meno della libertà di scelta dei genitori: condivide questa posizione o la trova lacunosa?
La valutazione è giusta ma non completa. Facciamo un esempio. Ammettiamo che in una classe la volontà dei genitori sia di lasciare le cose in mano allo Stato: anche in questocaso sarebbe rispettata la libertà educativa. Oppure poniamo il caso che la volontà dei genitori sia di avere insegnamenti sistematici di omosessualismo e gender in aula. In questi casi la libertà dei genitori esprimerebbe un astratto diritto non radicato in un dovere, quello di educare i figli non in qualsiasi modo ma secondo la morale naturale, la retta ragione e la vera religione. Come non è sovrano lo Stato in campo educativo non lo sono nemmeno i genitori. Certo hanno una priorità verso lo Stato ma non un diritto assoluto di fare quello che vogliono dei figli. Si vede qui la differenza tra un diritto dei genitori inteso in senso liberale, ossia senza limiti, e un diritto inteso nel senso dell'etica naturale e della visione cattolica, vale a dire come conseguente ad un dovere.
Ad ogni modo, la realtà rimanda un dato di fatto: per motivi contingenti (che siano i vaccini, o il gender, o altro) ma, in ottica cristiana, anche per non venir meno alla propria responsabilità, oggi i genitori si trovano di fronte a compito molto impegnativo. Dove possono trovare le risorse per non soccombere?
A sentire più di tutti questo problema sono i genitori cattolici, perché la fede ha la capacità straordinaria di svegliare anche la ragione. Partire con esperienze di scuola parentale o homeschooling è oneroso, perché tutta l'organizzazione della società e del lavoro dei coniugi rama contro. Inoltre il potere politico o mette i bastoni tra le ruote oppure addirittura vieta questi fenomeni. Anche le democrazie conoscono forme di dittatura. A ciò bisogna aggiungere che la Chiesa di oggi non ci crede, anzi ostacola questi fenomeni. La teologia pastorale di oggi rifiuta l'etichetta cattolica sulle iniziative sociali perché la considera erroneamente una forma di ideologia. Nonostante queste difficoltà, però, il fenomeno è in aumento perché molti sentono la necessità di costruire delle arche nel diluvio per la salvezza dei loro figli. Le cose più importanti sono due: andare al fondo delle motivazioni perché nelle difficoltà solo motivazioni forti ci possono sostenere, e poi collegarsi non solo per consigli operativi ma per sostenersi a vicenda nell'impresa.

DOSSIER "EDUCAZIONE PARENTALE"
Insegna tu ai tuoi figli"

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Fonte: Pro Vita & Famiglia, gennaio 2021

5 - IL CATTOLICO OMISSIVO, MAESTRO NEL NON FARE NULLA CON LA SCUSA CHE NON E' IL MOMENTO
Il cugino ha divorziato? ''Non è opportuno ora andargli a parlare...'' L'amica vuole abortire? ''Sono situazioni delicate...'' Una coppia di amici sta per fare la fecondazione artificiale? ''Poi li chiameremo...''
Autore: Tommaso Scandroglio - Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16-06-2021

Qualche giorno fa ci siamo occupati del cattolico ombra. Oggi mettiamo sotto la lente di ingrandimento un altro inquilino che abita in casa cattolica. Ci riferiamo al cattolico omissivo. Innanzitutto è da rilevare che il cattolico omissivo ha nel suo armentario tre parole magiche capaci di salvarlo in ogni occasione: prudenza, opportunità, momento. Le quali parole in genere vengono così usate: «ci vuole prudenza», «non è opportuno», «al momento giusto». Termini magici che lo fanno sparire dal luogo dove è attesa la sua testimonianza. Ad esempio: il cugino ha divorziato? Non è opportuno ora andargli a parlare. L'amica vuole abortire? Ci vuole prudenza, sono situazioni delicate. La coppia degli amici delle vacanze si è messa in lista per la fecondazione artificiale? Al momento opportuno li chiamiamo, magari con il pretesto delle vacanze da programmare (e intanto saranno già andati in clinica). Il conoscente che gestisce il bar dove andiamo sempre vende cocktail a base di cannabis? Non mettiamolo in difficoltà davanti ai clienti.

PROMETTE CHE PRIMA O POI SCENDERÀ IN CAMPO, MA NON LO FARÀ MAI
Che il lettore faccia bene attenzione. Il cattolico omissivo non dice: «Se il cugino ha divorziato o l'amica vuole abortire o gli amici desiderano un figlio in provetta o il conoscente vende derivati della cannabis sono fatti loro. Ognuno è libero di fare le scelte che vuole», anche se questo entra in rotta di collisione con quanto insegnato dalla Chiesa, aggiungiamo noi. No, questo è un altro tipo di cattolico di cui forse ci occuperemo in futuro. Il cattolico omissivo sa che il cugino, l'amica, i compagni di vacanze e il conoscente hanno sbagliato e dunque non rimane invischiato in un contraddittorio pluralismo dottrinale, però - ed è questo il problema - non fa nulla. Decide di non decidere. Promettendo agli altri che prima o poi scenderà in campo, sa bene che non lo farà mai. Fa melina con la propria coscienza, procrastina all'infinito sperando che la situazione diventi così compromessa che de facto andrà in prescrizione. E così il tempo diventerà suo alleato e si troverà ad ammettere: «Ma cosa vuoi che vada a dire a mio cugino dopo anni che ha divorziato? L'aborto ormai c'è stato, non andiamo a riaccendere un dolore antico. Il figlio in provetta ha già tre anni, mi pare fuori luogo ora mettere in stato di accusa i nostri amici. Quel cocktail spinelloso è in carta da tempo immemore, se gli faccio un appunto lui mi potrà rispondere: "Perché non me lo hai detto prima?"».
Dunque il cattolico omissivo è maestro nell'indietreggiare, nel temporeggiare, nel sottrarsi. L'astensione è il suo credo, il suo apostolato e la sua arma pastorale preferita. Lo spazio vuoto è la sua identità. Preferisce la sottrazione delle occasioni all'addizione e alla moltiplicazione delle stesse, trovandosi in grave difficoltà allorquando deve fornire una esegesi convincente del seguente passo paolino: «Insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna».
Altro suo grande alleato, oltre al tempo, in questa strategia rinunciataria sono gli effetti collaterali. Il soggetto credente omissivo non entra in azione perché se lo facesse:
1) metterebbe in imbarazzo le persone, quando invece è lui a sentirsi in imbarazzo a dire una parola giusta in più;
2) urterebbe la loro sensibilità, quando invece la loro sensibilità ha la peculiarità di essere insensibile al vero;
3) i rapporti di amicizia si romperebbero, quando invece l'amicizia esigerebbe ogni tanto una parola franca per essere rinsaldata;
4) si darebbe una immagine falsa di sé e della Chiesa, quando invece la parola adatta aiuterebbe a cancellare l'immagine di un popolo di credenti assai insipidi.
In breve il cattolico omissivo si vende come fine stratega che aspetta il momento più propizio per ghermire la preda, che sa conciliare fedeltà al Vangelo e carità, chiarezza di idee e misericordia. Non è un grezzo cattotalebano che si espone sempre e a sproposito, ma sa fiutare il vento (dello Spirito). Tace, conscio che il suo silenzio è eloquente.

LA VIRTÙ DELLA PRUDENZA, QUELLA VERA
Detto ciò, attenzione a non cadere nel vizio opposto. A volte la virtù della prudenza - che non è invece il vizio della codardia appena descritto - esige di non fare e di non parlare. [...] A volte è bene omettere un'azione astrattamente buona per un bene maggiore che può voler dire: evitare che gli effetti negativi delle nostre azioni superino quelli positivi. Gesù docet quando parlò della zizzania.
Un esempio tratto da una vicenda accaduta realmente. Un gruppo di docenti cattolici di un ateneo italiano assai importante erano arcistufi di tutta una serie di iniziative arcobaleno che si svolgevano in università con la benedizione dei vertici accademici. C'era chi aveva proposto di scendere in piazza, di protestare, di scrivere al rettore e ai giornali. Prevalse un'altra linea e fecero bene: prevalse la strategia del non fare nulla. Per quale motivo? Perché i docenti cattolici erano quattro gatti. Le lobby Lgbt dell'ateneo e soprattutto quelle fuori di esso, ben più potenti e numerose, avrebbero avuto facilmente la testa di ciascuno servita su un piatto d'argento, li avrebbero seppelliti sotto cumuli di critiche. Sarebbero stati dipinti senza appello come omofobi, intolleranti, non inclusivi, retrivi e tutta la solita litania di insulti made in Gayland. Insomma sarebbe stato da stupidi uscire dalla barricata e gridare a un centinaio di cecchini: «Vi ammazzo tutti!». Quel poco di bene che avevano seminato e, soprattutto, che avrebbero potuto seminare in futuro tra gli studenti sarebbe scomparso. Un docente professionalmente e mediaticamente «morto» non serve più a nessuno. Esempi simili si possono moltiplicare all'infinito.
Il cattolico omissivo è in genere ben istruito su queste casistiche e le usa per celare le proprie timidezze, le proprie vigliaccherie, le proprie pavidità. Insomma usa il paravento della prudenza per mandare avanti gli altri e dire di aspettare il momento opportuno. Ma - ed è qui che sta il problema - il momento opportuno non arriva mai: perché siamo sotto le feste, perché le feste sono appena finite, perché i figli hanno ripreso la scuola, perché hanno appena finito la scuola, perché Tizio non è dell'umore adatto per parlarci o perché è in lutto, gli è nata la figlia, si è appena sposato, ha perso il lavoro, ne ha trovato uno nuovo, ha fatto trasloco. E alla fine, dopo mille treni che sono passati dalla sua stazione, il cattolico omissivo, con un certo sollievo per aver scampato il pericolo, allargherà triste le braccia e sospirando ammetterà: «È troppo tardi». Insomma, avrebbe voluto, ma le circostanze gli hanno remato contro. Tante buone intenzioni quante occasioni perse.
Ma se il bene si può omettere, al giudizio finale non si può scampare. A questo proposito giova ricordare che il cattolico omissivo si ciba della tiepidezza e «poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca».

DOSSIER "FINTI CATTOLICI"
Il Vangelo come optional

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Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana, 16-06-2021

6 - LE VITTORE DELLA BATTAGLIA CONTRO L'ABORTO
Dagli Stati Uniti giungono le novità più incoraggianti, nonostante Biden e l'Organizzazione Mondiale della Sanità remino contro
Autore: Mauro Faverzani - Fonte: Corrispondenza Romana, 11 agosto 2021

Ci sono buone notizie sul fronte della vita, davvero buone; ma ce ne sono anche di cattive, davvero cattive, sintomo evidente di quanto epocale sia lo scontro in corso.
Dagli Stati Uniti, come spesso accade, giungono le novità più incoraggianti: 12 governatori e 200 membri repubblicani del Congresso si sono serviti dell'istituto giuridico dell'«amicus curiae» per sostenere davanti alla Corte Suprema la legge pro-life emanata nel Mississippi. Secondo loro e secondo i loro legali, sarebbe molto meglio che della regolamentazione dell'aborto si occupassero i singoli Stati, senza varare un apposito diritto costituzionale federale in merito, anche per lasciare ai cittadini la possibilità di esprimersi democraticamente col voto, senza imposizioni dall'alto, promuovendo o bocciando di volta in volta i candidati corrispondenti alle idee della maggioranza. Punto, questo, su cui si sono detti d'accordo tramite un altro «amicus curiae» anche 184 membri della Camera dei Rappresentanti e 44 senatori, tutti repubblicani. Un eventuale esito positivo di questa importante battaglia potrebbe avere ripercussioni anche sulle legislazioni degli altri Stati americani, una dozzina dei quali sarebbe già pronta a far entrare in vigore immediatamente provvedimenti pro-life, già votati ed approvati, in caso di vittoria presso la Corte Suprema. Si tratta del South Carolina, dell'Alabama, dell'Arizona, dell'Arkansas, della Florida, della Georgia, dell'Idaho, dello Iowa, del Missouri, del Montana, dell'Oklahoma e del Texas.

L'ABORTO È IMMORALE
Il Mississippi, del resto, appare più che mai deciso ad applicare la norma varata nel 2018, norma che limita l'aborto, vietandolo dopo la 15ma settimana di gravidanza, anche a costo d'invocare il ribaltamento e, magari, l'annullamento della sentenza Roe versus Wade, quella che ha legalizzato in tutti gli Stati Uniti d'America l'uccisione dei figli nel grembo delle loro madri. Della questione la Corte Suprema, a fronte di un ricorso presentato dall'unica clinica abortiva operante nel Mississippi, si occuperà probabilmente a partire dall'imminente autunno, per poi giungere ad una sentenza entro l'anno prossimo.
Nel frattempo, anche la Chiesa negli Stati Uniti ha di nuovo assunto una chiara, netta posizione, negando l'ammissione all'Eucarestia ai politici pro-choice. Per questo, al senatore democratico Joe Cervantes dello Stato del New Mexico è stata rifiutata la Santa Comunione, avendo egli, all'inizio di quest'anno, votato ostinatamente a favore di una legge filoabortista. Fintosi sorpreso, parroco e Diocesi di Las Cruces gli hanno ribattuto d'averlo avvertito in forma privata e per tempo, prima del voto, circa le conseguenze che questo avrebbe avuto. Purtroppo invano. Christopher Velasquez, direttore dell'Ufficio diocesano per le Comunicazioni, ha anzi espresso biasimo verso l'esponente politico, ritenendo spiacevole ch'egli abbia tentato di buttare sul piano politico una questione, che è invece eminentemente pastorale. Il vescovo in persona, mons. Peter Baldacchino, aveva cercato a suo tempo di contattare personalmente e privatamente il sen. Cervantes in merito, senza tuttavia ottenere mai risposta.

L'INGHILTERRA TAGLIA I FONDI A PLANNED PARENTHOOD
Intanto in Inghilterra anche l'emergenza sanitaria può avere qualche effetto positivo: qui il governo, dovendo far fronte a spese impreviste per contrastare il Covid-19, ha tagliato i fondi pubblici per le campagne internazionali, compresa quella «sulla promozione dei diritti riproduttivi e dell'aborto». La decisione è stata approvata ed è divenuta quindi esecutiva grazie al voto espresso dalla Camera dei Comuni il 13 luglio scorso con 333 favorevoli e 298 contrari. Così l'Ippf, International Planned Parenthood Federation, perderà circa 14,2 milioni di sterline in tre anni, il che potrebbe significare la chiusura delle strutture affiliate in Afghanistan, Bangladesh, Zambia, Mozambico, Zimbabwe, Costa d'Avorio, Camerun, Uganda, Mozambico, Nepal, Libano e forse in altri nove Paesi.
Planned Parenthood sta valutando un'ipotesi senza precedenti, quella di promuovere un'azione legale contro il governo Johnson, ma pare che i margini di vittoria siano davvero ristretti. Ciò non ha scoraggiato la multinazionale dell'aborto dall'inviare un preavviso circa i suoi propositi all'esecutivo britannico, contando anche sul massiccio sostegno massmediatico, che non è mancato: immediatamente si sono schierati dalla sua parte The Independent, The Guardian, ma, a sorpresa, anche tre ex-premier conservatori, vale a dire Theresa May, John Major e David Cameron. Ne tengano conto gli elettori al momento del voto...

NON MANCANO LE BRUTTE NOTIZIE
Non sono comunque tutte rose e fiori, anzi. L'Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità, si starebbe preparando per un attacco in grande stile contro le legislazioni pro-life nel mondo. A tal scopo starebbe predisponendo una "guida" tecnica e politica «sull'aborto sicuro», con l'esplicito proposito di aumentare la pressione sui Paesi aderenti, rimuovendo le protezioni legali e le garanzie mediche in favore dei bambini non nati e degli operatori sanitari, obiettori di coscienza. A lanciare l'allarme, è stato un documento apparso sul BMJ Global Health, documento commissionato come aggiornamento del testo di riferimento in materia, pubblicato dall'Oms nel 2012, suggerendo per i Paesi in via di sviluppo metodi, che sarebbero considerati inaccettabili nei Paesi più sviluppati.
Nel frattempo, altra brutta notizia, il Congresso di Veracruz ha approvato nei giorni scorsi con 25 sì, 3 no ed un'astensione la depenalizzazione dell'aborto fino alla dodicesima settimana di gestazione. Oltre tutto, la pena per le donne, che superassero tale termine, è ridicola: da 15 giorni a 2 mesi di detenzione a piede libero. Veracruz è il quarto Stato messicano a compiere questo triste passo.
Finora era consentito uccidere il proprio figlio in grembo solo in caso di stupro, negligenza, pericolo di vita, malformazioni o per una gravidanza, risultante da inseminazione artificiale non consensuale. D'ora in poi, purtroppo, le maglie si allargano.
La battaglia per la vita continua.

Fonte: Corrispondenza Romana, 11 agosto 2021

7 - LA MESSA IN TELEVISIONE NON ADEMPIE IL PRECETTO
E' peccato mortale non andare alla Messa la domenica e le feste comandate, a meno che non ci sia un serio motivo di salute o altro (ad esempio la cura dei lattanti)
Autore: Pierfrancesco Nardini - Fonte: I Tre Sentieri, 14 agosto 2021

È capitato di parlare con una persona che sosteneva di adempiere al precetto domenicale perché guarda la Messa in televisione ogni Domenica.
Senza entrare nel foro interno, se si può cercare una buona volontà nel voler comunque seguire la Messa, si deve altresì, però, constatare che purtroppo la buona volontà manca nel voler approfondire la correttezza della propria posizione.
Si parla di una persona che non ha apparenti particolari problemi che possano impedirne o rendere più che complicato il viaggio fino alla chiesa. Il punto è, quindi, la ferrea convinzione che basti guardarla in tv.
Il tentativo di spiegare che non è così, infatti, si è scontrato con una posizione più che ferma sulla questione. Il sospetto è che si tratti di pura pigrizia.
La posizione della dottrina cattolica sulla questione è ben riportata dallo Jone, il quale chiarisce che per poter assistere validamente alla Messa il fedele deve "essere presente corporalmente, cioè deve essere presente nel luogo" (Compendio di teologia morale, n. 199, I) e, in particolare, che "non soddisfa chi ascolta la Messa trasmessa per radio o per televisione, pur essendo ciò un'opera buona" (ibid.).
Se si pensa, d'altronde, che non si soddisfa il precetto in questione se si è distanti più di trenta passi dalla chiesa (salvo folla continua fino a oltre quella misura e nonostante si senta bene la voce del sacerdote tramite gli altoparlanti), come potrebbe essere ritenuto soddisfatto, guardando la Messa a casa propria o altrove alla tv?
Se si pensa poi che unica causa scusante della non partecipazione alla Messa è "ogni motivo mediamente grave, quale esiste in caso di incomodo notevole, di danno corporale o spirituale, che dovesse derivare a noi o ad altri" (E. Jone, op. cit., n. 200), si comprende ancor di più come purtroppo la convinzione della suddetta persona è fondata su argomentazioni non solide.
Alla luce di quanto scritto, si deve tornare ad evidenziare come un forte "analfabetismo cattolico" è sempre più diffuso, non solo tra chi non crede o è tiepido, ma anche tra chi, come la persona in questione, comunque manifesta in qualche modo una volontà di seguire la Messa, quindi dimostrando di tenerci.

Nota di BastaBugie: per fare un buon esame di coscienza consigliamo il quello seguente da noi pubblicato qualche anno fa, ma sempre validissimo.

ESAME DI COSCIENZA SUI DIECI COMANDAMENTI
Ho inoltre rispettato i 5 Precetti Generali della Chiesa? Sono fuggito dai 7 vizi capitali? Mi sono impegnato al massimo nei doveri del mio stato (moglie, marito, genitore, figlio, lavoratore, educatore, sacerdote, ecc.)?
da Redazione di BastaBugie
https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3570

Fonte: I Tre Sentieri, 14 agosto 2021

8 - OMELIA XXI DOMENICA T. ORD. - ANNO B (Gv 6,60-69)
Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna
Fonte Il settimanale di Padre Pio

Prima di entrare nella Terra Promessa, Giosuè mette gli israeliti di fronte a una scelta: i falsi dèi o il Signore. Giosuè disse a tutto il popolo: «Sceglietevi oggi chi servire [...] quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore» (Gs 24,15). Il popolo rispose che sceglieva la fedeltà a Dio, e disse: «Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi» (Gs 24,16). Il popolo riconobbe tutti i benefici che Dio gli aveva elargito, che lo aveva liberato dalla condizione servile in cui era assoggettato in Egitto, che aveva compiuto grandi segni e prodigi dinanzi ai suoi occhi e lo aveva custodito lungo il non facile cammino dell'esodo. Così venne rinnovata l'Alleanza con Dio e gli israeliti si prepararono ad entrare nella terra che Dio aveva loro promesso.
La stessa situazione la ritroviamo nel brano del Vangelo. Gesù mette i suoi discepoli di fronte a una scelta molto precisa: o stare con Lui ed accogliere il suo insegnamento, oppure andare via. Non è possibile una via di mezzo. Il testo dice che molti dei discepoli rimasero scandalizzati dal discorso che Gesù fece loro, il discorso del "Pane di vita": come era possibile che Gesù desse loro la sua Carne da mangiare e il suo Sangue da bere? Gesù non fa nessuno sconto. Al suo posto, molto probabilmente, noi avremo fatto di tutto per trovare una soluzione ambigua che accontentasse tutti. Gesù non fece così e ripropose letteralmente il solito insegnamento senza mitigarlo. Il Vangelo ricorda che «da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui» (Gv 6,66).
Da questo episodio impariamo la necessità di essere pienamente fedeli all'insegnamento di Gesù e alla voce della Chiesa, la quale, grazie all'assistenza dello Spirito Santo, insegna infallibilmente le verità di fede e di morale. Non si possono fare riserve e la Chiesa non può sacrificare una parte di verità per un mal inteso "quieto vivere". Gesù, prendendo la parola, disse poi agli Apostoli: «Volete andarvene anche voi?» (Gv 6,67). Egli non fa nulla per trattenerli, non cerca una mediazione. Allora Pietro, a nome di tutti, disse con decisione: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68).
Solo l'insegnamento di Gesù sazia la nostra fame e sete di verità, tutto il resto ci lascerà sempre inappagati. In proposito, è molto bello leggere quanto accadde a san Giustino che fu un martire dei primi secoli del Cristianesimo. Egli era un grande filosofo che si era messo sinceramente alla ricerca della verità. Aveva studiato tutte le filosofie, ma di tutte era rimasto deluso. Intuiva che vi era la verità, ma che ancora si nascondeva agli occhi della sua mente.
Mentre era nei pressi del mare e pensava alla verità, incontrò un anziano che in seguito mai più rivide. Egli gli parlò di Gesù Cristo, e gli fece capire che la verità da lui tanto cercata si trova nella Sacra Scrittura. Folgorato dalla grazia, san Giustino comprese che il Cristianesimo è l'unica Verità e comprese, come san Pietro, che solo Gesù ha parole di vita eterna. Si fece cristiano e, in seguito, affrontò valorosamente il martirio a Roma, dove nel frattempo si era trasferito. In una sua opera, egli così scrisse: «Il cristianesimo è la sola vera e utile filosofia».
Alcuni secoli dopo, sant'Agostino così scriveva: «Ci hai fatti per Te, o Signore, ed è inquieto il nostro cuore finché non riposa in Te». Anch'egli si convertì dopo lunghi anni di ricerca. Anch'egli aveva aderito un po' a tutte le correnti filosofiche in cerca della verità, e anch'egli, come san Giustino, era rimasto profondamente deluso di tutto. Finché non incontrò Gesù, e fu allora che pronunciò la frase poco prima ricordata. Come ben sappiamo, la sua conversione fu dovuta molto alle preghiere e alle lacrime della sua santa madre, santa Monica. Era impossibile – come ebbe a dire a lei lo stesso Vescovo – che il figlio di tante lacrime non si convertisse.
Alla fine di agosto celebreremo la memoria di questi due santi: santa Monica il 27 e sant'Agostino il 28. Sant'Agostino divenne poi sacerdote e vescovo, e fu uno dei più grandi teologi della Chiesa. Di questo ringraziò la sua mamma, la quale, per così dire, lo diede alla luce due volte: la prima volta quando nacque; la seconda volta quando scoprì che la verità è Gesù Cristo.
Come per sant'Agostino, anche per noi il cuore non avrà pace finché non riposerà nel Signore, perché solo il Signore ha parole di vita eterna. Solo quando noi ci arrenderemo alla verità, rivelata da Gesù Cristo e insegnata infallibilmente dalla Chiesa, vivremo nella pace.

Fonte: Il settimanale di Padre Pio

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